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Autore: Lalla S T    02/07/2015    4 recensioni
Bella è una normale 18enne sta con Jacob da quando aveva 13 anni, vive con lui la madre e il patrigno a Phoenix. Bella non vede Charlie, il padre, dall'ultimo Natale passato insieme quando lei aveva 4 anni. Un giorno però viene cacciata dalla sua casa e disperata e delusa chiama il padre che la ospita a Forks.
Edward Cullen figlio del grande medico Carlise Cullen è anche lui medico, specializzato in ginecologia. Tra infermiere sexy un giorno si troverà una ragazza giovanissima ma già molto sofferente così, la aiuterà e tra i due tra tantissime peripezie e ostacoli qualcosa avverrà.
(NDA scusate per la rima [aiuterà avvera] che personalmente a me non garba...)
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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capitolo 21


Pov Edward
Apro quel foglio e inizio a leggere:
" Ciao EJ, non so se papà ti abbia parlato di me, ma voglio che tu sappia e che non ti ho abbandonato. Non so se papà ti abbia raccontato la nostra storia, però voglio farlo io. Quando io e papà ci siamo conosciuti tu eri già dentro la mia pancia. Papà ha amato sia me che te e continua a farlo ancora, ne sono convinta. Solo che una persona cattiva che non sa che vuol dire amare ci ha divisi, e io ho scelto di non farti vivere questa vita. Anche Charlie ti ama, nonostante l'apparenza burbera. So che ti rifiuta e lo capisco, in fondo guardandoti negli occhi vede me. Nonno Carslile e nonna Esme ti amano anche loro allo stesso modo, nonno Billy si sente responsabile delle scelte di suo figlio, ma non è così. Edward sarà sempre tuo padre, vorrei tanto che tu portassi il cognome di chi mi ha amata più di qualsiasi altra persona o al mondo. Sii il suo orgoglio. Ti auguro il meglio. La tua mamma "
Finisco di leggere quelle parole e sono straziato. Mi cade il foglio dalle mani e mi copro il viso in lacrime.
- Si è arresa - dico flebile.
E dopo pochi secondi mi alzo e distruggo qualsiasi cosa ho davanti, urlando e piangendo.
- Edward sta calmo - sento la voce di mio padre e un ago che mi buca la pelle.
La mia vista si offusca

