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Autore: vermissen_stern    01/07/2015    1 recensioni
Sono passati quattro mesi dal matrimonio disastroso in cui Kid Muscle e Kevin Mask hanno quasi dato la vita per poter redimersi da una accusa infamante. Robin Mask a breve diventerà padre per la seconda volta, mentre Warsman ha preso la sua decisione di allenare il cugino di Kevin alle tecniche di famiglia. Ed i ragazzi della Muscle League hanno deciso di prendersi una vacanza dopo la Corona Chojin... il punto è: quanto a lungo potrà durare tutto questo? ed il matrimonio è davvero la cosa giusta da fare?!
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kevin Mask, Kid Muscle, Nuovo personaggio, Robin Mask, Warsman/Lord Flash
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Reignite '
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Non sarebbe stato un viaggio troppo complicato, ma terribilmente lungo almeno per quanto riguardava alcuni dei viaggiatori presenti quello si.

La sveglia era stata per le sei in punto, eppure invece di un allegro buongiorno, avvenuto solo nella stanza che Alexandria Meat condivideva con gli altri ragazzi della Muscle League, ciò che calò nel gruppo aveva i connotati di un silenzio imbarazzante. Dalla partenza al piccolo albergo in cui soggiornavano, fino a tutto il tragitto in pullman che portò l’intero gruppo alla stazione, e poi da li preso il treno che li portò fino al molo, ben poche parole si udirono se non quelle inerenti alla missione in corso e al lungo viaggio che li attendeva. Molti lottatori si persero a guardare il paesaggio parzialmente innevato che si apriva davanti ai finestrini, oppure passare lungo tempo nel vagone ristorante non godendo della compagnia di Hammy e Warsman che continuavano a starsene in disparte e lontani.

Il motivo di tutto quel silenzio era ovvio, dato che ne Emerald ne Lord Flash si erano rivolti la parola stando ben attenti a non guardarsi neppure in faccia e, oltretutto, sedersi il più lontano possibile l’uno dall’altra una volta saliti sul pullman e stanziarsi in carrozze differenti sul treno. Già solo a guardarli così neri in faccia, senza tener conto che la marchesa teneva nascosti gli occhi dietro un paio di spessi occhiali da sole presi direttamente al negozio di souvenir dell’albergo, lasciava intendere che tra loro due doveva esserci stata una discussione assai tesa… ma era stata proprio l’aura che emanavano, del tipo “provate a fare domande e vi scortichiamo vivi”, che aveva fatto desistere l’intero gruppetto, persino quell’irriverente di Kyle Mask dal commettere l’errore di chiedere se tutto andava bene.

Un viaggio teso, ma mai quanto quello sul traghetto una volta raggiunto il piccolo molto segnalato dagli organizzatori del prossimo evento. A quanto pare il mezzo di trasporto non era di casa Lancaster, per quanto fosse stato pagato assieme a tutto il resto tra mezzi di trasporto e vitto. Da quel che aveva capito il piccolo allenatore del principe Kid il marchese non aveva su Amazon la stessa influenza che aveva sulla Terra tanto che le autorità religiose non apprezzavano molto le sue intromissioni, e sempre a quanto pare non tutti i templi apprezzavano che i due sposi affrontassero il viaggio tra mille comodità come avevano poi ben scoperto durante le loro avventure.

Benchè la somma sacerdotessa del Tempio dell’Amore non avesse accennato a patimenti feroci e aiuto negato proveniente dall’esterno, persino il Tempio del Sacrificio aveva lasciato loro alcune comodità e l’unica restrizione era stata all’interno del ring, a quanto pare gli altri agivano in maniera autonoma lasciando intendere che ogni luogo sacro avesse la sua autorità per quanto rispondessero ad un'unica fede.

Ma in fin dei conti cosa le importava a quella strega se non era di sua competenza? E qualsiasi comodità comunque non avrebbe reso il viaggio meno stressante. Se lady Erza pretendeva che i suoi penitenti giungessero fino al suo tempio patendo il freddo e il poco ossigeno, in egual misura gli uomini del Tempio della Costanza desideravano un viaggio sobrio seguendo le tappe da loro chieste come da telegramma recapitato quella sera stessa all’albergo in cui avevano sostato.

