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Autore: mistaya    28/06/2015    1 recensioni
La favola della Bella e la Bestia, in qualunque versione, ci ha insegnato a vedere con il cuore. Se avete amato la storia un uomo che voleva redimersi e una donna capace di trasformare una bestia in un uomo, preparatevi ad amare una figlia della magia, nata dal Vero Amore.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Nuovo personaggio, Signor Gold/Tremotino
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Premessa per il lettore: questa è una fanfic What if...?, e forse anche un AU, visto che ho cambiato alcune cose. Dopo aver visto la 3x15 ho deciso di scrivere una mia versione della storia, siccome la morte di Neal non l’ho digerita (e tutto quello che ne è seguito). E’ cambiata dalla 3x11, e visto che non l'ho fatto rientrare nei flashback, vi spiegherò come sono andate le cose: Emma e Henry sono andati nella Foresta Incantata con gli altri, e scoprono insieme dei piani della strega dell'Ovest. Belle trova il modo di riportare indietro Tremotino (senza sacrificare nessuno e quindi Zelena non cattura Rumple), lui conserva ancora i suoi poteri, ma grazie alla sua amata non è più il Signore Oscuro. Emma, Regina e Tremotino uniscono le forze e provocano un tornado che porta Zelena nel mondo reale, nel Kansas e, visto che non c'è la magia, lei è condannata in esilio lì. Emma e Bealfire/Neal tornano insieme, e Uncino li lascia come amici, decidendo di ritornare per mare e recupera la Jolly Roger, che era caduta nelle mani di Barbanera (mi dispiace per i fan della coppia Emma/Hook, ma io preferisco quella Swanfire). Belle e Tremotino si sposano un anno dopo che tutti sono tornati nella Foresta Incantata, sotto gli occhi della famiglia (Biancaneve ha già il pancione che abbiamo visto nella 3x12) e degli amici (compresi Filippo, Aurora, Mulan, Robin Hood e i Merry Man, escluso Will), con Neal che fa da testimone al padre, Emma che indossa un bellissimo abito da principessa, e Henry che passa gli anelli agli sposi. La mia protagonista nascerà l'anno dopo (il matrimonio è avvenuto in autunno, Belle resterà incinta in inverno e partorirà nell'ultimo mese d'estate) in una splendida giornata di sole. Ovviamente il figlio di Biancaneve e David non si chiama Neal, in questa fanfic, e ho optato per Leonard che, nella mia versione della storia, è l’unione tra il nome del padre Biancaneve, Leopold, e da Reynard, che in questa storia è il nome del padre di David. Anche Regina e Robin stanno insieme, in questa fanfic.

P.S.: prima di iniziare volevo ringraziare la pagina di Facebook I will see you again Rumbelle. Una scena del capitolo 14 è stata ispirata da una delle loro teorie, che sono sempre molto belle, interessanti e molte volte azzeccate.
Il flashback del capitolo 21, non è mio: è stato tratto dal graphic novel di Kalinda Vazquez, “Out of the past”, e io ho pensato di inserirlo, per la felicità di tutti gli amanti della coppia Rumbelle. Spero di averlo tradotto bene.
Certe creature (e alcune loro storie) nei diversi capitoli sono state prese dalla serie “Grimm”, e sono sicura che certi di voi, se hanno seguito la prima stagione, li riconosceranno. Il ventesimo capitolo, è stato tratto dal film “Into the woods”, come si capisce dal titolo, e i capitoli 22 e 23 dal film “Hansel e Gretel, cacciatori di streghe”.
La scena nel gazebo del capitolo 24, l'ho preso, riveduto e corretto (e per riveduto corretto vuol dire che l'ho adattato) da Shadowhunters - Città delle anime perdute.

 

 

O dolce rosa

Nel cui calice riposa

Il cuore del mio vero amore,

Non si chinarono gli dei a benedirti

Dall’alto dei cieli?

E a posare sulle tue labbra vermiglie

Una uguale copia in rubini.

Fu lì che trovai

Gioiello raro

Il fiore del tuo cuore.

 

(Rodolfo Valentino, “Fiore del Cuore”)

 

 

Capitolo 1

Golden Rose

 

 

Quando il sole fece capolino nella sua stanza, Rosette, o come la chiamavano tutti Rosie, era già sveglia. Durante la notte, era uscita fuori dal castello, ed era ritornata qualche ora dopo, addormentandosi subito per poi risvegliarsi poco dopo. Era da quando era bambina che lo faceva. Le notti d’estate erano calde, ed era bello passeggiare nel giardino, sentire l’erba sotto i piedi nudi, e la luna illuminava tutto. Ormai stava arrivando l’autunno, e avrebbe cominciato a fare freddo, e quindi voleva approfittarne.

