Capitolo 3
“Ma guardatelo …
Non un capello fuori posto.
Elegantissimo. Anche quando
dormiva era praticamente perfetto.”
Le mani di Draco erano agiatamente
poggiate sopra le
ginocchia e il sole filtrava attraverso le sue lunghissime ciglia:
rendendole
eteree. Harry invece lo stava fissando…
“Con la sua aria da
aristocratico spocchioso del c****. “
E aveva la voglia di prenderlo
dolcemente fra le braccia,
per scaraventarlo direttamente fuori dal finestrino
dell’aereo. Il tutto
naturalmente senza scopa o paracadute.
E così, Draco Malfoy era
il suo benefattore… L’uomo
che l’aveva tolto dalla strada e dalla
prostituzione! Solo il pensiero fece rabbrividire Harry, che non poteva
credere
di esserci cascato così in pieno! Certo, aveva perso la
memoria. Come si
spiegava allora
quel vestitino da donna?
Il giornale e tutte quelle parole che sembravano così reali!
Harry si ricordò come si
era sentito in quei momenti: una
donzella in difficoltà, salvata dal suo bel principe
azzurro. Peccato che
Malfoy d’azzurro non avesse praticamente niente e non era
nemmeno un principe,
ma un ex mangiamorte. Harry era così arrabbiato, che Malfoy si era salvato solo per un
piccolissimo
dettaglio.
“Tutti hanno bisogno di una
seconda possibilità…”
Era questo quello che il biondo gli
aveva detto l’altra sera.
Non che Harry non gli avesse dato
già abbastanza
opportunità, ma alla fine Malfoy si era ribellato a
Voldemort.
Come se non bastasse, Harry sentiva sempre
l’altro agitarsi nel sonno e
chiamare il suo nome. “Piangeva anche!”
“Okay, forse
un’altra opportunità posso anche
dargliela a Malfoy.” Pensò.
Ma questo non stava a significare che
non si sarebbe
divertito a fargliela pagare.
( Venezia ore 17:45 )
Draco doveva solo cercare di stare
calmo. Non era difficile
dopotutto, no?
Questo era quello che tentava di
autoconvincersi, mentre era
praticamente pietrificato davanti ad un uscio aperto. Quello del bagno
dell’albergo per precisione.
Non era modo di lavarsi, con la porta
spalancata, pensò.
Mentre i suoi occhi vagavano sul corpo ormai bagnato e insaponato
dell’altro.
Mentre, Harry si
lavava minuziosamente,
parte per parte, con lentezza quasi snervante e Draco stava
letteralmente morendo.
“Oh, Merlino
Santo… “ Ad Harry era caduto lo shampoo e si
era piegato a novanta gradi, mostrando TUTTO quello che c’era
da mostrare. Poi si
era alzato e con nonchalance aveva
sorriso a Draco.
“Ma non era lui quello
timido?!”
Draco si dovette afferrare al
bracciolo della sedia, per
trattenersi dal saltargli addosso.
Quest’ultimo lo vide
uscire poco dopo dalla doccia e il corpo di Harry era completamente
bagnato e
l’unica cosa che fece era asciugarsi i capelli con una
tovaglia, senza
nascondere il resto del corpo. L’altro ragazzo aveva bisogno
urgentemente di un
bicchiere d’acqua o ….non era forse meglio leccare
tutte quelle piccole
goccioline d’acqua sul corpo di Harry?
“No! No! No! Mi rifiuto di
pensarlo! Potter no! Merlino
Santo… ” Di nuovo.
-Tom, la doccia è
libera… -, Harry cominciò a vestirsi, come
se non fosse successo niente.
“Sì, certo. Fa
finta di nulla. Innocente un corno.” Pensò
Draco, mentre incrociava le gambe per nascondere, ormai,
l’evidente
erezione.
-Oh, ehm… Vado a farmi una
passeggiata. A dopo, Tom!
Draco, solo dopo una doccia
ghiacciata e due
seghe riuscì a calmarsi.
Nel frattempo Harry si era
smaterializzato a Londra e aveva
avvisato personalmente i suoi amici, che stava bene e che era
… in missione
segreta. Aveva avvisato anche a lavoro, dando una spiegazione diversa,
naturalmente. Loro gli avevano ridato la bacchetta, che avevano trovato
a terra
la sera che era stato attaccato, ed Harry decise si portarla con se.
