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Autore: Slayerdreamer    18/01/2009    7 recensioni
Bella Swan è una ragazza annoiata e segnata da un passato poco felice: dopo l'abbandono di sua madre si chiude come un riccio e mostra agli altri una maschera che si è ben costruita. Il suo motto è non donare mai il tuo cuore a qualcuno. Ma cosa succede quando un nuovo studente dal volto bellissimo e dal modo di fare sensuale e accattivante entra nella tua vita? Una storia romantica ma anche divertente che ci ricorda che a volte vale la pena di tentare per amore.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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The new Guy
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-Ho avuto una visione. So dove si trova Tanya.- disse, e senza curarmi di ciò che tale affermazione avesse provocato nei quattro Cullen vicino a me, mi concentrai su Edward che sapevo aveva già visto la risposta nella mente della sorella.
Il suo volto era di pietra, e i suoi occhi color oro che tante volte mi ero soffermata a guardare mostravano una tale paura che non avrei mai pensato un vampiro potesse provare.
"

Chapter Thirteen: Separated.
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Era passato solo qualche secondo, ma il gelido silenzio che avvolgeva l’enorme stanza faceva sembrare che fossero passate ore.
Il volto di Edward era ancora contratto in quella maschera di orrore, e a giudicare dalle espressioni degli altri Cullen, non era stato necessario possedere il dono di Edward per capire dove fosse diretta Tanya in quel preciso istante.

Osservando così i volti degli altri cinque Cullen mi resi conto di essere l'unica a non sapere.

- Alice, Rosalie portate Bella a casa.- Edward ruppe il silenzio con un tono di voce che non gli avevo mai sentito. 
Subito Rosalie ed Alice furono al mio fianco senza discutere, mentre voltandomi mi accorsi con sorpresa che questa volta nè Carlisle nè Esme se la sentivano di contraddirlo.
- Carlisle, Esme. Voi contattate il clan Denali e comunicategli la visione di Alice.- ordinò come un vero generale mentre i suoi genitori annuirono senza repliche.
- Emmett e Jasper voi rimarrete qui per controllare la situazione..- la sua foga era fuori controllo... parlava così velocemente che non riuscivo ad intervenire..
-.. ed io prenderò il primo aereo possibile... farò di tutto prenderò anche degli scali se fosse necessario.- disse concludendo il suo monologo con gli occhi pieni di paura e risentimento.

-Bene Edward, noi andiamo.- risuonarono le due giovani Cullen all'unisono trascinandomi, mentre Edward si guardava attorno smarrito cercando cosa gli sarebbe tornato utile per l'imminente viaggio.

-Un attimo fermi tutti!- dissi io liberandomi dalla morsa delle due vampire, livida e indignata del fatto che mi avessero lasciato nella mia ignoranza.
In quel preciso istante gli occhi di Edward incontrarono i miei e capii che si rese conto di avere esagerato con la sua impulsività e riconobbi nel suo sguardo una tremenda frustrazione.

- Qualcuno vuole dirmi cosa sta succedendo?? Dove diavolo è andata Tanya? Perchè chiaramente sono l'unica in questa stanza ad ignorarlo..- la mia voce tremava, da una parte volevo mostrare tutta la mia indignazione, ma d'altra parte non sapevo davvero cosa aspettarmi e avevo paura di conoscere la verità.
Edward si alzò velocemente dalla sua posizione supina e fu subito davanti a me, accarezzando dolcemente il mio viso con le sue dita fredde e regalandomi uno sguardo che mi perforava l'anima.

-E'... è andata in Italia dai Volturi.- concluse con ostinazione.
- Vorrei stare qui a spiegarti tutto ma so che in queste condizioni non ci riuscirei, anche perchè abbiamo davvero le ore contate.. Ti amo Bella, davvero..ma questa volta dovrai semplicemente fidarti di me. Vai a casa con Alice e Rosalie, veglieranno su di te.- e mentre continuava ad osservarmi in quella stanza che per me ormai era vuota, capii che se avesse potuto avrebbe pianto.

