Note
dell’autrice: Ciao a tutti. Eccomi qua con il secondo capitolo. Ci tengo a
precisare che questa storia non è mia ma di un’autrice straniera, il cui nome è
quello dell’account.
Ho
visto comunque che ha riscosso un certo successo e ne sono contenta perché, a
mio parere, è una storia molto bella.
Ora
che la sto traducendo poi, la sto capendo più a fondo, di quanto abbia fatto
mentre la leggevo nella lingua originale.
Comunque,
anche qui non può mancare:
L’ANGOLO
DELLE RECENSIONI:
X
CAOMEI: Scusa se non ti ho ringraziato nel capitolo precedente, ma il fatto è
che li ho postati così in fretta, uno dietro l’altro, che non mi è venuto in
mente di controllare le recensioni. Grazie 1000 e spero che la tua curiosità
venga appagata.
X
BILU_EMO: Grazie per i complimenti, ne ho veramente bisogno. Fare una traduzione
è più difficile di quanto sembri, perché devo cercare di riportare l’esatto
significato che l’autrice voleva dare a determinati punti e spesso non torna un
granché. Spero che continui a seguirla e che ti possa
soddisfare.
X
ROBERTINA92: Beh, spero di non aver tardato troppo. Comunque, come ho detto
nell’introduzione, la storia non è mia (vorrei che lo fosse). Spero che possa
continuare a piacerti, sempre che la mia traduzione sia
corrette.
X
YURI5: Davvero hai ripreso a scrivere? Allora spero di leggere presto uno dei
tuoi lavori. Ci tengo.
X
ANY IKISY: Wow, ti è addirittura tornata la passione? Sarà contenta
cruelfeline.
Spero
che continuerai a seguirla e che la tua passione per questo fantastico
personaggio non sparisca mai.
Bene,
dopo questo piccolo intermezzo passiamo al capitolo ok?
Buona
lettura
Capitolo 2
Come spesso
accadeva quando aveva un incontro ravvicinato con Ghish, la mente di Strawberry
si svuotò momentaneamente.
Tutti i pensieri
volarono via, tutto, da cosa aveva mangiato a cena la sera prima a, e questo non
poteva ammetterlo, specialmente con sé stessa, il suo amore per
Mark.
Sparì tutto nelle
braccia dell’oblio, quando quello sguardo dorato, così penetrante, così
spaventosamente intenso, si fissò su di lei. Di solito, dopo questa eliminazione
dei pensieri, la prima idea per cercare di riportarli con esitazione alla luce
comprendeva qualcosa del tipo “Stai
lontano da me fanatico pervertito!”
Mentre gli
ingranaggi del suo cervello riprendevano lentamente a girare, Strawberry capì
che quel giorno era diverso.
“Sembra diverso. Ha ancora il suo sorrisetto,
ma qualcosa non va, qualcosa manca, qualcosa non va…”
Dopo una rapida
occhiata lanciata al corpo dell’alieno, lei trattenne bruscamente il respiro, ma
non nello stesso modo imbarazzato, causato di solito dalla comparsa dell’alieno,
bensì con orripilata sorpresa.
La maglietta era
strappata dalla parte sinistra, dal colletto fino al petto; tra i due bordi lacerati, poteva vedere
il tremendo squarcio rosso di quella spaventosa ferita profonda che, lei sapeva,
aveva guadagnato durante la recente battaglia contro il Cavaliere
Blu.
“Sono già passate
alcune settimane, no? Allora perché non si è…?”
Il verde scuro dei
suoi capelli era illuminato da un sottile strato di ghiaccio e neve le ciocche
di capelli, legate nei tipici codini erano irrigidite dal
gelo.
Poteva vedere il
ghiaccio sulle lunghe ciglia di lui.
Improvvisamente, si
rese conto che il lieve tremore delle sue dita era solamente una conseguenza dei
brividi che gli stavano tormentando il corpo.
Improvvisamente,
vide che la sua pelle era più pallida del normale.
Si accorse che il
suo respiro che si era stranamente arrestato, che la sua stessa presa sul suo
mento non erano neanche la metà, di come erano di solito.
Tutto questo lo
capì in un battito di ciglia, prima che riuscisse a muoversi di nuovo: arretrò
liberandosi con uno strattone, con gli occhi sbarrati e la mano che andava
istintivamente ad afferrare la spilla per la trasformazione, prima che si
fermasse a metà strada.