18 anni dopo…

Pov EJ
- Tra qualche giorno diventi maggiorenne, come vuoi festeggiare? - mi chiede nonna Esme.
Oggi è domenica e io e papà pranziamo dai nonni.
- Non ho molta voglia di festeggiarlo sinceramente - dico giocando con il cibo che ho nel piatto.
- Come no? È un traguardo importante- continua la nonna.
Papà e il nonno si scambiano strani sguardi.
- Va bene. Potrei festeggiarlo a La Push con qualche amico e famiglia, chiederò a nonno Billy- dico per accontentarli.
-Beh, poi c’è quella ragazza a cui dai ripetizioni, come si chiamava?- dice papà mettendomi in imbarazzo.
- Kayla - dico io arrossendo, credo di aver preso da papà questa cosa.
Dopo il pranzo papà ha il turno in ospedale e io resto dai nonni.
Vado in cucina dove vedo la nonna intenta nel preparare un dolce.
- Nonna vuoi una mano? - chiedo.
-Sí tesoro, mi prenderesti due uova dal frigo e il latte? -
- Certo -
Prendo ciò che mi chiede e lo poggio sul bancone di fianco a lei.
- Allora come va a scuola? - mi chiede mentre impasta.
- Bene, tra poco ci sono le finali di football -
- E il college? -
- Credevo che papà volesse farmi fare qualcosa tipo medicina, ha lasciato scegliere me. Il fatto è che le cose per cui sono portato non sono, come dire, comuni, in famiglia- questa cosa mi ha lasciato sempre un po’ perplesso.
-Beh non siamo tutti uguali, tutti sviluppano anche passioni, hobby e conoscenze proprie -
- Io non mi riferivo a questo in realtà -
- E a cosa? - chiede lei prendendo una teglia.
- Nei miei tratti fisici non assomiglio a papà, e lui non mi parla mai della mamma -
Le cade la teglia dalle mani
- Beh è un argomento che devi affrontare con lui, gli parlerò okay?- ha un'aria così triste.
- Va bene -
Decido di fare un giro per schiarirmi le idee, arrivo fino a Port Angeles e decido di fare due passi.
- EJ! EJ! - mi giro verso la voce che mi chiama e Kayla come un turbine biondo mi arriva addosso.
- Ehi - dico afferrandola.
- Non eri dai tuoi nonni? - chiede staccandosi.
- Sì, ma ho tirato in ballo la questione mamma. Voglio chiedere a mio padre di più. Non ce la faccio più, lui sarà triste ma io non posso stare senza madre -
- Non ti dicono niente neanche Charlie e Billy? -
- Charlie mi ha mostrato delle foto e mi ha fatto vedere le sue cose. Mi ha detto che Isabella non aveva un buon rapporto con la madre ed è tornata a Forks da lui - dico quello che so.
- E Billy? - continua lei.
- A quanto so è il migliore amico di Charlie, per me un quinto nonno - sorrido sghembo – come è andato il compito di trigonometria? - ho un illuminazione, pensando a mio padre e alla ragazza delle ripetizioni che tra l’altro è lei.
- B meno – dice lei solamente.
- Beh sono un mito - sono esaltato.
- Ehi, non montarti la testa - mi da un buffetto.
- Niente grazie però, eh? - faccio il finto offeso.
- Magari qualche compagno sexy mi ha passato il compito e non è merito tuo - fa la smorfiosetta.
- Va bene, cercherò anch’io qualcuno di più sexy allora - metto le mani in tasca.
Kayla è di un anno più piccola di me, e io ho una cotta per lei dal terzo anno.
- Mi fai ripetizioni solo perché sono bella? - chiede mettendosi davanti a me.
- No, posso farlo perché ho dei buoni voti, me l’hai chiesto tu, poi che sei bella è un dato di fatto che non posso cambiare - non posso dirti che mi piaci .
- Oh va bene, posso aiutarti se vuoi per tua madre -
- Grazie, sei gentile -
-Che bello, in neanche mezz'ora mi hai detto che sono bella e gentile - dice battendo le mani come una bambina.
Finiamo davanti a un negozio di peluche e lei è incantata a fissare un elefantino blu.
- Ti va il gelato?- chiede poi.
- Va bene – dico io – inizia ad andare - vengo colto da un'illuminazione.
La raggiungo pochi minuti dopo con un pacchetto in mano.
- Tieni - mi porge un cono.
- Grazie, questo è per te - dico dandole il pacchetto.
- Oh grazie! E così carino... - dice stringendo tra le mani l’elefantino di peluche.
- È tardi, devo tornare a casa - annuncia Kayla finito il gelato.
-Ti accompagno io tranquilla-
In macchina, cantiamo canzoncine o facciamo battute. Un clima abbastanza tranquillo e ironico.
Arrivo davanti a casa sua ed accosto.
-Grazie EJ, mi raccomando, per qualsiasi cosa lo sai, io ci sono - dice girandosi per scendere.
-Grazie... Ehy Kayla! - la richiamo.
- Dimmi – si gira verso di me.
Ora o mai più.
La bacio.
Appoggio solamente le mie labbra sulle sue.
Lei mi cinge il collo e si spinge più vicino di-schiudendo le labbra. Le nostre lingue danzano.
- Spero tu non sia fidanzata - dico staccandomi.
Le cresce un sorriso enorme sulle labbra.
- A tuo rischio e pericolo - dice uscendo dall’auto ancora sorridendo.

