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Autore: sixi    17/01/2009    1 recensioni
un mangiamorte che tenta di scappare dal suo destino e un ragazzo che l'aiuta a conoscere le meraviglie del mondo esterno, una vita basata su un'eterna fuga, cosa succederà? (se vi ho incuriosito leggete la loro storia)
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XVI

Capitolo XVI

La Maschera del Sonno

 

Caro Zecks,

grazie mille per aver continuato a cercare informazioni… comunque, mi sono stancato di scrivere frasi senza senso aspettando che tu capisca il mio dolore, ormai sono stanco di fingere di stare bene, sono stanco di fingere che non sia successo niente, che il mio cuore non stia soffrendo, che io non sia attanagliato dai sensi di colpa… perché non posso vederla? Perché non posso andare nel castello dei Malfoy e uccidere Voldemort? Perché sono così debole? Perché? So che non puoi rispondermi e non mi aspetto una risposta che potrebbe risultare falsa… volevo solo dirti, volevo renderti partecipe del mio dolore… ti ricordi quella promessa che ho fatto a Miriam? Quella che non avrei mai più volato con una scopa, quanti anni sono passati da quel momento? 10? Sai che oggi ne ho vista una e quella maledetta promessa mi è tornata in mente e non ce l’ho fatta a infrangerla, sai perché? Perché  mi è venuta in mente Miriam e ho pensato che se l’avessi infranta proprio ora sarebbe stato come infangare la sua memoria… perdona questo mio sfogo. Dobbiamo incontrarci perché devo darvi tutte le informazioni che ho raccolto finora… a presto

Aliack

Da una lettera di Aliack

Data imprecisata

 

Chiuse la lettera e la diede al suo falco. Guardò l’orologio, le 11. Andò a dormire stremato da quella giornata: aveva spostato pacchi tutto il giorno e come se quello non fosse stato abbastanza aveva perso il suo ciondolo. Sapeva perfettamente che erano stati i gemelli a prenderlo pensando di fare del bene, in realtà avevano fatto un danno, ora non sapeva che fare, non aveva più niente da stringere in mano durante la notte, niente da stringere mentre pensava a Miriam… niente che la ricordasse. Si addormentò pensando a come recuperare quel ciondolo e lei.

Era in una camera buia, non vedeva niente, sentiva solo freddo, tanto freddo. Sentì un tintinnare di catene e si girò di scatto; vide una figura seduta a terra e intorno ad essa una macchia scura. Si avvicinò, ma non sentì i suoi passi sulla pietra, c’era qualcosa di strano, era come se lui non fosse in quel luogo.

- Aliack… perché  non sei qui? Voglio vederti, perché non arrivi, perché non mi aiuti?

- Miriam…

Vide la figura alzare lievemente il capo e intravide due occhi che si distinguevano nonostante il buio… quegli occhi, gli occhi di cui si era innamorato… gli occhi di Miriam.

Corse verso la figura, fece per prenderla, ma la sua mano attraversò quel corpo… perché riusciva a vederla, ma non a toccarla?

- Perché sei qui?

- Con chi stai parlando, Miriam?

Riconobbe quella voce istantaneamente, quell’odiosa voce che gli aveva portato via la sua amata, la voce dell’uomo che aveva fatto soffrire per tutto quel tempo la sua amata, la voce di Voldemort.

- Con chi dovrei parlare? Con i topi?

Quella spavalderia, nonostante le sue condizioni critiche riusciva ancora a resistere e lo faceva perché voleva rivederlo, lo sapeva, aveva sentito la sua voce, ne era sicuro.

- Hai cambiato idea?

- No.

Lo vide andarsene e dei Dissennatori comparvero dietro di lui. Com’era possibile che non l’avesse visto? Eppure era davanti a Miriam, perché non lo vedeva? Non era invisibile, ne era sicuro, dopotutto lei poteva vederlo, lo sapeva.

- Aliack, perché non ti ha visto? Che sta succedendo?

- Non lo so… senti i miei pensieri?

- Se stai pensando che ti sono mancata, allora sì. Tu senti i miei?

- Miriam… stavi pensando a me?

- Penso a te ogni singolo istante della mia vita.

Sorrise, era lei, la sua Miriam, la sua psiche era ancora intatta. Vide i Dissennatori avvicinarsi e sentì Miriam tremare.

- Che sta succedendo?

- Stanno prendendo la mia felicità… ma ora che sei qui non ho più paura di ciò che potrebbe accadere.

- Miriam, ti amo.

La vide fissarlo sbalordita, e poi, quegli occhi umidi per la gioia, finalmente l’aveva resa felice. Guardò i Dissennatori e li vide indietreggiare spaventati, l’aveva aiutata, ora doveva solo capire cos’era successo, doveva capire come aiutarla ancora.

- Miriam, per te cos’è successo?

- Mi stavi pensando?

- Sì.

- Ti sei addormentato?

- Penso di sì, perché?

- Hai utilizzato inconsciamente un incantesimo: la Maschera del Sonno.

- Cioè?

