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Autore: mistaya    04/07/2015    0 recensioni
Questo è il seguito de “Il ricordo di un sogno d''amore”. Chi è Cate? E' una strega simpatica e originale, una donna sexy e misteriosa, capace di sciogliere il cuore di un mago oscuro...
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Occhi scuri

Pioveva a dirotto quel giorno, sulla città di Colonia.
Narra una leggenda, che una volta, in questa città, vivevano dei piccoli gnomi che facevano il lavoro degli uomini, ma un giorno, nella bottega di un calzolaio, una donna li sorprese mentre riparavano le scarpe e da allora nessuno li vide più. Ma i folletti non se ne erano andati, semplicemente, ora vivevano nel quartiere di Hexestraße.
Era lì che vivevano molte delle streghe, i cui antenati, erano seguaci della antica religione celtica, e delle sacerdotesse di Avalon. Molti di loro vivevano in mezzo ai Babbani. Chi in Inghilterra, chi in Germania, chi in Scozia, chi in Italia, alcune anche in America.
Molti erano stati a Hogwarts, alcuni si erano sposati con dei Babbani, avevano aperto negozi di libri, di strumenti magici, molti insegnavano e altri facevano servizi per la comunità.
In uno degli appartamenti della Hexestraße viveva il signor Olaf Maifee, che era stato un mago molto stimato, nel loro mondo. Aveva ereditato diversi titoli nel corso degli anni: Duca del Magico Regno delle Highlands (regno nascosto in Scozia), Conte di Leah (nelle Quattro Terre, nella Terra del Sud), Marchese di Kabor (nel Mondo delle Tre Lune), Barone dell’Isola di Mona (una delle Isole di Avalon), Visconte dell’Estfalda (nella Terra di Mezzo), e Cavaliere di Landover (un regno oltre la nebbia delle fate).
Il vecchio stregone era stato il cognato di Jeremy Potter, che aveva sposato la sua sorella minore Shana. Ed ebbero James e Cate.
Cate…
Dopo la morte di James e Lily, Cate era andata a vivere in Italia da Jadir ed Edoardo, con Elisa e suo marito Severus. Ora i due aspettavano un bambino.
Elisa era la figlia del cugino di Olaf, Mikailov Lovelace, che era stato a Hogwarts un Grifondoro, e di sua moglie Alcyone, della Casa Serpeverde. Dopo che rimase orfana, si era preoccupato di mantenergli gli studi a Hogwarts, dove era diventata un Grifondoro come suo padre. Quell’anno Elisa si era diplomata e sarebbe tornata a casa da Cate…
In quel pomeriggio uggioso, Olaf vide comparire alla sua porta due figure coperta da delle mantelline rosse.
“Ahhh!” esclamò vedendole “Chi siete? Le sorelle di Cappuccetto Rosso?”,
“Quanto sei spiritoso, zio!” gli disse Cate abbassandosi il cappuccio,
“Ah, siete voi!” fece sollevato “Mi avete spaventato! Ma che cavolo ci fate qui? Non dovevate venire la prossima settimana?”,
“Siamo ritornate prima, zio!” gli disse la ragazza di quasi diciotto con i capelli castano-biondo, un viso radioso e dolcissimo su cui brillavano due spettacolari occhioni verdi.
“E il lupo cattivo non ve lo siete portato dietro?” chiese riferendosi a Piton,
“No, il lupo cattivo è tornato a Hogwarts…” rispose Cate.
Cate era splendida. Era incinta di cinque mesi ormai.
In quel momento entrarono sia la tata che Aldo, Giovanni e Giacomo che si precipitarono a salutarle.
Quella notte, Elisa fece un soglio molto agitato. Cate aveva le doglie e soffriva parecchio, poi quando finì di urlare dal letto scese un serpente e la ragazza emise un urlo.
Si risvegliò, tutta sudata ed agitata. Si voltò a guardare la foto dei suoi genitori…Gli dava sempre coraggio, ma quella notte il suo sonno non fu affatto tranquillo.
