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Autore: dreamer_J812    07/07/2015    6 recensioni
HTTYD-Pirate AU.
Astrid Hofferson fa parte di una temibile ciurma di pirati.
Hiccup Haddock è figlio del re di un piccolo regno.
Il destino farà incrociare i loro cammini.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Hiccup si era diretto verso la sua postazione senza replicare.
Era la prima volta che stava di vedetta e non era certo faticoso come sollevare barili o pulire il ponte sotto il sole cocente, ma starsene lì da solo, al freddo mentre sotto di lui si presentava lo scenario dei ragazzi dell’equipaggio che mangiavano e ridevano briosamente, non era proprio la cosa più bella del mondo.
Aveva passato la notte sveglio, al gelo, muovendo le mani sulle braccia per riscaldarsi e osservando l’orizzonte, fino a quando Eret non era andato a dargli il cambio e finalmente aveva potuto addormentarsi.
 
Il mattino era arrivato presto e Hiccup aveva lavorato senza sosta tutto il giorno, nonostante la stanchezza dovuta al fatto che la notte precedente avesse dormito sì e no un paio d’ore.
 
Il sole stava tramontando tingendo il cielo di varie sfumature di arancione, rosso, giallo e rosa che si riflettevano sulla superficie marina.
Hiccup si era appoggiato al parapetto della nave, osservando l’orizzonte, senza neanche accorgersi di una figura femminile che si avvicinava.
-Non ti viene il mal di testa?
Il castano sembrava essersi risvegliato al suono di quella voce e si era voltato verso di lei.
-Che cosa?
-Non ti viene il mal di testa? A pensare così tanto, intendo.– aveva spiegato la bionda prima fissando il mare, poi voltando lo sguardo verso di lui. Era forse la prima volta che lo guardava negli occhi, di sicuro la prima in cui si perdeva in quel verde foresta così intenso.
-Avete ragione.- aveva detto Hiccup sbuffando e abbassando per un secondo la testa, prima di tornare a guardare la linea di confine tra mare e cielo, che era dell’esatto colore degli occhi di lei.
-Smettila di darmi del voi, mi mette in imbarazzo.- Astrid aveva abbozzato un sorriso, spostandosi una ciocca che le ricadeva sul volto, mentre si era messa a guardare nella stessa direzione del giovane- Cosa stai cercando?
-Mh?- Hiccup si era voltato nuovamente nella sua direzione.
-Lo fai ogni giorno, al tramonto. Scruti l’orizzonte, attentamente, senza distogliere lo sguardo. Sembra quasi che tu stia cercando qualcosa.- la bionda si era girata di fianco, appoggiandosi con un gomito al parapetto e guardando il ragazzo, incuriosita.
Hiccup aveva sospirato, esitando per qualche secondo, poi si era avvicinato a lei, mettendosi al suo fianco. Per un momento le loro mani si erano sfiorate provocando un brivido ad entrambi.
-Proprio lì. -aveva cominciato a spiegare il castano delineando l’orizzonte con un dito- Dovrebbe apparire sulla linea che divide il cielo e il mare, quando il Sole va giù. Il raggio verde. Me lo raccontava mia madre quando ero bambino. Mio padre ed io guardavamo, guardavamo…ma non l’abbiamo mai visto. Chissà, forse è solo una leggenda, una di quelle cose che la gente s’inventa per crede che là fuori ci sia qualcosa di bello o di…
-Andate molto d’accordo tu e tua madre?- lo aveva interrotto la bionda.
-Andavamo. Lei…beh, ecco…se n’è andata.- aveva risposto in castano con un velo di tristezza e malinconia nello sguardo, che continuava a tenere fisso sull’orizzonte.
-Oh, mi dispiace, Hiccup!- aveva esclamato Astrid, sinceramente dispiaciuta, mettendogli dolcemente una mano sulla spalla.
Era la prima volta che lo chiamava per nome, e detto da lei, dalla sua voce, era bellissimo.
Hiccup aveva aspettato qualche secondo, giusto il tempo che il Sole si immergesse nel mare. Anche questa volta, niente.
Poi si era voltato verso la bionda, che aveva subito ritratto la mano.
-Tranquilla. Sono passati tanti anni ormai. Ne avevo solo tre quando morì. E mio padre…lasciamo perdere.
-Se può essere d’aiuto, io non ho mai conosciuto i miei. Mi hanno abbandonata in un porto quando avevo pochi mesi e Alvin mi ha presa con se.
-Mi dispiace…-aveva detto tristemente il castano.
