Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Lullaby1992    04/07/2015    2 recensioni
Una misteriosa donna, vestita con gli abiti della gendarmeria, arriva nell'ufficio di Erwin, citando una vecchio patto che ci sarebbe stato tra i due, e incitandolo a mantenere la parola data, pena, la sua vendetta.
Inoltre, tra lei, una bellissima e affascinante donna, di nome Astrid e il Capitano Levi sembra esserci una certa conoscenza, nonchè forse, vecchi rancori. è forse un amore andato a male, o solo incomprensioni dovute alla separazione delle scelte di vita?
I membri del corpo ricognitivo non conoscono per niente questo nuovo personaggio, eppure il capitano sembra conoscerla piuttosto bene. E il suo improvviso trasferimento dalla gendarmeria al corpo ricognitivo solleva alcuni sospetti, eppure il comandante sembra fidarsi di lei...
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Irvin Smith, Nuovo personaggio, Rivaille, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Astrid era una tipa con la testa dura, e voleva decisamente vendicarsi di quella bastarda che aveva ammazzato la squadra Levi.

Con le costole ancora fasciate, valutò di riuscire comunque a respirare bene. Le dolevano ancora un po' fare respiri profondi, ma si era vista in situazioni peggiori.

Chiuse la porta della stanza, infilò intimo e pantaloni. Prese le sue lunghe fasce, e con movimenti esperti, prese a fasciarsi il seno. Per quanto che si potesse dire, sulla femminilità a lavoro e tutte ste palle, era innegabile che essere uomo, per certi mestieri era un vantaggio.

Astrid si riteneva un tipo pratico, e c'erano state volte, poche ma erano capitate, in cui aveva odiato essere donna. Implicava avere meno forza, sebbene questo per lei era un caso un po' a parte in quelle cose. E tante volte il seno era ingombrante e fastidioso per certe manovre.

Aveva preso già anni addietro l'abitudine di fasciarlo stretto dentro le bende.

Forse la sua linea femminea, allo specchio ne risentiva, ma lei era più soddisfatta all'idea di avere maggiori possibilità di tornare a casa ancora viva.

Indossò il resto degli abiti e l'imbracatura, poi seguì di soppiatto la squadra che si preparava all'imboscata.

Nuovamente si ritrovarono coinvolti nello scontro con i due titani, impossibilitati a intervenire senza rischiare.

Però Astrid, vedendo l'esitazione di alcune truppe di stanza nella zona, prese in pungo la situazione.

Ehi, cagasotto senzafatiche! Datevi un mossa. Evacuate i civili, sgombrate l'area circostante! Mandate truppe ai cancelli, cercasse di fuggire, e supportate le squadre già in azione! Svelti!”

Il polso che dimostrò, fece smuovere la situazione, e finalmente anche truppe di gendarmeria si diedero da fare. In modo un po' caotico forse, ma era meglio di niente.

Fiancheggiò Mikasa, correndo in avanti, nella direzione che sembrava prendere lo scontro.

Merda uno spiazzo!” imprecò Astrid tra i denti.

Capitano ma lei...” disse incerta al ragazza.

In effetti aveva il respiro più corto del solito, e ora che si muoveva di fretta, le costole le davano fitte.

Non è il momento di pensare a dove dovrei essere. Diamoci da fare. A quanto pare la nostra amichetta vuole battere ritirata!” le dissi, senza smettere di correre.

Eren era in terra, KO. E Annie sembrava voler puntare dritto al muro. Forse voleva scalarlo.

Io e Mikasa ci mettemmo a correrle dietro. Io, per via delle costole doloranti rimasi un po' più indietro, ma ripensando a Petra, alla disperazione del padre quando aveva avuto la notizia, al suo viso sconvolto, ai sensi di colpa che mi colpivano l'animo vedendo il viso disperato del pover'uomo...

Strinsi i denti e continuai a correre.

Vuole scalare il muro!” gridò qualcuno mentre la titano aveva preso a piantare le mani nella roccia per ricavare dei buchi a cui aggrapparsi.

Fermiamola!” gridai a Mikasa.

Senza preoccuparmi per una volta di sprechi di gas, piantai i ganci nella schiena della titano e schizzai in su a tutta birra.

Lei con una mano si parò la collottola, però io me lo aspettavo.

Mikasa aveva puntato alla mano agganciata al muro. Io puntai a quella con cui si riparava la collottola.

Entrambe recidemmo le falangi del titano.

Ora Mikasa!” in qualche modo ci capimmo. Lei, più in alto sganciò i rampini dell'attrezzatura, io, usando lo slancio residuo, con una piroetta mi lanciai verso l'alto. La colpimmo entrambe con i piedi sulla fronte che teneva rivolta verso l'alto.

Cadi, Annie” disse Mikasa.

La titano, priva di falangi, perse l'equilibrio e cadde all'indietro, dove si affollavano già le truppe, con funi, cavi, armi e quant'altro.

Io avrei usato termini più coloriti. Ma ben fatto” disse Astrid a Mikasa.

Capitano si sente bene?” aveva il viso pallido e sudato.

Mi sentirò meglio quando mi daranno il permesso di piantarle una lama nelle budella per avere informazioni” rispose per poi prendere a calarsi giù dal muro con l'attrezzatura per raggiungere Annie.

Fu in quel momento, che lei notò che nel buco nel muro... c'era un titano!


In seguito le cose accaddero piuttosto caoticamente.

Astrid, come molti altri, diedero i numeri per via di Annie che si era ritirata in un cristallo all'apparenza ininfrangibile.

