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Autore: sefora45    06/07/2015    0 recensioni
"Il motivo per cui non sono mai uscito con nessuno, è perché l'amore trasforma le persone perfettamente normali in idioti."
“Tu sei il vero idiota per non conoscere la grandezza dell'amore.”
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Il titolo allude alla credenza orientale del "filo rosso del destino", quel filo invisibile che collega e mantiene unita una coppia segnata e predestinata dal cielo a stare insieme. La storia racconta le vicende di due anime gemelle, Summer e Niall. Legati da una profonda amicizia e da un sentimento che pian piano si fa sempre più profondo. Affronteranno molte difficoltà, tra cui gravi vicende di droga, e tentativi di suicidio, per poter sperar di rimanere vicini, nonostante tutto e tutti.
Genere: Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Il filo rosso del destino"


Chapther 1

London- England

"Sei in ritardo Niall" Un ragazzo dai capelli ricci e da dei bellissimi occhi color smeraldo salutò Niall, un ragazzo molto alto, con dei capelli biondi e dei profondi occhi azzurri Dello stesso color del mare. Così limpidi che ti ci potevi specchiare.
"Scusa Harry"
"Sai che questa consegna è molto importante e dobbiamo essere il più discreti possibili" disse il ragazzo mentre indossava un cappello nero con la visiera in modo tale da nascondergli il volto, lo stesso fece Niall. 
Cos'era questa consegna così importante che dovevano fare? semplice. Dovevano consegnare ad un scagnozzo di qualche mafioso, proveniente da uno dei tanti clan che loro servivano ,8 kili di cocaina. La polizia era da mesi sulle loro tracce ma nessuno aveva mai scoperto niente. Niall e Harry erano i così detti Fattorini della notte. La gente scriveva loro dell'email, gli chiedevano di fare determinati servizi che comprendevano consegnare sacchi di droghe o anche semplici lavoretti non illegali. Non accettavano richieste come uccidere qualcuno o derubare qualche banca e sopratutto nessuno doveva sapere della loro vera identità. Si erano allenati per anni. Niall era il braccio e Harry la mente. Harry era l'hacker più potente sulla faccia della terra, riusciva ad entrare in qualunque sistema in meno di 3 secondi mentre Niall, grazie ai suoi duri allenamenti era temuto da tutti coloro che lo conoscevano appunto per le sue straordinarie capacità. Loro non facevano domande su chi potesse essere colui che gli chiedeva determinato servizio,eseguivono semplicemente l'ordine e subito dopo venivano versati milioni di soldi. Questo era ciò che facevano.
"Niall sei in posizione?"Riuscivano a comunicare grazie a dei apparecchi che mettevano nell'orecchio, così da potersi scambiare tutte le informazioni. Niall era su uno dei tanti palazzi lì intorno e controllava la situazione dall'alto. Mentre Harry cercava di oscurare tutte le telecamere così che nessuno avrebbe visto il loro volto. Il posto a cui dovevano consegnare i kili di droga era all'interno di un Hotel dove ultimamente la polizia andava e veniva a causa di dei richiami della gente che sosteneva in questi giorni che "Heler", il nome con cui veniva chiamato Niall, abbia gironzolato intorno l'hotel. 
"Ci sono poliziotti d'appertutto, cosa credi che debba fare" chiese Niall ad Harry.
"Probabilmente anche l'entrata posteriore sarà circondata... Non ti costa che arrampicarti sul palazzo." disse Harry.
"E pensare che era un lavoretto semplice"
"Non ho mai detto che era un lavoretto semplice"disse Harry
"Io si." rispose Niall. Egli iniziò a correre e saltare sui tetti dei vari palazzi, nel frattempo Harry oscurava tutte le telecamere. Niall arrivò sul tetto dell'hotel e iniziò a scendere, l'unica finestre che vide aperta fu quella di una donna mentre se la spassava col suo uomo. Non aveva alcuna alternativa se no entrare, in una mossa veloce entrò dalla finestra e imbarazzato guardò la coppia.
"Scusate" detto questo uscì velocemente da lì prima che la donna potesse urlare e si avvicinò verso la stanza indicata dal cliente, ovvero la 239. Con le chiavi procurate in precedenza aprì la porta ed entrò dentro la stanza. Non c'era nessuno se no  un uomo legato attorno ad una sedia con una fascia che copriva la bocca e gli impediva di parlare. Posò il borsone con i kili di droga a terra e guardò l'uomo.
"Niall...Niall che vuoi fare. Non interferire!" gli disse Harry attraverso l'auricolare.
"Non possiamo lasciarlo qua"
"Nessuno ti darà un premio se lo salverai, anzi, potremmo essere in pericolo!" urlò Harry. L'uomo continuava a piangere mentre stringeva la foto della sua famiglia tra le mani.
"Ha due figlie..." disse Niall. Harry a quel punto si zittì.
"Hai 5 minuti di tempo. I poliziotti sono al 5° piano e qualcuno si sta avvicinando alla stanza" gli fece sapere. In poco tempo Niall sciolse la corda e liberò l'uomo. Lo afferrò per il bracciò e lo portò fuori di lì. Prese a pugni qualche uomo che provò a fermarlo ma uscì sano e salvo da lì. 
"Ti prego, aiutami.. mi troveranno"
"Cosa posso fare per te"
"Ho bisogno di una nuova identità e di un biglietto per l'America. Lì si trova la mia famiglia"Niall si mise in contatto con Harry, il quale, prima di insultarlo per la bravata fatta poche ora fa si mette a lavoro per procurare una nuova identità a quel povero uomo.
"Ti sentirai un eroe ora" disse Harry mentre si toglieva i vestiti e si sdraiava nel letto.
"Non mi andava di lasciar morire un pover uomo"
"Uh che dolce il nostro piccolo Nialler" disse Harry tirandogli un cuscino. Niall si spoglio e anche lui si sdraiò nel letto.
"Lo sai che siamo in grossi guai" Continuò Harry guardando il soffitto.
"Ci penseremo domani, ora sono troppo stanco" Niall si addormentò da lì a poco.
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"Cameriera!!!" Summer correva di qua e di là mentre cercava di prendere tanti ordini, da tanti clienti. Si sa, più lavori più saranno i soldi che ti daranno. Summer non vedeva l'ora di poter partire e andare a Londra, la sua Londra. Aveva trovato sua mandre, dopo 10 anni,era riuscita a scoprire dove vivesse. Sicuramente si era fatta una nuova vita, ma anche se per tutti questi anni sua madre non si fece mai vedere, Summer non desiderava altro che vederla...vedere di uno il suo bellissimo viso.
"Quanto manca per guadagnare la somma per il biglietto?!" la sua amica nonchè collega.
"Pochi soldi e presto potrò partire" disse Summer col sorriso stampato in faccia. Era questo l'unica cosa che desiderava, ora. Poter finalmente lasciarsi il passato alle spalle e ricominciare da capo.
Sua nonna morì quando lei ebbe 14 anni e quindi venne mandata in orfanotrofio. Nessuno l'hai mai adottata, chi è che voleva una ragazzina in preda alla sua fase adolescenziale?. Tutti erano in cerca di neonati da poter crescere ed educare e lei a 14 anni era tutt'altro che educata. In orfanotrofio veniva maltrattata e picchiata e il più delle volte si ritrovava con delle costole rotte ma nonostante tutto, lei continuò a sopportare perchè sapeva che solo se sopportava così tanto riusciva ad essere forte.