Il giorno dopo, per il tè, Cate ed Elisa ricevettero una visita. La tata, verso le cinque, aprì la porta ad una donna e una ragazza della stessa età di Elisa. “Non ci posso credere…” fece Cate “Tu sei Michelle! Michelle Schneewittchen!” esclamò guardando la ragazza,
“Sono felice che ti ricordi di me, Cate!” disse la ragazza dagl’occhi azzurri e capelli castani,
“E lei deve essere Reika, sua zia…”,
“Piacere di conoscerla! Finalmente posso ringraziarla di persona!” disse la donna.
Michelle era la figlia di Hank e Rose Schneewittchen, che lei e Severus avevano salvato anni prima. Michelle era andata a vivere a Colonia con sua zia, dopo la morte dei suoi genitori. Lei si sarebbe diplomata quell’anno ad un liceo artistico.
Le due ragazze parlarono tutto il pomeriggio e fecero amicizia.
Il giorno dopo Elisa invitò Michelle a casa loro, dopo la scuola.
“Entra pure, e non far caso al disordine!” disse Elisa facendola entrare,
“Ma Cate non c’è?” chiese Michelle, “Volevo salutarla!”,
“Lei e Dorothy sono andate a un congresso…non so per quanto staranno via…”.
Aldo era sdraiato sul divano e faceva finta di essere morto, con del ketchup che gli scolava dalla bocca, come se fosse sangue.
“Aldo, non ci caschiamo, tanto!” disse Michelle,
“Accipicchia, ma tu davvero non hai paura? Oggi il postino è partito a razzo!” disse Aldo,
“Guarda che Michelle non è un tipo che si impressiona facilmente!” replicò Elisa,
“Ma guarda queste! Uno si vuole solo divertire e queste ti criticano e basta!”.
Elisa parlò a Michelle di Hogwarts e del suo tirocinio al San Mungo, e lei l’ascoltava incantata. Doveva essere un posto da favola. Poi la ragazza gli fece vedere le Cioccorane e gl’altri dolci. “Sai, pensavo a una cosa…” disse Michelle,
“Che cosa?” chiese Elisa,
“Potremmo organizzare una festa a sorpresa per il bambino di Cate…”,
“Una festa?”,
“Sì, per festeggiare il bambino…Sai, una di quelle feste dove si regalano cose per i bimbi, giocattoli e altro…Tu che ne dici?”,
“Sì, sarebbe carino…Cate e Dorothy avevano organizzato una cosa simile quando Lily aspettava Harry…” e sorrise al ricordo. Aveva voluto bene a James e a Lily, e anche al piccolo Harry,
“Che c’è?” chiese Michelle, vedendola triste,
“Sai…ho fatto un sogno orribile…”,
“Che sogno?”,
“Cate stava per avere il bambino…Io sono entrata, l’ho vista stremata…Poi dal letto è uscito un serpente...” era diventata terribilmente seria “Il serpente è un presagio di inganni…ho tanta paura che qualcosa possa andare storto…”,
“Ma dai, non ti sembra di esagerare?”,
“Non lo so…”,
“Vedrai che andrà tutto bene! E poi il serpente non significa sempre il male…Vuol dire anche saggezza, intelligenza e astuzia…il tuo sogno può significare molte cose…”,
“Forse hai ragione!” e un sorriso le illuminò il viso delicato. Elisa era una ragazza molto sensibile. Le ragazze, per la festa, decisero di aspettare che Cate sapesse con sicurezza il sesso del nascituro.
Al settimo mese, Cate andò con Severus da un ginecologo a fare l’ecografia. Quel ginecologo era un Magonò, e aveva assistito a molti parti delle donne di Avalon, perché grazie ad alcuni di loro, la S.S.M. (Società per il Supporto dei Magonò) gli aveva trovato lavoro.
