Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Kurokame    16/01/2009    1 recensioni
Nella seconda era della pirateria, c'è un ristorante che naviga per la Rotta Maggiore e per i quattro ari. Conosciuto come Sagatie, famoso per i cuochi di prima classe che vi lavorano. Per un uomo, è anche il simbolo di un sogno divenuto realtà. Ma quando un uomo raggiunge infine il suo obbiettivo, che altro deve aspettarsi dalla vita?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Su storie e ricordi Quando aprì le porte della sala da pranzo, Sanji si sforzò di apparire calmo nonostante potesse sentire la sua rabbia emanarsi ancora con sufficiente forza da mostrare a tutti le fiamme scoppiettanti attorno a lui. Comunque, l'umore migliorò un poco a guardare lungo la stanza, che sembrava diventare sempre più e più affollata man mano che il tempo passava. Al tavolo sotto le scale per il secondo piano, una bella donna dai capelli rosa stava attirando la sua attenzione mentre scoccava occhiate gelide al tavolo dove Usop stava intrattenendo Ace e Chopper con una delle sue favolette.

Sanji camminò verso il tavolo dove la donna dai capelli rosa sedeva a fianco di un vecchio scheletrico, inchinandosi leggermente mentre si presentava come il capo cuoco del ristorante. Anche se si stava ancora concentrando con impegno per evitare che la sua rabbia si scagliasse sugli ospiti e per tenere in equilibrio due vassoi sulle mani e quello restante attento sui capelli biondi, non ebbe problemi a trovare le parole per omaggiare la bellezza della donna.

"Oh, amore, come mi ferisci lasciando i miei miserabili occhi toccare una così divina beltà. Lei, mia signora, dev'essere un angelo mandato dal cielo per fermare il mio palpitante cuor-"

"Non può fare qualcosa per quegli uomini laggiù?" domandò la donna, apparentemente immune ai complimenti del cuoco. "Stanno diventando particolarmente noiosi."

Un poco deluso per essere stato interrotto senza avere la possibilità di iniziare a lodare la donna, Sanji sorrise solo un attimo e si inchinò ancora, sentendo il suo cattivo umore peggiorare rispetto a prima. Fu attento a non mostrarlo, però, immaginando di poter sempre scaricare parte della frustrazione su Usop - era un pezzo che non aveva l'opportunità di farlo.

"Me ne occuperò immediatamente, mia signora," disse cortese.

Si voltò e camminò piano nella stanza verso il tavolo dove suoi nakama si stavano divertendo. Usop sembrava nel bel mezzo di un racconto di un'altra storia e stava gesticolando agitato mentre parlava. Ace e Chopper tenevano gli occhi sul narratore, all'apparenza divertiti dalla storia. Guardandosi attorno, Sanji ebbe l'impressione che anche qualcuno degli ospiti stesse ascoltando quella storia di Usop, qualunque fosse. Quando Sanji fu più vicino al tavolo, la voce di Usop menzionò un certo nome che raggiunse le sue orecchie oltre il brusio delle altre voci nella sala, e rallentò la sua velocità, stranamente abbastanza interessato all'argomento.

"...e poi, quando fummo circodanti da almeno cinquecento nemici, ebbi un'idea improvvisa. Allungai la mano e dissi 'Rufy, afferrala!'. Lui lo fece, ed io iniziai a roteare sul posto, trascinando Rufy con me. Quando il suo braccio iniziò ad allungarsi e lui si mosse più vicino al cerchio dei nemici, capì cosa stavo cercando di fare. Allora si preparò mentre volava nel circolo dei nemici, falciandoli tutti come un coltello bollente nel burro."

Usop alzò leggermente le spalle, ed indietreggiò con la sedia, apparendo molto soddisfatto di se stesso.

"Ecco com'è stato inventato lo Usopy Carousel. In pochi minuti, tutti i nemici furono spazzati via dalle nostre abilità combinate."

Ace e Chopper iniziarono a ridere, e la renna applaudì anche con gli zoccoli mentre cercava di evitare di cadere all'indietro dalla sedia. Sanji sorrise leggermente mentre si chiedeva se Chopper continuasse a credere ciecamente a ciò che Usop diceva.

"Oi, 'capitano'," disse, posando i vassoi con il cibo, entrambi salutati ed omaggiati dalle voci acclamanti di Chopper ed Ace (suonando un poco attutite mentre entrambi cercavano di non ridergli in faccia). "Hai finito?"

"Uh..." Usop si voltò, apparendo un poco confuso. "Già, penso di sì..."

"Peccato, potrei proprio rimpiangere di fare questo..."

Sanji alzò la gamba sinistra dal pavimento e lasciò il tacco duro della scarpa abbattersi violentemente sulla testa di Usop, mandando il cecchiono a schiantarsi con la fronte sul terreno. Sentendo la maggior parte della sua rabbia andarsene, il cuoco rimise giù la gamba e apparve soddisfatto (con difficoltà, visto che la faccia sorpresa di Usop gli faceva venir voglia di ridere).