“Non si sa
mai.”
Ma ovviamente questo Draco non lo
sapeva, che infatti era
stato tutta la sera a cercare Harry, preoccupato. Anche se non
l’avrebbe mai
ammesso nemmeno a se stesso.
°°°
-Dove diavolo sei stato?! Ti ho
cercato ovunque! Sei un
idiota!
- Lascia che ti spieghi—
-Hai idea del tempo che ho sprecato
per cercarti?! Razza
di sconsiderato che non sei altro!
-Se magari la smettessi di parlare e
mi lasciassi spiegare!
-La prossima volta, che vuoi sparire,
mandami un-MHhh!
Prima che riuscisse a finire la
frase, Harry, ormai stanco
di non essere ascoltato, aveva afferrato il viso di Draco tra le mani e
l’aveva
baciato. Fu una cosa lieve e appena accennata, ma ebbe
l’effetto desiderato.
-Scusa . . . Avevo bisogno di stare
un po’ da solo. Per
riflettere e . . . sono arrivato alla conclusione che non posso darti
tutto
questo peso. Hai una vita e io mi sono intromesso anche abbastanza.
Cercherò un
lavoro qui e così tu sarai libero di ritornare alla tua vita
. . . -, Harry si
torturava le mani in un finto nervosismo, cercando di non guardare
negli occhi
Draco. Aveva paura di scoppiargli a ridere in faccia da un momento
all’altro.
Ma naturalmente quelle parole fecero arrabbiare ancora di
più l’altro
ragazzo, che si passò una mano tra i capelli, nervosamente.
-Credi di potertela cavare senza di
me? E sentiamo, come andrai
avanti se non ricordi nemmeno il tuo nome? Vuoi
essere il prossimo cadavere? Vuoi farti
ammazzare per forza?! E io tutto questo perché lo sto
facendo allora?! Razza di
cretino, rimbecillito--
-Mi vuoi spiegare perché
deve sempre succedermi qualcosa?!
Cosa sono, un rimpiazzo?! Non puoi salvare quel Potter e adesso ti sei
messo in
testa di salvare chi ti capita a tiro?!
-Cosa centra adesso Potter?-, chiese
sconcertato, Draco. Finivano
sempre a parlare di Harry Potter.
-Perché sei fissato con
lui! Non te ne rendi nemmeno conto!
Lo sogni anche!
Draco lo fissò a lungo e
ad Harry parve di vedere ancora
quel suo sorriso da “Sono Draco Malfoy e tu sei la
feccia”.
- … Sei un fottutissimo stronzo. Hai ragione. Dovrei
lasciarti marcire
qui e andarmene. -, e prima che Harry potesse fermarlo, Draco
uscì fuori dalla
camera, sbattendo la porta.
Draco pensò che la
passeggiata l’avrebbe aiutato a calmarsi.
Dopotutto una passeggiata equivaleva a non vedere quella faccia di
cavolo di
Potter e le sue stupide idee! Lui fissato?
Si ricordò un discorso che
gli aveva fatto Blaise al quarto
anno. Quando la propria ossessione per Harry Potter era sfociata del
tutto.
Allora non se ne rese davvero conto, ma aveva ragione l’amico
quando lo
sfotteva a morte. Ma di li a poco i pensieri vennero interrotto ad un
rumore di
passi di qualcuno dietro di se e non c’era bisogno nemmeno di
voltarsi per
capire di chi fossero. Aumentò quindi il passo, cercando di
levarsi il ragazzo
tra i piedi. Senza ottenere nessun risultato.
-Che cazzo mi segui a fare?! Vattene,
Sfregiato. Non voglio
vedere la tua faccia!
Ma vedendo che l’altro
ragazzo non lo ascoltava affatto, si
girò per sbraitargli contro. Solo che lo vide che piangeva e
tutta la rabbia
scemò. I due ragazzi rimasero a fissarsi a lungo
e insistentemente. Draco ancora tentava
di mantenere la calma e pensò anche che per insultarlo
l’aveva chiamato con
quel nomignolo, che usava spesso a scuola. Ma quello non era Potter. Il
ragazzo, che adesso si ritrovava davanti,
aveva perso la memoria e Draco si sentì uno
stronzo. Non doveva
trattarlo in quel modo. Non in un momento così delicato.
