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Autore: didi_95    07/07/2015    2 recensioni
Dal testo: "La sua voce...non credevo che l'avrei sentita di nuovo; non qui, non adesso.
Eppure è lei: unica, testarda e dolcissima..è lei il mio personale richiamo alla vita."
Questa storia parla di amore, coraggio e grandi azioni; ma anche dei piccoli passi avanti fatti giorno per giorno nella grande palestra della vita, dove ogni errore serve a migliorarsi.
Jari, il padre di Fili, ripercorrerà i momenti salienti della sua vita, fino al momento per lui più importante: l'incontro con Dìs, la madre dei suoi figli.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Dìs, Dwalin, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ho promesso



Scelta... è stata una mia scelta...
Eppure, non posso e non voglio morire ora.
Ho promesso, ho promesso alla mia Dìs che sarei tornato, che avrei di nuovo potuto stringerla tra le mie braccia.
Vorrei poter dire che, ora come ora, non mi pento della mia decisione di partire; ma, dentro di me, c'è una voce insistente che continua a ripetermi:
" E se non fossi partito? "
Senza poter far nulla per impedirlo, sprofondo sempre più giù nella mia coscienza e, subito, cerco tra i miei ricordi quel giorno.
Il giorno in cui ho barattato la mia vita felice con una missione quasi suicida.
E, d'improvviso, lo sento mio, di nuovo... come se di nuovo fossi lì ed avessi la possibilità di tornare indietro.
Così, sepolto dentro me stesso, non sento quasi più dolore e mi abbandono al ricordo.


< Amore? Sei sveglio? >
< Mmmm... ancora cinque minuti. > mugolo, seppellendo la testa sotto il cuscino.
Tuttavia Dìs non è tipo da lasciar perdere; infatti, un secondo dopo, sento ogni muscolo del mio corpo tendersi in risposta alle sue labbra, appoggiate sulla mia nuca; adesso sono sveglio.
< Sei sleale... > mormoro, voltandomi per prenderla tra le braccia.
Dìs non risponde; si limita a sorridere, accoccolandosi sul mio petto.
Dopo qualche minuto la sento sussurrare:
< Vorrei restare così per sempre, ad ascoltare il tuo cuore... >
Per me è la stessa cosa: potrei restare per tutta l'eternità a guardare i suoi occhi ancora leggermente assonnati ed i suoi quasi indomabili capelli neri sparsi sul mio petto.
Le lascio un bacio sulla fronte e le scosto qualche ricciolo ribelle dal viso.
< Oh, ma puoi farlo... mi dichiarerò irreperibile a lavoro e ce ne staremo qui, a letto, per tutto il tempo che vorrai. > le rispondo, sorridendo.
Dìs sussulta e poi si porta una mano sul pancione ormai più che evidente.
< Qualcuno non è d'accordo... > sussurra.
< Ah no? Si comincia già ad essere disobbedienti? >
Il suono cristallino e pieno della sua risata, mi riempie le orecchie.
Sono passati già cinque anni da quando è nato Fili, uno più bello dell'altro; la maternità ha reso la mia Dìs più bella, più buona, più testarda e cocciuta di prima.
E tra poco saremo in quattro... non potrei essere più felice.

< Fa' piano, o sveglierai Fili! > le sussurro.
Un secondo dopo, dalla stanza accanto proviene una voce:
< Papàààà! >
< Troppo tardi... finita la pacchia. > mormoro, affondando il viso nella nera chioma ribelle di mia moglie.
< Mmmm, magari si riaddormenta... > sussurra Dìs sul mio petto.
Ma Fili, somigliando a sua madre più di quanto io desideri, non molla.
< Papàààààà! Vieni? >
< Arrivo, arrivo... un attimo. >
Mi metto a sedere sul letto, cercando di aprire gli occhi quanto basta per scorgere le mie ciabatte... che ovviamente sono dalla parte di Dìs.
Una delle gioie di essere sposati con lei sembra essere la condivisione non consensuale delle mie ciabatte, che mi ruba in continuazione.
Faccio il giro del letto e, come previsto, le trovo.
Dìs, ancora sepolta nel lenzuolo, mi guarda con aria colpevole e divertita.
< Scusa caro... ma sono così morbide e calde... >
< See, see lo so - replico sorridendo - Vado a fare il mio dovere. >