Decise di alzarsi, e fece una piccola carezza alla sua gatta Daina, un Sacro di Birmania che dormiva ai piedi del letto. Rosie si lavò la faccia in una bacinella di porcellana, andò alla sua toeletta, e lo specchio rifletté l’immagine di una graziosa ragazza di quindici anni, con dolci occhi castani, i capelli folti sempre castani, le guance rosee e due labbra rosse come il sangue. Si mise un abito semplice, per andare nel giardino. C’era una parte di quest’ultimo dove lei e Gael, una delle sette figlie della sua tata, tenevano gli animali feriti che trovavano nel bosco, e che poi lasciavano liberi, e a turno lei, Gael e le altre gli davano da mangiare.

Scese giù nelle cucine, e trovò Sultano, il loro West Highland White Terrier1, che dormicchiava sotto il tavolo. Quest’ultimo, nel sentire la sua padroncina, si alzò di scatto e le venne incontro. “Fa il bravo, Sultano!” mormorò lei, per paura di svegliare qualcuno. E prese un grembiule. “Vieni, andiamo fuori, così darò da mangiare anche a te!”. E aprì la porta, facendolo uscire, mentre si allacciava il grembiule intorno alla vita.

Il giardino del castello Oscuro era molto cambiato, rispetto a com’era prima della maledizione. C’erano molte più varietà di fiori e di alberi, che lo rendevano più colorato, un orto dove erano state piantate erbe e spezie da usare sia in cucina, sia per fare medicinali e profumi. Inoltre col tempo erano state aggiunte delle statue, un gazebo, e un archetto di rose sopra la parte del giardino dove c’erano per l’appunto i roseti, che aveva piantato sua madre…

 

 

Era una giornata piena di sole. Belle stava finendo di piantare le ultime rose. Ormai era all’ottavo mese di gravidanza, il pancione era prominente, e si sentiva benissimo. Per quando il bambino avrebbe cominciato a camminare, il giardino sarebbe stato bellissimo, pieno di fiori.

Gli capitò tra le mani un bocciolo dal colore rosa pallido. Sembrava un fiore bello, dolce e aggraziato, ma allo stesso tempo anche forte che non vedeva l’ora di bearsi della luce solare. Se nascesse una bambina, pensò, mi piacerebbe che fosse proprio come questa rosa, aggraziata, forte e tanto bella. E si toccò il ventre gravido.

 

 

Rosie andò a dar da mangiare ai cavalli per ultimi, e ovviamente andò a salutare Corbeau, il suo andaluso bianco. Suo padre glielo aveva regalato a dodici anni, quando aveva cominciato a frequentare il palazzo di Biancaneve e di David.

In quell’occasione le avevano donato non solo il cavallo ma vestiti nuovi, copricapi e un paio di mantelline. Già a quel tempo, tutti si accorsero che Rosie stava diventando una giovane di rara grazia, con un viso talmente colmo di carattere e determinazione che non si poteva dubitare per un istante che fosse la figlia di sua madre. Era sagace, ed era capace di creare giochi di parole, o di tradurre una battuta in francese, spagnolo o cinese. Oltre a quello, sapeva bene come gestire una casa, conosceva le erbe e i loro usi.

Quando rientrò, nelle cucine già c’erano la sua tata e le sue sette figlie, che stavano già facendo colazione. Le figlie della sua tata erano sette orchesse. O meglio, il loro padre, che ancora non era venuto a fare colazione, era un mezzo orco. Era alto il doppio di suo padre, era imponente e a prima vista faceva paura, ma apparteneva a una razza di sotto-orchi, ovvero di orchi che si erano accoppiati a degli umani. La loro razza faceva lavori come fabbri, minatori, etc., anche se molti li temevano. La loro famiglia di orchi, stava con Rosie e i suoi genitori al Castello Oscuro da quando Belle era entrata nell’ultimo trimestre di gravidanza. La madre delle orchesse era stata la sua levatrice, e poi diventò la sua tata. Divennero in pratica una grande famiglia, ed anche le figlie dell’Orco avevano qualche potere magico legato alla natura.

