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Autore: sawyer_    02/07/2015    3 recensioni
Harry Potter e Draco Malfoy. Due amanti stanchi e insicuri che, però, non riescono a fare a meno l'uno dell'altro.
Dal testo: "-Comunque ora basta tergiversare, perchè siamo qui?- Sbottò Draco.
In quel preciso istante tornò il cameriere portando i loro whisky. Così, prima di rispondere, Harry si decise a buttar giù il suo tutto d'un fiato. Il calore si espanse lungo il suo esofago bruciandolo insopportabilmente.
-Per me non è finita, Draco.- Affermò allora, dopo aver tossicchiato.
-Potter, non ricominciamo per favore. Stavolta non ci casco, hai detto così anche l'ultima volta e io ti ho dato retta. Ma adesso pensavo fossimo sicuri.- Sorseggiò il suo whisky allacciando il suo sguardo a quello di Harry.
-Non lo siamo, non fingere che sia il contrario.- Poi Harry richiamò il cameriere. -Un altro giro per me, per favore.-"
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Harry Potter | Coppie: Draco/Astoria, Draco/Harry, Harry/Ginny
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Diciannove anni dopo.


Quell'anno l'autunno era arrivato presto. Le foglie secche coloravano la strada di sfumature rosse gialle e arancioni, e a ogni passo producevano un suono piacevole per le orecchie di Harry, che gli riportò alla mente un pomeriggio del primo anno di James, quando aveva imparato a camminare proprio sulle foglie cadute dagli alberi di fronte a Grimmuld Place.
Harry, Ginny e i loro tre figli attraversarono la strada trafficata che portava a quell'enorme stazione fuligginosa che era King's Cross, mentre la piccola Lily piagnucolava attaccata al braccio del padre.
-Non manca molto, fra poco ci andrai anche tu.- Tentò di consolarla Harry.
-Fra due anni- Protestò la bambina. -Io voglio andarci adesso, papà!-
Quella mattina erano tutti particolarmente agitati: Lily piangeva come una fontana da quando erano usciti di casa perchè avrebbe tanto voluto unirsi ai fratelli maggiori sull'Espresso per Hogwarts, Ginny era piuttosto in ansia per Albus, e quest'ultimo era stato assalito fin dalla sera precedente da un dubbio esistenziale.
-Non voglio! Non voglio essere un Serpeverde!-
-James, smettila di mettere in testa certe cose a tuo fratello!- Intervenne Ginny guardando truce il primogenito.
Harry, mentre raggiungevano il binario nove e tre quarti, si sporse verso il figlio minore.
-Albus Severus- Mormorò direttamente nel suo orecchio. -Tu porti il nome di due Presidi di Hogwarts. Uno di loro era un fierissimo Serpeverde e probabilmente l'uomo più coraggioso che io abbia mai conosciuto. Non tutti i Serpeverde sono persone cattive, Al.-
-Ma se...- tentò di ribattere il figlio.
-...vorrà dire che la casa Serpeverde avrà guadagnato un ottimo studente, no? A noi non importa, Al. Ma se per te è importante, potrai scegliere Grifondoro. Il Cappello Parlante tiene conto della tua scelta.-
-Davvero?-
-Con me lo ha fatto.- Confermò Harry. Non lo aveva mai detto ad uno dei suoi figli e vide un sorriso radioso comparire sul volto di Albus, che gli strinse la mano vigorosamente mentre camminavano fianco a fianco.
La famigliola emerse sul binario nove e tre quarti, oscurato dal denso vapore bianco che usciva dal rosso Espresso per Hogwarts. Sagome indistinte sciamavano nella nebbiolina che stava cominciando ad inghiottire anche James Potter mentre salutava i genitori con la mano.
-Mamma, dove sono?- Chiese Albus, preoccupato.
-Credo siano loro, Al.- Lo rassicurò la madre indicando quattro sagome in lontananza.
-Ciao!- Esclamò Rose, seguita da un uomo panciuto e un donna elegante, sulla trentina.
I quattro adulti si salutarono affettuosamente scambiandosi baci e abbracci. Sul marciapiedi accanto a loro, i figli più piccoli, Lily e Hugo, erano immersi in un'animata discussione sulla Casa in cui sarebbero stati smistati una volta ad Hogwarts.