Tuttavia io non disponevo di tali fortune ed una lacrima solitaria rigò il mio volto che era tenuto dolcemente fra le mani di un angelo.
- Ed io come farò qui? Da sola senza tue notizie..- lo implorai.
-.. portami con te!-

Ma quando ebbi terminato la mia richiesta vidi le sue pupille dilatarsi e capii che il solo pensiero di trovarmi tra quei "Volturi", come li aveva chiamati lui, lo terrorizzava profondamente.
- Non sarai sola..- si giustificò.
-... e avrai mie notizie. Lo prometto.- concluse e le sue labbra fredde si poggiarno dolcemente sulle mie umide e salate.

*

- Andrà tutto bene Bella, vedrai..- disse la voce di solito squillante di Alice che in quel preciso istante assomigliava di più ad un sussurro.
Decisi di non rispondere a quello che era un palese tentativo di rasserenarmi.

Credevano davvero che fossi  così stupida?

Potevo leggere negli occhi dorati di entrambe le sorelle Cullen che non sarebbe andato tutto bene...
Sapevano benissimo di poter mantenere un segreto nei confronti di tutti gli altri, ma non potevano farlo con me.
Non più.
Qualcosa di terribile sarebbe accaduto ad Edward, ed io ero costretta dentro una Porsche Cayman color giallo canarino sulla via di casa come se in realtà non stesse succedendo nulla di particolare.

-Oh finalmente siamo arrivate.- pronunciò Rosalie rompendo il silenzio ed Alice tirò il freno a mano.
Vidi la tensione sul suo braccio di fianco al mio allentarsi.
Ovvio.
Ora arrivava la parte più facile per loro: fingere.
Naturalmente ora avremmo dovuto fare la recita davanti a Charlie, e francamente questa volta non mi importava neanche cosa avrebbero inventato.

-Alice, Rosalie.. che sorpresa mi aspettavo di vedere Bella con Edward..- disse Charlie sorridente accogliendoci. Poi il suo sguardo si posò su di me.
Evidentemente non dovevo avere una bella cera... non ero ancora diventata brava come le Cullen a mascherare le emozioni, soprattutto quando erano legate ad Edward.
- Ma cosa le è accaduto?- chiese preoccupato mentre noncurante entravo e scaraventavo il mio zaino sotto l'attaccapanni.

-Oh vedi Charlie...- cominciò Alice con il suo tono così falso ma così maledettamente vellutato.
- E' morto un nostro vecchio zio a cui Edward era molto legato, così è partito immediatamente per aiutare per i preparativi del funerale..-

-Oh ragazze mi dispiace tanto...-

-Grazie Charlie... noi in realtà non l'abbiamo visto così tante volte siamo stati adottati tutti dopo Edward.. Quindi Bella è semplicemente preoccupata per lui...-

-...Così abbiamo pensato di tiralrle su il morale con un bel pigiama party!- concluse Rosalie mostrando dal nulla un sacchetto con una barattolo di gelato al cioccolato.

-Avanti Bells sta tranquilla..- disse mio padre avvicinandosi a me premuroso. 
- Sono sicuro che ti farà bene una serata fra ragazze, e poi un giornò o due di lontananza non vi ucciderà.-

Lo spero papà. Lo spero davvero.

*


-Bella stai ferma o sbaverà tutto!-
Erano le undici e mezzo, Charlie era andato a cenare da alcuni amici e Alice si era impuntata per farmi la pedicure mentre Rosalie giocava con le mie ciocche castane.

-Alice...non ha ancora chiamato..-

-Sta tranquilla Bella non ha chiamato nemmeno Carlisle o Jasper, il che vuol dire che magari non è ancora arrivato..-

-Ma sono passate otto ore!-
Da quando Charlie era uscito avevo passato la sera a fissare l'orologio della mia camera, ed ogni tic delle lancettente contribuiva ad allargare la voragine che si era formata nel mio petto...

-Bella ma dico hai idea dove sia l'Italia?- disse con un tono in cui colsi un'evidente esasperazione.

-Alice..- la interruppe Rosalie.
-Quanto pensi potremmo continuare così? Deve sapere..-

-Ma..ma.. Rosalie!- la fulminò con quegli occhi da folletto mentre io incominciavo ad alzarmi in piedi.

-Cosa succede? Cosa devo sapere?- dissi con un tono che risultò leggermente isterico..