Per entrambi fu un emozione nuova, e per il sapere se era maschio o femmina, decisero di aprire la cartella con tutti i parenti. A casa tutti li aspettavano trepidanti, i suoi parenti, Dorothy, Elisa, Reika e gli altri inquilini. Erano tutti un incrocio di Maghi, Creature Magiche, folletti e fate. Cate aprì, seduta sulle scale di casa, la cartella. “Allora…” fece leggendo il referto, si morse le labbra,
“Allora?” chiese impaziente Aldo, anche se il più nervoso di tutti era Severus,
“Allora?” gli fece il verso lei raggiante, “E’ una bambina!”,
“Oh-oh, una femmina, congratulazioni figliolo!” fece Olaf, battendo pacche sulle spalle a Severus, scioccato e felice insieme,
“Bleah!” fece schifato un piccolo folletto, chiaramente invidioso, “Sarà piccolo, scocciante, e sopra tutte le orribilezze sarà femmina!”, tutti risero,
“Bene, a questo punto bisognerà trovarle un nome…” propose lo zio,
“Orribilina!” rispose di nuovo il piccolo folletto,
“Frazer!” lo rimproverò il padrone del circo magico che viveva nell’appartamento,
“Ah, aspettate, io ce l’ho un nome!” fece Aldo, “Che ne dite di Biancaneve?”,
“Che razza di nome assurdo è Biancaneve?” protestò lo zio, “Marianna è molto meglio!”,
“Laura!” propose Giacomo,
“Glory!” disse Giovanni,
“Valentina!” disse Dorothy,
“Ehm…ragazzi!” li richiamò la tata, “Io credo che dovrebbero essere i genitori, a decidere!”,
“Giusto!” approvò Reika.
E tutti si voltarono verso Cate e Severus.
“Be’, noi vorremmo aspettare a darle un nome!” disse Cate, “Dopo che sarà nata, decideremo!”,
“Cate, ora dovresti riposare…” gli disse Severus, prendendola per mano e conducendola in camera. La fece distendere sul letto, e poi le si mise a fianco. “Allora, come va?” chiese lui,
“Bene, a parte le caviglie gonfie…” rispose lei ridendo, e Piton le accarezzò i capelli. Quando gli aveva detto che sarebbe diventato padre era rimasto folgorato, ora però era felice,
“Ho una cosa da dirti…” disse lui e andò a prendere una busta, “Sono per il bambino”. Erano una pecorella di peluche, un sonaglio e un paio di scarpine bianche. Cate ne rimase sorpresa e commossa.
L’unica che non riusciva a condividere tanto entusiasmo in quella casa era Elisa, turbata dal suo sogno. La tata se ne accorse una sera, mentre gli spazzolava i capelli. “Elisa, che cos’hai?” chiese preoccupata,
“Tata, c’è una cosa che vorrei dirti…” incominciò lei,
“Ah, aspetta, fammi indovinare…una tata capisce sempre tutto…” e le accarezzò le spalle, “Uhm, non è la paura per una guerra…non è qualcosa di lavoro…aspetta, è come se avessi un cruccio su qualcosa che non sai cosa significhi…”,
“In effetti è così!” rispose lei, “Senti, tata, perché l’Isola Sacra vede male i matrimoni con i Serpeverde?”,
“Perché da quella casa sono usciti molti maghi oscuri”,
“E temevano di come sarebbero stati i loro figli?”,
“Anche, certo”,
“Come se temessero che da quelle unioni potessero uscire dei serpenti?” chiese preoccupata,
“Ah, ah, ah…” ridacchiò la tata, “Andiamo, tesoro, in fondo anche tua madre era una Serpeverde, e poi Severus può avere tutti i difetti del mondo, ma non è un mostro!”.
Su quello Elisa aveva seri dubbi.

Una settimana dopo, Elisa e Michelle organizzarono la festa per la bambina. Cate ricevette tutine, giocattoli, scarpine e tante altre cose da amiche e vicine. Lauren gli spedì dei regali dalla Francia, anche lei aveva avuto un’altra bambina: Gabrielle.
Arrivò Natale. I figli di Avalon di Colonia stavano festeggiando il solstizio d’inverno con le tradizionali cerimonie. E nel bel mezzo della festa, Cate ebbe le doglie. La riportarono in casa e venne il medico con la levatrice. Elisa andò ad aiutarli. Era il suo primo parto, ed era tesa e spaventata. Severus aspettò nervoso fuori dalla porta. Giacomo provò a dargli del whisky, ma lo fece cadere non appena sentì un altro urlo di Cate venire dall’altra stanza.
Cate in camera sua era seduta sul letto con le gambe allungate, circondata da candele profumate e fiori. Si udiva una musica d’arpa e di flauto e l’atmosfera era distesa e riposante. Il medico la rassicurava dicendogli che se la stava cavando egregiamente. Un paio d’ore e ce l’avrebbero fatta.