-Zio Ron! Papà mi ha detto della tua patente Babbana, complimenti!- Si congratulò Albus.
-Tua zia pensava che avrei dovuto Confondere l'esaminatore per passare l'esame di guida, ma non ce ne è stato bisogno!- Rispose Ron strizzando l'occhio al nipotino.
Ormai gli sportelli sbattevano lungo il treno rosso e le figure sfocate dei genitori si avvicinavano alle carrozze per i baci d'addio e le ultime raccomandazioni. Le due coppie salutarono i propri figli, commossi, Ginny ed Hermione avevano addirittura gli occhi lucidi per l'emozione. Anche Albus che era rimasto indietro, balzò a bordo e la madre chiuse lo sportello alle sue spalle. Dai finestrini più vicini si sporgevano studenti. Un gran numero di facce, sia sul treno sia sul binario, erano rivolte verso Harry. Rose ed Albus si sporsero dai loro scompartimenti per sbirciare gli altri bambini, incuriositi dal loro comportamento. Il treno cominciò a muoversi ed Harry lo seguì camminando, guardando il viso magro del secondogenito, già infiammato per l'emozione. Continuò a sorridere e salutare finchè l'Espresso non sparì del tutto. Raggiunse nuovamente la moglie e i cognati che tenevano per mano i piccoli Lily e Hugo. Il suo sguardo venne catturato da una persona poco lontana.
Ron si voltò verso il cognato intercettando il suo sguardo e accennò di nascosto a un punto a una cinquantina di metri da lì. Il vapore per un attimo si diradò e due persone si stagliarono nitide contro la nebbiolina fluttuante.
-Guarda chi c'è.- Sussurrò ad Harry.

Ma lui li aveva scorti già da qualche minuto, concentrato sull'uomo alto e distinto del duo. Era Draco Malfoy con la moglie, un cappotto scuro abbottonato fino alla gola. Draco si rese conto di essere osservato e lanciò loro un brusco cenno di saluto.
-Penso dovremmo andare a salutarli.- Biascicò Harry.
-E perchè?- Chiesero in coro i fratelli Weasley.
-Harry ha ragione, mi sembra più cortese, ormai si è accorto che lo stiamo fissando, tanto vale salutarli da vicino.- Lo supportò Hermione, che in realtà non aveva la minima idea dei progetti dell'amico.
Harry infatti, di nascosto da tutti, mentre si avviavano verso i coniugi Malfoy, stava scrivendo un biglietto minuscolo, che strinse nella mano destra fin quando non arrivarono a destinazione.
-Salve Draco, Astoria.- Azzardò Hermione per prima. La donna dai capelli scuri le rivolse un sorriso fin troppo tirato e reclinò il capo in segno di saluto verso gli altri tre.
Draco strinse la mano distrattamente a tutti quanti, trattenendosi in particolare con Harry. Quest'ultimo infatti aveva furtivamente lasciato cadere fra le dita dell'altro il minuscolo bigliettino, producendo in lui una reazione alquanto sorpresa. Per fortuna nessuno notò quanto Draco fosse accigliato in quel momento.
-Beh, alla prossima.- Sibilò Draco circondando la moglie con un braccio e riponendo nella tasca del cappotto scuro il misterioso biglietto. La spinse delicatamente da una parte avviandosi con lei verso l'uscita della stazione.
-Sempre più strani i Malfoy, vero? Miseriaccia, spero che Rosie non dia troppa confidenza a Scorpius, papà non la perdonerebbe mai se sposasse un Purosangue!- Esclamò Ron.
Tutti risero, inclusi i piccoli Lily e Hugo, fatta eccezione per Harry che, immerso nei suoi pensieri, non aveva minimamente sentito le parole dell'amico.

Harry, seduto a un tavolo del pub Testa di Porco, controllava l'orologio a intervalli di tre minuti. La persona che stava aspettando era in ritardo di più di un quarto d'ora, cosa che lo rendeva parecchio nervoso e quasi sicuro che non si sarebbe presentata. Gli avventori, tutt'altro che gente raccomandabile, lo guardavano di sottecchi troppo spesso per i gusti di Harry.

Così, quando la sua pazienza giunse al termine, fece per alzarsi e andarsene piuttosto sconsolato e deluso, ma fu proprio in quel momento che la porta della locanda si spalancò, lasciando intravedere una testa bionda, ormai leggermente stempiata, e quel cappotto scuro che Harry conosceva fin troppo bene.
