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Autore: CassidyBlack    04/07/2015    0 recensioni
"Amor, ch’a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona."
1977. Ultimo anno per il malandrini. Ultimo anno per James e Lily, per Sirius, per Remus, per Minus, Per Alice e Frank. Ultimo anno per Leticia, per scoprire se stessa e cosa vuol dire stare accanto ad un uomo dai mille volti, fragile e forte allo stesso tempo, dal costante sorriso da buffone, ma un cuore d'oro nascosto sotto un cumulo di macerie, invisibile oltre quegli occhi argentei da sognatore.
Ultimo anno prima di affrontare il mondo reale, con le sue paure, i suoi tormenti e le sue tragedie, per strare insieme mano. Perche l'amore non si sceglie e non si comanda, ma perdona colui che non viene ricambiato e ne rende puro il cuore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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9. Hogsmeade

I Tre Manici di Scopa era uno dei locali più popolari per giovani maghi e streghe che nel fine settimana avevano l’accortezza di uscire da quelle quattro mura del castello e passare una tranquilla giornata senza libri o manuali di stregoneria o difesa contro le arti oscure. Certo, dopo l’incidente di inizio anno Silente aveva fatto in modo che i controlli per la sicurezza degli studenti fossero duplicati, per questo ogni carrozza era stata incantata personalmente dal nostro preside e per quest’anno era stato impedito agli studenti del terzo di recarsi ad Hogsmeade senza che un professore li scortasse per quasi tutto il tragitto. Anche io e Lily con James e Sirius avevamo dovuto contribuire scortando un gruppetto del quarto anno a testa, ma grazie al cielo non c’era stato bisogno di scambiare parola con Felpato. Io troppo imbarazzata e lui troppo impegnato ad ignorarmi. Quella distanza che si era formata fra noi aveva fatto insospettire Lily, ma le avevo giurato che non era niente di grave e cosi avevamo semplicemente raggiunto i nostri cavalieri che ci avevano anticipato dentro il locale.
Era noto che uccidere un Basilisco fosse più semplice di trovare posto a sedere dentro il pub di Madama Rosmenta, una giovane donna da poco sposata e da altrettanto poco vedova dai boccolosi capelli biondi e i grandi occhi azzurri, nel fiore degli anni, che faceva perdere la testa a tutti gli ubriaconi della zona e non solo. Di fatti non erano stati pochi i casi di spasimanti che la poveretta aveva dovuto schiantare per continuare ad onorare serenamente la memoria del marito. In questo modo fra noi studentesse aveva guadagnato un ottima reputazione come Madama D’acciaio Rosmenta.
Notai con la coda dell’occhio August muovere la mano per farci segno di avvicinarci. Aveva trovato un grazioso, se cosi si può definire, tavolino rotondo per quattro persone, posizionato in un angolo della sala vicino al caminetto e non troppo distante dalle vetrate che davano sull’esterno. Nonostante fossimo solo a Novembre la prima neve si era già posata e questo di sicuro avrebbe condizionato la partita di Quidditch dei Grifondoro contro i Serpeverde. In quanto alla mia partecipazione, bhe… non l’avrei data per scontata questa volta.

Mi avvicinai a lui e ci scambiammo un semplice bacio a fior di labbra, mentre gli sedevo accanto. A fare da separè al resto della sala c’era un alto pannello in legno che rendeva la zona quasi intima. Lily, seguita da James si sedette davanti a noi, mentre il suo cavaliere l’aiutava a togliere la giacca. Non potei non notare lo sguardo che Lily regalò a Potter, ma mi trattenni e decisi di lasciare i miei commenti per quando saremmo state sole.
-Allora, vi hanno dato problemi i ragazzi del quarto?- chiese August, cercando di rompere il ghiaccio. Certo, era un po strano essere ad un appuntamento a quattro, anche per me che l’avevo organizzato, ma ero davvero grada che James e Lily si trovassero qui, con noi.
-Puoi immaginare quanto fossero felici di essere accomagnati da noi del settimo, invece i tuoi?- rispose James mentre io e Lily decidevamo cosa prendere da bere.
