Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: LostSkin_    03/07/2015    0 recensioni
《Il ricordo è come un vecchio amico. All'improvviso torna a farti visita e tu, a disagio, rimani in silenzio, impotente e disarmato.》
* * *
TRATTO DALLA STORIA.
[...]
-Oh porco cazzo Louis non è vero! Io...vedi? Sto piangendo ed è solo colpa tua!-
[...]
-Cosa non è vero eh? Cosa? Se la vuoi sapere tutta io provo qualcosa per te e dal momento che ti amo, cazzo, dovrei teneri lontana dai casini e starti accanto. Devo cercare di tenerti lontana da quel fottuto bastardo, invece di lasciarti andare come ho fatto con lei!-
[...]
-Non è vero che non ti amo, Louis.- Bisbigliai fra le lacrime.
________
STORIA MIA.
ANCHE SU WATTPAD.
Genere: Generale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

~~POV'S Louis

07:29 24 dicembre

Ero ormai sveglio da un pò, ma nonostante tutto continuavo a tenere gli occhi chiusi come se stessi ancora dormendo. Ad un tratto un ronzio mi fece aprire le palpebre. 'Mosche del cazzo!'

Presi il cellulare dal comodino accanto al letto e lo accesi. Quelle fottutissime mosche non si ritiravano neanche in inverno. Dopo vari minuti passati a rigirarmi nel letto, decisi di alzarmi e scendere di sotto per aiutare un pò mia madre.

Infilai subito le pantofole e sfrecciai dritto di sotto esitando però quando passai davanti alla camera di Melissa. Ogni volta che ci stavo insieme mi faceva tornare alla mente sempre lei. Era costantemente nei miei pensieri. Scrollai subito la testa per non far riaffiorare i ricordi e mi avviai di sotto. Una volta entrato in cucina, però, c'era solo un bigliettino giallo extra large e un biscotto con gocce di cioccolato ad aspettarmi al posto di mia madre.

Presi il gigantesco biglietto dalla tavola e lo lessi.

"Auguri figliolo! Ti dispiace aspettare domani per aprire il tuo regalo di compleanno e quello di Natale? :)
Spero che non ti arrabbierai, ma il mio capo ha deciso che dovrò lavorare anche oggi. Mi dispiace davvero tanto. Vorrei davvero restare a casa e passare il tuo compleanno con te, ma purtroppo non posso. Ti prego Louis non prendertela con me, sai com'è il datore di lavoro...
Comunque ti ho lasciato un dolce in forno, mi raccomando toglilo alle otto in punto. Non dimenticarti!
Ah e sta un pò con Melissa, tra meno di due settimane comincerai la scuola ed anche lei adesso verrà con te quindi penso dovresti parlarle un pò di della nuova scuola.
A più tardi!
Ti Voglio Bene!"

Ripiegai il bigliettino piuttosto arrabbiato. Non era possibile che quel fottuto coglione del suo capo la facesse lavorare in un giorno di festa in cui dovrebbe trovarsi ovunque tranne lì.

Tirai un pugno al muro provocando un suono sordo. Mi diressi in camera mia per sfogarmi un pò. In quel periodo avevo davvero bisogno di mia madre più di chiunque altro. Ma purtroppo era sempre assente a casa a causa del suo lavoro troppo impegnativo. Ero fottutamente incazzato. Ma la cosa che mi aveva fatto arrabbiare di più era stata la sfacciataggine del suo datore di lavoro che era stato capace di far lavorare lei e di sicuro tante altre persone in un giorno come quello.

Entrai in camera mia senza sbattere troppo forte la porta. Mi scaraventai a pancia in giù sul letto finendovici con la faccia schiacciata sopra. Rimasi in quella posizione per circa dieci minuti. A quel punto mi alzai e mi avvicini al vecchio pianoforte ormai pieno di polvere che tenevo in un angolo della camera. Uno dei tanti ricordi dell'infanzia. Mi sedetti sulla piccola seggiola in legno posizionata di fronte allo strumento e cominciai a spostare le mie dita sui tasti senza però esercitare pressione cosicché da far vibrare i martelletti all'interno. Erano tanti i ricordi che mi tornavano alla mente ripensando a quel vecchio pianoforte. Ricordi che nonostante fossero belli mi facevano un male terribile. Tirai il capo all'indietro per valutare se cattiva o buona l'idea di suonarlo dopo tanto tempo. Alla fine decisi di suonare, almeno avrei dimenticato per un pò la situazione della mamma che in quel momento stava cominciando a darmi davvero sui nervi. Suonare era l'unica cosa che in quel momento poteva rilassarmi e infatti così fu.

