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Autore: _Ery1999_    09/07/2015    2 recensioni
Dal testo:
- Dove sei stata? -
Hermione Granger si trascina faticosamente per attraversare la stanza, arrancando come un animale sofferente.
- Dove sei stata..? – ripete una voce afflitta, mentre dita bianche si fanno strada nei capelli scuri di lei, sporchi di terra.
- Erano in tanti questa volta... Ci hanno teso un’imboscata – ...
Genere: Avventura, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Forse era così la gioia, vista da dentro: una valle di luci, un vento etereo.

Barbara Kingsolver

 








 

Ogni volta il tramonto è in grado di togliergli il respiro tanto è meraviglioso. Alla fine hanno comprato una casetta bianca, come voleva Hermione, affacciata su uno degli immensi laghi svedesi che al crepuscolo offre uno spettacolo mozzafiato. Draco Malfoy prende posto sulla sdraio ancorata al terreno, infagottato con un maglione di lana e una sciarpa a nappe nere e gialle, e cinge con un braccio le spalle magre della moglie, accanto a lui.
- Non la pianti mai con questi tuoi dannati libri, eh Granger? -
- Senza di loro non so proprio come farei a sopportarti tutto il giorno, Malfoy – lo punge lei, mentre chiude con delicatezza un tomo di Astronomia dalle dimensioni impressionanti. Si guardano, uno sguardo speciale solo loro, uno sguardo di felice consapevolezza in cui possono permettersi di punzecchiarsi, schernirsi, amarsi. Hermione gli dà un bacio sulla fronte e abbandona la testa sulla sua spalla, i capelli scuri e ispidi gli irritano la pelle della guancia ma lui non se ne accorge nemmeno, adora quel contatto spontaneo e fanciullesco, così banale. Tuffano entrambi lo sguardo sul lago addormentato, placido e piatto come una pozza d'olio, con le luci del tramonto che creano giochi di luce e ombre sulla superficie, ora verde, ora blu, ora rosa. Quello è il regalo che si sono fatti dopo la Guerra, un piccolo mondo isolato distante anni luce dagli orrori ancora impressi sotto le palpebre, un premio meritato per la loro vita insieme, tranquilla, umile, perfetta.
Dopo la vittoria definitiva di quella notte, dopo lo sterminio completo degli ultimi Seguaci, la Londra Magica li aveva accolti da eroi, il Ministro della Magia in persona aveva fatto indire una cerimonia ufficiale all'interno del Ministero in cui ciascuno di loro era stato ricompensato con una medaglia al valore. Erano seguiti i funerali in onore dei caduti, sepolti e ricordati con i più alti meriti e riconoscimenti. A Draco, simbolo per eccellenza di pentimento e conversione, era stato restituito tutto il prestigio sociale che il nome della sua famiglia aveva perso dopo l'incarcerazione e la morte dei suoi genitori; aveva riottenuto ogni proprietà e ricchezza, precedentemente confiscata dal Ministero, e i rappresentanti delle classi più alte della città facevano a gara per accoglierlo sotto la propria ala, ora come aspirante prestigioso Pozionista, ora come valente Magiavvocato. Hermione, dal canto suo, aveva estirpato definitivamente qualsiasi pregiudizio e discriminazione sulla condizione di Mezzosangue, e si era affermata come unica, vera eroina del Mondo Magico. Il popolo era riconoscente e grato ai suoi paladini, che erano diventati emblemi di libertà, lealtà e coraggio. Astri nascenti all'interno della Londra Magica, vere e proprie star da ammirare e imitare. Presto era scoppiato un colossale boom mediatico, con frotte di giornalisti che avevano iniziato ad infiltrarsi nella loro vita privata, negli affetti, nelle scelte personali, nelle conoscenze. A molti dei loro compagni la vita sotto i riflettori non dispiaceva affatto, anzi, erano ben contenti di godersi gli agi, il prestigio e la fama a cui il trionfo aveva aperto le porte, perciò ero rimasti in città, a trastullarsi nella loro nuova realtà, comoda e pomposa.
Hermione e Draco invece ne avevano abbastanza di tutta quell'attenzione, della pressione, dell'invadenza. Fuggirono una mattina di Giugno, col vento che carezzava le fronde alte dei pini. Dopo un sorso di Pozione Polisucco, salirono mano nella mano sull'aereo che li avrebbe condotti in Europa, due anonimi cittadini verso un cielo uggioso e altrettanto anonimo. Lì, nella Svezia babbana, nessuno li avrebbe cercati e nessuno avrebbe potuto sospettare della loro vera identità. Erano soltanto una giovane coppia in cerca di un vita tranquilla lontana dal caos e dallo smog urbano, niente di più.
Si erano sposati qualche mese più tardi, in fretta, impazienti di suggellare a vita quel patto d'amore. Una cerimonia semplice e intima sulla costa, con l'aria gelida che penetrava impertinente nel vestito lungo e bianco di lei e che si impigliava nei suoi capelli lasciati sciolti sulle spalle. Gli occhi di Draco si confondevano col cielo plumbeo, e già iniziavano a cadere i primi fiocchi di neve. Al momento del bacio, la mente di lui era volata a quella notte terrificante, mentre era steso a terra, col viso zuppo di sangue, il naso spezzato e due costole rotte, a quando Hermione gli aveva liberato le labbra dal rosso e lo aveva baciato, un bacio identico e allo stesso tempo così terribilmente diverso.