Phoebe, la maggiore, aveva capelli lunghi, castano-dorati e gli occhi verdi, possedeva poteri legati al sole e alla luce, ed era quella con il carattere più forte.

Hertha, la seconda, con i capelli e gli occhi castani, aveva poteri legati alla terra, ed era sempre quella che portava il buonumore.

Blyss, la terza, era la più carina delle sette, con gli occhi azzurri e i capelli rosa (li tingeva in quel modo da quando aveva dodici anni). Lei aveva poteri legati a tutte le piante e ai fiori, e preparava profumi, per la bancarella che loro allestivano al mercato.

La quarta, Gael, aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri, ed era la più sportiva tra le sue sorelle. Si occupava degli animali e poteva comunicare con loro. Insegnava autodifesa femminile a Rosie e alle altre ragazze del villaggio.

Luna, la quinta, aveva i capelli biondi e gli occhi castani, ed i suoi poteri erano legati alla notte. Durante il giorno non era molto sveglia (sembrava quasi una sonnambula).

Marina, la penultima, con capelli e occhi castani, aveva poteri legati all’acqua, ed era un’ottima istruttrice di nuoto per i ragazzi.

E infine la più piccola era Tori, di undici anni, con i capelli rossi, gli occhi azzurri e simpatiche lentiggini. Lei aveva poteri legati al tempo, anche se non sapeva ancora usarli bene.

Quando Rosie entrò in cucina sulla tavola c’era già una colazione abbondante: pancetta, uova, funghi, focacce, panna, caffè, latte sia freddo sia caldo, pane, burro, le diverse marmellate fatte in casa e il tè stava bollendo.

“Buongiorno famiglia!” fece Rosie, e le sette orchesse le risposero insieme,

“Buongiorno, cara” gli disse Elodie, la madre delle orchesse, “Sei stata nel giardino?”,

“Sì, e ho appena finito di fare da mangiare agli animali” comunicò mentre si lavava le mani, e poi si sedette vicino a Tori. Qualche minuto dopo, entrò anche l’Orco, Jaktor2.

“Buongiorno mie bellissime!” fece lui,

“Buongiorno papà” fecero in coro le orchesse,

“Buongiorno” fece eco loro Rosie.

Lui si sedette e sua moglie gli fu subito accanto, porgendogli il caffè, il suo piatto con la colazione, e gli diede un bacio sulla guancia.

Qualche minuto dopo scesero anche Belle e Tremotino. Rosie diede il buongiorno ai suoi genitori, e poi versò loro il tè, appena fatto.

Dopo la colazione, Rosie e Tori, come quasi tutte le mattine, andarono in biblioteca a studiare. Lì con loro c’era Tremotino che le ascoltava, mentre filava, come stava facendo quella mattina, o trafficava con le sue pozioni. Rosie aveva dato qualche esercizio di matematica a Tori, e ora glieli stava correggendo. “No, no, no” gli disse mentre dava un’occhiata agli esercizi, mentre la piccola sbuffava, “Be’, qualche errore c’è…”, e Tori sbatté la fronte contro il tavolo,

“Ha detto qualcuno, non tutti” fece Tremotino,

“Uffa, questi nuovi esercizi di matematica non mi riescono” si lamentò l’orchessa,

“E’ normale, sono più difficili…” la consolò Rosie, “Nemmeno a me venivano bene, ma basta esercitarsi...Vieni, correggiamoli insieme”, e le fece vedere dove aveva sbagliato.

Verso metà della mattinata, le due ragazze fecero una piccola pausa dallo studio. Scesero in cucina, ed Eloide e Belle, gli diedero della frutta e della limonata fresca, da portare alle altre orchesse, che stavano lavorando nella loro officina con il padre. Quando le altre le videro arrivare, smisero di lavorare, si lavarono le mani e fecero il loro piccolo break insieme.

Belle le osservava dalla finestra con un sorriso. Era contenta che sua figlia avesse loro, sapeva cosa significava crescere senza fratelli o sorelle.

 

 

Ormai non mancava molto al termine della gravidanza, o almeno così le aveva detto la moglie dell’Orco quella mattina. Belle si alzò dal letto e andò a guardare il suo riflesso allo specchio, toccandosi il ventre. “Che meravigliosa visione!”, non fece in tempo a voltarsi, che Tremotino la strinse tra le braccia e la baciò appassionatamente,

Sono tonda come una palla e tu mi dici ‘meravigliosa visione’? Mi prendi in giro?” fece lei al termine del bacio,

Non direi, cara: sei il ritratto della salute!” e la baciò un’altra volta,

Grazie”.