Poco dopo allungò la mano
e gli accarezzò i capelli. Harry
in risposta gli si avvicinò e annullò la distanza
che li separava, abbracciandolo.
-Non piangere…
S-scusa… Ho capito che ti senti un peso. Ma
non lo sei. Forza. Non piangere più…
-E’…che…ehm…
Sono caduto, mentre ti seguivo, e mi fa male la
caviglia…
“E’ un cretino,
senza speranza.” Draco alzò gli occhi al
cielo, sconfortato. “Potter = sinonimo di
stupidità…”
Era straordinario il modo in cui
cambiasse umore: da prima
incazzato, poi intenerito e poi di nuovo irritato! E solo Harry ci
riusciva…
-Okay… Mi vedo costretto a
portarti sulle spalle. Sali e non
farti pregare. -, Draco non voleva pensarci più di tanto o
l’avrebbe ucciso
davvero. Con le proprie mani.
-Ma veramente--
-Sta zitto e Sali! Ora.
-Okay…-, Il moro non se lo
fece ripetere una seconda volta e
gli salì sulle spalle, nascondendo un sorrisino vittorioso.
“Non è poi
così male prendere in giro Malfoy.”
°°°
Il ritorno per Draco fu abbastanza
“pesante”. Appena
entrati in camera fece scendere Harry dalle
proprie spalle, con cautela e si gettò
a
pancia in giù sul letto, esausto.
-Merlino Santo, ma quanto pesi?...
Non mi sento più gli
arti. Mi hai ucciso.
-Mi dispiace… Mi
farò perdonare con… un bel massaggio
rilassante!-, Harry gli sorrise e gli si mise velocemente a cavalcioni. Draco
sussultò e cercò di
levarselo di dosso, un po’ imbarazzato e ancora dolorante.
-Razza di idiota! Mi fa male la
schiena! Levati subito!!
Ma
aveva le ossa
talmente doloranti, che alla fine cedette , quando sentì le
mani di Harry sulle
spalle, che cominciarono ad accarezzarlo delicatamente ,
massaggiandogli ogni
punto della schiena, delle spalle e delle braccia. Poco dopo, Draco si
sentì
alzare la camicia e le mani di Harry andarono a contatto direttamente
sulla sua
pelle scoperta: mandandogli mille brividi in tutto il corpo. Il biondo
si sentì
sciogliere ad ogni tocco che Harry gli provocava
e si rilassò. Le mani di Harry andarono poi a
finire più in basso, verso i glutei e Draco capì
di essere arrivato quasi al
limite.
Quelle mani lo stavano facendo
fremere come non mai e non
sapeva per quanto tempo ancora avrebbe resistito dal saltargli addosso.
Quel tempo non tardò ad
arrivare, quando sentì le mani
vicino al ventre e Draco si girò in fretta, afferrando i
glutei di Harry per
spintonarlo sul letto, sotto di se. Gli occhi puntati alle sue labbra.
Sentiva già il sapore del
ragazzo contro la lingua: così
dolce e pungente…
-Servizio in camera! Oh, Mio Dio! Scusate! Avevo bussato
parecchie volte!
Scusate ancora!
-Se nessuno rispondeva
perché è entrata lo stesso?!,- Draco
aveva tanta voglia di uccidere qualcuno in quel momento. La cameriera
in
particolare.
-Mi dispiace! Non volevo!-, la
cameriera sembrava parecchio
imbarazzata.
-Va bene… -, Draco
sospirò infine. -Stavo morendo di fame,
comunque…-, si alzò dal letto e prese una
patatina dal piatto dalle portate che
erano sul carrello, cercando di calmarsi e mangiando quella patatina
come se
stesse divorando la cameriera.
Nel frattempo Harry malediceva se
stesso per aver ordinato
il servizio in camera. “Oppure no.”
Draco, poco
dopo, si
sentì sollevato. “Ancora lunatico…
“
Infondo lui non era poi
così vigliacco da approfittarsi di
una persona, in un momento così delicato. Quando e se
sarebbe successo, Potter doveva
essere consapevole con chi fosse. Molto probabilmente sarebbe stato
mandato a
quel paese. O peggio ancora, sarebbe finito in quella lurida prigione.
Ma
pazienza. Potter non era stronzo fino a questo punto, pensò
infine.
