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Autore: Jules_Weasley    02/07/2015    6 recensioni
Penny Shane ha sangue magico nelle vene, ma genitori Babbani. Quando riceve la lettera per Hogwarts resta molto sorpresa. Non discende da nessuno dei personaggi della saga, ma questo non vuol dire che non li incontreremo nel corso della trama. Se volete prendere con me quest'Espresso per Hogwarts, conoscerete Penny e i suoi amici, impegnati nel loro sesto anno. Conoscerete anche le sue dis-avventure sentimentali con il ragazzo per cui, da sempre, ha una cotta. La sua storia, insomma.
Leggete e recensite in tanti, è la prima FF che scrivo, quindi sono graditi pareri di ogni genere.
[Dal Prologo:
"Ne ero quasi sicuro che sarebbe toccato a lei, me lo sentivo fin dalla sua nascita” disse, strizzando l'occhio a Penny. Lei non stava più nella pelle. Suo nonno era un mago. Era arrivata una lettera. Era una strega. Fin troppe cose per essere apprese nell'arco di venti minuti.]
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione, Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Nessun Incanto è pari alla tenerezza del cuore!'
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Capitolo tredici



I Due Fuochi



Penny se ne stava a bocca aperta, con lo sguardo fisso nel vuoto.
"La tua espressione da merluzzo è dovuta ad un trauma in particolare?" le chiese Al mentre si dirigevano a lezione di Pozioni, stranamente puntuali. Rose rise di gusto.
"Molto divertente" replicò Penny, mollando un leggero pugno sul braccio all'amico.
"Non te la prendere" disse Rose, dandole un colpetto sulla spalla. Penny lo trovò più derisorio che consolatorio.
"Sto riflettendo, Rosie" rispose, più acida di quanto avrebbe voluto.
"Scusaci allora!" la canzonò Al, alzando le mani in segno di resa. "Riguarda mio fratello suppongo". Penny si limitò a guardarlo storto.
"Come pensavo..."
"La conversazione che abbiamo avuto mi è servita" disse infine Penny. "Ora sono pronta a metterci una pietra sopra, davvero". Non c'erano poi molte opzioni, visto che James aveva ammesso che non poteva interessarsi a nessun'altra che non fosse la misteriosa ragazza che gli aveva rubato il cuore.
"Autoconvincersi non è la strada giusta, Penelope" rispose Al. Lei sbuffò sonoramente.

"Da che parte stai, Albus?" domandò, calcando sul suo nome completo proprio come lui aveva fatto con lei.
"
Non farla arrabbiare Al" disse Rose. "Domani c'è il Quiddich contro Corvonero: la deconcentri!" Il tono era chiaramente di rimprovero. Penny apprezzava l'interessamento disinteressato dell'amica. "Ho scommesso con Lorcan sulla vittoria della nostra squadra, non voglio perdere cinque zellini". Come non detto!

Non era poi così disinteressata.







Entrarono nell'aula, sedendosi vicini. Rose e Penny allo stesso banco, mentre Al davanti a loro, con Finnegan. Alice era già occupata con Trixy.
Victoire, ovvero la professoressa Weasley in Lupin, entrò subito dopo, dando il buongiorno a tutti gli studenti. Con movimenti leggiadri estrasse i libri, gli ingredienti per la nuova pozione e il calderone. Tutti i ragazzi restavano sempre incantati dai suoi movimenti. Una bisnonna Veela fa comodo per il fascino personale, pensò Penny. Avrebbe fatto comodo anche a lei, con James.
"Oggi prepareremo la Senecsa" annunciò Victoire. "Chi sa di cosa stiamo parlando?"
Rose alzò la mano.
"Sì?"
"La pozione invecchiante" rispose con un sorrisetto.
"Esattamente" disse l'insegnante. "Che vi sconsiglio di usare per scopi illeciti" precisò, suscitando l'ilarità di Al e Rose. Penny trovò singolare che Victoire ammonisse gli studenti sull'uso della pozione ancor prima di aver spiegato loro come prepararla.
"Illeciti?" chiese Finnegan, senza capire. La professoressa si accinse a spiegare.
"I miei zii George e Fred Weasley, tentarono di usarla per superare la linea dell'età, tracciata da Silente per impedire che studenti minori di diciassette anni prendessero parte al Torneo Tre Maghi".
"Sul serio?" chiese Penny a Rose, sottovoce.
"Mia madre li aveva avvisati che non avrebbe funzionato" sussurrò. "Mai sottovalutare Hermione Granger. Non sarà la Prescelta, come zio Harry, ma posso assicurarti che sa essere terrificante. Lo dice anche papà".
Penny ridacchiò, mentre tentava di schiacciare delle bacche di natura non meglio precisata, apparentemente utili per la pozione.
Gli aneddoti della famiglia Weasley erano infiniti, pensò.





