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Autore: Lucy Farinelli    18/01/2009    2 recensioni
Dopo "Tutto in una notte", ecco la long-fic che vi avevo preannunciato. Harry, Ron e Hermione hanno lottato contro Lord Voldemort e lo hanno sconfitto. Tuttavia, le sfide non sono finite: un matrimonio si profila infatti all'orizzonte. Tra ritorni dal passato e vecchie abitudini dure a morire, fic in rosa che non tiene conto degli avvenimenti del 7° libro.
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 7
Porte che si chiudono


Vestito con semplici abiti babbani, Viktor Krum si sentì terribilmente a disagio quando varcò la soglia del Reparto Riservato.
Cercò subito con gli occhi Hermione, la quale, accortasi all’istante di lui, rimase un attimo interdetta.
Poi, le parole della Guaritrice infermiera dai limpidi occhi azzurri le piombarono addosso come meteoriti:
‘Sì, le ho appena detto che il signor Potter era passato a trovarla, e anche il signor Krum...’
Hermione si diresse relativamente in fretta verso il ragazzo; il dolore non l’aveva ancora abbandonata del tutto, ma la situazione era notevolmente migliorata rispetto a poche ore prima. Sicuramente era dovuto in parte anche ad un fattore psicologico; il nervosismo che aveva provato quando ancora non sapeva come l’avrebbero accolta i ragazzi non era da sottovalutare.
Anche Ron si era accorto del Bulgaro e lo stava fissando sospettoso, senza che questi se ne avvedesse: era troppo impegnato a fissare la bella Inglesina.
La sala fu percorsa da un mormorio interessato all’arrivo di Krum, mormorio che si trasformò rapidamente in un chiacchiericcio piuttosto alto, tanto da attirare ancora l’attenzione di Dorothy; Viktor, vedendo arrivare la suscettibile infermiera, tese i fiori a Hermione e borbottò, ‘Ci vediamo dopo, è meglio.’
Fece per andarsene, ma la ragazza lo fermò, trattenendolo per il polso.
‘Grazie,’ disse, ammirando le stupende orchidee rosa e bianche e affondando il naso tra i petali per annusarne il profumo.
Krum si illuminò e sorrise un po’ imbarazzato.
‘Di niente, Hermione.’
‘Non vuoi fermarti per un po’ ? Hai fatto parecchia strada ed è un pezzo che non ci sentiamo.’
Viktor parve indeciso; poi fissò un punto imprecisato oltre la spalla di Hermione e si accorse dello sguardo minaccioso di Ron all’altro capo della stanza.
Anche lei si voltò e, notando gli occhi stretti a fessura del rosso, sbuffò d’impazienza.
Proprio in quel momento, Dorothy piombò nella stanza.
‘Ok, adesso basta. Tutti fuori per piacere.’
Hermione prese Viktor per il braccio, scuotendo piano la testa e facendogli segno di no.
I Weasley e i Granger uscirono dall’anticamera, assicurando ai rispettivi rampolli che sarebbero tornati più tardi e scoccando occhiate curiose ai due.
‘Anche lei, signor Krum, prego.’
Dorothy gli stava tenendo la porta aperta.
‘Lui resta.’
Hermione fu categorica.
‘L’orario delle visite è terminato. Deve uscire.’
Dorothy aveva trovato una degna rivale in quanto a caparbietà.
‘Anche se questo fosse vero, se lui esce, esco anche io.’
Hermione incrociò le braccia sul petto.
‘Non sia sciocca, lei non può uscire, signorina Granger.’
‘Ho sconfitto Lord Voldemort, vinto la Seconda Guerra e salvato il mondo magico. Non sarà certo lei a dirmi cosa posso o non posso fare.’
Le due si scrutarono a vicenda per qualche secondo.
Viktor, Ron, Harry e Ginny rimasero a fissare la scena in disparte.
Fu l’infermiera a cedere.
‘Cinque minuti,’ mormorò stizzosa e uscì, sbatacchiandosi la porta alle spalle.
‘Si vedrà.’
Hermione si voltò trionfante verso gli altri.
‘Lo sai che te la farà scontare, vero?’
Ginny inarcò un sopracciglio.
La mora fece spallucce.
Harry si voltò a mano tesa verso Krum, che durante lo scontro si era avvicinato un po’ a loro.
‘E’ un piacere rivederti.’
‘Anche per me.’
Viktor ricambiò la stretta e, sempre sorridendo, indietreggiò per inchinarsi con rispetto ai quattro.
‘E quello per che cos’era?’
Ginny non aveva mai ricevuto un inchino prima.
‘Per aver salvato il mondo magico, mi hanno mandato da ambasciatore per ringraziarvi.’
Krum non sembrava minimamente turbato.
Il Bulgaro raddrizzò il busto e passò a stringere le mani anche a Ginny e a Ron, che continuava a guardarlo male, poi tornò a posare gli occhi su Hermione.
Qui, il rosso decise che era arrivato il momento di aprire la bocca a sproposito ma Harry e Ginny furono più svelti e lo trascinarono a forza in camera con loro, salutando i due con un ‘Noi andiamo di là, è stato un piacere rivederti, Viktor’.
Poi anche l’ultima porta si chiuse e Hermione e Krum rimasero finalmente soli.
‘Vieni, andiamo in camera mia, staremo più comodi.’
La ragazza gli fece strada e il Bulgaro la seguì.