"No, non provo rimorso. Sta' calmo ora, stai disturbando i miei ospiti."

Usop si alzò sulle ginocchia, agitando la testa e muovendo la mano davanti al viso per controllare se stesse sanguinando. Poi scoccò a Sanji uno sguardo cupo.

"Dannato cuoco erotico, non dirmi che dai ascolto a quella donna con la puzza sotto il naso laggiù, " borbottò, alzandosi lentamente. "E` conosciuta in tutto il mare Orientale per le sue interminabili lamentele su ogni cosa. E' incredibile che il vecchio con cui sta non abbia perso totalmente il cervello ora."

"Non m'importa," replicò Sanji freddamente quando riuscì. "Fintanto che lei o qualunque altro degli ospiti sono a bordo del ristorante, farò di tutto per assicurare loro una permanenza il più piacevole possibile. Il che include punire gli elementi di disturbo come te."

Ci fu un drammatico cambiamento nel viso di Usop che improvvisamente ghignò. Sanji alzò un sopracciglio, chiedendosi che cosa si sarebbe inventato il bugiardo quella volta.

"Be', dato che ci hai appena servito del cibo, ciò non fa di noi degli ospiti?" chiese Usop, il sorriso furbo trasformato in uno soddisfatto.

Sanji nascose appena un sorriso capendo che non c'era molto che potesse fare a parte ammettere la sconfitta. Usop aveva ragione - erano ospiti, proprio come tutte le altre persone nella sala. Non l'avrebbe mai ammesso, ma ancora... Prese una sedia accanto ad Usop mentre fissava il cecchino.

"Voi non siste clienti paganti," mormorò. "Ma se non ti avessi conosciuto per dieci anni, non avresti visto una singola briciola di pane senza pagarla."

Sorrise leggermente e gesticolò verso i piatti di cibo sul tavolo, leggermente divertito dal fatto che nessuno dei tre pirati avesse ancora iniziato a mangiare.

"Ora mangiate, ragazzi. Ce n'è molto altro in arrivo."

Mentre Usop, Chopper ed Ace prendevano un piatto ciascuno, Sanji si tolse il grembiule e lo appese allo schienale della sedia che aveva preso. Poi si sedette, guardando contento i tre pirati attorno a lui mangiare. La promessa a proposito del cibo in più non era qualcosa che avesse previsto, dato che aveva appena ricordato il cibo mezzo vuoto e quanto Ace potesse somigliare al fratello minore per quanto riguardava il cibo. Ma mentre guardava i pirati sentì che Usop e Chopper avrebbero considerato l'idea di tornare con lui all'All Blue per le provviste se gliel'avesse chiesto. Ciò avrebbe reso il viaggio più divertente, anche se avrebbe preferito avere come compagnia Nami-san e Robin-chan piuttosto che quei due pagliacci di fronte a lui.

Appoggiandosi allo schienale, Sanji pescò il pacchetto di sigarette dalla tasca, aprendolo e fissandone una all'angolo della bocca. Prima che potesse prendere la scatola di fiammiferi o l'accendino, la fine della sifaretta prese imprivvisamente fuoco, facendogli sbattere le palpebre sorpreso. Il fuoco velocemente diventò tizzone, e quando Sanji alzò lo sguardo, Ace annuì verso di lui e gli sorrise prima di tornare alla colazione. Sanji non trattenne un sorriso mentre soffiava una sottile nebbia di fumo nell'aria.

"A proposito..." disse dopo pochi minuti e rivolgendosi verso Usop. che stava appunto vuotando l'ultimo piatto di uova fritte. "La storia che stavi raccontando prima..."

"Cosa c'è?" chiese Usop allontanando il piatto e appoggiandosi allo schienale con un sospiro felice. "Ahh... Grazie per il cibo, Sanji. E' il migliore che abbia mangiato per anni."

"Hai davvero incontrato Rufy o era solo un'altra favola?" domandò Sanji sospettoso, non certo di essere così ansioso di conoscere la verità.

"Me lo stavo chiedendo anche io," intervenne Ace, apparendo curioso attraverso le pile di piatti vuoti davanti a lui mentre metteva giù la forchetta. "Ho cercato il mio fratellino per tutti i mari, ma non sono riuscito a trovarlo da nessuna parte."

"No, la storia che ho appena raccontato è vera, e lo abbiamo davvero incontrato," disse Usop, accompagnato dal cenno di Chopper. "E' stato proprio quando siamo rientrati nella Rotta Maggiore dopo essere stati nel Mare Meridionale, circa otto mesi fa. Stava giocando con Lovoon - quella grande balena che abbiamo incontrato appena arrivati nella Rotta Maggiore, se ti ricordi - ai piedi della Reverse Mountain, e ci ha chiesto se poteva venire con noi per un po'. Però poi se n'è andato per conto suo dopo aver visitato un paio di isole, dicendo che c'era qualcosa che doveva fare, e non l'abbiamo più visto da allora."