Avevano avuto la magnanimità di non farli passare per le vie più interne e antiche di pellegrinaggio, ora situate nelle Terre Perdute, per optare per un vecchio traghetto ormai prossimo al smantellamento e con della cabine letto davvero passabili… se si poteva definire passabile le pareti metalliche scrostate di ruggine, le cuccette sfondate e con le molle che trapanavano la schiena dei poveri viaggiatori fino a giungere al rancio offerto dal cuoco fatto di rape rosse e cipolle. Ma ci si doveva accontentare e persino la Lancaster parve non avere storie per quel trattamento tutt’altro che principesco continuando a rimanere chiusa in un silenzio poco gradevole. Oltre che farsi vedere poco se non scambiando qualche battuta amichevole verso i ragazzi della League.

Un atteggiamento che preoccupava Meat, ripromettendosi di parlarle poiché il gruppo, e lei stessa, non avevano bisogno di altra tensione negativa, ma mai come la ferocia di Lord Flash nell’allenare il suo nuovo pupillo. Attualmente l’allenatore della famiglia reale dei Muscle si trovava all’interno della stiva di carico del traghetto, e nel mezzo dei container vi era uno spiazzo circolare abbastanza grande e ben illuminato da permettere ad un drappello di uomini di potercisi allenare.

Proprio lì il giovane rampollo della famiglia Mask cercava di allenarsi alla Croce Ribaltata grazie anche all’aiuto offerto da Jeager e Kid Muscle, ma gli allenamenti si stavano dimostrando alquanto difficili per un esercizio solo in apparenza, almeno per Meat, facile da eseguire. Come se non bastasse Warsman non era di nessun aiuto al ragazzo, non lo incoraggiava in nessun modo ma anzi, denigrandolo con una aggressività fuori dal comune.

Attualmente il giovanotto di origini inglesi stava cercando di effettuare la propria mossa su un Jeager piuttosto provato da quegli allenamenti tutt’altro che all’acqua di rose, e lo sforzo evidente di renderla alla perfezione mostrava tutta la vera difficoltà del caso.

– È tutto quello che riesci a fare?! – tuonò un Warsman piuttosto insoddisfatto dalle prestazioni del proprio allievo – questa è una tecnica che va eseguita in fretta! E tu hai permesso al tuo avversario di prenderti le caviglie! Come pensi di potergli spezzare la schiena se lasci che ti prenda così?!! –

– Nnh… g-già… perché non riesci a fare di meglio?! –

A parlare era stato il lottatore di origini tedesche, e benchè avesse detto una mezza battuta cinica non è che le sue condizioni fossero messe meglio data la spina dorsale messa sotto sforzo. La scena era dunque la seguente: Jeager era al centro di quell’arena improvvisata ben bloccato dalla presa di Kyle Mask, alle sue spalle e a testa in giù reni contro reni, e tuttavia per quanto i muscoli della sua schiena fossero in tensione era comunque riuscito a mettere entrambe le mani sui piedi dell’avversario ben chiusi ad X. Faceva fatica a respirare e Kyle sembrava volergli torcere il collo oltre che sfiancargli la schiena con quella posizione assurda, senza contare che aveva le caviglie bloccate dalle mani dell’avversario e dunque ogni movimento di fuga gli era precluso. Ma ciononostante sapeva resistere a quella sua bizzarra tecnica, nonostante entrambi i lottatori fossero madidi di sudore e con i volti arrossati per quello sforzo immane.

