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Autore: Astarte92    19/01/2009    0 recensioni
-Come saprai, sono poche le cose che possono uccidere un vampiro. Io sono una di queste.- (nda: questa frase non comparirà mai nella storia, ma diciamo che la riassume bene, quindi perdonatemi la licenza poetica!)E se Bella non fosse così normale come sembra? Se fosse un tantino, ma solo un tantino più pericolosa? Qualcosa da cui perfino i vampiri farebbero meglio a guardarsi le spalle?Rivisitazione di Twilight con le mie modifiche, nata dall'esasperazione di vedere Bella sempre debole e indifesa. Spero che vi piaccia!! Non completa, si ferma al capitolo 10. Sorry!
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Sangueed acqua

Anteprimaalla premessa: Avviso fin da adesso che l'inizio della storiasarà un po' monotono, visto che non si discosteràpiù di tanto dall'originale. Dal prossimo capitoloinserirò l'Edward's Pov, giusto per renderlo menosoporifero, ma questa premessa andava per forza fatta con il Bella'sPov. (Commentoche non c'entra niente: grazie ai tesori che mi hanno recensita nellamia scorsa ff: debblovers, cometa 91, Deb, Debby_DG. Grazie! Non avetenemmeno idea di quanto coraggio mi abbiate infuso! )
Premessavera e propriaIoe mio padre viaggiavamo nell'auto della polizia verso la sperdutacittadina di Forks, nella penisola di Olympia, stato dello Washington.Che, fra parentesi, non si trova attorno all'omonima cittàin cui avevo vissuto negli ultimi cinque anni. Mia madre era stata unadei tanti impiegati dell'amministrazione pubblica; del resto, aWashington non c'è molto altro da fare. Renee aveva sempreodiato compilare scartoffie, come era solita definire il suo impiego.Io invece lo trovavo affascinante: dove lavorava lei, si decidevano lesorti del paese. Sinceramente, non mi sarei mai augurata di finire doveera finita lei, ma tutto sommato il suo era un lavoro interessante. Ripensaicon nostalgia ai larghi viali davanti agli edifici governativi, con leloro prospettive perfette, studiate apposta per far colpo. Stavamoviaggiando su una statale trafficata il triplo  e largaall'incirca la metà di quei viali. L'unica cosa che mi davasollievo era la pioggerellina insistente che tamburellava suifinestrini. Meno male che Charlie viveva in un posto umido. Neio ne Renee avevamo mai potuto soffrire il caldo e l'afa, naturalmente.Se Forks fosse stata situata in qualche paese del sud in cui erodeterminata a non metter piede (California, Arizona, Texas... mi venivamale al solo pensiero) probabilmente sarei fuggita prima ancora cheCharlie avesse il tempo di arrivare per il funerale di Renee.-Menomale che ti piace la pioggia...- borbottò Charlie al miofianco. Percepivo il suo disagio quasi come fosse stato il mio: eravamotroppo simili per evitare una qualche forma di empatia. -Già.-Per quanto desiderassi toglierlo dall'imbarazzo che doveva di sicuroprovare, non riuscì ad spiccicar altro. Non doveva esserefacile, per uno riservato come lui (e come me), avere a che fare conun'adolescente pressochè, purtorppo, sconosciuta, da pocoorfana. Al fatto che non avrei dovuto provare pietà per lui,ma per me stessa, non ci volevo neanche pensare. Ilsilenzio durò per tutto il viaggio, finchè nonentrammo nello sputo di terra che d'ora in poi avrei definito casa.Charlie mi indicò tutti gli edifici di qualche rilievo delpaese -la biblioteca, la segreteria del liceo, il comune, la centraledi polizia- per poi fermare l'auto davanti alla villetta prefabbricatache i miei avevano comprato subito dopo il matrimonio. Sulvialetto davanti alla casa c'era un affare rosso che qualcuno dallafantasia sfrenata avrebbe potuto definire furgoncino. Notaicon la coda dell'occhio che Charlie mi scrutava con ansia. Con il vivopresentimento che la mia espressione incredula lo stesse mettendo inulteriore difficoltà, cercai di riprendermi.-Daquando ti sei dato alle... macchine d'epoca?- Macchina d'epoca era ladefinizione più cortese e diplomatica che mi venne in mente.-Tipiace? Sai, è per te... mi è parso di ricordareche non ti andasse di farti scarrozzare in giro da me con l'auto dellapolizia...- Arrossendo, ricordai con  vergogna tutti i bronciche avevo messo quando avevo scioccamente iniziato a sentirmi troppogrande per entusiasmarmi alla ricetrasmittente incorporata. Era statoanche grazie all'evidente diasappunto che avevo mostrato per quasiqualunque cosa che riguardasse Forks negli anni dellapubertà che Charlie non aveva più insistito perfarmi passare li l'estate, venendo lui da me invece.Micostrinsi ad essere oggettiva riguardo a quell'aggeggio, scacciando lamia pericolosa tendenza al pessimismo. Beh, certo non era estetico, main compenso aveva un'aria molto robusta. Sembrava proprio quel tipo diveicolo indistruttibile che vedi nei luoghi degli incidenti senza mancoun graffio, vicino ad un cartoccio che in passato doveva essere statouna lussuosa auto straniera. Abbozzaiun sorriso. -Si, mi piace. Grazie mille.- Non aggiunsi che avrei potutobenissimo comprami un'auto da sola, con i soldi che adesso avevo inbanca. Charlie stava solo cercando di comportarsi da padre, un ruoloche lo metteva in evidente difficoltà.Midiede le chiavi del mio nuovo (si fa per dire) pick up e miportò dentro la valigia, mentre io gli davo un'occhiata.Passato il primo momento di sconforto al constatare quanto fossebrutto, non era poi così male. Mi ci vedevo dentro. Dopoun paio di minuti, Charlie mi chiamò dentro, adducendo comescusa la pioggia. Mi venne da sorridere al pensiero che lui sipreoccupasse del fatto che fossi fradicia.Miaccompagnò in camera mia, dove aveva già portatola valigia, e dopo un bacio sulla fronte, con vivo imbarazzo dientrambi, mi lasciò sola. Comein trance, mi trascinai fino alla finestra e appoggiai la fronte alvetro gelato, versando tutte le lacrime che avevo trattenuto fino aquel momento.
Allora,com'era? Qualcuno ha vomitato? O siete semplicemente entrati incatalessi? Fatemi sapere.Bacio
Darcy
  
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