-Hai visto?- disse rinfacciandolo alla venere al suo fianco.
-Edward aveva detto nessuno stress per lei!-

-Bella è meglio che ti siedi..- continuò Rosalie ignorando la sorella ed io obbedii.
- I Volturi sono un potentissimo clan di vampiri, composto da vampiri con capacità speciali come Edward, Alice e Jasper, solo che la maggior parte di loro a vissuto per più di quattro secoli, quindi hanno imparato a svilupparle.-

-E siete non so...rivali?- chiesi mordicchiando freneticamente un unghio.

-No niente affatto. Sebbene non approvino la nostra scelta in fatto di alimentazione, tutto ciò che a loro importa è mantenere l'ordine, e fare in modo che la nostra specie non venga scoperta ed in qualche modo infastidita. In pratica fanno pulizia di ogni cosa che possa fare in modo che il nostro segreto venga svelato agli umani..- disse e appena concluse mi guardò fissa come per aspettare una mia reazione da un momento all'altro.
La mia mente però vagava altrove.
Non riuscivo a ricollegare i fili...volevo solo che mi dicesse cosa sarebbe accaduto ad Edward e non girasse attorno al discorso permettendo a me di fare 2+2.

-Qui... quindi sono dei buoni, no? Puniranno Tanya per aver creato questa confusione?- dissi con la voce spezzata.
Sentivo di aver capito, sapervo di aver capito, ma il cuore si rifiutava di pompare il sangue necessario per registrare l'informazione...

-Bella tesoro..- intervenne Alice nella conversazione cingendo le mie spalle con il suo braccio diafano.
-Purtroppo Tanya non ha rivelato a nessun essere umano di essere una vampira.- concluse sospirando.
Un lungo sospiro che mandò in tilt il mio cervello.

-Avevi detto che sarebbe andato tutto bene...- dissi soffocando il conato di vomito che stava per risalire alla mia bocca per la disperazione.
Strinsi i pugni così forte da ferirmi i palmi con le unghia.
Forse il dolore avrebbe sovrastato quel maledetto pensiero, ma in fondo sapevo che non sarebbe mai stato abbastanza.

-Bella, ma cosa dovevamo fare? Anche noi siamo preoccupate per lui, ma glielo avevamo promesso..-

-Allora andiamo in Italia.- dissi risoluta.

-No tesoro, non capisci? Ti ucciderebbero! Edward è andato proprio lì per contrattare... per..-

-..offrire la sua vita in cambio della mia..- conclusi rendendomi conto meramente di avere ragione.
-Come ha fatto ad essere così egoista?- dissi. La mia voce era quasi sovrastata dalle lacrime.
Alice e Rosalie mi fissarono quasi cercassero un senso nelle mie parole.
-Ha pensato a come mi sentirò se lui...- dissi soffocando l'ultima parte con le lacrime.
Alice fu subito pronta a consolarmi e mi adagiò comodamente sul letto, accarezzandomi la fronte.

-Non ancora visto nulla di cataclismico...Dormi tranquilla e vedrai che prima che possa accorgertene lui chiamerà.-

*

Ma lui non chiamò.
Erano passati otto giorni e Alice e Rosalie facevano avanti e indietro da casa mia come delle trottole impazzite per tenermi occupata, ma potevo leggere nei loro sguardi la preoccupazione che pervadeva i loro corpi freddi, e la tensione aumentava di giorno in giorno.

Avevo cercato sera dopo sera di sopprimere l'idea che potesse essere in pericolo, e il mio cuore ad un ritmo impazzito continuava comunque a sperare tenendomi in vita per le successive dodici ore di veglia che mi attendevano ogni mattina.
E come ogni sera, in quella prima dell'ottavo giorno mi addormentai nuovamente con il ricordo delle sue parole che mi teneva in vita, insieme a quello del nostro ultimo bacio che aveva mischiato il sapore dolce delle sue labbra a quello salato delle mie lacrime.

- Non sarai sola..... e avrai mie notizie. Lo prometto.-

mie notizie..mie notizie..mie notizie..

-Bella!-  sentii la voce squillante di Alice provenire dal piano inferiore quella mattina, sembrava importante.
- Eccoti!- disse appena spuntai in cima alle scale.
-Presto vestiti, sta tornando Carlisle dall'Alaska discuteremo sul da farsi.- squitti saltellando.
Senza neanche ribattere ritornai sui miei passi ed indossai la prima cosa che trovai.