Sanji alzò lo sguardo mentre quattro degli ospiti camminarono dietro di loro, ringraziando appena per il cibo ed il servizio mentre scoccavano occhiate nervose verso i pirati prima di affrattarsi veso le perte aperte.

"Grazie, e fatemi il piacere di tornare la prossima volta che saremo nel Mare Orientale!" gli gridò dietro Sanji, chiedendosi silenziosamente se quegli ospiti sarebbero mai tornati. Si girò verso Usop, sentendo che stava permettendo che il buon umore raggiunto gli venisse strappato via.

"Allora se n'è andato da solo nel bel mezzo della Rotta Maggiore? Doveva avere proprio qualcosa di veramente importante da fare."

Usop e Chopper alzarono le spalle simultaneamente, e l'uomo dal naso lungo prese la sottile spilla a forma di teschio alle spalle, che teneva assieme la casacca marrone attorno al suo collo.

"Lo penso anche io, ma non m'importa molto," disse, staccando la spilla dal vestito. "Se avesse voluto che lo sapessi, me l'avrebbe detto. Tutto ciò che so è che se non fosse venuto come noi quella volta, ora non sarei qui."

Gli occhi di Sanji si spalancarono leggermente mentre Usop toglieva la casacca dalle spalle, rivelando le cicatrici di quattro profondi tagli che correvano dalla spalla destra al ventre sinistro correndo attraverso il petto, pallide sotto la canotta verde chiaro che indossava. Il cuoco si ritrovò ipnotizzato a fissare quelle cicatrici per un breve momento, chiedendosi chi - o cosa - avesse potuto causare ferite come quelle. Anche agli occhi non esperti di Sanji, fu perfettamente chiaro che se fossero state solo un pelo più profonde o meno di un centimetro più alte, Usop sarebbe probabilmente morto nel giro di pochi minuti.

Voleva chiedere ad Usop cosa fosse successo, ma non appena fece per aprire bocca, sentì come se non avesse davvero bisogno di saperlo. Se Usop gliel'avesse detto, avrebbe ascoltato, ma la necessità di saperlo che lo aveva attanagliato prima se n'era già andata. Comunque, non appena Sanji decise di non chiedere nulla, Usop iniziò a raccontare la storia.

"Quando abbiamo raggiunto la prima isola sulla Rotta Maggiore, ci è capitato di incontrare il capitan Kuro, il bastardo che ha minacciato il mio villaggio - te ne avevo parlato qualche volta, no? Comunque, erano ancorati dalla parte opposta dell'isola dove siamo approdati, e mentre stavamo cercando del cibo, siamo proprio entrati nel campo base della banda del Gatto Nero."

Usop fece una pausa per riagganciare le casacca alle spalle, un'ombra apparte sul viso mentre metteva la spilla al suo posto. Ma quando rialzò lo sguardo, l'ombra era sparita, e sorrise affenttuso, quasi come se stesse raccontando un'altra delle sue favole. Al suo fianco, Chopper aveva smesso di mangiare, apparendo come se non avesse mai sentito la storia prima o non fosse stato là mentre accadeva. Usop si spinse sul tavolo, come se ciò che doveva dire fosse top secret.

"Apparentemente, capitan Kuro non ci aveva dimenticati e voleva vendicarsi per quello che gli avevamo fatto. Perciò, prima di renderci conto della situazione, ci siamo trovati nel mezzo di una battaglia contro Kuro e la sua banda. All'inizio, sembrava volgere a nostro vantaggio, ma solo perchè lo stesso Kuro non ci aveva preso parte. Ma non appena Rufy e Chopper hanno sconfitto i due combattenti più forti del gruppo, Kuro mi fece un attacco diretto, le dieci lame sulla punta delle dita che brillavano mentre veniva verso di me."

Il cecchino tremò leggermente, come se la memoria fosse troppo terribile da pensare. Sanji si ritrovò a credere che difficilmente la storia che Usop stava raccontando fosse vera, ma rimase calmo ed aspettò che il cecchino continuasse. Con un angolo degli occhi, potè vedere Ace allungarsi sul tavolo, con uno sguardo concentrato mentre anche lui ascoltava intento la storia.

"Mi sono congelato sul posto, guardando l'uomo venire verso di me come se il tempo si fosse improvvisamente rallentato. Come se potessi sentire le lame tagliarmi prima che mi toccassero, ma poi ho sentito qualcuno afferrarmi, spingendomi indietro e lontano dal pericolo. Quando ho guardato oltre le spalle, ho visto la mano di Rufy stretta forte attorno alla manica destra della mia canotta ed il suo braccio allungato che mi teneva indietro così che le unghie di Kuro non potessero farmi a pezzi. Ma quel bastardo mi aveva già conciato per bene..."