Si diedero qualche altro bacio, e infine lui le disse: “Io amo…la tua pancetta!”,

Non ce l’avrò per molto” fece lei dopo che si sciolse dal suo abbraccio, “In questi ultimi giorni non fa che scalciare e mi costringe a stare al letto”, spiegò mentre si sdraiava di nuovo sul letto, e contemporaneamente lui si sedette su una sedia lì davanti, “secondo me non vede l’ora di uscire”,

Oh be’…anch’io non vedo l’ora che esca…” fece lui,

Belle sorrise, poi si premette la mano sulla pancia, “Oh”,

Cosa c’è?” chiese Tremotino,

Si sta muovendo…vieni a sentire”, lui si sedette subito sul letto, e le mise una mano sulla pancia,

Ah…è forte”,

Sì…”,

Sei sicura di star bene? Non ti fa male?”,

No”, dopo qualche minuto di silenzio, Belle gli disse: “…stavo pensando a una cosa…” e s’interruppe,

Cosa, cara?”,

La famiglia degli Orchi…vorrei che rimanessero con noi anche dopo il parto…”,

Come?”,

Lo so…sembra una richiesta strana…è solo che…pensavo che poi in questo castello rimarremo solo in tre, ed io vorrei che avesse compagnia…Io sono figlia unica, e so cosa si prova a crescere da soli…e lo sai anche tu!”, Tremotino la guardò per qualche minuto,

Ma certo, cara!” e le baciò la mano, “Li faremo restare, se vuoi”, Belle le sorrise e lo baciò di nuovo. Al termine del bacio, lui posò le labbra sulla pancia. Poi ritornò a baciarla sulle labbra e la fece stendere sul letto…

 

 

Dopo pranzo, Rosie si mise anche lei a lavorare in giardino. Le piaceva curare i fiori. Poi notò che una figura si stava avvicinando al castello, e le sorrise quando riconobbe la ragazza bionda, con i capelli intrecciati, e gli occhi castani. Era Ida3, la sua amica di infanzia, che viveva in una grande fattoria fuori dalla foresta. Si conoscevano da quando avevano quattro anni.

“Ciao, Ida!” la salutò lei,

“Ciao Rosie! Sono venuta a portarti quello che avete ordinato!”,

“Ah, perfetto…allora vado a prendere i soldi un attimo…”, andò dentro e prese un sacchetto di monete, e poi prese il cesto,

“Mia madre ed io vi abbiamo fatto anche un dolce!”,

“Grazie, sei un tesoro!” e l’abbracciò,

“Ho pensato che vi sarebbe piaciuto, mangiarlo in giardino stasera”,

“Oh, a Tori e a Marina piacciono sempre i dolci tuoi e di tua madre!”. Quella sera ci sarebbero state le stelle cadenti4, e come tutti gli anni, la sua famiglia e quella degli orchi avrebbero cenato in giardino, e poi sarebbero rimasti a guardare le stelle, nella speranza di poter esprimere un desiderio.

 

 

Quella mattina le doglie erano arrivate alle quattro, per Belle. La moglie dell’orco la stava aiutando ormai da alcune ore, affiancate dalle due figlie maggiori, Phoebe e Hertha, che gli dicevano che stava andando bene, e la incitavano a spingere.

Nella sala grande del palazzo, Tremotino invece stava aspettando insieme agli altri, agitato. Gli avevano consigliato di mettersi seduto, ma non ci riusciva. Stava andando avanti e indietro da ore, mettendo sulle spine anche gli altri. Di tanto in tanto alzava la testa per sentire le urla. Odiava sentirsi così impotente.

Dopo un’ondata di dolore più forte, finalmente Belle sentì il bambino piangere, e si accasciò esausta sul cuscino. “Complimenti, è una bambina” gli annunciò la madre delle orchesse.

Belle riaprì gli occhi per vederla e la levatrice, che aveva cercato di pulirla meglio che poteva, gliela porse, mentre la piccola piangeva ancora. La strinse a sé piangendo, “Ciao” le mormorò continuando a singhiozzare. Era la bambina più bella che avesse mai visto.