Mi avvio ancora assonnato verso la camera di Fili, poco lontana dalla nostra.
Il piccolo è nascosto sotto il lenzuolo che mi aspetta.
Cercando di fare meno rumore possibile, mi nascondo dietro la testiera del letto.
Subito dopo, la testa bionda di mio figlio emerge sollecita da sotto le coperte in cerca d'aria e di mie notizie.
Approfittando del momento e del fatto che per fortuna Dìs non può vederci e brontolare, mi butto sul letto e comincio a fargli il solletico.
< Pensavi di farmela eh? Piccola peste! >
In un momento, lo imprigiono nelle sue stesse coperte e me lo isso sulle spalle come un sacco di patate.
Le sue risate echeggiano per la casa, incrinando il silenzio mattutino.
Rientro in camera nostra con aria marziale:
< Ho catturato un pericolosissimo esemplare di "Fili", come lo cuciniamo mia signora? Fritto o arrosto? Oppure allo spiedo? >
< Non gli credere mamma! Sono io! > la voce di Fili arriva attutita dalla mia spalla.
Dìs tira fuori una voce completamente scandalizzata:
< Lo metta subito giù, mio signore! Credo ci sia un errore, questa è la voce di nostro figlio! >
< Come vuole lei principessa, ma io l'ho avvisata... >
Ribatto, posando sul nostro letto la mia preda.
Fili esce subito fuori e si lancia ridendo tra le braccia di sua madre.
Salgo sul letto e li abbraccio entrambi, loro sono tutta la mia vita.

Un sordo bussare alla porta ci interrompe all'improvviso.
Fili salta su come un grillo.
< Vado io papà, vado io! >
E, senza nemmeno aspettare una mia risposta, si catapulta giù per le scale.
Lo sguardo di Dìs si posa su di me, preoccupato.
< Chi può essere a quest'ora? >
< Non saprei tesoro... > le rispondo, sebbene mi sia già fatto un'idea.
Le mie supposizioni vengono confermate non appena Fili rientra in camera nostra, tutto affannato.
< E' lo zio Thorin! Vuole parlare con te, papà... è giù in cucina. >
< Digli che scendo subito caro... > mormoro soprapensiero, arruffandogli la testa bionda.
Fili annuisce e corre di sotto, dove lo sento scambiare qualche parola con suo zio.
Comincio a vestirmi meccanicamente, cercando inutilmente di ignorare lo sguardo indagatore di Dìs, ancora seduta sul letto.
< Cosa può volere mio fratello di così urgente? > sussurra mia moglie.
Sospiro pesantemente, lasciandole un bacio sulla fronte.
< Adesso vado a scoprirlo. > aggiungo con un sorriso poco convincente.