Ormai in piedi, il moro sventolò la mano per attirare l'attenzione dell'uomo appena entrato.
Quando raggiunse il tavolo, non si degnò neanche di salutarlo.
-Mi fa piacere che tu sia venuto.- Disse Harry mentre entrambi si accomodavano, uno di fronte all'altro.
-Potter, puoi spiegarmi tutto questo per favore? Ha un senso?- Chiese Draco indicando sé stesso, Harry, e tutto il pub.
-Se per te non lo avesse non saresti venuto, no?-
-Mi prendi in giro per caso? Pensavo di essere stato abbastanza chiaro la settimana scorsa, e invece mi sono ritrovato quel bigliettino in mano.-
Prima che Harry potesse ribattere un uomo di mezza età con un taccuino in mano e un canovaccio sulla spalla si sporse verso il loro tavolo, rivolgendogli un sorriso tirato.
-Per me un whisky incendiario, per favore.- Lo anticipò Harry.
-Per lei?- Chiese cortese l'uomo, guardando Draco.
-Lo stesso, grazie.-
Quando il cameriere si fu dileguato, l'ex Serpeverde si sentì libero di parlare.
-Poi potevi scegliere un altro posto, per Merlino. Qui è orribile e ci stanno guardando tutti.- Detto ciò diede un'occhiata intorno furtivamente slacciandosi i primi bottoni del cappotto.
-Ma non ci conosce nessuno in realtà.-
Draco ghignò, beffardo. -Chi vuoi che non conosca il grandissimo Harry Potter?-
Ad Harry vennero in mente tutti quei bambini che quella mattina stessa si erano sporti dal treno in corsa solo per fissarlo.
-Intendo che nessuno ci conosce di persona. Di certo quel tizio non andrà a raccontare a mia moglie che mi trovo qui con te.- Ribbatté allora, indicando un mago a caso seduto al bancone a bere Burrobirra.
-Comunque ora basta tergiversare, perchè siamo qui?- Sbottò Draco.
In quel preciso istante tornò il cameriere portando i loro whisky. Così, prima di rispondere, Harry si decise a buttar giù il suo tutto d'un fiato. Il calore si espanse lungo il suo esofago bruciandolo insopportabilmente.
-Per me non è finita, Draco.- Affermò allora, dopo aver tossicchiato.
-Potter, non ricominciamo per favore. Stavolta non ci casco, hai detto così anche l'ultima volta e io ti ho dato retta. Ma adesso pensavo fossimo sicuri.- Sorseggiò il suo whisky allacciando il suo sguardo a quello di Harry.
-Non lo siamo, non fingere che sia il contrario.- Poi Harry richiamò il cameriere. -Un altro giro per me, per favore.-
-Se stai cercando di fare il duro bevendo come un alcolizzato non sta funzionando, e non funzionerà finchè continuerai a ripetere per favore.-
Harry sorrise, malinconico.
-Tornando a noi. Io sono sicuro Potter, va bene? Non possiamo andare avanti così, non ci riesco.-
-Ci siamo riusciti per quasi quindici anni!- Harry stava cominciando ad avvertire un pizzicore alla bocca dello stomaco che non aveva niente a che fare con l'alcol. Era rabbia, bollente e accecante rabbia.
-Ma io non ci riesco più!-
-Non mi dirai che ti stai davvero innamorando della Greengrass, mi sembra un po' tardi, non credi?- Harry cercò di essere il più tagliente possibile, usando un tono di voce che non gli apparteneva affatto.
Draco sorrise amaro. -Sai che non è per lei.-
-No, non lo so.- Lo sfidò Harry appoggiando i gomiti sul tavolino. Un altro cameriere, molto più giovane, probabilmente sulla ventina, gli porse il suo whisky incendiario, guardandolo di sottecchi.
-Cos'hai da guardare, sparisci.- Sbottò Draco, accompagnandosi con un cenno infastidito della mano. Harry sorrise beffardo. -Geloso?-

-No.- Lo fulminò il biondo.
Harry bevve ancora, e ancora sentì quel calore bruciargli dentro. Meglio quello che quel pizzicore persistente alla bocca dello stomaco, comunque.