Torno a casa e papà è sotto la doccia. Sul fuoco c’è una pentola. Sto attento alle cena.
- Bentornato - dice mio padre.
Indossa il pantalone del pigiama senza maglietta. Per avere quarantaquattro anni non è male.
- Sto io qui, puoi continuare a vestirti e asciugarti -
- Va bene, grazie figliolo -
Mentre sistemo i piatti papà è di ritorno. Ha un foglio in mano e un'aria strana.
Ceniamo in silenzio e a fine cena andiamo ognuno nella propria camera per dormire.
Ripasso chimica per la scuola. Un ora dopo chiudo tutto e vado in bagno. Passo dalla camera di papà e lo sento parlare.
Appoggio l’orecchio alla porta.
- Sai ho provato a dargli la lettera. La verità e che ti amo sempre, ma non capisco perché ti sei arresa. Ti cerco sempre, vorrei trovarti. Addirittura Irina, Kate, Tania e Renée sono scomparse -
Chi sono? Dovrei iniziare a cercare la mamma da solo, e magari farmi aiutare da Kayla.
Tornato da scuola mio padre è a lavoro e ne approfitto per frugare un po’ in giro.
Trovo il certificato di nascita: mia madre è Isabella Marie Swan , il padre non è specificato. C’è anche un documento di riconoscimento. EJ Swan è diventato EJ Cullen quando avevo tre anni? Com’è possibile, mio padre non mi voleva? Poi ha cambiato idea? Perché non mi parla di mia madre?
Tra le cose di mamma che papà tiene ancora nell'armadio trovo altre foto. Quella che credo sia sua madre, cioè mia nonna e un ragazzo dalla pelle olivastra e i capelli neri. Come me.
Che significa?
- EJ! - la voce di mio padre mi richiama.
- Accidenti - chiudo tutto nascondendo la foto nella tasca dei jeans e scendo giù.
- Dimmi -
- Stavo andando a La Push, vieni con me per parlare con Billy? -
- Va bene, prendo la giacca -
In macchina papà mi chiede della scuola, non so se dirgli di Kayla. Opto per non dirgli nulla. Eravamo come migliori amici, però nell’ultimo periodo le cose vanno in modo strano.
Resto con i ragazzi mentre papà entra in casa.
Dopo un quarto d’ora li raggiungo.
- Forse è ora - dice nonno Billy.
- Ci ho provato così tante volte, ho paura, non ci riesco - risponde papà.
- Più tempo passa peggio è - replica il nonno
- Scusate posso? - chiedo
- Certo nipotino, accomodati - mi siedo sulla poltrona accanto alla carrozzina.
- Senti nonno, tra poco è il mio compleanno. Potrei festeggiarlo qui? -
- Certo, va bene. – dice dandomi una pacca.
- Grazie, vado in bagno -
Quando torno dal bagno noto una stanza sempre chiusa che ora è aperta. Entro. Ci sono delle foto di un ragazzo… Sfilo la foto dalla tasca dei jeans e la confronto con quella sul comodino.
È la stessa persona.
Ma chi?
- Ehi tutto bene? - chiede papà quando torno.
- Magari ha problemi di stomaco... non metterlo in imbarazzo Edward - dice il nonno.
- No no tranquilli, tutto bene - dico frettolosamente - sai nonno, mi sono sempre chiesto una cosa - dico con un'idea per la testa.
- Dimmi - dice lui ignaro.
- Rachel e Rebecca studiano fuori, ma magari hai anche un altro figlio, non so -
- Sì, ho un altro figlio, ma non ho sue notizie da un po’. Non avevamo un bel rapporto - dice lui calmo, ma lo conosco, sta cercando di mantenere la calma.
- Ah okay… come si chiama? - chiedo ancora.
- Cosa ti interessa? Se non si parlano più non sarà un argomento che vuole affrontare – mi richiama mio padre
- Scusa nonno non volevo - dico dispiaciuto.
- Tranquillo nipotino - dice solamente.
- Vado dai ragazzi - dico alzandomi.
- Sapete cosa ha fatto il figlio di Billy per non parlarsi più, o almeno chi è? Ho fatto una semplice domanda e mi hanno dato contro - dico sedendomi su un ceppo
- Beh è una ferita ancora dolorosa per Billy, credo- dice Paul.
- Tu lo conoscevi? - chiedo.
- Non bene. Non viene alla riserva da un bel po’ -
- Va bene ho capito, spero che il nonno e papà non si siano offesi o altro - dico strappando dell'erba.
- No, loro ti amano molto - dice Emily con la figlia di quattro anni in braccio.
- Invece mia madre? - chiedo allora.
- Credo sia un argomento che devi affrontare con tuo padre - continua Paul.
- Okay okay, spero di capirci qualcosa prima o poi - dico sconsolato. - Dai su- mi incoraggia Emily.

