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Autore: frosty lily    29/06/2015    2 recensioni
Ora escono per dirigersi verso l’edificio dove si terrà la riunione. Una trappola per topi, in realtà. Ma loro, ignari di ciò, entrano. Ed ecco il mondo intorno a loro farsi confuso e sbiadito, come un quadro a contatto con la trementina.
E il mio gioco ha inizio. La disperazione regnerà su questo edificio, su queste sedici nazioni e sul mondo!!!
Solo a pensarci inizio a sbavare… ops…
Beh, che il gioco degli omicidi abbia inizio!!
(tratto dal prologo)
AVVISO: Angst e lacrime a non finire, presenza di OC e possibile OOC.
Genere: Angst, Drammatico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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~~Kiku si svegliò nel buio più totale. Era sdraiato su qualcosa di liscio e freddo. Un tavolo, forse, oppure… un banco?
Si alzò e cercò a tentoni la porta. Non fu facile e rimediò una serie di ginocchiate dolorose, tanto che a un certo punto fece un bel capitombolo. Ma riuscì in qualche modo a raggiungere la porta e aprirla. Fuori c’era tanta luce, e ciò gli permise di vedere bene quel posto. Era una classe. Sul cartellino vicino alla porta era scritto: 2-B.
Aveva saputo in precedenza che dovevano trovarsi in una ex scuola, e la cosa lo rassicurò. Dopotutto, se era lì voleva dire che non era stato portato da un’altra parte. Meglio così.
Però, gli sembrava che mancasse qualcosa. Qualcosa di importante… ecco!!
Dov’era Miku? Era con lui quando erano entrati, ne era sicuro. Controllò bene la classe, ma non c’era traccia di sua sorella. Uscì, dunque, e percorse il corridoio.
Prese un mezzo infarto quando una vocina stridula si fece sentire da un altoparlante.
“Upupupupu!! Vedo che siete tutti svegli bastardelli!! Riunitevi in palestra, per favore. Anzi, senza ‘per favore’, andateci e basta!!! Passo e chiudo.”
Kiku era ancora mezzo scioccato. Inoltre gli sembrava di riconoscere quella voce e quel modo di parlare, ma era come se i suoi ricordi fossero stati annebbiati e cancellati.
Dal momento che non aveva la più pallida idea di dove si trovasse la palestra, stabilì di andare a caso.
Svoltando un angolo, si trovò davanti una faccia familiare. E spaventosa. Natalia Arlovskaiya stava in piedi in mezzo al corridoio.
“Hai visto mio fratello?” fu la sola cosa che gli chiese.
“No, mi dispiace Belarus-san.”
“Mph”
“Allora siete qui anche voi?” esclamò una voce alle loro spalle. La voce di Roderich Edelstein.
“Così pare, damerino.” ridacchiò Gilbert Beilschmidt.
“Frefreeee!!! HO PAURAAAA!!”
“Piantala di aggrapparti, pesi.”
Le voci di Charlotte Kirkland e Freja Bondevik si fecero sentire da un corridoio poco lontano.

Poco dopo, l’esiguo gruppetto si dirigeva verso la palestra, nella direzione indicata da una planimetria trovata per strada.
Si trovarono finalmente davanti a quella porta grande e robusta. Gilbert spinse il maniglione ed entrarono finalmente nella palestra.
Ad accoglierli, dei volti familiari.
C’era Elizaveta Hedervary, che appena vide Roderich si fiondò da lui.
C’era Ivan Braginski, che diventò bianco come un cencio nel momento esatto in cui Natalia entrò nel suo campo visivo.
C’era il ‘trio romeno’, Vladimir e Dasha Lupei accompagnati da Andrei Stoev.
C’erano Erin e Richard Kirkland, a debita distanza l’uno dall’altro.
C’erano Lukas Bondevik ed Emil Steilsson, più composti nelle reazioni ma ugualmente sorpresi.
E c’era Miku, stava bene, era lì. Kiku si sentì più sollevato. Ma qualcosa non andava. La ragazza aveva un’aria preoccupata, per qualche ragione.
Veloce le si portò vicino “Qualcosa non va, Miku-san?”.
“Onii-chan… questa situazione non ti ricorda qualcosa?”
“In effetti si ma… non riesco a ricordare cosa…”
“Io si, invece. Per questo mi preoccupo… davvero non ti ricordi di Danganronpa?”
Giappone sussultò. Tutto, tutto ma non Danganronpa!!! Erano in guai seri.
Miku lo guardò preoccupata “Che facciamo??”
“Non lo so, non lo so!!! Se è davvero come pensiamo, allora siamo in guai seri.”
“Di cosa discutete?”
Il trio romeno al gran completo era sbucato alle loro spalle.
Magnifico. Nessuno dei due giapponesi proferì parola. Parlare o non parlare?? Se le loro preoccupazioni fossero state infondate?? E se anche fossero state fondate, ci avrebbe pensato il mastermind a spiegarle per bene.

“Bilancio delle vittime predefinito?”
“Una decina, se sono come gli altri. Se ci va meglio, anche tutti e sedici.”
“Perfetto.”

“Upupupupu~”
Tutti e sedici avvertirono un brivido correre lungo le loro schiene.
“Salve, bastardelli!!! Bando alle ciance, è meglio che vi spieghi subito le regole di questo magnifico gioco!!”
Oh no…
“Scommetto che volete tutti uscire da qui, non è verooo?? Bene, però prima dovete fare una cosa…”
Non dirlo, non dirlo…
“Una cosa semplice… per uscire dovete semplicemente uccidere qualcuno!!”
Inutile dire che i sedici andarono nel panico e i fratelli Honda più di tutti.
“COSAA???” nemmeno Roderich riuscì a mantenersi composto.
Si diffuse in pochi secondi un mormorio confuso, Charlotte si buttò al collo di Freja. Letteralmente.
Richard fece un passo avanti.
“Due cose.  Uno: non me la racconti giusta; due: DOVE SEI???”
Gli altri quindici dovettero dargli ragione. La voce non si era mostrata.
“Se proprio insistete… lo so che tutti muoiono dalla voglia di vedere la mia bellissima faccia…”
Da dietro un piedistallo che nessuno aveva notato sbucò quello che sembrava un orso di peluche. Metà del corpo era bianco, con gli occhietti neri e un sorrisino da peluche. L’altra metà… era completamente nera, a eccezione dell’occhio rosso e del ghigno sadico. Inquietante…
“Il mio nome è Monokuma e sono il vostro adorabile preside! Upupupu…”
Erano tutti scioccati, un balsamo per gli occhi dell’orsettto.
“Ma! Torniamo ai discorsi importanti… in effetti il nostro Richard aveva ragione. Non è così semplice… se qualcuno viene ucciso dovrete indagare e discutere i risultati in un processo.
E se il colpevole viene scoperto sapete cosa succede??” il ghigno dell’orso si allargò smisuratamente “Viene punito.”  Monokuma si prese un’altra pausa a effetto e poi aggiunse: “Con la pena capitale.”

 


*Angolino dell’autrice*

Zalveeee!!! *schiva gli arpioni*
Che c’è? Volete uccidermi perché mi sono inventata di trascinare alcune nazioni in un gioco simile??
Fate pure  u.u  
Danganronpa e Hetalia non mi appartengono.
Addio.  *esce di scena*

  
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