-Ah, il solito. All’inizio erano un po scontenti, poi hanno pensato che trovarsi davanti un dissenatore senza uno del settimo sarebbe stato… sgradevole, e ci hanno ripensato.- rispose il moro incrociando le braccia al petto. –Pronti per la grande partita?- chiese ancora il corvonero, inclinando il collo e puntandomi i suoi grandi occhi azzurri.
-Ovviamente… Quelle serpi avranno possibilità di vincere solo quando io non ci sarò più!- fece orgoglioso Ramoso portandosi alla bocca il boccale di burrobirra che un cameriere ci aveva appena portato al tavolo.
-Non essere presuntuoso James. Non sai nemmeno se Leticia gioca quest’anno…- rispose Lily prendendo un fazzolettino e passandolo sulle labbra dell’altro, causando l’improvviso rossore di tutti e due. O tre, considerando che quel gesto lasciò a bocca aperta pure me.
-Davvero… e perché?- August puntò i suoi grandi occhioni azzurri su di me e io non riuscii a reggere lo sguardo.
-Non lo so… pensavo che ormai e ora di ritirarsi, e poi volevo dare più spazio alle nuove leve.- mentii spudoratamente, ma la mia bugia sembrò soddisfare almeno in parte la sua sete di sapere, tanto che per concludere posizionò il suo braccio intorno alla mia vita piazzandomi un secondo bacio sulle labbra che ricambiai. Girare il viso sarebbe stato decisamente controproducente, cosi, una volta che la zazzera castana di August si ritirò vidi con mio grande stupore Sirius che ci osservava dall’ uscio del locale, seguito da Remus e Peter, insieme alla sua nuova fiamma, la ragazzetta con cui si era imboscato alla festa.
Abbassai lo sguardo e ritornai a chiacchierare con Lily, sperando che la giornata non andasse peggio di cosi, ma chiaramente non sapevo ancora cosa tutto sarebbe successo.
 
Remus posizionò un braccio intorno alle spalle di Sirius e lo spinse verso uno dei tavoli centrali dove i quattro andarono a sedersi.  O meglio dove Peter e quella ragazzina del quinto anno, decisamente tassorosso, iniziarono a strusciarsi, leggermente distanti e isolati dagli altri due che regalarono alla neocoppietta uno sguardo quasi disgustato.
Una nuvola di fumo uscì dalle labbra di felpato mentre Lunastorta approfittò del momento di apparente tranquillità dell’ amico per ordinare due coppe di idromele a Madama Rosmenta che di rimando gli sorrise causando un leggero rossore sulle gote del giovine.
Presto i bicchieri vennero poggiati sul legno del tavolo. Sirius si tolse la cicca dalle labbra e ne portò uno alla bocca.
-Se vuoi possiamo cambiare locale, se preferisci…- tentò Rem, avvicinandosi il suo e iniziando a sorseggiarne un po’.
-E perché mai dovremmo? Perche il mio migliore amico ha deciso di uscire con una ragazza preferendo lei a noi, o perché la ragazza con cui volevo uscire io sta con un altro? - fece con tono piuttosto iracondo ma sforzandosi di non riporre con troppa forza la coppa sulla mensola.
-Non puoi prendertela con James se vuole stare con Lily, Sir. Lui non preferisce lei ai malandrini, ma ci tiene in maniera differente. Non puoi fargliene una colpa e di certo questo non ti aiuterà ad accettare che volente o nolente dobbiamo pensare a quello che ci aspetterà una volta finita la scuola…
-Credi che non ci pensi già abbastanza?!- il tono si era leggermente alzato e quelli che sedevano vicino al loro tavolo avevano appena girato il capo, ma notando di chi si trattava, erano tornati a farsi gli affari loro. Il carattere impulsivo di Sir era di dominio pubblico già da un paio di anni, da quando durante il quinto aveva rotto una finestra lanciando fuori un serpeverde del sesto.