“Cosa…. Cosa stai
facendo qui Ghish?” cominciò, con la voce più dolce, rispetto al solito urlo di
accusa con cui lei reagiva di solito. Le sue mani erano sospese sulla spilla;
inghiottì cautamente, prima di continuare: “ Perché non sei con
Pai?
E Tart? Non… non
dovresti..”
La sua voce si
rifiutava di servirla. Si morse le labbra, mentre pensieri contrastanti le
giravano nella testa. Come avrebbe voluto che fosse tutto come al solito; come
avrebbe voluto trasformarsi e costringerlo ad andarsene da lei, con le solite
urla e le solite dichiarazioni di fedeltà nei confronti di Mark. Avrebbe persino
voluto udire le possessive risposte di Ghish, persino le sue richieste
ricattatrici per lei, qualsiasi cosa che facesse diventare la situazione
normale.
Mentre l’alieno si
posava lentamente sul balconcino, mentre i suoi occhi continuavano a fissare la
ragazza che continuava ad arretrare, lei si accorse che i suoi desideri erano
futili.
Erano stati
completamente cancellati dal modo in cui lui si appoggiava al davanzale della
finestra, dal modo in cui una spaventosa disperazione leniva i suoi occhi, dalla
voce di Lory che la rimproverava dolcemente, guidandola verso il pensiero: “E’ ferito”
“Non mi prenderanno
gattina. Strawberry…”
Alla ragazza venne
improvvisamente che lui sarebbe potuto entrare comodamente dalla finestra; si
allontanò per lasciargli tutto lo spazio di cui avrebbe avuto
bisogno.
Questa idea si
impossessò della sua mente, le sue dita accarezzarono la spilla, mentre la paura
prendeva il comando, solo per venir meno velocemente, quando lei si accorse, con
un’ondata di un orrore diverso, che lui non aveva la forza di sollevarsi oltre
il bordo della finestra.
“Ghish…” l’alieno
la interruppe bruscamente, con solo un’ombra del suo tipico sorrisetto a
sollevargli le labbra, mormorò: “Non lo faranno. Profondo
Bl…”
Con gli occhi
perennemente sbarrati, le mani tremanti, Strawberry lo vide tossire
violentemente, vide delle gocce scarlatte decorare la neve sul
davanzale.
“Profondo Blu?”
pensò agitatissima
“Profondo Blu ha… Può aver
fatto….?”
I suoi pensieri
fluivano in frammenti pieni di panico, ma infine riuscì ad arrivare alla sua
conclusione: poteva Profondo Blu averlo bandito? Strawberry non sapeva quasi
nulla riguardo a quel misterioso essere che gli alieni sembravano seguire ma,
considerando il rispetto con cui parlavano di lui, sembrava che fosse
perfettamente capace di ordinare una cosa del genere. Se l’aveva fatto, se Pai e
Tart stavano obbedendo, allora questo significava…..
“L’hai capito,
Strawberry.” Sussurrò lui oltre le pungenti folate di vento, così dolcemente,
così supplichevolmente, che la ragazza udì appena l’ultima sillaba uscire dalle
sue labbra, prima che le ginocchia gli cedessero, che i suoi occhi si
chiudessero di colpo, e che lui collassasse a terra.
La sua caduta
sembrò durare un’eternità, o almeno questo sembrò a Strawberry, mentre guardava
il suo corpo esanime. I suoi occhi seguirono la sua eterna discesa, lo fissavano
in uno stato di shock paralizzante,
esattamente come quello dell’ultima volta quando lei, così presa
dall’incredulità, l’aveva lasciato scivolare via dalla sua
presa.
Improvvisamente
quel momento le esplose vivido e forte nella mente attonita. Ed i momenti
successivi scorsero ad una velocità tale che non sarebbe più riuscita a
figurarsela. Inconsciamente, si ritrovò a piegarsi per metà fuori dalla
finestra, le sue braccia circondarono la vita dell’alieno, nel chiaro intento di
impedirgli di colpire il pavimento del balconcino.
Un secondo più
tardi era riuscita in qualche modo ad issarsi e ad uscire fuori, sorreggendo
sempre il corpo senza sensi di Ghish (Ed ecco a voi Wonderful woman
ndBebbe5).
