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Autore: orientexpressify    02/07/2015    1 recensioni
[STORIA IN REVISIONE 2024]
Questa è la storia di Laila , una studentessa alle superiori che incontra Justin un ragazzo misterioso e gentile, nonostante le avversità, i due si innamorano e iniziano una relazione romantica.. Tuttavia, la loro felicità verrà messa alla prova da una serie di eventi tragici e difficoltà che devono affrontare insieme come la perdita e la resilienza.
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❀trailer coming soon❀
Genere: Drammatico, Slice of life, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate
Capitoli:
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 10.
 
 
 
 
Il cielo quel mattino era diverso, il contatto con Justin mi provocava una leggera serenità tuttavia non riuscivo a distogliere lo sguardo dall'alto, per cogliere anche un solo squarcio di quel viso. In nostri corpi allineati, così vicini, erano in perfetta sintonia con la vegetazione, e lo scorrere del fiume era l'unico suono a udirsi. D'improvviso la mia mano si staccò dalla sua presa, con un movimento veloce il suo corpo si sollevò dal terreno, non potei evitare di far cadere l'occhio nelle piccole vertebre della nuca che sbucarono dal girocollo della maglietta. Deglutii.
Si voltò verso di me di tre quarti, continuavo a fissarlo, mi sorrise dolcemente poi si alzò in piedi. Si diresse verso l'acqua dandomi le spalle.
Io lo seguii con lo sguardo quando sparì dalla mia vista sollevai il collo, mi sbarazzai delle foglioline secche sui vestiti e lo raggiunsi.
Justin proseguì oltre la sponda, avrei giurato che non lo facesse ma entrò dentro il torrente fino a che l'acqua non gli raggiunse i polpacci poi eccolo di nuovo, girarsi verso me. Mi rivolse un sorrisetto maligno. Era attraente, ma non volevo mostrare che mi faceva effetto quel suo pavoneggiarsi.
Capii che stava aspettando una mia reazione.


 -Che c'è?- lo guardai gesticolando -Non penserai che venga dentro l'acqua!-
-Penso proprio di si- disse -No..- cominciai a indietreggiare.
-Oh si!- avanzò velocemente a passo largo per colpa dell'attrito dell'acqua, ma era forte e riuscì a uscire in un batter d'occhio.
-Non ci provare!- urlai terrorizzata dall'idea di finire tra le sue grinfie, avevo intenzione di raggiungere le scalette ma lui mi prese per i fianchi, provocandomi un brivido lungo la schiena che gridai divertita e in pochi secondi mi sollevò a un metro da terra. Mi strinse il fianco mentre si avvicinava veloce al fiume, una presa sotto braccia e l'altra sotto alle ginocchia mentre dimenavo le gambe.Nessun ragazzo aveva mai preso un'iniziativa del genere. In quel momento era come se io e lui fossimo amici da sempre, ciò che si era creato tra noi, sembrò così normale. Come se avessimo passando tutta l'estate assieme. Lo pregai di mettermi giù picchiettando sulle spalle che quasi inciampò.
Lui non ne diede peso e rise.
 
-Mettimi giù!- gridai.
-Con piacere- ridacchiò.
Quando raggiungemmo la sponda mi buttò in acqua, e quasi mi cadde sopra.
Ero completamente molla dai piedi fino alla clavicola, qualche schizzo mi arrivò ai capelli. Certo l'acqua era bassa.
 -L'hai fatto apposta!- spalancai la bocca, ferma immobile a guardarmi le scarpe ormai zuppe.
 -Ne era mia intenzione dall'inizio- Justin era in piedi a ridere come un'idiota.
 
