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Autore: papavero radioattivo    04/07/2015    10 recensioni
DAL CAP. 1 «Teme…» lo chiamò picchiettando sul vetro con la punta dell’indice, «credo che Ramen abbia la febbre», ma l’altro non si scompose più di tanto, nemmeno si girò a guardarlo.
«Non credo che i pesci rossi abbiano la febbre» la voce di Sasuke era disinteressata e distante, così Naruto si alzò con il piccolo acquario e si diresse verso la porta chiusa della stanza accanto alla loro. «Shika, tu che sei intelligente e sai sempre tutto…» incominciò mentre il ragazzo, seduto davanti al computer, era intento a cliccare tasti in modo isterico con una concentrazione che di certo non aveva quando frequentava le lezioni. «Secondo te che cos’ha Ramen?» gli chiese, mostrandogli la boccia nella quale galleggiava il pesce, riverso a pancia in su
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!!! ATTENZIONE, la seguente storia contiene linguaggio volgare, scene forti e riferimenti sessuali dall'inizio alla fine. !!!
AU universitaria con gioie, dolori e perlopiù cavolate quotidiane. Per non creare troppo disordine, ambientata in una città dei giorni nostri del Giappone che prendere il nome di Konoha. Prevalentemente romantica ♥.
|| COPPIE CANON + NEJITEN; nuovi personaggi; non tiene in considerazione la morte di Neji e Itachi ||
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Team 10, Team 7, Team 8, Team Gai, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Neji/TenTen, Sai/Ino, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Temari
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Colla

colla: s.f. sostanza dotata di forte potere adesivo

ottenuta facendo bollire scarti animali

 

 

 

 

 

  I N T E R M E Z Z O 

capitolo ventidue

 

 

 

 

Tenten piegava i vestiti  seduta sul letto, infilandoli nella grossa valigia blu aperta sul letto.

Ino se ne stava stesa sul letto di Hinata, arricciando il naso ogni qual volta la ragazza estraeva dall’armadio dei maglioni o dei pile. «Povero Neji!» affermò sospirando, scuotendo il capo prima di incominciare a sfogliare una rivista, «Almeno porta il completo intimo che ti ho regalato» suggerì, ma alle orecchie di Tenten suonò più come un ordine.

«Andiamo in montagna, Ino» le rispose senza nemmeno guardarla, «Sai, la neve, il freddo…» continuò mentre riempiva il trolley, lei non era come Ino, non sarebbe morta ibernata per sembrare più sexy o carina.

A Neji piaceva il suo modo di fare un po’ maschio… anzi, semplice. Anche Hinata glielo aveva confessato. Farsi bella come un manichino di negozio per intimi non le sembrava davvero il caso.

«Ma farete sesso e ti scalderà Neji, quindi…» ribatté ammiccando da dietro il giornale, mentre Sakura si affacciava alla porta della stanza, dando il pretesto ad Ino per continuare a tormentare Tenten. «Diglielo anche tu, frontespaziosa» disse, posando la rivista sulle gambe, puntando gli occhi su Sakura, intenta a cercare qualcosa sulla scrivania.

«Dirle cosa? Che non trovo un dannatissimo evidenziatore per tutta la casa?» domandò retorica rovistando in uno dei cassetti, ed Ino sospirò. Era quasi certa che Hinata li avesse, ma mettere le mani nei suoi astucci non le sembrava il caso – anche se, in effetti, aveva appena aperto un cassetto di una stanza non sua senza chiedere il permesso a nessuno.

«Dirle che deve portarsi qualcosa di sexy, dato che saranno da soli» commentò la bionda mentre Tenten sospirava, sforzandosi di ignorarla.

«Portati qualcosa di sexy, e dei vestiti pesanti da metterci sopra, perché potresti prenderti un raffreddore, oppure potrebbero venirti dei geloni, o fare congestion―».

«Dottor Morte, hai finito?» strillò Ino interrompendola, mettendosi seduta di scatto, «Da quando studi medicina non fai altro che nominare qualche assurda malattia dal nome impronunciabile che ci ucciderà tutti!» affermò, tirandole contro il giornale.

