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Autore: xAcacia    28/06/2015    1 recensioni
Cassie sa una cosa che in pochi sanno: i vampiri esistono, e sono pericolosi.
È proprio dopo un attacco di vampiri che Cassie scoprirà di non essere una comune mortale, bensì una Whitesun: una ragazza che con un pugnale specifico può uccidere tutti i vampiri e i lupi mannari che vivono su questa terra.
Però ora deve pensare a salvarsi. Le notizie corrono veloci quando si parla di Whitesun e lei è in pericolo. Dovrà andare in un Istituto pieno di ragazzi che combattono i demoni. Là capirà che a volte le persone non sono così male e che si può avere una famiglia anche senza legami sanguigni.
Come se non bastasse scoprirà anche che l'amore può essere per sempre, perché esistono le anime gemelle e lei ha trovato la sua. Si chiama Jeremy, ma il loro è un rapporto molto strano. Sembra una battaglia senza fine quella che si fanno loro due, soprattutto perché lei ha sempre visto la semplicità nei ragazzi come una caratteristica bellissima e lui invece cerca sempre la bellezza esteriore nelle ragazze. Per non parlare poi di come, lo stesso destino che li ha fatti incontrare, cerchi continuamente di separarli, in un modo o nell'altro.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 43
Un ospite desiderato, ma indesiderato 

Mi lascio cadere sul divano con il libro in mano. Mi guardo intorno, non c’è nessuno in salone, staranno tutti fuori a combattere. Sbuffo ricordandomi le parole di Delilah: non puoi combattere senza un compagno di guerra. Devi farti degli amici e no, Cole non combatte. Si rifiuta per qualche strano motivo. Io lo caccerei dall’Istituto se potessi, visto che chi viene qua di solito viene addestrato per combattere demoni, ma purtroppo non posso, quindi fatti degli amici e potrai andare a combattere.
Ma io non sono mai stata brava a farmi degli amici e qua le persone sono diverse da Boston. Mi mancano tutti, addirittura Harry, ma la persona che mi manca di più è Jeremy. Adesso capisco cosa intendeva dire lui quando mi ha detto che gli mancavo come l’aria. Mi manca veramente tanto, ma cerco di non farlo vedere, perché se Cole lo scopre non so cosa potrebbe accadere. Continuo a pensare che Louis sia uno stupido e che, se questa storia della ragione per cui sono venuta qua è vera, mi avrebbe dovuto dire di cosa si trattava.
Quindi, oltre a stare qua  leggere libri su libri, non faccio nient’altro. Forse ogni tanto cerco di parlare con Cole. Non dico di non provare niente per lui, le scosse le provo ancora ma.. quello che provavo per Jeremy era tutta un’altra cosa.
Scuoto la testa ricordandomi alcuni momenti di me e Jeremy, quelli felici. Ricordare non fa altro che peggiorare tutto, ma alla fine cos’è che va bene in quest’ultimo mese? Mi sento sola e questo è strano, perché di solito mi piace stare sola. Mi manca tutto del vecchio Istituto. Chi avrebbe mai pensato che sarebbe stato così difficile trasferirsi in un altro Istituto? Scuoto un’altra volta la testa e riesco finalmente a smettere di ricordare, cerco d’iniziare a leggere questo nuovo libro, ma oggi non riesco proprio a leggere. Vado avanti di qualche pagine e cerco di leggere da quel punto per cercare di far aumentare la curiosità, ma lo chiudo, arrabbiata, capendo che questa sarà un’altra lunga giornata.
Guardo l’orologio in alto, proprio davanti a me: sono solo le tre del pomeriggio. Sbuffo incrociando le gambe. Forse potrei iniziare ad esercitarmi, dopotutto ieri sono stata tutto il giorno a farlo e nessuno me l’ha impedito, nemmeno Cole. Ma questo è successo anche l’altro ieri, anche l’altro l’altro ieri e anche una settimana fa.
