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Autore: HermLOL    10/07/2015    3 recensioni
Terzo anno del trio ad Hogwarts.
Tutto scorre normalmente, tra la storia di Fierobecco, il Gramo, Sirius Black.. con delle piccole questioni irrisolte:
E se Draco ed Hermione nascondessero un segreto al di là delle ipotesi perverse che le vostre menti da FanFictioners possono formulare?
E se Severus Snape non agisse solo mosso dall'odio verso Sirius?
Tanti SE animano questa storia..
..vedremo se arriveranno anche i MA.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Severus Piton | Coppie: Draco/Hermione, Hermione/Severus
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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AVVISO: Mi scuso con tutti quelli che mi seguivano, ma ho avuto due anni di impegni vari che mi hanno portato via da EFP e quindi impedito di trovare la voglia e il tempo di aggiornare le mie FF. Spero che alcuni di voi ancora passino ogni tanto di qua, perché HermLOL è tornata e non ha in programma di abbandonare più! Ora vi lascio al capitolo che aspettate da due anni (sì, mi sto cruciando da sola, non dovete farlo voi!). Buona lettura e spero possiate perdonarmi :)

Hermione rimase in biblioteca fino a sera e non si presentò nemmeno a cena. A parte che le si era chiuso lo stomaco, e poi non aveva la minima intenzione di incontrare Harry  e Ron perché loro avrebbero sicuramente preteso spiegazioni e lei non poteva e non voleva dargliele. E poi aveva bisogno di chiarire prima con sé stessa quello che era accaduto: il bacio non era niente, non significava nulla e come aveva detto il professore non doveva assolutamente fidarsi di quella serpe bionda. Fosse per lei sarebbe rimasta lì dentro a rimuginare per tutta la notte, ma una scorbutica Madama Pince la esortò a uscire senza tante cerimonie e così fu costretta a vagare per i corridoi deserti rosa dentro dai dubbi e dalle domande mentre tutti gli altri erano a cena e sicuramente i suoi due amici si stavano chiedendo dove fosse finita.
Camminando, alla fine si ritrovò davanti all’infermeria. Si bloccò fissando la porta come se avesse cominciato ad intonare l’inno di Hogwarts al contrario, chiedendosi se si trovasse lì per una coincidenza oppure se l’inconscio aveva mosso le sue gambe portandola lì e seguendo quindi non la strada verso i dormitori ma quella dettata dal flusso ininterrotto e martellante dei suoi pensieri.
Guardò l’ora e notò che l’orario di visita non era ancora finito, quindi sospirò e si fece coraggio muovendo dei piccoli e tremanti passi verso la porta: era necessario chiarire immediatamente la situazione e quello era il momento giusto.
Spinse la porta e si affacciò per controllare che non ci fosse già qualcuno a visitare il biondino malaticcio. Lo vide lì, unico ospite dell’infermeria, seduto sul letto intento a mangiare l’arrosto con le verdure da un vassoio argentato che probabilmente aveva ottenuto minacciando di chiamare suo padre. Alzò gli occhi al cielo: era ovvio che Malfoy avrebbe sfruttato la sua condizione di infortunato per sbandierare il potere del padre ancora una volta davanti a tutti. Lasciò che la porta le si chiudesse alle spalle con un tonfo leggero, che però bastò ad attirare l’attenzione del biondino.
Draco deglutì in fretta e si costrinse ad assumere il suo atteggiamento da dandy che usava spesso con le ragazze. Sapeva, ovviamente, che la Granger non era come la Parkinson o le altre ochette di Serpeverde che tentavano di entrare nelle sue grazie: ma era tutto calcolato e sarebbe riuscito a farla cadere ai suoi piedi, seppur con il triplo del lavoro.
Granger… ti mancavo?” chiese spostando il vassoio sul comodino e raddrizzando la schiena mentre la ragazza si avvicinava titubante al suo letto.
No.” Rispose secca lei, con aria di sufficienza. Senza dire altro, la giovane Grifondoro si sciolse in un sorriso e fece per chinarsi verso di lui. Draco trattenne un ghigno, mascherandolo con espressione sorpresa, pensando che alla fine la Mezzosangue si stava dimostrando anche più oca delle altre, se aveva ceduto così facilmente. Si preparò a gustare il sapore della vendetta insieme a quello delle sue labbra, ma tutto si svolse molto, troppo velocemente perché lui potesse reagire: arrivata a pochi millimetri dal suo viso, Hermione mutò il sorriso serafico in un’espressione di pietra con gli occhi che fulminavano quelli del ragazzo e invece di baciarlo –come lui si era aspettato- gli lasciò la bruciante impronta della propria mano di un brillante vermiglio sulla guancia. Lo schiaffo risuonò secco per tutta la stanza, ma non fu abbastanza forte da attirare Madama Chips, per fortuna.
Per un attimo il tempo parve fermarsi. Hermione tratteneva il respiro, aspettando la sfuriata da parte di Draco. Sapeva che quel gesto le sarebbe costato caro, ma il biondino doveva capire che lei non si faceva usare in quel modo e nessuno, nemmeno lui, era autorizzato a metterle i piedi in testa.
Draco invece respirava troppo velocemente col rischio di entrare in iperventilazione: era furente. Come si era permessa quella lurida Mezzosangue di umiliarlo così? Non aveva capito di cosa era capace, non aveva capito chi si stava mettendo contro? Evidentemente era stato troppo tenero, doveva stringere le briglie ancora di più per farle capire chi dirigeva il gioco.
Da una parte il temperamento della ragazza lo stimolava, perché finalmente aveva trovato un’avversaria contro la quale valeva la pena combattere.. e vincere, ovviamente. D’altra parte, però, quel gesto lo aveva fatto infuriare come non mai e stava per mettersi ad urlare, quando il silenzio carico di tensione fu rotto da un brontolio sordo proveniente dallo stomaco della Granger.
Draco abbassò lo sguardo dagli occhi di lei al suo stomaco e viceversa, poi scoppiò in una sonora risata e si rilassò sui tre cuscini che aveva dietro la schiena. In quel momento, mentre lei lo guardava perplessa, imbarazzata e sicuramente delusa di non aver sortito l’effetto sperato con quello schiaffo, il piano si delineò una volta per tutte nella mente del ragazzo: le aveva giurato vendetta e se la sarebbe presa. Ma con calma e giocando un po’ con la sua preda, senza agire d’impulso.. per una volta avrebbe represso la rabbia, così che alla fine sarebbe esplosa tutta insieme rendendo più gustosa la sua vendetta.