Sakura si girò a guardarla, avvicinandosi al letto, «Senti, maialina» incominciò, le mani sui fianchi e la fronte corrugata, «Se malauguratamente dovessi ammalarti, non ti permettere di rompermi e chiedermi aiuto, perché io non te lo darò!» ribatté a pochi centimetri dal suo viso, e Tenten sorrise poggiando la valigia sul pavimento.

«Non mi mancheranno le vostre discussioni senza senso» ammise, lanciando il cuscino addosso ad Ino, sperando che Hinata tornasse dal suo appuntamento con Naruto prima che lei se ne andasse.

Non si sarebbe mai perdonata se non l’avesse salutata. Non che non volesse bene alle altre due, solo che Hinata sembrava essere la più normale in tutta la casa. Inoltre si erano avvicinate molto per la questione «Neji», dato che la ragazza parlava ben volentieri di suo cugino e, nonostante Tenten fosse sempre stata buona amica di Neji, quando si erano messi assieme le cose non erano sempre andate lisce.  E poi… beh, Tenten era sempre stata la preferita di Tempura, dopo la sua padrona. Se il letto di Hinata era occupato, la cuccia di riserva era proprio il suo materasso.

Tenten sorrise, stringendo tra le mani il maglione che decise di mettere per il viaggio del giorno dopo, ascoltando in sottofondo quelle due che discutevano. Era felice di andare via qualche giorno con Neji – una bella vacanza che sognava da tempo.

«Ha proprio la faccia da innamorata» commentò poi Ino, incrociando le braccia mentre entrava prepotentemente nei suoi pensieri, «A cosa stavi pensando, Tenten, eh?» disse maliziosa.

«A come ti avrei fatto rotolare giù dalla montagna se tu fossi venuta con noi» le rispose sorridendo, mettendo il maglione sulla sedia, chinandosi ad aggiustare i vestiti nella valigia per ottimizzare lo spazio. 

 

* * *

 

«Hinata sembrava felice di vederci andare via» commentò Neji, chiudendo i finestrini dell’auto mentre i primi fiocchi di neve iniziavano a colorare la strada di bianco.

Tenten sorrise, girandosi a  guardarlo, distogliendo la sua attenzione dal paesaggio, «Beh, dice sempre che ti meriti una vacanza» gli rispose, gesticolando con una mano, «In un modo o nell’altro viene a sapere del dramma che è il tuo appartamento» e sorrise, osservando la mascella di Neji serrarsi, come se il solo ricordo di quella topaia lo facesse stare male, «Siamo d’accordo entrambe che sei un santo» continuò, mantenendo le labbra inarcate, appoggiando la fronte sul finestrino freddo.

«Siamo quasi arrivati» borbottò lo Hyuuga, cambiando argomento. Staccò una mano dal volante per indicarle il cartello stradale, mostrandole la manciata di chilometri che li dividevano dal complesso di baite dove avrebbero alloggiato.

Tenten rise, tenendosi la pancia, «Cambi argomento perché ti dà fastidio essere adulato e dipinto come l’eroe della situazione, vero?» disse, punzecchiandolo.

«Siamo sempre in tempo a tornare indietro, Tenten» ribatté lui, accennando ad un sorriso prima di scuotere la testa e prestare nuovamente attenzione alla guida.

«Oh no, per carità!» e si sedette composta, schiarendosi la gola, «Mi sono già abituata all’idea di passare in santa pace i prossimi giorni, non mi faresti mai una cosa del genere!» continuò, molto più melodrammatica del solito, «E poi neanche tu vorresti tornare indietro» concluse, osservandolo con la coda dell’occhio.

«Allora posso lasciarti sul ciglio della strada e andare a dormire in baita».

«Non lo faresti mai» lo sfidò lei, «Lasciarmi al freddo, sotto la neve… un camionista potrebbe rapirmi!».

«Vivere con la Yamanaka ti fa male» ribatté, scuotendo la testa, «E non sono sicuro nemmeno dell’influenza che Sakura abbia su di te».