Mi metto le mani davanti alla faccia, mi sembra di star impazzendo. Tra un po’ dovrebbe scendere Cole, ha detto che oggi vorrebbe fare qualcosa con me. Abbasso lo sguardo verso il libro ricordandomi tutto quello che è successo prima che mi trasferissero qua. Lo sguardo preoccupato di Jeremy mentre cado in quella discesa, le urla di Ivy.. Non so bene cosa sia successo dopo quel giorno, ho avuto una piccola commozione celebrale e per questo non mi ricordo molto dei giorni successivi a quello. So solo che mi sono ritrovata su un letto, in Alaska. Tutti mi dicevano che durante la catastrofe erano subentrati gli Anziani proprio durante l’attacco e avevano ucciso tutti i mostri, compresi i lupi mannari e i vampiri. Alcuni mi avevano detto che gli Anziani erano arrabbiati con me, perché avevo salvato dei vampiri, facendogli fare quell’incantesimo, altri invece non mi avevano calcolata fino a quando non mi avevano dovuto visitare per controllare le mie condizioni e se l’incantesimo quindi, questa volta, avesse dato i propri frutti.
Dopo quel giorno Jeremy non mi aveva più rivolto la parola, sicuramente ce l’aveva ancora con me per avergli fatto quello che ho fatto: fare sesso con lui senza dirgli che aveva un gemello e che egli provava qualcosa per me, anche se era praticamente obbligato. Quando l’avevo incontrato per i corridoi non mi aveva guardata nemmeno, addirittura a volta aveva cambiato strada; quando mi ero seduta nel nostro solito tavolo lui se n’era andato senza dire una parola.. Avevo provato a parlarci, ma lui se n’era andato comunque. – Possiamo parlare? – gli avevo chiesto io. Lui non mi aveva nemmeno guardato negli occhi e se n’era andato.
Poso lo sguardo sul dito dove c’è un anello. L’anello che una settimana fa Cole mi ha regalato. Mi aveva detto una cosa un sacco carina e dolce mentre me lo faceva vedere e io non sapevo se essere felice o ancora più triste. Questa storia dei gemelli che hanno un pezzo d’anima uguale è un casino, perché ti fa sentire in colpa ventiquattro ore su ventiquattro, ma ti fa stare bene anche con il gemello sbagliato, ti fa provare cose che non dovresti provare per il fratello sbagliato.
Sento il portone aprirsi, faccio un sospiro sapendo già che si tratta di Delilah. Di solito non esce, ma oggi ha detto che doveva fare una cosa importante. Continua a non starmi molto simpatica, odio il suo potere e continua a non essere molto cortese, con nessuno veramente. Ma credo sia per il fatto che è la nuova presidentessa e quindi credo che si voglia far rispettare…
Il mio cuore fa un balzo quando alzo lo sguardo e vedo Jeremy, proprio davanti al portone. Continua a guardarsi intono, fino a quando non posa lo sguardo su di me.  Mi alzo subito lasciando cadere il libro a terra. Non può essere vero, non sta succedendo davvero. Mi giro verso l’ascensore sperando che Cole non arrivi proprio adesso.
– Cassie? – mi chiama lui, perplesso.
Mi avvicino a lui con un passo veloce e deciso. – Che ci fai qua? – chiedo io a bassa voce, in preda al panico.
– Potrei chiederti la stessa cosa – borbotta lui, ancora più perplesso.
Mi giro verso l’ascensore, ma non c’è traccia di Cole, così mi giro un’altra volta verso Jeremy. – Te ne devi andare. Ora! – esclamo io cercando di farlo girare per farlo uscire dall’Istituto.
– E perché? – chiede lui. Si gira di scatto verso di me facendomi andare addosso a lui. Trattengo il respiro sentendo una scossa fortissima passarmi per tutto il corpo. Lo guardo negli occhi senza pensare a niente per un po’, poi si schiarisce la voce e fa un passo indietro. Mi accorgo solo ora che mi ha lasciato le mani, che prima tenevo strette tra le mie. – Cosa ci fai qua? – chiede, serio. – Quindi ti sei trasferita qua? Ma il tuo scopo non era quello di stare lontani ad entrambi? Bel modo… andando da mio fratello.
Rimango in silenzio per un po’, devo veramente cercare di non scoppiare a piangere e abbracciarlo. Non so cosa fare, devo assolutamente sapere cosa vuole che faccia Louis e lui è la mia unica occasione. – Jeremy, devi farmi un favore…
– Pure?! – esclama lui ironicamente. È arrabbiato e ha tutto il diritto di esserlo, ma non sa come sono andate veramente le cose e in effetti non lo so nemmeno io.