Aveva anche lui i vestiti bagnati che aderivano al suo corpo, mostrandone la forma.
Che faccia tosta! D'istinto li lanciai addosso l'acqua colpendo i suoi bei capelli, e anche lui fece lo stesso.
-Ah! Vuoi la guerra eh?- disse divertito. Presi gusto a spruzzargli l'acqua ed ebbe inizio una piccola battaglia.
Mi colpì la faccia -Dai- risi e ricambiai lo spruzzo, allora lui mi tenne stretto il braccio in modo che non scappassi, e mi lanciò a grosse quantità l'acqua in viso riducendomi la vista, mi coprì con l'altro braccio quasi non respiravo più. Mi sentivo così vicina a lui. Era una sensazione nuova.
Questa vicinanza per un attimo mi distrasse. Ma odiavo l'idea di farmi trattare così da lui, in quel momento ero la più inferiore tra i due.
Riuscì a liberarmi e dargli una piccola spinta che cadde all'indietro -Hey!- urlò con sua sorpresa. Non sò cosa mi avesse spinto a farlo, ma risi alla cosa.
 Scappai per evitare un altro riavvicinamento così uscii dall'acqua e mi sedetti sull'erba al sole. Justin, che mi vide fuggire da lui, dopo essersi alzato dall'acqua.. uscì, prese un lembo della maglia e con essa si strofinò la testa, tamponandosi i capelli, che bagnati apparivano più scuri.
Questo gesto gli scoprì l'addome, di conseguenza mi provocò una piccola fitta alla pancia, e distrattamente mi morsi il labbro.
Notò che lo stavo fissando e gli scappò un sorriso. Con un pò di imbarazzo, portai lo sguardo verso il basso.
 
-Ehm..Non sarà meglio tornare?- dissi.
 -Perché? Ci stiamo divertendo, no?- fece per togliersi la maglia, un nodo mi si formò alla gola.
-Ma io voglio tornare a scuola!- dissi tutto d’un fiato, socchiudendo gli occhi. Mi inumidì le labbra.
Justin fermò le braccia all’altezza del collo e si rimise la maglia a posto.
 -Ok Laila- disse piano.Mi si avvicinò mettendo le mani sulle mie spalle, sentii le guance avampare, mi guardò dritto negli occhi.
 -Se lo vuoi..Ti riporto a scuola- disse. Fissai le sue labbra a cuoricino che nella mia testa si muovevano lentamente. Cambiò completamente atteggiamento da quello precedente. Adesso era serio. Annuii. -Si, perfavore-
Justin mi prese la mano, e io lo segui fidandomi nuovamente di lui. Ripercorremmo la stessa salita che ci avrebbe portato alla moto. Mi diede le spalle trascinandomi dietro a lui, osservai le sue spalle muoversi a ritmo con il passo. Mi piaceva tutto questo. Camminare con lui mano nella mano.
Forse avrei potuto fare tutto quello che avevo sempre desiderato.
Con lui.
 
 
 
"Justin, perchè non ho voluto mi sconvolgessi la prima volta, ti seguivo sempre da vicino, sempre da dietro"

 
 

Camminai accanto a lui, non era molto alto, diciamo un ragazzo nella media.
Per non farmi scottare dal sedile scaldato dai raggi del sole, Justin ci mise gentilmente un panno.
Facemmo lo stesso percorso precedente questa volta non esitai a tenermi a lui, ma era imbarazzante lo stesso, e forse.. anche per lui. Entrati al cortile della scuola, parcheggiò insieme alle altre moto.
 -Siamo arrivati- si volse a me con la visiera che li mostrava solo gli occhi.
Scesi facendo attenzione a dove mettessi i piedi, mentre lui inserì il cavalletto, io mi tolsi il pesante casco e glielo porsi.
-Grazie- sussurrai. Lo seguì fino agli spogliatoi della palestra, non sapevo cosa fare, ero a scuola e stare con lui.. insomma non era mai successo.
Justin aprì il suo armadietto per prendere qualcosa, io rimanevo dietro di lui, guardandomi attorno imbarazzata che qualcuno ci vedesse. Improvvisamente la mano di un ragazzo palestrato si poggiò sulla spalla di Justin che si girò di scatto.
 
