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Autore: rocchi68    28/06/2015    1 recensioni
Può un essere malvagio tenere sotto scacco un'intera città per l'eternità o prima o poi dovrà fare i conti con la giustizia che porrà sul suo terreno un avversario di buon livello? In omicidi all'ordine del giorno, con l'Fbi incapace di cavare un ragno dal buco, può un semplice Comandante fermare l'inferno?
Oppure fallirà nel tentativo più disperato?
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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“Gaara quando la smetterai di trattare il mio ragazzo come se non fosse all’altezza della situazione?”
“Quello non è e non sarà mai un buon Capitano.”
“Ti sbagli, se solo aprissi gli occhi ti renderesti conto che non è un cattivo Capitano. Tiene molto a me e ai suoi colleghi, ci mette sempre davanti a tutto a scapito anche della sua salute. Ci considera il suo bene più prezioso e impazzirebbe senza di noi.”
“Ci mancherebbe solo che non tenesse ai suoi amici.”
 
Intanto nel hotel Shikamaru era ancora impegnato a controllare minuziosamente la stanza del delitto, il corridoio e i video della sicurezza.
La stanza del delitto non aveva nulla da dire, in quanto tutto era stato descritto alla perfezione nel dossier fornitomi da Kiba e il corridoio non era minimamente interessato da tracce di sangue o di altro materiale che mi permettessero di risalire al colpevole.
Decisi quindi di andare a chiedere qualche informazione al direttore dell’hotel per poi interrogare anche il vigilante operante nell’orario del delitto.
 
“Mi scusi signore, sono l’ispettore Nara, avrei qualche domanda da farle.”
“Ho già risposto al Capitano Gaara, avrei anche degli impegni.” Cercando di mantenere il controllo.
“Ci metterò 5 minuti al massimo, forse anche meno. Se lei non ha fatto nulla, non ha niente da temere da una stupida domanda senza senso.” Una persona quando si sente al sicuro e non avverte minacce di alcun tipo non penserebbe mai di nascondersi dietro ad una serie di bugie, a meno che non sia uno stupido o un pazzo.
“Si sbrighi.”
“Vorrei sapere da quanto conosce la signora Pucket e da quanto la loro famiglia.”
“Ho conosciuto la signora 7 anni fa quando il marito ebbe il piacere di presentarmela e sono passati 10 anni da quando il signore è venuto qui per la prima volta.”
“Sarà.” Lasciando presupporre che quel tizio non mi avesse detto tutta la verità,
“Crede che menta?”
“Nella condizione umana c'è una verità: che tutti gli uomini mentono. La sola variabile è su che mentono.” Risposi con freddezza.
“Non ho mai mentito su questioni così serie.”
“Mi mostri le mani.” Dopo aver controllato i suoi palmi, appoggiai la mano destra sul pacchetto di sigarette e ne accesi una.
“Bene ho finito. Può andare, se ho qualche altra domanda tornerò a farle visita” Chiudendo velocemente il discorso e allontanandomi da quella zona.
 
Interrogare il direttore non era una delle mie priorità, ma è sempre meglio escludere a priori qualsiasi dubbio che con il passare del tempo potrebbe diventare veramente fastidioso e irrisolvibile. Non era la prima volta che mi capitava di aver a che fare con un assassino che ricopiava i metodi di un altro killer solo per sbarazzarsi di qualche persona scomoda.
Non volevo rischiare di escludere il direttore solo perché la signorina Tsunade mi aveva avvertito di un caso simile di 25 anni fa, dopotutto le possibilità erano molteplici.
Il direttore e la signora Pucket potevano essere amanti e si sa che un amante respinto potrebbe diventare violento, ma durante il breve colloquio avevo capito che non era mai stato interessato ad una relazione con la moglie dell’amico. Inoltre il direttore era impegnato a parlare e a discutere con lo chef di affari e di importanti scelte per il futuro.
Tornai velocemente al piano terra e mi intrattenni a parlare con gli uomini della sicurezza per una ventina di minuti.
 
“Buongiorno, sono l’ispettore Nara, vorrei sapere chi era in servizio, mentre la signora Pucket è stata assassinata.”
“A quell’ora ero io che controllavo la situazione.” Intervenne una guardia sulla quarantina, vestito in uniforme. Il suo aspetto era tipico di coloro che lavoravano per il direttore del hotel: bella presenza, alti almeno 1,80 e rasati.
“Parlo con il signor?” Chiesi con finto interesse il suo nome. Non che avesse importanza, dato che appena uscito dalla porta mi sarei dimenticato anche delle sue generalità.
“Edgar”
“Sa se per caso l’Fbi ha controllato i video e in tal caso signor  Edgar, me li potrebbe mostrare?”
“No il Capitano Gaara non è nemmeno venuto a parlarci. Per quanto riguarda i filmati, il direttore ci ha dato il consenso e quindi può visionarli quanto desidera.”
 