-Hai preso la sua macchina..- dissi in tono melodrammatico mentre allacciavo la cintura nella Mustang.

-Sono andata a recuperarla all'aeroporto di Seattle, era in sosta vietata.- mi sorrise.
-Cerca di rilassarti ora, troveremo una soluzione.-

Era una giornata particolarmente soleggiata, ma in quella circostanza quella stanza dalle pareti bianche mi sembrava più grigia che mai.
Adesso tutti i Cullen sapevano che non potevano più rifilarmi le solite scuse perchè era passato si troppo tempo.

-Cara, può darsi il caso che stiano ancora contrattando..- suggerì Esme con tono premuroso.

-Vorrei poterlo credere, ma lui aveva promesso Esme. Aveva detto che mi avrebbe dato sue notizie!-

Alice venne in mio soccorso questa volta rivolgendosi al viso corrucciato della splendida vampira che aveva appena parlato.
-Non è da Edward non chiamare mamma...è tutto così strano è passato fin troppo tempo.. deve essere successo qualcosa..-

-Ma Alice è pure vero che non hai visto nulla di tragico in arrivo...- intervenne Carlisle con voce saggia.

-E' proprio questo il problema Carlisle... Io non ho visto nulla..- terminò con voce rotta senza completare la frase.

- Devo raggiungerlo.- dissi con fermezza.

-Ma Bella t..-

-No Rosalie, non mi convincerete un'altra volta. Non mi importa se non mi aiuterete farò da sola. Spenderò tutti i risparmi del college se è necessario.-

-Bella..- risprese Rosalie - Se andrai lì ti uccideranno. Dimmi che senso avrebbe il sacrificio di Edward allora?-

-Non capisci..- incominciai respirando affannosamente, e questa volta li fissai tutti e sei, uno per uno.
- Se Edward muore nulla avrebbe più un senso per me.-

- Capisco perfettamente.- disse Carlisle senza discutere.

-Ma la manderai verso il suicidio!- protestò Rosalie.

-Rose.. è una sua scelta..- replicò Alice lanciandole un messaggio che solo loro due potevano capire.
Senza neanche degnarmi di uno sguardo Rosalie scomparì in un attimo sopra la lunga scalinata, impedendo al mio occhio umano di accorgermi del reale movimento.

-Ma Rosalie..- bisbigliai..

-Tranquilla Bella... le passerà.- mi rassicurò Emmett e la seguì.

-Bene, prima di perdere altro tempo prezioso, io andrò a prenotare il volo e..-

-..ed io e Bella partiamo immediatamente per Seattle.- concluse Alice raggiungendomi.

-No. Alice no, perchè tu?- intervenne Jasper che fino a quel momento aveva assistito alla scena inerme.
Alice lo raggiunse e lo strinse guardandolo negli occhi.

-Non ti preoccupare, andrà tutto bene.- riconobbi quel tono, era lo stesso che aveva utilizzato con me otto giorni prima.
-E poi ricordi, vedo il futuro io!- ridacchiò allegramente premendo le sue labbra contro quelle del vampiro biondo.

Ma Jasper non rise. Ed i suoi occhi rimasero glaciali e vuoti come un attimo prima.

Quando tutto quell'aspettare giunse al termine e finalmente ci sedevamo sui comodi sedili della prima classe, mi voltai verso la mia amica che non aveva proferito parola fino a quel momento.

-Perchè sei così triste?- sussurrai cercando di essere il più delicata possibile, mentre le accarezzavo la mano ghiacciata.

-Non è niente davvero... è solo che non mi piace per niente mentire a Jasper.-

*

-Aspetta i bagagli, io intanto vedo di chiamare un taxi.- mi disse Alice con la voce fantasma che aveva avuto nelle ultime dieci ore.
Entrambe non eravamo riuscite a chiudere occhio, ed Alice aveva chiamato Jasper almeno sette volte.

Mentre fissavo con nervosismo il nastro trasportatore che ancora non ne voleva sapere di fare spuntare le nostre valigie, ripensai alla voce di Charlie nella conversazione telefonica che avevamo avuto quando l'aero Seattle-New York era atterrato.
Ero davvero in pena per mio padre... sapevo che non era giusto fargli questo.. e più il tempo passava più sapevo di non avergli detto veramente addio..
Come potevo essere stata così egoista?
Ripensai ad i quattro anni passati a Forks e ad ogni volta che mio padre aveva provato a creare una connessione fra di noi...a tutte le volte che l'avevo fatto soffrire per puro egoismo..
E adesso?
Sferravo il colpo di grazia. Sette mesi di pure illusioni colmate da un dolore incommensurabile.