-So quello che mi aspetta una volta che tutto questo finirà e non sarà di certo piacevole. Ci sarà la guerra Remus, e lo sappiamo bene tutti qui, se no perché Silente ci avrebbe chiesto di pensare di entrare a far parte di…. Tu sai cosa? Ma io sono un Black, e questo implica parecchie cose.-
-Pensavo avessi smesso di essere un Black quando te ne sei andato via di casa Felpato.- rispose l’altro, continuando a bere e lanciando occhiate verso il tavolino rotondo dove io e gli altri stavamo chiaccierando.
-Magari per voi e per la mia famiglia si, ma per il resto del mondo sarò sempre un suddito di…-
-Non dire il suo nome, non qui che è pieno di gente…- lo riprese giusto in tempo Remus, mentre lo sguardo si alternava da me (che per altro avevo notato ci stesse fissando e stavo vivendo un momento di pura agitazione) e l’amico. –In quanto a lei… non era mai stata una scommessa… vero?- lo canzonò divertito il mannaro.
-No, mai. Ma adesso che importanza…- fece, poggiando il mento conto il palmo della mano sinistra e voltando lo sguardo dall’ altra parte, dove un gruppo di ragazzini delle serpi ridevano.
-Bhe dovresti dirglielo. Non c’è niente di male ad amettere che…- iniziò a dire Lunastorta prima di essere interrotto da Minus.
-Ragazzi vi dispiace se io e Ingrid ce ne andiamo…da qualche altra parte…- fece quello, strofinando il suo grande naso a patata contro quello dell’altra poveretta che stranamente gradiva.
-Fate pure.- risposerò i due in coro, prima che Sirius riprendesse a parlare. –Comunque non c’è niente da ammettere, io non ammetto niente e lei può stare con chi preferisce, come faccio io.- rispose.
 
Da quando ci eravamo seduti Lily e James non si erano nemmeno sfiorati, neanche una volta. Ed era strano perche conoscevo esattamente le intenzioni di uno e dell’altra, inoltre quella strana tensione non giovava minimamente al rapporto fra me e August che, si, era un ottimo oratore e baciatore, ma per qualche ragione non mi entusiasmava.
-Dunque… da quando state insieme voi due?- chiese quello mentre io gli schiacciai con forza il piede, lanciandogli un’occhiataccia.
-Che…. Che ho detto…?- mi chiese avvicinando le sue labbra al mio orecchio.
-Eh… non stiamo insieme, ancora…- rispose Lily e a quell’ancora gli occhi di James si illuminarono, comunque presto si affrettò a rispondere.
-Questo è il nostro primo appuntamento. - disse con garbo ramoso andando a prendere la mano di Lily che non scappò da quella presa.
-Ah…. Adesso capisco tutto. Sapete per un momento ho pensato che Leticia si sentisse in imbarazzo ad uscire da solo con me, invece era per dare una mano a voi!-
Fulminai con lo sguardo Lily che si mise ad annuire alle parole di August. –Già, solidarietà femminile… e…-
-RIPETI QUELLO CHE HAI DETTO SE HAI IL CORAGGIO!- Il rumore della  vetreria infranta rieccheggiò in tutta la sala accompagnata dall’urlo di madama Rosmenta quando si trovò sul pavimento del locale Sirius Black che teneva stretto un ragazzo del sesto anno dei Serpeverde, gia reduce di un pugno dato il sangue che gli colava dal naso.
-RIPETILO! FORZA! COME MI HAI CHIAMATO?- Sirius urlava contro il poveretto dall’ aria perduta, poco cosciente di quello che stava succedendo, mentre Remus cercava di calmarlo e di tenere lontani gli amici di quello che ne stava prendendo convincendogli a non immischiarsi.
-M….m…- all’ennesimo stratone finalmente il ragazzo riuscì a parlare. –MANGIAMORTE!- fece, prima che sulla sala calasse il silenzio. Quello si sollevò con l’aiuto dei gomiti, guardando negli occhi uno sperduto Sirius Black.