-Aaron! hey..- li strinse il pugno, si salutarono normalmente come se l'amico non avesse notato la mia presenza, poi Aaron mi vide e mi sorrise. Io ricambiai il sorriso. Mentre Justin ci fissava.
-Laila!?- una voce acuta irruppe nella stanza, e dietro ad Aaron spuntò Kate.
-Dove sei stata?- mi rimproverò, sembrava arrabbiata a tal punto di non aver notato Justin.
-Al fiume vicino al Moses.- le risposi anche se sapevo non avrebbe capito dove.
-Ma perché?- si agitò gesticolando.
 
-Era con me- intervenne Justin.
 
Kate lo guardò strizzando gli occhi più volte -Tu!- disse, constatando che eravamo vicini -Siete spariti per delle ore..- puntò il dito in sua direzione, Aaron le mise una mano sulla spalla.
-Ero preoccupata per te! Se non tornavi cosa avrebbe fatto tuo padre, ci hai pensato?- si spostò verso la mia direzione e mi prese la mano poggiandone una sopra l'altra.
-Kate, lo sò.. lo sò. Non lo verrà a sapere d’accordo?- la tranquillizzai.
-Che hai saltato un paio d’ore di scuola?- disse Justin scherzando verso l’amico Aaron.
-E per colpa tua aggiungerei- disse acida Kate.
 
-Comunque piacere sono Justin, Justin Bieb..- porse la mano verso Kate -Lo sò chi sei!- disse lei con mezzo sorriso, prima che Justin finisse di dirle il suo nome.
-E così.. voi due fate sul serio?- chiese Justin ad Aaron.
 
-Già, lei è fantastica- disse l’amico un po’ troppo felice e diede un bacio a stampo a Kate proprio davanti me e Justin tenendole la mano, solo che Kate essendo più bassa di lui si è dovuta alzare in punta di piedi. Non lo sò ma vedere Kate baciarsi con un ragazzo mi ha fatto leggermente salire una piccola nota di gelosia.
-Tsk..lo vedo- disse guardando Kate.
 
-Hey Bizzle! Hai intenzione di venire a lezione?- lo invitò Aaron, con del gloss sull’angolo destro del labbro.
-Se proprio devo- disse sorridendomi.
-Tanto io e Laila abbiamo ginnastica ora- disse Kate.
Lei e Aaron si salutarono con un altro bacio mentre Justin mi si avvicinò.
-Ci vediamo dopo scuola? Ti vorrei presente alle nostre prove..- disse giocherellando con il ricciolo castano dei miei capelli. Guardai d’impulso altrove, mentre lui cercava il mio sguardo aggrottando la fronte. Pensai al cazziatone che avrei ricevuto una volta a casa e mi decisi.
-Va bene- dissi stringendo i pugni, per la sua mano tanto vicina al mio viso. Lui sorrise.
 
-Può venire anche Jade, se ci tieni- scherzò con Aaron -E' Kate! Per tua fortuna non posso devo tornare a casa a controllare mio fratello- disse ironicamente.
Justin mi guardo ed emise un 'mhh' alzando le sopracciglia -Ci vediamo all'uscita- mi fece l'occhiolino, e con la mano sulla testa mi mosse delicatamente i capelli per la terza volta, li avevo contati. Già.
Aaron sparì varcata la porta e Justin dietro di lui. Quando io e Kate entrammo in palestra c'erano Julie e le altre. Mentre svolgevamo gli esercizi, ridevo più del solito, e scherzavo pure con quelle del gruppo che sopportavo poco. Mi ero appena presa una cotta e già sembrava avessi perso la mia identità. Ma ero felice. Tutti e tutte mi osservavano e forse sapevo perché. Sentivo alcune ragazze che dicevano "Ma come può Bieber frequentarsi con quella" oppure "E' lei la ragazza?" e ancora "Si è lasciato con Becky per mettersi con una come la Sordino?" Oh no. Ditemi che è uno scherzo.
 
