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Autore: Tony Stark    05/07/2015    2 recensioni
Solo tre anni sono passati da quand Chris Redfield è stato fermato, ma una società che sembra apparsa dal nulla lo risveglia dal suo sonno. La battaglia ricomincia...
[[Attenzione!! Per capire questo racconto dovrete aver già letto You are Infected 2: Il ritorno dell'Incubo]]
Genere: Angst, Dark, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Chris Redfield, Claire Redfield, Nuovo Personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'You are Infected Series'
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                       You are Infected 3: La fine di un Incubo

                        Capitolo 9: Orrori mai dimenticati (Germania, Berlino)

Conosciuta da tutti per gli orrori dalla
mia gente perpetrati e per il muro che
m'ha diviso a metà.  Nessuno ricorda
che non sempre così siam stati.
 
- Livello Underground 8, Alloggio personale del Drago, Quartier Generale dei Τεκνα Δραγοντοσ, Canile abbandonato, Pressi di New York (Una settimana prima dell’attacco)
 
Vincent si era diretto nell’alloggio del Drago esattamente come Victor gli aveva detto. Sperava solo che il Drago fosse così misericordioso come Victor diceva.
 
Quando Greg aveva aperto la porta, Vincent aveva avuto la certezza che Victor lo volesse morto. Ma preferiva la morte per mano del Drago che non per mano di Victor.
 
Una volta che egli fu entrato, Greg chiuse la porta alle sue spalle. Il Drago lo raggiunse in un attimo.
 
Vincent non lo aveva mai visto e ne fu terrorizzato nonostante il suo aspetto perfetto, i suoi occhi erano pieni di rabbia, di crudeltà e di odio. L’agente non poté sopportare il suo sguardo ancora a lungo.
 
<< T-Ti supplico non uccidermi >> supplicò Vincent, con un tono di voce che non riconobbe come suo.
 
<< E perché mai dovrei lasciarti vivo? >> chiese sarcastico il Drago.
 
<< Victor mi ha obbligato a venire nel tuo alloggio, o mi avrebbe torturato >> rispose, probabilmente Victor aveva qualche telecamera lì e lo aveva sentito… ma tanto sarebbe morto fra qualche minuto non gli importava più di tanto.
 
Chris si allontanò,
 
<< Victor ti ha obbligato? >> chiese
 
<< Sì, lui… lui ha scoperto che mi ero alleato con la Swarm >> gli rispose, stupito dalla curiosità del Drago pensava che lo avrebbe ucciso senza parlare
 
<< La Swarm…? Loro vogliono distruggere i Figli del Drago, giusto? >>gli domandò
 
<< Sì, in un certo senso. Sì, credo che si possa considerare che il loro scopo è distruggerci >> rispose Vincent. Il Tyrant ridacchiò e lasciò Vincent terrorizzato di fronte alla porta del suo alloggio.
 
Victor li lasciò soli per ore, aspettando che il Tyrant divorasse Vincent.
 
<< Victor è molto sicuro che io ti ucciderò… o non ti avrebbe lasciato qui, non credi? >>; Era strano il fatto che Chris si stesse dimostrando così umano, ma quel ragazzo voleva distruggere i Figli del Drago quindi erano dalla stessa parte
 
<< Sì, penso che sia questo il motivo, Drago >> rispose Vincent, che si era calmato al rimanere in presenza di Chris.
 
<< Chris, chiamami Chris. Odio essere chiamato in quel modo, solo Victor non è ancora riuscito a capirlo >>disse il Tyrant.
 
Passò altro tempo, prima che il Tyrant si annoiasse. Di solito Victor lo aveva già mandato in missione a questo punto.
 
Vincent si era abituato a rimanere nell’alloggio di Chris, era abbastanza amichevole… quando non voleva ucciderti. Ed in più per una qualche strana ragione gli faceva meno paura il Tyrant che non Victor.
 
Quando Chris si avvicinò a lui, però, Vincent si preoccupò, fin ora nessuno dei due aveva invaso lo spazio personale dell’altro… così da evitare possibili istigazioni ad uccidere… soprattutto per Chris.
 
<< Forse potremmo fare qualcosa per divertirci >> disse, Vincent non notò la piccola inflessione maliziosa nel tono del Tyrant e pensò che egli volesse ucciderlo, anche se non sapeva di non aver sbagliato per nulla.
 
