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Autore: _Reika_    28/06/2015    2 recensioni
A grande richiesta da parte di due o tre persone, ritorna nel fandom di Inazuma Eleven la storia "Help Me! Sopravvivere al tuo compagno di banco" Non siete obbligati a recensire tutti i capitoli (di nuovo).
Dal settimo capitolo:
"-Parcheggia qui, parcheggia qui!
- Ma qui dove? C’è il passo carraio! Ti vorrei ricordare che ho preso la Volvo in via eccezionale, e che se me la faccio sequestrare dai carramba, poi stiamo freschi!
-Mamma, quanto rompi...e muoviti, che fa caldo!
-Caldo? Ma se siamo a novembre! Datti una calmata..-
A bordo d’un’elegante vettura grigio metallizzata, si sta svolgendo una vera e propria colluttazione: come al solito in disaccordo, Mey, frettolosa di concludere l’affare e Hiroshi, preoccupato di danneggiare l’auto del padre, sono infatti intenti a battibeccare sonoramente."
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caleb/Akio, Joe/Koujirou, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Giorni di un futuro passato'
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Yumiko, sfoggiando una graziosa minigonna nera a pieghe, impreziosita da un paio di stivali di pelliccia, supera a grandi passi il corso, rincantucciandosi nella propria giacca invernale.
E’ tornata a casa circa un’ora prima, accompagnata dall’autista di famiglia, per cambiarsi d’abito: ed ora è alla ricerca dell’esclusivo cafè “Old Compton”, dove la sua pretenziosa amica Aoi offrirà la colazione ai ragazzi più “in” della loro cerchia, in occasione del diciottesimo compleanno.  
Era davvero impensabile, d’altra parte, per Yumiko, l’idea di  prendere parte ad un simile evento, con indosso un paio di semplici jeans!
Senza contare il fatto che, Aoi, ha espresso l’intenzione di presentarla a suo cugino: un universitario altolocato, e decisamente avvenente.
La bionda controlla la propria immagine riflessa, all’interno d’ una porta a vetri: può andare, effettivamente; la nuova mise le dona molto.
Yumiko sorride, soddisfatta.
Ma proprio mentre s’appresta ad attraversare la strada, un paramedico, riconoscibile grazie alla vistosa tuta catarifrangente, le fa segno di fermarsi, risoluto.
-Non di qui, signorina- Spiega infatti l’uomo, gesticolando – la strada è inagibile, per via di un incidente...-
-Capisco..- Bisbiglia la ragazza, pensosa. Ma ecco che, un particolare a lei ben noto, attira la sua attenzione.
Si tratta di uno scooter azzurro, ridotto ormai ad un ammasso di lamiera, abbandonato di sbieco sull’asfalto...
Sulla cui unica fiancata, ancora parzialmente intera, si intravede un disegno famigliare..
-O mio dio..- Yumiko, sinceramente colpita, porta il braccio destro alla fronte, per poi volgersi a guardare il medico con aria supplichevole -.. la prego.. mi faccia passare un istante.. temo sia rimasto coinvolto un mio amico!
L’uomo la guarda perplesso, indeciso sul da farsi.
-Veramente...è minorenne.. – scuote il capo -non so se sia il caso..-
Ma Yumiko, gli occhi lucidi, afferra le mani dell’uomo, e lo prega accorata.
-La supplico..- Bisbiglia, la voce rotta dall’emozione – è veramente importante..-
-E sia..- acconsente il paramedico, conducendola oltre le volanti della polizia, parcheggiate in mezzo alla strada  – venga con me..-
Yumiko trattiene il fiato, avvicinandosi al marciapiede: un uomo sulla cinquantina, proprietario dell’auto che sembra avere investito lo scooter, tiene la testa fra le mani, sull’orlo della disperazione.
La carretta, ormai identificata, giace a poca distanza dalla Opel grigia, insieme ad un casco nero, ammaccato.
La ragazza si china in direzione dell’oggetto, sfiorandolo con la punta delle dita.