– No, no, ascoltami – mormoro io avvicinandomi a lui per prendere il viso con tutte e due le mie mani per avere il controllo su di lui. Mi è mancato, ma non ho intenzione di sprecare questi pochi minuti che abbiamo. – Devi dire a Louis che…
– Piccola, con chi stai parlando? – chiede Cole facendomi sobbalzare. Faccio vari passi indietro fino a quando non sento il braccio di Cole posarsi sui miei fianchi. Abbasso lo sguardo. – Jeremy Ruterful! – esclama Cole sorridendo. – Che ci fai qua?
– Sono.. – inizia Jeremy, ma si ferma guardandomi, mentre io continuo a tenere lo sguardo a terra per non fargli capire niente. – Sono venuto qua per te, volevo parlarti di Cassie, ma ora che sono qua capisco tutto.
Il mio cuore sembra ancora più pesante adesso, vorrei urlargli che non so nemmeno io che cosa ci faccio qua, ma rimango in silenzio. Cole ride e mi lascia un bacio sulla tempia, strizzo gli occhi sentendo un brivido passarmi per tutto il corpo. – Già. Pensa un po’, la presidentessa mi ha detto che è stata lei a chiedere di venire qua, da me – risponde Cole. Sorride guardandomi di profilo, mentre continuo a stare zitta con lo sguardo a terra. Toglie il braccio dai miei fianchi e mi prende la mano sinistra stringendola e facendola alzare. – Non è bello? – chiede Cole facendogli vedere l’anello, mentre il mio stomaco si contorce sempre di più sentendo il dolore che sta provando Jeremy.
– Bellissimo – dice Jeremy a bassa voce. – Glie l’hai regalato per qualche occasione speciale, immagino.
– Per il nostro mesiversario – risponde lui sorridendogli.
– M-mesiversario? – ripete Jeremy, ancora più dispiaciuto. – È già da un mese che state insieme? – chiede.
Cole fa una mezza risata mentre il mio incubo diventa realtà. – Già – risponde Cole stringendomi a lui. Alzo un po’ lo sguardo, ma sono costretta ad abbassarlo subito vedendo la sofferenza negli occhi di Jeremy. È impossibile non farci caso e Cole sembra nutrirsi di questa sua sofferenza. – Comunque, Cassie mi ha detto che sai del fatto che siamo fratelli.
– Sì – risponde Jeremy freddamente. – Sì, me l’ha detto Louis. È per questo che sono venuto qua. Pensavo che forse era meglio cercare di smetterla di evitare questa notizia e parlare con te. – Sembra abbastanza imbarazzato.
– Fammi capire – inizio io. – Louis ti ha dato il permesso di venire qua? – chiedo io guardandolo con un sopracciglio alzato, perché non ci credo nemmeno morta.
– No, Louis non sa niente di questo. Gli ho detto che avevo bisogno di un paio di giorni di vacanza – risponde lui freddamente. È veramente arrabbiato con me. Ormai lo conosco come pochi, e so benissimo che più la sua voce è fredda e più è arrabbiato. Più fa finta che la cosa non gli interessi e più gli interessa.
– Non saresti dovuto venire qua – borbotto io con lo stesso tono che ha appena usato lui. Per qualche ragione sono arrabbiata, ma ho anche paura per lui.
Cole mi stringe ancora di più. – Piccola! Non essere scortese con mio fratello! – esclama stringendomi ancora di più a lui. Deglutisco sentendo il vomito salirmi in gola. Con quale coraggio dice quella parola?! Lo vuole uccidere e lo chiama fratello. Ormai il mio sguardo è di nuovo a terra.
– Non fa niente – ribatte Jeremy continuandomi a guardare con la fronte aggrottata.
– Quindi… piccola, ti dispiace se usciamo un’altra volta? – chiede Cole girandomi verso di lui.
Gli sorrido e gli accarezzo i capelli dolcemente. – No, non se mi portate con voi – rispondo io sorridendogli.
Cole ricambia il sorriso stringendomi un po’ i fianchi. – Mi dispiace ma è una cosa tra fratelli – dice lui.
– Ma io voglio venire con voi!