Ovviamente,  in tutto questo, Hinata non aveva contribuito alla demenza che stava inghiottendo Tenten.

La ragazza sorrise, osservando Neji continuare a guidare. Le piaceva sentirlo così… libero. Che parlava e scherzava come se nulla fosse, senza che avesse la fronte perennemente corrugata o il broncio perché tutti quelli che c’erano attorno a lui avevano almeno un motivo per essere uccisi dalle sue mani. Ogni tanto Neji sembrava così di cattivo umore che a Tenten non passava per la testa di chiedergli come fosse andata in facoltà o se gli andasse di pranzare con lei.

«Ino voleva convincermi a portare della biancheria sexy che mi ha regalato» commentò, come se le idiozie di Ino potessero essere un buon argomento per passare il tempo.

«E tu l’hai portata?» domandò Neji.

La sua reazione sconvolse Tenten e, per la prima volta, pensò che forse Ino aveva ragione. Forse a Neji sarebbe piaciuta. Arrossì di punto in bianco, coprendosi le guance con le mani. «Con il freddo che fa? Neanche morta!» e simulò una risata. Che diavolo le prendeva? Si sentiva come ubriaca. Doveva darsi una calmata.

«Sei più…» iniziò l’altro, fermandosi a cercare la parola giusta, «Esuberante del solito, Tenten» disse. Dalla sua voce non traspariva niente, anzi, sembrava anche piuttosto divertito, «Sei sicura che Ino non ti abbia avvelenato?» domandò poi con finta preoccupazione.

«Cos―? No!» rispose, dandogli una leggera pacca sulla spalla, «Sono… solo un po’ su di giri» e raccolse le ginocchia al petto, mettendosi a fissare fuori dal finestrino. Decisamente doveva darsi una calmata.

«I piedi dal sedile, Tenten» la ammonì Neji, allungando una mano ad afferrarle con dolcezza il polpaccio, accompagnandolo oltre il sedile, per farlo ricadere delicatamente a terra.

«Sei così noioso!» ribatté, scherzando. Gli ubbidì, aprendo un po’ il finestrino per respirare a pieni polmoni l’aria di montagna, cercando di darsi un contegno, «Era da un sacco che volevo andare in montagna» disse quasi sovrappensiero, cambiando argomento. Non voleva che quelle vacanze diventassero una specie di circo dove lei era lo spettacolo principale.

«C’è pace» disse l’altro, e in qualche modo Tenten sapeva che Neji avrebbe detto una cosa del genere. «Mi merito un po’ di pace, no?» chiese poi conferma, girandosi un momento verso la fidanzata.

Tenten sorrise, sfiorandogli la mano con la propria, «Dopo tutte le volte che ti è toccato fare la spesa perché quei geni dei tuoi coinquilini finiscono il cibo senza dirtelo, una po’ di pace è proprio quello che ti ci vuole» lo rassicurò.  

 

* * *

 

«Che meraviglia!» Tenten non riuscì a trattenersi. Sembrava una bambina il giorno di Natale. Non andava in montagna da una vita e, di certo, non riusciva a ricordarsi nemmeno quando ci fosse andata in pieno inverno. Mise i piedi per terra, sentendo gli stivali affondare nella neve soffice che le bagnava i jeans. Faceva talmente freddo che la pelle d’oca strusciava contro i vestiti e le faceva male – ma il paesaggio! Ripagava del viaggio e del freddo.

«È bellissimo!» disse a Neji, intendo a tirare fuori le giacche a vento dal baule. Osservò il ragazzo mettersi la propria e poi avvicinarsi a lei con la sua, aiutandola a vestirsi: un gesto più di affetto che altro. Neji non avrebbe mai messo in dubbio l’autonomia di Tenten.

