Anime & Manga > Fairy Tail
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Autore: MaxB    10/07/2015    6 recensioni
Raccolta di one-shots e mini-long basate su immagini di Rboz e Blanania, che mi hanno dato l'autorizzazione. Gajevy totale con accenni ad altre coppie.
Elenco dei capitoli per genere o caratteristiche:
- Serie di immagini: 1, 6, 8, 9, 14
- Immagini singole o a coppie: 2, 5, 7, 12, 18, 19, 23, 24
- Drammatiche: 3, 13
- AU: 5, 15, 18, 19, 20, 22, 24
- Pirates AU: 10, 11 (conclusa)
- School AU: 4, 15, 20
- Council Gajevy: 16, 21
- Gajevy Week 2015: 17
Scrittura e disegno sono due forme d'arte che se accoppiate fanno scintille!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil Redfox, Levy McGarden, Pantherlily, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta, Traduzione | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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A new adventure (Council Gajevy)

Disegnatrice: Rboz
Universo: Fairy Tail
Caratteri: IC
Genere: fluff; romantico
Personaggi: Gajeel Redfox; Levy McGarden; Pantherlily; Jet e Droy; vari
Coppie: GxL;
Rating: verde
POV: esterno
Lettura: /
Contestualizzazione: fine Tartaros Arc
Avvertimenti:spoiler!; storia basata sul possibile svolgimento delle avventure nel Concilio.

 
La notizia era arrivata come un fulmine a ciel sereno, letteralmente. Inaspettata come la neve d'estate, imprevedibile come un terremoto, distruttiva come uno tsunami, devastante come la morte di qualcuno che ami. Esasperante.
La gilda era stata sciolta. Fairy Tail non esisteva più. Era lo scheletro dell’edificio diroccato che sorgeva a Magnolia, era il tatuaggio di quei ragazzi che lo mostravano con orgoglio, era la casa e la famiglia di persone forti e coraggiose. Era stata la loro ragione di vita. Ma non c'era più. Da un'ora, non c'era più.
Levy non capiva. Come poteva essere? Cosa stava succedendo? Si sentiva ancora legata ai ragazzi che aveva intorno, sentiva ancora di essere parte di un qualcosa insieme a loro. Ma allora perché proprio loro sembravano smarriti quanto lei e si chiedevano cos'avrebbero fatto? Perché? Era tutto sbagliato. Tartaros aveva lasciato il segno, certo, li aveva segnati. Igneel era morto, gli altri draghi scomparsi per sempre. Zeref era ancora vivo e le perdite subite erano state troppe per poterle numerare. Ma Fairy Tail ne aveva passate di peggio. Avevano sempre affrontato tutto insieme, dal buco temporale di sette anni di Tenroujima alla rinascita dalle ceneri di un glorioso passato, dalle condizioni di salute del Master alla dipartita di Laxus.
Era impossibile che la gilda si sciogliesse, perché la loro forza era data dalla loro unità. Anche se Natsu era partito, rimaneva un loro compagno. Ne avrebbero atteso il ritorno insieme, e un anno sarebbe sembrato un lasso di tempo trascurabile. Avrebbero ricostruito la loro casa, la loro città, stringendo ancora di più i loro legami. Avrebbero atteso anche Gray, che non si vedeva più.
Ma Levy si accorse tristemente di aver usato il condizionale nelle sue idee per il futuro della gilda. Tutto era sempre stato una certezza, come per il Dai Matou Enbu: nonostante la partenza a dir poco tiepida, avevano sempre creduto nella vittoria. Erano Fairy Tail. In quel momento, invece, niente era una certezza, eccetto il caos.
- Ci vediamo qui fra due giorni, ragazzi. Per salutarci - disse Mirajane.
Fu una delle poche volte in cui Levy vide Mirajane senza il suo consueto sorriso felice e sereno.
 
Erza era andata via, insieme ai suoi ventisette bagagli, un'ora prima.
- È il minimo, ragazze! - aveva sbottato quando Mirajane aveva criticato la montagna di valigie che si portava appresso. - Il resto l'ho lasciato a Fairy Hills. Quella almeno non è distrutta. E poi, chissà, presto o tardi tornerà ad essere camera mia, no?
Quando Levy le aveva domandato dove sarebbe andata, era rimasta sul vago: - Lavorerò un po' per conto mio, credo. Non so cosa farò di preciso.