-Appartamento di Leon e Claire, Fisson Street, Racoon City
 
Claire stava ricontrollando le registrazioni sia audio che video, cercando di capire se le parole di Chris fossero reali. Se quello fosse davvero suo fratello o se fosse l’ennesimo inganno di quel mostro in cui il virus l’aveva trasformato.
 
E più sentiva quelle parole cariche di rimorso, più si convinceva che quello potesse essere solo suo fratello, quel mostro non poteva essere in grado di fingere una tale umanità. E poi quella registrazione di sicurezza confermava solo ciò che pensava, quello poteva essere solo Chris.
 
Claire sorrise, l’avrebbe salvato… sì, e niente li avrebbe più separati.
 
-Livello Underground 8, Alloggio personale del Drago, Quartier Generale dei Τεκνα Δραγοντοσ, Canile abbandonato, Pressi di New York (Quattro giorni prima dell’attacco)
 
Quando le labbra del Tyrant si poggiarono sulle sue, Vincent si paralizzò confuso.
 
Stava quasi per cedere al Tyrant, quando sentì qualcosa stringerglisi attorno alla gola. Chris fissò il suo sguardo rosso e crudele in quello dell’agente, mentre stringeva le mani attorno al suo collo. Gli artigli che premevano contro la pelle.
 
<< Non è nulla di personale… sta volta. Ma vedi, mi sto annoiando >> gli disse.
 
Bloccò Vincent contro la parete, allentò la morsa sul collo dell’agente per poi colpirlo al petto con una mano, gli artigli gli affondarono nel petto. L’agente urlò,
 
<< Avanti, Vince. Non ho ancora fatto nulla, ci sono persone che hanno resistito a più di questo >> sibilò il Tyrant << Questo non è niente rispetto a quello che so fare >> continuò. Rimase fermo un attimo. E poi tirò via la mano, lasciando cinque segni circolari sul petto dell’agente.
 
I tentacoli di Chris si avvolsero attorno alle braccia di Vincent, stringendo tutti contemporaneamente. Vincent resistette fino a che la pressione non divenne insopportabile.
 
<< Supplicami. Supplicami di lasciarti andare. >> sussurrò Chris al suo orecchio. << Avanti, pregami. E io ti lascerò andare, lo prometto >> il Tyrant sorrise dopo aver pronunciato quelle due parole, il suo sorriso era più uno strano sorrisetto sarcastico.
 
Vincent pensò che se Victor lo aveva mandato a morire per mano del Tyrant, lui avrebbe fatto in modo che il Tyrant dovesse fare di meglio per ottenere una sua supplica. Victor aveva fatto di peggio, a tutti loro.
 
Quando Chris vide che l’agente non cominciava a supplicarlo, a pregarlo per continuare a vivere s’irritò. Doveva star già tentando di tutto per salvarsi, invece tutto quello che era riuscito a ricavare per ora era un solo urlo.
 
Voleva dire che si sarebbe impegnato di più. Liberò le braccia di Vincent dalla presa dei tentacoli mentre contemporaneamente lasciava anche la presa sul suo collo.  Vincent non reagì alla libertà riacquisita. Chris portò le mani verso i polsi dell’agente e con un rapido strattone gli dislocò entrambe le spalle. L’agente spalancò la bocca in un urlo che non arrivò mai.
 
Nonostante il dolore e l’istinto, aveva ancora abbastanza autocontrollo. Si sarebbe congratulato con lui se questo non lo facesse infuriare tanto.
 
Il Tyrant morse Vincent sul collo, l’agente tentò di non urlare. Ci riuscì ma a stento, quando Chris tirò indietro la testa strappando una parte del muscolo, Vincent urlò. Anche se non supplicò il Tyrant.
 
La furia di Chris aumentava, man mano che continuava a torturarlo, senza riuscire a strappargli delle suppliche. Tanto la sua furia aumentò che uccise l’agente senza riuscire a farlo supplicare.
 
Chris si calmò, dopo che il corpo dell’agente rimase esanime fra le sue mani. Le mani e il viso del Tyrant erano macchiati di sangue. Il sorriso che si dipinse sulle sue labbra fu terrificante.
 
Il Tyrant però non aveva ancora finito, lo aveva ucciso, ma sarebbe stato un peccato sprecare tutta quella carne.
 
<< Sai Vincent, il viola ti dona… o forse dovrei dire ti donava >> disse ridacchiando. Mentre osservava il risultato della sua “intensa” sessione di tortura.
 