«Ti piace?» domandò poi, ritornando davanti al bagagliaio per estrarre le due valigie, «Ci venivo sempre da bambino per le vacanze di Natale» mormorò, poggiando i due trolley sulla neve, «Hiashi è stato così gentile che portava pure me, assieme alle sue figlie» continuò, senza specificare a quale periodo della sua vita alludesse. Tenten sapeva. «Non è cambiato per niente, tutte le volte che venivo qui rimaneva sempre uguale» continuò, chiuse la portiera della macchina e infilò le chiavi in tasca, afferrando poi le maniglie dei trolley, «Andiamo?» chiese retorico, incamminandosi verso il vialetto di pietra libero dalla neve che portava alla reception.

Tenten trotterellò vicino a lui, afferrando la propria valigia in modo da potergli stringere la mano. Era davvero felice di essere arrivata a destinazione. Tutto quel bianco rendeva l’atmosfera molto più magica di quanto lei avesse mai potuto immaginare. Le foto che aveva cercato su internet non erano nemmeno lontanamente paragonabili a quello che vedeva con i propri occhi. Si girò a guardare Neji e, in mezzo a tutta quella neve, le sembrò ancora più bello. Nonostante lei fosse un po’ goffa nel camminare, lui la sorreggeva e, nel frattempo, si faceva strada in mezzo alla neve come se ci fosse sempre vissuto.

«Ci venite così spesso?» domandò curiosa.

«Di solito passiamo tutto dicembre qui…» spiegò, arrivando finalmente al sentiero libero dalla neve, «Qui vicino c’è un paesino con un piccolo tempio. Hiashi è molto legato alla tradizione e andavamo a festeggiare il capodanno lì, per sentire i rintocchi delle campane» continuò, sbattendo i piedi per terra per liberarsi dalla neve.

«Uno di quei villaggi sperduti in mezzo al nulla?» Tenten era entusiasta, «Dev’essere una figata!» constatò.

«Lo è» sorrise lui, «Gli abitanti lo addobbano per le feste ed è pieno di luci» continuò, stringendole affettuosamente la mano.

«Ah!» Tenten si bloccò un attimo sul vialetto, riprendendo poi a camminare, «Prima che me ne dimentichi… Hinata mi ha chiesto se potevamo salutarla quando arrivavamo. Vuole assicurarsi che sia andato tutto bene…» disse, quasi temendo la reazione di Neji ma, vedendolo annuire acconsentendo – anche con piacere, dovette ammettere – passò alla domanda successiva, «C’è il wi-fi? Così facciamo una videochiamata… se veniva pure lei penso le farebbe piacere rivedere il posto».

«Attenta alle scale» rispose, evitando completamente l’argomento. Se c’era una cosa che aveva imparato stando con Neji, era che chi tace acconsente.

 

* * *

 

Tenten abbandonò la valigia in un angolo e si tolse alla svelta la giacca, buttandosi sul letto. Le coperte morbide le accarezzavano il viso ed il caldo le scioglieva il gelo delle ossa, trascinandola lentamente in un senso di torpore che – se fosse dipeso da lei – avrebbe sfruttato per dormire quattro giorni di fila.

Sbadigliò, trascinandosi seduta tra gli svariati cuscini. Non aveva mai visto così tanti guanciali su un letto solo – nemmeno Ino e Hinata ne possedevano così tanti! Si accoccolò tra questi, afferrando il cellulare dalla tasca dei pantaloni.

«Chiamo Hinata!» informò Neji, che usciva dal bagno trascinando i piedi, gettandosi poi di fianco a lei sul letto. Era stanco – una stanchezza che partiva dall’inizio dell’università e finiva con il portare il trolley nella baita. Doveva recuperare mesi di calma e tranquillità e i suoi nervi desideravano ardentemente un momento di silenzio. «Dai, vieni qui…» gli disse poi, più dolce che riusciva, sfiorandogli i capelli sciolti e poi la spalla, mentre con l’altra mano iniziava a chiamare Hinata.

Il telefono squillò un paio di volte prima che dall’altra parte dello schermo apparisse la Hyuuga, sorridente come sempre. «Tenten! Siete arrivati!» Hinata sorrise, sullo sfondo era ben visibile la cucina e, in sottofondo, la pentola brontolava.

