Capitolo 05 - Verità
- Avevi cominciato a corrompere il suo cuore da prima della
tua morte- Sputa le parole con odio. -Lui ti osservava. Continuamente. Per
qualche motivo, lo incuriosivi.- Mi fissa. Sembra che voglia trafiggermi con il
suo sguardo di ghiaccio. Le sue iridi violette sono più scure per la rabbia.
–Sei vissuto durante quello che gli uomini chiamano Medioevo. Eri un uomo
colto, disprezzavi le guerre, al contrario di quasi tutti gli altri uomini del
tuo tempo.-
La guardo con curiosità. Come fa a sapere tutte queste cose? La cosa strana è
che mi sembra stia parlando di un'altra persona… è strano non ricordare nulla
di tutto questo…
Rage mi fissa di rimando, come se mi leggesse nel pensiero.
- Mi raccontava tutto quello che facevi, anche se non ti aveva mai parlato o
incontrato. Come ho già detto, lo incuriosivi.- Si ferma. Si passa una mano tra
i capelli. Il suo sguardo, ora rivolto al pavimento, si fa sempre più
addolorato. Si tormenta il labbro inferiore, come se facesse fatica a
continuare.
Continuo a fissarla, muto. Ho come l’impressione che se la interrompo, qualcosa
si spezzerebbe.
- Un giorno, ti ammalasti. Credo che fosse una brutta polmonite. Al tempo,
significava praticamente morte sicura.- Si passa una mano sugli occhi. Non ho
reazioni. La persona di cui sta parlando mi sembra molto lontana, come se non
fossi mai stato io. –Fu allora che Yon cominciò a comportarsi in modo strano.
Ogni tanto spariva, non diceva dove andava, la sua coscienza spariva per ore.-
Fece un profondo respiro, e intravidi i suoi occhi velarsi leggermente.
- Improvvisamente, aveva smesso di raccontarmi cosa faceva… A me, a cui aveva
sempre detto tutto…- Una piccola lacrima le scivola sul viso, ma è veloce a
farla sparire. Il suo sguardo torna di fuoco, anche se è ancora rivolto al
pavimento. –E un bel giorno, arrivò qui con una colomba nera. Fece il rituale,
e capii subito tutto.- Mi fissa. –Aveva infranto la seconda regola di
proposito. Perché non voleva perderti.- Inspirò lentamente. –A grandi linee il
resto lo sai. Fino a quel maledetto giorno…-
Sento di nuovo il suo sguardo trafiggermi.
- Sì, quello che è successo dopo… lo so.-
Prendo a fissare il pavimento. Quindi in sostanza, è tutta colpa mia.
Pian piano che Rage raccontava, mi erano affiorati alla mente altri ricordi.
Alcuni felici, altri dolorosi. Tutti su quel ragazzo con gli occhi gentili
color del sangue, che aveva sempre una punta di tristezza nel cuore.
Un ragazzo troppo puro per fare questo ‘lavoro’.
Aspetta
ma… Rage ha detto che era il Principe?
- Cosa significa che lui era il Principe?- Nonostante so di farle del male
rivangando ancora questi ricordi, sento il bisogno di sapere.
- Lui… era l’unico Shinigami che non è stato generato.- Riprende a fissare il
pavimento.
Non
generato? Faccio fatica a capire…
- Il Principe esisteva da quando esiste la Morte stessa. Era nato insieme a
lei.- Michael, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, si avvicina a
Rage e le mette una mano sulla spalla, per farle forza.
Esistere da quando esiste la Morte. Yon era riuscito a rimanere puro,
nonostante facesse questo ‘lavoro’ dall’alba dei tempi? E gli altri Shinigami
chi li ha generati? Forse la Morte, vedendolo solo, gli ha creato dei compagni?
Ma lui si sentiva solo comunque. Perché ha scelto proprio me? Tra tutti i
miliardi di persone nel mondo… e l’unica persona a cui potevo chiederlo era
lui. Chissà, magari, uno Shinigami quando sparisce va da qualche altra
parte… magari ora è felice.
Rialzo lo sguardo. Michael è nella stessa posizione di prima. Mi accorgo che i
miei pensieri sono durati solo un secondo.
- Giusto. Tu che c’entri in tutta questa storia?-
Ricordo perfettamente che c’era anche lui quando Yon sparì.