Non c’era un punto della pelle dell’agente doppiogiochista che non si era tinto di un tenue viola, non vi era un punto che Chris non avesse colpito.
 
Gli levò del tutto la divisa, non era così disperato da divorarlo con tutti i vestiti. E cominciò a divorarlo, anche se si muoveva con lentezza, la stessa lentezza di un predatore sicuro di potersi godere il proprio pasto.
 
Victor guardò tutto dal suo ufficio e nel vedere la fine di Vincent, rise crudele. Credeva davvero che lo avrebbe perdonato dopo un affronto di una tale portata?
 
Tsk, con chi credeva di avere a che fare quell’idiota? Ora che ci pensava anche la Swarm, gliel’avrebbe pagata. Sì, loro avevano pensato di poter distruggere i Figli del Drago, facendo infiltrare uno dei loro uomini? Il Drago avrebbe mostrato loro qual era la punizione per questo.
 
-Racoon City
 
Da quando l’head quarters della G.A.A.B. era stato distrutto, il ruolo era stato affidato a Racoon City. Poiché già quattro componenti dei Primi Tredici si trovavano lì.
 
Era difficile per la piccola filiale del Colorado occuparsi di tutto quello. Di coordinare tutte le altre filiali.
 
E di continuare a nascondere quanto la G.A.A.B. fosse sul punto di crollare. I Figli del Drago avevano cominciato con attacchi alle grandi filiali, ma i bioterroristi ne avevano approfittato per attaccare anche le sub-filiali nel momento in cui esse erano più fragili.
 
La G.A.A.B. stava crollando e nessuno pareva riuscire ad impedire quest’inevitabile declino.
 
Claire Redfield era, nel mentre, riuscita a convincere Lawrence ad affidarle il compito di trovare il covo dei Figli del Drago. L’unica condizione che aveva posto era che se avessero trovato Chris, lei avrebbe avuto la possibilità di provare a far ragionare suo fratello.
 
-Berlino, Germania(Oggi)
 
Chris attendeva il segnale. Il quartier generale tedesco non era di grandi dimensioni, era un edificio piccolo. Ma pareva un edificio moderno dotato di sistemi all’avanguardia.
 
Victor non avrebbe atteso molto o almeno Chris lo sperava. Si stava stancando ad aspettare.
 
Tutte le filiali avevano ricevuto l’ordine di essere pronte per un attacco dei Figli del Drago, poiché sapevano già che l’enigma non sarebbe stato risolto in tempo. Ma così avrebbero avuto più possibilità di difendersi.
 
-Appartamento di Leon e Claire, Fisson Street, Raccoon City
 
Mentre la luce del sole illuminava Berlino, quella della Luna illuminava Raccoon City. Nonostante il fatto che Claire volesse essere presente per la risoluzione dell’enigma. Era stata, quasi praticamente, obbligata a tornare al suo appartamento poiché aveva lavorato per quasi tre giorni no-stop.
 
Infatti nonostante i mille pensieri che le affollavano la mente, Claire si addormentò vinta dalla stanchezza.
 
Era nel laboratorio di Birkin, non sapeva come ci fosse arrivata. Né perché non era armata.
 
Era nella zona ovest del laboratorio di fronte alle doppie porte blindate della stanza sottozero.
 
Poi sentì un rumore, seguito un grido, che risuonò nel corridoio. Proveniva dalla sala del generatore centrale.
 
Anche se non era armata, si diresse verso la sala del generatore. E vide suo fratello che con i tentacoli aveva afferrato qualcuno. Lo riconobbe…
 
<< Bene, bene… Ciao piccola Claire >> disse suo fratello col suo solito tono sarcastico-ironico << Sei arrivata appena in tempo per lo spettacolo, non è così Leon? >> disse poi
 
<< Lascialo! >> gridò lei
 
<< E perché dovrei ascoltarti, anzi… ho un bel regalo per il tuo caro maritino… Claire. Consideratelo il mio regalo di nozze, anche se un po’ in ritardo >>; Fra le mani artigliate stringeva una siringa contenente un liquido violaceo.
 
Leon tentava di divincolarsi dalla presa dei tentacoli di Chris, mentre lei guardava sconvolta la scena senza riuscire più a muoversi.
 
Ed ecco che Chris iniettava quella sostanza in Leon, prima di scagliarlo contro il generatore che si trovava al centro della sala.
 
Chris rimase per un momento deluso dalla nulla reazione di Leon.
 