“King”, dice una bella scritta luccicante, che neanche l’urto è riuscito a scalfire, tracciata sulla sua superficie.. 
King...!
Yumiko si volta di scatto, in direzione degli infermieri, che trasportano in barella il proprietario dello scooter.
Joe..
-Joe!- Grida la ragazza, la voce stridula e scossa dai singhiozzi, lanciandosi all’inseguimento dei due uomini – che cosa ho fatto..-
Il ragazzo, il bel viso graffiato, e il braccio immobilizzato dal tutore rigido, apre un occhio a fatica, dolorante.
-Sei Yumiko..?-
-Lui.. lui è sveglio!- Grida Yumiko, gli occhi spalancati, sconvolta dalla sorpresa – quindi.. sta bene?!
Un’infermiera giovane, dai rossi capelli riccioluti, le sorride intenerita, battendole una mano sulla spalla.
-Non proprio. Ha un bel trauma cranico, e una frattura scomposta – Spiega,  con aria professionale – ma dato il volo che ha fatto, si può dire che abbia avuto fortuna a non riportare danni ben più gravi..-
Anche l’uomo di mezza età, che poco prima sedeva con le mani sul capo, si avvicina intimidito, udita la lieta notizia..
- Grazie a Dio..!- Bisbiglia, ancora scosso – sono così contento che il ragazzo stia bene! Farò tutto il possibile per risarcire i danni alla tua famiglia, non temere..-
Joe fa per dire qualcosa, sospirando profondamente, ma la giovane infermiera lo ferma.
-Non abusare della tua buona stella, stunt man..-  Sorride,per poi voltarsi in direzione dei due colleghi – ora ti porteremo al pronto soccorso...-
Quindi, la donna, rivolge un’espressione di incoraggiamento ad Yumiko.
-Vieni con noi?
La ragazza resta per qualche secondo a riflettere: proprio in quell’istante, il suo cellulare ultimo modello, prende a squillare.
Aoi..
Yumiko fa per scuotere la testa, per dire all’infermiera che ha già un impegno, e che passerà più tardi in ospedale, a salutare Joe: è quello che farebbe, d’altronde, la ragazza più popolare della scuola, invitata ad un evento esclusivo.
Sarebbe il comportamento tipico d’una persona qual è lei: scaltra, ambiziosa, arrivista, e..
Senza scrupoli..
Yumiko abbassa contrariata lo sguardo, ecco, l’ha detto.
Perché lei, è così, d’altra parte: e non esisterebbero aggettivi più adatti per definirla.
Ma stavolta, stavolta no: vuole provare qualcosa di diverso dal vecchio modello;  è giunto il momento di fare un salto di qualità.
Yumiko, per oggi, proverà a non essere poi così Yumiko..
E sia..
La ragazza pesca con la mano all’interno della borsa spaziosa, ed estrae il cellulare; quindi, lo spegne, incurante del suo suono fastidioso, che ancora non accenna a cessare.
-Scusa. Aoi..- Pensa, alzando le spalle -.. ma, per una volta, voglio fare la cosa giusta..-
-Vengo con voi..- Sentenzia infine, annuendo.
- Sei la benvenuta..-
La giovane infermiera, si sporge un poco dall’auto lettiga, e con l’ausilio d’un collega, aiuta Yumiko a salire a bordo: la ragazza monta sull’ambulanza senza troppa fatica, e siede accanto al lettino , su cui è disteso Joe. 
-Ciao..- Bisbiglia al ragazzo, assopitosi un poco -.. io ti starò vicino..-
L’ambulanza si allontana, accompagnata dal suo rumoroso strepitare: e s’allontana, da una festa esclusiva, anche Yumiko, con una strana sensazione, a scuoterne la proverbiale rigidità.
“E così che ci si sente, ad agire per il meglio? O c’è di mezzo qualcos’altro?”
Improvvisamente, Joe apre gli occhi, scosso da un tremito: ma la ragazza lo tranquillizza.
-Sono qui con te..-
E’ lì con lui, Yumiko.
Per la prima volta, non è circondata da gente elegante e ricca quanto lei, che l’ammira e la teme.
Sta all’interno di un’ambulanza, con un ragazzo ferito e tre infermieri.
Come cambia la vita, tutt’a un tratto!
-Grazie..- Joe tiene gli occhi chiusi, riesce a parlare a malapena.
-Shh..-
E Yumiko, accanto a lui, con i capelli fuori posto, non si è mai sentita meno sola...
 

