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Autore: Calya_16    04/07/2015    1 recensioni
E' appena arrivato il circo in questa piccola cittadina, ma cosa nasconde? Non è come tutti gli altri circi, ma la gente riuscirà a capirlo?
Questo è primo racconto che pubblico e spero vi possa piacere. Spero anche in che commentiate, poiché son molto curiosa di sapere cosa ne pensiate :)
Buona lettura!
Genere: Dark, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quello che vedete laggiù era un piccolo villaggio, poi un paesino, un paese ed infine è come lo vedete adesso: una piccola cittadina che sta cominciando a prosperare. La guerra è finita ma la crisi del ’29 ha comunque abbattuto tutti, in ogni caso.
Però qui potete ancora osservare i bambini che ridono e corrono spensierati e gli adulti che sorridendo li seguono da dietro. Sono passati solo due anni dalla crisi ma pochi, in questa cittadina, sembrano averla avvertita. Perché? Forse perché aleggia una strana aria su tutto, in questo luogo. Ed avvicinandoci ancora possiamo notare come la sua struttura urbanistica si sviluppi a spirale, come a voler risucchiare un attento osservatore. Sempre più verso il punto centrale del vortice: la piazza. Lì vi è il municipio, i negozi, le taverne, un ostello e due alberghi, senza contare il verde che fa da cornice a tutti gli edifici. Chi abita sulla piazza non si lamenta del frastuono, anzi, a volte chi abita un po’ fuori vorrebbe un po’ di vita, vorrebbe avere la stessa musica che vi è in piazza la notte, in certi periodi.
Ed è proprio questo uno di quei periodi: è appena giunto in città il circo! Gli abitanti di questa cittadina adorano i circhi e le carovane che ne seguono. Sono ospitali verso tutti e li divertono gli spettacoli.
Ma questo circo è particolare, non come tutti gli altri. Ma gli abitanti non ci fanno neanche caso, ed ogni sorriso regalato diventa un giorno in più verso la fine della gioia per la cittadina.
Svoltando lungo strade diverse, allontanandosi dalla piazza, ecco che ci si può trovare lungo un viale immenso, con alti alberi che ne risalgono i lati. Le macchine passano tranquille e sui marciapiedi la gente cammina guardando l’autunno che si avvicina. E proprio vicino a una coppia di anziani vi è un ragazzino, in vestiti anni ’30 - con i pantaloni marroni e la camicia arrotolata sulle braccia leggermente più chiara, mentre le bretelle logore stanno su a fatica - che volteggia tra una coppia e l’altra, tra gruppi di persone e solitari lavoratori. In mano ha tanti biglietti, grossi plichi: i biglietti del circo. Sul volto ha un’espressione furba, quasi maliziosa. Eppure la gente non vi da peso, gli sorride di rimando e tutti ridono ai suoi modi di fare e alle sue battute.
Al passaggio di un gruppo di ragazze, in tenuta da scuola – con le grigie gonne e le calze fino al ginocchio, incorniciate da un elegante bordo ocra, che riveste anche i lacci delle scarpette e la sciarpa leggera che portano al collo, sopra la camicetta grigia a mezze maniche – il bambino vi si tuffa in mezzo, facendole fermare e ridere. Queste ragazze si aprono a cerchio ed osservano divertite il bambino, che comincia a passare biglietti a caso, passando da una parte all’altra del perfetto cerchio senza sosta.
Anche la loro educatrice si ferma, ma dopo un po’ incita alle scolare di andare, non devono fare ritardo! Le ragazze, leggermente tristi poiché devono abbandonare il simpatico bambino, lo salutano tutte in coro. Mentre passano, rompendo il cerchio, il bambino lancia in aria altri biglietti, facendo ridere nuovamente tutti, compresi i passanti. Qualche scolara alza la mano per prendere dei biglietti, sventolandoli poi sopra il capo, sorridente.
Le ragazze passano e dietro di loro gli ultimi volantini cadono a terra, svolazzando. Uno di questi si lascia trasportare dal vento e si va a posare su di una panchina; qui è seduta una donna con una lunga gonna marrone, che tiene in mano molti fogli, sui quali ci sono diverse calligrafie: i bambini della scuola elementare avevano appena fatto un compito in classe e poiché era una bella giornata la maestra aveva deciso di restare fuori a correggerli. Lascia scorrere le lunghe dita affusolate sulle pagine scritte, corrucciando appena la fronte quando riscontra degli errori. Non si stupiva più di tanto, ormai: erano già cinque anni che insegnava e aveva visto errori ben maggiori.
Il piccolo pezzo di carta stampato a poco prezzo dal circo le si posa vicino e lei subito se ne accorge, come se un’indesiderata persona le si fosse seduta accanto e avesse cominciato a fissarla.
Gira leggermente il capo, scrutando torva il pezzettino di carta. Allunga la mano e comincia ad analizzarlo, rigirandolo più e più volte: non trova niente di anomalo e così se lo mette in borsa, decidendo di leggerlo meglio a casa.
Raduna i compiti dei suoi allievi e dopo essersi lisciata la gonna si alza e si avvia verso casa, poiché uno strano vento ha cominciato a salire. Essendo nuova si guarda attorno e nota una stradina che fino alle poche settimane prima, in cui si era trasferita lì, non aveva notato: decide così di imboccarla, ma appena poco dopo averne superato la metà, il vicolo si fa stranamente freddo e buio: in fondo, la donna scorge una piccola sagoma che si avvicina, che sibila cose senza senso a qualcosa che tiene in mano ed ogni tanto si porta all’orecchio, come per ascoltare.
La maestra si blocca e si stringe sempre più forte al petto i compiti dei suoi piccoli allievi, mentre la figura si avvicina, apparentemente senza aver notato la presenza della donna. Ma a quasi due metri da lei solleva il capo e allora sorride: il sole torna a risplendere nel vicolo, facendo tornare anche quel po’ di caldo che rimane della stagione passata.
- Salve signorina, posso lasciarle un biglietto per il circo? Siamo appena giunti in città e vorremmo far vedere le nostre meraviglie a tutti voi!
Esclama il bambino allargando sorridente le braccia, come a voler mostrare che la donna non deve aver paura di niente, non lo deve temere.
Ed improvvisamente, come la temperatura nel vicolo, anche l’umore della donna cambia: si rilassa, il suo volto si stende e diventa immensamente cordiale.
- Grazie piccolo. Verrò di sicuro a vedere il tuo circo. Sai, mi piacciono molto i circhi; e dimmi: avete anche leoni e altri animali feroci?
- Oh, di tutto, signorina. Davvero di tutto.
Quest’ultima frase viene accompagnata da un sorriso nero, freddo, ma la donna non se ne accorge, troppo presa ad osservare il biglietto del circo.
- Grazie. Ci vediamo al circo.
- Arrivederci signorina. Lo spettacolo sarà tra qualche sera.
Con questo scambio di battute i due prendono strade diverse e la donna se ne va serena, mentre il ragazzino torna sulle strade principali, finendo, per quel giorno, di distribuire volantini e sorrisi ingannevoli.
 
   
 
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