-A scuola dicono tutti che sei uno di loro. La tua intera famiglia lo è, tutti i Black sono mangiamarte, anche tuo fratello Regulus se ne andato per entrare nelle fila del Signore Oscuro. Ti credi diverso solo perche sei un grifondoro e fingi di essere amico di tutti, ma sei un Black! Non un Potter! Quelli come te sono e saranno sempre persone con l’animo oscuro. Quanti bambini babbani hai già ucciso? Dieci, vent…- non riuscì a finire la frase che un altro pugno lo colpì sul naso e a quello ne seguirono altri tre, prima che James si fondasse sull’ amico e lo staccasse dal serpeverde.
-LASCIAMI JAMES, GLI SPACCO LA FACCIA A QUELLO… CAZZO LASCIAMI TI HO DETTO!- Sirius continuò ad agistarsi e dibattersi anche quando Ramoso lo portò fuori dal locale seguito da Remus, Lily e me con accanto August.
-SEI IMPAZZITO?!- gli urlò contro James spingendolo via quando quello tentò nuovamente di entrare dentro il locale. –Ma che ti prende Sirius?-
-HAI SENTITO QUELLO CHE HA DETTO… HAI SENTITO COME MI HA CHIAMATO, QUEL CAGASOTTO.- rispose ancora scosso Felpato che andava avanti ed indietro prendendo a calci la neve.
-Ma… credevo che ormai non ti importasse più di quello che dicessero di te…?-
-Ah davvero, tu… TU CREDEVI CHE NON MI IMPORTASSE!? Mi conosci davvero bene Ramoso…- faceva cercando di togliersi la giacca da motociclista attirando su di se l’attenzione dei passanti.
- Sirius perfavore calmati…- gli aveva detto con gentilezza Lily, staccandosi dal braccio di James e andandogli incontro. –Noi sappiamo che non sei quello che gli altri dicono.-
-Stai. Zitta.- tuonò quello facendosi serio in volto. –Tu non mi conosci per niente. Nessuno di voi mi conosce.- e i nostri occhi si trovarono, i miei scuri allarmanti, preoccupati e spaventati, e i suoi chiari ma tristi, vuoti e disorientati.
James afferrò con foga il colletto della giacca.
-Non parlarle in questo modo….- e tutto quello che ottenne fu un cazzotto sul naso. Fece un paio di passi all’ inidietro prima di sbilanciarsi e cadere di sedere reggendosi il naso dal quale usciva sangue.
-James…- Lily gli si inginocchiò accanto, prendendo dalla borsetta che portava a tracolla un fazzoletto e offrendolo a Ramoso.
-Sir… -tentò Rem ma quello, vedendo il casino che aveva combinato aveva preso a correre verso la foresta.
Forse gli sarei dovuta andare dietro, forse avrei dovuto provare a parlargli, ma in quel momento mi fu praticamente impossibile. Sentivo la mano di August che stringeva la mia. La sua era calda e protettiva ma in quel momento non era ciò che volevo, perché di colpo mi parve rigida come una catena.
 
-Non è ancora rientrato?-Chiesi a James prendendo posto accanto a lui sul divano della sala comune; guardava con insistenza la fiamma e se ne stava immobile da qualche minuto con le braccia incrociate.
-No… e l’ultima navetta è arrivata mezz’ora fa.- mi rispose semplicemente, abbassando lo sguardo.
-Vedrai che sta bene. Magari è alla stamberga strillante, o sta correndo nel bosco. Ha bisogno di calmarsi, tutto qui.-  cercai di mascherare la mia preoccupazione rassicurandolo, ma era la prima volta che quei due litigavano cosi duramente davanti ai miei occhi.
-Tu dici? Forse non avrei dovuto chiedere a Lily di uscire. Se mi fossi reso conto prima come si sentiva allora…- Fece Potter, massaggiandosi il naso.