– Si che posso… fare di meglio! – grugnì Kyle, in evidente stato di sforzo fisico e mentale nel non voler deludere il proprio allenatore – dammi solo… il tempo di…!–

– Tu non ne hai di tempo! Kyle Mask! – tuonò con voce cupa il russo, girando attorno e con calcolata lentezza ai due lottatori per poi inginocchiarsi proprio davanti al suo pupillo. Pareva come un gatto che aveva messo all’angolo un povero topo, pronto a dargli la mazzolata finale – a breve raggiungeremo le Distese Sibilanti e tu NON hai ancora appreso una tecnica che pensavo, erroneamente, ti calzasse a pennello… mi hai molto deluso, Kyle Mask. Sei solo buono a dare aria alla bocca, dato che tuo cugino avrebbe appreso questa tecnica in pochi minuti scarsi! –

Quella fu la mazzata finale verso un ragazzo che da più di un’ora stava cercando di apprendere quella tecnica elegante senza non poca fatica, ed un grido rauco di frustrazione gli uscì dalla bocca nel momento esatto in cui Jeager, anche lui stremato, riuscì a liberarsi della presa e, facendo forza sui piedi ora liberi, agguantandolo meglio per le gambe riuscì a lanciarlo contro il container più vicino. Il metallo della grande cassa rossa si piegò sotto la forza sovraumana sviluppata dal giovane chojin, e dietro la schiena di Kyle si generò una profonda ammaccatura che incassò per bene il ragazzo prima che quest’ultimo scivolasse lentamente a terra per la troppa stanchezza accumulata. Per un lungo attimo l’unico eco che rimbombò tra quelle pareti metalliche arrugginite dal tempo era quello prodotto dal respiro ancora affannoso dei due giovani lottatori che si erano allenati quasi ferocemente per poter portare a termine un compito solo all’apparenza semplice, e poi il semplice passo di Lord Flash si sostituì a quel silenzio carico di tensione per portarsi il più possibile lontano da quel luogo e dal commettere errori ben più grossi di una “semplice” ramanzina in cui a stento si riconosceva.

Per tutto il tempo Alexandria Meat aveva trattenuto il proprio allievo dall’andare a mettersi in mezzo a quella faccenda che non lo riguardava, per quanto non fosse bello neppure per lui vedere un allenatore umiliare così il proprio allievo, e tutto sommato le acque si calmarono un poco una volta che l’ex lottatore di origini russe se ne fu andato dalla stiva di carico.

– Non è giusto che lo tratti così – sussurrò il principe dei kinnikku al folletto – non potrebbe dargli più tempo per apprendere quella tecnica assurda? Un allenatore deve supportare il proprio allievo come fai tu! Non così… per quanto Kyle sia antipatico alle volte –

Diciamo pure spesso e volentieri nonostante le sonore batoste che gli avevano fatto abbassare un po’ la cresta durante il loro lungo viaggio, ma da qui ad arrivare a vederlo sfinito e aggressivo nei confronti di uno Jeager che cercò di aiutarlo a rimettersi in piedi, cercando di dargli uno schiaffo alle mani per quell’aiuto che rifiutò con rabbia, lasciava intendere che pure Kyle era “vittima” della tensione che c’era tra i protagonisti principali di questa storia.

– Purtroppo questa faccenda non ci riguarda, ragazzo mio. Finchè la questione non ci toccherà personalmente noi possiamo fare ben poco in un rapporto come il loro – Meat ovviamente si riferiva sia al rapporto studente/maestro che a quest’ultimo con la sua scomoda moglie, per quanto potesse essere una faccenda piuttosto stressante anche per loro, e glielo sussurrò come risposta osservando il giovanotto inglese allontanarsi a sua volta dalla stiva – spero solo che finalmente si decidano a mettere le cose in chiaro, questo tira e molla non giova proprio a nessuno –

Non era uno stupido e aveva capito che Emerald stava cercando di evitare il russo come se si fosse “ricordata” che doveva stargli lontano, e odiarlo per l’oltraggio di averla sposata, nonostante la sera prima di quel gelo che era calato su di loro l’avesse cercato nonostante il luogo poco consono al loro incontro. Un attimo prima quella ragazza lo desidera accanto a se, e un attimo dopo lo evita come un appestato.

Forse era il  caso di capire cosa le passasse per la testa… in fin dei conti non era gradevole dover assistere a certe scene, senza contare che si era affezionato a colei cui tutti loro avrebbero dimostrato eterna gratitudine per aver salvato loro la pellaccia da una inquisizione alquanto cieca.