Una volta finita la lezione, durante la quale, a onor del vero, nessuno era riuscito ad ottenere risultati soddisfacenti nel preparare la Senecsa, Penny raccolse i libri e gli utensili e si avviò alla porta. Fuori dalla classe, Al le fece capire che voleva parlarle.

"Devo preoccuparmi, Al?" Fu la prima reazione di Penny, che si appoggiò al muro, attendendo una ramanzina dall'amico. "Voglio raccontarti una storia" disse inaspettatamente. La disperazione si dipinse sul volto di Rose.
"Oh no!" esclamò la ragazza, cercando di fuggire. Penny non glielo permise, trattenendola per un braccio. Se proprio dovevano, avrebbero sofferto insieme. C'era solo da sperare che non fosse una delle interminabili storie di Al.
"Sarò breve, tranquille!" sbuffò, infastidito dalla pantomima delle amiche. "E' la storia di una bambina dai capelli rossi e di un bambino con degli occhiali tondi. Lei l'ha amato dal primo anno ad Hogwarts, senza che lui si accorgesse di lei. La vedeva solo come la sorella di Ron Weasley. Fino al sesto anno, mia madre era convinta che non l'avrebbe mai presa in considerazione. Si era anche messa con un altro, ma non è andata. Perché lei amava Harry Potter. Sai qual'è la conclusione?" chiese, con espressione vittoriosa, come se avesse appena provato una teoria importante.
"Non molto bene"rispose Penny. "Oggi sono sposati e hanno tre figli, di cui due completamente idioti. Uno è un arrogante, l'altro è petulante". Al fece una smorfia.
"Scherza pure, ma le cose girano così. Succede" disse Al risoluto, incrociando le braccia al petto.
"Senti Al" replicò Penny, "probabilmente tua madre è stata coraggiosa e paziente, ma di sicuro aveva più spirito d'iniziativa di quanto ne abbia io".
"Ma Penny..." provò a contraddirla, vedendola turbata.
"James ama un'altra e parlarne mi fa solo male". La voce, che avrebbe voluto ferma e decisa, si incrinò. Rose provò a spiccicare qualche parola, ma non fece in tempo.
"Scusate" borbottò Penny, e schizzò via alla velocità della luce.





Si avviò a passo svelto per il corridoio, senza guardare davanti a sè. Voleva solo scappare dai suoi amici, da quel discorso, da se stessa. All'improvviso cozzò contro qualcosa, più precisamente qualcuno dai capelli rossi. Sebbene vedere persone con i capelli rossi non fosse così insolito a Hogwarts, considerata l'elevata percentuale di sangue Weasley nel castello.
"Fred..." Lei tentò di darsi un contegno, ricacciando indietro le lacrime che stavano per sgorgare. Fred la guardava, evidentemente stupito dall'espressione del suo volto.
"E' successo qualcosa?" domandò.
"No, figurati. Ho avuto un battibecco con... Rose" inventò sul momento. "Dove stavi andando?" chiese, per cambiare discorso. In realtà, non fu una mossa brillante.
"Da te" rispose il ragazzo, con una sincerità disarmante, senza farsi problemi. Lei spalancò gli occhi per la sorpresa.
"Per dirmi cosa?" domandò.
"Questo" e l'attirò a sè.