POV'S Melissa

Erano le 8:15.

Mi misi a sedere sul letto strofinandomi freneticamente gli occhi. Quella era la prima notte che avevo passato in totale tranquillità e serenità. Mi stiracchiai per bene prima di scendere dal letto trascinando i piedi sul pavimento. Successivamente cominciai a frugare nel grosso armadio di fronte al letto e cercai dei vestiti caldi da mettere. Alla fine scelsi un jeans stretto e una felpa blu. Uscii dalla mia camera e mi diressi direttamente in bagno. Ormai era chiaro che Johanna non era in casa per il semplice motivo che non sentivo urlare Charlotte contro di lei a causa del tardo rientro della ragazza. Arrivata in bagno chiusi la porta a chiave e cominciai a spogliarmi. Decisi di fare una doccia veloce e scendere subito giù per aiutare Louis a preparare la colazione. Anche se però non avevo ancora sentito alcun rumore proveniente nè dalla cucina ne dalla sua camera.

Dopo essermi vestita uscii dal bagno e mi diressi nella mia camera per posare il pigiama.

Dopo aver fatto ciò andai al piano inferiore per vervsre Louis ma quando fui in salotto non lo trovai. Allora mi avviai in cucina per controllare lì, ma niente. All'improvviso sentii un suono, una melodia probabilmente suonata al pianoforte. Per un attimo mi dimenticai di cercare Louis e provai ad avvicinarmi il più possibile alla fonte dalla quale proveniva la musica che ormai aveva riempito quasi tutta la casa. Senza accorgermene mi ritrovai davanti agli scalini. Decisi di salire di sopra e mano a mano che lo facevo quel suono era sempre più chiaro. In pochi secondi il suono melodico mi portò alla porta di quella che doveva essere la camera di Louis dove quella tranquilla e rilassante melodia si sentiva finalmente in modo chiaro. A quel punto decisi di bussare ma non mi aprì nessuno così pensai di entrare e basta.

-Louis ti stavo cerc...- Rimasi sbalordita nel vedere Louis intento a suonare il pianoforte, talmente concentrato da non sentire neanche la mia voce.

-Louis?- Lo chiamai una seconda volta.

Subito smise di suonare sussultando al suono della mia voce.

-Prima di entrare si bussa!- Informò piuttosto arrabbiato.

-L'ho fatto ma non hai aperto così sono entrata...- Dissi abbassando lo sguardo.

-Scusa. Sono abbastanza nervoso.- Disse in tono consapevole stropicciandosi i capelli.

Annuii appena.

-Come mai?- Chiesi mentre mi appoggiavo allo stipite della porta.

Lui continuava a guardare il pianoforte passandoci le dita della mano destra sopra.

-Mia madre... é di nuovo fuori e non tornerà prima delle sei. A volte vorrei davvero dare un calcio in culo al suo capo.- Strizzò gli occhi spazientito premendo con forza l'indice su un tasto del pianoforte che provocò un suono sordo.

-A volte vorrei passare una giornata intera con lei. Può sembrare stupido ma mi manca anche quando a volte stiamo insieme.- Sbuffò sedendosi sul letto matrimoniale. Dopo un pò picchiettò la sua mano destra accanto a lui invitandomi a sedermi. Lentamente mia avvicinai e mi sedetti accanto a lui senza sfiorarci.

-Sai anche i miei genitori mi mancano, ma più dei due mia madre.- Dissi voltandomi nella sua direzione. Mi sarei aspettata di piangere come una cretina, ma stranamente non lo feci.

-Cosa provi quando ci pensi?- Domandò volgendo tutto il corpo dalla mia parte. Io feci lo stesso e lo guardai dritto negli occhi.