-Sei l'argomento del giorno..- mi si avvicinò Kate.
-Ma come è possibile, chi può..- dissi confusa –Beh, quando Bieber ti ha portata via nel bel mezzo della lezione il prof è impazzito e la notizia ha fatto il giro- enfatizzò lei.
-Non pensavo fosse così popolare..- le risposi pensierosa.
-Infatti, però quando sei il migliore amico di Aaron..- mi fece l'occhiolino.
-Non ti aspettare di diventare importante pure tu!- scherzai dandole un colpetto.
Dopo pochi minuti le altre ci raggiunsero -Laila, che succede? Perché sento il tuo nome e quello di Justin Bienel nella stessa frase dalla bocca della gente?- intervenne Julie.
-E' veramente un casino!..- sbuffai -Il suo nome è Bieber, poi credo sia perché sono uscita con lui quando non dovevo..- ripensai all’accaduto -Nel bel mezzo della lezione- aggiunse Kate. Julie rimase impietrita. -Ah! proposito dove ti ha portata?- mi chiese Kate -Forse è meglio che te lo dica in un altro momento non trovi?- la colpì -Giusto- confermò lei. A volte mi sembrava che Kate soffrisse di perdita di memoria, o era semplicemente menefreghismo?
In un attimo mi era parso di intravedere tra le tribune Becky Woosbore, che mi osservava con cattiveria. Però era lontana, forse avevo visto male, così continuai a palleggiare la palla da basket che mi avevano passato, rialzai lo sguardo ed eccola lì che mi fissava. Mi ha riconosciuta? Forse la notizia che girava era giunta fino a lei. Doveva essere andata così. Non aveva motivo di odiarmi dato che non aveva più niente a che fare con Justin. Non mi piaceva essere fissata dalle gente. Non mi piaceva essere fissata in alcun modo da Becky. A fine lezione, in corridoio alcuni studenti quando ci passai a fianco, ebbi la sensazione fossero pronti a sussurrare qualcosa tra di loro. Qualcosa sul mio conto . Ero sempre tormentata da quello che la gente pensava di me, ma ora di quello che la gente poteva dire di me. Quando giungemmo agli armadietti per lasciare i libri del giorno dopo, salutai le altre e tornai in classe. Ethan era rimasto al suo posto, guardava fuori dalla finestra e in quel momento un senso di dispiacere mi trasalì alla gola. Presi coraggio e avanzai verso il suo banco.
-Ti posso parlare?- dissi miserabilmente.
Lui alzò lo sguardo, con occhi stanchi mi sorrise e fece cenno di sì con la testa. Lo portai sulla terrazza, dove alle nostre spalle c'era un bellissimo tramonto roseo.
-Ehm..tu probabilmente lo saprai già..- emisi nervosa, scostandomi freneticamente i capelli dietro all'orecchio e punzecchiandomi la mano.
-Tra me e…- mi morsi il labbro, non potevo credere a ciò che stavo per dire -Tra me e Justin...beh ecco, ti sei preoccupato per me quella sera..- mi fermai per prendere fiato -Mi dispiace, ti chiedo scusa- chiusi gli occhi velocemente -Non serve che ti scusi.- disse umilmente.
-Ma..- obiettai io -Non sono nella posizione di discutere degli affari tuoi- disse forzando un sorriso e se ne andò, lasciandomi sola su quella terrazza a riflettere, pensavo che Ethan provasse qualcosa per me, e mi sentivo in dovere di scusarmi personalmente. Ma per colpa mia adesso probabilmente quei sentimenti si erano spenti.
 
 

"Nulla e tutto allo stesso tempo mi rendeva euforica, nulla e tutto sembrava raggiante. Questo perché non avevo allora realizzato che.. quel mio nuovo amore.. avesse ridotto l'amore di qualcun'altro a pezzi. Questo perché.. io avevo occhi solo per Justin"

 
 