 

                                                                       ***
- A che piano possiamo trovare Joe King? E’ un nostro amico, e ha avuto un incidente.- Hiroshi, rivolto ad un’anziana impiegata, presso la segreteria dell’ospedale, sfoggia il più accattivante dei suoi sorrisi.
La donna, avvolta in un tailleur giallo canarino, la cui appariscenza farebbe invidia persino alla professoressa Battelli, oppone una certa resistenza iniziale di fronte alle sua galanterie, ma si lascia tuttavia abbindolare, dinanzi ad un azzardato apprezzamento sui suoi “espressivi occhi grigi”.
-Prego: interno H; traumatologia...- Sorride infatti, accomodante, seguendo con lo sguardo la buffa comitiva – ma vi prego; non fate chiasso!
Hiro, la mano stretta in quella di Hikari, scuote la testa, simulando indignazione.
Non sia mai!
Manca ormai un quarto d’ora a mezzogiorno: ma né Akio né Mey, evidentemente spossati,  hanno granchè fame.
Per non parlare di Sakuma; il poveretto, scosso da violenti singhiozzi, non è ancora stato in grado di tranquillizzarsi.
Fortunatamente, una volta appresa la tremenda notizia, è bastato avvisare Hiroshi, per poter essere scortati il più velocemente possibile all’ospedale: ed ora, i cinque ragazzi, salgono impazienti le scale, desiderosi di vedere finalmente l’amico.
-La sala d’aspetto è qui..- Hikari, alla guida del gruppo, s’arresta bruscamente, ansimando per la gran corsa..- siamo arrivati..-
Ma i ragazzi, immobili sulla soglia d’entrata, sono davvero troppo stupiti per sedersi...
Che ci fa lì, Yumiko?! Insieme ai genitori di Joe?!
- Joe sta bene..- La bionda scatta in piedi, ben poco sorpresa di vederli; e Mey, allibisce, nel notare per la prima volta, nei suoi occhi, lacrime commosse – tra poco potremo entrare per salutarlo. Grazie a dio anche il trauma cranico era lieve, e non ha necessitato d’operazione..-
La ragazza annuisce, e prende posto accanto ad Yumiko.
-Ah, a proposito.. scusa davvero per essermi messa tra voi; ho rovinato tutto!
-Shh..- Mey sorride, rinfrancata – in questo momento, non è importante..-
Le ore trascorrono lente, in quella sala d’aspetto troppo stretta: qualche telefonata, per avvertire i genitori, e i racconti di ricordi condivisi, più o meno piacevoli da rammentare.
E i destini, di quei sei ragazzi tanto diversi, si confondono inesorabilmente, in quel mare di paura, attesa, anticipazione: di Hiro e di Hikari, tra cui sta nascendo qualcosa di speciale; di Akio e Mey, la cui storia sembra destinata a non decollare mai. Di Yumiko e di Sakuma; entrambi impazienti di riabbracciare Joe.
Il tutto, sotto lo sguardo dei signori King.
Tremendamente preoccupati...
Finalmente, ecco l’infermiera uscire dalla stanza, e annuire sommessamente.
-I genitori possono entrare, accompagnati da massimo due amici, per ora.
I ragazzi si scambiano sguardi delusi, cercando di individuare fra loro i più adatti a salutare Joe per primi.
-Indubbiamente Sakuma..!- Dichiara Akio con un debole sorriso, elargendo una sonora pacca sulla spalla del buon Sakuma – e perché non vai tu, con lui, Mey?
Mey si volta verso Yumiko, risoluta a non entrare prima di aver ottenuto il suo permesso.
- Sicura di non voler essere tu, la prima?..- Domanda, afferrando emozionata la mano della ragazza.
-No, è giusto che sia tu ad entrare!- Risponde Yumiko, sorridendo a sua volta, convinta.
Mey segue quindi Sakuma, titubante: l’idea di rivedere Joe sano e salvo la riempie di gioia,  ma anche di imbarazzo.
Che cosa proverà, lui, al momento del faccia a faccia?
Ma, senza aver avuto il tempo di trovare una risposta, Mey si ritrova a pochi centimetri da Joe, bello e coraggioso come non mai, il braccio destro ingessato legato al collo: un graffio superficiale, ma evidente, sulla guancia destra, e gli occhi grigi ancora un po’ stanchi.
- Ciao..- Sussurra, la voce rotta dall’emozione, mentre Sakuma esulta, senza preoccuparsi di non fare rumore.
-Ciao..- Joe sorride con notevole sforzo, ma non sembra portarle rancore.
Mey, mordendosi con forza le labbra, cerca ostinatamente di trattenersi, di non piangere: ma, nel vedere il bellissimo sorriso di Joe, tranquillizzarla implicitamente, la ragazza inizia a singhiozzare, e gli getta le braccia al collo.
-Mi dispiace, mi dispiace così tanto..- Geme fra le lacrime, il capo appoggiato al grembo di lui.
-Non importa, ti prego..- Il ragazzo le accarezza delicatamente i capelli, con il braccio libero dal gesso, affaticato -.. non sarei mai stato in grado di fartene una colpa..-
-Mi sento orribile, perché non sono stata in grado di ricambiare il tuo amore..- Mey alza lo sguardo, gli occhi chiari macchiati di blu, e di tristezza -...potrai mai perdonarmi?
Joe annuisce appena, accarezzandole il viso.
-Sai per che cos’ho pregato, un attimo prima di cadere a terra, dopo l’impatto?
-No..-
-Ho pregato di poterti rivedere, comunque fosse andata, per chiederti scusa. Non ho mai creduto alle parole di Yumiko, ma ho agito in questo modo soltanto perché avevo capito che era la cosa più giusta da fare,,.
Gli occhi di Mey vengono nuovamente annebbiati dalle lacrime, mentre Joe ce la mette tutta per sembrare felice.
-So quello che provi per Akio..- continua il ragazzo, parlandole dolcemente -....e voglio che, se è questo che desideri, tu possa stare con lui...-
Mey stringe Joe in un abbraccio fortissimo, senza tuttavia piegarsi su di lui, per paura di fargli male: e com’è diversa quella stretta, fresca e delicata, da quella di Akio, che le mette i brividi, e le fa tremare il respiro.
Ma, nonostante questo, Mey  vorrebbe che quell’abbraccio non finisse mai, per quanto ammira Joe, il suo Joe. Un ragazzo meraviglioso. Unico.
- E’ dalla prima volta che ti ho visto, che lo penso..- La ragazza si districa con dolcezza dall’abbraccio, per poi tornare a guardare Joe dritto negli occhi, con un sorriso sibillino sulle labbra.
- Cosa?- Domanda lui, incuriosito.
- ..che sei il classico tipo di ragazzo in grado di far perdere la testa a chiunque; persino agli esemplari più improbabili..-
Joe inarca notevolmente le sopracciglia, stupito.
-Spiacente; non ti seguo..-
Mey sorride.
-Yumiko è la fuori da ore, e aspetta solo di poterti vedere..-
Joe strabuzza gli occhi, perplesso.
-No..- Sentenzia, con abbastanza convinzione da riempire di vigore la sua voce, smorzata dalla stanchezza e dal dolore – tutte, ma non lei..-
-Sicuro?
Il ragazzo scuote la testa, risoluto.
Non è mai stato così contrariato, Joe.
Eppure, ancora non sa quali tiri, l’imprevedibile gioco dell’amore,abbia deciso di riservagli..
E’ tutta una  sfida.
Quel che è certo è che, presto o tardi, i suoi occhi verdi s’accenderanno di nuovo...
..per qualcun'altra. ..
 