***

‘Che cavolo fate, è la mia ragazza quella di là con lui!’
Ron voleva a tutti i costi uscire.
‘Ma cosa credi, che lei gli salterà addosso appena possibile?! Colloportus.’
Ad ogni buon conto, Ginny serrò la porta con un colpo di bacchetta.
‘Lei no, ma lui sì, stai pur sicura!’
‘E allora lei ci starà, vero?’
‘...’
‘Senti, Ron, proprio perchè state insieme dovresti essere ancor meno geloso. Lo sai che di Hermione ti puoi fidare,’ disse Harry conciliante.
‘Io mi fido di Mione. Vorrei solo sapere cos’hanno di tanto importante da dirsi che noi non possiamo sentire.’
Ginny roteò gli occhi e poi li alzò al cielo.
Certo che suo fratello era davvero pesante, quando ci si metteva.
‘Ron, non penserai sul serio quello che hai appena detto?’
‘Ok, va bene, Ginny, lo so benissimo di cosa devono parlare. E’ solo che...’
‘...che sei geloso marcio. Ma intanto ti sei calmato,’ completò Harry.
‘Mmm...sì. Tanto lo so che quella porta non si apre con Alohomora.’

***

Hermione chiuse la porta e si voltò a fronteggiare Viktor.
‘Grazie per le orchidee, sono bellissime. Le adoro.’
‘Quelle nel vaso te le ho portate ieri. Appena ho saputo, mi sono catapultato qui di corsa, ma tu era ancora priva di sensi e così dopo un po’ sono venuto via.’
Calò un silenzio imbarazzato.
‘Ma cosa stiamo facendo?’, sbottò Hermione, incapace di reggerlo più a lungo.
‘Non lo so, ma è ora di smetterla,’ disse Viktor rilassandosi e sedendosi comodo sulla poltroncina ai piedi del letto.
Hermione si sistemò sdraiata di pancia sul materasso di fronte a lui.
‘Dimmi come è andata, per filo e per segno,’ le disse poi, pronto ad ascoltare la storia.
La ragazza cominciò a raccontare.
Chiacchierarono per una mezz’ora buona, poi Hermione si decise e parlò a Viktor di ciò che le aveva fatto Voldemort.
Lui rimase basito per un attimo, quindi si riprese e disse con orgoglio:
‘Gli ci sono voluti ben due incantesimi dei più potenti per stregarti.’
Hermione arrossì come un pomodoro maturo e sorrise mesta.
‘E c’è un’altra cosa...io...’
Ma Krum si alzò e andò alla finestra, dandole le spalle.
‘Viktor...mi dispiace.’
‘E di cosa, Herr-Mioni?’, le chiese gentilmente, voltandosi a guardarla e chiamandola col nomignolo che usava ancora quando voleva prenderla un po’ in giro.
Hermione aveva notato che lo adoperava soprattutto per creare un’atmosfera privata, come se volesse sottolineare che quel momento era loro e di nessun altro.
‘Non c’è niente di cui dispiacersi. Anzi, ti faccio le mie congratulazioni. Era ora che si svegliasse e si accorgesse di quanto sei speciale. E fai anche i migliori auguri da parte mia a Ginny e Harry,’ continuò, guardandola con affetto.
Lei ricambiò lo sguardo e si mise seduta, incrociando una gamba sotto il sedere.
‘Davvero?’
‘Davvero. Solo...rispondi alla mia domanda sinceramente; non intendo assolutamente esprimere giudizi, sono solo interessato: sei felice con lui?’
‘Sì. Lo amo,’ rispose con semplicità Hermione.
‘Benissimo... Ti auguro ogni bene possibile. Sappi però che la mia porta è sempre aperta per te. Se mai avessi bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa, io ci sarò sempre. Basterà farmelo sapere, hai capito?’
Viktor stava per congedarsi.