<< Le ferite non sono ancora abbastanza gravi >> constatò. Prima di scagliarsi contro la sua preda. Leon riuscì ad evitare la carica del Tyrant ma non riuscì ad evitare i suoi tentacoli.
 
Chris sorrise, quando riuscì a percepire il virus attivarsi.
 
<< Bene. Allora vi lascio soli >> disse, prima di sparire. Come fumo.
 
Non riusciva ancora a muoversi, quando udì un grido che si faceva sempre più ferino, sempre più mostruoso provenire dal punto in cui si trovava Leon.
 
Sentì un suono simile ad uno schiocco di frusta, poi lo vide…
 
Leon… quello che era Leon, il suo aspetto era ancora umano se non fosse per gli artigli e il braccio sinistro che si era ingrandito in modo sproporzionato rispetto al resto. Gli occhi erano diventati del tutto rossi senza né sclera, né pupilla.
 
Lei fissò sconvolta quello che era stato suo marito, ancora una volta provò a muoversi senza però riuscirci. I suoi occhi erano puntati verso Leon…verso la creatura che era diventato.
 
Un occhio si aprì nel bicipite sinistro, spostando i fasci muscolari come fossero palpebre con un rumore umido e viscido che durò poco più di qualche secondo. La pupilla nera grande come un piatto si puntò verso di lei, contraendosi come se la stesse mettendo sotto mira.
 
E il mostro ruggì, cominciando a correre verso di lei che in quell’istante si rese conto di potersi muovere di nuovo.
 
Lei si chiuse la porta della West Area, contrassegnata da un luminoso neon rosso, alle spalle. Sperando che la blindatura resistesse al mostro, ma non appena ella si allontanò di poco dalla porta. La creatura dilaniò il metallo blindato con i suoi grandi artigli.
 
Corse, lei, fino ad entrare nella stanza sottozero… sperando che il mostro non la seguisse lì. Ma la creatura lo fece.
 
Era disarmata, ma notò dei tubi che trasportavano azoto liquido che percorrevano le pareti, se avesse fatto colpire alla creatura le tubature, quella si sarebbe danneggiata da sola.
 
Il viso di Leon, anche se vuoto delle sue espressioni, del sorriso che le riservava, la fissava con lo sguardo di un predatore affamato. Il grande occhio rossastro la fissò per un altro paio di minuti prima di sparire di nuovo fra i fasci muscolari. La stanza era troppo fredda per permettergli di rimanere a fissarla troppo a lungo
 
La creatura corse verso di lei che riuscì ad evitarla appena in tempo, facendole anche colpire una delle tubature d’azoto. Lo sbuffo di gas freddissimo investì il mostro, soprattutto al braccio sinistro. La pelle rossastra si coprì, all’apparenza, di una sottile patina ghiacciata. Ma non appena il mostro si mosse verso di lei tentando di colpirla nuovamente.
 
La parte congelata del muscolo si crepò, frantumandosi in centinaia di pezzi. Ma la ferita così ottenuta si rimarginò in fretta. Claire vide i sottili filamenti muscolari riallacciarsi, fino a riformare il muscolo. In poco più di qualche minuto.
 
Il mostro ruggì di nuovo, mentre il grande occhio tornava a fissarla. La grande pupilla che si agitava come frenetica. Tentando di inquadrarla nuovamente, nonostante la nebbia ghiacciata che nascondeva ogni cosa.
 
Era la sua possibilità di evitare di battersi contro Leon, adesso che la creatura non riusciva a vederla con nessuno dei suoi occhi.
 
Nel momento in cui era sicura di sfuggire al mostro, scivolò sulla patina di ghiaccio che ricopriva il pavimento. Il mostro fissò i suoi occhi su di lei, nel momento in cui ella trovò una magnum, carica e funzionante, o almeno sperava che lo fosse. Si alzò e puntò l’arma contro il grosso occhio, premette il grilletto una, due, tre volte senza che accadesse nulla. Il ghiaccio aveva danneggiato il sistema d’innesco del tamburo.
 
<< Leon, sono io Claire. Ti supplico fermati! >> lo supplicò lei, ma il mostro non si fermava l’ultima cosa che vide fu l’artigliata letale che si avvicinava ed un lampo rossastro “. Claire si sveglio di scatto, il respiro accelerato, così come il battito, le pupille dilatate.  Sentì il suono della serratura che scattava, tentò di calmarsi dicendosi che era Leon ma per una qualche ragione quel pensiero la spaventò più di ogni altra cosa.
 