Il cecchino aggiunse l'ultima parte con un tono di voce basso e poi crescente, gli occhi spalancati leggermente come se la sua mente tornasse al giorno in cui si era ferito. Poi l'espressione scura sul viso se ne andò e lui sembrò realizzare che non era più da tempo in quell'isola della Rotta Maggiore, ma nel ristorante Sagatie con tre dei suoi nakama davanti a lui.

"Dopo ciò, Rufy lo ha sconfitto di nuovo," terminò il cecchino, apparendo davvero orgoglioso mentre lo diceva. Allungò leggermente la mano e la batté leggermente sulle spalle di Chopper. "E se non fosse stato per questo tipo, sarei potuto morire su quell'isola. Mi ha ricucito proprio bene, salvandomi la vita."

Chopper sembrò sul punto di protestare vivamente, ma scoccando sguardi agli altri ospiti nella stanza, avvampò semplicemente e si ficcò ciò che rimaneva della sua focaccia dolce nella bocca e pretese di non aver sentito ciò che Usop aveva detto di lui. Dall'altra parte, Usop rise felice, come se si fosse completamente dimenticato della storia che aveva appena raccontato.

"Ah, è fantastico avere più persone con cui parlare," disse con un grande sorriso. "Ne, Sanji, e tu? Vuoi unirti a noi e ritornare a navigare?"

Sanji tolse la cenere dalla sigaretta e si appoggiò alla sedia. Era tentato di accettare l'invito, ma aveva ancora il Sagatie di cui occuparsi. Perciò, scosse leggermente la testa, soffiando fuori un anello di fumo nell'aria.

"Grazie, ma no, grazie," disse con un sorriso divertito. "Non mi sentirei a mio agio con te come capitano, Usop."

"Va bene," disse Usop con un'alzata di spalle, apparendo molto deluso mentre scostava lo sguardo da Sanji. "Solo, dimmi se cambi idea. E tu, Ace? Ci servirebbe qualcuno con la tua forza."

Il pirata con le lentiggini rise leggermente, quasi spaventando Sanji, mentre rompeva il silenzio che aveva tenuto negli ultimi minuti. Sanji aveva l'improessione che Ace si fosse addormentato ancora dalla maniera rilassata in cui il pirata era appoggiato al tavolo. Il notare che era sveglio fu come un piccolo shock per il cuoco.

"Mi dispiace, ma devo rifiutare alla stessa maniera," disse Ace, premendo il cappello arancione dietro la testa. "Ma se state progettando di restare nel Mare Orientale per un po', non mi dispiacerebbe venire con voi finché non trovo l'uomo che sto cercando."

Sanji sorrise mentre Usop e Chopper esultavano, desiderando potersi unire alla loro gioia. Non voleva che i suoi nakama credessero che non volesse più essere un pirata, perché ciò era ben distante dalla realtà in cui chiunque poteva ben credere. No, una grande parte di lui voleva essere di nuovo un pirata, ma il suo ristorante era davvero troppo importante per rinunciare. Dopotutto, era il simbolo dell'obbiettivo che aveva finalmente raggiunto, e la sola cosa che gli ricordasse l'uomo che gli aveva insegnato tutto ciò che sapeva.

"C'è solo una cosa che non ho veramente capito..." disse Ace aspettando che Usop e Chopper si fossero calmati un po'. Si tolse il cappello e lo pose sul tavolo al fianco di una pila di piatti vuoti. "Sono seduto qui, guardando voi tre parlare l'uno con l'altro proprio come facevate prima, e non posso proprio immaginare perché la vostra banda si sia sciolta alla fine. Voglio dire, ne ho sentito parlare solo pochi mesi fa, e non potevo crederci. Veramente, non ci credo nemmeno ora."

Seguì un corso momento di silenzio, in cui Ace guardò attentamente i tre menbri della ciurma di Cappello di Paglia.

"Non è stato a causa di mio fratello, vero?" chiese prudente, per rompere il silenzio. "Gli è successo qualcosa di cui non sono a conoscenza?"

"No!" si affrettò a dire Usop, sbattendo le mani sul tavolo. "No, no, niente del genere. Sono sicuro..."

Esitò e sorrise leggermente, quasi apparendo un po' imbarazzato.

"A dire il vero, non sono davvero sicuro di ciò che è capitato. Un giorno, Rufy ci ha radunati tutti - eravamo solo dieci o undici al tempo, penso... Già, era la prima isola dopo che Keira ci aveva lasciato per il Mare Meridionale - e disse che avremo preso strade separate. Disse 'non posso farvi raggiungere i vostri obbiettivi, dovete riuscirci da soli' o qualcosa del genere. Mi lasciò tenere la nave, però. Disse che poteva sempre trovare un'altra nave..."