Si inginocchiò
davanti a lui e, mentre il corpo dell’alieno le cadeva addosso, la sua testa si
appoggiava sulla spalla di lei, la ragazza si accorse dov’era e cosa stava
facendo. Più tardi, si sarebbe chiesta cosa l’aveva trattenuta dal lasciare
cadere il corpo di lui lì senza pensarci due volte.
“Che sto facendo?”
si chiese a voce bassissima, irrigidendosi quando un soffio di gelido vento le
arrivò in risposta. Cosa stava facendo, esattamente? Abbassò lo sguardo sul suo
nemico svenuto, osservandolo attentamente. Si morse le labbra con disperazione;
per farla breve era ferito gravemente e quasi congelato.
“Non lo posso
lasciare così, no?”
Di nuovo, il
ricordo di quella battaglia, di lui che la risvegliava, delle sue suppliche le
riempì la mente. Strawberry respirò profondamente, mentre la sua decisione si
rafforzava. Non l’avrebbe lasciato, non così.
“Non posso, non
quando è in questo stato”
La sua bocca
assunse un’espressione determinata, lei si chinò ancora di più, riversando Ghish
sulla schiena e tra le sue braccia, con quanta più cura
possibile.
Temprandosi per
quella che sarebbe stata un’ardua impresa, cominciò a sollevarlo, solo per
rendersi conto di quanto leggero fosse.
Lentamente,
cautamente, si riarrampicò nella sua stanza, aprendo completamente la finestra
con la sua schiena, prima di farci passare l’alieno
attraverso.
Il silenzio fu
presto interrotto dal sospiro di sollievo di Strawberry, mentre scavalcava con
una gamba il davanzale.
“E
adesso?” si chiese,
passando in rassegna la sua stanza e lasciando infine cadere il suo sguardo sul
letto. Ad un momento di esitazione rispose con un: “E’ tutto quello che c’è” mentre attraversava la
stanza.
Lo stese
cautamente, sempre pensando alla grossa ferita che, se ne accorse con orrore,
stava appunto sanguinando.”Si deve essere
riaperta..”
Strawberry andò a
chiudere la finestra, poi tornò da Ghish che giaceva bocconi, osservandolo molto
attentamente. Mentre lo faceva delle lacrime non richieste, non volute, ma
inevitabili, le riempirono gli occhi.
Era così abituata a
vederlo malizioso, vivace, crudele, rapido e scaltro, che era stata scioccata
dal modo in cui era caduto diverse notti prima, dopo la distruzione del chimero
dei sogni. Ora, nel vedere i bordi scoperti di quella ferita non guarita, i
numerosi lividi che il Cavaliere Blu gli doveva aver lasciato, il vedere il modo
in cui il suo corpo, che giaceva privo di sensi, continuava a tremare per il
freddo (Per quanto è rimasto là fuori?),
chinò la testa, in una sorta di vergogna che non riusciva a spiegarsi, ma
che sapeva di meritarsi in qualche modo.
Non comprendeva
quel nuovo sentimento, quella non voluta serie di dichiarazione sulla guerra da
parte di Lory. Non voleva quelle complicazioni, quei suggerimenti. Voleva solo
una divisione tra amici e nemici, ma mentre guardava il ragazzo davanti a lei,
che una tale situazione le era giunta tra le braccia, da quando Mash aveva
rivelato la presenza di Ghish. Ora, mentre scostava dolcemente con una mano le
ciocche di capelli congelati dai suoi occhi, Strawberry prese una silenziosa
decisione.
“Non ti lascerò
morire”.
FINE DEL
CAPITOLO.
Mhm,
la storia comincia a prendere forma eh? Ben, spero che vi sia piaciuto.
Una
cosa che non ho detto: se vi serve un po’ di ispirazione sul rapporto tra Ghish
e Strawberry e siete stufi di cercarlo nell’anime, vi voglio consigliare un
bellissimo film, in cui c’è una situazione simile: Labyrinth, con Jennifer
Connelly e David Bowie.
E’
veramente bello, anche se può sembrare da bambini, specialmente le scene
finali.
Ok,
grazie a coloro che hanno letto e che continueranno a farlo e grazie a MewKimiko
che ha messo la storia tra i preferiti.
A
presto
Bacioni
Bebbe5