– Ti ho detto che non puoi venire, Cassie. Non fare la ragazzina – ringhia lui e così tolgo le mani dai suoi capelli e subito dopo le sue dai miei fianchi. Sbuffa. – E va bene, continua a comportarti come una bambina.. Spero che quando torneremo ti sarai lasciato tutto alle spalle – borbotta lui e cerca di baciarmi, ma mi scanso. Fa un sospiro e se ne va. Guardo Jeremy prima che raggiunga Cole, cerco di avvertirlo di stare attento, ma poi mi ricordo che se c’è Cole vicino la connessione con Jeremy è molto meno forte, quasi inesistente.
Appena escono dalla porta li raggiungo quasi correndo, ormai sto dietro di loro, quando una fiamma si crea proprio davanti a me per farmi indietreggiare. Sussulto. – Cole! – urlo io, impaurita.
Tra il fumo lo vedo andare avanti, solo Jeremy si gira e spalanca gli occhi. – Ehi! Vacci piano! – esclama mettendogli una mano sulla spalla.
– Tranquillo, non è masochista. Non si farà del male ed io so controllare molto bene il fuoco. Non voglio che si faccia male tanto quanto te, fratello – dice Cole e lo fa con un tono così indifferente che quasi mi fa credere che in realtà lui non prova rabbia.
Sento la rabbia farmi contorcere lo stomaco. – Sta sera non provare a venire a dormire in camera nostra! – urlo io e Cole ride senza dire niente, così sbatto il piede a terra, ancora più arrabbiata. Entro dentro l’Istituto con la rabbia che bolle dentro di me e perciò vado ad allenarmi.
 
Dopo varie ore di allenamento entro dentro la mia camera e faccio una doccia, mentre il terrore che ritorni solo Cole m’invade. Dopo essermi asciugata i capelli esco dal bagno. – Oddio! – esclamo io mettendomi una mano sul cuore vedendo Cole.
Ride guardandomi. – Ciao piccola – esclama lui.
Alzo gli occhi al cielo andando verso l’armadio. – Pensavo che mi avessi sentita quando ti ho detto che non dovevi entrare in questa camera – borbotto io prendendo dei vestiti puliti.
Le sue mani si posizionano sui miei fianchi. – Non pensavo fossi seria – mi sussurra lui all’orecchio.
Chiudo gli occhi cercando di non dargliela vinta, mentre mi traccia dei baci lungo il collo. – Smettila – borbotto, un po’ incerta. Si mette a ridere. – Jeremy se n’è andato? – chiedo io tutto d’un fiato.
Si ferma di scatto e si distacca da me. Mi giro verso di lui, un po’ timorosa. – Perché me lo chiedi?
– Perché lo voglio sapere – rispondo io freddamente.
– E perché lo vuoi sapere? – chiede lui, irritato. Rimango in silenzio. – No, non se n’è andato. Delilah gli ha dato il permesso di dormire qua – sbuffa lui quando capisce che non gli risponderò mai.
Annuisco, pensierosa. Devo cercare di capire più cose possibili e lui lo sa. Non so come prenderlo, perché a volte sembra che ogni cosa gli scivoli addosso, mentre altre volte no. – Bene, allora… di cosa avete parlato? – chiedo io, perché ci devo almeno provare.
Ride, mi lascia un bacio sulla fronte e si siede sul letto, lasciandomi veramente confusa. – Non credo siano affari tuoi – risponde lui guardandomi divertito.
Prendo i miei vestiti e me ne vado in bagno, arrabbiata. Mi vesto e mi trucco e solo a quel punto esco dal bagno. Per fortuna Cole non c’è più. Mi siedo sul letto cercando di mantenere il controllo, quindi di non scappare da Jeremy e urlargli di andarsene, perché non è al sicuro qua. Poco dopo scendo per andare a cenare e mi metto subito seduta dove non c’è nessuno, ma subito dopo si aggiungono Cole e Jeremy, che arrivano ridendo. – Cosa c’è di così divertente? – chiedo io, cercando di non sembrare troppo arrabbiata con tutti e due.
– Oh niente, cose da ragazzi – risponde Cole.
Alzo le sopracciglia guardandolo, ancora più infastidita. Sta cercando d’istigarmi, così da avere la conferma che in realtà non gli serve: la presenza di Jeremy m’inquieta. – Cioè? – chiedo quindi.