 

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Aveva bisogno di prendere aria, e il più possibile doveva prenderla in un luogo isolato. Logicamente sapeva di non potersi buttare all’interno delle fredde acque di quel mare interno che stavano attraversando, non senza aver attirato l’attenzione dei marinai presenti che si sarebbero insospettiti vedendolo nuotare in mezzo ad acque infestate da stupidi mostri con gli occhi strabici, dunque si limitò ad appoggiare i gomiti sulla murata di poppa ed osservare l’orizzonte di fronte a se.

Sapeva di aver sbagliato nel trattare in modo così rude il proprio allievo, che meritava di essere spronato e non condannato per una tecnica che non riusciva ad apprendere velocemente come avrebbe fatto sicuramente Kevin, e sapeva anche di essere stato un debole a lasciarsi prendere da sentimenti negativi mettendoci in mezzo gente che non c’entrava nulla.

Forse era un’altra di quelle cose che aveva ereditato dagli insegnamenti di Robin Mask, ad avere un carattere davvero insopportabile alle volte, ma francamente parlando tutta quell’intera faccenda stava iniziando ad esasperarlo. No, non era sua intenzione mollare la spugna con Emerald, perché quella cretina non gliela raccontava giusta con il suo voler non avere più a che fare con lui per il modo, contraddittorio, in cui lo cercava… ma il fatto che continuasse a farsi influenzare così da altre persone, perché era chiaro che il caro papi c’entrasse qualcosa e chissà di cosa avevano parlato nei giorni scorsi al telefono ( in tutta onestà non ne voleva sapere, quell’uomo non gli piaceva proprio per come gli aveva rovinato la reputazione ), francamente parlando iniziava a stancarlo.

Logicamente era più per il fatto che ancora continuava a rifiutare di essere legata a lui in un modo che andava ben oltre il semplice capriccio, persino lui aveva ben compreso come stavano le cose nell’arco di quei quattro mesi passati e poi all’interno di quelle terme in cui la marchesa aveva mostrato tutt’altra faccia prima di rinnegare tutto, continuando comunque ad avere paura di esporsi troppo.

Ed era forse la paura il più grosso ostacolo da sormontare per loro due. Il russo se ne stava facendo ormai una ragione di tutto quel loro strano rapporto, avendo avuto parecchio tempo per riflettere al contrario della giovane donna che lo aveva, per un certo periodo, dimenticato con una lunga vacanza di piacere. Forse era strategia pure quella, cercare di non pensare a qualcosa che l’aveva travolta in un modo inaspettato, ma ora che erano nuovamente a stretto contatto non aveva possibilità di dimenticarlo così velocemente tra una festa e l’altra. Forse se quella situazione di stallo fosse continuata con il progredire dei giorni si sarebbe trasformata in una sorta di sogno fatto ad occhi aperti se le loro strade non si fossero più incontrate, con Emerald che avrebbe continuato la sua vita tra gli agi di famiglia in compagnia del suo bel soldato di origini argentine, mentre Warsman molto probabilmente  avrebbe continuato la sua vita isolato dal resto del mondo sperando di essere dimenticato per il bene di tutti, ma alla fine il destino aveva giocato loro uno scherzo assai strano.

La marchesa poteva negarlo quanto voleva, scappare in preda ad una paura quasi ancestrale di deludere un padre che stravedeva per lei, ma il fatto che a Tokyo si era ricordata di lui tanto da andare a trovarlo di nascosto lasciava intendere che la faccenda non le era del tutto indifferente. Per quanto male gli avesse fatto allora… era logico che adesso l’ex lottatore si stesse aggrappando ad una speranza di poter riprendere tra le mani una vita che aveva abbandonato per troppo tempo.