 

                                           ***
 

Qualche ora dopo, nel giardino dell’ospedale, la pioggia cade fitta, rendendo il grigio paesaggio urbano, ancora meno allegro.
Akio e Mey stanno inpiedi l’uno vicino all’altra, appogiati su un muro, scossi; riparati soltanto dalla piacevole calura, che scaturisce dalla loro gioia, quella gioia di ritrovarsi così improvvisamente vicini.
La mano destra di Mey , riposta in quella del ragazzo, solletica dolcemente i suoi polpastrelli, quasi soprappensiero: mentre il lungo indice di lui, altrettanto involontariamente, si attorciglia attorno ad una ciocca di lucenti capelli neri, giocandovi con tenerezza.
Così, naturalmente, dopo tanto tempo, i loro sguardi si incontrano, e il braccio di Akio si sposta attorno alla vita di lei, che avvicina lentamente alla propria: i due ragazzi si guardano negli occhi respirando piano, mentre la piccola mano di Mey , si sposta con delicatezza sulla spalla di lui.
-Scusami se ci ho messo tanto..- Fa lei, sorridendogli maliziosa, un attimo prima di abbandonarsi a quell’abbraccio.
-Non importa Ishikawa. Meglio tardi che mai..- Akio sorride a sua volta, socchiudendo gli occhi.
Akio, bagnato fradicio, si piega  quindi su di lei, la pioggia che gli incolla il ciuffo scuro e capriccioso alla testa, e che scroscia rumorosa sul suo cappotto nero: e Mey si alza leggermente, sulle punte dei piedi, per poter incontrare quelle sue labbra dispettose.
E mentre la pioggia cade su di loro, e le auto sfrecciano veloci lungo la strada, suonando di tanto in tanto a quelle due figure immobili accanto al semaforo, un pensiero attraversa entrambi, quasi comico.
“Grazie, professoressa Mainetti..”...
Prima di continuare, mano nella mano, il loro tragitto verso casa.
E, forse, verso qualcosa di ben più grande..

Ringrazio tutti coloro che mi hanno seguito, che l'hanno messa tra le prefrite, tra le ricordate e le seguite.
Ringrazio Bebe e BansheeV per aver recensito la storia.
Grazie mille a tutti ^^
Un Bacio

_Reika_



   
 
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