– Niente, niente – risponde Jeremy, facendo comunella con il fratello che lo vuole morto. Complimenti, Jeremy, davvero!, vorrei urlargli, ma non posso.
– Oh, va bene! – esclamo io guardando male entrambi. – Allora sentite le cose da ragazze. Quel ragazzo – inizio io indicando un ragazzo vicino al nostro tavolo – con i capelli biondi è molto bello, deve avere degli occhi stupendi. E quello accanto? Fantastico! Chissà, magari è bravo pure a qualche altra cosa, oltre che a combattere demoni. – Oh, e quello…
Cole mi mette una mano davanti la bocca fermandomi. – Ok, ok, abbiamo capito. Bellissimi discorsi, ma ora smettila prima che dia fuoco a tutti i ragazzi che sono presenti in questa stanza – dice lui ridendo. Jeremy lo imita poco dopo.
– Continuo, se non mi dite di cosa stavate parlando – li minaccio io togliendo la mano di Cole da davanti la bocca.
– Ma niente, stavamo parlando di ragazze – ribatte Cole guardando Jeremy, che sembra un po’ imbarazzato. Lo incito ad andare avanti. – Di ragazze con cui Jeremy ha avuto a che fare in questi ultimi due mesi – finisce quindi Cole sorridendo al fratello.
Non dico una parola per un bel po’. Guardo Jeremy, che non sembra più imbarazzato, ma mi guarda dritto negli occhi con un certo orgoglio. Sono gelosa, sono arrabbiata e il modo in cui mi guarda mi fa capire che mi sta sfidando. A cosa, però, non l’ho ancora capito. – Belle conversazioni – esclamo io. – Ma dopotutto non c’è da meravigliarsi, giusto, Jeremy?
– Qulaucno oggi è di cattivo umore – dice Cole, irritato.
– Già, bé… rimani tu qua, tutto il giorno, perché il tuo ragazzo non vuole combattere – sbotto io alzandomi dalla sedia. – Se volete scusarmi.. – ringhio, per poi andarmene.
Vado fuori per cercare di sbollire un po’, ma mi sembra impossibile. Sono arrabbiata, frustrata, gelosa e chi più ne ha più ne metta. Non ce la faccio più a stare qua, da sola, senza un’amica… senza Ivy. In questo momento saprebbe cosa dirmi, lei lo sa sempre.
– Non dovresti essere qua a quest’ora – s’intromette Delilah freddamente, ma faccio finta di niente e continuo a guardare davanti a me. – C’è qualcosa che non va? – chiede poi, ma io continuo a stare zitta. – Cassie, so che le cose non vanno per il meglio, ma devi parlarmi.
– Voglio parlare con Louis Dempson. Da là le cose possono pure migliorare – ringhio io continuando a non guardarla. Non la sopporto, pensa davvero di poter venire qua e parlarmi tranquillamente? Certo che no!
– Cosa gli devi chiedere?
– Un motivo! – urlo io. – Voglio sapere il motivo per cui mi hanno trasferita qua! – urlo ancora alzando le braccia al cielo. Dovrei sentirmi meglio, ma non è così, anzi forse mi sento pure peggio.
– Se non te l’ha detto prima, non vedo perché dovrebbe dirtelo proprio adesso – ribatte lui tranquillamente. Si affianca e me e inizia a guardare il bosco davanti a noi, proprio come sto facendo anch’io.
– Perché deve esserci uno scopo in tutto questo ed io non riesco a capirlo, quindi, se questo scopo è importante, me lo deve dire – ringhio io con le lacrime agli occhi.
– È importante – risponde lei freddamente.
Mi giro verso di lei, incredula. È così convinta di quello che ha appena detto che mi fa capire che in realtà lei sa già tutto, ma che non mi vuole dire niente… o forse non può. – Lei sa di cosa si tratta! – esclamo io, esterrefatta.
– No, non proprio. So solo che devi stare in quest’Istituto e che Louis non ti risponderà mai – risponde Delilah con nonchalance. Dopotutto non è lei quella che sta impazzendo.
– Bene – ringhio io. – Allora fate andare via Jeremy.
