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Autore: Alyx    28/06/2015    1 recensioni
La vita di Julie sembrava andare meravigliosamente bene quando improvvisamente tutto si sgretola tra le sue stesse mani. Perde il controllo di quel che le succede intorno, di più ogni secondo che passa, tutto si rovescia, salta in aria, si rompe in tantissimi pezzetti che si ricompongono in maniera così assurda che niente ha più un senso logico. Le persone alle quali voleva bene si allontanano da lei come se avesse una strana malattia che loro soltanto sono in grado di riconoscere. E il suo ultimo anno scolastico si trasforma in un incubo giornaliero che non avrebbe mai potuto immaginare. Ma forse la soluzione a tutto è più vicina di quel che immagina...
*
«Julie…»
«So come mi chiamo, Scorpius.» replico tentando di mantenere un cipiglio serio e freddo. Riley è bravissima in queste cose. Lui mi sbarra repentinamente la strada. Incrocio le braccia sotto il seno, fissandolo.
«Non è colpa mia.» afferma scandendo bene le sillabe.
Sbuffo. «Lo dici tutte le volte.»
«Ma questa volta ho ragione!»
«Dici anche questo tutte le volte.»
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Capitolo Quattro



 
Quando dopo cena torniamo in Sala Comune, Scorpius non mi ha ancora rivolto la parola da quando siamo usciti dalla Stanza delle Necessità. 
Lo fisso mentre si siede sul divanetto verde di fronte al fuoco. Non da segno di accorgersi della mia impazienza, e mi ignora completamente. Lo odio profondamente in questo momento. 
Marcio decisa verso di lui e mi lascio cadere con poca grazia quasi addosso al suo corpo. «Non mi ignorare.» sibilo. 
Lui fa spallucce.
Gli afferro il braccio. «Ti prego.» dico con un tono che non ammette repliche.
Scorpius alza gli occhi al cielo poi li fissa nei miei. Sono grigi. Assolutamente, indiscutibilmente, grigi. Non azzurri. Scuoto la testa. 
«Albus mi ha detto che mi stavi cercando, così...» cerco di spiegargli.
Lui aggrotta le sopracciglia confuso. «Io?»
Mi blocco. «S-sì... Albus ha detto...» assottiglio gli occhi, perché tutto mi è improvvisamente chiaro. «Stronzo.» 
Incrocio le braccia al petto e mi abbandono tra i cuscini. «L'ha fatto apposta quella viscida Serpe. Tu non mi stavi cercando, vero?» 
Scorpius scuote la testa, mezzo divertito dalla mia reazione. 
«Non sorridere in quella maniera, Malfoy. Il tuo migliore amico è un idiota nato.»
Il ragazzo scoppia a ridere e improvvisamente mi avvolge il braccio intorno alle spalle. 
Mi impongo di non sorprendermi, perché nonostante tutto, una volta lo faceva spesso. 
«Mmh, credo di sì. Ma è stato bravo, infondo no?»
Non faccio in tempo a controbattere che no, non lo è stato, che vengo interrotta. 
«Io, sono sempre bravo, piccioncini. Era tutto minuziosamente calcolato.» 
Fulmino Albus con lo sguardo, mentre lui si siede scoordinato sulla poltrona accanto al divanetto dove siamo io e Scorpius. 
«Albus Potter, ti odio profondamente.»
Lui si stringe nelle spalle. «Dovresti solo ringraziarmi, Julie, perché ti ho fatto fare pace con quella primadonna del tuo migliore amico.»
«Ehi, io non sono una primadonna!» dice Scorpius e la sua protesta si mescola alle mie risate. 
Cerco di non pensare a quanto bene mi fa sentire il suo braccio sulle mie spalle. Cerco di non pensare a quanto mi sento felice. E sopratutto cerco di non pensare che lo sguardo che mi sta rivolgendo adesso Scorpius è esageratamente simile a quello che mi rivolgeva il Malfoy con gli occhi azzurri dello Specchio. 
Io non sono innamorata di lui comincio a ripetermi come un mantra, mentre la sua mano mi scivola sulla schiena per casualmente posarsi poi sul fianco. Io non sono innamorata di lui. 
Albus incrocia le gambe sulla poltrona. «Ah, Scorpius. Riley è ancora profondamente offesa per il tuo comportamento. Esige delle scuse formali.» 
Mentre io dico «Ha ragione.» Albus continua, aggiungendo. «Tu non fargliele però. È molto più sexy arrabbiata.»
Mi allungo verso la poltrona per colpirlo nel braccio ma Scorpius mi tiene stretta per impedirmi di compiere un Albusicidio. «Sei davvero disgustoso, Potter! E terribilmente insensibile!» 
I due ragazzi ridono. Poi Scorpius inspira violentemente e ritira le mani da mio corpo. 
Mi sento come se mi avesse pugnalata ma cerco di nasconderlo. «Che succede?» 
Lui si guarda intorno un attimo confuso più balbetta «L'esame di Aritmazia di domani!» 
Si alza di scatto, strofinandosi i palmi nei pantaloni poi corre verso il suo dormitorio, lasciando Albus e me a fissarlo sconvolti. 
Scendono alcuni attimi di silenzio dopo la sua scomparsa, poi Albus schiocca la lingua e commenta «Quel ragazzo è più sclerotico di mia madre il giorno del Ringraziamento.»
Vorrei ridere, ma l'immagine dello sguardo premuroso di Scorpius si sovrappone a quella del suo riflesso dagli occhi azzurri, e tutto quello che riesco a emettere è un gemito strozzato. 
Allora mi alzo e incespico verso l'uscita della Sala Comune borbottando qualche scusa patetica a mezza voce. Le mie gambe si muovono quasi da sole e cinque minuti dopo mi ritrovo a fissare la parete nuda e ruvida del settimo piano. 
 