Il corridoio era mezzo vuoto, Fred iniziò ad accarezzarle il viso. Penny era paralizzata, non riusciva a muoversi. Lui le prese il mento, sollevandole la testa, finchè non riuscì a guardarla negli occhi. Fred aveva occhi color nocciola, molto espressivi. Inaspettatamente, lei pensò a due intensi occhi, pozze scure che non appartenevano al ragazzo che stava per baciarla. Si impose di scacciare l'immagine di James dalla mente, mentre Fred avvicinava la bocca alla sua, finchè le loro labbra non si incontrarono. Al contatto, quelle di Penny si schiusero lentamente, permettendo a Fred di approfondire il bacio. Da quel bacio poteva capire se con Fred avrebbe potuto funzionare, se avrebbe potuto dimenticare James.



Rimasero a baciarsi lì, senza pensare minimamente di trovarsi nel corridoio di una scuola, finchè non furono interrotti da un colpetto di tosse, secco ma riconoscibile.
Una donna dall'espressione austera, ma non arcigna, stava di fronte a entrambi. Indossava un lungo vestito blu notte, trapunto di stelline color argento. Da sotto il cappello a punta spuntava un'espressione severa. I due ragazzi si separarono immediatamente.
"Signorina Shane, credo che potresti aspettare di essere fuori dall'orario scolastico per baciare il signor Weasley" la rimproverò Minerva McGranitt, per poi allontanarsi a passo svelto.
In quel momento, senza un motivo apparente, Penny si staccò da lui, lo guardò e iniziò a correre nel senso opposto, senza ascoltarlo mentre la chiamava.

Oramai era un'abitudine, quella di scappare da tutto e da tutti. Avrebbe fatto prima a ritirarsi a vita privata.





Mezz'ora dopo era nella classe di Trasfigurazione. Arrossì violentemente alla vista della preside, ma quella le fece un sorrisetto; segno che, quantomeno, non ce l'aveva con lei per l'accaduto.
Comunque, nessuno avrebbe potuto avercela con Penny più di quanto lei non ce l'avesse con se stessa. Aveva combinato un casino con quel bacio, e ora non sapeva come rimediare.
"...e con la formula Inflapes, sarete in grado di gonfiare i piedi di una persona; mentre con l'incantesimo Procerus potrete diventare più alti o farci diventare qualcun altro. Tutto chiaro?" La McGranitt spiegava e Penny non stava ascoltando, talmente era persa nei suoi pensieri. Rose, vicino a lei, non osava rivolgerle la parola. Penny temeva il momento in cui le avrebbe raccontato quel che era successo con Fred, ma soprattutto quello in cui l'avrebbe detto ad Al.





"Ho baciato Fred" annunciò.
"C-cosa?" Un coro si levò nella stanza del dormitorio. Tre ragazze erano sedute su un letto, mentre una stava in piedi di fronte a loro. Era Penny, che si sentiva come un imputato di fronte alla giuria.
"Sì, è successo".
"Com'è stato?" chiese Alice.
"E' stato..." cercò le parole per descriverlo appieno, "piacevole".
Era vero. Le era piaciuto e, benchè avesse poca esperienza, poteva affermare che Fred non baciava niente male. Di sicuro era stato meglio di Dave, il suo vicino babbano, ma c'era un particolare non trascurabile: non appena si erano staccati, James si era riaffacciato nella sua testa.
Si era illusa che baciare Fred le avrebbe scacciato James dalla mente, ma evidentemete non era così semplice.
"Vi prego, non ditelo ad Al" piagnucolò, rivolta soprattutto ad Alice. Era giunta alla conclusione che fosse meglio. Le tre la guardarono basite: diceva sempre tutto ad Albus. Lui era sempre il primo a sapere qualsiasi cosa la riguardasse.
"Perché?" domandò Trixy.