La sua attenzione era stata catturata per un secondo da una catenina color oro al collo di lei, che terminava tra i seni, sotto la maglia, per cui il ragazzo aveva subito distolto lo sguardo tornando a guardare il mare e non facendoci molto caso.
-Alla fine non mi è andata poi tanto male. -aveva risposto la bionda guardando la nave e sorridendo, poi era tornata a guardare il ragazzo.
-E tuo padre? Lui è il re, giusto?- la giovane sembrava incuriosita e più socievole del solito.
-Esatto. Troppo preso dai suoi doveri e dalle sue responsabilità per badare al suo unico figlio.
-Non andavate d’accordo?
A Hiccup era scappata una risatina nostalgica.
-No, per niente. Non mi ha mai dato ascolto. Mi rimproverava in continuazione perché continuavo a combinare guai per il castello e non ubbidivo ai suoi ordini…
-Effettivamente sei piuttosto maldestro. -aveva affermato Astrid lasciandosi sfuggire una piccola risata e facendo sorridere anche il giovane.
-Sì, è vero. E diciamo che le regole non sono il mio forte. Ma lui… lui non c’è mai stato davvero, se non per criticarmi. Ha sempre detto che tutto quello che facevo era inutile e sbagliato. Non mi ha mai capito, non mi ha mai accettato per quello che sono.
La ragazza ascoltava le parole del castano, interessata forse più a lui che ai suoi racconti.
-Avrei solo voluto che mi guardasse almeno una volta come se fosse fiero di me, invece lo fa sempre con uno sguardo deluso e torvo come se qualcuno gli avesse messo poca carne nel panino. –il castano aveva cominciato a gesticolare con le braccia imitando una voce profonda e suscitando le risate della bionda- Scusi cameriera, deve avermi servito il marmocchio sbagliato! Avevo ordinato un bambino forte, autoritario, sicuro e gloria per contorno. Questo invece…questo è una lisca di pesce combina-disastri!
Astrid non aveva potuto fare a meno di pensare a quanto fosse acuto il senso dell’umorismo di quel ragazzo; se ne usciva sempre con qualche battuta sarcastica, anche in occasioni in cui sarebbe stato meglio se avesse tenuto la bocca chiusa.
-Sono sicura che ti vuole bene.- aveva detto la bionda accennando un sorriso, per tirargli su il morale.
-Sì, certo, è mio padre. Anche io gliene voglio molto.
Il fatto che lui, Hiccup Horrendous Haddock III, stesse parlando con Astrid Hofferson, la ragazza della quale si era reso conto di essere perdutamente innamorato, da circa mezz’ora, gli faceva battere il cuore all’impazzata e lo riempiva di euforia, che però era costretto a nascondere agli occhi di lei.
-Qui ti ambienterai presto, vedrai.- aveva detto la bionda cambiando argomento e interrompendo il silenzio che si era creato da qualche secondo.
Con quella frase Hiccup aveva realizzato che forse, anzi probabilmente, non sarebbe mai tornato a casa. Il pensiero che non avrebbe più rivisto suo padre, Gobber e il suo amato cavallo gli spezzava il cuore, ma per qualche strano motivo non gli dispiaceva poi così tanto la sua nuova vita.
Il castano si era voltato a guardare la ragazza ed era cascato per la terza volta in quell’oceano che erano i suoi occhi, catturato dal suo sguardo magnetico.
-Va tutto bene? –aveva chiesto la bionda, stranita dal modo in cui il giovane la stava fissando.
Il castano si era ripreso e aveva annuito energicamente con la testa, poi entrambi si erano diretti verso il ponte.
 
 
Angolo della Pazza
Hi guys! Mi scuso per l’assenza, ma per cause di forza maggiore (i genitori babbani) non ho potuto utilizzare il computer per qualche giorno. Ma ora sono tornata, con le idee più chiare riguardo alla trama e con nuove torture per Hiccup! In questo capitolo sono stata anche troppo clemente con lui, per i miei gusti, ma mi faceva troppo pena, non sono così malvagia. Anyway, so che questo capitolo è piuttosto corto, ma spero vi sia piaciuto. Qualche piccolo momento Hiccstrid ogni tanto ci vuole. Per chi se lo stesse chiedendo… sì, mi sono rivista per la millesima volta Laguna Blu Il Risveglio (che trall’altro il doppiatore italiano che da la voce a Dean è lo stesso che fa Hiccup). Detto questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto e che mi lasciate una recensione per dirmi che ne pensate. Grazie a tutti!
Un abbraccio
   
 
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