Detto questo visionai completamente la scena dell’omicidio, facendo scorrere le immagini più e più volte al rallentatore, oppure zoomando di tanto in tanto la figura del colpevole. La cosa che mi aveva colpito era l’arma del delitto, un coltello molto lungo e affilato con un’impugnatura molto particolare al quale il nostro killer era molto affezionato.
Inoltre prima di scappare aveva preferito pulire la lama sporca di sangue, un atteggiamento che non avevo mai notato in nessun colpevole incontrato prima. Il suo comportamento era bizzarro, ma era anche molto meticoloso e non dubito che abbia controllato per molto tempo la famiglia Pucket prima di procedere nel compiere un simile delitto.
Avevo imparato che in alcuni casi se il killer porta via l’arma del delitto è perché è in qualche modo legato a quell’oggetto e non potrebbe mai separarsene. Vestito in giacca e cravatta attirava l’attenzione per la maschera da Joker che aveva sul volto e dato che, probabilmente, era stata indossata in ascensore nessuno l’aveva notato nella hall del hotel.
 
“Mi dica signor Edgar, nell’ascensore ci sono delle telecamere che avrebbero potuto in qualche modo mostrare il vero volto del colpevole?” Immaginando però da subito che la risposta al mio quesito non mi avrebbe soddisfatto.
“No, le uniche telecamere sono nei corridoi e nella hall. Il motivo per cui ho lanciato l’allarme è che ho visto l’uomo correre come un pazzo con addosso ancora la maschera e ho immaginato che fosse successo qualcosa di terribile.”
“Mi sta forse dicendo che se quello non avesse corso come un’idiota, nessuno si sarebbe accorto di nulla?”
“Probabilmente sì e per diversi motivi…”Lo interruppi per cercare di capire io quali fossero.
“La donna delle pulizie era appena passata, immagino e se quello avesse chiuso la porta, sarebbe uscito più facilmente del previsto. Invece ha voluto che voi azionaste l’allarme per prenderci tutti per il naso. È un vero peccato. Le telecamere nell’ascensore mi avrebbero permesso di risalire al colpevole in un batter d’occhio, in quanto non credo che sia entrato nella hall indossando la maschera. Sarebbe stato immediatamente fermato oppure monitorato continuamente da qualcuno della security.” Dissi pensando ad alta voce.
“Verissimo.” Il membro della security non poté far altro che confermare la mia opinione.
“Non è comunque nelle mie intenzioni escludere l’impossibile. E' un errore enorme teorizzare a vuoto. Senza accorgersene, si comincia a deformare i fatti per adattarli alle teorie, anziché il viceversa. Un altro errore da evitare è quello di confondere ciò che è strano con ciò che è misterioso. Spesso, il delitto più banale è il più incomprensibile proprio perché non presenta aspetti insoliti o particolari, da cui si possono trarre delle deduzioni.”
“Esatto signore, nessuno è entrato con una maschera, ma quando è uscito dall’hotel probabilmente l’ha nascosta sotto la giacca.”
“Un’ultima cosa, sa se per caso l’Fbi ha controllato nelle varie stanze degli ospiti e nelle loro valigie?”
“Hanno controllato ogni angolo di questo hotel, ma non hanno trovato nulla.”
“Grazie mille per l’aiuto, potete pure tornare al vostro lavoro.” Uscii quindi dalla porta e li lasciai al loro lavoro.
 
Avevo preferito chiedere se l’Fbi avesse controllato le varie stanze per non perdere tempo a visionarle tutte, in quanto contavo sulla loro attenzione e sulle loro capacità. Ovviamente se avessero trovato la maschera e se avessero notato che l’uomo che nascondeva tale travestimento corrispondeva alla descrizione fornitaci, il caso sarebbe già risolto da diverse ore, ma invece la situazione era molto più complessa.
 
Uccisa la donna, il nostro uomo era scappato in direzione delle scale con ancora addosso la maschera per poi togliersela prima di arrivare nella hall dell’hotel, nascondendola quindi sotto la giacca. Era impossibile che qualcuno si fosse accorto della sua uscita, in quanto la security non avrebbe mai fatto in tempo a bloccare le entrate e il fatto che un killer fosse in mezzo a tanti innocenti aveva creato una situazione favorevole per la sua fuga.
Aveva architettato tutto alla perfezione e non mi sarei stupito che non fosse un ospite fisso, ma controllare tutte le ricevute e tutte le prenotazioni degli ultimi anni sarebbe stato un lavoro massacrante per chiunque.
Inoltre ci sarebbero state un mucchio di annotazioni e di certo non potevo aggiungere mezzo Stato nella lista dei sospetti per un caso di delitto con molti lati oscuri.
 