 
Come promesso dopo scuola tornai da Justin, nel suo corso ad assistere alle prove. Lui e la sua band avevano scritto un testo da proporre al Festival di fine anno. Lui era lì, davanti alla finestra, indossava una canotta bianca in sintonia con la temperatura fuori e scherzava con i membri. Mi fermai alla soglia, il cuore mi batteva forte sperando l’attenzione di Justin si fermasse su di me e quando mi vide fece cenno d'entrare. Mi sedetti sui banchi in prima fila.
-Poi dimmi cosa ne pensi eh?- mi sorrise, con la chitarra sulle gambe.
L'atmosfera era bellissima, come la prima volta che lo sentii suonare, il vento muoveva le tende facendo entrare la luce del tramonto in aula rendendo la melodia più suggestiva. Era bravissimo a suonare, la sua voce ti catturava completamente, sentire quella voce mi ricordò il giorno del mio compleanno, quando cantò per me al telefono, ma vederlo era tutta un’altra cosa. Anche Aaron se la cavava con il basso. Suonarono diverse canzoni durante le quali Justin ogni tanto mi lanciava sorridendo delle occhiate dolci, credetti che ciò che intonava era rivolto a me e arrossì dall'imbarazzo.
 

 
♬"If I could take away to pain, and put a smile on your face,
baby I would, baby I would
If I could make a better way, so you could see a better day,
baby I would, baby I would" ♩

 

 
Concluse le prove Justin insistette a riaccompagnarmi a casa in moto, era freddo, si era fatto buio e Lily mia sorella, mi aveva mandato un sms dicendomi che nostro padre avrebbe fatto tardi a cena questa sera.
-Allora..ti sei divertita stasera?- mi chiese Justin mettendomi un braccio intorno al collo.
Mi sorprese che ci tenesse tanto al mio parere.
-Si. Siete bravissimi. La canzone l'avete scritta voi?- gli chiesi mentre raggiungevamo il parcheggio.
-Io e Aaron- sorrise -Ah e mi dispiace per le prove, abbiamo fatto un pò tardi- disse mentre mi porse il casco, era quasi buio -Non ti preoccupare, per fortuna mio padre torna a casa tardi- alzai le spalle.
-Tuo padre?- chiese, io annuì.
-E' un tipo spaventoso? Devo averne paura?- mi chiese terrorizzato -Un pochino- risi.
-Sono terrorizzato!- scherzò. Scoppiai a ridere e gli diedi un colpetto sul petto.
-Se lo conosci, non è così male- conclusi.
Per salire sulla ducati mi aggrappai alla sua spalla e montai sopra la sella per i passeggeri.
-Ah proposito di mio padre, devi lasciarmi prima del viale, altrimenti c’é il rischio che i vicini ci vedano e lo venga a saper - li urlai all'orecchio temendo il casco li comprimesse il timpano -Non c’é problema- e diede il gas.
 
Verso casa nel momento in cui raggiungemmo il mio quartiere diedi un colpetto a Justin sulla spalla per avvertirlo che si doveva fermare. Scese anche lui per salutarmi.
-Principessa, lei è arrivata a destinazione- allungo il braccio per farmi strada -La ringrazio- e mi inchinai stando al gioco.
 
C’era qualcosa di strano tra noi -Ed ora la mia ricompensa..- sussurrò, e tutto d'un tratto, mi prese di sprovvista, afferrandomi per un fianco avvicinò il suo volto al mio, cercando le mie labbra. Andai in panico così chiusi gli occhi. No! Mi allontanai istintivamente, nascondendomi dietro all'aiuola affianco.
-I vicini!- dissi piano. Justin si guardò intorno con nonchalance, poi mi raggiunse tra le foglie, mi toccò lentamente la guancia puntandomi la bocca. Osservai ogni suo movimento, sentì la sua mano sulla mia pelle -Ecco una chance- emise divertito. Stava per baciarmi di nuovo ma rivolsi il capo verso la pianta. Justin aggrottò la fronte indietreggiando. Cadde il silenzio.


