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Autore: Jaredsveins    28/06/2015    7 recensioni
Destiel ambientata tra i banchi di scuola.
Dean e Castiel sono amici, ma il loro rapporto è un po' particolare. Il loro passato li porterà ad unirsi, oppure ad allontanarsi sempre di più?
Se volete sapere come va, non vi resta che leggere!
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Salve a tutti.
Purtroppo e sottolineo, PURTROPPO, siamo arrivati alla fine di questa fan fiction che ho amato scrivere e che ho amato farvi leggere. Mentirei se vi dicessi che non mi mancherete, perché mi mancherete molto ma come ho già detto, ho molte idee che mi frullano per la testa e che prima o poi butterò giù.

Voglio ringraziarvi uno per uno per il sostegno, l'amore e la fiducia che avete avuto in me continuando a seguire questa storia.
Ringrazio chi ha recensito.
Ringrazio chi non lo ha fatto ma ha messo la FF tra i preferiti, tra le seguite o tra le ricordate.

Ringrazio tutti coloro che mi hanno sostenuta dall'inizio alla fine e che spero continueranno sempre a farlo, perché io cercherò di non deluderli.
Pubblicare questa storia è stato stupendo e anche scriverla, quindi per me finirla oggi è un colpo al cuore, davvero. Ma come vi ho già detto, non smetterò assolutamente di scrivere, perché io vivo per questo.
Adesso smetto di dilungarmi ma concludo con un enorme grazie anche alla mia famiglia del gruppo “Destiel is on”, perché mi aiutano ogni giorno a stare bene e a credere in me.
Grazie a tutti, vi amo.
-Feffe

12. The end where we begin.

 

Now I'm alive and the ghosts are gone.
I've shed all the pain, I've been holding on.
The cure for a heart is to move along,
so move along, so move along.


The end where I begin – The Script

 

Appena Gabriel si sentì spingere dall'altra parte non gli importò, semplicemente sospirò di sollievo nel vedere Dean davanti a Castiel.

Il biondo lo prese per le spalle e cercò il suo sguardo, sentendo il tempo fermarsi e cercando di non farsi prendere dal panico. Doveva farlo ritornare in se. “Cas, sono io..sono Dean.”

“N-non..non è colpa mia.”

“No, non è colpa tua..va tutto bene. Sono qui.” Strinse la presa sulle spalle e poi gli prese il viso, poggiando la fronte alla sua e cercando di parlare con calma nonostante si sentisse morire. “Sono Dean, sono qui davanti a te. Guardami Castiel, guardami!” Alzò la voce sperando di attirare la sua attenzione ma era inutile.

Cas vedeva quelle immagini vivide davanti i suoi occhi, le urla di suo padre sovrastavano una voce che in sottofondo aveva iniziato a farsi spazio nella sua mente, in quel ricordo terribile. 'ono ean..', 'avanti te..', 'uarda'. E poi iniziarono a farsi più chiare, quella voce iniziò a sovrastare quella di suo padre. Quell'uomo urlava e il ragazzo urlava di più, fino a farlo ritornare nella realtà.

“Ti prego Cas, ti prego!”

E Castiel finalmente lo vide, mise a fuoco e ritornò con i piedi per terra e con la mente dove doveva essere realmente. “Dean..”

“Dio grazie..” Dean lo guardò ad occhi lucidi e gli diede un bacio sulle labbra per il sollievo, per poi guardare Cas con un sorriso lieve sulle labbra. “Sei qui con me?”

Castiel gli buttò le braccia al collo e si lasciò andare in un pianto ininterrotto, stringendolo con talmente tanta forza da sentire il proprio corpo diventare quasi un'unica cosa con quello di Dean. Quel ragazzo era riuscito a ripescarlo da quell'oceano di agonia e lo aveva salvato dall'annegare, lo aveva salvato per l'ennesima volta e cazzo, non gliene importava niente di quel che era stato, di quel che gli aveva detto. Gli importava solo di essere tra le sue braccia e di amarlo come mai aveva fatto con nessun altro.

“Cas mi dispiace così tanto per tutto, io non penso quel che ti ho detto..”

“Lo so, lo so..” Gli prese il viso e continuò a piangere, facendogli un sorriso nonostante stesse singhiozzando ininterrottamente. “Ti ho già perdonato.”

 

Appena entrarono a casa Dean aiutò Castiel a stendersi sul divano di casa sua cercando di fare meno rumore possibile, dato l'orario e dato che Bobby stava già dormendo. Cas lo aveva pregato di non portarlo da lui perché visto il suo stato, non se la sentiva di rispondere alle domande che i suoi gli avrebbero posto vedendolo tutto trasandato e pallido in volto.