Una serie di pensieri a dir poco cupi e deprimenti i suoi, per quanto conditi da una certa speranza, che lo portarono dunque a sospirare in modo quasi esasperato/rassegnato nel mentre nella sua testa risuonava una malinconica sinfonia di violini. Una stranezza alquanto grottesca ciò che giungeva alle sue orecchie, e non era generata dal suo cervello, e quando capì che quella sinfonia veniva da dietro le sue spalle l’impulso di girarsi fu praticamente istintivo.

– Una musica adatta per un momento alquanto deprimente… non lo pensi anche tu? Una vera fortuna che abbia questa suoneria–

A parlare era stato nientemeno che il suo nuovo allievo che con tanta ferocia aveva rimproverato circa sette minuti fa, e nel dirgli quelle parole non sembrava esserci risentimento per essere stato trattato con una indelicatezza pari a quella di uno schiavista. Si limitò unicamente ad avanzare verso di lui con il suo solito passo spavaldo e tenendo in mano il proprio cellulare che, seppur non prendesse linea da quelle parti, riusciva comunque a far funzionare una suoneria alquanto deprimente seppur d’effetto. A quel punto a Lord Flash non rimase altro da fare che sbuffare tra il divertito e imbarazzato, tornandosene ad osservare i fluttui del mare generati dalle grandi pale circolari del vecchio traghetto a vapore in compagnia del giovanotto di origini inglesi.

Un breve silenzio calò sui due uomini, in ascolto del rumore delle onde seminascosto dal rumore prodotto dall’imbarcazione e dei gabbiani che strillavano tra loro, poi a parlare per primo fu lo stesso chojin anziano che più di tutti aveva adottato un comportamento tutt’altro che edificante.

– Suppongo di doverti delle scuse per prima. Non avrei dovuto metterti in mezzo in faccende che non ti riguardano…–

– Se pensi che mi sia offeso per il tuo mal d’amore mi sa che ai preso un granchio… anzi, devo ammettere che tu sei stato uno dei pochi adulti ad avere pazienza con me. Quindi dovrei essere io a doverti portare rispetto, molto probabilmente 

– Io non ho il mal…–

– Chiamalo come ti pare ma quando un uomo è nelle tue condizioni quasi sempre c’è di mezzo una donna e non un attacco di diarrea– lo interruppe Kyle, controllandosi distrattamente una ciocca dei suoi lunghi capelli biondi – e starsene zitti in un angolo non risolverai nulla se non peggiorare ulteriormente le cose–

– Tzk… e suppongo che tu sia un grande esperto in materia, eh? – fece sarcastico il russo, riferendosi alle molte ragazze che si portava a letto, continuando a guardare il panorama dinnanzi a se – senti, davvero… ormai dubito che ci posso fare qualcosa visto che madame non ne vuole più sapere del sottoscritto, quindi dovrei lasciar perdere ormai–

Lo disse senza molta convinzione e con molta amarezza in voce, quel tipo di indecisione che era facile da individuare anche da una persona poco sveglia, e Kyle Mask volle dare prova di questo suo presunto disinteressamento pizzicandolo in un punto nevralgico.

– Hm, quindi ora avrei campo libero con la bella Hammy? Che dire, sarò una schiappa come lottatore ma so perfettamente di essere abile in tutt’altra materia–

Il solo sguardo del lottatore di origini russe bastò ed avanzò come truce risposta ad un giovanotto che sembrava già pronto ad allungare le mani dove non avrebbe dovuto allungarle secondo il suo modesto parere. Per il Mask il messaggio di quello sguardo vermiglio incredibilmente freddo era assai chiaro, tanto da portarlo a ridacchiare soddisfatto per essere riuscito ad estrapolargli quella emozione negativa.  