Scendo le scale a passi pesanti ed entro silenziosamente in cucina.
La scena che trovo mi fa salire alle labbra un sorriso.
Fili è sulle ginocchia di Thorin, immerso in un attento esame della sua lunga spada; la stessa che, tempo fa, io consegnai a Dìs.
Anche Thorin sembra aver abbandonato il suo consueto cipiglio, lo vedo sorridere al nipote nel raccontargli un'eroica scena di battaglia.
Tuttavia, tutto questo dura un attimo: non appena Thorin mi vede, si irrigidisce e riacquista la sua ben nota espressione grave, facendomi un cenno con la testa.
< Devo parlarti Jari... >
< Ti ascolto. > ribatto, facendo per sedermi.
Il suo sguardo saetta verso Fili e poi verso l'alto, sulle scale.
Mi volto e capisco le ragioni della sua indecisione; Dìs mi ha seguito e ci sta guardando.
< Perché non posso ascoltare anche io? Dopotutto sono pur sempre sua moglie! >
Esplode Dìs a voce alta rivolgendosi al fratello.
Thorin acquista un'espressione piuttosto dura: < Verrai a saperlo a tempo debito. >
Davvero non capisco questo atteggiamento... ma poi, improvvisamente, noto qualcos'altro nello sguardo del nano moro, qualcosa che riconosco perfettamente.
Preoccupazione.
Possibile che stia di nuovo tentando di proteggerla?
Dìs sta per ribattere non troppo gentilmente, quando decido di prendere in mano la situazione andandole vicino.
< Tesoro, ti prego... ricordati che c'è anche Fili. Non voglio che ci veda litigare... Qualunque cosa sia, tornerò a parlartene, d'accordo? >
Mia moglie scocca uno sguardo a Fili, ancora sulle ginocchia dello zio e poi annuisce.
< D'accordo... ma sbrigati. Non mi piace per niente questa storia. >
Anche nei suoi occhi noto preoccupazione; lei e Thorin si somigliano più di quanto credono.
Mi volto e faccio un cenno a Thorin.
< Andiamo fuori a parlare... >
Il nano annuisce e, dopo aver fatto scendere Fili dalle ginocchia, mi segue, chiudendosi la porta alle spalle.

Mi volto verso di lui.
< E' quello che penso? >
< Thror ha deciso... vuole riprendersi Moria. >
Un senso di gelo si diffonde dentro di me... è accaduto.
< Moria... ma perché? Siamo felici qui, o mi sbaglio? >
Thorin si rabbuia.
< Jari, questo NON è il nostro posto. Riconquistando Moria avremo accesso ad antiche ricchezze, e da lì un giorno, potremo riscattarci e riprenderci Erebor. >
Nel pronunciare queste parole, gli occhi di Thorin si illuminano.
< E se non dovessimo riuscirci? Hai pensato a questa eventualità? >
Il principe nano stringe i pugni, frustrato.
< Non sono io il Re, Jari. Thror ha deciso così e così sarà... In ogni caso sono venuto a dirti che partiamo domani. La scelta è tua, hai Fili ed un altro figlio in arrivo, quindi non sei obbligato a... >
< Non dire idiozie Thorin... io verrò con voi. - lo interrompo - Adoro la mia famiglia, ma come mi sentirei se voi... i miei fratelli, il mio popolo, partiste senza di me? Non posso restare a casa, Thorin... seguirò il Re e seguirò i miei principi, come ho sempre fatto. Questo però non vuol dire che io approvi la cosa. >
Thorin sorride e mi appoggia una mano sulla spalla.
< Sapevo che avresti risposto così... Dwalin sarà contento di sapere che sei dei nostri. >
< Frerin? > chiedo, immaginando già la risposta.
< Anche lui pensa che sia una follia... tipico di mio fratello. > sbuffa Thorin.
< Tipico di chi riflette... > dico trai denti, meritandomi un'occhiataccia da parte del nano.
< Bhè... buona fortuna con Dìs. Io verrò a salutarla più tardi. >
< D'accordo... credo che me ne servirà tanta. > mormoro, avviandomi verso casa.