Dean andò in cucina e preparò una tisana rilassante, portandola a Castiel che la prese e la trangugiò in pochi sorsi. Aveva solo bisogno di una bella dormita e poi tutto sarebbe andato meglio.

“Cas, dobbiamo parlarne però..”

“Non ora, per favore.”

Lo guardo supplicante che gli rivolse non lo fece obiettare e anzi lo zittì, perché in quegli occhi era presente il grande fardello che il ragazzo si portava dentro da molti anni ormai. A Dean dispiaceva moltissimo vederlo in quello stato, avrebbe voluto fare qualcosa di più per farlo distrarre ma non gli veniva nulla in mente. Nella sua vita, non era abituato a consolare la gente e il massimo che sapeva fare era dire qualche parola di incoraggiamento e dare un abbraccio. E sapeva che tutto quello con Cas non bastava, sapeva la richiesta muta che c'era dietro quello sguardo. Aveva capito dal primo momento in cui il ragazzo era tornato in se, cosa voleva davvero. E Dean glielo avrebbe dato, se ne sarebbe fregato di quel che era successo nel passato. Fanculo quel pazzo omicida; fanculo il passato e un bel benvenuto al presente. Fanculo i pregiudizi; fanculo la vergogna; fanculo l'esitazione; fanculo tutto.

Castiel aveva bisogno di lui e lui aveva bisogno di Castiel per stare bene.

Quel ragazzo lo completava e non poteva affatto lasciarselo scappare, per nessun motivo al mondo. Aveva capito che non avrebbe mai voluto passare un altro giorno lontano da Cas, non voleva più sentirsi da solo quando la persona che poteva farlo stare finalmente bene era a pochi passi da lui, non voleva più lottare da solo. Era stanco di tutto, voleva solo godersi il momento e vivere alla giornata, come gli aveva risposto Castiel al lago, quando aveva scoperto il suo passato.

Perché doveva continuare a trattenersi a malincuore e non lasciar parlare i propri sentimenti? Perché doveva mandare via da se quel che per la prima volta lo stava facendo arrivare alla felicità? Castiel era l'unico ragazzo che non gli aveva voltato le spalle quando aveva iniziato a conoscere il suo carattere; era l'unico vero amico che Dean avesse mai avuto nella sua vita; Castiel era colui che con un abbraccio lo faceva stare bene; era colui che con una semplice parola era capace di cambiargli la giornata; era colui che faceva finta di stare bene quando Dean lo trattava male; era quel bambino forte che era stato maltrattato da piccolo; era quel bambino che era cresciuto e che era diventato la meraviglia che era adesso.

Castiel era il ragazzo che amava e voleva dirglielo. Voleva dimostrarglielo. Voleva curare le ferite aperte di quell'amico che da quel giorno in poi sarebbe stato qualcosa di più e per davvero, senza ripensamenti o ostacoli. Se lo sarebbe goduto al cento per cento.

“Comunque grazie Dean, se non fossi arrivato tu..”

“Shh, va tutto bene. Hai detto che non vuoi parlarne, giusto?”

Castiel gli sorrise lievemente e lo prese per la manica tirandolo e facendogli capire di stendersi accanto a lui.

“No, andiamo in camera mia. Però piano, che se Bobby si sveglia poi sentilo.” Dean alzò gli occhi al cielo.

Cas si mise a ridere si alzò, barcollando leggermente e trovando subito il sostegno sulle braccia di Dean che lo fece poggiare al suo petto, stringendolo in un abbraccio e poi prendendolo, facendogli fare un verso sorpreso.

“Ma che fai?”

“So che non è molto virile farsi prendere in braccio da un altro ragazzo, ma a te importa?”

Castiel si mise a ridere e negò con il capo, affondando il viso nell'incavo del collo di Dean e lasciandoci su un bacio innocente, lasciandosi trasportare in camera. Appena sentì la superficie morbida del materasso sotto se, prese il viso del biondo e poggiò le labbra sulle sue, sentendo un peso andare via dallo stomaco quando egli ricambiò il bacio, stendendosi accanto a lui e incorniciandogli il viso con le mani.

“Dean, devo dirti una cosa..” Sussurrò l'altro una volta dopo aver poggiato la testa al petto del più grande. “Spero tu non scappi via dopo ciò che sto per dire ma non ce la faccio più a trattenermi, soprattutto dopo quel che è successo poco fa.” Lasciò un bacio lieve sulle labbra del ragazzo e poi lo guardò negli occhi. “Ti amo.”