‘Certo...Grazie. Continueremo a scriverci, vero?’
Hermione lo trattenne all’ultimo momento con parole accorate, facendolo arretrare.
‘Non voglio perdere un buon amico come te.’
Come faceva a dirle di no con quegli occhi incantevoli?
‘Tu non mi perderai mai, Herr-Mioni, mai.’
Krum era serissimo ora.
‘Ci scriveremo tutte le volte che vorrai.’
Hermione si alzò e lo abbracciò.
‘Mi dispiace, Viktor, tanto. Vorrei che le cose fossero andate diversamente tra noi. Non volevo ferirti, io...’, mormorò sulla sua spalla.
Una lacrima cominciò a scivolarle lungo la guancia.
Krum la scostò appena e la guardò dritta negli occhi.
‘Ehi. Non preoccuparti per me. Io sto benissimo. Va bene così,’ le disse con voce più bassa del normale, asciugandole la lacrima con un dito.
Poi le prese delicatamente il volto tra le mani e la baciò a fior di labbra.
Hermione non si tirò indietro e ricambiò un poco, socchiudendo le palpebre.
Quando Viktor si staccò, le portò una ciocca ribelle di capelli dietro l’orecchio con fare protettivo.
La baciò un’ultima volta sulla fronte e si avvicinò alla maniglia.
‘Avrei solo voluto che tu fossi stata un po’ più grande. Sai, al Ballo del Ceppo. Eri solo una bambina per me allora, ma adesso sei una donna perfetta. Credo che amerò veramente solo te per il resto della mia vita. Ma va bene così. Sicuramente mi sposerò e metterò su famiglia un giorno, perchè è così che deve andare, ma quello che provo per te non lo proverò mai più per nessun’altra.’
Viktor aveva pronunciato quelle parole rivolto al pavimento senza mai riprendere fiato, con la mano sul pomello della porta  e Hermione era rimasta a fissarlo sbalordita.
Probabilmente lui si accorse di aver detto troppo, perchè si affrettò a sussurrare, ‘Ci vediamo presto.’
Viktor Krum chiuse la porta e sparì.
Hermione si sedette sul letto, cercando di darsi un contegno.
Sapeva che, in seguito, nelle loro lettere non avrebbero nemmeno accennato a questa conversazione e che tutto quello appena accaduto sarebbe rimasto per sempre sepolto nei loro cuori.

***

‘Ragazzi, è mezz’ora che siamo chiusi qua dentro, mi sto annoiando a morte,’ disse Ron, stiracchiandosi e guardando il proprio alfiere dare scacco matto al re di Harry.
Dalla noia, avevano evocato dal nulla una scacchiera e avevano iniziato una partita.
‘Ho vinto ancora, amico.’
‘Poteva finire diversamente?’
Harry alzò gli occhi su di lui, ironico.
‘Se prometti di fare il bravo, scollo la porta,’ disse Ginny, alzando appena la testa dal libro che stava leggendo.
‘Ok. Ma non sono mica un cane.’
Con un gesto noncurante della bacchetta, Ginny aprì la porta.
Un attimo dopo, la maniglia si abbassò ed entrò Hermione.
Ron si alzò in piedi.
‘Se ne è andato?’, domandò alla ragazza.
‘Sì,’ rispose lei seria.
Ron si passò una mano tra i capelli fiammeggianti, scompigliandoli in modo molto attraente, pronto a sorbirsi la ramanzina che aveva previsto data l’espressione di Hermione.
Ma la ragazza si avvicinò e lo baciò con passione, passandogli le mani sulla nuca.
Sollevato, Ron allacciò le proprie braccia attorno alla vita di lei e la tirò ancora più vicina.
Harry e Ginny rimasero ad osservarli con un leggero sorriso stampato sulle labbra.

