Crudele
21 aprile 1967
Caro diario,
non avrei mai creduto di poter diventare amica di quel pasticcione di
Tonks. Se penso che quando ero al primo anno lo detestavo! Odiavo lui e
tutte le papere che faceva.
E invece adesso mi metto a ridere tutte le volte che combina qualcuno
dei suoi soliti disastri. Questa mattina, per esempio, è
riuscito a far esplodere il calderone nel bel mezzo di un compito in
classe di Pozioni.
“Signor
Tonks” ha detto il professor Lumacorno esasperato.
“Immagino che i tuoi genitori si saranno stufati di dover
andare due volte al mese a Diagon Alley perché ogni volta
fai esplodere i tuoi calderoni. A che numero siamo arrivati?”
“Nove” ho risposto io.
“Eccezionale! Presto vedrete il qui presente signor Tonks
comparire in prima pagina su La Gazzetta del Profeta, perché
sarà diventato il maggior finanziatore della ditta che
produce calderoni!” ha esclamato Lumacorno divertito.
“La pianti di prendermi in giro?” mi ha chiesto Ted
poco dopo, visto che non la smettevo di sghignazzare per i suoi capelli
dritti, effetto dell’esplosione di prima.
“Non posso. Secondo me hai una carriera assicurata nel
circo!” ho risposto io.
“In effetti ci avevo pensato…Ma andrebbe a finire
male. Pensa se appiccassi il fuoco al palcoscenico…Farei una
strage, e la gente neanche cercherebbe di scappare, pensando che sia
tutto finto” ha risposto lui, rivolgendomi di nuovo quel
sorriso speciale che è destinato solo e soltanto a me.
So che non dovrei illuderlo così. Lui sicuramente prova qualcosa di più dell’amicizia nei miei confronti, lo capisco dal modo in cui mi guarda. In teoria non dovrei incoraggiarlo. Non potrei ricambiare i suoi sentimenti neanche se volessi. Ma, insieme a Molly, è l’unico amico che ho e non voglio perderlo. Lo so, mi comporto come un’egoista. Dovrei preoccuparmi di non farlo soffrire di più di quanto non farebbe già, ma proprio è più forte di me. Gli sono molto affezionata e vorrei tanto che mi considerasse solo come un’amica. Ma a quanto pare sembra impossibile.
“Che
ti prende?” mi ha chiesto, mentre ero immersa in questi
pensieri, sventolandomi la mano davanti agli occhi (e colpendomi sul
naso). “Scusa…”
“Niente, ci ho fatto l’abitudine ormai. Sul serio,
dovresti cercare di fare più attenzione. Un giorno o
l’altro finirai per uccidere qualcuno”.
Mentre parlavamo ho notato che molti miei compagni di Serpeverde ci stavano guardando con aria indignata. Evidentemente se ne è accorto pure lui.
“Forse
la prossima volta non dovremmo metterci vicini” ha detto,
cupo.
“Perché?”
“Ti sto rovinando tutti i rapporti con quelli della tua Casa,
e non mi piace…”
“Che ti importa? Tanto sono solo un branco di idioti se mi
considerano male per questo”.
“Allora non… insomma, quindi continuerai a
rivolgermi la parola? Io pensavo che prima o poi ti saresti stufata di
essere guardata male dai tuoi compagni, e mi
avresti…liquidato”.
Che cosa potevo rispondergli?
“Smettila
di dire sciocchezze! Certe volte mi fai rimanere a bocca aperta! Ma
come ti viene in mente?”
“Oh, bè…ne sono
contento…”
I suoi occhi azzurri si sono illuminati e io non ho potuto fare a meno di sentirmi una schifezza. Lo sto riempiendo di false speranze. Altro che Bellatrix…lei al posto mio avrebbe messo le cose in chiaro fin da subito, anche a costo di rimanere sola. La vera crudele sono io, che gli sto assicurando molta più sofferenza del necessario per un mio capriccio.