-Niente. Non sento niente a parte i battiti del mio cuore. E se vuoi sapere il perchè, beh è per il semplice fatto che all'orfanotrofio mi hanno tolto tutto e non sono più in grado di provare alcun sentimento a parte la rabbia e il disprezzo per quelli che hanno reso questo possibile.- Sputai le ultime parole con tanta di quella furia che quasi il pugno che avevo formato con la mano destra stava diventando viola. Cominciai ad ansimare e quasi mi sentii mancare per un secondo.

-Stai bene?- Chiese poggiandomi una mano sulla spalla.

-Si.Forse si.- Sospirai prima che il mio respiro tornasse ad essere regolare.

-Mi dispiace per quello che ti hanno fatto.- Sospirò Louis serio.

Dopodiché ci furono pochi secondi di silenzio durante i quali non riuscivo a fare altro che guardarmi le mani. Ma in qualche modo riuscii a calmarmi con quel silenzio quasi interminabile.

-Cazzo no!- Urlò ad un certo punto Louis corredo verso la porta.

-Cosa?- Chiesi confusa alzandomi dal letto.

-Che ore sono?- Chiese freneticamente.

-Le otto e venti, perché?-

-Mia madre aveva lasciato un dolce per la colazione in forno e mi aveva scritto di prenderlo alle otto!- Urlò ancora scomparendo dietro la parete colorata.

Subito lo seguii di sotto e non appena arrivai in cucina una grossa nuvola di fumo fuoriuscita dal forno annebbiava tutta la stanza.

-Mi sa che per colazione dovremmo preparare qualcosa noi.- Comunicò con una ciambella brucciacchiata fra le mani.

-Non mi dire?!- Ironizzai incrociando le braccia.

_____

22:38

-Dio mamma, avresti potuto evitare l'oca all'arancia, domani staremo dalla nonna e sai che ci saranno anche la zia e lo zio di Liverpool con i figli e altre 2-3 conoscenze della nonna e del nonno e sai anche quanto cucineranno la zia e la nonna insieme!- Brontolò Louis passandosi una mano sulla pancia. -Sai com'è non vorrei diventare come Mike...- Brontolò ancora disegnando una palla sulla pancia con entrambe le mani.

-Non prendere in giro tuo cugino! E poi la nonna ha cambiato idea sul secondo piatto e ha dato a me l'oca perché non sapeva cosa farsene.- Sentenziò Johanna.

-Il nonno l'avrebbe mangiata volentieri un'oca del genere oggi a pranzo ...- Pronunciò con un tono abbastanza basso e irritato tutta la frase alzando poi gli occhi al cielo.

-Oh sta zitto tappetto! - Lo zittì Johanna indicandolo e reprimendo una risata. Poi si rivolse a sua figlia seduta a capotavola lontana da me e Louis seduti uno di fronte all'altro. -Charlotte per oggi rimarrai a casa e mi aiuterai a mettere un pò apposto la casa.-

-Non può farlo lei?- Disse indicandomi con il capo con un'espressione indisposta sul viso.

-No.- Disse severa Johanna.

-E perché, sentiamo?!- Gracchiò alzandosi in piedi.

-Perché stasera è il compleanno di tuo fratello, compie gli anni e ha deciso di uscire e vuole portare Melissa con lui. Adesso smettila di alterarti e va immediatamente in camera tua!- Esclamò in tono fermo Johanna.

-Ti giuro che prima o poi me ne andrò da questa casa e finalmente non sarò più costretta a sottostare ai vostri ordini!- Urlò prima di sparire dietro al corridoio che portava al salotto e quindi al piano superiore.

Rimasi alquanto perplessa da quella situazione. Non pensavo che quella ragazza fosse così sprezzante e superba. Di certo io non ero nessuno per dire questo, ma il modo in cui trattava sua madre mi faceva saltare i nervi.

-Johanna se ti serve aiuto posso sempre rimanere e aiutarti.Poi se ci sarà del tempo per uscire usciremo.- Dissi prima guardando Louis e poi Johanna che ormai aveva le mani sul viso e continuava a muovere la testa verso destra e verso sinistra in segno di disapprovazione per il comportamento di sua figlia.

Lentamente alzò la testa dalle mani e mi guardò sorridendo appena.

-Grazie Melissa.- Sospirò prima di sedersi accanto a me.