Avanti, Granger, non fare la stupida e siediti. L’arrosto è troppo per me, ne vuoi un po’?” posò sulle proprie ginocchia il vassoio e inforcò il pezzo di carne più grande per poi portarlo a pochi centimetri dalla bocca di lei, sorridendo affabile.

Hermione rimase per un attimo sconcertata: lo aveva picchiato, e lui che faceva? Le rideva in faccia e le offriva da mangiare! Non sapeva come comportarsi, ma confusa e affamata decise di assecondarlo, così perplessa gli si sedette vicino e fissò il pezzo di carne davanti la propria faccia, in silenzio.
Era tentata di colpire la forchetta e rovesciargli così il vassoio e la carne addosso, ma lo stomaco brontolò di nuovo e, per evitare altro imbarazzo, addentò l’arrosto dalla forchetta che era in mano a Draco e cominciò a mangiarlo in silenzio.
Impietrita e confusa com’era, lasciò che fosse lui ad imboccarla. Era ancora troppo stordita per fare un  qualsiasi movimento che non fosse masticare.
Mentre Draco si godeva la visione della Granger che mangiava docile ciò che lui le dava, decise di rompere il silenzio e continuare compiaciuto il suo piano d’attacco.
Allora, Granger. Mi fa piacere che tu abbia deciso di tornare da me, sai.. mi sento così solo qui. E al momento l’unica che si merita di stare qui sei tu.

Mai momento fu più giusto per dire quella frase. Mentre Hermione quasi si strozzava al sentire quelle parole, qualcun altro era entrato nella stanza silenziosamente ed era rimasto impietrito sulla porta: quel qualcuno era Pansy Parkinson, che subito dopo cena aveva deciso di andare a trovare Draco in infermeria fantasticando su come lo avrebbe coccolato e curato e su quanto lui le sarebbe stato riconoscente una volta guarito.
La ragazza lanciò un urlo di rabbia e se ne andò sbattendo la porta mentre tutti i suoi sogni venivano infranti.
Draco ridacchiò, mentre Hermione continuava a tossire tentando di liberare le vie respiratorie da pezzi di arrosto andati di traverso. Tutto quel trambusto aveva attirato l’attenzione di Madama Chips che, accorsa, pensò che ad urlare fosse stata Hermione e trovandola in quello stato sul bordo del letto pensò si fosse sentita male. Con un abile movimento della bacchetta e qualche formula magica le liberò le vie respiratorie, poi mentre la ragazza ansimava per riprendere fiato la donna la fece stendere nel letto alla sinistra di Draco borbottando che almeno per una notte doveva rimanere lì.
Il ridacchiare di Draco si fece più acuto e il ragazzo dovette provare in tutti i modi a ridere silenziosamente per non attirare su di sé l’attenzione di Madama Chips. La scena era troppo demenziale ai suoi occhi: la Granger, costretta a rimanere per una notte nel letto accanto al suo senza che lui avesse detto o fatto niente per far sì che accadesse, tentava di salvarsi ma Madama Chips era irremovibile e alla fine la discussione si concluse quando la donna minacciò di chiamare il Preside e Hermione fu costretta a rimanere zitta nel letto. Soddisfatta, Madama Chips tolse il vassoio ormai quasi vuoto dalle ginocchia di Draco e intimò a entrambi di dormire e riposare, poi si chiuse nei suoi appartamenti e calò il silenzio.

