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Autore: EllaRoberts    08/07/2015    1 recensioni
Un'università. Un'Uomo dal passato burrascoso e una scrittrice alle prime armi.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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La pioggia tamburella sul tetto della mia auto usata mantre cerco di concentrarmi sulla strada. Edimburgo è una città bellissima lo ho sempre pensato, proprio per questo motivo ho scelto un'università quì. Certo ho dovuto combattere contro i miei apprensivi genitori che desideravano che rimanessi a Londra così da stare più vicina a loro. Loro non capiscono non hanno mai capito, io volevo stare il più possibile lontano da loro e da tutti quelli che conoscevo. Ho sempre avuto l'impressione che quello non fosse il mio posto, forse mi sbaglisavo ma come potevo scoprirlo se non mi fossi mossa da li? 
Una macchina mi sorpassa. Bene a quanto pare sono l'unico essere al mondo che va alla medisima velocità di una tartaruga zoppa. 
Primo giorno di Università. Forse vado piano perché sono agitata, anzi è meglio togliere il forse. Ma è normale dopo di tutto incontrerò nuova gente, farò nuove esperienze per quanto riguarda l'istruzzione. Riuscirò a superare tutti gli esami? Ma perché penso a questo? Mi mette solo più ansia.
Arrivo finalmente alla mia destinazione. Il cuore comincia ad avere battiti inregolari. Questa è la prima volta che vede quell'edificio che mi accompagnerà per cinque anni perciò mi sembra comprensibile l'agitazione. 
Apro la portiera ed esco dalla macchina vedendo subito bagnata dalla pioggia. Comincio a correre verso l'edificio ed una volta entrata estraggo dalla mia borsa la mappa. La mia lezione oggi si terrà in un aula al primo piano. Splendiodo almeno sono vicina. 
Con la testa fra le nuvole mi avvio verso la mia aula autoconvincendomi di non essere nervosa quando vado a sbattere contro qualcosa di duro e animato. 
<< Signorina dovrebbe stare più attenta. >> Mi avverte l'uomo che ho appena investito. 
<< Mi scusi...è il mio primo giorno.>> Cerco di scusarmi io dal mio canto tenendo gli occhi saldamente a terra. Quando per curiosità, che nel mio caso batte imbarazzo, alzo lo sguardo mi ritrovo davanti l'uomo più bello che nei miei diciannove anni di vita abbia mai visto. Uno e novanta circa, fisico atletico ,viso un po segnato dagli anni ma comunque che riporta ancora lo splendore degli anni d'oro, capelli neri striati di grigio che ricadono in un ciuffo ribelle sugli occhi di ghiaccio. Nel momento in qui mi accorgo della sua espressione, noto che anche lui mi sta studiando con interesse e questo mi porta ad arrossire involontariamente. 
<< Mi dispiace.>> Dico con voce flebile una secondo volta dileguandomi nella classe poco più in la. 
Non appeno entro nella classe ,osservo tutti i miei compagni di corso già seduti e con il lat-top di fronte a l'oro. Nell'imbarazzo generale decido di sedermi ai primi posti prendendo immediatamente il mio portatile e posandolo di frone a me pronta per prendere nota. 
Passano all'incirca dieci minuti prima che la porta dell'aula si chiuda e faccia ingresso nella stanza il nostro professore di letteratura. Non ci degna nemmeno di uno sguardo fino a quando non è arrivato alla sua scrivania. In quel momento perlustra la stanza con gli occhi di ghiaccio che tanto mi avevano colpito e quando arrivano a me restano fissi. Mi fissa con un'espressione divertita sul viso, ed io vorrei sprofondare nella mia sedia, ma non lo faccio non gli do segno del mio imbrazzo. Li conosco i tipi che lui sembra incarnare e non gli darò la minima soddisfazione, non voglio rischiare di diventare un bersaglio facile perché in fin dei conti non lo sono affatto. Ricambio l'occhiata spavalda senza paura ne imbarazzo. Lui è il mio professore di letteratura e io lo ho investito nei corridoi, può capitare non è un motivo per sentirsi inutile. 
