Percorsi l'intero corridoio, risalii in fretta la rampa di scale che collega il secondo e il terzo piano della villa, per poi con un scatto fulmineo raggiungere la camera che anni addietro fu di mio padre. E in tutti quegli anni nulla era cambiato. Tutto, dalla disposizione dei mobili, a quella dei libri e obsoleti audiocd di cui era ricolma la libreria,era rimasto immutato negli anni, per quanto potessi ricordare. E la mia memoria è difficilmente ingannabile. Chiusi la porta alle mie spalle, avvicinandomi alla libreria, sfiorando con le dita la copertina di vari volumi, alcuni antichi, appartenuti di certo a Carlisle, nei primi anni della sua non esistenza. Dei veri pezzi da museo. Ma tra quelli ne scelsi un altro, ben più recente.
L'odore era inconfondibile, pelle sintetica...Inchiostro da stampante... Reagenti chimici...
Un album di fotografie.
Lo sfilai lentamente e me lo portai dietro mentre mi buttavo sul divano in pelle nera (che sostituisce il letto,che in una casa in cui nessuno dorme diventa di certo un oggetto inutile) rivolto verso l'ampia vetrata, anche questa orientata verso il bosco. Mi sdraiai, stendendo una gamba sui comodi cuscini imbottiti mentre l'altra semipiegata penzolava dal lato opposto. Posai il capo su uno dei braccioli, tirandomi indietro i capelli neri, abbastanza lunghi da scivolarmi fastidiosamente sugli occhi, per poi aprire delicatamente l'album.
Davanti i miei occhi, ordinatamente incollate alle pagine bianche, fanno bella mostra di se decine e decine di fotografie. Per la maggior parte ritraevano me e Nessie durante la nostra crescita accelerata. Ovviamente in ogni foto indossavamo un diverso abitino, o completino, o combinazione di maglia e jeans per me e canotta e gonnella per Nessie. In alcune vestivamo addirittura alcuni completini coordinati tra loro. Vergognoso! Se qualcuno volesse mai ricattarmi, non dovrebbe far altro che impugnare queste foto e sarei alla sua mercé!
Ti imbarazzi come un comune adolescente...
Pensai, sollevando un angolo della bocca, in quello che voleva essere l'ombra di un sorriso. Ma era qualcosa in più...
Era quasi divertente rendersi conto di come apparentemente quelle immagini parevano coprire un arco di tempo tra i sedici e i diciassette anni, ma in realtà coprivano un lasso di tempo decisamente inferiore: una decina d'anni appena. E che pur essendo anagraficamente poco più che adolescenti, io e la mia gemella, superammo in tutti i sensi quel periodo circa a dieci anni di età. Potevamo paragonarci a dei trentenni, in quanto a pensieri e azioni. E ci vantavamo pure di essere ben più maturi della maggior parte degli umani di quell'età.
Continuai a sfogliare l'album, finchè le foto non finirono. Ritraevano sempre noi due gemelli, in alcune compariva Jake, altre erano dei nostri primi piani, davvero belli in verità.
Beh, noi siamo belli. I vantaggi di essere per metà vampiri.
Soprattutto Nessie. Con la crescita ha guadagnato lineamenti angelici ,un corpo snello e perfetto sotto ogni aspetto, lunghi capelli rossicci, ereditati da papà, ma riccioluti come quelli di nonno Charlie, e due grandi occhi scuri, come quelli della mamma. Io, almeno così ho sempre creduto anzi ne sono convinto, sono di una bellezza meno appariscente. Stessi lineamenti perfetti di mia sorella, un corpo atletico e resistente come roccia, gli occhi verdi di quando mio padre ancora aveva un cuore palpitante, e capelli scuri e lisci ereditati dal ramo materno. Probabilmente per le mie possibili prede sono bello come un dio. Ma un dio è perfetto, io non lo sono mai stato.
Corrugai appena la fronte,al ritrovarmi improvvisamente davanti una pagina immacolata. Preso dai miei ragionamenti,me ne accorsi solo dopo averla lungamente fissata e ne rimasi sorpreso. Ci sono ben poche cose capaci di sorprendermi. Ero certo di ricordare ci fossero altre foto, le avevamo inserite non molto tempo fa io e la mamma.
Volevamo qualche foto che ritraesse finalmente l'intera famiglia Cullen, non solo i suoi membri più giovani. Voltai ancora qualche pagina ed infatti eccole la. Non ricordavo che qualcuno le avesse spostate. Cominciai ad osservarle, mentre passavo da una foto all'altra, mi accorsi che cominciavo a sorridere, sempre più sinceramente. Per la seconda volta in pochi minuti mi sorpresi.
Ah...Le influenze umane!
Mi soffermai sull'ingrandimento di una foto, da sola occupava un intera pagina trasbordando esattamente di un millimetro e mezzo su tutti i lati.
L'unica foto che ci ritraesse tutti insieme. Si sarebbe potuto trattare di una foto d'epoca, data la posa inusuale, se non fosse per particolari non indifferenti come la qualità ottima delle immagini,la brillantezza dei colori, e il vestiario moderno, curatissimo e griffatissimo, che esibivamo con noncuranza.
Al centro del gruppo, risplendeva la coppia formata da coloro che abbiamo sempre considerato capostipiti della famiglia: Carlisle ed Esme, seduti su sedie dall'aspetto antico, le preferite della nonna. Entrambi sorridevano dolcemente verso l'obiettivo, come se sapessero che prima o poi avrei dato un occhiata a quell'immagine. Al loro fianco, anch'esse sedute, le sorelle di mio padre, Alice e Rosalie accanto a Carlisle, Nessie e mia madre Bella sorridono accanto a Esme. Il resto di noi sostava in posa alle loro spalle, ognuno posto dietro la propria compagna, a differenza di me che, poggiandole entrambe le mani sulle spalle, stavo dietro Nessie. Zia Alice ci avrebbe voluto al centro, alle spalle dei nonni, ma riuscimmo a convincerla con mia grande gioia, che in questo modo la foto sarebbe stata poco equilibrata.
Odio trovarmi al centro dell'attenzione.
Continuai a fissare quella foto non so per quanto. All'imbrunire, credo, mi addormentai.