E poi, silenziosamente se n'era andata, sparendo dalla vista dei suoi compagni come la nebbia mattutina. Ma non ci furono lacrime o tragici drammi, no. Erza era lì con loro, nei loro cuori e nei loro tatuaggi, quelli che mai, per nessun motivo al mondo avrebbero cancellato. Non aveva detto addio perché quello era solo un momentaneo, seppur doloroso, arrivederci. I Raijinshuu partirono in gruppo, così come i tre Strauss. Strette di mano e sorrisi incoraggianti, alcune lacrime di lontananza, ma nulla di permanente.
Ognuno sentiva che presto o tardi le loro strade si sarebbero nuovamente incrociate per proseguire insieme, per sempre. Avevano solo bisogno di un po' di tempo per crescere e riflettere, ogni ragazzo ne ha bisogno. Ed ogni ragazzo torna a casa dopo aver ritrovato sé stesso.
Bisca, Alzack e la piccola Asuka rimasero a Magnolia per aiutare con la ricostruzione. Kana partì senza un goccio d'alcol in corpo e nei bagagli, troppo devastata per poter ottenere consolazione dal sake.
Lucy aveva versato poche lacrime, lamentandosi della sua breve permanenza nella gilda e dello scioglimento improvviso, così come della sparizione del Master che non si vedeva più dall'annuncio della fine della gilda. Ma Levy sapeva che ciò che veramente la tormentava era la mancanza di Natsu. Salutarla fu doloroso, ma lo fu ancora di più lasciarla senza nessun recapito. Sarebbe stato troppo logorante mantenersi in contatto ricordando ciò che era stato. Entrambe sapevano che un giorno, in qualche modo, si sarebbero ritrovate.
E così erano rimasti in pochi, meno di una decina, a guardarsi con malinconia. Levy stava aspettando Jet e Droy per salutarli, probabilmente non sarebbero partiti insieme. Aveva bisogno di stare da sola per cercare di capire meglio cosa voleva dalla vita, cosa comportava quella situazione per lei, e come avrebbe potuto affrontare quella nuova avventura. E poi, non poteva ancora andarsene perché Gajeel non lo aveva fatto. Se ne stava seduto su un muretto, a fissare trucemente i suoi compagni... ex-compagni di gilda. No, compagni lo erano ancora. Era la gilda a non essere più. Per cui compagni di ex-gilda. Il gomito del ragazzo era posato sul suo ginocchio e con il pugno chiuso si reggeva il mento. Levy lo fissava di sottecchi, voltando la testa proprio quando lui iniziava ad osservarla. Si sistemava la fascetta arancione quasi con maniacalità, nonostante fosse perfettamente in ordine, ovviamente.
- Be', Gamberetto, per me è ora di andare - disse il ragazzo alzandosi e cogliendola di sorpresa. Lily era volato a casa a prendere poche altre cose che avevano dimenticato.
Gajeel si avvicinò a Levy grattandosi la nuca, lo sguardo rivolto verso il basso. Voleva... voleva dirle tante cose. Ma non era bravo con le parole. Quindi tutto ciò che riuscì a pronunciare fu: - Scusa, per... ahem, e grazie per, be', tutto.
Il volto di Levy si rabbuiò: aveva sperato in qualcosa di più. Tentò comunque di sorridere, ma Gajeel si rese conto che quello non era il suo solito sorriso dolce, quello che lo faceva sentire una persona migliore solo perché poteva vederlo.
- Sei la persona più meravigliosa che conosca - disse di getto senza rendersene conto.
Levy strabuzzò gli occhi e arrossì, lusingata ed emozionata.
Come poteva Gajeel sperare di riflettere su qualsiasi cosa se lei assumeva quell'espressione così dolce? Faceva già fatica a ragionare quando si impegnava, se poi qualcuno faceva fare cortocircuito ai suoi neuroni era un'impresa da titani. Voleva chiederle di partire con lui, di viaggiare insieme, ma il briciolo di lucidità che gli era rimasto gli fece mordere la lingua.
- Ci rivedremo? - chiese borbottando.
Levy guardò in alto, verso le fronde dell'albero sotto al quale stavano chiacchierando, e chiuse gli occhi. Dovevano rivedersi. Assolutamente. L'ipotesi contraria non doveva nemmeno essere presa in considerazione. Lentamente, arrossendo, abbassò la testa e si sciolse la fascetta arancione che aveva fra i capelli, guardandola quasi con nostalgia: era abbinata al suo vestito preferito, del colore che prediligeva.
