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Autore: Piccolodante98    02/07/2015    1 recensioni
Elison è una giovane donna laureata che da poco è riuscita ad entrare nel mondo del lavoro ma nulla è come se lo era immaginato: dalla famiglia agli amici solo una persona riuscirà, infatti, a far pulsare il suo cuore. Così, in una spietata corsa contro il tempo, che è la vita, Elison riscoprirà la porta che conduce all'amore.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Sono stretta ed ancorata al suolo. Ci sono delle catene che mi stringono i polsi e delle catene intorno alle mie caviglie che mi portano sempre più giù nei grandi abissi dell'oceano. Mi manca l'aria, non respiro. Preferisco morire piuttosto che affogare. Sono circondata da squali che mi osservano scommettendo se in un certo qual modo riuscirò a battere ogni frontiera o se riuscirò mai a spezzare le catene che mi legano al suolo per poter così abbattere la grande barriera corallina. Io, però, non riesco a capire se lo voglio o meno, sono solamente qui, in quell'enorme oceano di squali che è la vita. E' un po' come un grido. Solo che questo grido non ha bisogno di essere udito perché penetra nel profondo senza che te ne accorgi. E' un urlo di disperazione, di umiliazione e di ingiustizia in un mondo in cui nulla va come dovrebbe andare. Un mondo senza Dio è un po' come la pianta senza sole e senza acqua. Si indebolisce, invecchia, esala l'ultimo respiro e poi muore. Cosi come se non fosse mai esistita, appassisce, si spezza e diviene polvere e, noi tutti sappiamo che fine fa la polvere. Viene calpestata, spazzata via, gettata nella terra o trascinata dal vento scomparendo e, così un giorno, acquisendo l'anonimato. In effetti è questo che noi siamo. Polvere. Magari non lo capiamo subito, magari non ce ne rendiamo conto ma prima o poi lo capiremo tutti. Uno per uno. Chi prima chi dopo. Viviamo con la convinzione di essere immortali e il solo pensiero della morte suscita in noi timore. Già, timore di un qualcosa che in realtà non sappiamo nemmeno cos'è ma siamo convinti che sia solo male. Io non so cosa sia esattamente la morte. Nessuno e dico nessuno lo sa. Vogliono farci credere che sia brutto, che sia una cosa orrenda ma io vi chiedo: “E se fosse migliore della vita?”. Pensateci un attimo... abbiamo costantemente paura di non esistere più ma in realtà non sappiamo cosa ci aspetta di preciso dopo. Nemmeno i cristiani lo sanno. Sono passate esattamente due settimane dalla morte di mio padre, April è ritornata a New York mentre Evan ha smesso di chiamarmi. Non so perché ma ho paura. Ho paura di perderlo. Mio padre è morto, mia madre è in di una crisi di nervi e mio fratello è di nuovo un tossico-dipendente mentre io... non so cosa so cosa sono. Tutti quelli che amo si stanno allontanando da me. Uno ad uno. Non vedo, quindi perché io dovrei amare. Non vedo perché dovrei amare Evan. Prima o poi si dimenticherà di me e io ne sono felice. Non voglio fare soffrire colui che amo e allontanarlo è l'unica soluzione. «Tesoro?». Vengo distratta da mia madre. Mi volto e la fisso. Non mi chiamava così dal funerale. «Tuo padre aveva scritto una lettera prima di morire... mi aveva detto di dartela ma io non ne ho avuto la forza così, ecco tieni». Prende una busta dalla sua tasca e me la porge. «Grazie mamma». Mi sforzo a sorridere in modo che anche lei possa sentirsi meglio. «Io salgo di sopra». Mi alzo. «Elison, aspetta». Mi afferra il braccio. «Credo che dovresti chiamare Evan. Non se lo merita». Mi fissa. «Non me la sento» «Tesoro quell'uomo non ti aspetterà a vita» «Lo so». Mi volto e salgo le scale, attraverso il corridoio sino a giungere nella mia stanza, mi siedo sul letto e faccio un lungo respiro. Continuo a fissare la busta ripensando a tutto quello che è successo in così poco tempo, esco la lettera e la osservo con il cuore in gola. Ricordati di essere felice -Papà.
   
 
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