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Autore: Margo Malfoy    03/07/2015    1 recensioni
Cosa succederebbe se un’agente di polizia alle prime armi e con poca esperienza venisse sedotta dal sospettato principale di uno dei casi più importanti cui sta lavorando?
E se non dovesse essere solo lei a pagare caro questo errore fatale?
Genere: Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Felton, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Quando Malia aveva guardato l’interrogatorio di Felton al di là del vetro riflettente si era ritrovata a dare troppo peso alle ultime parole del ragazzo, dovendo scrollare più volte il capo per concentrarsi sulle domande che nel frattempo gli stava ponendo Emma. Anche in quel secondo momento, Malia non era riuscita a scorgere nessun segno o cenno che facesse pensare che il biondo stesse mentendo.
Qualche giorno dopo, invece, la testa della castana era più presente, ed ora era in Centrale, seduta pigramente alla scrivania che le era stata assegnata, studiando un paio di documenti cui non stava realmente prestando attenzione. Veramente stava aspettando che Emma, Rupert e Daniel portassero con loro l’amica di Lisa Stevens, cui quest’ultima aveva scritto un messaggio che poteva risultare utile per le indagini. Fino ad ora Malia aveva diretto solo un interrogatorio, e non pensava di essersela cavata male, per essere la sua prima volta. Avrebbe soltanto preferito ignorare completamente le parole di Tom Felton, che aveva detto che... lo eccitava il modo in cui lei lo interrogava. Malia scrollò di nuovo la testa a ripensare al modo in cui era arrossita a quelle parole, ma poi si decise ad alzare lo sguardo sulla stanza che la circondava pensando ad altro. Al bar erano comodamente seduti Matthew, James e Oliver, che sorseggiavano dei caffè e addentavano delle ciambelle glassate. Subito Malia si alzò dalla scrivania e si diresse a passo svelto in direzione dei tre ragazzi, prendendo posto al fianco di Matthew.
« Buon giorno » sbadigliò Oliver, offrendole un caffè e una ciambella.
Malia ringraziò con un cenno e poi la sua attenzione venne richiamata dalle due ragazze che aveva già visto molte volte, ma con cui non si era mai presentata, che entrarono al bar e presero posto insieme ai quattro.
« Ehi, Bonnie, hai già conosciuto Malia? » le chiese James dandole un colpetto col gomito.
« Non di persona » rispose la rossa sorridendo. « Piacere, io sono Bonnie »
« E io Evanna » disse la bionda.
Malia si presentò con un sorriso cortese e continuò a sorseggiare il suo caffè fino a che Radcliffe, Grint e la Watson non spuntarono dalle scale con l’amica di Lisa Stevens, Becca Jones, che sbuffava. La castana lasciò la colazione a metà e corse fuori dal bar per raggiungere i suoi colleghi, mettendosi in piedi a braccia incrociate davanti agli schermi di sicurezza. Emma era già entrata nella stanza degli interrogatori con la ragazza mora che aveva portato in Centrale con Rupert e Daniel, mentre i due erano di fianco a Malia intenti a guardare al di là del vetro riflettente.
« Che rapporto aveva con Lisa? » cominciò a chiedere Emma di fronte alla mora.
« Eravamo molto amiche » disse pigramente la Jones.
« Quindi immagino che lei sappia la ragione per la quale voleva lasciare il lavoro con Felton »
Becca incrociò le braccia e si ritrasse sulla sedia, ovvero si mise sulla difensiva. « Tom maltrattava Lisa. La costringeva a fare sesso con lui, anche io avrei voluto licenziarmi »
« Lei dove lavora? » chiese Emma indagatrice.
« Io... » Becca abbassò lo sguardo fissandosi i piedi, poi ritornò a guardare Emma con più serietà. « Sono una segretaria di... un ufficio di Los Angeles »
« Non ci dice qualcosa » fece prontamente Malia dall’altra parte del vetro.
« Che cosa... come hai fatto? »
« Ha abbassato lo sguardo prima di rispondere e ha tentennato. James? » Malia cercò uno dei gemelli, afferrandolo per la maglietta quando si avvicinò a loro. « Cerca la scheda di Becca Jones negli archivi, mi serve sapere che lavoro fa e da quanto tempo »
« Già fatto » disse Oliver sbucando dietro il fratello con un foglio in mano. « Indovinate per chi lavora la nostra amica? »
« Tom Felton » risposero in coro Rupert, Daniel e Malia.