– Ho già avvisato il signor Dempson dell’accaduto. Domani, all’ora di pranzo, starà già nel proprio istituto – ribatte lei continuando a non guardarmi, esattamente come sto facendo anch’io.
Ritorno in camera mia solo dopo aver parlato un altro po’ con Delilah, ho cercato di farmi dire di più, ma non ci sono riuscita e così adesso sto peggio di prima, perché ho ricevuto la conferma che Louis non vuole rispondermi. E non mi risponderà mai. Sbuffo vedendo Cole sul suo letto. – Che cosa ci fai qua? Ancora non hai capito che voglio dormire da sola? – chiedo io.
Si alza per venire davanti a me. – L’ho ucciso – annuncia lui tranquillamente.
Aggrotto la fronte. – C-cosa? – chiedo io, mentre il mio cuore inizia ad andare più veloce di qualsiasi altra cosa al mondo. Il mondo inizia a girare e inizio a sudare, non mi sento più le labbra.
– Jeremy, mio fratello… l’ho ucciso – ripete lui.
Rido, nervosa. – No, no. Non è vero. Stai scherzando – dico io con le lacrime agli occhi. Sto pensando a tutto e allo stesso momento non sto pensando a niente.
– Vai a vedere. È nella stanza accanto.
Lo guardo negli occhi per pochi secondi e poi corro verso la porta, ma mi trovo davanti Cole in un secondo. Lo guardo, spaventata. – Fammi andare a vedere! – urlo io cercando di fargli togliere la presa dai miei polsi. E così succede, solo che mette una mano davanti alla mia bocca e mi ritrovo appioppata alla porta.
– Sapevo che era per lui che eri arrabbiata… Lo sapevo – ringhia lui, arrabbiato. – Cosa pensi, che io sia stupido? So quello che provi per lui, come so che, quando è arrivato qua, sei corsa da lui – inizia e cerco di parlare ma continua a tenermi la mano davanti la bocca. – Non sai con chi hai a che fare, piccola. Ancora non l’hai capito. – Lo spingo, ma lui riesce subito a prendermi un’altra volta. Un ulro esce dalla mia bocca quando sento la maniglia della porta spingere forte contro la mia schiena.
Qualcuno bussa alla porta e Cole spalanca gli occhi. – Cole, sono Jeremy. Va tutto bene? – chiede Jeremy.
Le lacrime iniziano ad uscire sentendo la sua voce. È vivo. È vivo. Grazie a Dio è vivo. Cole fa un respiro profondo per cercare di mantenere la calma. Apre la porta mentre io rimango dietro di essa per non farmi vedere in questo stato da Jeremy. – Fratello, certo che va tutto bene. Piccoli litigi tra amanti – risponde poi con il fiatone.
– Sicuro? Non sembrava un “piccolo litigio” quello – ribatte Jeremy. Rimane in silenzio per un po’, come per pensare. – Posso entrare? – chiede poi, e sono sicura che stia cercando di vedermi, ma io sono dietro la porta a piangere.
– Scusami, fratello, ma questi sono affari miei e della mia ragazza – dice Cole, arrabbiato. Sto per perdere il controllo e ho paura.
– Devo solo vedere se Cassie sta bene – ribatte Jeremy tenendogli testa.
– Questo compito spetta a me. Si da al caso che sia io, il suo ragazzo – ringhia Cole.
– Fammi vedere Cassie, Cole – ringhia Jeremy e fa un passo avanti, sicuramente verso Cole. Vuole fargli capire che non ha paura di lui? Che potrebbe veramente fargli male, se solo lo volesse? Che non gli interessa se sto con lui, deve capire che sta succedendo?
Prendo coraggio, mi asciugo in fretta le lacrime ed esco fuori. Jeremy s’irrigidisce vedendomi, ma faccio finta di niente e inizio a parlare. – Sto bene. Sto solo… litigando con Cole – mormoro io guardandolo negli occhi.
Jeremy deglutisce e m’ispeziona dalla testa ai piedi, facendomi arrossire. – Non è meglio se per oggi state un po’ separati? Tanto per calmarvi un po’ – propone poi, capendo che la situazione non è poi così stupida. Forse sta iniziando a capire che il fratello non è poi così carino come fa credere a tutti.