Non appena apro la porta di casa, Dìs manda Fili a giocare in camera sua.
A testa bassa, mi siedo su una sedia, seguendo con le dita le incisioni sulla mia parte di tavolo.
Dìs, senza dire una parola, prende posto al mio fianco, aspettando pazientemente che cominci a parlare.
Prendo fiato, pensando a come cominciare; ma non c'è un modo indolore per informarla della mia imminente partenza, perciò lascio uscire tutto in due sole parole:
< Domani partiamo. >
Dìs sembra rilassarsi leggermente.
< Un altro viaggio di lavoro allora... >
Scuoto la testa.
< No, tuo nonno ha deciso di riconquistare Moria; non sarà lavoro, sarà guerra. >
< C-cosa? E tu... tu resti vero? >
La paura le si diffonde negli occhi come uno spettro, offuscandone l'azzurro e la luminosità; mi si stringe il cuore, era da tanto che non la vedevo così spaventata.
< Vieni qui... > le sussurro, cercando di attirarla tra le mie braccia.
Tuttavia Dìs si alza all'improvviso, allontanandosi da me, le mani strette a pugno.
< RISPONDIMI! Tu resti? >
Le lacrime sono sul punto di uscire, ma la vedo sforzarsi per trattenerle.
Nascondo il viso tra le mani per farmi forza.
< No, Dìs... parto con loro. >
Un'espressione angosciata le si dipinge sul viso, contratto per la frustrazione.
< E se posso chiederlo, per quale motivo questa missione suicida? Non pensi a me, non pensi ai tuoi figli? Non sei felice con noi? Oh... ma che lo dico a fare? Sei come tutti gli altri, conta solo l'onore per voi... l'onore e la battaglia. >
Le sue parole mi colpiscono in profondità, ma, prima che abbia il tempo di ribattere, Dìs scoppia in lacrime, sorreggendosi al muro.
Le sono accanto in un attimo.
< Calmati amore, ti prego... non fa bene al bambino. >
Tra i singhiozzi, la sento sussurrare.
< Perché, invece gli farà bene crescere senza un padre? >
Comincio ad accarezzarle i capelli e la schiena, fino a che, dopo un po', non la sento abbandonarsi sul mio petto.
< Nemmeno io penso che sia una buona idea partire per Moria, ma devi capire, nemmeno Thorin ne è responsabile. E' stata una decisione del Re ed ognuno di noi seguirà il Re. Parto perché devo farlo, non perché lo desidero e non perché preferisco la battaglia ad una vita con voi. Questo non pensarlo nemmeno! >
Dìs si stringe a me, il petto ancora scosso da qualche singhiozzo solitario.
< Non lo penso... non ho mai dubitato del tuo amore per me, come non ho mai dubitato del mio per te; tuttavia non chiedermi di capire, Jari.
Lo accetterò, è ovvio, ma non chiedermi di capirlo perché non posso.
Non ho idea di come andrò avanti quando non ci sarete.
Vorrei tanto che tu ci fossi quando partorirò... >
< Torneremo prima, vedrai. > le sussurro, odiando promettere qualcosa che non posso sapere con certezza.
< E Thorin? Se ne è già andato? Aveva paura di dirmelo eh? > dice Dìs con una lieve risatina.
< Verrà più tardi insieme a Frerin... >
< Oh... da avervi tutti a perdervi tutti... c'è davvero di che disperarsi. >
La sua voce risuona atona nel nostro soggiorno che adesso sembra già più vuoto, privo del calore di questa mattina; è come se riflettesse già la sua stessa immagine dei giorni a venire.
< Non dire così ti prego... > le sussurro.
Ma Dìs non mi ascolta.
< Come lo dirai a Fili? >
Sospiro.
< Ci penserò... Adesso lo porto a fare una passeggiata nel bosco, ho bisogno di stare un po' con lui. >
Dìs sfrega dolcemente il suo naso contro il mio.
< Divertitevi allora, io comincerò a preparare il pranzo. Mi raccomando non tardate. >
< Allora, per quanto riguarda la partenza... >
< Shh! - Dìs mi posa un dito sulle labbra - Fino a quel momento la tua partenza non esiste. Voglio godermi questa giornata, d'accordo? >
Le sorrido.
< D'accordo principessa... >

Qualche minuto dopo, mi affaccio sulle scale e chiamo Fili.
< Dove andiamo papà? > chiede mio figlio tutto felice.
Me lo isso sulle spalle e mi incammino verso il bosco.
< Facciamo una passeggiata... > gli rispondo.
"Vorrei insegnarti qualcosa prima di partire" penso tra me e me, tastando i miei fedelissimi pugnali nascosti in varie parti del mio abbigliamento.
"Spero soltanto che non ci sorprenda la mia Dìs... credo che non me lo perdonerebbe mai."