-Potter, lo capisci che non riesco più a guardare in faccia mio figlio?-
-I nostri figli non c'entrano Draco, non sono mai stati coinvolti in questa storia. Loro sanno che li amiamo incondizionatamente, indipendentemente dal resto.-
-Ma se un giorno dovessero scoprire qualcosa, pensi ci amerebbero anche loro? Scorpius adora sua madre, non me lo perdonerebbe.-
-Ma non lo scopriranno, perchè dovrebbero? Siamo bravi a dissimulare, lo siamo sempre stati.-
Ad Harry stava cominciando a girare la testa. Non aveva mai retto un granchè l'alcol, di certo non aveva preso da quel malandrino di suo padre. Seppe che ben presto non sarebbe stato in grado di fare un discorso di senso compiuto senza fare un passo falso, quindi voleva parlargli ora e in fretta.
-Ma piantala Potter. Per poco tua moglie non ci beccava. Stiamo rischiando troppo, io non sono più disposto a farlo, e fidati, non lo sei neanche tu.-
-Non puoi sapere quello che IO sono o non sono disposto a fare, Draco!- Ringhiò Harry, sporgendosi verso di lui. Richiamò ancora il cameriere e ordinò un altro whisky.
-Io non voglio rinunciare a noi.- Stava cedendo e non avrebbe voluto. Supplicare Draco Malfoy di continuare ad essere il suo amante non era certo nei suoi progetti. Sperava di non dovere arrivare a tanto, pensava sarebbe stato più facile, come la prima volta che si erano lasciati, quando Ginny era rimasta incinta di James, o la seconda, quando Scorpius aveva detto la sua prima parola, o la terza, quando pensavano di essere stati colti in flagrante da Hermione, o anche la quarta solo due settimane prima. Ma stavolta Draco sembrava fare sul serio, era irremovibile, Harry glielo leggeva in quegli occhi grigi che conosceva ormai come le sue tasche. Doveva giocarsi la sua carta migliore, ma non prima di aver bevuto un altro po'. Anche il terzo whisky raggiunse il loro tavolo.
-Potter, rifletti. Vuoi mandare a puttane la tua famiglia perfetta per questo?-
Harry bevve, e fu meno doloroso delle altre volte, il suo corpo si stava abituando all'alcol e buttarlo giù stava diventando quasi piacevole. Tutto era diventato ovattato, sentiva solo la voce di Draco e vedeva solo il suo volto, il resto era scomparso intorno a lui.
-Per te, Draco. Per te.-
-Oh, falla finita. Per Merlino, abbiamo trentasei anni, non siamo più ventenni arrapati. È arrivato il momento di pensare alle cose serie.-
Non era mai stato così crudele e duro in quegli ultimi anni, a Harry faceva uno strano effetto: gli sembrava di essere tornati ai primi anni di scuola. -Da quando sei diventato così saggio?-
-Sai, a questo punto pensavo lo fossi diventato anche tu.- Draco si voltò poi verso il bancone attirando l'attenzione del cameriere più anziano. “Un altro whisky, per entrambi.” Mimò con le labbra.
Harry non sapeva più come ribattere. Il momento di tirare fuori il suo asso nella manica stava arrivando, e lui ne era terrorizzato.
-Beh, alla tua Potter.- Disse Draco, dopo aver pagato per tutti e due. Alzò in aria il proprio bicchierino appena arrivato e Harry lo imitò. I suoi riflessi stavano cominciando a rallentare, così come i suoi sensi ad inibirsi.
-Draco, ascoltami.- Il biondo gli fece segno di continuare.
-Non può finire ok? Non lo accetto. Non puoi lasciarmi: io ti amo.- E adesso aveva perso veramente la sua dignità con quella frase, aveva giocato tutte le sue carte, aveva fatto il possibile.
-Potter, abbassa la voce! Ti stai rendendo ridicolo, sembri una quindicenne lasciata dal fidanzatino. E poi sei ubriaco fradicio.-
-Non sono ubriaco.- Affermò Harry con la bocca ormai impastata. Faceva fatica a mantenere una posizione eretta.
-Si, certo. E io sono etero.-
Harry rise di gusto, ormai preda dei fumi dell'alcol. Molti avventori si voltarono nuovamente a guardarli.