-Bella! Ma dico a cosa stai pensando??- sentii Alice tuonare alle mie spalle mentre velocemente recuperava le valige ormai passate sul nastro già da un pò.

-Scusa Ali, avevo la testa altrove..e poi non vedo il perchè di queste... ci hanno solo fatto perdere tempo prezioso.-

-Avanti adesso andiamo a Volterra e smettila di fare la capricciosa!- disse mentre raggiungevamo il taxi che non aveva il solito colore giallo che caratterizzava quelli americani.

-Buffo..- bisbigliai..

-Cosa?- mi chiese lei mentre il tassista con un buffo inglese italianizzato ci accoglieva nell'abitacolo.

 -Ho sempre desiderato andare in Italia... ed ora vorrei solo che tutta questa storia fosse solo un brutto incubo.-

*

Raggiungemmo in  circa 3 ore, non volevo neanche immaginare quanto Alice avrebbe dovuto pagare di taxi.

-Signore, non è possibile entrare fra le mura con l'automobile.- ci avvertì il tassista con il suo buffo accento.
Fortunatamente fuori il veicolo risplendeva nel cielo una pallida luna piena, e mentre io recuperavo le valigie Alice si accostò al finestrino del guidatore per pagare.

-Ecco a lei, spero che i dollari vadano bene...e Grazie Mille.- sorrise sfoggiando quel che sapeva di italiano.

-Non si preoccupi, per una bella ragazza come lei faccio anche uno sconto.-

- Ooooh Grazie! - replicò e alle sue spalle roteai le pupille sicura che se ci fossi stata io al suo posto le cose sarebbero andate diversamente.

-Ho prenotato in un piccolo hotel sulla piazza su cui da l'entrata del castello.- mi informò una volta salite sulla piccola navetta che ci portava nel cuore della cittadina, facendo un rumore infernale.
Qualche minuto dopo frenò così bruscamente da farmi quasi cadere e l'autista ci informò che eravamo arrivate.
Mentre mi aiutava a scendere la mia valigia dal veicolo, Alice continuò con il suo monologo.
-E' davvero tardi.. Ho pensato che faresti meglio a riposare prima di affrontare i Volturi.-

-Alice.. davvero pensi che sono venuta fin qui per aspettare ancora?-

-Bella.. ho solo paura di ciò che  potrebbe succederti..che potrebbe succederci.. Ho pensato molto a quello che mi hai detto...che Edward era stato egoista  nell'andare qui e rischiare la vita senza dirtelo... Io non voglio fare soffrire Jasper, Bella.. Passerei anche le pene dell'inferno, ma non voglio che soffra a causa mia..-
Fino a quel momento mi era sembrato impossibile associare l'aggettivo fragile ad un membro della famiglia Cullen, ma in quel preciso istante vidi il volto di Alice illuminato dalla luna come non l'avevo mai visto... Così terrorizzato, così umano.

-Mi dispiace tanto Alice..io non avrei mai dovuto trascinarti qui... Trascinare tutti voi in questa situazione solo per colpa mia! Edward per primo è in pericolo per colpa mia..-  dissi fissando un punto indefinito degli strani pietroni diseguali che componevano il pavimento sotto i nostri piedi.
Come avrei potuto guardarla in faccia in quel momento?

-Ma Bella non è vero tesoro... Non è vero. Tu non sai com'era Edward prima di conoscerti... tu l'hai risvegliato da un letargo che durava ormai da quasi un secolo! Hai riportato la felicità nella nostra famiglia sin dal primo giorno che ti ha vista. Sei più di quanto potesse desiderare, e sono sicura che in questo momento stia pensando che forse questo è il giusto prezzo da pagare per essersi potuto sentire vivo per la prima volta..-
Non avevo mai realizzato fino a quel momento quanto realmente fossi importante per tutti loro e per Edward.
Non riuscivo a credere che davvero potessi essere importante per qualcuno, qualcuno che non condividesse con me un codice genetico.
Abbandonai la valigia nell'angolo e strinsi Alice in un abbraccio pieno di speranza. Non avrei rinunciato senza lottare.
-Avanti, adesso muoviamoci a posare queste valigie in camera, ci sono altri vampiri che ti aspettano.- mi disse sorridente ed insieme varcammo la soglia dell'hotel.