"Huh... Questo non sembra qualcosa da mio fratello," disse confuso. "L'ultima volta che ci siamo incontrati mi ha dato l'impressione di aver intenzione di tenere la banda assieme a prescindere dagli eventi."

Mentre Usop e Chopper iniziavano a dire ad Ace le loro teorie sul perché si fossero separati, Sanji smise di ascoltare il resto della conversazione. Ricordava gli eventi che avevano portato alla fine della banda di Cappello di Paglia troppo bene, e non era dell'umore giusto per ascoltare i suggerimenti stravaganti di Chopper e Usop su cosa avesse portato Rufy a prendere una decisione così poco caratteristica per lui.

-e-e-

Al largo dell'isola Pomodoro, da qualche parte della Rotta Maggiore, dodici mesi prima.

"Sanji, che stai facendo?"

Il cuoco chiuse gli occhi alla voce del capitano che raggiungeva le sue orecchie. Stava nella cambusa della Going Merry, impacchettando con cura i suoi coltelli personali e gli altri utensili da cucina nelle loro scatole e mettendoli in una grande valigia aperta sul pavimento. Certo, doveva sapere che avrebbe dovuto affrontare Rufy prima o poi, ma sentì che sarebbe stato meglio aver avuto l'opportunità di scegliere lui stesso quando e dove. Preparandosi, Sanji sospirò e si voltò, incontrando uno sguardo indagatore negli occhi del capitano. Sarebbe stato più difficile di quanto aveva previsto.

"Me ne vado, Rufy."

Ecco, l'aveva detto. Ora tutto quello che doveva fare era aspettare la reazione del capitano. Sanji non era mai stato così felice di essere stato lasciato a guardia della nave con Rufy mentre tutti gli altri membri della ciurma stavano facendo rifornimento di acqua fresca e altre piccole cose nella città dov'erano ancorati. L'ultima cosa che voleva era che qualcuno entrasse mentre difendeva la strada che aveva scelto.

"No, tu resti." La risposta fu come un colpo di pistola nel silenzio che aveva seguito l'annuncio di Sanji. Incrociando le braccia sul petto in un atteggiamento determinato, guardò di traverso gli occhi del cuoco. Sanji ricambiò con uno sguardo quasi altrettanto ostinato.

"Sì, vado," ripeté, pronto a fare qualunque cosa per far capire a Rufy che ormai aveva deciso. "Ho quasi preparato tutto. Non lascerò quest'isola con voi. Tornerò all'All Blue per conto mio."

Lo sguardo negli occhi del capitano cambiò improvvisamente de determinato a qualcosa che Sanji non poté cogliere completamente.

"Ma perché?" volle sapere il capitano, non staccando ancora gli occhi da Sanji. Il cuoco sospirò di nuovo, ma non tolse gli occhi dal viso di Rufy.

"Dall'inizio, ti ho seguito perché sapevo che avrei potuto trovare l'All Blue se l'avessi fatto. E ora, l'ho trovato, grazie a te - grazie a tutti. Ma ora che il vecchio è morto, voglio creare il mio personale ristorante galleggiante, in modo da nutrire tutti gli affamanti poresenti sul mare."

"Puoi farlo qui," Rufy insistette, e Sanji colse il leggero, disperato tono nella voce di Rufy. "Non mangerò il cibo, lo prometto."

"Il tuo appetito non è la ragione della mia partenza, Rufy," disse Sanji debolmente, sapendo bene quale grande sacrificio fosse servito a Rufy per fare una promessa simile. "E le persone non verrebbero su una nave pirata, lo sai bene quanto lo so io. Specialmente non la nave pirata che appartiene proprio al Re dei Pirati."

"Non ti piace qui?"

"Certo che sì. sai quanto amo questa nave. E` solo-" La voce di Sanji cedette, non realmente sicuro di cosa stesse per dire. Lo sguardo compassionevole negli occhi scuri del capitano lo aveva reso meno sicuro. "E' destino che io faccia il cuoco, Rufy, proprio come era destino che tu diventassi il Re dei Pirati. Non ho mai fatto nulla per impedire la tua strada, allora perché cerchi di fermarmi mentre seguo i miei sogni?"

Le sue parole sembrarono avere un grande impatto su Rufy, perché lo sguardo pregante lasciò il posto a qualcosa che Sanji interpretò come comprensione. Il capitano si voltò, facendo capire che la conversazione era conclusa mentre camminava vero la posta aperta.

"Ma ti fermerai finché non salperemo di nuovo?" chiese Rufy, volgendo la testa per guardare Sanji una volta raggiunta la porta.