Fece finta di nulla allora e
cominciò a mangiare tranquillo
e questo scioccò Harry, che invece era in subbuglio e ancora
sdraiato sul
letto. Avvertiva ancora le mani di Draco su di se. Domandandosi come il
ragazzo
riuscisse a controllarsi, mentre lui si sentiva rovente!
-Tu non mangi? Io sto morendo di
fame.-, Il biondo continuò a
mangiare con disinvoltura ed Harry si alzò dal letto,
sentendosi… arrabbiato! In
silenzio cominciò a mangiare, non degnando più
nemmeno di uno sguardo l’altro ragazzo: offeso per quel
cambiamento repentino. “Forse
non piaccio poi così tanto a Malfoy.”
- Cosa c’è? Non
avevi ordinato tu la cena in camera? Non hai
più fame, adesso? Pazienza. Adesso mangi tutto. ,- Draco gli
avvicinò la
vaschetta di patatine fritte davanti al naso.
-Lo so… Lo so…
è solo che…
-Solo che, cosa?
-… No, niente…
-, Harry continuò a mangiare. Cercando di far
finta di nulla.
-Ecco, bravo.
Ho
troppa fame per riuscire ad ascoltarti.-, Draco invece aveva ancora
voglia di
uccidere qualcuno, anche se prima, nei suoi pensieri, si era
giustificato
dicendo che non se ne sarebbe approfittato, e se la prese con la pizza
che
stava mangiando.
Il loro discorso finì li.
Per il resto della serata non si
erano più parlati. Draco
ringraziò il cielo che stavolta la camera non fosse
matrimoniale.
Harry era messo in un angolino del
suo letto e faceva cerchi
immaginarsi sul lenzuolo. Mantenendo sempre il viso basso e distaccato.
L’altro ragazzo si distese,
poco dopo, sul letto
e gli diede le spalle,
ignorandolo del tutto. Facendo finta di addormentarsi.
Non passò molto, infatti,
prima che Harry si alzasse dal
letto per andare svelto
in bagno. E questa
volta toccò al sopravvissuto una bella doccia fredda.
Le labbra di Draco si incurvarono in
un sorrisino, al suono
di un piccolo gemito.
°°°
Il giorno successivo fu stancante per
entrambi. Draco, non
volendo rimanere solo con Harry, volle visitare tutta Venezia. Non
fermandosi
nemmeno per mangiare. Prendendo dei panini, per mangiarli mentre
camminavano.
Harry lo seguì tutto il giorno senza dire una parola. Anche
se un po’ sconcertato
dall’ iperattività dell’altro ragazzo.
Ritornarono in hotel a notte fonda: stremati e
sudati. Ma non
avendo nemmeno la forza di cambiarsi, si addormentarono sfiniti.
Il giorno dopo Draco aveva voglia di
visitare Padova, ma
Harry era troppo stanco dal giorno precedente per riuscire a muovere un
solo
muscolo dal letto.
-Se non mi fai compagnia vado solo.
Harry credette che l’altro
ragazzo stesse scherzando. Gli
disse che poteva andare benissimo anche da solo. Draco non se lo fece
ripetere
due volte e andò via. Il tutto sotto lo sguardo basito
dell’altro ragazzo.
Ovviamente le intenzioni di Draco
furono del tutto diverse.
Una volta solo, si smaterializzò a Malfoy Manor per fare una
breve (Si sperava)
visita ai suoi genitori. Continuando la bugia che aveva detto Blaise,
cioè che
era con Pansy e che si stavano divertendo a visitare molti luoghi
italiani. Fu
molto vago. Non specificando mai i luoghi dove sarebbero andati. I
genitori di
Draco, in particolare Lucius , erano molto contenti, che il loro
“rampollo”
avesse preso così a cuore l’iniziativa, che lo
vedeva fidanzato con l’erede dei
Parkinson. Dopo di che, una volta che riuscì a rintracciare
gli amici, si
smaterializzò a Dubai! Dove i suoi amici erano comodamente
sdraiati a prendere
il sole. Tornò in Italia in un orario indecente. Ma si era
talmente divertito
con gli amici, che si era completamente scordato di
quell’ingombro di Potter.
Infatti, appena ritornò in hotel, trovo questi sveglio e
super alterato. Draco,
però, non vi badò molto. Era talmente stanco dal
giorno prima, che anche gli
insulti di Potter non avevano sorbito il loro effetto.