Non disponibileUn po' imbarazzata, si avvicinò a Gajeel e gli prese delicatamente il braccio senza notare la sua espressione confusa. Quel giorno indossava i soliti pantaloni beige e una giacca smanicata scura, un classico per lui, ma sotto ad essa portava una canottiera verde chiaro che non gli aveva mai visto.
- Certo che ci rivedremo. Siamo legati da... Fairy Tail - disse pacatamente mentre gli legava al braccio la fascetta arancione. - E per dimostrartelo e fare in modo che non ti dimentichi di me, ti presto la mia fascetta. Me la renderai al nostro prossimo incontro. È la mia preferita.
Levy arretrò di un passo e notò gli occhi strabuzzati di Gajeel, così aperti che l'iride sembrava essersi ristretta. Lui sfiorò lentamente il nastro sul suo braccio, intensamente felice di quel regalo: Levy non avrebbe mai rinunciato ad un suo nastro. Eppure lo aveva dato a lui perché sapeva che si sarebbero rivisti. Lo desiderava davvero.
Doveva contraccambiare e mostrarle che anche lui ci teneva a rivederla e aveva fiducia nel loro incontro futuro. Repentinamente si chinò verso la borsa ai suoi piedi e l'aprì, rimestando fra i pochi averi che aveva deciso di portare con sé, alla ricerca di qualcosa di particolare. Si sa che Gajeel è pragmatico, anche se questo lo porta a dimenticare cose spesso importanti.
- Dov'è...? Dannazione - borbottò a mezza voce, mentre Levy sbirciava incuriosita alle sue spalle.
Proprio mentre stava per chiedergli cosa stesse cercando, Gajeel scattò in piedi ridacchiando come solo lui poteva fare, tenendo per le spalle una delle sue giacche. Questa era marrone con borchie grigie sul bordo e sulla lunghezza delle maniche che arrivavano al gomito del ragazzo, ad occhio e croce. Era lunga fino alla base della schiena o poco oltre. Insomma, non una delle solite giacchette lunghe e malridotte a causa dei combattimenti. Questa era in ottimo stato. I ricami metallici si ripetevano anche sul colletto e arrivavano fino alla fine, tracciando anche il bordo inferiore.
Levy continuò a fissarlo in silenzio finché, sogghignando, il ragazzo si girò e le drappeggiò sulle spalle la giacca. Levy ci navigava dentro in confronto a lui. Il gesto improvviso, la sensazione di avere un qualcosa di suo addosso, la sua vicinanza e le sue mani che cercavano di farle cadere meglio l'indumento che indossava fecero avvampare Gajeel.
Scambiando la sua espressione sbalordita per confusione, Gajeel si affrettò a dire: - La mia giacca preferita! Prendila.
- Huh? - mormorò Levy, alzando lo sguardo e fissandolo.
Di fronte a quell'espressione, la mano di Gajeel si bloccò sul colletto della giacca mentre i suoi occhi si piantarono in quelli di lei, lucidi d'imbarazzo. Erano così dolci...
E come potevano non esserlo, quando Levy stava riflettendo su quanto dovesse costargli quella cessione? Si parlava di Gajeel che le stava dando qualcosa di suo. E non una cosa qualsiasi, ma una delle sue giacche. La sua preferita! Che fosse un modo per ringraziarla in modo equo per la sua fascetta? Indumento per indumento?
Non disponibileGajeel ghignò di nuovo: un pensiero malsano quanto allettante gli aveva attraversato la mente e il suo corpo lo mise in atto senza esitazione. Tornando serio, portò un braccio attorno alla vita di Levy e l'attirò a sé, stringendola con forza. L'altra mano la posò fra i suoi capelli, saggiandone la morbidezza. Lentamente si chinò verso il suo orecchio e le bisbigliò un avvertimento con aria complice, come se fosse un segreto.
- Non perderla, è la mia preferita - ribadì.
Che si stesse davvero rivolgendo a Levy? O magari parlava alla giacca, come a renderla la guardia del corpo di quella ragazzina che stringeva fra le braccia?