Hertha va giù di sotto” gli disse sua madre, “E tu Phoebe aiutami!”, e si rivolse a Belle, “Adesso la laveremo e ci assicureremo che sta bene” le disse, mentre la riprendeva, “Te la riporteremo presto, sta tranquilla!”. Belle annuì e si ristese di nuovo. Phoebe le pulì il viso con un panno, e poi andò ad aiutare la madre con la bambina.

Nel frattempo, Hertha era scesa giù e aveva annunciato a tutti che era una bambina. Tutti ne furono felici, e fecero le congratulazioni al neo-padre. Prima di andare di sopra da lei, Tremotino si girò verso Bea, chiedendogli se voleva venire anche lui. “Verrò dopo” gli rispose lui semplicemente, e abbracciò il padre.

Dopo che lui se ne andò, Henry gli chiese: “Perché non sei voluto andare anche tu?”,

Questo è un momento per i genitori, Henry…lasciamoli soli, per adesso!” rispose Biancaneve,

Giustissimo!” disse Jaktor, e versò il vino nei bicchieri, “Ti consiglio vivamente di brindare, ragazzo!” fece a Bealfire, porgendo prima a lui un bicchiere, “Ti è nata una sorella sana a forte, è un buon giorno! Oggi la vita è bella!”, e accarezzò la testa di sua figlia Gael, che gli stava accanto.

Nel frattempo, Tremotino si era precipitato subito da Belle, che alzò lo sguardo non appena lui entrò e gli sorrise. “Belle” mormorò lui commosso,

Tremotino…” e si sedette, mentre lui si mise di fronte a lei sul letto, e si baciarono,

E’ una bambina” mormorò lei, alla fine del bacio,

Lo so…sei stata bravissima”, le prese una mano e gliela baciò. Belle non gli era mai sembrata così bella come in quel momento. Restarono qualche altro minuto a scambiarsi tenerezze, finché la levatrice non entrò con la piccola in braccio. L’avevano lavata, e le avevano messo una veste bianca, con disegni rossi, ed era avvolta in una copertina di seta, anch’essa bianca, con bordi dorati. La porse alla madre e li lasciò soli. Entrambi i genitori guardarono incantati la figlia, sussurrandogli parole affettuose. “E’ bellissima, ti assomiglia” le disse accarezzando con un dito la guancia della piccola,

Ha i tuoi occhi, però” aggiunse, “Prendila in braccio”, e gliela porse. E lui la prese delicatamente tra le braccia, sussurrandole parole affettuose. Era passato tanto tempo dall’ultima volta…

Hai già scelto un nome, per lei?” gli chiese lei dopo qualche istante,

Ah Belle, è ovvio” gli rispose lui, lei lo guardò come se pensasse che la stesse prendendo in giro, “Che c’è? Mi piace e sembra adatto a lei”, e lei gli sorrise dolcemente,

Magari le metteremo Belle come secondo nome” acconsentì lei,

Tu come vorresti chiamarla?” fece lui,

Avevo pensato a Rosette” rispose lei,

Rosette…” fece lui cullando la piccola, “…sì, mi piace” e le baciò delicatamente la fronte. Poi prese Belle per mano, “E’ meravigliosa…proprio come te!”, e Belle gli sorrise.

Poco dopo, Bea entrò nella stanza. Trovò Belle e suo padre abbracciati, e si congratulò con loro, poi andò a vedere la sorella nella culla. “Ehi, ciao” la salutò piano, accarezzandole con un dito la guancia, e la piccola gli sorrise, “ma che bella bambolina!”, e poi si girò verso il padre e Belle, “Posso prenderla in braccio?”,

Ma certo” rispose Belle,

Bealfire prese in braccio la piccola, “Come si chiama?” chiese,

Rosette” gli rispose suo padre,

Un nome bello e forte…proprio come lei!”, e si rivolse alla piccola, “Io ti chiamerò Rosie!”, e le mormorò piano all’orecchio, in modo che nessuno potesse sentirlo, “Tranquilla, io non ti lascerò mai cadere!”, e poi si rivolse di nuovo a suo padre e a Belle, “Vi dispiace se la porto di sotto per farla vedere a Henry e agl’altri?”,

Fai pure” rispose Belle.

Bea portò al piano di sotto la sorella, e non appena entrò con la piccola in braccio tutti lo circondarono per vederla. Poi la passò a Emma, e Henry chiese: “Come si chiama?”,

Rosette” rispose lui, “Ma credo che la chiamerò Rosie”,

E’ un bel nome” commentò Biancaneve, che aveva in braccio suo figlio Leonard, che aveva quasi un anno, ormai.