Dean sentì il battito del proprio cuore accelerare all'istante dopo quelle parole. Quindi quel “ma come ho fatto a innamorarmi di te?” era sincero. Era vero.

Pensava che non avrebbe mai sentito nessuno dirle a lui, perché pensava che fosse impossibile che qualcuno potesse provare qualcosa di così forte per lui. Eppure stava succedendo, qualcuno e non una persona qualunque, ricambiava i suoi sentimenti ed era una sensazione meravigliosa. Si sentiva come un bambino a cui avevano regalato un pacco di caramelle in quel momento, era talmente felice che niente avrebbe potuto rovinare il suo umore. Quindi era questo che si provava quando qualcuno ti amava? Erano quelle le sensazioni da cui Dean era scappato per molto tempo? Che idiota era stato.

“Ti amo anche io.” Sfiorò il viso di Cas e mentre lo disse sentì la propria voce tremare ma non ci badò, perché era la prima volta in cui diceva quelle parole a qualcuno e gli sembrava quasi incredibile che stessero uscendo dalle sue labbra, ma stava accadendo e non poteva essere più perfetto.

Il tempo per Castiel si fermò, gli orologi smisero di far rumore con il ticchettio delle lancette che segnavano il tempo che passava, i rumori attorno a loro erano scomparsi ed era rimasto solo il suono della voce di Dean che ripeteva quelle parole meravigliose nella sua mente. Temeva di star sognando, talmente tanto che si diede un pizzicotto sulla coscia e quando si rese conto di esser nella realtà, buttò le braccia al collo al ragazzo davanti a lui e iniziò a ridere. Temeva che Dean lo prendesse per pazzo, ma non aveva assolutamente parole perché era stato tutto inaspettato. Dean era sempre stato schivo, era già molto se gli diceva “ti voglio bene” qualche tempo prima e invece gli aveva detto di amarlo. Glielo aveva detto davvero. Era incredibile quanti cambiamenti avesse fatto quel ragazzo, quanti passi avanti avesse fatto ed era orgoglioso di lui e felice di sapere che era anche un po' grazie a lui se Dean ci era riuscito.

Il biondo fece una smorfia offesa e incrociò le braccia. “Ti fa ridere?”

Castiel alzò lo sguardo velato di lacrime e continuò a sorridere come un ebete, negando con il capo e dando un bacione a Dean. “Sono solo felice. E incredulo. E felice. E ancora incredulo..ma felice!”

Allora si mise a ridere anche lui e lo abbracciò forte, poggiando la fronte a quella di Cas. “Farò di tutto per dimostrarti che le mie parole sono vere.”

“Ma io ci credo, non hai bisogno di dimostrarmelo.”

“Non mi importa, voglio farlo comunque..perché non ti lascerò mai più da solo, non sarai più in grado di farti venire dubbi perché io farò di tutto per non creartene.” Dean si fece serio. “Tu sei il ragazzo con cui voglio stare e non me ne frega niente di quel che tuo padre ha fatto. Perché lui era un bastardo, mentre tu sei perfetto e non faresti del male nemmeno a una mosca.”

“Sei la cosa più bella che mi potesse capitare..”

Il biondo sorrise e poi si morse il labbro imbarazzato quando il suo stomaco brontolò. Quella sera per l'ansia non aveva mangiato molto e adesso stava morendo di fame, sempre nei momenti meno opportuni.

“Hai fame eh?” Castiel ridacchiò e lo strinse forte tra le braccia.

“Aspettami qui, okay?” Dean si alzò imbarazzato e corse al piano di sotto, facendosi un panino con il tonno e divorandolo praticamente sia per la fame e sia per non lasciare Cas da solo per troppo tempo. Appena finì andò a lavare i denti e quando entrò in camera sorrise addolcito, trovando il suo ragazzo addormentato e abbracciato a un cuscino. Si avvicinò, si stese e lo coprì insieme a lui che si accoccolò al suo petto, facendo un verso rilassato. Presto chiuse gli occhi e si addormentò anche lui.

 

Appena Dean aprì gli occhi fu accolto da un profumino delizioso che penetrò nelle sue narici, attivando subito quei sensori nel suo cervello che lo connetterono alla parola “cibo”. Si sedé e appena non trovò Castiel accanto a lui temette che potesse esser andato via, quindi si alzò in fretta e barcollando andò al piano di sotto, illuminandosi in un enorme sorriso per lo spettacolo che si era prostrato davanti i suoi occhi.