-Potter, santo cielo, chiudi il becco! Forse è meglio uscire di qui. Avanti, alzati.-
Harry fece come gli era stato ordinato. Quando fu in piedi, afferrò la giacca e barcollò per qualche secondo prima di infilarsela.
Draco, notando il suo precario equilibrio, lo afferrò per un braccio e lo condusse verso l'uscita.
Una volta fuori dal locale entrambi si sentirono meno osservati. Harry aveva la nausea, ma si costrinse a ricercare quel minimo di lucidità che gli era rimasta. Il fresco vento autunnale gli donò maggior vigore accarezzandogli le guance.
Draco era di fronte a lui, le mani nelle tasche del cappotto e un sorriso sghembo sul volto.
-Ed ecco qui il Salvatore del Mondo Magico. Qualche bicchierino di troppo e guarda come ti sei ridotto, sei incorreggibile.-
-Draco.- Si costrinse a dire Harry, atteggiandosi a sobrio. L'ex Serpeverde doveva aver colto il suo tono serio, perchè si cancellò quel ghigno dalla faccia immediatamente.
-Ti prego, non voglio perderti.- Per Merlino, lo stava supplicando. A fine serata cosa sarebbe successo? Si sarebbe inginocchiato al sua cospetto? Draco aveva ragione, stava diventando ridicolo, ma in realtà non gli importava, doveva essere stato il whisky a fargli quell'effetto.
Gli si avvicinò, allungando le braccia. Draco non indietreggiò, come si era aspettato che facesse.
-Harry, non rendere tutto più difficile.- Lo aveva chiamato per nome, era la prima volta in quella sera. Forse stava cedendo. Tanto valeva pregarlo ancora, tanto peggio di così non poteva andare.
-Ti prego.- Ripetè, avvicinandosi ancora. Una volta a pochi centimetri da lui, gli posò una mano sulla guancia, ma il biondo si scostò, come se si fosse scottato.
-Draco.- Harry puntò il suo sguardo negli occhi di Draco, supplichevole, e per un attimo gli parve di vedere un lampo di arrendevolezza. Tentò ancora di toccarlo e stavolta ci riuscì.
-Ti prego.- Ripetè ancora una volta, e Draco si lasciò accarezzare chiudendo gli occhi. Harry colse al volo quell'occasione e catturò le sue labbra in un bacio leggero. Lo guardò prima di continuare, assicurandosi che Draco non si sarebbe sottratto ancora. E poi si avventò sulle sue labbra.
Gli erano mancate così tanto in quella settimana, che gli sembrò di tornare a respirare solo ora che lo stava di nuovo baciando.
Draco dischiuse arrendevole la bocca e lasciò che gli lambisse ogni suo umido anfratto. Harry lo schiacciò contro il muro della locanda e gli morse il labbro inferiore, strappandogli un gemito sommesso. Affondò le mani nei suoi capelli morbidi e ignorò il giramento di testa che lo torturava da un po'. Niente avrebbe rovinato quel momento così loro, così speciale.
Draco circondò i suoi fianchi con le braccia per attirarlo più vicino. Harry poteva sentire il calore del suo corpo che lo riscaldava.
Le loro lingue andarono avanti in quella danza per un po'. Ad Harry sembrava che il tempo si fosse fermato, non stava più scorrendo. C'erano solo lui, Draco e le loro labbra unite, niente contava più di quello.
-Dio, puzzi di alcol.- Esclamò Draco quando le loro labbra si furono separate. Ma loro erano ancora stretti l'uno all'altro, in un abbraccio che significava tutto.
-Scusi, signor 'Il mio alito è sempre impeccabile e profumato.'- Entrambi risero. Harry avvertì il petto di Draco vibrare contro il suo.
-Non mi libererò mai di te Potter. Ti odio.-
-Io ti amo, pensa un po'.- Harry sorrise. Sapeva che probabilmente la settimana dopo Draco lo avrebbe convinto a finirla un'altra volta e sapeva che lui lo avrebbe implorato ancora di tornare insieme. Sarebbe andata avanti così per sempre forse, perchè quei due erano consapevoli di non poter stare insieme ma non potevano stare lontani, nonostante le loro famiglie, nonostante i figli, nonostante Draco così convinto di lasciarsi.
Loro si appartenevano e sarebbe sempre stato così, non poteva essere diversamente.

FINE.

   
 
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