« Esatto, da due anni »
Subito dopo dalla stanza spuntò Emma, piuttosto scoraggiata, che fece un cenno a Malia per dirle di entrare al suo posto. La castana annuì e portò con sé il foglio che Oliver stava ancora sventolando, chiudendosi di botto la porta alle spalle.
« Salve, » disse Malia girando intorno al tavolo, « io sono... »
« Lo so chi sei » la interruppe Becca guardandola quasi disgustata.
« Perfetto. » disse Malia sforzandosi di sorridere e decisa a incastrare quella bugiarda. « Lei ha detto che lavora per un ufficio di Los Angeles come segretaria, dico bene? »
« Sì » rispose la mora con un tono troppo acuto.
« E chi dirige questo ufficio? » chiese Malia sedendosi.
La mora non rispose e abbassò lo sguardo spostando rapidamente gli occhi da destra a sinistra. « Le sto solo chiedendo un nome » disse Malia usando appositamente un tono fastidiosamente cortese.
La mora stette ancora zitta. « Deve parlare Becca. Se non lo farà lei, lo farò io »
« Le cedo volentieri il posto » disse la Jones con una smorfia.
« Beh mi sembra un dettaglio piuttosto importante quello che il suo datore sia Tom Felton » la castana soppesò volutamente quel nome e poi appoggiò gli occhi su Becca.
« Sono una delle tante ragazze che lavora per lui » fece sforzandosi di dirlo con semplicità.
« Immagino che ne avrà centinaia al suo servizio, ma lei è l’unica che conosce la ragione per cui Lisa voleva licenziarsi »
« Ve l’ho già detto » disse Becca quasi con veemenza. « Tom maltrattava Lisa, chiunque si sarebbe licenziato al suo posto »
« Ah–ah » disse Malia annoiata. « E lei che rapporto aveva con Felton? »
« Il rapporto che ha una segretaria con il proprio datore di lavoro »
« Davvero? » chiese Malia un po’ stupita e un po’ divertita. « Saremo felici di controllare » Malia si alzò dal tavolo e uscì dalla stanza.
Qualche ora più tardi, il telefono di Malia squillò, mentre lei era al computer della sua scrivania per scoprire qualcosa di più su quella Becca Jones.
« Pronto? » Malia rispose pigramente senza curarsi di guardare chi la stesse chiamando.
« Ragazzina » disse dall’altra parte della cornetta una voce strascicata e piegata da un sorriso sfacciato.
« Felton? Come fa ad avere il mio numero? »
« Prima cosa, dammi del tu. Seconda, ho decine di centralini che riescono a procurarmi un numero in pochi minuti, e poi esistono cose chiamate elenchi telefonici »
Malia fece una smorfia, ma pensando solo dopo che Felton non poteva vederla, chiese: « Che cosa vuoi? »
« Parlarti di Becca, so che l’avete interrogata oggi »
A quelle parole su Malia si illuminò un sorriso. « D’accordo, dove? »
« Stasera, a cena sulla mia barca »
Subito il sorriso di Malia si spense, e qualcosa sembrò stringerle forte le viscere. « Ehm... va bene »
« Passo a prenderti alle otto a casa tua »
« N–non sai dove abito » disse Malia sforzandosi di controllare il tremore della sua voce.
« Io so tutto » e con questo Felton riattaccò.
 
Seduta sul divano di casa sua, un po’ troppo elegante per un incontro con un sospettato, Malia aspettava che Tom Felton passasse a prenderla a bordo di chissà quale favolosa auto sportiva. Indossava un grazioso vestito rosso, una giacca di pelle ed un paio di scarpe col tacco nere. Continuava a rigirarsi nervosamente la pochette nera tra le mani, fino a che il campanello non la fece sobbalzare sul divano. Si sistemò i capelli castani di fronte allo specchio, passandosi appena il pollice sulle labbra ripassate dal rossetto rosso, poi aprì la porta e fronteggiò il biondo che, fortunatamente, era elegante quanto lei.
« Ciao » disse Felton con gli occhi che brillavano.
« Ciao » Malia sorrise appena, sorpassandolo sulla soglia per dirigersi verso la costosa BMW parcheggiata di fronte a casa.