-James. Tu non sei la loro balia. Non ti potrei prendere cura di Rem, Peter e nemmeno di Sirius in eterno. Devi pensare anche alla tua felicità e se è Lily, bhe… sarei davvero felice per voi due.- Gli sorrisi sfiorandogli appena la mano. –E in quanto a Sirius, sta tranquillo. Io ci litigo molto più spesso di te. Vedrai che andrà tutto bene.- gli dissi, notando l’impovviso arrivare di una chioma rossa alle sue spalle.
-Allora andiamo a cena?- chiese la Evans, poggiando una mano sulla spalla di James.
-Si eccomi… Leti tu vieni?- mi chiese Ramoso, offrendomi la mano.
-No, voi andate. Non ho molta fame ora…- risposi.
-Cosa diciamo ad August, se ti cerca?- Mi chiese Lily e li trasalii ricordandomi del corvonero.
-Ditegli che non mi sentivo molto bene… tutto qui.-
-Ok…. Allora passa una buona serata.- fece Ramoso circondando le spalle della sua bella.
-Ti portiamo un po di budino dopo…- disse la rossa salutandomi con la mano oltre il braccio del suo ufficialmente ragazzo. Li salutai di rimando, lasciando che la sala lentamente si svuotasse e rimanendo così sola. Mi portai la coperta sulle gambe e mi raggomitolai sul bracciolo godendo del tepore del caminetto e di quell’attimo di silenzio, finchè un cagnolone nero non entrò nella mia visuale.
Alzai di colpo il capo quando vidi Sirius mutare davanti ai miei occhi.
-Dove sono tutti gli altri?- Mi domandò, guardandosi intorno e grattandosi i capelli. Aveva un’aria tesa e provata.
-Fortunatamente tutti a cena. Ci siamo solo noi due.- Gli risposi facendo spazio nel divano. Lui prese posto lasciandosi cadere come un sacco e reclinando la testa all’ indietro.  Osservava il soffitto in silenzio, ma sapevo che in quel momento stava pensando ad un sacco di cose.
-Dove sei stato? Eravamo tutti preoccupati, James…- non mi lasciò finire di parlare.
-James sta bene?- chiese allarmato.
-Si… aveva il naso rotto, ma Lily glielo ha riparato. Era anche un po giù, ma credo che adesso stia bene.- risposi, poggiando la testa contro il dorso del divano.
-Lily immagino.- fece lui e io semplicemente annuii. Lo visi oscurarsi, di colpo coprirsi il viso con le mani.
-Credo di aver fatto un casino Let.. un grande, immenso casino.- mi disse con voce flebile e tremante. Il mio cuore ebbe un fremito vedendolo stranamente cosi indifeso.
Scivolai appena nella sua direzione e con molta gentilezza gli posai una mano sulla spalla. Il fuoco scoppiettante del camino mi riscaldava il viso e illuminava i nostri volti colorandoli di rosso e arancione.
Con delicatezza, risalii dalla spalla sino ai capelli che iniziai piano ad accarezzare, mentre con l’altra mano spostai le sue dita dal volto e lo costrinsi a guardarmi in faccia. Gli sorrisi dolcemente.
-Ehi… chi sei tu? Il Sirius Black che conosco io non si abbatte cosi facilmente ma anzi, è uno tosto, con una faccia da schiaffi grande quanto questo castello. E qualsiasi casino combina, trova il modo per rimediare…- gli dissi, ridacchiando appena.
-Non so se sono ancora quel Sirius, Leticia. Forse sono solo uno che si finge un grifondoro, forse sono davvero un pessimo amico per James, che non riesce ad essere felice per lui e tutto il resto.- disse, volgendo lo sguardo altrove.
-Sai ho sempre sospettato che fossi follemente innamorato di Ramoso, ma non credevo sino a questo punto.- cercai di farlo ridere.
-Ehy! Non è “amore”…è una cosa fra uomini. Lui è come un fratello per me.- mi disse con tanta onestà da lasciarmi quasi disarmata. –E poi ho sempre preferito le belle donne ispaniche io- eccolo lì, il ghigno malefico che tanto mi rendeva vulnerabile.