"Sì, rimarrò su quest'isola quando partirete," disse Sanji, annuendo leggermente. Quando il capitano si voltò di nuovo, lo chef lo chiamò. "Rufy?"

"Huh?" Rufy si girò ancora, uno sguardo curioso negli occhi.

"Sono ancora un tuo nakama, vero? Anche se non viaggiamo assieme..."

"Certamente!"

Rufy ghigò apertamente, la depressione precedente scomparsa senza alcuna traccia. Poi uscì dalla porta per trovare qualcos'altro da fare, lasciando Sanji a finire di impacchettare la sua roba nella cambusa.

Successivamente quello stesso giorno, quando il resto della ciurma era già tornato, la voce alta di Rufy li chiamò nella cambusa risuonando in tutto il porto. Sanji fu la terza persona ad entrare nella cambusa, dove Rufy, Nami e Sanji erano già seduti attorno al tavolo. Dopo di lui, Kyle e Zoro cercarono di entrare nello stesso momento, causando una piccola ma noiosa lotta che bloccò l'accesso. Sbuffando, Sanji si scoprì di non essere così annoiato dal dover far qualcosa per la testa d'alga ed il serfista dai capelli blu. Invece, raggiunse l'area di cucina dove preparò in fretta bevande per i dieci membri della ciurma. Quand'ebbe finito e portato il vassoio sul tavolo che l'intera ciurma aveva finalmente raggiunto, Rufy parlò mentre si allungava per prendere un bicchiere.

"Noi non navigheremo più insieme," disse con voce neutrale, il suo viso di solito così allegro non mostrava alcuna emozione.

Un silenzio pesante cadde nella stanza, mentre tutti fissavano il capitano, chiedendosi di cosa stesse parlando. Sanji si sedette nello spazio libero della panchina, accendendo quella che doveva essere la venticinquesima sigaretta della giornata. Non le aveva davvero contate, ma era già al terzo pacchetto e, se avesse continuato a quella velocità, avrebbe raggiunto il quinto prima del tramonto.

"Ci stavo pensando," continuò il Re dei Pirati con la stessa voce neutrale. "E penso di aver fatto tutto ciò che potevo fare per voi ora."

"Che dici mai, aniki?" chiese Kyle, massaggiandosi il largo bernoccolo blu sulla fronte, unica traccia della lotta avuta prima con Zoro.

"Non posso farvi realizzare i vostri obbiettivi. Dovete raggiungerli da soli," disse Rufy, voltandosi a fissare Kyle con gli occhi rotorndi quasi del tutto bianchi. "Non posso darti la miglior canzone del mondo."

"Non posso disegnare la mappa del mondo; non conosco nulla di medicine o circa quei vecchi griffe-qualcosa; non posso rendere nessuno coraggioso. Ma voi potete, e lo farete. E non ho intenzione di mettermi sulla vostra strada, quindi sciolgo la banda ora."

Sanji guardò silenziosamente la maggior parte della ciurma alzarsi, tutti a riempire di domande a voce alta la decisione del capitano. Eccetto due di loro. Alla destra di Sanji, Robin stava studiando il contenuto del bicchiere che stringeva con uno strano tipo di interesse annoiato, e dall'altra parte del tavolo, Zoro sembrava sul punto di addormentarsi da un momento all'altro. Resistendo alla tentazione improvvisa di prendere a calci lo spadaccino, Sanji si alzò dalla panchina. Nello stesso momento, Rufy appoggiò il bicchiere sul tavolo e si alzò, guandando la ciurma con uno sguardo serio sul volto.

"Perciò, preparate i bagagli e andate quando preferite. Ora vado a visitare la città."

E con quello, aveva già lasciato la stenza, ed una ciurma sconcertata nella cambusa senza ulteriori spiegazioni.

"Doveva essere uno scherzo," disse Nami, ridendo nervosamente mentre toccava la piccola sfera di vetro che era legata al polso. "Siamo nel mezzo della Rotta Maggiore, e questo è l'unico Log Pose che abbiamo."

Tre o quattro membri della ciurma assentirono. Poi Manti, il rosso altro membro del duo musicale, che era seduto sul tavolo coi piedi appoggiati alla panchina, parlò.

"Sapete, credo che Rufy-aniki abbia ragione..." Notanto le occhiatacce che altri membri della ciurma gli stavano scoccando, proseguì. "Voglio dire, qualcuno di noi non si è avvicinato molto al suo obiettivo da quando si è unito alla ciurma, e stavo solo pensando che avremmo fatto meglio per conto nostro..."

"Penso che sia meglio se ne discutessimo prima di decidere che cosa dobbiamo fare," disse Robin calma, senza staccare gli occhi dal bicchiere nelle sue mani. "Il nostro capitano-san sembra aver oramai deciso da solo, e dobbiamo rispettalo. Comunque, fare le valigie per lasciare la nave ora senza un preciso piano sarebbe davvero una cosa imprudente da fare."

