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Autore: TheIrishKiss    03/07/2015    1 recensioni
Esistono molti tipi di favole.
Ognuno di noi ne conosce almeno una.
C'è quella dove una sguattera perde la scarpetta di cristallo, quella dove una sirena decide di rinunciare alla voce per poter camminare e quella dove una bambina avventurosa finisce nella pancia del lupo per aver portato le focaccie alla nonna..
Ma cosa succede se in una di esse.. mettiamo un trent'enne giocatore d'azzardo dalla vita alquanto scombussolata.. e una bambina di cinque anni??!
Genere: Comico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eh, sì

Maddy era proprio una brava bambina..

Nonostante tutto.

E stava crescendo a vista d'occhio.

Insomma, non avevo idea che i bambini crescessero con così tanta velocità.

Forse era solo una mia impressione, ma mi sembrava che crescesse ogni minuto di più.

Ogni giorno che passava diventava un po' più matura, un po' più aperta, un po' più.. grande.

Non mi ricordavo, e tanto meno mi ricordo ora, come fossi io alla sua età.

Non avevo neanche una foto di me da piccolo.

Forse, Charlotte ne conservava almeno una da qualche parte nel suo camerino, anche se avevo qualche dubbio a riguardo, non era certo nel suo stile, ma quando me ne ero andato da quel posto di certo non mi ero preoccupato di portarmi dietro dei ricordi.

Già mi bastavano quelli che erano nella mia testa.

Ricordi che erano rimasti in me anche se avevo fatto di tutto per cancellarli.

Perché se avevo imparato una cosa nella mia vita, quella cosa era che il passato non se ne va mai completamente, rimane lì, anche solo se in piccole traccie, ma rimane.

E una notte che non riuscivo a dormire tutti quei ricordi tornarono improvvisamente a trovarmi.

In un attimo, rividi tutti i momenti passati chiuso tra le quattro mura di quel camerino.

E in ognuno di essi vidi principalmente una cosa..

La solitudine.

Ero solo. Ero sempre stato solo.

E all'improvviso capii che cosa dovevo fare..

Ero cambiato, adesso.

Stavo provando a cambiare.

Stavo provando a crescere quella bambina, e bene o male che ci riuscissi, ci stavo mettendo tutto me stesso.

E se dovevo farlo, allora non avrei fatto lo stesso errore che aveva fatto mia madre con me.

Non si sarebbe mai sentita sola.

Ormai i mesi stavano passando, io continuavo a lavorare al “CassieStop” e Grace Black era sempre più contenta perché ogni mese vedeva una sorta di passo in avanti.

Qualche mese prima, però, mi aveva lasciato un opuscolo che riportava tutti gli asili della zona, dicendomi che per Maddy sarebbe stato molto importante iniziare a relazionarsi con gli altri bambini.

Inizialmente io avevo abbandonato l'idea, non so bene per quale motivo, ma quel giorno decisi di riprendere in mano quell'opuscolo.

Infondo Grace Black aveva ragione.

Maddy stava crescendo, quell'estate avrebbe compiuto sei anni e qualche mese dopo avrebbe dovuto iniziare la scuola, e di certo non poteva continuare a passare le sue giornate a guardare cartoni animati in tv insieme a Billy.

No, doveva stare con gli altri bambini.

Così quella mattina, chiesi un ora di permesso a Bunnie, preparai Maddy e la portai in uno degli asili della lista.

Rimanemmo entrambi immobili a fissare l'enorme insegna con il nome della struttura circondata da disegni degli animali del circo e facendo un bel respiro entrammo.

La tenni per mano mentre attraversavamo i corridoi decorati dai intonachi color pastello, fino a raggiungere la sua classe.

Ci fermammo di fronte alla porta a vetri e, abbassando gli occhi su di lei, la vidi fissare incuriosita i bambini che ridevano e scherzavano tra loro, stringendo al corpo il suo Piggy.

Per un attimo mi sembrò di sentire la sua mano stringersi un po' di più nella mia.

- Hai visto, Maddy.. non è così male qui..-.

Lei alzò gli occhi su di me e io lasciai la sua mano e mi piegai sulle gambe per essere alla sua stessa altezza.

- Ho già parlato con la tua maestra.. sembra simpatica.. e vedo che è anche molto carina..- le dissi - Ti troverai bene qui.. vedrai..-.

    Quelle parole, più che per convincere lei, le stavo dicendo per convincere me stesso.

Ricambiai il suo sguardo per un altro istante e poi capì che se non l'avrei lasciata in quel momento non lo avrei fatto mai più.

- Ora devo andare al lavoro..-.

- Ma poi torni a prendermi.. vero? -.

    Il modo in cui me lo chiese.. fu come una pugnalata..

Con la voce tremante, come se stesse per scoppiare a piangere da un momento all'altro.

Per un attimo mi lasciò senza fiato.

- Oh, ma certo Maddy! - mi affettai ad esclamare - Certo che ti vengo a prendere! -.

    L'afferrai per le braccia, come per confermare con un gesto quello che le avevo appena detto e le sorrisi.

    Lanciai un occhiata verso la porta.

- E ora vai..- le dissi - E non attaccare le cicche nei capelli dei tuoi compagni, okay? -.

Mi rimisi in piedi, mentre lei continuava a guardarmi.

Poi, all'improvviso, la vidi spostare gli occhi sul vetro della porta da dove la sua maestra, una ragazza dai capelli biondi e dal sorriso gentile, si stava avvicinando.

Maddy fece qualche passo verso di lei mentre la maestra le apriva la porta.

Stava per raggiungere la soglia, quando si voltò ancora una volta verso di me.

Le sorrisi.

- Ci vediamo dopo.. mocciosetta..-.

    Lei mi guardò ancora per un attimo poi annuì, si voltò ed entrò.

    Rimasi per qualche minuto a guardarla mentre si faceva timidamente largo tra gli altri bambini e prendeva posto in mezzo a loro in uno dei tavoli della stanza.

Ero talmente preso che neanche mi accorsi che una donna mi si era avvicinata.

- È sempre difficile lasciarli andare.. vero? -.

- Già..- risposi senza nemmeno accorgermene.

    Ero troppo impegnato a guardare Maddy, a vedere come si comportava, a chiedermi se era già in grado di cavarsela da sola.

- Sua figlia è quella bambina? -.

- Chi? Cosa? - esclamai accorgendomi solo allora di lei.

- Quella bambina.. - ripeta indicandomela - Quella con i capelli castani e l'orsacchiotto..-.

    Mi voltai di nuovo a guardarla.

La vidi sorridere insieme agli altri bambini.

    E capì.. che se la sarebbe cavata benissimo.

- Si.. quella è mia figlia..- dissi sorridendo prima di voltarmi e sparire lungo il corridoio.

   
 
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