-Non preoccuparti.- Sorrisi abbracciandola.

-Donne ho deciso che vi aiuterò a sistemare la casa, così faremo più in fretta possibile e potrò uscire per godermi i fuochi d'artificio al Manchester Park.- Disse incrociando le braccia e facendo una faccia compiaciuta.

-Perfetto!- Esclamò Johanna alzandosi dalla sedia e cominciando a rassettare la cucina.

Dopo solo mezz'ora la casa era diventata impeccabile. Tirata perfettamente a lucido.

-Allora ragazzi sono le undici e dieci, so che i fuochi ci saranno a mezzanotte e quindi non vi chiedo di tornare subito dopo che saranno finiti, ma non tornate troppo tardi.- Disse la donna sorridendo mentre io e Louis mettevamo i giubbotti.

-Si mamma.- Canzonò sorridendo e alzando gli occhi al cielo.

-A più tardi!- Dicemmo in coro io e Louis mentre uscivamo.

-A più tardi.- Ripetè compiaciuta Johanna.

______

-Ti piacciono i fuochi?-

Fu Louis a parlare per spezzare il silenzio che si era creato in macchina dopo che eravamo partiti da casa.

-Non li ho mai visti.- Dissi voltandomi verso di lui.

Notai che aveva di nuovo quel cappellino verde di lana che gli pendeva dal capo. Il suo profilo era così perfetto e le sue guance così rosse a causa del freddo.

-Beh stasera il vedrai.- Sorrise e notai che l'angolo destro della sua bocca si sollevò. -Spero ti piacciano.- Sorrise ancora, ma questa volta si voltò verso di me e le gambe cominciarono a tremarmi.

Sorrisi come i suoi non ne avevo mai visti e di sicuro non ne avrei visti neanche in futuro.

Dopo qualche minuto di macchina arrivammo nel parcheggio del parco. Me lo ricordavo bene dalla prima volta che ci ero andata, però quella volta le macchine erano di più e l'aria era un pò più fredda della prima volta.

Scendemmo contemporaneamente dall'auto e ci dirigemmo verso la piccola stradina che portava al parco. Durante il tragitto sentii la mano di Louis sfiorare più volte la mia lungo il mio fianco. Alzai lo sguardo verso di lui. Notai che mi stava guardando di rimando. Abbassai di nuovo gli occhi sulle nostre mani e vidi quella di Louis aperta accanto alla mia. Capii che voleva darmi la mano così la appoggiai sulla sua. Subito le nostre mani si agganciarono l'una all'altra. A quel punto percepii un formicolio lungo il braccio e su tutta la schiena, poi la pelle d'oca. Svoltammo l'angolo mano nella mano e davanti a noi si presentarono decine di coppie di ragazzi e ragazze che si stringevano l'uno all'altra per stare più vicini possibili. Cercai di aprire una conversazione con Louis per cercare di non far subentrare il silenzio imbarazzante.

-Hai espresso il tuo desiderio?- Chiesi mentre mi voltai verso di lui per guardare il suo profilo così dannatamente perfetto.

-Non ancora. Voglio farlo all'ultimo momento.- Ridacchiò divertito voltandosi a sua volta verso di me.

In quel momento mi venne l'impulso di chiedergli cosa avrebbe espresso, e giuro che stavo cercando in tutti i modi di trattenermi mordendomi freneticamente l'interno delle guance, ma purtroppo l'incoscienza prese il sopravvento facendomi formulare la domanda involontariamente.

-E qual'è il tuo desiderio?- Farfugliai fissando le mie scarpe.

-Non ho intenzione di dirtelo!- Protestò ironicamente.

Mi maledissi mentalmente per la domanda che mi ero fatta scappare.

-Scusa, a volte mi faccio prendere un pò troppo dall'entusiasmo del momento e non riesco a fermarmi.- Mi giustificai puntando lo sguardo su un punto indefinito davanti ai miei occhi.

-Non era un rimprovero, perché se potessi te lo direi volentieri, ma purtroppo se te lo dico va a finire che non si avvera...- Pronunciò divertito mentre mi puntava un dito sul naso.