-L’altro giorno ti sei
arrabbiato quando ti ho fatto capire
che ero di peso. Adesso ho più che confermata
l’idea che lo sono per te! Ti ho
aspettato tutto il santo giorno! Potresti anche salutarmi una volta
rientrato e
invece no! Tom!
- Silenzio! Quando parli…
Ho un mal di testa tremendo e l’unica cosa che
voglio fare è dormire.
Non ascoltare le tue lamentele.
Harry lo guardava con irritazione ed
a quel punto Draco si
mise seduto per affrontarlo.
-Ti avevo detto se volevi venire e tu
hai detto no, quindi
mettiti l’animo in pace e vai a dormire. Non è
colpa mia se sei talmente pigro
da voler restare tutto il giorno a letto!
-Pigro?! Il giorno prima mi hai
stremato! Cosa ti aspettavi
che saltassi di gioia, facendoti compagnia in un’altra
giornata faticosa?!
-Avresti potuto, sì.
“Ancora
quell’espressione da viziato, arrogante”
Pensò
Harry.
-Solo perché teoricamente
mi avresti salvato, non significa
che questo fa di me una tua proprietà!
-Chi hai mai detto questo?
… Ma ti senti quando parli? Sembri
peggio di quei plebei dei weasley.
Harry avvertì
l’odio totale. -Chissà, magari sono anche
migliori di te. -, borbottò e Draco gli lanciò
uno sguardo assassino.
-Vai a dormire. O giuro che ti sbatto
fuori dalla stanza e
dormi fuori come i barboni.
-Lo preferisco se devo essere
trattato così-, Harry abbassò
il viso in basso e si sentì un idiota. Quali altre
opportunità avrebbe dovuto
dare a Malfoy? Era un idiota arrogante e viziato. E questo non sarebbe
mai
cambiato. Sperava che il ragazzo fosse maturato di poco. Ma era
evidente che sperasse
in qualcosa di impossibile.
-Adesso metterai il broncio fino a
quando non ti chiederò
scusa?-, Draco inarcò un sopracciglio e si sdraiò
sul letto. - E’ ridicolo il
tuo comportamento. Sei troppo infantile. Ammettilo e basta che la colpa
è tua, che
non hai voluto seguirmi. Dopotutto io te l’ho chiesto! Non me
ne sono subito
andato via! Quindi smettila di frignare e assumiti le tue
responsabilità! Per
diamine!
Harry non avrebbe ammesso mai di aver
sbagliato. Sarebbe
stato troppo per lui. Si sentiva troppo orgoglioso per ammetterlo. E
adesso la
situazione con Malfoy sembrava stesse prendendo una piega del tutto
diversa da
com’era qualche giorno fa.
Draco avvertì il peso del
moro accanto a se e alzò gli occhi
ai suoi per leggerci qualcosa: era evidente che fosse arrabbiato.
“Non era Harry Potter. Non
era Harry Potter. “
Così prima che Harry
avesse tempo di cantargliene ancora
quattro, Draco lo attirò in un abbraccio, facendolo
distendere accanto a
se. –Mi
sei mancato… -, sussurrò piano
al suo orecchio.
Questo riuscì a far
zittire completamente il moro, che
sembrava pietrificato contro il petto di Draco. Poco dopo
sentì le labbra del
biondo sulla propria fronte e il cuore incominciò a battere
forte. Harry alzò
il viso per avvicinare le labbra alle sue, ma quello che gli
arrivò alle orecchie
era un mormorio sconnesso da parte del ragazzo. Draco si era
già addormentato
ed Harry constatò che gli piaceva molto stare tra le sue
braccia. Specialmente
perché il suo profumo gli era sempre piaciuto. Lo odiava
anche per questo: perché
faceva sempre odore. Agli allenamenti
di quidditch tutti erano sudati e puzzolenti, tranne Draco. Harry non
sapeva
spiegarsi come il ragazzo facesse a profumare di mandorla e miele anche
dopo
due ore di allenamento stremante! Che Malfoy avesse una pelle
autopulente? O
forse conosceva qualche incantesimo per profumare sempre? Conoscendolo,
l’avrebbe usato.
Harry gli si appoggiò al
suo petto e si strinse a lui. Gli
occhi chiusi e la mente aperta in una strana idea.