Tu continuerai ad allenarti e ad imparare quella tecnica – lo ammonì severamente l’allenatore, pur sapendo che sotto quell’elmo d’ebano se la stava ridendo compiaciuto – mentre di dire certe sciocchezze te ne guarderai. Non c’è tempo per certe cose…–

– Ma tu di tempo ne vorresti non è vero? Senti, facciamo così… ora tu mi spieghi perché non vuoi rinunciare a lei e io ti prometto che mi allenerò come non mai – sembrava essere un ricatto bello e buono ma tutto sommato non poteva fargliene una colpa. Lui stesso aveva optato per non avere più segreti con il proprio allievo e invece adesso ci stava ricadendo – in fin dei conti parlarne non può che farti bene, come ho già detto–

– E sentiamo, genio del crimine! Cosa vorresti sapere? –

– Tipo quando hai cominciato a capire di provare qualcosa per lei ad esempio… potrebbe essere già un punto di partenza–

Lo era in effetti, poiché il momento specifico in cui le cose tra loro due erano cambiate un poco per volta Warsman se lo ricordava. Era un uomo testardo quando si parlava di certe cose, ed il suo orgoglio di altri tempi praticamente gli impediva di parlare con qualcuno dei problemi che doveva affrontare.

Non si era confidato con nessuno neppure con Robin Mask del dolore di aver dovuto lasciare la Muscle League, figuriamoci parlare a qualcuno di fatti ben più intimi che potevano farlo apparire come fragile agli occhi di tutti. Eppure forse era la cosa migliore da fare quella di parlarne e liberarsi di un peso che gli stava schiacciando la coscienza un pezzettino alla volta tanto da trattenere a stento l’esasperazione, e chi meglio del suo giovane allievo poteva prestarsi bene a tale compito? Non lasciò che il silenzio si impadronisse troppo dell’atmosfera che si era creata tra loro due, e con un basso sospiro rassegnato decise di affrontare la situazione.

– Credo di aver cominciato a vedere le cose diversamente da… dopo il mio scontro con quella inquisitrice colossale, credo. Prima che tu arrivassi a Londra l’inquisizione aveva già iniziato a tessere le sue ragnatele ed io ed Emerald ci eravamo andati a finire in mezzo forse in modo involontario in un “incidente” che coinvolse persino tuo cugino – si prese un breve periodo di pausa, avvertendo dei brividi poco piacevoli rimembrando la figura di Emerald mentre cadeva tra le fiamme – l’idea di perderla mi… spaventò. E credo di aver paura ancora adesso di perderla…–

Lo disse lentamente e con un tono di voce basso, come se si fosse trovato a momenti in chiesa, ma perfettamente udibile dal suo allievo che quasi ripeté a pappagallo ciò che il russo gli aveva appena detto anche a causa del lieve stupore  che quella confessione gli provocò.

– Ah…non sapevo che tu ed Emerald avevate avuto un simile incidente! Suppongo che se Kevin non stava tanto bene quando l’ho incontrato non era per gli allenamenti stressanti come ho immaginato in un primo momento – lo disse con una certa ironia, non perdendo comunque il filo del discorso – ad ogni modo, se hai paura di perderla credo sia perfettamente logico… così come è logico che hai iniziato a sviluppare questo tipo di sentimento subito dopo quell’attacco brutale –

– Ma bravo! Dillo ad alta voce così che ti sentano tutti – lo rimproverò Warsman, dato che la conversazione era alquanto confidenziale – se non ricordo male sei stato tu a chiedermi di parlare! Dunque mantieni la riservatezza o direi che possiamo piantarla qui –

Perché temi di perderla?

Ecco una domanda da un milione di dollari a cui il russo per molto tempo aveva preferito non dare risposta neppure a se stesso, ma il fatto che la conversazione a due si stesse trasformando in un vero interrogatorio stava iniziando a metterlo in difficoltà. Voleva davvero rispondere a quella domanda? La verità era che temeva quella risposta poiché già la conosceva nel proprio intimo, e da bravo uomo d’altri tempi non gli era stato insegnato a mostrare i propri sentimenti. Non si sentì veramente arrabbiato a quel quesito dannatamente diretto, quanto turbato per aver rimandato per troppo tempo una faccenda che da troppo tempo gli faceva provare una strana sensazione allo stomaco come se avesse le farfalle.