In macchina

- Papà so che è un argomento che non ti piace molto, ma voglio capire. Parlami della mamma. Ti prego - dico quasi sul orlo di una crisi di nervi. Sospira.
- Farò di meglio, a casa ti darò una lettera che lei scrisse per te, poi mi chiederai tutto ciò che vuoi - dice con lo sguardo fisso sulla strada.
- D’accordo, grazie - dico io ammutolendomi.
Una lettera.
Dove sarà ora la mia mamma?
Perché proprio una lettera?
Mi sa tanto di finale tragico.
- Devi sapere una cosa tu - esclamo io a un tratto.
- Cosa? -
- Dato che nessuno me ne parlava e tu ci stavi male, ho frugato fra le tue cose e quelle di mamma. Ho trovato una foto, alla riserva c’è sempre una stanza chiusa, ma oggi era aperta e c’erano le foto di questo ragazzo. Ho anche trovato il certificato di nascita, mio padre non c’era e il documento di riconoscimento dice che ho preso il nome Cullen a tre anni. Perché? Non mi volevi?- dico tutta la verità e mi levo un peso.
- Ti ho voluto da sempre - dice lui stringendo i pugni sul volante.
Allora non capisco, aspetterò di leggere la lettera.
- Sei arrabbiato perché ho frugato fra le tue cose? - chiedo torturandomi le mani.
- No, posso capirti -
- Va bene -