Draco ha ancora incubi di quella notte, della paura di morire, del terrore di non trovare viva Hermione, eppure i demoni che ha nel cuore, pian piano, giorno dopo giorno, lo lasciano respirare un po' più liberamente, gli fanno spazio nel buio quando si sveglia di soprassalto, quando sente la sua donna carezzargli le spalle e tenerlo stretto, sudato e tremante. Poi si addormenta, al sicuro tra un palpito e l'altro di Hermione, e dorme un sonno senza sogni, fino all'alba, fino a un altro giorno da vivere.
- Draco? - Hermione ha abbandonato la sua spalla e ora lo fissa con uno sguardo interrogativo. Forse gli stava parlando e lo ha sorpreso disattento, e ogni volta che lui si perde nei suoi pensieri lei si incupisce, si preoccupa, perché teme che possa venir risucchiato dai suoi stessi fantasmi, dalle vecchie ombre, dagli antichi scheletri. L'istinto di proteggerlo non è passato, perché Hermione è più forte, lo è sempre stata, e questo Draco lo sa, lo sanno entrambi.
Lui si gira e le rivolge un sorriso rassicurante, mai completamente spensierato ma finalmente sereno, autentico quando è con lei.
- Si? -
- Mi ami? - glielo chiede spesso ultimamente, quasi avesse paura di perderlo, paura che lui da un giorno all'altro possa abbandonarla, partire per non ritornare. Draco si chiede come può dubitare della sua volontà di restare con lei, come può vacillare sul patto che si sono fatti il giorno in cui si sono sposati, o che forse si sono fatti molto prima. Chi lo sa.
- Ti amo – e appena glielo ribadisce, Hermione si fionda sulle sue labbra, gli prende il viso tra le mani, gli stringe forte i capelli sulla nuca. Lui ghigna, compiaciuto dalla sua voglia, la prende in braccio e la porta in casa, al caldo. Fanno l'amore davanti al fuoco, accogliente e crepitante, e il profilo di lei sembra quasi etereo, così fiocamente illuminato dalle fiamme. Il Sole è già calato al di là dei monti bianchi, volto a illuminare chissà quali altri luoghi.
Ad un tratto Hermione gli prende la mano, occhi negli occhi, uno sguardo così intenso e penetrante da intimorirlo, e la fa scorrere piano su tutto il suo corpo, con delicatezza, con… paura? I polpastrelli di Draco le sfiorano le labbra, poi si posano sul collo, sulla clavicola, strisciano sulla spalla, sull'avambraccio, toccano appena l'inguine, per poi fermarsi sul ventre. Ora la mano trema, scossa da quella di Hermione, stretta sul suo polso. Gli occhi di lui rimbalzano dalle proprie dita alle iridi scure di lei, indecifrabili, impenetrabili.
- Draco… - è poco più di un sussurro, così debole che lui teme possa essere sovrastato dal battito martellante del suo cuore in petto. Non ci crede, non può, non ancora, magari ha sbagliato, sta fraintendendo, e la disillusione sarebbe troppo schiacciante da sopportare. Rimane con la bocca semiaperta e il respiro mozzato, teme che una tale reazione possa impaurirla, possa essere travisata, ma non riesce a fare altro. Resta paralizzato, tachicardico, in attesa, e per la terza volta nella sua vita, la sua intera esistenza si riduce a quella notte, a quei momenti.
Hermione si avvicina, quasi fino a far aderire i loro corpi, girati sul fianco uno di fronte all'altra, esita, incerta come non è mai stata. Infine abbassa lo sguardo.
- Sono incinta – il silenzio che segue è destabilizzante. Un urlo lo squarcia impetuosamente, e Draco continua a gridare come un folle, supino sul pavimento, perché non trova le parole. Semplicemente, esulta, esplode di gioia. Bacia sua moglie, affannosamente, come se volesse divorarla, e la fa sua una seconda volta quella notte, poi una terza, una quarta, fino a quando crollano, esausti, incastrati come due metà della mela.
Hermione dorme placidamente sul suo cuore ma Draco è insonne, felice, vivo come non mai. Si chiede come sarà il bambino, o la bambina, o i bambini forse, si diverte a indovinare il colore degli occhi e dei capelli, il lato predominante del carattere, i giochi e la materia preferiti. Passa in rassegna i nomi che piacciono a lui e quelli che potrebbero piacere a Hermione, quelli banali, quelli inusuali, maschili e femminili. Infine si arrende al sonno con la mente traboccante di sogni e progetti, mentre la Luna sbircia dal vetro del balconcino e coglie i due sposi addormentati, felici, avvinghiati.
Il piccolo scalcia per la prima volta nel ventre di sua madre. Hermione sorride, Draco la imita. Si stringono, con i cuori che battono l'uno nel petto dell'altra.








Angolo Autrice

Ed eccoci qui alla fine di questa long ^-^ Ringrazio chi ha commentato, chi ha messo nelle preferite, nelle ricordate e nelle seguite, e sì... anche chi ha disprezzato in silenzio xD Lasciatemi un commentino se vi va :) Alla prossima.
Un bacione a tutte,

_Ery1999_

  
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