Fu Rose a rispondere per lei, facendo un sunto piuttosto accurato.
"Mio cugino pensa che aspettare James sia la soluzione a tutti i problemi di Penny".
"Non credo sia così, ma non lo è neanche mettersi con un altro mentre ami ancora lui" disse Trixy. "Voglio dire, non puoi aspettare per sempre James. Credo però che la precedenza al momento sia parlare con Fred. Non lo conosco molto, ma mi sembra un tipo carino, si merita una spiegazione".

"Sagge parole" commentò Alice. Penny non poteva che concordare. Doveva dare un taglio alla faccenda, prima che qualcuno si facesse male. Nella fattispecie, Fred.







Quello stesso pomeriggio, tra la fine delle lezioni e l'orario di cena, chiese a Fred di potergli parlare a tu per tu. Dalla faccia di lei, lui presagì che non sarebbero state buone notizie. Si sedettero su una panca di legno, in un'aula vuota accanto a quella di Pozioni. Fu Fred a rompere il ghiaccio, intuendo la ritrosia di Penny a parlare per prima.
"Riguarda quello che è successo oggi?" Penny annuì silenziosamente.

"Oh Merlino, che faccia! Devo essere un pessimo baciatore" scherzò. Tipico di Fred, effettivamente, prenderla bene. Penny comunque si affrettò a negare, perché il bacio in sè non era stato affatto spiacevole.
"Tu non hai fatto niente di sbagliato, anzi" disse. "Sei un ottimo baciatore, Fred Weasley".
"Lo so, ma grazie per averlo ribadito" replicò lui, sorridendo. "Sapere che sono un buon baciatore mi rassicurerebbe, se non fosse che in questo discorso c'è un ma" aggiunse, certo di avere ragione. Penny era visibilmente in imbarazzo, ma era evidente che c'era un grande e grosso però in sospeso.

"Ecco, io..."

"Coraggio Miss Shane, sbrigati, altrimenti non mi servirà la pozione invecchiante per ottenere una bella barba bianca" la celiò lui.

Era proprio questo aspetto giocoso di Fred che la faceva sentire più idiota; stava rinunciando all'opportunità di instaurare un legame con una persona come lui, perché era troppo impegnata a desiderare un ragazzo innamorato di un'altra.


"Io non sento quello che dovrei sentire in una situazione del genere" spiegò infine.
"Posso chiedere una spiegazione più dettagliata?" In effetti non era stata troppo chiara: ci stava girando intorno.
"Non sento quelle che i babbani stupidamente chiamano le farfalle nello stomaco".
Dallo sguardo di Fred, comprese che quell'espressione doveva conoscerla anche lui, perché non sembrava affatto confuso.

"Messaggio ricevuto" disse, laconico. Fece per alzarsi, ma Penny decise di andare fino in fondo. Quel ragazzo le piaceva, si meritava la verità.

"Io mi sento incredibilmente stupida" confessò. "Sto rinunciando a questo rapporto con te per qualcosa di astratto, ma allo stesso tempo fin troppo concreto". Il tono di Penny stupì Fred, che si sedette nuovamente sulla panca. Era colpito dalla sincerità che percepiva. Lei era davvero dispiaciuta.

"Lui chi è?" chiese.

Penny socchiuse gli occhi. L'espressione sul volto di lei gli strappò uno sbuffo che per metà era un sorriso. Aveva la conferma che cercava. Il cuore di Penny era chiaramente già occupato.

"Qualcuno che non posso avere" rispose lei, evasiva. "Perciò vedi... quando ti dico che il problema è mio, non è una frase di circostanza" chiarì, "perché tu sei un ragazzo praticamente perfetto. Eppure io non posso andare avanti perché ora so che non sono passata oltre" aggiunse. "Non voglio che pensi che io l'abbia presa come un gioco..."

"Non ha importanza quello che penso..." Lei scosse la testa.

"Ha importanza per me, davvero" asserì convinta. Non voleva che lui avesse dubbi al riguardo. "Perciò, per favore, non pensare che per me sia facile fare questo discorso senza senso. Mi importa eccome, e spero anche che potremo... restare amici".