Una volta a casa papà mi da la lettera.
Mi siedo a leggera in salotto e lui si siede di fronte a me.
Alzo gli occhi. Non so come mi sento, male, triste, arrabbiato. Ora capisco il discorso di Billy e mio padre.
- Raccontami tutta la storia - dico a mio padre mentre le lacrime solcano le mie guance.
- Lavoravo come adesso all’ospedale e mio padre, Carlise, un giorno mi disse che la figlia di un suo amico arrivava da Phoneix. Aveva diciassette, quasi diciotto anni, ed era incinta.-
- A Phoneix viveva con la madre e il patrigno? - lo interrompo.
- E il padre del bambino, era il suo amore adolescenziale. Si era trasferito da Forks per lei. Solo che nell’ultimo periodo le cose andavano male. Con la madre lo sono sempre stati, i rapporti, un po’ freddi. Si aggrappava sempre a questo ragazzo. Il suo nome è Jacob Black, il figlio di Billy. Un giorno, sotto lo sguardo di Phil, il patrigno, fu costretta ad andare a letto con Jacob. Lei non voleva e non aveva protezione. Appena hanno scoperto che era incinta non l’hanno più voluta fra i piedi -
Mi accarezza una guancia.
- L'ho vista entrare e ho visto la paura e l’amore per il piccolo che era nella sua pancia, e voleva solo il meglio per lui. Io avevo una relazione superficiale con un'infermiera, Tanya. Volevo un bambino, li amo molto tutt'ora, ma al tempo volevo solo il bambino, non una donna. Dopo tua madre voglio solo lei. Ricordo che la prima volta che mi ha detto che ero io il padre del bambino perché lo amavo molto ho pianto. Devo dire che anche Charlie era contento, anche se non lo dava a vedere. E io avevo paura – sorride al ricordo.
- Dov'è la mamma ora? -
- Non lo so. Eravamo a casa dei nonni per una cena. C’era un'amica di famiglia interessata a me, come Tanya diciamo, e mi stava addosso. Bella è uscita un attimo. Non tornava più. Ho trovato un biglietto con scritto che Jacob vi aveva preso entrambi. Qualche giorno dopo tu eri in una cesta con la lettera sull’uscio di casa Cullen -
- Oddio -
- Quando ho scoperto della lettera sono stato malissimo, ma non mi sono arreso, neanche ora. Solo che sono tutti scomparsi e non so più che fare, mi dispiace... - dice piangendo disperato.
- Sarai sempre mio padre - dico abbracciandolo.
Sapere la verità mi ha aperto gli occhi. Su cos’è l’amore e soprattutto su quanto gli altri ci possono amare e fare di tutto per aiutarci.
Ecco perché a volte si mente. Dipende da che menzogne sono però.
Chissà quante ne ha detto Jacob a mia madre. Mentre quelle di mio padre sono dettate dalla paura, per la salvaguardia di suo figlio, nonché l’unica persona che gli ricorda il suo grande amore.
Shakespeare scrive “siamo fatti della stessa sostanza dei sogni.”
Contraddirò uno dei più grandi scrittori, beh, perchè non è così. Siamo fatti di ossa, carne e sangue, ma sopratutto di sentimenti. Di errori e sbagli, gli stessi da cui scappiamo o a cui raramente cerchiamo soluzione. Mio padre sarà sempre Edward perchè mi ha cresciuto e perchè è fatto dell'immenso amore che prova per mia madre e per me.
È fatto di fatica e sacrifici, di professionalità nel suo lavoro. Mentre io sono fatto come ogni uomo di carne, ossa e sangue. E come anche i più duri di sentimenti. Sono fatto anche di una parte che non ho incontrato, anzi, che non ho ancora incontrato: mia madre.
Qualsiasi cosa sia in mio potere e io possa fare la farò. E se non è in mio potere la farò comunque.
Mio padre si merita una ricompensa, si merita amore come tutti. E sopratutto merita mia madre, perchè si amano e si completano.
Insegnerò ai miei figli valori come la famiglia, la lotta per ciò in cui si crede, ma quella intelligente che parte dal cervello e che mobilità tutto il resto in modo logico e sensato. Non i cazzotti.
Insegnerò ad avere fiducia e ad essere onesti. Perchè in fondo la famiglia, i genitori, sono tutto. Protezione, educazione e amore.
Guardo il mio volto allo specchio.
Gli occhi neri pece, i capelli marroni, come la mia mamma penso sorridendo.
La pelle scura.
Mio padre mi avrà dato il colore degli occhi, della pelle, forse il fisico.
Alcuni danno anche denaro, ma tutto quello che possono dare non equivale alle lacrime, alla fiducia, alle risate di un pomeriggio impegnato a insegnare al proprio figlio ad andare in bici. Avrei usato la parola sprecato,perchè sí, in fondo è sprecato, lo spreco migliore del mondo. Se è una cosa in cui credi, in cui riponi qualcosa - qualsiasi cosa - che merita il tuo impegno e dedizione non sarà mai tempo sprecato. Anche se è una cosa che verrà distrutta o dimenticata. Per te c'è stata, hai imparato da quella cosa, l'hai vissuta con la tua pelle, con il tuo cuore e con il cervello.
Dovessi finire sotto terra troverò mia madre, non è proprietà di Jacob.
Provo pietà e pena per quest'uomo. Deve essere un poveraccio per dover ottenere mia madre così.
Come può volere solo un rapporto fisico da una persona. Il bello di una relazione sono i sorrisi, le occhiate, le carezze, gli sfioramenti di labbra.
Le frasi non dette.
Prendo carta e penna:
“ Papà, non vorrei dirtelo così, è un modo che ti ricorderà sicuramente la mamma, ma mi avresti fermato. Vado a trovarla. Non cercarla, io la troveró. Tu non ci sei riuscito non per tuo volere, ma a volte il troppo odio o senso di vendetta ti acceca, come il troppo amore. Io credo di essere ancora in una via di mezzo. Non mi perderai come la mamma, promesso. Anche se tu la mamma non l'hai mai persa ”.



-Angolo autrice-
Allora eccomi qui e buone vacanze a tutti
Siamo a luglio e io amo perdere tempo, pregate che finisco le storie prima dell'inizio della scuola voglio scriverne una su wattpad e mi sa in contemporanea il seguito di a hidden past coming back e la specie di sequel di sulle note della danza comunque poi metterò degli avvisi dopo aver rivisto le storie per vedere come procedere.
anche qui probabilmente anche se non riguardano questa storia, ora ho delle cose importanti da dire xD
1- la pagina fb è cambiata, oltre a gli aggiornamenti e anche un blog personale dovrei mettermi li e su tumblr a proposito LOL
2- è anche uno spoiler xD quindi ricordatevi niente è come sempre e metto altra carne al fuoco, state attenti all'inizio capitolo
questo capitolo è il mio preferito mi sa xD buona continuazione per chi come me farà altro (the sims mi aspetta) o magari tumblr mh vedremo in pagina ci starei domani o presto:)
   
 
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