Ehi, stronza! Mi senti la dentro? Sappi che quando troverò il modo di spezzare sto schifo avrai la vita di un mezzo centinaio di uomini di cui rispondermi, e poi ci sono tutti gli altri!” le sibilò Astrid, prima che qualcuno della legione si accorgesse della sua presenza.

Forse uno dei sottoposti di Hanji, che con una certa eloquenza la rispedì senza troppi complimenti al quartier generale per riposarsi.

Hanji ebbe il suo bel daffare per chiuderei buchi nelle mura e per interrogare il pastore Nick, che era ovvio sapesse più di quello che diceva.

Erwin per giustificare ai piani alti le azioni della giornata.


Astrid invece si rimise a letto, controvoglia ma dolorante. “Dannata codarda...” brontolò tra sé e sé.

Davvero puoi dire di essere senza colpe?” chiese una voce.

Astrid sussultò.

Oh, Levi, non ti avevo sentito arrivare”

Sono io che dovrei dire 'non ti ho sentito uscire'. Dunque mi hai privato del piacere di poterti prendere per le orecchie e rimetterti a cuccia” rispose sedendosi sull'unica sedia nella stanza.

Brontolone”

Deficiente, hai le costole incrinate. Vuoi morire con un polmone bucato?”

Non sono messa così male. E come vedi sono ancora viva e... non riesco a dimenticare quell'uomo...” lui capì a chi mi riferivo.

Rimase un momento in silenzio e disse, con meno astio “Capisco, ma se muori anche tu, non servirà a nulla. E non sei la sola a essere arrabbiata per la morte di così tanti uomini. Erano la mia squadra”

Scusami”

Erano tutti bravi uomini” tradotto dal Levi/Italiano-Italiano/Levi, intendeva dire che gli voleva bene e anche lui si dispiaceva della loro dipartita.

Ma guardaci. Qua a brontolare. Ci manca solo una delle uscite democratiche di Farlan e qualche cazzata di Isabel per infiorettare il tutto” commentò Astrid, portandosi le mani dietro la testa.

Levi rimase in silenzio, pensoso.

Astrid lo guardò. Quanto gli era mancato!

Ne studiò i lineamenti. Non era cambiato poi tanto da come era tempo addietro. Però, si era fatto più.. uomo. I lineamenti affilati da ragazzino erano diventati più fermi e virili, e anche attraverso la divisa si poteva notare il fisico che sebbene slanciato, era muscoloso. Asciutto e pronto agli scatti.

Accidenti che seccatura. Era difficile nascondere le emozioni a qualcuno che ti conosce.

Levi strinse un pugno su un ginocchio.

Perché te ne sei andata?”

Cosa scusa?” cascò Astrid, stupita.

Quando tornavamo, sul carro. Hai detto 'Ho impiegato dieci anni per tornare da te, non potevo lasciarti morire ora'. Allora perché te ne andasti?” lo sguardo era fisso nel vuoto.

Oh. Non mi ricordavo di averlo detto”

Lo sospettavo” mi guardò. “Per quello te l'ho chiesto ora”

Astrid rimase in silenzio. Non sapendo bene cosa rispondere.

L'altro giorno ho parlato con Erwin. Le cose non mi quadravano, e mi sono reso conto che qualcosa non mi quadrava. Era stato lui a dirmi in passato di smetterla di cercarti. Ora si fida troppo di te, non poteva essere una coincidenza.

Quindi glie l'ho chiesto. Lui mi ha risposto 'è una storia che non ho in diritto di raccontare io. Dovrai chiederla a lei'. Ora parla. Voglio la verità, quindi evitami di doverti far assaggiare gli stivali”

Astrid rimase rigida, sorpresa, a fissarlo.

Poi di punto in bianco si mise a ridere, ci impiegò un lungo momento per smetterla, dove Levi non cambiò né posizione né espressione.

Cavolo LT. Non sei cambiato di una virgola, davvero. Stesso modo di fare, stesso modo di parlare. Sei dolce quanto una scartavetrata in queste cose. Ma, mi sento in dovere di ricordarti che nella lotta libera, sei sempre stato tu a mangiare i miei stivali”

Finalmente l'angolo della bocca di Levi si storse appena. “Sono passati gli anni, potrebbero essere cambiate, le cose”

Lo vedremo appena mi tornano a posto le costole. E a te il braccio” disse Astrid.

Molto bene. Ora non deviare il discorso però. Erwin mi ha anche detto che sei stata tu a chiedergli di non parlarmi della cosa. Voglio una risposta esaudiente anche di questo”

Perché sapevo che tu non l'avresti accettato, LT. E io non potevo permetterlo”

Il silenzio alleggiò un attimo pesante nella sala.

é un discorso lungo e dovrò partire da parecchio indietro ma...”

Scusate, piccioncini mi dispiace irrompere per una volta che vi stavate parlando senza piantarvi occhiate gelide, ma abbiamo una emergenza” interruppe Hanji.

Che succede?” chiese Levi.

Wall Rose è caduto. Dei titani si stanno muovendo verso Sina e...”

Levi era già in piedi, e anche Astrid si buttò giù dal letto.

Cosa dobbiamo fare?”

Tu devi...”

Un cavolo. Non me ne andrò con la coda tra le gambe in quella fogna di Sina senza prima staccare un paio di teste, quindi evitati parole inutili e dimmi cosa fare”

Lei mi fissò un momento, prima di sospirare.

Prendete l'attrezzatura, poi segui Levi e andate a prendere i vostri ordini”

Astrid le fece il saluto militare prima di andare a prendere la montagna di fibbie e cuoio da indossare.

  
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