"Be', visto che ti importa, ti dico quello che penso" replicò lui, serio. Penny rimase in silenzio, aspettandosi parole al vetriolo, ma l'espressione sul viso di Fred non era risentita. "Hai fatto bene a dirmelo ora, Penny. Non mi hai illuso, non più di quanto tu abbia illuso te stessa nel pensare di poter dimeticare questa persona". Penny era stupita dalla maturità che Fred stava dimostrando in quel momento. Non faceva altro che confermarle che quel ragazzo era speciale.

"Io... pensavo di essere sulla buona strada per dimenticarlo. Invece non ci riesco. È colpa mia, ma mi dispiace che tu ci sia andato di mezzo" rispose.

"Lo so" disse, comprensivo. "Dispiace anche a me. Insomma, non è la massima aspirazione di nessuno essere rifiutato per un tizio senza nome" e qui fece un mezzo sorriso, consapevole che Penny non avrebbe fiatato. "Sì, mi piaci, ma non al punto da non poter tornare indietro. Non sono innamorato di te, perciò tutto questo" – e indicò loro due – "non è un dramma". Lui la stava rassicurando. Assurdo.

"So di essere patetica" sussurrò Penny. "Me ne rendo perfettamente conto".

"No, sei innamorata" disse Fred, fuori dai denti. Notando l'espressione di lei, proseguì: "Oh, andiamo! Si vede che questo tizio, chiunque sia, è molto più di una cotta per te". Il suo tono non era minimamente accusatorio, e questo la fece sentire molto meglio. Più leggera.

"È vero" ammise.

"Accetta un consiglio" riprese lui. Lei levò il volto per incontrare gli occhi nocciola del ragazzo. "Sei bloccata in un punto in cui non puoi avere lui ma non vuoi avere nessun altro. Fatti un favore, diglielo e basta" concluse. Penny era colpita. Effettivamente non aveva tutti i torti. Lei era bloccata in ogni caso. Tanto valeva tentare. Però era anche vero che Fred non aveva idea che stessero parlando di James, che era già innamorato di un'altra.

"Ci penserò su" promise lei.

Fred comprese che non c'era più niente da dire e si alzò dalla panca. Probabilmente aveva anche bisogno di allontanarsi da lì.

"Per quella faccenda del rimanere amici... si può fare" assentì. Penny gli sorrise. "Dammi solo un po' di tempo, Miss Shane".

Sì, decisamente si era appena lasciata sfuggire un ragazzo d'oro.

"Grazie Fred" disse Penny, prima di vederlo scomparire oltre la porta dell'aula, lasciandola aperta.