- Si realizza in due: entrambi devono pensare all’altro, uno deve addormentarsi, mentre l’altro deve avere la mente lucida e continuare a pensare, l’anima di quello che dorme va nel luogo dove si trova l’altro e nessun altro può vederlo.

Voleva dire qualcosa, ma sentì una strana sensazione e subito dopo vide l’immagine di Miriam scomparire.

- L’effetto della maschera sta finendo.

- No! Miriam!

- Aliack, ti amo.

Si svegliò di colpo e rimase immobile per ragionare su ciò che era successo, era sicuro di non aver sognato, era sicuro che tutto fosse successo realmente. Si rigirò nel letto intenzionato ad utilizzare di nuovo quell’incantesimo, doveva addormentarsi, doveva tornare da lei, doveva farlo.

I gemelli Weasley entrarono nella camera verso le 6 del mattino, presero un secchio d’acqua ghiacciata e lo buttarono addosso al loro “servetto”. Aliack si svegliò di colpo e li fissò in cagnesco.

- Ben svegliato, forza, devi spostare le nuove consegne in magazzino.

- Arrivo.

Li fissò attentamente mentre se ne andavano e vide una piccola foglia d’argento uscire dalla tasca di George.

- Accio Medaglione.

La collana uscì dalla tasca senza che il rosso se ne accorgesse e tornò nelle mani del suo padrone; aprì l’ametista e osservò la foto di Miriam… alla fine non era riuscito ad utilizzare quell’incantesimo, ma sapeva perfettamente che prima o poi ce l’avrebbe fatta.

Si preparò velocemente e scese le scale arrivando direttamente in negozio. Aveva deciso di affittare l’appartamento lì sopra perché aveva scoperto che Diagon Alley era uno dei punti di ritrovo preferiti dai mangiamorte e dalla sua finestra poteva vedere e sentire tutto senza problemi.

Salutò i gemelli con una cordialità fittizia e andò sul retro del locale per sistemare gli scatoloni; casualmente gli cadde l’occhio sulla finestra e vide una testa biondo pallida che correva: Draco Malfoy. Creò un clone magico e divenne invisibile al fine d’inseguire Malfoy, sembrava agitato e quello non lo convinceva.

Lo vide entrare nel negozio di bacchette, che cosa aveva da fare di così urgente lì dentro? Sicuramente non era andato per prendere una nuova bacchetta, la sua funzionava perfettamente, c’era qualcosa di più e il suo sesto senso gli diceva che c’entrava con Voldemort. Entrò anche lui, sentì Malfoy parlare con il proprietario del negozio a qualche metro da lui; si fermò e rimase in ascolto da dietro uno scaffale.

- Hai capito?

Maledizione, era entrato troppo tardi.

- Vedrò cosa posso fare, ma, come le ho già detto, non ho niente di simile nel mio negozio

- Non sono io che te lo ordino, ma lui!

Sentì il rumore di una veste, che stava succedendo? Si sporse dallo scaffale e vide Malfoy mostrare il braccio… il Marchio Nero. A quanto pare anche lui era diventato un servitore di Voldemort, in realtà non lo stupiva molto, era scontato che prima o poi sarebbe accaduto.

Vide Draco muoversi verso la porta e capì che stava per uscire, così lo precedette tornando verso il negozio dei gemelli. Entrò dal retro e vide: un disastro. Il suo clone aveva buttato giù tutti gli scatoloni e stava anche per rompere un importantissimo vaso in porcellana, regalo di Silente in persona.

- No!

Dissolse il clone e si lanciò per recuperare il vaso, fortunatamente lo prese, lo rimise a posto e utilizzò la magia per sistemare ogni scatola.

- Che succede? – chiese Fred irrompendo nel magazzino proprio quando l’ultimo scatolone si era appena messo a posto.

- Niente, perché?

- Ti ho sentito urlare… sarà stata un’impressione.

- Già, lo penso anch’io.

- Vedo che hai finito. – affermò il rosso guardandosi intorno.

- Sì… - brutto segno, se lo sentiva, quel ghigno stampato in faccia era un bruttissimo segno.

- Bene, allora puoi farmi da cavia per i miei nuovi scherzi.

Lo sapeva, peggio di così non poteva andare… l’ultima volta che aveva fatto da cavia aveva mangiato brodaglia per una settimana perché aveva perso tutti i denti.

- Arrivo.

Fred se ne andò e lui prese il ciondolo, ma non lo aprì come faceva sempre, si limitò solo a guardare l’ametista per ricordare il colore degli occhi di Miriam, gli venne in mente la notte precedente, quando aveva mostrato la sua spavalderia, quella sicurezza che gli aveva di nuovo dato il coraggio di andare avanti.

- Aliack, ti sbrighi?

- Arrivo arrivo.

 Nascose la collana e si promise che avrebbe cercato ulteriori informazioni su quell’incantesimo, sulla Maschera del Sonno.

 

mi scuso per il ritardo ma ho avuto dei problemi con il computer (qualcuno ha deciso di cancelare tutti i miei file -.-") cmq da ora la storia si concentrerà sulla figura di fred ^^
  
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