*

-Ricorda, non devi essere impulsiva. Lascia parlare me ed esegui gli ordini.-

- Ok.- annuii senza discutere quando eravamo quasi giunte all'entrata "notturna" del castello.
Raggiunto il losco portoncino di legno massiccio due omaccioni dall'aria crudele ci accolsero.
La luce lunare risaltava il candore della loro pelle, erano entrambi bellissimi : vampiri, era chiaro.

-Il castello è chiuso a quest'ora signore.- ci informarono mentre eravamo ancora ricoperte dall'oscurità.

-A me avevano detto che per chi condivideva la vostra stessa dieta questo era l'orario più opportuno.- replicò Alice con un sorriso sfavillante, mostrandosi anch'ella alla luce lunare.
Le iridi rosso sangue dei due vampiri indugiarono su di me e poi ritornarno a fissare Alice.
-La...ehm... ragazza è con me.- li rassicurò e loro si fecero da parte.

-Potete passare.- replicarono lasciandosi andare in una calda risata mentre attraversavo le mura del castello.. tutto era così terribilmente spaventoso, come un film horror della peggior specie.
Ci fecero accomodare in quella che pareva essere una sorta di sala d'aspetto, e dopo circa un quarto d'ora uno strano vampiro i cui tratti mi ricordavano quelli dei nativi americani (se solo non fosse stato per il pallore della pelle) entrò nella stanza con un ampio sorriso sulle labbra. Come i due vampiri che avevamo appena visto, le sue iridi erano rossissime.

- Aro ha ordinato espressamente di fare passare solo la ragazza, spero capirà signorina Cullen.- disse con tono così spaventosamente vellutato.

-Come posso fidarmi? Come posso essere sicura che non le farete del male?- disse mantenendo una calma innaturale.

-Oh Cara, non penso vi troviate nella posizione di poter dettare delle condizioni..-

-Va tutto bene Alice.- dissi - Rimani qua e non preoccuparti per me.-

-Vedo che è una ragazza sveglia..- disse con un odioso sorriso verso Alice.
-Adesso vieni cara, Edward sarà davvero sorpreso di vederti.-

Seguii il vampiro, Felix aveva detto di chiamarsi, lungo un corridoio buio estremamente stretto.
Dopo qualche minuto ebbi la percezione che fossimo arrivati al capolinea, e il vampiro che mi aveva guidato fin li si bloccò.
-Non sono autorizzato ad attraversare il cunicolo. Devi continuare da sola, sei arrivata.- mi disse e senza che potessi replicare scomparve nell'oscurità alle mie spalle.
Feci un respiro profondo e dopo essermi presa di coraggio attraversai il cunicolo.
Una luce accecante apparve all'instante proprio dopo il cunicolo, rendendomi quasi impossibile vedere cosa mi stava intorno.
Pian piano tutto intono a me incominciava a riprendere forma, man mano che i miei occhi si abituavano alla luce che ormai non vedevano dal quasti quattordici ore.
Ciò che vidi prima di ogni cosa mi tolse il respiro.
Il mio cuore si era quasi disabituato al godere di cotanta bellezza.
Stava li a quasi dieci metri da me nell'ampio salone, in ginocchio.
Appena ero entrata nella stanza si era voltato immediatamente, osservandomi con uno sguardo tra il confuso ed il terrorizzato.

-Edward..- tentai di bisbigliare per far si che quel momento fosse ancora più reale, ma mi accorsi don avere emesso alcun suono.
E prima che potessi riprovare nel mio intento una mano fredda si posò violentemente sulla mia bocca, mentre conl'altro braccio mi bloccava il resto del corpo.
La fragranza attorno all'essere che mi aveva intrappolato era alquanto familiare.

-Sei stata notevole Tanya, non credevo che il tuo piano avrebbe davvero funzionato.- terrorizzata cercai con lo sguardo la fonte di tale sibilo spaventoso, e quando mi voltai vidi che quelle iridi crudeli mi avevano fissato dal momento in cui avevo varcato la soglia.
  
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