Felton guidò rapidamente attraverso le strade trafficate di Los Angeles, senza parlare troppo con la ragazza seduta di fianco a lui sul sedile anteriore. Sgommò poi lungo una stradina che sembrava abbandonata per parcheggiare la macchina in mezzo alla via. Il biondo condusse Malia lungo un ponticello e poi su una lussuosa barca bianca, illuminata da centinaia di candele e candelabri eleganti. Erano presenti almeno cinque camerieri, vestiti rigorosamente di nero e con un tovagliolo raffinatamente appoggiato sul braccio flesso. « Buonasera signore » dissero in coro i cinque, poi quando Felton rispose con un cenno tutti scomparvero in direzione della cucina.
Felton si diresse verso il tavolino apparecchiato e spostò la sedia di Malia per farla sedere, poi si sistemò di fronte a lei. Le sorrise e non appena uno dei camerieri si avvicinò ai loro calici per versarvi del vino rosso, il biondo lo allontanò e si occupò personalmente di riempire i bicchieri. Si servirono più tardi con gustosissime portate di pesce e, dopo aver finito la prima bottiglia di vino che non tardò ad essere rimpiazzata da una nuova, iniziarono a parlare di Becca.
« Era gelosa di Lisa » disse il ragazzo. « Voleva essere al suo posto, essere la mia preferita, venire a letto con me e tutto il resto »
« È buffo, » fece Malia, « oggi mi ha detto che non avevate che un semplice rapporto tra segretaria e capo »
« Litigavamo spesso. Io sono andato a letto con lei qualche mese fa, prima che iniziassi ad avere un rapporto più... intimo con Lisa. Quando ho lasciato Becca per la sua migliore amica, lei non faceva che parlarmi con veemenza e continuare a provare a sedurmi »
Malia alzò le sopracciglia e, senza parlarne con Felton, iniziò a pensare che Becca avesse molte più ragioni di lui per uccidere Lisa.
« Io non l’ho uccisa » fece il ragazzo. Malia scrutò ogni singola ruga d’espressione del suo viso curato, il movimento dei suoi occhi blu, delle sue dita, il modo in cui piegò le labbra per parlare, ma nulla diceva che stesse mentendo.
Senza dire altro Malia si alzò e si diresse verso il ponticello. « Dove vuoi andare? »
« A casa. » disse Malia. « Si sta facendo tardi »
« Appunto » fece Felton. « Ti riaccompagno »
Malia non se la sentì di rifiutare e si diresse con il biondo verso la macchina ringraziando i camerieri che si erano occupati di loro. Sfrecciando di nuovo attraverso le strade notturne, Felton riportò Malia a casa, uscendo dalla macchina e accompagnandola di fronte alla porta. E, in quella situazione, Malia si sentì in dovere di essere gentile come lo era stato lui quella sera. « Ti offrirei un caffè, ma non ho una barca tutta mia, ho una casa decisamente in disordine e non... »
« Mi accontenterò »
Lei portò il biondo in cucina, ma lui non si sedette. Anzi, si avvicinò alla ragazza e le avvicinò le labbra all’orecchio, sussurrandole con un filo di aria calda: « Sai cosa mi piace dei tipi come te? »
Malia trasalì e cercò di allontanarlo, ma lui si avvicinò di più e le impedì di scostarsi. « C–cosa? »
« Che siete sempre toste e che la maggior parte delle volte siete tremendamente sexy »
Malia non riuscì a rispondere, ma non riuscì neanche a provare di nuovo ad allontanarlo. Fece cadere per sbaglio una tazza a terra, rompendola in mille pezzi. Il biondo le posò un bacio tiepido sul collo, affondandole la mano tra i capelli mossi.
« Io non posso » disse Malia appoggiandogli una mano sul petto per fermarlo. « Mi sto occupando di un omicidio di cui sei sospettato »
Il ragazzo le sorrise, prese il caffè che aveva preparato Malia e andò alla porta. « Buonanotte, ragazzina »
Felton si chiuse la porta alle spalle e lasciò Malia ferma in cucina a massaggiarsi il collo confusa.
 
 
ANGOLO AUTRICE:
Salve gente!
Ho deciso di postare un po’ prima il quarto capitolo perché partirò per una settimana e non riuscirò ad aggiornare la fic fin quando non tornerò, per questo ho deciso di farlo anche un po’ più lungo del solito. Questo è solo un assaggio di quello che poi nascerà tra Tom e Malia, ma nel frattempo vi lascio con questa prima attrazione tra i due.
Spero davvero che il capitolo sia di vostro gradimento e che mi facciate sapere cosa ne pensate, serve sempre sapere le opinioni altrui per migliorare la storia o mantenere lo stesso stile.
Nel frattempo ringrazio tutti i lettori!
Al più presto possibile!   
   
 
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