Non vidi più nulla, il tempo sembrò fermarsi, non sapevo a cosa stesse pensando, avevo perso l'occasione, ma ecco che sentii la sua mano prendermi delicatamente la testa e avvicinarla a sé. Ecco ci siamo Laila, chiudi gli occhi, dissi a me stessa. Ma le sue calde e umide labbra non raggiunsero le mie bensì si appoggiarono sulla mia fronte. Le gote al suo dolce e inaspettato contatto avamparono, e le ginocchia tremarono. Credevo di svenire.
Aprì gli occhi, mi stava guardando quando disse -Aspetterò… fino a quando sarai pronta. Non importa quanto tempo ci vorrà- Scusa. Non sò perché continuo a essere così insicura, mi rimproverai.
-Ecco la tua borsa- mi porse lo zaino, e la presi con un accenno di rammarico.
Rimontò in moto e prima di partire mi rivolse le sue ultime parole -Ci vediamo domani!- e partì.
Collegai il cervello dopo alcuni secondi, ricambiai e si volse poco prima di sparire dietro l'angolo.
Percorsi il viale buio e silenzioso da sola, a pochi metri da casa mia. Con un pensiero fisso che mi provocava, potevo baciarlo.. poi la tasca dei miei jeans vibrò, lessi l'ultimo messaggio della giornata.
 
 
Da: Justin
 
Sogni d'oro Laila!
 
 
Sorrisi. Stavo per rispondergli quando avvertì di nuovo quella sensazione soffocante.
Alzai lo sguardo, sotto il portico di casa vidi scendere dagli scalini una figura scura, che con passi inesorabili procedette verso me, il battito aumentò rapidamente, il respiro divenne affannoso come se avessi corso invece di prendere la moto, era ombreggiata e non vedevo chi fosse, dalle scarpe doveva essere una donna, continuava ad avanzare quando la sagoma si mostrò alla luce, i bei ricci biondi mi spiccarono agli occhi, e finalmente la riconobbi. Becky Woosbore.
Si appoggiò alla buchetta della posta con il nome della mia famiglia a braccia incrociate, con lo sguardo da vipera. Come sapeva dove abitavo? Una frazione di secondi dopo, delle mani mi presero il petto, un’altra si scaraventò sulla mia bocca placandomi le neo urla che rimasero in gola involontariamente, qualcuno mi mise un panno negli occhi e non vidi più nulla. Buio totale. Mi legarono le mani. Sentivo solo voci maschili, delle braccia mi presero per le caviglie e mi sollevarono da terra, persi la borsa che cadde al suolo. Dovevano essere circa quattro persone. Feci attenzione se riconoscevo qualche voce, mentre mi dimenavo emisi solo qualche strillo soffocato. Ero in preda della paura. Mi sentii dondolare avanti e indietro, finché due di loro mi lanciarono dentro a qualcosa, forse un furgone. Sbattei la testa e persi conoscenza.
 
Quando mi svegliai, ero accovacciata su un pavimento freddo, non ero più legata. Mi alzai da terra, portandomi le mani alla testa che pulsava per la botta. Dove mi trovavo?
Intorno a me non c'èra nulla se non scatoloni, vecchia roba rotta e neon che emettevano si e no una luce fioca. Le pareti e le mattonelle bianche mi incutevano terrore, seguì con lo sguardo scrutando il luogo dove mi trovavo. Vidi delle scale, quella doveva essere l'uscita, se mi avvrettavo sarei potuta scappare ma non riuscì a fare un passo poiché una voce mi pietrificò.
 