-Sai non sembri avere diciassette anni.- Dissi mentre ci sedemmo su una delle tante vecchie panchine disposte alla rinfusa in tutto il parco.

-È una cosa positiva o negativa?- Chiese mentre le nostre mani si slacciavano e finivano nelle tasche calde dei nostri giubbotti.

-Positiva più che altro.- Dissi mentre lui si accostava un pò di più a me.

-Posso sapere il perchè di questa specie di complimento?- Sorrise ancora una volta.

-Beh perché non ti si leva mai quel sorriso dal viso, e poi non si direbbe al primo incontro ma, sei molto simpatico.- Ridacchiai mentre cercavo di imitare una delle sue strane smorfie.

-In che senso al primo incontro?- Ridacchiò mentre dalle nostre bocche usciva fumo bianco per il freddo.

-A primo impatto mi sei sembrato molto ma molto antipatico, ma adesso ho cambiato idea su di te.- Farfugliai sorridendo.

Il cielo era vuoto. Niente nuvole, niente stelle, nulla. Era solo blu. Abbassai il capo in avanti facendomi ricadere tutti i capelli sul viso.

-Quando verrai a gennaio al liceo spero che non ti sentirai a disagio. Di solito alcuni tendono a prendere di mira le persone più timide e di poche parole, quindi non staccarti mai da me e cerca di sembrare più sciolta possibile.- Comunicò ad un tratto.

Già, la scuola. Non ci ero mai andata avendo degli insegnanti personali all'orfanotrofio e per una parte ero eccitatissima all'idea di andarci, ma per un'altra avrei tanto voluto morire. Perché non c'era stato mai niente di peggio della scuola. Non che non fossi brava nelle materie, ma solo perché mi dava una noia terribile e per di più non riuscivo a fare facilmente conoscenza e quindi Louis aveva esattamente capito come sarebbero andate le cose a gennaio.

-Hey dai andiamo, i fuochi stanno per cominciare.- Annunciò guardando l'orario sul suo cellulare.

-D'accordo.- Dissi alzandomi e seguendolo verso il centro del parco dove già decine di persone vi si erano ammassate per ammirare i fuochi d'artificio di cui i conoscevo solo il nome al momento.


Ad un tratto mi voltai verso Louis e notai che teneva gli occhi chiusi e il viso rivolto verso il cielo. Stava esprimendo il suo desiderio. Sorrisi e mi rivolsi di nuovo alla piccola folla davanti a noi. Poi sentii la mano di Louis allacciarsi alla mia stringendola con poca forza. Ricambiai la stretta e mi accostai un pò a lui per avere più contatto.


Dalla prima volta che mi aveva sfiorata avevo sentito come un brivido lungo la schiena. Era come se mi avesse fatto prendere la scossa.


All'improvviso sentii un botto e subito mi nascosti dietro Louis per lo spavento, ma poi lui stesso mi indicò il cielo è vidi decine di colori espandersi nel cielo blu meacolandosi fra loro e poi ricadendo giù in piace scintille. Dopo quello, seguirono tanti altri botti che provocavano i mille colori catapultati in cielo destinati poi a piovere sulle nostre teste senza però arrivarci.


Subito tutti cominciarono a scambiarsi gli auguri di Natale, cosa che facemmo anch'io e Louis, mentre gli orologi segnavano ormai la mezzanotte.

-Sai ho espresso il mio desiderio...- Cominciò Louis non appena i fuochi cessarono e tutta la folla si disperse di nuovo nel parco.

-Lo so, ti ho visto.- Ammisi mentre ci incamminammo di nuovo per il parco.

-Tutto qui? Non vuoi più sapere cosa ho espresso?- Chiese ironicamente indignato.

Sorrisi alla sua smorfia di disapprovazione.

-Ma se me lo dici non si avvera, l'hai detto tu!- Gli feci notare.

-Già si è avverato.- Disse sorridendo, e a quel punto si fermò in mezzo al parco e mi cinse i fianchi avvicinandomi a lui facendo in modo da far combaciare perfettamente i nostri corpi, e senza esitare poggiò le sue labbra sulle mie lasciandovici un bacio lungo ed intenso dove riuscii ad assaporare le sue labbra così perfettamente rosse, carnose e morbide.

 


 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: LostSkin_