– Perché temo di perderla?... forse perché da quando lei è entrata nella mia vita ho ricominciato a vivere sotto certi aspetti… oppure semplicemente non lo so. Ma una cosa è certa: forse ho commesso uno sbaglio madornale a legarmi in tal modo ad Emerald, ma resta uno sbaglio che rifarei ancora e ancora per ogni vita che mi ritroverei a vivere–

Su questo punto era a dir poco indissolubile. Per quanto fosse fin troppo chiaro che la famiglia Lancaster non approvasse quella sottospecie di relazione che avevano, tanto da riuscire ad allontanarli sia con le buone che con le cattive, difficilmente Lord Flash avrebbe rinunciato a quell’esperienza che lo aveva riportato a vivere.

– Tzk… e poi questo non sarebbe amore, eh?! –

– L’amore, caro il mio giovanotto, è un sentimento preconfezionato pronto alla vendita al dettaglio oltre che usa e getta. No compagno… quello che nutro per Emerald è lo stesso sentimento che nutrivo per Katya – il suo tono era severo, ma ci teneva ribadire che il suo non era un sentimento costruito so una simile sciocchezza – ho passato venti anni della mia vita nella solitudine più totale ( azzerando quasi i contatti persino con la mia stessa figlia ) convinto da terzi che il mondo sarebbe stato meglio senza una bestia che vi ci camminava sopra, e ora che ho incontrato una persona a cui non importa nulla della mia condizione, ma che, anzi, si comporta come nessuna donna io abbia mai conosciuto ho capito che avrei dovuto vivere come meglio volevo molto tempo fa! Emerald è una persona insopportabile, egoistica ed eccentrica, eppure l’accetto per come è… e vorrei che lei facesse altrettanto capendo che non c’è niente di cui aver paura–

Il discorso del russo logicamente non si fermò a quel punto, continuando a rispondere alle domande di Kyle senza quasi rendersi conto di sentirsi sempre più sollevato da un peso che portava nel cuore da ormai molto tempo. Il terzo grado del giovane Mask non era fatto con cattive intenzioni, tanto da confessarsi in parte anche lui per quanto riguardava il suo rapporto con il proprio maestro, arrivando a parlare delle sue gare di ballo e della notte brava passata durante l’addio al celibato di suo zio Robin.

– Chi va con lo zoppo impara a zoppicare, eh?! –

– Se non altro sto recuperando un sacco di cose a cui ho rinunciato in vita mia… tu invece ti stai “civilizzando” da quando ti sto dietro–

– Ridi, ridi… non sei il primo tutore che prova a mettermi in riga! Ma tu sei il primo che mi abbia dato fiducia senza pretendere di farmi cambiare abitudini. Ti sei aperto a me volendo mostrarmi la massima sincerità… e io che cosa ho fatto se non pensare a te solo come mero strumento per i miei scopi?! – ci fu un breve silenzio dopo quelle parole che suonavano quasi ironiche, eppure Lord Flash non riuscì ad infuriarsi di fronte a quella confessione che tanto confessione in fin dei conti non era – mi sono comportato da egoista non solo nei tuoi confronti ma anche verso quelli degli altri ragazzi che, seppur detestandomi, mi hanno salvato dalle mani di quella sacerdotessa pazzoide! Un minimo di rispetto forse dovrei darlo, non credi? –

Erano parole incredibilmente sagge per essere uscite fuori dalla bocca di un ragazzo molto più arrogante di Kevin, tanto da stupire in positivo il suo stesso allenatore che si ritrovò a sorridergli lievemente con gli occhi. Forse quella chiacchierata era stata l’unica cosa davvero piacevole in tutta la giornata appena passata, eppure non se la sentì di definire tutto ciò come uno spreco di tempo. Domani, verso sera, sarebbero finalmente giunti a toccare quel nuovo continente desertico che prometteva di essere… “sgombro da pericoli potenzialmente letali e subdoli” grazie anche al fatto che, per i cosiddetti demoni della notte, le possibilità di nascondersi dai raggi solari era pressoché inesistente.

Ma logicamente già sapeva che le prove del tempio non sarebbero state una passeggiata.

 

( … )

 

Aveva sentito tutto.