“Respira! Forza, respira!” gli disse Elisa, tenendole stretta la mano e asciugandogli la fronte con un panno umido,
“Sto respirando” brontolò Cate con difficoltà.
Avevano preso tutto l’occorrente: coperte calde, acqua, forbici sterilizzanti per il cordone ombelicale e cristalli che pulsavano e risplendevano di energia magica.
Quando finalmente la bambina uscì, Elisa di sedette sul pavimento per non guardare. “Elisa, cos’hai?” chiese la levatrice,
“Mi dica che non ha la testa di un serpente!” implorò lei, con gli occhi chiusi,
“Cosa?” fece il dottore rivolto alla levatrice, quando finì di tagliare il cordone ombelicale,; dopo che la levatrice gli rispose lui sgranò gl’occhi sconcertato, “Un serpente?” guardò prima la bambina poi Elisa, poi avvolse la piccola in una coperta e la fece vedere alla ragazza, “E’ un serpente per caso? Ti sembra un serpente?”.
Elisa guardò la piccola avvolta in una coperta. Notò che aveva aperto due occhi scuri che la scrutavano. Era una bellissima bimba. Mentre il dottore la portava di là per pulirla, Elisa si avvicinò a Cate. “Come stai?” le chiese,
“Benissimo, anche se penso che dovrei stare a letto una settimana!” rispose lei, “Per favore, puoi chiamare Severus?”, Elisa annuì e chiamò il professore, poi andò dal medico per aiutarlo con la piccola.
Severus si chinò su Cate e la baciò con passione. “Come stai?” gli chiese,
“Benissimo!” rispose felice, e lo abbracciò.
Poi ricomparve Elisa con la bambina in braccio e la diede a Cate. Il medico e la levatrice decisero di dargli un po’ di privacy. Severus guardò ammirato sua figlia. “Ciao piccolina!” gli mormorò Cate, e la baciò sulla fronte, “Vedrai, ce la caveremo benissimo…”, poi si voltò verso Severus e gliela porse. Piton sbiancò: non aveva mai preso un braccio un bambino e la prese con cautela, come se temesse di romperla. Aveva gl’occhi lucidi: Elisa non l’aveva mai visto con un’espressione del genere, e ne fu alquanto sorpresa.
Il giorno dopo, nell’appartamento tutti fecero le congratulazioni ai neo-genitori. Erano venute anche Michelle e sua zia.
“Ehi, ragazzi, avete notato che somiglia a Piton?” fece notare Giacomo, Piton lo guardò con occhi stretti,
“Già, è vero, sono uguali!” confermò Giovanni,
“Speriamo che non sia vero” disse Severus, “La mia faccia ad una ragazzina starebbe malissimo”, e tutti risero,
“Allora, avete deciso che nome dargli?” chiese lo zio,
“Io veramente avrei pensato ad un nome per lei” disse Cate, “Pensavo di chiamarla Natalie, visto che è nata durante il periodo natalizio” e si voltò verso Piton, “Tu cosa ne dici?”,
“Natalie Piton” disse lui piano, “Mi piace, suona bene”,
“Allora, benvenuta, Natalie Piton!” disse lo zio guardando la piccola.
 
Dopo la nascita di Natalie, Cate cominciò a rimettere in sesto il negozio che aveva acquistato, nel quale aveva deciso di mettere su una pasticceria che vendeva principalmente cioccolato. Sarebbe stata pronta per Pasqua. I suoi cugini l’avevano verniciata e lei vi aveva appeso riproduzioni di quadri come La cioccolataia, un dipinto francese del 1743, e Macinatrice di cioccolato, di Marcel Duchamp.
Aveva disegnato alle pareti, e poi passato con il pennello, scene dello Schiaccianoci, oppure di Alice nel Paese delle Meraviglie mentre la bambina prendeva il tè con il Cappellaio Matto e il Coniglio.
I tavoli erano quadrati e piccoli, per due o al massimo quattro persone. Le stoviglie erano di porcellana.