 
Sono a sedere di fronte allo Specchio da ormai ore, e ne sono appena consapevole. Mi stringo le ginocchia al petto, circondando le gambe con le braccia e con il mento appoggiato pigramente sulle stesse ginocchia. 
Fisso con aria assente il ragazzo dagli occhi azzurri specchiato nel vetro. 
È seduto per terra come me e mi sorride in un modo che non ho mai visto fare al vero Scorpius ma che è tremendamente affascinante. E dolce. 
Ogni tanto lui mi fa un occhiolino, o mi sfiora la mano nel riflesso e io vorrei semplicemente sentire il calore di quelle carezze. Invece mi limito a stringere le dita e a sentirle inevitabilmente cozzare tra di loro. E ogni volta mi fa più male. 
Delle volte cerco di parlargli ma lui si limita a sorridermi misterioso. 
Non mi accorgo di avere sonno fino a che non mi ritrovo sdraiata sul pavimento a fissarlo di traverso. Lui mi ha imitato e ogni tanto le sue dita fantasma mi sfiorano le braccia. 
Ricordo i suoi occhi meravigliosamente azzurri, poi la pace. Almeno fino a che una mano, e questa volta reale, non mi afferra per un braccio. «Julie! Cosa stai facendo qui!?»
Sobbalzo dalla paura, mentre mi tirano su. Il mio primo sguardo corre allo Specchio che però è prudentemente coperto da un telo scolorito.
Cerco di non lasciarmi sfuggire un gemito di protesta. Scorpius mi afferra per le spalle. «Cosa ti è saltato in mente?» 
Io sbatto le palpebre, come accecata. Confusa. Non riesco a parlare e lui mi trascina fuori dalla Stanza. I piedi mi pesano, e io non voglio andarmene. 
«Lasciami Scorpius.» pigolo debolmente, cercando di porre resistenza. 
«Non essere stupida! Riley è fuori di testa dall'agitazione! È mattino, Julie! Ed è tardi!» 
Gemo quando la luce del sole, sebbene pallido a questo punto dell'anno, mi ferisce gli occhi. «Lasciami, per favore.» piagnucolo ancora. 
Scorpius mi ignora. 
Improvvisamente sento le lacrime pungermi gli occhi. «Ti prego, Scorpius.» 
Sono sull'orlo del pianto, e lui se ne accorge. 
Si gira confuso. «Julie?» 
«Ti prego, lasciami. Non voglio venire!» mi sento una bambina di cinque anni mentre il piagnisteo comincia a farsi più serio. Un attimo dopo sto singhiozzando. 
Scorpius si avvicina cauto e mi abbracciata delicatamente, come se avesse paura di rompermi. 
Io affondo la testa nella sua scapola e piango. Non so esattamente perché lo sto facendo. So solo che ho voglia di piangere, perché lui non è quello dello Specchio. Perché lui non potrebbe mai essere così. 
Quello dello Specchio non mi abbraccerebbe così se fosse al suo posto. Quello dello Specchio farebbe di più, perché mi ama. La testa mi fa male e comincio a non riuscire a formulare più nessun pensiero coerente se non che voglio tornare indietro. 
«Scorpius, ti prego.» singhiozzo, una muta richiesta di lasciarmi tornare dentro. 
Lui si stacca leggermente da me, rigido, e mi prende la testa tra le mani. «Ascoltami Julie.»
Io scuoto la testa e singhiozzo ancora. 
«Qualunque cosa tu veda là dentro, chiunque tu veda, non è reale.» 
Io lo guardo e non smetto un attimo di piangere. 
«Non è reale. Mentre io lo sono.» le sue parole mi feriscono e se possibile singhiozzo più forte. «Riley lo è, Albus... Siamo noi i tuoi amici.» 
Tento un passo indietro verso il muro dove qualche minuto prima c'era la porta della Stanza delle Necessità. «Voglio ... Ti prego.» 
Scorpius mi afferra per i polsi, facendomi quasi male. «Riprenditi, Julie! Tu non sei così!» 
Scuoto la testa e con un debole strattone cerco di liberarmi. Che ne sa di come sono io?
«Julie!» 
Incespico nel corridoio, girandomi verso la parete. 
Sono così disperatamente concentrata che non mi accorgo nemmeno che Scorpius sfodera la bacchetta e me la punta alle spalle. Sento vagamente la formula di un incantesimo che non riesco a identificare, prima di essere sbalzata in avanti e perdere completamente i sensi. 
 