Levy sentì gli occhi pizzicarle, conscia di essere sull'orlo delle lacrime. Non voleva separarsi da lui. Non voleva separarsi da Fairy Tail. Ma anche Gajeel era convinto che si sarebbero rivisti, e lei doveva crederci più che mai. Era stata la prima a dirglielo. Chiuse gli occhi e seppellì il volto nel suo braccio mentre le lacrime facevano capolino all'angolo dell'occhio. Il suo profumo impregnava la giacca e Levy lo respirava direttamente dalla sua pelle.
- Sì, non la perderò.
Da lontano sentirono, poco tempo dopo, una voce familiare che li chiamava. Lily era tornato. I due ragazzi si staccarono, ma Gajeel non lasciò la vita della giovane: più l'abbracciava, meglio era. Il gatto si rese conto troppo tardi di aver interrotto qualcosa. Levy era rossa in viso e lo fissava sorridendo, amabile come al solito. Il suo nakama, invece, aveva le sopracciglia aggrottate e lo guardava male... chissà perché. Non fece in tempo ad arrivare in prossimità dei due che Levy lo catturò fra le sue braccia e lo strinse forte come faceva di solito, se non di più, le lacrime sempre lì, sul punto di uscire. La giacca di Gaeel le era caduta dalle spalle nella foga dell'abbraccio.
Lily ridacchiò e le accarezzò il viso, impedendo alle lacrime di scendere. Si stava commuovendo anche lui. Alle loro spalle, Gajeel si grattava il collo con aria spaesata. Non sapeva che fare. Si avvicinò a Levy e Lily con l'intento di abbracciarli ancora, giusto perché l'atmosfera del momento glielo suggeriva, quando sentirono due voci urlare: - Levy-chan!! Gajeel!! Lily!
Come equivocare quel tono di voce, anzi, quei toni di voce?
- Jet e Droy?! - esclamarono i tre che osservavano il tornando arrivare.
Jet e Droy stavano correndo come dei pazzi, consci di essere in ritardo. O meglio, il primo correva ad una velocità troppo elevata per il secondo, che arrancava, spinto in avanti solo da desiderio di giungere a destinazione e mangiare, finalmente.
Riunito l'ex Team Shadow Gear, Droy iniziò a mangiare e a piangere insieme a Jet, pregando la loro "Levy-chan" di partire insieme. Ma la ragazza fu inamovibile, sebbene i due potessero vedere il suo dolore riflesso nel sorriso triste e negli occhi privi della solita luce. Chiacchierarono un po', risero, brontolarono e decisero che era il momento di andare.
Non disponibileLevy recuperò la giacca di Gajeel e la indossò come si conveniva, scoprendo che le maniche le arrivavano fino al polso, laddove a lui arrivavano al gomito. Per non parlare del fatto che era lunga fino alle ginocchia. Armata di tracolla rossa e volontà di non piangere, si posizionò di fronte a Gajeel, affiancata da Jet e Droy.
Levy si ritrovò a fissare sorridendo la montagna di muscoli che aveva sconvolto la sua vita, notando con piacere il modo dolce in cui lui ricambiava lo sguardo. Erano sordi anche alle acclamazioni di Jet, Droy e Lily per quel momento evidentemente romantico, a modo suo, e ciechi alle loro occhiate complici.
- A presto, Gamberetto - disse Gajeel ghignando.
Levy arrossì e mise il broncio finto, spingendolo a scompigliarle i capelli.
- A presto Baka.
Gli sorrise un'ultima volta, notando con la coda dell'occhio che Jet e Droy se ne stavano andando verso destra. Lei arretrò e si allontanò nella direzione opposta rispetto a Gajeel e Lily. Il gatto la salutò un'ultima volta e Levy girò il viso sventolando la mano e stringendo con l'altra la giacca, serena per quel breve attimo. Il ragazzo aveva già la borsa in spalla, e sollevò il braccio per salutare. Si impose di non girarsi per rivederla. Non avrebbe risposto delle sue azioni.
E così quel giorno di primavera, mentre i fiori di ciliegio cadevano dall'albero al primo leggero alito di vento, la gilda si sciolse definitivamente. Ma non era un addio. Non c'erano adii, a Fairy Tail. Era solo una pausa momentanea. Doveva essere così.
Quando un fiore sfiorò il tatuaggio sul braccio di Gajeel per poi posarsi sulla sua sacca, il pensiero di tutti i membri della gilda risuonò all'unisono nelle menti di tutti.