– No, dobbiamo chiarire a basta – sbotta Cole chiudendo la porta. A questo punto si gira verso di me, nero dalla rabbia. – Potrei farlo adesso, sai? Potrei ucciderlo adesso – ringhia a bassa voce. Rimango in silenzio a guardarlo dritto negli occhi. – Devi solo dirmi che provi qualcosa per lui, qualcosa di più grande di quello che provi per me. – Sto zitta continuando a cercare di non piangere. – Dimmelo! – urla.
Chiudo gli occhi e per pochi secondi faccio finta che tutto questo sia solo uno stupido, orribile incubo, che tra un po’ mi sveglierò e sarà tutto come prima e Cole sarà di nuovo dolce.  – Basta! Vai fuori! – urlo io continuando a tenere gli occhi chiusi.
Mi prende i polsi un’altra volta e a quel punto sono costretta ad aprirli. – Se esco fuori, non rivedrai mai più Jeremy e non sarà perché è dovuto partire – sussurra Cole, più arrabbiato di prima.
Inizio a piangere. – Sai benissimo quello che provo per te, Cole. Quello che provo per Jeremy non ha alcun motivo di conversazione se ci sei tu – dico seriamente. Rimane in silenzio guardandomi, mentre io m’immagino di avere Jeremy davanti, al posto di Cole. Si avvicina e mi bacia.
 
Ormai è da un’ora e mezza che Cole sta dormendo ed io stavo aspettando solo questo. Scivolo giù dal letto senza fare il minimo rumore, ma solo dopo aver cercando di parlare con Jeremy nella mente. Lascio stare tutto com’è, rimango in pigiama e senza scarpe, per poi uscire fuori dalla camera. Cole mi ha fatto capire che Jeremy sta nella camera accanto alla nostra e magari almeno questo è vero. In effetti avrebbe pure senso, visto che io e Cole siamo gli unici a stare in questo piano di dormitori, dato che nel piano inferiore non c’erano camere da due.
Apro pian piano la porta e vedo Jeremy sdraiato con le coperte messe da una parte e delle gocce di sudore sulla sua fronte e sul collo, che sono accentuate dalla luce della luna. Alzo gli occhi al cielo ricordandomi che lui non abbassa mai le tapparelle. Tutt’ora mi chiedo come faccia, io non riuscirei mai a dormire sapendo che posso vedere tutta la notte quello che succede là fuori.
Scaccio i pensieri avanzando verso di lui. Quando vedo un bellissimo ragazzo per strada mi sento quasi a disagio, poi quando si avvicina però diventa sempre più normale e questo mi è sempre piaciuto – la normalità in un ragazzo mi è sempre piaciuta – ma lui è sempre così, non cambia nonostante le distanze, rimane sempre perfetto.
Penso a come svegliarlo senza farlo urlare o comunque fargli emettere un solo rumore, visto che Cole ha il sonno abbastanza leggero. Già è tanto che non si sia svegliato quando sono uscita. Mi fermo sentendo la paura prendere il sopravvento su di me, così gli metto una mano davanti la bocca, in prenda al panico, e lui si sveglia subito facendomi praticamente cadere a terra cond elle mosse strane che ancora non ho imparato.
– Che… – inizia lui ma lo fermo subito mettendogli un dito davanti la bocca.
Mi avvicino al suo orecchio. – Andiamo dove lui non ci può sentire – gli sussurro io facendolo rabbrividire. Accenno un sorriso, perché quella era la prova che prova ancora qualcosa per me. Annuisce e così, senza fare il minimo rumore, usciamo dalla sua camera ed entriamo nella decima dopo la sua. Ovviamente è esagerato, ma io sono diventata paranoica da quando sono qua.
Mi giro sentendo la porta chiudere e lo vedo là, con solo dei bermuda. Mi trattengo per l’ennesima volta dall’abbracciarlo, mentre lui inizia a fulminarmi con gli occhi. – Cosa c’è? Perché mi hai fatto venire fino a qua? – chiede freddamente.
– Perché devo chiederti ancora quel favore – mormoro io avvicinandomi a lui, mentre ad ogni mio passo lui s’irrigidisce di più. Mi fermo ormai a pochi centimetri di distanza da lui. – Devi dire a Louis di rispondere alle mie telefonate. È importante. Molto importante.