La tavola era apparecchiata con cura, c'erano due piatti messi uno di fronte all'altro con le prospettive posate ai lati. C'era del succo d'arancia nei bicchieri e il tutto messo insieme era perfetto. E ancora più perfetto era quel che c'era anzi, chi c'era davanti ai fornelli.

Castiel aveva delle cuffie alle orecchie e stava canticchiando a bassa voce “shake it off” di Taylor Swift e muoveva i fianchi a tempo, mentre faceva saltellare la crêpe dentro la padella con maestria. Se la cavava molto bene.

Dean si mise a ridere e quando vide il ragazzo non voltarsi, sorrise sornione. Quindi non lo sentiva, eh? Si avvicinò lentamente a lui e poi circondò la vita di Castiel con le braccia che fece un salto e un verso sorpreso, lasciandogli mentre un bacio sul collo.

“Dean, mi hai spaventato!”

“Colpa mia.” Si mise a ridere e appena lo fece girare si abbracciarono, dandosi un bacio sulle labbra.

“Buongiorno orso.”

“Orso?”

“Dovresti sentire come russi.”

“Huh?! Davvero?!”

Castiel scoppiò a ridere e negò con il capo, spingendo Dean dalle spalle e facendolo accomodare a tavola. “Allora, adesso stai fermo qui e io ti faccio mangiare la crostata più buona e le crêpes più buone al mondo.”

Gli occhi del biondo si illuminarono alle parole “crostata” e “crêpes”. Annuì quasi ipnotizzato e rimase zitto zitto a guardare il suo ragazzo che riprendeva a cucinare.

A Cas la sera prima, quando aveva sentito lo stomaco di Dean brontolare, era venuta immediatamente l'idea di preparargli una squisita colazione il giorno dopo. Però la mattinata non era iniziata in modo ottimale, in quanto si era scontrato con Bobby appena uscito dalla camera di Dean e si era beccato una bella conversazione imbarazzante. Quell'uomo era davvero molto simpatico e Cas aveva subito capito come aveva fatto Dean a venire su così bene. E dalle cose che gli disse, era chiaro che Bobby aveva capito cosa ci fosse tra Dean e Cas ma non ne sembrò infastidito, anzi. Era andata piuttosto bene.

Mentre ripensava a quel che gli era successo, riempì le crêpes di nutella e le mise sui rispettivi piatti, tagliando poi una fetta di crostata per entrambi e servendola insieme al resto.

Dean non tardò ad assaggiare il dolce e fece un gemito deliziato appena ne mandò giù il primo morso. “Mh, ti amo..”

Castiel scoppiò a ridere e si mise a mangiare, sentendo la sua gioia crescere sempre più ogni volta che vedeva Dean mangiare senza problemi e facendogli tantissimi complimenti. Gli avevano sempre detto di esser bravo a cucinare, ma detto dagli altri non valeva quanto le parole del suo ragazzo.

Cavolo, quanto era bello poter dire “il mio ragazzo”. Era bellissimo rendersi conto che tutto ciò che aveva aspettato per tanti anni, era finalmente suo. Dean gli era sempre piaciuto dal primo momento, aveva sempre desiderato essere suo amico e poi qualcosa di più. E quasi gli veniva da ridere a pensare come tutto era iniziato, come fosse cresciuto in quel periodo e come finalmente potesse mandare a fanculo la tristezza e urlare di essere felice. Di aver trovato qualcuno che lo amava.

'Mi hai tolto tutto ma nonostante questo, guarda cosa ho adesso.' Pensò il ragazzo appena Dean si alzò, andando da abbracciarlo e dandogli un bacio sui capelli.

“Grazie per la sorpresa Cas.”

Castiel gli sorrise e si alzò, prendendo Dean per mano e portandolo in camera da letto poco dopo. Non disse più nulla, da quel momento in poi furono i gesti a parlare. Piano piano i vestiti andarono via, i baci che si davano diventavano sempre più intensi e la loro voglia di amarsi aumentava.

Perché si andava solo in una direzione, si andava solo verso la crescita di quel sentimento che entrambi provavano l'uno per l'altro. Ormai era solo un crescendo che nessuno avrebbe più arrestato, perché avevano bisogno di completarsi.

Quella storia era la fine di tutte le sofferenze, la fine di tutti gli ostacoli che li avevano messi alla prova.

Era la fine da dove iniziavano.

  
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