Finalmente sposta il suo sguardo da me e dice. 
<< Bene ragazzi. Oggi è il vostro primo giorno dovete essere emozionati. Vorrei dirvi che la scelta di questa facoltà non è sicuramente solo per coloro che vogliono dedicarsi all'istruzione dei posteri. A dire la verità trovo quella opzione assolutamente inutile. Voglio dire...certo l'istruzione è importante ed è possibile che alcuni di voi insegnerano a qualche futuro Wild. Ma pensateci perchè non potete  essere voi un futuro Wild? >> A quel punto l'intera classe comincia a guardarlo sbigottito, mentre io beh...io sono ammirata. Tutto quello che ho sempre pensato, tutte le mie folli idee sulla gloria, dette da qualcun altro, qualcun'altro con più esperienza alle spalle. Quindi ci sono solo due ipotesi, o quest'uomo è totalmente improfessionale o io ho sempre avuto ragione. 
<< Suvvia ragazzi! Tutti qui, sono sicuro, sono ingrado di scrivere in maniera inpeccabile. Perciò perché non puntare in alto, così che una volta dall'altra parte potrete dare la mano agli dei della scrittura come loro pari. Così che anche i posteri conesceranno i vostri nomi letti sui libri di storia. Così che anche Dio potrà congratularsi con voi per le vostre creazioni.>>
Un momento di silenzio colmato dal chiacchiericcio eccitato degli studenti. 
<< Perché in fin dei conti ogni scrittore è il Dio del mondo che crea. La avete mai vista in in questa prospettiva ragazzi?>> Il Professore scruta la classe in ricerca di una qualche risposta, ma la unica mano che si alza è la mia. I suoi occhi si posano divertiti su di me. 
<< Signorina?>> Chiede lui avvicinandosi a me. 
<< Grant.>> Rispondo.
<< Signorina Grant, lei vede la feccenda sotto questa luce?>>
<< Io ho sempre pensato una cosa. La vita è breve, noi nasciamo e moriamo, ma se abbiamo solo questo piccolo lasso di tempo per essere noi...perché sprecarlo? Voglio dire se il nostro nome sarà ripetuto come un eco dai nostri posteri per anni indefiniti, non è un po come vivere per sempre? Non voglio giudicare la gente che non è sui libri di storia, di letteratura o altro. Voglio solo dire che la storia è stata fatta dal popolo, ma noi ci ricordiamo dei grandi.>> 
Una volta che concludo il mio discorso tutta la classe è voltata nella mia direzione. Chi con una espressione, chi con un altra. Il Professore mi guarda stupito.
<< Eccellente signorina Grant, non avrei potuto espremire in concetto meglio di così.>>
Il resto della lezione prosegue sullo stesso discorso. Parliamo di grandi eccellenze nate da tanta mediocrità o di soggetti che pur facendo parte di determinati sistemi ha deciso di distaccarsi pur di esprimere quello che era il suo pensiero, entrando così a far parte degli dei.
La lezzione si conclude con il Professore che ci lascia probabilmente il compito più divertente della storia. Uno scritto che esprima in nostro vero essere.
Mentre tutti siamo occupati a sistemare il nostro portatile in borsa il professore di punto in bianco dice. 
<< A proposito io sono il Professor Daniels. Robert Daniels.>>
Tutti ridiamo rendendoci conto che mai e poi mai avremo sperato di incontrare professore migliore.
Mentre sto per uscire dalla classe getto un'ultima occhiata al Professore e lui fa lo stesso con me. Sorrido lievemente e mi avvio verso un altro corso.







Autrice.

Che dire spero che vi piaccia :) 
Ogni recensione ( di qualsiasi natura) è bene accetta quindi vi pregherei di lasciala se non è troppo da chiedere
  
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