– Cosa c’è di così importante? – chiede lui incrociando le braccia.
– Lui lo sa – rispondo io con il suo stesso tono.
– Bé, io no. Cosa c’è di così importante? – ripete lui, irritato.
– Non lo so nemmeno io! È per questo che ci devo parlare, ma non mi risponde! – sbotto io con le lacrime agli occhi. – Io non riesco a capire più niente! Mi sembra di star impazzendo e voglio tornare a casa! Non ce la faccio più. Non faccio niente, studio e basta e quando non studio mi alleno, perché non mi fanno uscire! Mi sembra di stare in una prigione e non riesco a capire cos’ho fatto di male per meritarmi una cosa del genere. – Prendo un respiro profondo. – E vorrei tanto saperlo, ma Louis non mi risponde e non riesco a capire il perché.
Jeremy sta zitto per un po’ di tempo guardandomi con la fronte aggrottata. – Va bene, glie lo dirò – annuncia poi, sempre con lo stesso tono di voce neutro.
Faccio un sospiro e mi sento un po’ più libera. – Grazie – mormoro io abbassando lo sguardo. – Devo dirti un’altra cosa. Stai lontano da Cole, non ti fidare di lui, ok?
Aggrotta un’altra volta la fronte. – È mio fratello. Di chi mi dovrei fidare se non di lui? – chiede.
–  Jeremy, non essere stupido, sai che è lui il gemello oscuro – ringhio io. Non può fare così. Non può preferire mentire a sé stesso in questo modo piuttosto di lasciarsi alle spalle Cole. Non può coprirsi gli occhi in questo modo, non se lo può permettere, non con Cole come fratello.
–  C’è qualcos’altro che mi vuoi dire o posso andare? – sbuffa lui.
Non dico niente e rimango a guardarlo. Lo potrei abbracciare adesso, in questo preciso momento e forse mi sentirei anche meglio. Faccio un sospiro ricordando a me stessa che avevo giurato che non l’avrei mai più rifatto: non l’avrei mai più toccato per puro egoismo. – Stanno bene gli altri? Ivy, Isaac, Scott… stanno bene? – chiedo poi.
–  Sì, sì, a Ivy le manchi molto, ormai eravate molto attaccate e sareste potute diventare compagne di guerra se non ci fossi stato io… quindi puoi immaginare come si senta. Isaac cerca di farla felice, come sempre. Non lo vuole far vedere, ma gli manchi anche a lui. Scott non lo vedo più molto, ma le poche volte che lo vedo sta con una ragazza… Sembra felice.
Annuisco e mi sento ancora un po’ più leggera. Stanno bene. Nonostante tutto stanno bene. – E.. vi hanno attaccato un’altra volta? – chiedo, solo per cercare di continuare a conversare con lui. Mi è mancata la sua voce. Fredda o meno.
–  No, fortunatamente no.
–  Magari è finita veramente.
– O magari si stanno preparando per il vero attacco – bofonchia lui. Rabbrividiamo entrambi al solo pensiero. – Va bene. Ora abbiamo finito? – chiede poi scrollando le spalle. Non vede l’ora di andarsene e non può capire quanto questo mi possa fare male.
– Sì – sussurro io abbassando lo sguardo. – Sì, puoi andare.
Ride, ma non c’è niente di felice o spensierato in questo risata. – Ma grazie! – esclama lui prima di andarsene. 

Angolo Autrice:
Lo so, lo so, non è il miglior capitolo della storia, anzi fa abbastanza schifo, ma dovevo pubblicarlo perché dovevo descrivere un po' la nuova vita di Cassie.
Mi scuso per eventuali errori, ma questo capitolo è stato veramente un parto e non sono stata proprio in grado di scrivere in questi giorni. Mi dispiace se non sono riuscita a pubblicarlo prima. 
Ho notato che anche le visite sono diminuite drasticamente e non so veramente cosa fare... se avete qualche consiglio o se volete criticare qualcosa solo per farmi capire cosa vi ha spinto a non leggere più questa storia vi prego di farmelo sapere con un messaggio o con una recensione.
Ringrazio invece con tutto il cuore le persone che hanno continuato a seguire questa storia.
Un bacio e al prossimo capitolo.

 
  
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