"Penso ci sia un inventore in città che sa come creare dei Log Pose," intervenne Usop, stropicciandosi nervosamente la cintura stracciata attorno al fianco. "Se potessimo prenderne uno a testa, penso che saremmo più al sicuro... Voglio dire, se decidiamo di separarci."

A quel punto, Sanji lasciò silenziosamente la cambusa e raggiunse il centro della nave, dove si appoggiò contro il parapetto, fumando silenziosamete mentre guardava in basso l'oceano. Non si sarebbe mai aspettato che lasciare la nave avrebbe portato a qualcosa del genere. Dopotutto, non era il primo ad andarsene. Tre dei loro nakama li avevano già lasciati per le loro personalissime piccole avventure alla ricerca dei loro sogni, e Rufy li aveva solo salutati agitando la mano, augurando loro buona fortuna mentre le loro navi scomparivano all'orizzonte. Allora perché quella volta si stava comportando così stranamente?

Sbuffando, Sanji gettò ciò che restava della sigaretta nell'oceano. La memoria di un disegno che Rufy aveva fatto di lui anni prima gli venne alla mente - uno schizzo macchiato dove si poteva più o meno vedere un piatto di carne, la forma della faccia di Sanji, capelli e sopracciglio curvo, se si muoveva la testa con gli occhi strabici - e ricordò anche il testo che Usop ci aveva aggiunto.

Sua maestà Sanji, ci porti tutto quello che contiene carne.

Quasi tutta l'intera ciurma lo aveva trovato estremamente divertente per qualche ragione strana che Sanji non poteva capire. Certo, doveva ammettere di non essere riuscito a trattenere un sorriso la prima volta che aveva appoggiato gli occhi sulla pittura che appariva creata da un bambino di quattro anni. Ma in qualche modo, quando uno si impratichiva con lo stile di disegno di Rufy e davvero poteva capire cosa il disegno potesse essere in circa tre minuti, era difficile non sorridere, non importava quanto sembrasse stupido.

Forse era per quello che si comportava così stranamente. Perché quello che preparava il cibo se ne andava. Dopotutto, la carne era la cosa che occupava la mente del capitano per il 95% minimo della giornata normale, quando non stava cercando avventure o tentando di persuadere la ciurma a giocare con lui. Stupido idiota infantile. Non pensava che il Re dei Pirati avesse dovuto comportarsi in maniera un po' più matura, spceilamente dato che aveva appena compiuto ventisei anni? Ma ancora, Sanji ci pensava sempre, era grazie al desiderio infantile di Rufy se avevano finito per trovare il leggendario tesoro per la prima volta.

Sanji scosse la testa per liberarla dai pensieri. Perché ci stava pensando ora? Non importava davvero più, no? La banda si sarebbe probabilmente sciolta lo stesso, e per quello che sapeva lui, era stata tutta colpa sua...

"Sanji?"

-e-e-

"Sanji? Hey, sei ancora qui?"

Sbattendo le palpebre confuso, Sanji guardò Usop, che si stava allungando sul tavolo verso di lui. Il cecchino schioccò le dita proprio davanti agli occhi di Sanji, facendolo quasi cadere. Non aveva notato di essere affondato così profondamente nei suoi pensieri, e ciò lo fece allarmare un poco. Scuotendo la testa, sbatté le palpebre ancora una volta, cercando di capire dove fosse e che stesse facendo.

"Eccoti," disse Usop esultante, sollevato mentre si allontanava da Sanji. "Sembrava ti fossi addormentato per qualche minuto. Che è successo?"

"Scusate..." mormorò Sanji, sentendo un mal di testa pulsante iniziare a crescere nell'area attorno alle tempie. Grattando leggermente la parte destra della testa, guardò i tre pirati attorno al tavolo, incontrando i loro sguardi un po' preoccupati. "Vacanza mentale..."

"Vacanza mentale?" chiese Usop, scuotendosi mentre guardava verso Sanji. "Non ho sentito quest'espressione da anni. Ma ricordo che Kyle la usava abitualmente."

Sanji sbuffò leggermente. Grande, e così ora stava imitando quel maledetto musico dai capelli blu. Cos'altro poteva capitare che fosse peggio di quello? Ottenne la risposta alla domanda più velocemente di quanto si aspettasse, quando improvvisamente sentì un peso appoggiato totalmente contro la parte sinistra del corpo. Voltando la testa, vide Chopper in piedi sulla sedia al suo fianco mentre lo guardava con uno sguardo concentrato negli occhi. Mentre la renna metteva uno zoccolo sulla fronte di Sanji, l'istinto del cuoco lo fece indietreggiare, ma fu immediatamente ammonito da Sanji.