«Che cucini di buono?» le domandò, osservando con la coda dell’occhio Neji che si allungava sulla valigia per estrarre dalla tasca gli occhiali. Quanto le piaceva quando indossava gli occhiali!, ma quello se lo tenne per sé.

«Fagioli e altre cose…»  rispose, spostandosi un ciuffo di capelli, «Il viaggio è andato tutto bene? Avete avuto problemi con la strada? Ogni tanto ghiaccia…» continuò, con quel suo fare gentile e preoccupato che la caratterizzava. Tenten era davvero fortunata a vivere in stanza con lei… probabilmente non avrebbe sopportato di stare in stanza nemmeno con Sakura, anche se le voleva davvero bene.

«Tutto bene! Questo posto comunque è magnifico, dovevi parlarmene prima!» rise, appoggiandosi il telefono sulle ginocchia, assicurandosi che la telecamera interna centrasse lei. Preferiva che la vedesse mentre si slacciava i codini piuttosto che filmare i muri. Hinata ridacchiò e, mentre Tenten cercava di liberarsi i capelli dalle forcine, sentì le mani di Neji sfiorare le sue, aiutandola con l’acconciatura. «Puoi anche farti vedere, sai!» lo rimproverò la ragazza, girando il telefono per includerlo nell’obiettivo.

«Neji!» lo chiamò Hinata, trattenendo le risate. Aveva abbandonato i fornelli per sedersi al tavolo, in modo da dedicarsi totalmente alla videochiamata. «Come stai?» gli chiese, coprendosi il sorriso con una mano per evitare che il cugino vedesse quanto la sua aria trasandata la divertisse. Vedere Neji spettinato e con gli occhiali, indaffarato con mollette ed elastici le sembrava una visione talmente rara quanto comica.

«Tutto bene, Hinata» le rispose un po’ sottotono, «La strada era più faticosa del previsto…» continuò, tenendosi le mollette tra le labbra come se fosse una scusa per non parlare, pettinando i capelli di Tenten con le dita.

Da dietro le spalle di Hinata si sentì un urlo che fece sospirare Neji, il quale si alzò più veloce che mai e si diresse in bagno, con la scusa di dover mettere in ordine le forcine. Scampò appena in tempo all’uragano Yamanaka che, investendo Hinata e facendo ballare il telefono nella ferrea presa della Hyuuga, si intromise nella conversazione gridando.

«Voglio vedere la stanza!» disse, la guancia premeva contro quella di Hinata, «Tenten! Fai un sacco di foto, eh!» continuò, facendo l’occhiolino, «Fammi sapere anche com’è fare sesso in baita!».

«Ino!» dissero all’unisono Tenten e Hinata, la prima seria e la seconda un po’ più titubante, «Non ho intenzione di raccontarti un bel niente, considerati fortunata se mi abbasserò a farti le foto del posto!» sentenziò.

Appoggiato allo stipite della porta del bagno, Neji aspettava arricciandosi una ciocca di capelli attorno all’indice, sospirando spazientito. «Ragazze… devo andare ora» disse, cercando di essere gentile – soprattutto per rispetto ad Hinata, «Buon appetito e buona notte!» concluse e, subito dopo che Hinata alzò la mano in segno di saluto, chiuse la videochiamata, impedendo ad Ino di dire qualcos’altro di scandaloso.          

 

* * *

 

Le luci si riflettevano sulla neve ai bordi delle strade, conferendo ai cumuli di fiocchi di neve una sfumatura dorata, quasi preziosa. Da qualche parte, una piccola banda si esibiva in canzoncine di natale mentre l’odore di cannella e mele si diffondeva per le strade. Tenten si strinse al braccio di Neji, guardandosi attorno come una bambina mentre cercava di esplorare ogni singola bancarella.

«Non posso credere che a Hiashi Hyuuga piaccia venire in questo posto» commentò, quasi senza pensarci, «È così… semplice».

«Il fatto che sia a capo di una famiglia benestante non significa che viva nel lusso trecentosessantacinque giorni all’anno, Tenten» la ammonì lui, ma senza cattiveria. «Ha bisogno di staccare anche lui. Tutti abbiamo bisogno di un momento di pace» e si girò a guardarla, un sorriso sottile ad impreziosirgli il volto che, pallido com’era, sembrava fatto di neve.

