L'enorme
villa occupava gran parte della grande collina. La natura, tutto era
verde, fiori estremamente curati - nemmeno uno appassito - e piante
perfettamente tagliate al punto giusto.. insomma, era tutto perfetto -
quasi -.
Harry
si chiedeva a cosa servisse avere una casa così enorme, solo per
due persone, che per di più erano sempre in viaggio..
Magari per far solamente invidia ai pochi vicini.
Ma sicuramente non sarebbe mai riuscito a comprendere suo padre fino in fondo.
Pagando
un taxi - vista la mancanza di automobili a sua disposizione - si era
fatto portare fino a casa di suo padre, voleva parlargli a quattrocchi,
e anche seriamente.
Con lo sguardo fisso sulla villa attraverso il finestrino, pensò alla "decisione" di Des Styles. Patetico.
Lo
sapeva benissimo che Harry non era il tipo di persona da cui prendersi
"un impegno" importante, un serio impegno e anche grosso, insomma,
bambini? Moglie?!?
Forse
i sigari che si fumava suo padre non andavano affatto bene, magari
avrebbe dovuto fare in modo che non li comprasse più, se questo
finiva per diventare l'effetto finale.
"Allora??! Hai intenzione di stare ancora qui per molto?!"
Girò lo sguardo verso il tassista, squadrandolo male, poteva sentire l'odore del suo fetido alito che sapeva di vino.
Pagò e scese dalla macchina il più in fretta possibile avviandosi verso il cancello.
Trovò il padre in giardino insieme a Isabelle, stavano parlando, ma proprio non gliene fotteva un cazzo.
"Papà"
Des, al richiamo del suo nome si girò, sapeva che suo figlio sarebbe venuto per poterne parlare dal vivo, a quattrocchi, da soli.
Des, al richiamo del suo nome si girò, sapeva che suo figlio sarebbe venuto per poterne parlare dal vivo, a quattrocchi, da soli.
"Harry,
che piacere averti qui" "Ma piacere un cazzo, devo parlarti.. e
subito!" "Figliolo, modera i termini con me!! Seguimi."
Lasciarono Isabelle in giardino da sola per addentrarsi all'interno della villa, precisamente in salotto.
Lasciarono Isabelle in giardino da sola per addentrarsi all'interno della villa, precisamente in salotto.
"Allora,
Harr.. " Venne interrotto "Allora niente! Come puoi farmi questo? Il
quarto di quei soldi, li ho guadagnati io impegnandomi, e tu.. tu cosa
fai? Me li togl.." "Ascol.." "No, ascoltami tu! Quei soldi, sono i
miei, MIEI! Non so come cavolo tu ti sia permesso di togliermeli! E poi
questa storia del darti un erede, Patetica".
Era scoppiato.
Harry,
nervoso, si tirò indietro alcune ciocche fastidiose. Il suo
respiro era irregolare.. continuava a pensare al gesto del padre.
Ma come si era permesso?!
"Hai finito di sfogarti?"
No, un secondo, lo stava prendendo pure in giro adesso? Stette zitto e aspetto che Des proseguisse.
"Non
sei in grado di prenderti un impegno Harold. Ogni volta da casa tua
escono ed entrano ragazze diverse! Non sono sicuro nemmeno se tu
riuscirai nemmeno a trovare una compagna.. Ti sto chiedendo di dare un
erede alla tua famiglia, e voglio che sia tu a darmelo, tu sei il mio
unico figlio maschio in famiglia, tu dovrai portare avanti il cognome
Styles, non Gemma!" Fece una pausa e proseguì "Se tu dovessi
prendere moglie e fare dei figli, cominceresti a capire cosa vorrebbe
dire 'prendere un impegno' e la smetteresti di far entrare ed uscire
delle puttane di cui nemmeno conosci il nome da casa tua, daresti
l'erede alla tua famiglia, il Lutus Corporation diventerebbe finalmente
tua e intanto eviteresti di infangarti il nome con delle sgualdrine da
quattro soldi, prima ancora di esser diventato un gran uomo"
Harry
rimase zitto, leggermente 'colpito' dal discorso del padre. Lui era il
suo unico figlio maschio, l'uomo di cui sarebbe dovuto esser orgoglioso.
Ma a quanto pare, Harry era diventato solamente una grande delusione.
Des
gli mise le mani sulle spalle e lo guardò dritto negli occhi..
lo sguardo amorevole di un padre verso il proprio figlio. "Veramente
Harold, ascoltami, tutto questo farebbe del bene anche a te, non
dovresti vederla nel modo negativo. Apri la mente"
Squillò
il telefono di casa. Styles Senior quando vide il numero che lo stava
chiamando, si giró subito di scatto verso suo figlio, come se
gli fosse venuta un'illuminazione.
"Oltre
al resto di questa faccenda, vorrei assegnarti un compito, un impegno"
Fece una piccola pausa "Dovrai organizzare la serata di beneficenza del
Lutus Corporation"
Sgranò gli occhi.
Cosa
doveva fare lui? Era sempre Gemma che si occupava di questo tipo di
eventi, perchè ora aveva scelto proprio lui? "Ehm.. papà,
non credo che sia una buon.." "Harold. Rispondi al telefono"
E con quest'ultima frase uscì dal salotto per dirigersi dalla sua "amata" Compagna.
Harry fisso il telefono squillare ancora per qualche istante, e poi si decise a rispondere.
"Pronto, sono Harry Styles, con chi parlo?" Eccellente come sempre
"Salve,
signor Styles, chiamo da parte dell'associazione di eventi di Ronald
Fritterburd. Per caso li ci sarebbe il signor Des Styles?" La voce
della ragazza dall'altra parte dell'apparecchio, era molto vellutata,
soave e dolce.
"Mio
padre ha lasciato a me l'incarico di organizzare la Serata di
Beneficenza" Un'immensa voglia di sentire ancora la voce della ragazza
si fece spazio in lui.
Ci fu qualche attimo di silenzio, poi la ragazza si decise a parlare nuovamente.
"Ah
d'accordo signor Styles, il mio nome è Elea Witterlen, e
saró la sua aiutante durante l'organizzazione dell'evento"