James stava attraversando il corridoio, senza pensare a niente. Ancora una mezz'ora e sarebbe stata ora di cena.
All'improvviso notò qualcosa di strano: il rumore di una porta che si apriva e suo cugino Fred che usciva da un'aula in disuso, fendendo il corridoio a larghi passi. Prima di uscire però era rimasto sulla soglia, a parlare. O era impazzito, o nella stanza con lui c'era qualcuno.
Aspettò che si fosse allontanato completamente, per poi avvicinarsi a sbirciare, attento a non fare il minimo rumore, e quello che vide non gli piacque. Seduta su una panca c'era la sua Shane e... piangeva silenziosamente. Nessun singhiozzo e nessun singulto, solo lacrime che le rigavano le guance, ma James rimase interdetto. Non l'aveva mai vista piangere. Si sentì in dovere di entrare, non gli piaceva l'idea di spiarla in quel modo.
Aprì completamente la porta, notando lo sguardo sorpreso che si dipinse sul volto di lei, insieme a un vago rossore. Penny si affrettò ad asciugare le lacrime con le maniche della tunica e lui si guardò bene dal farle notare che ormai non poteva nascondergli che aveva pianto. Semplicemente, finse di non averlo notato.
"Che ci fai qui?" chiese, ricomponendosi.
"Potrei chiedere lo stesso a te".
"Io..." iniziò, ma James la interruppe. Non avrebbe sopportato una bugia, anche se non aveva nessun diritto di pretendere la verità.
"Ho visto uscire Fred. È colpa sua?" domandò.
"James..."
"Ripeto: è colpa sua?" La frase nella sua testa suonava meno perentoria. Pazienza, ormai aveva usato quel tono. Quello arrogante, che lei detestava.
"No" rispose Penny.
"Che ti ha fatto?" chiese di nuovo, suonando ancora più infastidito e sbrigativo. Lei sembrò – giustamente – indispettita.
"Niente, è colpa mia" disse con voce incrinata. Non poteva vederla così. E incredibilmente sentiva più profondamente il dispiacere per lei che la rabbia per Fred. Perché di sicuro era colpa di Fred.
"Ti avevo detto che ti avrebbe fatta soffrire".
"Come, scusa?" chiese lei, confusa.
"Non far finta di non aver capito, Shane. Se lui è il ragazzo di cui sei innamorata, ti aveva già fatto star male, era logico che succedesse di nuovo".
Logico? Non c'era niente di logico in quella faccenda. Non sapeva neanche lui cosa stesse dicendo.
"Magari" sussurrò Penny.
Sorpreso, James fu quasi sul punto di ribattere, ma lasciò che la ragazza continuasse.
"Se fosse lui" disse, "sarebbe tutto così semplice..." Aveva in volto un sorriso malinconico. "È carino, simpatico, gentile. Nel complesso mi piace" aggiunse senza neanche pensarci.
A quelle parole James sentì un crampo contrargli lo stomaco, ma non replicò. Come avrebbe potuto farlo? Con quale scusa?



"Senti Shane, smettila di elogiarlo!"

"Perché?"

"Sono geloso marcio"


No, forse non era il caso.
Penny proseguì, senza immaginare quello che si agitava in lui.
"O meglio" si corresse la ragazza, "potrebbe piacermi, se non fossi innamorata dell'altro. E sarebbe meraviglioso, se così fosse. Ho provato con tutte le mie forze a dimenticarlo, ma non è servito" la voce ora era più calma, quasi rassegnata. "Non mi libererò mai di lui".

James era attonito. Shane si stava confidando con lui, gli stava aprendo il suo cuore, ma a proposito di un altro ragazzo. E lui aveva pensato che Fred fosse un pericolo! Dallo sguardo di lei era chiaro che non era Fred la concorrenza. Anzi, non c'era concorrenza alcuna. Questo ragazzo, chiunque fosse, era in cima ai pensieri della sua Shane. No, non la sua Shane. Solo Shane.







Penny cominciava a domandarsi per quale motivo James non smettesse di fissarla. Ma soprattutto, perché si stava confidando con lui? Non aveva senso.
"Quindi non è lui?" le chiese
di nuovo, facendole perdere la pazienza.

"Ovvio che no. Sarebbe come scambiare una torcia con il sole" mormorò lei, senza rendersene conto. Stava parlando più a se stessa che a James e le parole erano uscite di getto. Quella era una dichiarazione in piena regola, anche piuttosto accorata. Grazie a Merlino e Morgana James ignorava di essere il sole, in quella frase. Lo vide spalancare gli occhi, sorpreso da quello che aveva detto. Era sorpresa anche lei, effettivamente.
"Lo ami
molto" fu quasi un sussurro. Lei annuì, restando in silenzio.
"Dimmi chi è".
Il fatto che James non l'avesse formulata come una domanda la fece infuriare.
"Non potresti almeno chiederlo gentilmente?" gli rispose piccata.
"
Potresti dirmi chi è?" chiese, addolcendo il tono.
"No".
"Mi prendi in giro?"
L'espressione contrariata di James somigliava molto ad un broncio. L'avrebbe fatta sorridere, in un altro momento.
"No
n posso" disse. "Ora sai che non è tuo cugino, non ti basta? Credevo fosse questo il punto. Perché diamine mi devi estorcere un'informazione così personale?" Il comportamento di James era assurdo, ma questa non era una novità.
"Sono solo curioso"
disse con studiata noncuranza.
Era giunta alla conclusione che lo facesse apposta, per infastidirla.
"James, se tu avessi un briciolo di rispetto per i sentimenti altrui, dovresti lasciarmi in pace"
ribadì. "Mi fa male".
La guardò
dritto negli occhi, quelle pozze scure nelle quali Penny non riusciva a non perdersi.
"Ti fa soffrire anche solo parlare di lui?" le chiese.