Poche settimane dopo partì per Londra e si precipitò subito alla ricerca di sua madre. Diede l'inidrizzo di casa di sua madre al tassista che la portò di fronte casa. Bussò un paio di volte. Un uomo aprì la porta,la fissò sbalordito, l'aveva riconosciuta.
"S...Summer" 
"Dov...dov'è mia madre?" l'uomo la informò che si trovava al parco di fronte la loro casa insieme a suo...figlio. La fissaò mentre giocava spensierata con lui, il bimbo aveva 10 anni. Era davvero bellissimo e sua mamma sorrideva come non mai...in questi 10 anni lei si era risposata ed era riuscita ad avere un bambino invece che prendersi cura di sua figlia. La madre la guardò e Summer spalancò gli occhi e si girò mentre cercò di asciugare una lacrima. La donna si avvicinò a lei e quando stava per toccarle la spalla Summer se ne andò.
"Summer!" sentendo la voce di sua madre si pietrificò. Sentì la donna piangere
"Sono venuta solo per sapere come stavi..." disse la ragazza non girandosi.
"Summer perchè ti vesti così leggera,dovresti coprirti" la madre si tolse la giacca e la cercò di appoggiare nelle spalle di sua figlia ma Summer si spostò.
"Non sono più tua figlia da quando mi hai abbandonato 10 anni fa, volevo solo vederti, volevo solo vedere se pur avendo abbandonato tua figlia, saresti riuscita a continuare a vivere." detto questo la madre cadde a terra dalle lacrime e Summer se ne andò piangendo.
Si accasciò in qualche vicolo lì vicino e iniziò a piangere, aveva il cuore più sollevato,aver incontrato sua madre e  averla vista sorridere l'aveva sollevata, ma in quel momento si stava odiando per averla fatta piangere, voleva tornare indietro ma pensò ormai che fosse troppo tardi.
  
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