"37.9 gradi..." mormorò Chopper, una seria espressione posta sul viso ingrigito. "Hai la febbre, Sanji. Dovresti riposarti un po'."

Sanji gentilmente scostò lo zoccolo di Chopper dal viso, non in maniera da essere cosinderato un bambino da qualcuno - specialmente non dal piccolo dottore. Non era mai stato malato un giorno della sua vita, e di sicuro non pianificava di esserlo ora. Il mal di testa era già passato, proprio come il flashback apparso attraverso la sua mente un minuto prima.

Chiedendosi quanto a lungo fosse stato intrappolato nei suoi pensieri, Sanji scoccò un'occhiata all'orologio sopra la porta di ingresso, che erano le nove passate da un pezzo. Balzando su da dov'era seduto, sorprese gli altri tre al punto che Chopper cadde dalla sedia e sia Ace che Usop assunsero una posizione di difesa.

"Scusate, ma il tempo vola," disse con un ampio sorriso. "Devo vedere se i miei cuochi hanno preparato tutto per il pranzo. Perché mi guardi in quella maniera, Chopper?" aggiunse l'ultima parte mentre aiutava il piccolo dottore ad alzarsi dal pavimento.

Chopper lo stava fissando con un'espressione molto seria sul viso macchiato di grigio. Il suo sguardo non faceva sentire Sanji a suo agio.

"Mi sembri molto stressato, Sanji," disse Chopper, togliendosi un poco la polvere dai pantaloni. "Che c'è che non va?"

Quando Sanji alzò lo sguardo, vide Usop annuire dall'altra parte del tavolo. Anche il cecchino aveva una seria espressione in viso.

"Già, non ti ho mai visto stressato prima riguardo al lavoro. Non lo eri nemmeno quella volta, quando hai cucinato per ventiquattr'ore ininterrotte per salvare quel villaggio affamato nella Rotta Maggiore sei anni fa."

Sanji imprecò silenziosamente, chiedendosi se apparisse veramente stressato. Certo, si sentiva un po' stressato da quando più e più persone avevano scoperto il ristorante, ma non ci aveva riflettuto molto sopra. Dopotutto, aveva sempre saputo che ci sarebbe stata una differenza enorme tra l'essere il capo cuoco di un famoso ristorante e il cuoco a bordo di una nave pirata, anche prima di occuparsi del Sagatie. Ed il tempo in cui aveva aiutato a fare da mangiare a quegli abitanti affamati non era nemmeno lontanamente stressante come occuparsi di un famoso ristorante.

"Ho solo dormito poco ieri notte con il disastro fatto dal quel moccioso di Kaji," disse, sorridendo rassicurante a Chopper. Non era una totale bugia, dato che non aveva dormito più di tre ore - più o meno - quella notte. "Non preoccuparti così tanto, sto bene."

Sfortunatamente, sembrava che nessuno dei tre pirati gli credesse. Mentre Sanji si voltava ed iniziava ad allontanarsi dal tavolo, poté sentire i suoi nakama restringersi sul tavolo uno verso l'altro, commentando all'unisono:

"Sta fingendo."

Chiudendo gli occhi, Sanji dovette far appello a tutto la sua volontà per trattenersi dal tornare al tavolo ed offrire ai pirati un pezzo della sua mente. Ogni fibra del suo corpo stava urlando per iniziare una lotta, che sapeva sarebbe stata l'unica cosa di cui aveva bisogno per tenere alto l'umore della giornata. Ma non appena fu sul punto di premere le porte della cucina per aprirle, poté sentire il passi dell'arrivo di nuovi ospiti. Poi, una voce femminile molto familiare si udì all'ingresso.

"Hai ragione, sono aperti per i clienti. Ora, dov'è quell'inventore? Posso giurare che quella nave laggiù porta il suo simbolo. Usop, lo so che sei qua! Fatti vedere!"

Girandosi da dove si era fermato, Sanji sentì la mente fluttuare per il melodico suono di quella voce. Non appena si fu girato ed ebbe passato gli occhi sulla donna dai capelli arancioni che turbinava verso il tavolo dove i tre pirati erano seduti, Sanji sentì una felicità indescrivibile sgorgare dentro di lui. Il sentimento migliorò solo pochi secondi dopo quando i suoi occhi caddero su una seconda donna che entrava attraverso la porta. Alta, mora e bella, la sua presenza era sufficente ad attirare l'attenzione di quasi tutti i maschi della sala da pranzo.

Il buco doloroso nel petto di Sanji si ridusse improvvisamente alle dimensioni di una pera, e lo chef si affrettò nella cucina, numerose idee su che tipo di colazione preparare per le donne. La giornata era diventata improvvisamente meglio, molto meglio... word to html converter html help workshop

This Web Page Created with PageBreeze Free Website Builder  chm editor perl editor ide

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Kurokame