Prima che potesse anche solo pensare,
si alzò dal letto e
constatò che Draco dormisse davvero. Quando si accorse, che
effettivamente
stesse dormendo, allora afferrò la bacchetta dai pantaloni e
la puntò contro il
ragazzo.
-Legilimens
°°°
In pochissimo tempo, Harry si
ritrovò immerso nei ricordi e
nei pensieri di Draco, che lo portò a quella volta sul
treno: Il loro
secondo incontro.
-Non tarderai a scoprire che alcune
famiglie di maghi sono
migliori di altri, Potter. Non vorrai mica fare amicizia con le persone
sbagliate…? In questo posso aiutarti io
Il Draco del passato
allungò la mano per stringere quella
del piccolo Harry, ma lui non la prese.
-Credo di essere capace di capire da
solo chi sono le
persone sbagliare, grazie.
La scena cambiò e stavolta
Harry vide dei ricordi che non
gli appartenevano.
Il
Draco del primo
anno era seduto a terra, con il broncio e gli occhi rossi e lucidi.
Tiger e
Goyle erano alla soglia della porta della camera.
Harry si rese conto che le camere dei
serpeverde erano molto
diverse rispetto a quelle della sua casa. Sembravano anche
più accurate e
moderne. Ma i suoi pensieri vennero interrotti dalla voce del piccolo
Draco.
-Me la pagherà cara quel
Potter! E’ colpa sua se Grifondoro
ha vinto la coppa delle casa!-, sbraitava.
-Arriva
lui, con il
suo branco di Grifondoro dementi a rovinarmi tutto!
Tiger e Goyle si avvicinarono
all’amichetto e gli si
sedettero accanto, senza dire una parola.
-…Avevo anche avvisato a
mio padre… Prima l’ho contattato
con la metropolvere. Volevo essere confortato da lui! Volevo sfogarmi!
Invece
sapete cosa mi ha detto? Che sono una rovina. Ma io non mi arrendo.
Farò di
tutto per compiacere a mio padre e batterò una volta per
tutte quel Potter!
La scena cambiò di nuovo
ed Harry si ritrovò adesso in un
campo da quidditch. Draco aveva l’aspetto di un ragazzino di
12 anni. Quindi constatò
che erano ricordi del secondo anno ad Hogwarts.
Draco volava con la sua Nimbus 2001 e
solo dopo un po’,
Harry capì che si trattasse di un audizione.
Gli venne
in mente
quando quell’anno Hermione pensava che Draco avesse barato
per avere quel posto
di cercatore a Serpeverde. Invece adesso doveva ricredersi a quelle
parole, che
negli anni passati aveva creduto. Draco aveva davvero meritato quel
posto ed
Hermione era stata un po’ troppo scontrosa con lui
quell’anno. Chiunque
si sarebbe arrabbiato sentendosi
dire parole simili. Si spiegò anche il fatto del
perché Draco avesse usato
quella parola così orribile nei confronti di Hermione. Ma
prima di pensare ad
altro, Harry si ritrovò in un altro luogo.
Draco era inginocchiato a terra e
piangeva. Si teneva il
braccio nascosto al petto e nascondeva il viso tenendolo abbassato, il
pavimento pieno delle sue lacrime, il respiro affannoso e irregolare,
sembrava
sull’orlo di una crisi d’asma.
Harry si guardò intorno e
capì di essere in una stanza. Una
stanza molto bella, ma la visione era offuscata e non si riusciva a
vedere
perfettamente.
Questa volta la visione
cambiò in fretta ed Harry ebbe solo
il tempo di lanciare un occhiata al braccio che Draco custodiva quasi
gelosamente. C’era un disegno: “Il marchio
nero” Pensò, prima che sparisse.
°°°
Mi scuso con tutti per l'enorme ritardo. Ho avuto seri problemi, naturalmente personali e non sto qui a scocciarvi più di tanto. Ho già scritto altri due capitoli e non ho intenzione di abbandonare di nuovo la storia ^^
Da un anno a questa parte ho cambiato completamente metodo di scrittura e spero davvero di non aver fatto troppi errori... Ho richiesto anche l'aiuto di un'amica cara per essere sicura di non fare errori gravissimi!
Spero che nonostante tutto il capitolo venga almeno apprezzato...
Un abbraccio e grazie a tutti per aver letto!