Incontriamoci ancora.
 
Erano passati pochi giorni dall'inizio del loro viaggio, ma Gajeel e Lily erano soddisfatti della strada percorsa. Ancora non sapevano esattamente dov'erano diretti, avevano solo una vaga idea del percorso da seguire.
- Andiamo dove ci portano le nostre gambe - aveva detto Gajeel.
Stremati, si erano seduti sul manto erboso di una collina, osservando dall'alto la foresta che si apriva davanti ai loro piedi. Il sole stava tramontando e loro erano talmente stanchi da non avere nemmeno fame. Avevano sempre dormito all'aperto sotto alle stelle che facevano loro da sentinelle. Avevano fatto tappa in qualche piscina termale pubblica per lavarsi e avevano anche fatto il bucato nelle lavanderie a gettone, ma Gajeel non si era mai levato dal braccio la fascetta di Levy.
- Ti si fermerà la circolazione - gli aveva fatto notare Lily.
- Quella piccoletta non ha tutta quella forza - gli aveva risposto Gajeel.
E mentre il sole spariva dietro agli alberi e il vento scompigliava dolcemente i capelli corvini del ragazzo, Gajeel si ritrovò a pensare a Levy. Ancora. Come ogni ora di ogni giorno.
Si girò verso la sua borsa e fissò il fiore che dava bella mostra di sé sulla stoffa marrone. Quando era partito lo aveva trovato lì, probabilmente caduto da un albero, e lui lo aveva fissato in modo che non cadesse. Gli ricordava lei.
Si toccò la fascia arancione sorridendo.
 
Levy aveva affittato un appartamentino piccolo ma accogliente in una cittadina vicino a Magnolia. Aveva trovato lavoro come traduttrice di testi antichi, che le fruttava una somma di denaro non indifferente per una sola persona. Aveva riempito la piccola libreria di cui disponeva con i suoi libri preferiti, mentre il resto della biblioteca, perché altro nome non poteva avere, era rimasto a Fairy Hills in attesa del suo ritorno.
Si era fatta del tè caldo e aveva indossato i calzettoni bianchi. Si era seduta sulla panca appoggiata alla finestra per osservare il cielo terso. A Magnolia non si vedevano così bene le stelle, dato che era una cittadina molto illuminata la notte.
Un brivido le attraversò la schiena e Levy si alzò per prendere una coperta. Poi l'occhio le cadde sulla sedia della scrivania, sulla quale c'era, accuratamente appoggiata, la giacchetta di Gajeel.
E mentre il profumo fruttato del tè riempiva la stanza, Levy si ritrovò a pensare a lui. Ancora. Come ogni ora di ogni giorno.
Si sedette sulla panca indossando la giacca che le scaldava direttamente il cuore. Ci teneva davvero a quell'indumento, che trattava con una cura quasi maniacale. Non tanto perché era prestata, ma perché gli ricordava lui.
Si strinse nella giacca sorridendo.
 
Non disponibileUna stella cadente attraversò il blu notturno.
- Es
primi un desiderio - bisbigliò Lily inconsapevolmente.
Due ragazzi intenti a guardare le stelle, sotto allo stesso cielo, pensarono alla loro gilda, e l'uno all'altra.
Desidero rivederti e non lasciarti più, dissero i loro cuori.
I membri di Fairy Tail, sparsi nelle più remote città di Fiore, espressero lo stesso desiderio, certi che un giorno si sarebbe realizzato.
Gajeel e Levy però non sapevano che il loro si sarebbe avverato prima degli altri. Al momento bastava la promessa che si erano fatti e gli oggetti dati come pegno.
Si addormentarono guardando lo stesso punto dove la stella era scomparsa, portando via i loro pensieri.
 
Due mesi dopo...
Mancavano pochi minuti al suo arrivo, ma Levy non ce la faceva più. Erano due giorni che camminava e cambiava corrispondenze con il treno, portandosi dietro tutti i suoi bagagli e cambiando hotel ogni notte, ottenendo solo stress e mal di schiena come risultato. Sperava che almeno il trattamento che le avrebbero riservato lì non fosse dei peggiori. Insomma, lei non doveva entrare a far parte del Corpo Detentivo, di quello che combatteva o altro. Si sarebbe occupata di intercettazioni, traduzioni e corrispondenza cifrata, forse anche di strategie, se fosse riuscita a scalare la vetta abbastanza in fretta.