-Ahhhhh! Forse dovrei davvero diventare un Mangiamorte e farla finita con questa cosa dell’ Ordine della Fenice…- disse, lasciandosi scappare quel piccolo dettagli di cui ero gia al corrente.
-Smettila!- gli diedi un calcio, colpendolo sul fianco. –Non diventerai un magiamorte e poi non mi puoi lasciare da sola con quei piccioncini all’ interno dell’ ordine!- gli dissi, minacciandolo con il dito indice. Lui di rimando mi osservò un po perplesso, ma poi sbuffò.
-Silente… vero?- ipotizzò alzando appena il sopracciglio.
-Esattamente… mi ha detto che aveva bisogno di maghi e streghe come noi… e io ho accettato. Con una famiglia come la mia, metà babbana e metà magica non posso che sentirmi coinvolta in quello che sta succedendo e fare la mia parte.-
-Capisco come ti senti. Io non posso permettere ai miei di rovinare tutto quello che ho guadagnato.- rispose lui, ritornando a fissare il fuoco.
-Ma almeno uno di noi oggi si è divertito… immagino che August baci bene…ti chiederà di sposarti?- mi fece con un tono appena ironico, senza però guardarmi.
-Veramente non credo, dato che ci siamo lasciati.- gli risposi, mettendomi a sedere in maniera più composta, accanto a lui e lasciando che le nostre braccia si sfiorassero.
-COME?!- tuonò osservandomi attentamente, con gli occhi quasi fuori dalle orbite.
-Già, dopo la tua scenata di stamattina gli ho detto che in realtà non provavo quello che lui provava per me.- mi portai le ginocchia al petto e le circondai con le braccia poggiandoci la testa sopra rivolgendo il viso verso Black.- E poi mi ha chiesto se c’era qualcun altro di cui ero innamorata, e allora ho dovuto essere sincera.- gli raccontai guardandolo tranquillamente negli occhi. –E forse sono davvero una “bambina viziata e perfettina, di quelle stronzette con la puzza sotto il naso”.- gli dissi, ricordando una nostra vecchia conversazione.
Notai le sue labbra incresparsi, il pomo d’Adamo muoversi e gli occhi seguire mia linea del collo.
-Chiunque l’abbia detto è davvero un cretino…- mi fece, massaggiandosi la nuca.
-Sono felice che la pensiamo allo stesso modo per una volta Sirius.- Gli dissi trattenendo a stento una risata.
-Comunque…- eccolo, sapevo cosa avrebbe chiesto di li a poco.- che gli hai risposto?- il suo viso si era appena avvicinato al mio e ormai ci stavamo guardando dritti negli occhi a meno di dieci centimetri di distanza fra le nostre bocche.
-Gli… ho detto…. la verità…- avvertii la sia mano perdere una ciocca nera e lasciai che risalisse sino ad accarezzare la mia nuca. E poi me lo presi. Mi spinsi appena il avanti lasciando che le sue labbra trovassero le mie. Non fu un bacio di quelli da film, casto e puro. Fu un attimo di guerra fra la mia bocca e la sua e le nostre lingue intente a rincorrersi. Le sue mani mi afferrarono per  la vita, avvicinandomi maggiormente, mentre io mi posizionavo sulle sue ginocchia.
Sapevo di essere impulsiva delle volte, ma mai avrei detto che avrei baciato Sirius Black di mia spontanea volontà. Sentii l’uscio aprirsi e mi staccai di colpo da lui che ancora mi teneva stretta. Saltai oltre il divano e corsi su per le scale del mio dormitorio sperando che nessuno mi avesse visto, lasciandolo immobile e si stucco sul divano, di colpo da solo.
-Sirius! Sei tornato!- Fu Remus ad accoglierlo o almeno questo mi raccontò Lily il giorno dopo a colazione.

Angolo Autrice!
Scusate l'assenza ma sto preparando degli esami e mi prendono un sacco di tempo. Universtà VS. Autrice = 1 - 0
Comunque eccoci qui con un altro capitolo XD Leggete e recensite *_*
Baciozzi

-CB
  
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