Il ricordo finisce ed il dolore ricomincia a perseguitarmi, pesante come un'oscura cappa di fumo che mi intorpidisce i sensi e la mente.
Ogni respiro è una pugnalata, ma io devo... devo resistere.
E' per lei, solo per lei.
Sotto la mia schiena percepisco qualcosa di soffice; non sono più disteso sulla roccia.
Un lieve brusio raggiunge le mie orecchie e cerco con tutte le forze di distinguere quelle voci.
< Ci sono novità? >
Dice una voce tormentata che a stento riconosco essere quella di Thorin.
< Niente che tu non sappia già... > risponde... Oin forse.
< A dirti la verità Thorin, non so bene come faccia ad essere ancora vivo... non riesco proprio a spiegarmelo, dopo tutto il sangue che ha perso e quella brutta ferita alla testa. Oh, se solo ci fosse Frerin qui... forse saprebbe cosa fare. >
< Bhè, Frerin NON c'è... >
Di nuovo la voce di Thorin, tesa per lo sforzo.
< Cosa consigli di fare allora? > Questo sembra Dwalin.
< C'è ben poco da fare. Le sue ferite erano e rimangono mortali. Ho come l'impressione che il nostro Jari stia resistendo... - la voce gli si spezza - ...p-per un qualche motivo. >

"Certo, perché ho promesso... "

La voce di Thorin continua in un sussurro, come indovinando i miei pensieri.
< Dìs... >
< E allora - continua Dwalin - non c'è tempo da perdere. Ci dobbiamo muovere, ed in fretta anche! >
Sento una delle sue mani sulla mia spalla.
< Tieni duro, fratello. Stiamo tornando a casa... >
Anche la sua voce si incrina, provocando nel mio cuore un profondo sconvolgimento.

Essere riemerso dal mio subconscio, anche se per pochi minuti, sta cominciando a debilitarmi rapidamente.
Ogni respiro si fa più doloroso e la soglia che mi sto rifiutando di oltrepassare si fa sempre più vicina.
Proprio mentre sto per ricadere nei ricordi, un gemito soffocato mi richiama alla vita.
Accanto a me c'è Thorin.
< Per Mahal... cosa ho fatto? Perché gli ho permesso di venire? Che cosa dirò a Dìs?
Oh, Jari... mi dispiace tanto. >
Quanto vorrei rispondergli, dirgli che non è stata colpa sua... ma restare coscienti è così faticoso e non riesco ad imporre a me stesso di parlare; devo risparmiare le forze.
Così, con la consapevolezza di avere Thorin al mio fianco, perdo i sensi di nuovo.


< Forza Jari... è tutto pronto. > la voce di Frerin mi riscuote.
Il nano sa più che bene che cosa provo nel lasciare la mia famiglia.
Guardo Frerin abbracciare Dìs con trasporto.
E' una nana così forte mia moglie... solo che ancora non se ne rende conto.
< A presto, sorellina. E non combinare guai mentre non ci siamo... controllala tu, d'accordo? > aggiunge, arruffando i capelli biondi di Fili.
Dìs annuisce in silenzio; ha gli occhi lucidi.
Poi anche Thorin le si avvicina e la stringe in un abbraccio.
Distogliendo lo sguardo da loro, faccio qualche passo verso Bofur che se ne sta leggermente in disparte.
< Allora è vero... partite. >
Annuisco in silenzio, cercando le parole giuste per congedarmi da lui.
< Bofur, vorrei chiederti se... >
< Non preoccuparti Jari, sono in buone mani... ci penso io. > mi risponde il nano con un sorriso, guardando di sottecchi mia moglie e mio figlio.
< Grazie Bofur... >
Il giocattolaio mi sorride, tormentandosi la falda sinistra del cappello.
< Tu pensa soltanto a tornare, d'accordo? >
< D'accordo. >
Gli tendo la mano ma il nano mi attira in un abbraccio.
Per Durin... quanto odio gli addii.
< Adesso saluta tua moglie... > mi sussurra, lasciandomi andare.