 
Quando riprendo vagamente conoscenza, capisco di essere in infermeria ancora prima di aprire gli occhi. Lo sento dal tessuto delle coperte, dalla durezza del materasso e dall'odore di disinfettante nell'aria. Aspetto ad alzare le palpebre e mi concentro sui suoni che aleggiano nella stanza. 
«...Come ha fatto a trovarlo?» bisbiglia una voce maschile a pochi metri da me. 
Solo dopo un paio di secondi la identifico come quella di Albus Potter. 
«Sai la tua brillante bugia di ieri? Quella di "Scorpius ti cercava"?» sibila Malfoy tanto piano che faccio quasi fatica a distinguere le parole. 
«Cosa vede là dentro di tanto sconvolgente?» domanda il primo sorvolando l'accusa dell'amico. 
Albus sa dell'esistenza dello Specchio? Gliel'ha detto Scorpius? Improvvisamente mi scopro trattenere un gemito di delusione. Pensavo di essere l'unica a conoscere il segreto di Scorpius. Evidentemente non sono così importante come credevo. 
«Sconvolgente?» riprende Malfoy. «Di sconvolgente assolutamente niente! Vede qualcuno! Qualcuno che evidentemente è esageratamente importante per lei.»
«Chi?» chiede Albus. 
Un sospiro. «Non lo so. Non... Lei mi ha... Mentito.»
Per un attimo mi sento un po' in colpa, e alzare e abbassare il petto mi sembra tremendamente più difficile del solito. 
«Sembri deluso, Scorpius. Eppure anche tu le stai mentendo...»
Il respiro mi si blocca in gola. 
«È per il suo bene, Albus. Lo sai.» 
«Forse ti sbagli. Dovrebbe saperlo.» commenta con un filo di voce Potter.
Scorpius si agita sulla sedia. «Non essere stupido. Non voglio che la nostra amicizia si incrini.»
«Non capisci Scorpius.» lo riprende con tono leggermente più alto. «La vostra amicizia ha già cominciato a incrinarsi. Vi mentite! E se non farai qualcosa al più presto, la perderai per sempre. Non scherzo, amico.»
«Lo so, Albus. Lo so!» la voce di Scorpius è carica di rabbia repressa. «Ci sto provando, credimi. Ce la metto tutta ma non... non riesco a vederla diversamente.»
Vederla diversamente? Cosa? Cosa non riesce a superare, quello che dovrebbe essere il mio migliore amico? La morte del fratello? È venuta fuori qualche prova? Una novità? Perché non vuole dirmelo? Cosa vuole tenermi nascosto?
«Non capisci... Forse anche lei...» 
Scorpius lo interrompe. «Shh. È sveglia.» 
Maledizione. Quando ho aperto gli occhi? Sono a malapena consapevole di stare fissando di due amici come se fosse del tutto normale. Come se non ci fosse niente di sbagliato origliare una loro conversazione senza il minimo scrupolo. 
Malfoy si alza dalla sedia e avanza verso di me. Mi poggia una mano sulla spalla, sedendosi sul materasso duro. 
«Stai bene?» chiede, ma suona più come un «Stavi ascoltando?» 
Io annuisco lentamente. «Sì.» 
Lui tossicchia. Albus incrocia le braccia al letto, appoggiandosi con noncuranza al muro. 
«Avresti potuto farti molto male, dolcezza.» commenta, uno strano incrocio tra malizioso e paterno. 
Mi limito a guardare Scorpius. Lui sembra in imbarazzo. «Chiamo l'Infermiera. Vorrà visitarti.»
Fa appena in tempo ad alzarsi e girarsi che lo richiamo. «Sto bene.» 
Lui china la testa di lato verso il basso, come a sbirciarmi con la coda dell'occhio. Poi si volta, fronteggiandomi. «Mi sono spaventato. Non volevo colpirti così forte.» 
Improvvisamente, come se lo notassi solo in questo momento, realizzo di cosa sta parlando: era suo l'incantesimo che mi ha schiantato.