-Un viso così candido- Becky avanzò verso di me.
-Cos'è tutto questo?- indietreggiai lentamente.
-Come hai fatto?- mi chiese bruta, non capii a cosa volesse riferirsi –Cosa hai fatto per farti notare da Justin?- mi guardò con occhi profondi come se volesse strapparmi dei segreti dalla mente.
Continuò ad analizzarmi. Dietro a lei spuntarono ragazzi vestiti di nero con il viso coperto, solo che non erano quattro, ma tre. Si misero a cerchio. L'ansia prese la sua parte nel gioco.
-Credevi che qualcuno come te fosse abbastanza per lui?- disse con arroganza.
Fu a pochi centimetri da me, con le braccia conserte, e una gamba distanziata all'altra, che mostravano luccicanti tacchi. Il suo sguardo cercò il mio ma mi limitai a guardare le piastrelle.
-Devi lasciarlo- mi minacciò. Con le mani arrivai a toccare il muro, non avevo via di scampo. Tre liceali dietro del sesso opposto mi fissavano il petto. Tremavo.
-No..- sussurrai -Come?- alzò il sopracciglio Becky.
-Non voglio- confermai a voce alta.
-Ti ho detto..di lasciare Justin!- furiosa sbattò la mano sulla parete cui ero appoggiata
-NO!- urlai ad occhi chiusi sempre più agitata.
-Chissà cosa succederà allora..- girò il capo verso il ragazzo che stava al centro.
Lei indietreggiò, e i ragazzi mi si avvicinarono. Il primo mi guardò poi mi tirò con tutta la forza che aveva un pugno in faccia. Gemetti dal dolore.
Quasi persi l'equilibrio, i capelli mi coprirono il volto appiccicandosi alla pelle intrisa di sangue che mi era uscito dalle gengive. Lo guardai con occhi lucidi e spaventati.
Mi tirò per i capelli al suolo, gemendo dal dolore caddi con i gomiti su pezzi di vetro. Quasi piansi.
Mentre stringevo i denti cercando di rialzarmi, mi sfiorai la bocca sporca di rosso, Becky si avvicinò a me -Credevi che questo era tutto quello che ti avremmo fatto?- disse perfida.
Cercai di indietreggiare strisciando all'indietro aiutandomi coi gomiti doloranti e le gambe. Volevo scappare.
-Per assicurarmi che non vedrai di nuovo Justin.. scatteremo alcune foto- disse con malignità
Foto? Che significa?
Il primo ragazzo tornò, si accavallò sopra di me, agitandomi cercai di colpirlo, ma riuscivo a muovermi.
-AAhh!- gridai. Il secondo ragazzo si inginocchiò, toccandomi il petto cercava di strapparmi la stoffa mentre il terzo ragazzo ci faceva delle foto con un cellulare. Una. Due. Tre foto.. e così via. Di Becky non c'era più l'ombra, era sparita. Ero rimasta sola dentro un’incubo.
-Non voglio!- urlai, mi dimenavo con le braccia, cercando di difendermi, e non permettergli di toccarmi. La mia forza era inutile contro di loro. Il primo ragazzo mi prese le braccia bloccandomi a terra. L’altro mi scostò le cosce. Tre contro una ragazzina di secondo anno.
-No!- gemetti mentre le lacrime mi rigavano il viso.
-Lasciatemi stare!- gridai disperata mentre loro ridevano come fosse tutto un gioco.
-Ho detto basta!- li pregai, ma questo non bastò.
-Aiuto!- emisi prima che mi soffocarono le grida con le mani sporche. Scuotevo la testa, volevo che tutto questo finisse. Piangevo. Non avevo più forza dentro di me, come se le pile che tenevano in vita il mio corpo, si stessero consumando ogni volta che cercavo di reagire.
Gridavo dentro di me, in cerca d'aiuto. Gridavo il suo nome.






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Eccomi qua, sono tornata con un nuovo capitolo :}
   Perfavore lasciami una piccola recensione di incoraggiamento 
 
 


Eccomi! I'm back con un nuovissimo capitolo♥ 
Mi siete mancati tantissimo, come scrivere questa storia!

Mi fa piacere che state continuando a seguirmi nonostante le lunghe pause di mesi, anni 
non lo sò più, il fatto è che la scuola mi ha rallentato...

I link di tutte le ambientazioni della storia le trovate 
qui

Cosa ne pensate di questo capitolo? Sembrava tutto rose e fiori e invece..
Un GRAZIE a coloro che seguono la mia storia, e recensiscono.
Come ne uscirà Layla ?

Continua a leggere♡♡ ne vedrete delle belle!☻ 
 -il trailer uscirà presto-

ⓢⓚⓨ ⓞⓕ ⓛⓞⓥⓔ
  
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