Sembrava scioccato, e aveva ragione da vendere. Era maledettamente patetica. Si limitò a distogliere lo sguardo.
"Scusa"
disse, e sembrava sinceramente dispiaciuto. "Va' pure. Posso solo dirti che non capisco perchè tu non vada da lui a dirglielo. Perché ti dovrebbe rifiutare?" Riuscì a non far trapelare ciò che stava pensando, ovvero che nessuno per alcun motivo avrebbe mai potuto rifiutarla. Per lui era un'ipotesi inconcepibile.
"
Lo farebbe, non tutti possiamo aspettarci di essere corrisposti dalla persona che amiamo. Solo perché tu sei abituato ad avere tutte ai tuoi piedi non vuol dire che sia così anche per noi comuni mortali" gli disse, suonando più rancorosa del previsto.
Un attimo prima gli aveva dichiarato amore sconfinato e l'attimo dopo stava cercando di allontanarlo.
Fu sul punto di dirgli la verità e di lasciare che ridesse di lei, che la canzonasse, che non le rivolgesse la parola. Tutto pur di levarsi quel peso dal cuore. Perché era come aveva detto Fred: per colpa di James lei era bloccata.

Però non lo fece. Non disse nulla.

"Che ne sai tu?" lo sentì dire, in tono insolitamente tranquillo. Lei lo guardò interrogativa. "Non tutte cadono ai miei piedi, Shane".
"
Quella ragazza..."
"S
ì, quella ragazza. La ragazza di cui ti parlavo ai Tre Manici di Scopa... quella di cui..."
"...sei innamorato" concluse
Penny, sentendo lo stomaco che si contorceva.
"Lei non mi vuole, quindi so benissimo come ti senti".
"Chi è?"
lo provocò lei. Sapeva che non avrebbe ottenuto niente, e ad ogni modo non voleva quel nome. Era giusto per ripagarlo con la sua stessa moneta.
"Ti aspetti che te lo dica?"
James fece schioccare la ligua.
"Ovviamente no. Mi aspetto solo che tu capisca come ci si sente, quando ti fanno una domanda a cui non puoi rispondere".
"Io
posso rispondere, Shane" precisò lui. "Semplicemente non voglio". Penny si sorprese a desiderare di lanciargli una Fattura Orcovolante. E non era la prima volta. Merlino, era così indisponente!
"
Immagino valga lo stesso per me, Potter".
Inutile illudersi di poterci andare d'accordo. Un momento voleva saltargli in braccio e baciarlo, quello dopo l'avrebbe volentieri picchiato.
Decise che non era più il caso di stare lì,
si alzò dalla panca e si lisciò la gonna a pieghe. Poi oltrepassò James velocemente ed uscì dall'aula. C'era rimasta troppo tempo, per i suoi gusti. Il ragazzo non fece nulla per trattenerla, e Penny si diresse in Sala Grande, col cuore gonfio di tristezza.

























ANGOLO AUTRICE



So che è passato solo un giorno, ma eccomi a pubblicare nuovamente. È un capitolo breve ma abbastanza significativo per la storia. Sembra che James e Penny stiano ballando il cha cha cha. Uno fa un passo avanti e l'altro ne fa uno indietro.

Però il capitolo Fred è chiuso, per la gioia di Francesca lol. Penny si è lasciata sfuggire una frase abbastanza compromettente, anche se James non sa di esserne il soggetto.

Ringrazio chi ha messo la storia nelle seguite/ preferite/ ricordate e tutte le persone che recensiscono o che mi scrivono in privato. E ovviamente, ringrazio chi mi ha messo tra gli autori preferiti.

Alla prossima, gente!





  
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