Credo che tu le sia simpatica” disse Henry a sua madre, notando che la piccola stava rivolgendo dei piccoli sorrisi a Emma, anche se sembravano più delle smorfie.

Emma sorrise al figlio, poi guardò la piccola. “Benvenuta a questo mondo” le mormorò.

Dopo un po’, andarono tutti in camera di Belle e Tremotino per fare gli auguri anche alla madre. Mancava solo il padre di Belle, ma lui sarebbe venuto a trovarli più tardi. In quel momento Biancaneve la stava cullando, mentre Emma teneva il suo fratellino. Tutti stavano cominciando a chiamarla Rosie, come il fratello.

Rosie ti piace?” chiese Belle sottovoce a Tremotino, che la teneva ancora abbracciata,

Sì, molto” rispose lui, poi si rivolse a Biancaneve e al principe, “Io e Belle abbiamo pensato a lungo a una proposta da farvi…”,

Volevamo chiedervi di fare da padrini a nostra figlia” continuò Belle,

Davvero?” fece sorpreso David,

Be’, di solito sono gli zii a fare da padrini ma visto che né io né Tremotino abbiamo fratelli o sorelle…i nostri parenti più prossimi, anche se acquisiti, siete voi” spiegò Belle,

Ma certo, ci farebbe molto piacere” rispose Biancaneve per entrambi, poi tornò a guardare la bambina, che emise un piccolo sbadiglio.

Anche Belle ne fece uno. Doveva essere esausta…

Forse, ora, faremmo meglio a lasciarvi riposare, tutte e due” disse la madre delle orchesse, e fece cenno a tutti di uscire.

Biancaneve ridiede la piccola a sua madre, e uno per uno uscirono tutti. Henry prima si riavvicinò alla piccola e le diede un bacio sulla mano.

Vuoi che vada via anch’io?” gli chiese Tremotino,

No, resta, per favore…”, e si addormentò tenendo accanto a sé la piccola, mentre lui accarezzava dolcemente tutte e due, a turno.

Bealfire, prima di uscire, li aveva osservati tutti e tre con un sorriso sulle labbra. Sì, ne avevano passate tante, ma ora le cose sarebbero andate molto meglio, ne era sicuro.

 

 

Finito con il giardino, Rosie riandò in biblioteca. Da quando era piccola, precisamente da quando aveva sei anni, nella stanza dei libri era stato aggiunto un clavicembalo, e con esso molti libri di musica. Verso l’ora del tramonto, la ragazza suonava sempre qualcosa.

Quel giorno, c’era solo suo padre ad ascoltarla. Tremotino era salito, e la trovò a già metà dello spartito. La giovane s’interruppe, non appena si accorse della sua presenza. “Ti disturbo?” chiese lei, riferendosi al suo lavoro all’arcolaio,

“No, continua pure” rispose lui, tranquillamente,

“Vuoi che ti suoni qualcosa in particolare?”,

“Va bene anche quello che stai suonando ora”.

Rosie riprese a suonare, e Tremotino si sedette davanti all’arcolaio, ma non cominciò a lavorare. Restò a sentire la figlia, semplicemente. Era cresciuta davvero troppo in fretta, si diceva. Sembrava ieri, che giocava sul pavimento della biblioteca, mentre lui lavorava. Di tanto in tanto il suo sguardo incrociava quello della bambina, che gli sorrideva, e lui sentiva il dolore che lo aveva accompagnato per tanto tempo sparire completamente. Ora se ne stava a guardarla con un sorriso mite, ed andò vicino a lei per girargli la pagina dello spartito, e la figlia gli sorrise, facendogli sentire di nuovo quel dolce calore...

 

 

Mentre tutti gli altri festeggiavano la nascita della piccola, Belle nella stanza si era addormentata. Suo padre era venuto nel tardo pomeriggio per fargli gli auguri e aveva cullato per un po’ anche la nipotina. Quando sua figlia si era sposata con Tremotino, aveva ancora qualche dubbio, ma quando l’aveva accompagnata all’altare, lei era così felice. E ora i suoi dubbi e le sue paure sembravano essersi placate ancora di più con la nascita di quella bellissima bambina.

Tremotino ora, era seduto accanto al suo letto, e guardava a momenti lei e poi la bambina, anch’essa addormentata. C’era solo la luce fioca di qualche candela a illuminare la stanza, giacché faceva troppo caldo per accendere il fuoco.