- Io? Sono stato un semplice spettatore degli eventi.- Sorride. Ancora ha la
voglia di sorridere?
- Uno spettatore attivo, direi.- Lo guardo negli occhi. Sento il bisogno di
cancellargli quel maledetto sorriso dalla faccia. – Hai aiutato Rage a
cancellarmi la memoria e a mantenere il segreto.-
La verità, è che provo pena per lei. Se io non fossi mai apparso alla vista di
Yon, lui sarebbe ancora qui con lei. Mary sarebbe una colomba bianca, in attesa
di reincarnarsi…
Sento un movimento vicino a me. Mary, che sino a quel momento era rimasta in
silenzio ad ascoltare aggrappata con le manine al mio mantello, lascia la presa
e prende a fissarmi negli occhi.
- Non è stata colpa tua.- Il suo sguardo è forte e sincero. Perché uno sguardo
del genere deve appartenere a una bambina così piccola? È stata colpa mia anche
questo.
Forse
dovrei sparire anch’io.
- Non pensarci nemmeno!... Tu devi rimanere con me!- Mary urla con tutto il
fiato che ha in corpo, come se mi avesse letto nel pensiero.
- Mary, io…- Gli occhi mi si riempono di lacrime. Non riesco più a sopportare
questa vita, bambina… Mi dispiace. –Ormai ho deciso.-
Mormoro piano.
E
chissà che non possa reincontrarlo? Chiedergli perché proprio io…
Mi passo una mano sul viso. Quando la riabbasso, il mio sguardo è determinato.
Fisso Rage e Michael. – Ora sparirò per sempre, come forse speravate dalla
prima volta che mi avete visto, contenti? Ma… ho una richiesta.- Guardo Mary,
che ha silenziosamente cominciato a piangere. –Appena sarò sparito,
cancellatele la memoria.- Rage cerca di nascondere un ghigno soddisfatto,
mentre Michael diventa serio per un secondo.
Mary urla, si dimena e piange. Io cerco di non guardarla negli occhi.
- No! Non voglio dimenticarmi di te! Tu sei… come un fratello e un padre per
me! Andrea! Ti prego, non andare via!- Il suo visino è rigato dalle lacrime,
fissa il pavimento ed è aggrappata alla mia maglia.
Con le mani, la prendo sotto le ascelle e la sollevo da terra.
-Guardami negli occhi…- Lei lentamente alza lo sguardo. Continua a piangere.
–Io ti voglio bene, hai capito?- Prende a dimenarsi e a tirarmi pugni sulle
braccia.
La stringo in un abbraccio. –Se vuoi ricordarti di me, non dimenticarti mai che
tutti noi abbiamo un cuore, bambina. Anche se non batte, anche se non è vivo.-
Le sussurro piano.
La poso a terra, ha smesso di dimenarsi.
Mi allontano, camminando all’indietro. Li guardo per un lungo secondo. Poi…
Un battito di ciglia.
La stessa luce rosso sangue che aveva avvolto Yon, ora è intorno a me.
Intravedo Mary. Mi fissa, alcune lacrime silenziose le rigano ancora il viso.
Le sue labbra formano una muta frase, mentre si porta una mano sul cuore. Non ti
dimenticherò. Mai.
Sorrido. Non è vero bambina…
Un boato, come un’esplosione.
Poi, Silenzio.
Una serata tranquilla. Anche se non si direbbe sia sera. Tutto qui è sempre
buio e oscuro.
Le colombe di fronte a me, tante, piccole e trasparenti, mi provocano una
strana sensazione di nostalgia. Ma non riesco a focalizzare…
Chissà perché non ricordo quasi nulla del mio passato? È come se una nebbia mi
impedisse di andare più lontano di qualche anno. Forse gli Shinigami sono come
i bambini. Pian piano che passa il tempo, si dimenticano del passato più remoto.
Una colomba spicca il volo. Chissà com’è reincarnarsi? Peccato che noi
Shinigami rimaniamo tali.
Per l’eternità.
-Mary? - Michael. Sempre con il sorriso sulle labbra.
Mi volto, lo fisso con i miei occhi color del sangue. Che avrà mai
dai ridere… Sospiro.
-Arrivo.-