«Non volevo offenderlo…» mormorò in tono di scuse.

«Non c’era niente da offendere, tranquilla» e la mano di Neji scivolò sul suo braccio, intrecciandosi a quella di lei, «Spesso lo definiscono un uomo cattivo e giudicano male Hinata e Hanabi… ma ho passato abbastanza tempo con lui per capire che non è così», gli occhi di Neji si soffermarono su qualcosa, come una stella lontana anni luce, che, da qualche parte, sembrava vegliare su di lui, «È solo molto severo».

Tenten sorrise, ricambiando la stretta, accarezzando il dorso guantato della mano di Neji con il pollice, «Sono sicura che voglia bene anche a te» gli disse, rassicurante. Dopo le diatribe che aveva avuto con Hinata e l’odio incondizionato che provava verso il ramo della famiglia di Hiashi, il fatto che fosse così pacifico e quasi amorevole nei confronti dello zio era un ottimo segno. Tenten sapeva cosa significasse sentire l’affetto genitoriale ma, soprattutto, cosa significasse vivere senza averlo. Neji si girò a guardarla e, nella luce gialla delle lanterne, le sembrò che anche lui fosse prezioso come quella neve.

«E anche io te ne voglio» continuò la ragazza, fermandosi senza un preciso motivo. Le sembrò la cosa più giusta da fare, in quel momento: con i piedi ben piantati a terra e gli occhi puntati in quelli di lui. Le piaceva il modo in cui Neji era forte, quella sua apatia che nascondeva un oceano di sentimenti. I suoi movimenti gentili. Non desiderò essere in nessun altro luogo se non quello ed insieme a lui.

«Lo so» rispose Neji, cogliendo tutto quel bene che lei gli prometteva, assieme a quell’amore che lei non aveva citato, ma che entrambi sentivano di provare.

Le alzò il mento con due dita, continuando a stringere l’altra mano, e le sorrise di nuovo, di quei sorrisi belli come il sole.

Si chinò a baciarla, e attorno a Tenten non esisteva nient’altro se non Neji e la neve.

 

 

 

 

 

Note d’autrici ; 

 

Alla fine siamo tornate!

Beh, che dire? Quest’intermezzo era programmato ancora prima che facessimo al nostra paura. Volevamo dare un po’ di spazio a Neji e Tenten che, in fin dei conti, sono stati quasi totalmente oscurati dalle altre coppie che si sono formate nel corso della prima parte. Sappiamo bene che questo intermezzo, così come il capitolo speciale, non possa piacere a tutti per la questione che si concentra su un’unica ship. Ma sappiamo che qualche persona che segue Colla desiderava vedere un po’ di dinamiche tra Neji e Tenten… e quindi eccoci qua.

Nonostante tutto, speriamo che sia piaciuto ;)

Ci scusiamo infinitamente per essere mancate e aver lasciato tutto in sospeso, ma cercheremo di essere puntuali con queste pubblicazioni (dato che continuiamo ad essere un po’ indietro nello stendere i capitoli…), in tutti i casi cercheremo di non fare più pause lunghe come quella di giugno. Dal prossimo capitolo, in tutti i casi, inizia la Seconda Parte di Colla e, come già annunciato, vedrà la partecipazione di Temari, Gaara e Kankuro /

Per il nostro ritorno abbiamo anche deciso di rinfrescare un po’ la grafica di Colla, dato che la precedente iniziava a dare un po’ di problemi. Speriamo che si veda regolarmente tutto (font compresi) *^*

 

Noi ci salutiamo e ringraziamo per tutti quelli che sono rimasti e ritorneranno per seguire Colla!

Dovremo pubblicare il nuovo capitolo sabato prossimo, salvo problematiche (considerata la nostra sfiga…), in tutti i casi, continuiamo ad aspettarvi su facebook! ;)

papavero radioattivo.





   
 
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