Una sera, mentre preparava i dolci, Severus venne a trovarla. Non che fosse troppo allegro nel saperla al lavoro, dopo solo due mesi e mezzo che aveva la bambina, ma Cate aveva energia da vendere. A casa, la tata gli aveva detto che dopo aver allattato la bambina era andata in pasticceria. Entrò e quando stava per attraversare la porta sbatté contro a Cate che usciva con un vassoio di dolci, e gli cadde addosso il cioccolato fuso. Severus era cosparso da capo a piedi di cioccolato fuso, e sbraitò: “Dannazione…Cate…possibile che non guardi mai dove vai?”,
“Fino a prova contraria sei tu che mi sei venuto addosso!” sbottò pure lei, poi lo osservò e cominciò a ridere, cosa che lo fece irritare, “Tutto coperto di cioccolato sei…” e prese un po’ di cioccolato dalla sua guancia con un dito, e lo succhiò, “veramente molto dolce…” e continuò a ridere. Piton, per tutta risposta, prese la ciotola di cioccolato fuso, dove ne era rimasta ancora un bel po’, e gliela versò addosso. Cate rispose subito lanciandogli contro i cioccolatini caduti a terra, e rimasero per terra a fare la loro battaglia di cioccolato.
Aldo, Giovanni e Giacomo erano rimasti dietro la vetrata della pasticceria, ad osservare la scena. Come diavolo sarebbero riusciti a fare i genitori se erano ancora due ragazzini?
Tornati a casa, si fecero la doccia, quando Piton uscì entrò Cate. Nel frattempo lui ne approfittò per guardare la bambina. Ora stava dormendo, ma gli piaceva restare a guardarla, sentirla respirare lo rassicurava. Poi uscì anche Cate dal bagno ed andò in cucina a prendere il cibo da portar via che avevano preso in un ristorante spagnolo. C’era la paella (Cate aveva preso quella vegetariana), vitello in salsa di mandorle, di cui Cate prese solo la salsa per il seitan, e per dessert un crème caramel all’arancia. Erano seduti l’uno di fronte all’altra, lui sulla sedia e lei sul letto. “Sei sicura che puoi mangiare questa roba?” chiese Piton, preoccupato per il latte che avrebbe dato la bimba,
“Non preoccuparti” disse semplicemente, “Come mai sei tornato a casa?”,
“Volevo vedere come andava in negozio, non vorrei che ti stancassi…”,
“Niente paura: mi aiutano la tata e lo zio ha assunto diversa gente per aiutarmi”,
“E Natalie?”,
“Natalie sta benissimo…ora che i lavori sono finiti e le pareti asciutte, la porto tranquillamente con me, l’allatto anche lì!”,
“E quando sei impegnata in cucina?”,
“Tranquillo, c’è la tata che la guarda…e poi, scusa, se non ti fidi a lasciarla con la tata, tienila tu a Hogwarts!”,
“Sei matta? Non posso tenere la bambina in un laboratorio di pozioni, si sentirebbe male, e poi non ho mai detto che non mi fido della tata!”,
“Bene, allora stai tranquillo!”.
Mentre finivano il dolce, Cate osservò Severus. Erano tutti e due ancora in accappatoio. “Sai, sono andata dalla ginecologa, e lei mi ha detto che è passato abbastanza tempo…”,
“Abbastanza tempo, per cosa?”,
Cate arrossì, “Lo sai!”.
Piton ora aveva capito perfettamente. Posò il piatto, e si avvicinò a Cate, e le si mise sopra facendola sdraiare. La baciò con passione e le tolse lentamente l’accappatoio. Dopo aver avuto la bimba era ancora più morbida e soda di come se la ricordava prima. Cate, dal canto suo, si sentiva in paradiso, non facevano l’amore da tanto tempo.

Dopo, Cate si rialzò per prendere il dolce che lui aveva lasciato. “Ne vuoi ancora?” chiese lei,
“No” gli rispose lui, “Prendilo pure, se ti va”, lei si sedette sul bordo del letto finendo il dolce, “Quando ci sarà l’inaugurazione?”,
“La domenica di Pasqua, dopo che tutti usciranno dalla messa”.
E così fu. Dopo la messa molta gente venne all’inaugurazione della pasticceria. Oltre ai dolci, era stato allestito un piccolo buffet. Durante la festa Piton suonò il piano mentre Cate cantava. La festa durò fino a sera e per i giorni successivi la pasticceria andò benissimo.
Cate sapeva che questa felicità non sarebbe durata a lungo, ma per ora, non voleva pensarci, e occuparsi della famiglia e al suo lavoro.
  
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