-Berlino, Germania
 
Gli parve di star aspettando da ore, quando finalmente, il segnale arrivò. Entrò nel quartier generale berlinese.
 
Venne “accolto” da una decina di uomini armati, che gli puntavano i fucili contro. Era il momento di cominciare il suo gioco allora.
 
Aveva un nuovo, piccolo, mostriciattolo che voleva mostrare agli agenti… sicuramente non sarà una sorpresa piacevole per loro.
 
Quasi avesse sentito i pensieri del Tyrant, un qualcosa si mosse sulle sue spalle. Era, all’apparenza, un ragno grande quanto un piccolo gatto. Le lunghe zampe articolate erano di un chiaro beige così come il corpo, anche se sul corpo si trovavano lievi chiazze più scure.
 
Questa creaturina era il Ne-Beta, un parassita sviluppato otto anni prima dalla Umbrella come arma più efficace del normale Ne-Alpha, che poteva vivere solo finché aveva un organismo da parassitare.
 
<< Comincia il gioco >> mormorò il Tyrant. Il Ne-Beta scese fin ad arrivare al pavimento e da lì cominciò a zampettare verso gli agenti, che non riuscivano a colpirlo nonostante tentassero.  Il piccolo parassita era tremendamente veloce. Nessuno degli agenti pareva più preoccuparsi della minaccia costituita dal Tyrant mentre concentravano il fuoco contro il ragnetto zampettante.
 
Ragnetto che raggiunse uno degli agenti, Gunter Klaus, e rapidamente si arrampicò sull’agente. Uno scatto, nessuno riuscì a salvarlo, e il parassita sostituì la sua testa a quella dell’agente. Le due zampe anteriori erano sollevate ai lati della testa del parassita.
 
Il corpo, comandato come una marionetta, si voltò verso quelli che erano stati i suoi colleghi. Il parassita sibilò, le zampe anteriori tese come fossero giganteschi aghi.
 
-Racoon City
 
Qualcosa bloccò i computer della filiale di Raccoon City, era un video. Una serie di immagini accomunate solo da un ragazzo sorridente. Poi uno stridio acutissimo.
 
Il video terminava lì, un file di testo si aprì sui loro computer:
 
Hello? Hello? Is anyone listening? I want to help you to stop the monster. You must do a thing for me, play my game and listen me, okay?
 
Un file .exe comparve sui loro computer… stava agendo proprio come l’hacker di cui Conan aveva parlato. Doveva essere lui, probabilmente voleva aiutarli come aveva fatto con il quartier generale della G.A.A.B.
 
-Berlino, Germania
 
Dopo lo shock iniziale gli agenti avevano cominciato a sparare contro l’agente-parassita, che il giubbotto antiproiettile rendeva due volte più resistente.
 
Purtroppo erano così concentrati sull’agente parassita che non prestavano più alcuna attenzione al Tyrant.
 
Chris decise di attaccarli quando vide che i movimenti del corpo controllato dal parassita si facevano più lenti, il parassita stava per cercare un nuovo ospite. Uccise due agenti con i suoi tentacoli, mancavano sette agenti prima che potesse occuparsi degli altri tre piani.
 
Il parassita lasciò il corpo di Gunter, che crollò al suolo esanime, e corse zampettando verso gli altri agenti ora troppo impegnati a sparare contro il Tyrant per prestare attenzione al parassita.
 
Il nuovo obiettivo del parassita era Hans Mars che notò il parassita appena in tempo per colpirlo con una scarica di colpi prima che riuscisse ad arrampicarsi su di lui.
 
Il parassita indietreggiò, ma non era ancora morto. Il Tyrant nel mentre si liberò di un altro agente trafiggendogli il petto con una mano.
 
Troppo semplice” pensò Chris, prima che uno degli agenti riuscisse a colpirlo alla schiena, nel punto esatto da cui i tentacoli scaturivano. Il Tyrant gridò mentre i tentacoli si agitarono in modo convulso ed incontrollato.
 
E mentre Hans uccideva il parassita, gli agenti concentravano il fuoco contro il Tyrant.
 
Dopo l’ennesimo colpo, che stranamente non era riuscito ad evitare, il Tyrant sembrò come pietrificarsi. Rimase immobile del tutto fermo, i suoi tentacoli erano immobili in aria
 
Gli agenti si fermarono
 
<< Was zur Hölle ist los? (Che diavolo sta succedendo?) >> disse Hans fissando il Tyrant immobile, non accadde nulla per un paio di minuti… nulla, niente di niente, il Tyrant era immobile.
 