***

Era arrivata la fine della settimana e l’ospedale aveva finalmente dimesso i quattro ragazzi.
Durante il periodo di convalescenza, tutte le persone che conoscevano erano passate a trovarli: Neville, Luna, Ernie MacMillan, Seamus Finnigan, Hagrid, Tonks con Lupin, Fleur e Bill, e persino Minerva McGranitt.
Ora che Hogwarts sarebbe stata riaperta, era lei la Preside in carica.
L’ultimo giorno, mentre Ron, Harry e Ginny dovevano ancora finire di preparare le valigie, Hermione infilò la testa nella stanza di Ron.
‘Allora io vado, ragazzi. Ci vediamo tra due settimane.’
Harry e Ginny la salutarono con un abbraccio; avevano fissato la data delle nozze per il primo di luglio, così Hermione sarebbe tornata giusto in tempo dalle vacanze per il matrimonio.
Dopotutto, era la damigella d’onore: non poteva assolutamente mancare.
Ron la accompagnò fuori, lasciando la valigia a metà.
Appena chiuse la porta, spinse la ragazza contro il muro e iniziò a riempirla di baci sotto il collo.
Hermione sospirò di piacere, mentre Ron le infilava la mano sotto la camicetta di cotone e le accarezzava la pancia e i fianchi.
‘I miei mi aspettano di sotto...’
‘Mmm...sì, lo so,’ disse lui, spostandole la stoffa dell’abito e la spallina del reggiseno dalla spalla e prendendo a passarle le labbra sulla clavicola.
Lei affondò le mani nei suoi setosi capelli rossi, cercando di trattenersi dal gemere di piacere.
‘Ron...dico...davvero...devo...andare...è...tardi...’, ansimò stringendolo con più forza.
Il ragazzo riportò la bocca sulla sua e le diede un ultimo bacio ardente.
‘Mi mancherai.’
‘Sono solo un paio di settimane,’ lo consolò ironica lei, aggiustandosi reggiseno e camicetta.
‘Le più lunghe della mia vita,’ sussurrò Ron posando la fronte su quella di Hermione e scrutando nelle profondità dei suoi occhi color cioccolata.
Ancora una volta, la mora si stupì della luminosità dell’azzurro di Ron.
‘Come siamo melodrammatici,’ mormorò di rimando, facendo una smorfia accattivante.
Gli schioccò un ultimo bacio e si liberò a malincuore dalla sua stretta.
‘Quando tornerai, ricordati che pagherai care le tue due settimane di assenza,’ soggiunse Ron con tono malizioso, ponendo l’enfasi su quel due.
Poi infilò le mani nelle tasche dei jeans e si appoggiò al muro con fare seducente, continuando a mangiarsela con gli occhi.
‘Non vedo l’ora,’ rispose Hermione a voce bassa.
E con questo, si diresse verso l’uscita, chiudendosi la porta alle spalle e raggiungendo i genitori al piano terra per partire per la Grecia.




Per TINAX86:  Grazie per continuare a recensire!  La fic la sto pubblicando solo ora perchè fino a non molto tempo fa, qui su EFP non riuscivo a postare. E poi, ad essere sinceri, non è che questa storia mi piaccia più di tanto... Lo so, l'ho scritta io, ma a volte mi chiedo dove abbia la testa mentre scrivo certe cose^_^ Però sono davvero contenta che ci sia qualcuno che l'apprezzi, visto che su di me non conviene fare affidamento ;) Ciao!

  
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