La cosa che mi aveva attirato di quei video erano i movimenti fatti da quel coltello e la sua forma assai particolare.
Erano ancora le 11 e quindi prima di procedere a verificare un’idea che mi frullava per la mente, decisi di prendere un panino per poi dirigermi a controllare ogni singolo negozio che vendesse coltelli o armi da taglio.
Nel primo negozio trovai un signore molto scorbutico che mi disse che non aveva mai visto un coltello di quel genere e alla mia richiesta di controllare alcune ricevute, mi chiese un mandato. Preferii evitare di perdere tempo con la visita al giudice e quindi mi appoggiai sulle parole di quel tizio.
Visionai una ventina di negozi tutti diversi e le risposte dei vari commessi e proprietari erano sempre le stesse. Le ricevute venivano tenute per 6 mesi e poi completamente distrutte e quei pochi negozi che avevano coltelli così particolari ne vendettero un numero spropositato in poco tempo.
Controllai anche una decina di negozi della città vicina che distava 40 minuti di macchina e nemmeno qui ebbi molta fortuna.
Le possibilità erano tre: il killer aveva comprato il coltello prima dei 6 mesi canonici oppure era andato ancora più lontano per comprarlo o terza ipotesi da non scartare era un regalo di un amico o di un parente.
Tra le tre ipotesi la seconda era abbastanza insensata, mentre per le altre 2 avevo ancora qualche riserva da sciogliere.
 
Ero stanco e quindi decisi di risalire in auto per tornarmene a casa, avevo girato a vuoto per le due città fino alle 21 e avrei fatto molto tardi. Dovevo ancora fare un mucchio di cose ed ero veramente sfinito, ma dovevo chiudere gli uffici. Mandai un messaggio a Temari avvertendola che avrei fatto tardi e chiedendole di non aspettarmi alzato, andai in ufficio dove controllai per un’ ultima volta il fascicolo del caso per controllare di non aver tralasciato qualche particolare.
Avevo analizzato ogni possibilità e dopo essermi preso un caffè e un tramezzino dalle macchinette, chiusi l’ufficio, che era ancora aperto dato che Naruto aveva un’ultima pratica da svolgere. Gli ordinai di tornarsene a casa e dopo pochi minuti me ne andai verso la mia abitazione.
Erano le 23 quando tornai a casa e trovai la mia fidanzata a letto e quindi per non svegliarla, decisi di farmi una doccia veloce, di mangiare un gelato e di andare a dormire sul divano.
Non sentii nemmeno la sveglia tanto ero addormentato e mi accorsi che si era fatto giorno solo quando Temari mi portò un caffè bollente.
 
“Si può sapere a che ora sei tornato e soprattutto dove sei stato fino a tardi?” Mi chiese con curiosità e una nota di fastidio nella voce.
“Sono tornato alle 23 e ho controllato per tutta la giornata un particolare martellante del caso di ieri. Voi invece come ve la siete cavata?” Speravo che l’infiltrata potesse aiutarmi e invece riprese a chiedermi della sera prima
“Perché non sei venuto a letto?” Mi chiese di nuovo con insistenza maggiore.
“Non volevo svegliarti e non volevo farti arrabbiare.”
“Errore mi hai fatto arrabbiare.”
 
Ti pareva che quello che facevo non andasse mai bene, ma è possibile stare un po’ tranquilli a questo mondo. Prima con Orochimaru, poi con Erin e ora con questo Joker dei poveri, ma quando finiranno di uccidere persone innocenti?
 
“Per questa volta Shika ti perdono. Comunque abbiamo controllato i vecchi casi simili a questo e mi sono annoiata a morte. Ho lasciato l’ufficio verso le 18 e sono tornata a casa aspettando il tuo ritorno. Dopo 3 ore mi hai mandato un messaggio avvertendomi che avresti fatto tardi e quindi sono andata a letto.”
“Quindi anche per voi zero passi in avanti e sommando tutti i dati che abbiamo in mano restiamo con nessun indiziato per omicidio e con zero possibilità di risalire al colpevole. Fantastico.” Esultai con stizza.
“Dovresti avvertire attraverso una conferenza stampa la popolazione dei rischi che stanno correndo.”
“Cosa cambierebbe? Metterei tutti in allarme e il killer resterebbe ancora di più allerta. No, meglio evitare queste manifestazioni. Facciamogli credere che stia vincendo e così facendo abbasserà la guardia.”
 
Erano già le 7 e mezza, accompagnai Temari negli uffici dell’Fbi e tornai al mio lavoro, in attesa di una qualche evoluzione positiva di quel caso.
   
 
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