La bambina si svegliò, ma non pianse, e lui la prese in braccio, per cullarla. Non voleva che si agitasse mentre Belle dormiva. Era tutto così tranquillo…Si sentivano solo i grilli di fuori, e si vedeva la luna piena. La piccola aveva gli occhi fissi su di lui, come se volesse ricordarsi bene il suo viso, e anche suo padre non si stancava di guardarla. Se pensava a tutto quello che aveva passato, ma ne era valsa la pena anche solo per poterla vedere…

Vuole bene al suo papà, sai?”, era Belle, che da qualche minuto li stava osservando,

Belle, sei sveglia!” mormorò lui,

Sì…tu, invece, non vorresti andare a riposare? Sarai stanco…”,

No, sto bene…e poi non credo che riuscirei a dormire, stanotte”, e baciò la fronte alla piccola,

Belle gli sorrise, e poi posò il suo sguardo sulla piccola, “E’ incredibile…in poche ore è cambiato tutto quanto: se penso che ieri, a quest’ora non c’era, adesso è qui…”,

Già”, e la piccola cominciò ad agitarsi, “Credo che voglia la mamma…”, e gliela porse,

Belle restò semidraiata, con la bambina appoggiata al petto, “Ci pensi che l’abbiamo fatta noi due?” gli disse lei baciando la figlia,

E una cosetta graziosa…” e accarezzò sua moglie, “E’ adorabile come sua madre” e le diede un bacio sulla fronte,

Belle lo guardò, “Una volta mi hai detto che nessuno avrebbe potuto più amarti…a quanto sembra ti sei sbagliato”,

E’ vero”, e accarezzò con un dito la mano della piccola, “Forse avevo solo paura di crederci…ma chi poteva immaginare che un giorno avrei avuto un’altra creatura d’amare, come Bea…” e diede un bacio leggero alla manina che aveva accarezzato,

Belle lo guardò con attenzione, lo sapeva di cosa aveva paura, e gli accarezzò il viso. “Nessuno te la porterà via!”, lo rassicurò, “Io non la lascerò mai, e non permetterò mai che tu la perda…Io lotterò sempre per lei!”, e lo baciò. Al termine del bacio, Tremotino appoggiò la testa sul petto della donna, il suo viso era davanti a quello della bambina.

 

 

Cenarono tutti all’aperto, quella sera. Poi si sedettero su delle coperte, e mentre aspettavano lo spuntare delle stelle, il padre delle orchesse prese a cantare, accompagnato da sua figlia Gael, che suonava un flauto.

 

E’ dolce sognar

e lasciarsi cullar

nell'incanto della notte

le stelle d'or

con il loro splendor

sono gli occhi della notte

Sii vicino al tuo amore

e a te ti stringerà

la notte con la sua magia

quanti cuor unir saprà

 

Poi si unirono anche le sue figlie per il resto della canzone.

 

E’ dolce sognar

e lasciarsi cullar

nell'incanto della notte

Sei vicino al tuo amore

e a te ti stringerà

La notte con la sua magia

quanti cuori unir saprà

è dolce sognar

e lasciarsi cullar

nell'incanto della notte

 

Alla fine della canzone, Rosie, i suoi genitori e la madre delle orchesse applaudirono. Poi alzarono gl’occhi verso il cielo, sperando di vedere qualche stella cadente.

Rosie strinse la mano forte a suo padre. Lo faceva fin da quando se lo ricordava: da bambina, era convinta che se gliel’avesse stretta, qualche stella l’avrebbe vista.

1 Era il cane di Hamish McBeth, un personaggio interpretato da Robert Carlyle in una serie tv poliziesca, vi consiglio di andarvela a guardare. La troverete solo in inglese, ma potrebbe piacervi.

2 Pensavo di chiamare il padre delle orchesse Ettore o Hector, come sir Ettore, il patrigno di Semola, ma mi è venuto in mente che poteva comparire nella serie tv, così gli ho dato una variante di questo nome in polacco.

3 Ho preso il personaggio da una favola di Andersen, “I fiori della piccola Ida”, e l’ho modificato per la mia fanfic.

4 La notte di San Lorenzo, nel mondo delle favole, ovviamente è un po’ diversa. E’ il 13 agosto, e la mia protagonista ha festeggiato il compleanno il 9 agosto. Lo dico soltanto per una piccola nota narrativa, nel caso vi interessi.

  
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