<< Wir besiegten die große Chris Redfield mit sechs Gewehrsalven (Abbiamo sconfitto il grande Chris Redfield con sei scariche di mitra) >> disse Hans con un tono sarcasticamente stupito.
 
Stavano per avvisare il direttore di quanto accaduto ed improvvisamente il Tyrant si mosse, con una velocità impensabile anche per un Tyrant e li uccise tutti dal primo all’ultimo. Senza fermarsi… raggiunse e uccise anche gli altri agenti negli altri tre piani senza che la sua furia si calmasse.
 
Ora come faccio col mio inganno?” pensò il Tyrant dopo essersi calmato.
 
-Racoon City
 
Avevano completato il gioco dell’hacker e ora aspettavano la sua risposta:

Congratulations! You finished my game… okay, you wait for the answer who I promised… The Dragon’s Sons are attacking Berlin in Germany
 
-Berlino, Germania
 
Quando le due squadre, una italiana e l’altra svizzera, arrivarono il Drago era già sparito. Non c’era nulla nel primo piano dell’edificio, se non sangue, così tanto che aveva coperto del tutto il pavimento nascondendone ogni dettaglio.
 
Il secondo piano presentava, invece, due “sculture” di corpi, uno aveva ancora pelle e divisa mentre l’altro era stato completamente scorticato anche se il lavoro era impreciso rispetto a ciò che si era visto a Parigi e in a Roma. Anche se rimaneva comunque un qualcosa di orribilmente macabro.
 
Nel terzo piano si trovavano la maggior parte dei corpi, erano stati smembrati. Non pareva esserci una vera e propria composizione in quel caos di membra umane strappate. Come se il Tyrant li avesse fatti a pezzi con una furia incontrollabile.
 
Al quarto piano non vi era nulla se non l’ultima composizione creata da quel mostro, una composizione disarmonica fatta con i corpi scorticati di quattro agenti. Due di questi avevano il braccio sinistro alzato allo stesso modo del saluto nazista, mentre gli altri due parevano la rappresentazione speculare degli altri due, avendo di fatto il braccio destro sollevato.
 
Due dei quattro corpi erano col ventre squarciato, entrambi sempre in modo da sembrare una copia speculare dell’altro gli altri due avevano, invece la testa quasi del tutto tagliata via dal corpo.
 
Ai piedi dei quattro corpi al centro dell’arcata creatasi tramite quelle particolari posizioni, vi era un registratore
 
Leonardo Giovinotti fu l’unico fra tutti gli agenti ad avere il coraggio, e la forza di volontà necessaria a recuperare quel registratore.
 
Una volta recuperato fecero partire la registrazione:
 
Claire… io non riesco… non riesco a fermarlo – la voce del Tyrant divenne appena più crudele dopo aver pronunciato queste parole- *Non vuoi! * – il suo tono tornò poi più umano- Lui non vuole fermarsi… io… lui… vuole solo uccidere… non riesco più a capire chi sia io e chi sia lui… ho paura, Claire *La paura è per i deboli! *.
 
Aiutami Claire… ti prego! *Sì, sorellina aiutami – il Tyrant cominciò a ridere in modo spaventoso e crudele-*
 
Quel ragazzo a seri problemi di personalità multipla” pensò Leonardo Giovinotti.
 
Inviarono in fine il file audio a Claire Redfield
 
 
 
 
 
Tick, Tock, Tick, Tock, il tempo del Drago sta per finire
 
E chi mai riuscirà a capire….
 
Come, infine, andrà a finire?
 
 
 
 
 
Note dell’autore
 
Mi scuso per il ritardo ma l’ispirazione non voleva arrivare per nulla… :( . E volevo avvisarvi che da Giovedì 8 fino a Lunedì 12 sarò in vacanza quindi non potrò nemmeno scrivere….

Piccolo appunto: Le battute scritte fra asterischi sono le frasi pronuncite da Chris col suo solito tono crudele.
 
Scusatemi ancora…
 
Ringrazio: Mattalara e Aurora Garcia per aver recensito i precedenti capitoli di YAI3 e Vale perché mi ascolta sempre anche quando sembro un ossessionato cronico.
 
-Anthony Edward Stark
 
 
 
 
 
 
   
 
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