Mi avvicino a Dìs, cercando di imprimermela bene nella memoria...
D'improvviso, non so nemmeno perché, mi ritorna in mente la visione avuta tanto tempo fa a Bosco Atro ed una profonda inquietudine mi riempie l'animo.
"Non fare lo stupido, è soltanto l'ansia per la partenza..." dico tra me e me.
Dìs sprofonda tra le mie braccia, dove finalmente può dare sfogo in silenzio alle sue lacrime.
< Ti amo... > le sussurro, facendo aumentare il flusso delle lacrime.
< Ti amo anch'io.... >
Poi, all'improvviso, mia moglie smette di piangere, guardandomi negli occhi con una tale decisione ed intensità da farmi male.
< Promettimi che tornerai, promettimi che questa non è l'ultima volta che mi tieni fra le braccia. >
Ricambiando il suo sguardo e posando la mano destra sul suo pancione, le rispondo.
< Te lo prometto, amore mio. >
Poi sento le sue labbra sulle mie in un bacio febbrile e disperato.

Staccandomi a fatica da mia moglie, mi avvicino a Fili.
Il piccolo sta a testa bassa... è triste, ma non piange.
Gli metto un dito sotto il mento e glielo sollevo.
< Non vuoi salutare tuo padre? >
Dopo un altro attimo di indecisione, Fili si getta tra le mie braccia.
< Papà... perché ve ne andate tutti quanti? Perché devi partire? >
Sospirando, mi inginocchio davanti a lui, mettendomi alla sua altezza.
< Fili, figlio mio... un giorno capirai i motivi della mia partenza; adesso sei troppo piccolo per capire, ma so che sei forte. Ti occuperai di tua madre mentre io non ci sono? >
Fili tira pesantemente su col naso.
< Non so se sono abbastanza forte papà... come farò quando avrò paura? >
A queste parole, vengo travolto da un impellente desiderio di restare; tuttavia, lo reprimo, cominciando a sbottonarmi la camicia.
Fili mi osserva incuriosito ed i suoi occhi si spalancano non appena si rende conto di che cosa sto facendo.
Con uno strappo secco mi tolgo dal collo il mio ciondolo.
Se penso a quante volte nella mia vita ho desiderato farlo... solo adesso capisco quanto è diventato importante per me questo piccolo martello.
E' una parte di me, ed è giusto lasciarla a chi ne ha bisogno.
Prendo le piccole mani di Fili tra le mie e gli lascio il mio ciondolo.
< Ecco. - sussurro - Questo ti proteggerà, figlio mio. Ogni volta che avrai paura, stringilo forte e sarà come se fossi con te. >
Con la cosa dell'occhio vedo Dìs sussultare lievemente, subito affiancata da Bofur.
< Stai tranquillo papà, la mamma sarà al sicuro con me! > ribatte Fili con uno sguardo più sicuro.
< Bravo figliolo... sono molto orgoglioso di te. >
Così dicendo, mi obbligo ad alzarmi.

Fili trotterella accanto a sua madre che si appoggia al giocattolaio, tenendosi il pancione.
Voglio ricordarli così, insieme, perché adesso quello che mi aspetta è molto più oscuro di quanto possa immaginare.
Affiancando Frerin, comincio a camminare, cercando in tutti i modi di ignorare il mio istinto che mi urla e mi supplica di tornare indietro.
Ma purtroppo, istinto o no, non si può combattere il destino.
Ed il mio è quello di partecipare a questa battaglia.
< Pentito? > mi chiede Frerin, camminando al mio fianco.
< Tanto quanto te... > gli rispondo con un sospiro.
< E allora sbrighiamoci! Più saremo lontani, meno tentazione avremo di tornare indietro... > ribatte il nano.
< Secondo me è il contrario. > sorrido di rimando.
< Secondo me invece - si intromette Dwalin - voi due femminucce non riuscite ad arrivare a Moria senza lamentarvi in continuazione!>
< Vogliamo scommettere? > ridacchia Frerin.
< Scommesse? Chi ha parlato di scommesse? > interviene Gloin affiancandosi immediatamente.
"Ehh i nani...." penso, sorridendo.
In fondo scommettere è l'unico modo per non pensare a ciò a cui stiamo andando incontro.


Il dolore, finito il ricordo, fluisce dentro di me come un fiume in piena.
Tuttavia non cedo, non ancora.
Ho promesso.
   
 
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