«Non...» Non cosa? Non importa? Certo che importa. Lui è mio amico. Lui più di tutti dovrebbe capire. 
«La situazione mi é sfuggita di mano, ma tu, Julie, tu eri fuori di testa.» fa un passo più vicino. «Non puoi andare mai più lassù.» 
Il mio cervello sembra elaborare terribilmente lentamente, ma la mia reazione è quasi spontanea.«Cosa? Cosa?! Con quale coraggio me lo dici tu? Con quale coraggio?» 
Mi metto a sedere sul letto e la testa mi gira, ma non mi arrendo. So che ha ragione, lo capisco, ma odio il fatto che sia proprio lui a dirmelo. 
«Tu non capisci: io sono cambiato.» 
Non mi accorgo nemmeno di essermi messa in piedi. Albus ci guarda scettico e allarmato, ma non fiata. 
«Sì! Sì che lo capisco! Ma anche io lo sono! E tu ti ostini a non fidarti di me! Siamo amici da una vita! Cosa ho fatto di male?!» urlo tentando qualche passo verso di lui. 
«Niente! Ma stanne semplicemente fuori!» 
Lo schiaffo parte prima che io possa pensarci: la mia mano destra si schianta con un sonoro schiocco sulla sua guancia. «Non sono una marionetta, Scorpius Malfoy. Ho dei sentimenti, porca miseria!»
Lui afferra violentemente il mio polso. La mano ancora mi pulsa per la forza con la quale l'ho colpito. 
«Non sto insinuando niente di tutto ciò.» sibila lentamente, il fiato corto dalla rabbia. «Io ci sto lavorando, okay? Sto cercando di affrontare il mio problema. E per una volta tu devi starne fuori!» 
Con uno strattone mi libero dalla sua presa, ma quando parlo la mia voce è incrinata e gli occhi mi diventano irreparabilmente lucidi. «Perchè?» urlo. «Perchè non possiamo farlo insieme come abbiamo sempre fatto? Perché mi stai tagliando fuori dalla tua vita?» 
«È complicato.» è la sua giustificazione. 
«No!» e questa volta faccio fatica a riconoscermi, tanto sono sconvolta. «No! Non lo è! Complicato sei tu! Complicato è il tuo cervello!» 
Lui fa un passo più vicino e io istintivamente indietreggio, stringendomi nelle spalle. 
«Julie...» 
«È tutta colpa tua, Scorpius. È tutta colpa tua! Tutto questo!» 
Lui mi chiama per nome ancora un paio di volte, ma io mi limito a piangere silenziosamente, a testa bassa. Dopo un paio di minuti Albus di intromette.
«Scorpius, penso che sia meglio che tu vada.» 
Lui annuisce e si volta. 
«E che non torni mai più...» sussurro a me stessa, ma so che mi ha sentito perché gli si irrigidiscono le spalle. 
«Ci vediamo in dormitorio, Albus.» poi chiude le porte dell'infermiera dietro di sè, e io mi sento morire. Perché questo sembra tanto un addio. 
 
 
 
 
 
Angolo dell'Autrice:
Mmmmm non sono così entusiasta di questa storia come ero un anno fa. Anzi, quando ho cominciato a scriverla era decisamente più di un anno fa. Mi da suoi nervi Julie. Ahahah. Grande Alice, che odi il tuo personaggio principale. 
Ma ormai voglio finirla, visto che ho praticamente già tutto scritto. 
Grazie a tutti come sempre, 
Spero che ai vostri occhi non sembri così banale come suona a me -che sono mesi e mesi che la rileggo. Forse mi sono semplicemente intestardita su cercare di fare qualcosa di meglio, e non mi riesce. 
Ci vediamo al prossimo aggiornamento che spero di fare dopo l'orale di maturità. 
Che Dio mi aiuti, ahahah
Pace e amore, A presto,
 
Alice
 
   
 
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