Tutta quella conversazione i due uomini l’avevano fatta in un clima dapprima teso e poi sempre più rilassato tanto che Warsman alla fine si era confidato con il proprio allievo su molte cose che prima teneva in serbo per se. Piuttosto ironico pensare che, per tutto il tempo di quella chiacchierata, l’ex lottatore di origini russe non si era mai voltato continuando ad osservare l’orizzonte e i gabbiani che parevano interessati ai due interlocutori nella vana speranza che tirassero loro del cibo. Poiché se lo avesse fatto forse avrebbe intuito un’esile figura femminile rannicchiata dietro una pila di barili e casse di legno sostenuta da una rete da pesca.

Emerald Lancaster si era trovata ad ascoltare quasi tutta quella chiacchierata una volta raggiunta la poppa per respirare u n po’ di aria fresca dopo una dormita tutt’altro che piacevole in cabina, e lo aveva fatto in un muto silenzio sentendo il proprio partner di ballo confessarsi in un modo che le aveva procurato un certo mal di pancia.

A tratti avvertì come un sobbalzo al cuore avvertendo certe parole, mentre in altri casi una tale rabbia, più che altro simile alla vergogna, che istintivamente le diceva di allontanarsi da li per evitare conseguenze personali ben più peggiori.

Ci teneva a lei. Ci teneva, e lo aveva ammesso a se stesso senza aver più paura di dover affrontare quel determinato argomento, strappandole istintivamente un timido sorriso agli angoli della bocca. Mentre per la marchesa la situazione era ancora più confusa e più possibilmente cupa sotto certi aspetti, e questo non era un bene.

Da un lato il  fatto che il russo ci tenesse alla sua persona nel vero senso della parola la confortava, ma dall’altro era consapevole della pericolosità della cosa e degli intrighi in mezzo a loro due che portavano il marchio di fabbrica di suo padre. Non avrebbe tradito la fiducia di Howard Lancaster, come poteva farlo senza compromettere la sua relazione con il vecchio porcello?, ma senza ombra di dubbio tutta quella conversazione non aveva fatto altro che aumentare la pulce nell’orecchio che già possedeva.

Emerald aveva ancora paura di accettare quello strano rapporto che c’era tra loro, in un sentimento mai provato prima che temeva e al tempo stesso bramava di soddisfare, e francamente quasi invidiava Warsman per aver finalmente fatto luce in tutto quel groviglio di pensieri confusi. Peggio era perché il chojin era ormai chiaro che non si sarebbe arreso con lei… e lei non era neppure tanto sicura di continuare a mantenere il freddo muro che aveva deciso di alzare per il suo stesso bene e quello dell’ex partner di ballo.

– Stupido… stupido che non sei altro! – sibilò la giovane allontanandosi in punta di piedi da li – non potevi stare un po’ zitto? Sempre a creare problemi tu? –

Poi abbassò la testa sentendo gli occhi bruciarle per un motivo che non capiva, trovandosi dunque a strofinarseli con una mano nel mentre in gola le uscì un singhiozzo strozzato a causa di un nodo alla gola a cui non voleva dare una origine specifica.

– Porta pazienza… fino alla fine del torneo almeno… e ti prometto che prenderò una decisione – sussurrò ancora, sentendosi una stupida nel mentre che avvertiva calde lacrime solcarle le guance, senza capire se fossero dettate dalla disperazione o dalla gioia – ti prego di non odiarmi per quello che sto facendo… ma se ti capitasse qualcosa non me lo perdonerei mai–

Il fatto che ora Flash si fosse aperto definitivamente poteva solo promettere guai che l’avrebbero travolta in modo imprevedibile presto o tardi. Ma forse se avesse continuato ad evitarlo, sperando che quel torneo finisse presto, allora la sua totale decisione di non vederlo molto probabilmente si sarebbe trasformata in un “forse” che lui avrebbe sicuramente apprezzato.

Emerald voleva tempo per poter pensare e decidere come srotolare una matassa che minacciava sempre di più di inglobarla irrimediabilmente, ma purtroppo neppure lei non ne possedeva più tanto.

  
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