Draco si impose di non ridere e si girò su un fianco, puntellandosi sul gomito sano e guardando la Granger imbronciata nel letto.
Wow, deve esserti piaciuto davvero tanto il bacio di oggi se hai finto di sentirti male per restare qui stanotte…” la schernì ghignando. Tanto, al buio, la sua espressione non si sarebbe vista. Badò però a mantenere un tono di voce caldo.
La ragazza lo fulminò e sospirò. “Taci, Malfoy! Tu non sai cosa mi piace e non deve interessarti. Prova ancora a baciarmi e farò in modo che tu rimanga qui in infermeria fino alla fine dell’anno. “ sibilò irata la ragazza, per poi tirare le coperte fin sopra al mento e dargli le spalle.
Draco non si diede per vinto e si sporse verso di lei, sussurrando: “Guarda che c’è un pigiama ai piedi del letto. Non vorrai che la tua divisa da Grifondiota si sgualcisca dormendoci…”  Hermione tirò, per tutta risposta, le coperte ancora più su e borbottò: “Non ci sperare, non mi vestirò mai in tua presenza, nemmeno dietro un separé. Buonanotte.” e si chiuse in un silenzio ostinato, fingendo di dormire.
Draco si concesse una risatina, poi replicò: “Buonanotte.. Hermione.” E si distese cercando di prendere sonno: chiamarla per nome gli era costato tanto, ma da come la ragazza aveva trattenuto rumorosamente il respiro poteva ritenersi soddisfatto, perché aveva cominciato a fare breccia nelle sue mura difensive.

Hermione rimase irrigidita e rannicchiata su sé stessa ad ascoltare il respiro del ragazzo farsi sempre più pesante mentre la sua mente galoppava senza darle tregua. Malfoy era diventato enigmatico: la trattava male, ma in un modo che sembrava quasi la stesse corteggiando. Certo, conoscendolo magari voleva solo umiliarla davanti a tutti.. ma la sua umiliazione valeva così tanto? Per Draco Malfoy valeva la pena sporcare il suo sangue così puro corteggiando una Mezzosangue solo per umiliarla alla fine? “No.“ pensò Hermione. “Non arriverebbe a tanto. Ma non è neanche possibile che mi voglia davvero corteggiare.. forse vuole solo prendersi gioco di me. O forse sta diventando matto…” con questi pensieri che le ronzavano in testa si addormentò profondamente, sfinita, piombando in un sonno costellato da sogni dove lei e Draco facevano picnic al Lago o studiavano in biblioteca come lei faceva con Harry e Ron.
Qualche ora dopo Draco si svegliò perché il braccio ferito lanciava delle fitte dolorose dovute ad una posizione tenuta per troppo tempo nel sonno e, per far smettere quelle fitte, si voltò verso il letto di Hermione. Dopo qualche minuto gli occhi si abituarono all’oscurità e notò che la Grifondoro si era completamente liberata della coperta e della sua posizione iniziale rigida e rannicchiata: dormiva profondamente a pancia in su, con le labbra dischiuse e le braccia aperte che penzolavano ai lati del letto, la parte superiore della divisa stropicciata e la gonna leggermente alzata ma che comunque non lasciava intravedere nulla di più della coscia. Trattenne una risata pensando a quando la Granger si sarebbe svegliata in quella posizione e si sarebbe vergognata tantissimo, pregustando il momento e sperando di essere sveglio quando sarebbe accaduto. Per un po’ rimase lì a fissarla e a pensare, poi decise che avrebbe fatto un ulteriore passo in avanti verso la vendetta: si sistemò comodamente e allungò il braccio sano per prendere la mano della Granger, poi chiuse gli occhi. Gli faceva ribrezzo solo pensare che quel contatto fosse reale, ma un piccolo sacrificio era necessario alla causa.. le ragazzine adoravano le smancerie e svegliarsi mano nella mano con un ragazzo era tra le prime della lista.
Superato il primo momento di ribrezzo, Draco scivolò nel sonno pensando che alla fine la mano della Mezzosangue non era poi diversa da quella di altre ragazze.. anzi, era sicuramente più piacevole da stringere di quella cicciotta e enorme della Parkinson. 



 

   
 
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