Il Concilio della magia, incaricato di mantenere l'ordine a Fiore, l'aveva convocata dopo aver scoperto che era in grado di comprendere svariate lingue antiche e scrivere e modificare le rune a suo piacimento. Grazie ad alcune ricerche il Concilio aveva saputo che il suo cervello era come una grande biblioteca in miniatura e la ragazza era una fonte inesauribile di conoscenze, oltre ad essere una maga. Di Fairy Tail. E così aveva richiesto i suoi servizi.
Levy non ci aveva pensato due volte: oltre a darle la garanzia di un lavoro stabile e ben pagato con tanto di vitto e alloggio, avrebbe potuto ottenere informazioni sui suoi nakama. Magari anche su di lui. Chissà cosa stava combinando...
Scuotendo la testa, Levy arrossì e cercò le indicazioni che mostrassero dov'era la base del Concilio. Una volta trovate, affrettò il passo: in pochi minuti sarebbe arrivata. La rigida disciplina del luogo non la spaventava, sperava solo di vedere riconosciuto il proprio lavoro per non essere destinata alla noiosa e alienante mansione da segretaria o, come le piaceva chiamarlo, da "ammucchiatrice di scartoffie".
Le alte mura del palazzo del Concilio, sede così antica da far concorrenza al castello del re a Crocus, erano inconfondibili e Levy decise di zigzagare per le stradine secondarie cercando di raggiungere la sua meta basandosi solo sull'intuito. Le bastava vedere l'edificio avvicinarsi. Giunta sulla soglia, alcuni minuti dopo, tirò un sospiro di sollievo. E stanchezza. Varcò il portone con sicurezza e si diresse all'ufficio più vicino, nella grande sala principale. Era pieno di gente che probabilmente doveva denunciare fatti strani, dare informazioni o chiedere aiuto. Per fortuna la corsia riservata ai membri stessi del Concilio era quasi vuota.
- Buongiorno, sono Levy McGard...
- So chi è - la interruppe bruscamente la segretaria. - La stavamo aspettando. Per la prima settimana dovrà lavorare con altri addetti alle strategie e alle ricerche e quelle cose che fate voi, per capire ciò che deve fare. Lavorerà per il reparto di Esecuzione della Detenzione. Il vicecapitano dell'unità arriverà a breve per mostrarle la struttura interna del Concilio e istruirla sulle nozioni di base riguardo al funzionamento dell'organizzazione, abitudini e storia, nonché addestramento. È qui da poco più di un mese e mezzo, ma sta per essere nominato capitano a causa delle sue incredibili doti in combattimento. Si dice che sia anche un mago. È molto in gamba. Comunque, il futuro capitano deciderà a che reparto assegnarla alla fine della settimana e a che livello gerarchico dell'organigramma posizionarla. Qui ci sono le chiavi della sua camera, la mappa del posto da sapere a memoria entro domani, alcuni fascicoli di regolamenti e informazioni e il modulo su cui deve apporre la firma per accettare il contratto.
La donna porse a Levy tutto il malloppo insieme ad una penna. Notando lo sguardo sbigottito e disorientato della ragazza, la segretaria le sorrise.
- La parola d'ordine qui è pragmatismo. Anche efficienza. Si abituerà in fretta, vedrà.
Levy sorrise debolmente. Quanto le mancava Fairy Tail, con i suoi schiamazzi e le sue baruffe. Lesse il modulo sospirando e lo firmò, diventando a tutti gli effetti membro del Concilio, sebbene dei bassi ranghi.
- Buona giornata - la salutò la donna.
Levy prese tutti i bagagli e si diresse verso una sedia vuota fra quelle allineate al muro. Nel farlo, però, urtò qualcosa. O meglio, qualcuno.
- Tsk - borbottò il malcapitato.
- Scusi, non volevo, è colpa mia - disse in fretta, sinceramente dispiaciuta. Lo aveva urtato abbastanza pesantemente. Alzò gli occhi per osservare la vittima e le parole le morirono in gola.
- Che ci fai qui, Gamberetto?! - esclamò Gajeel. Indossava la divisa del Concilio come faceva sempre Laxus, senza infilare le braccia nelle maniche, e quei colori chiari risaltavano sulla sua pelle olivastra. Gli donavano.
Levy deglutì a vuoto cercando di inumidire la bocca secca come il deserto. - Mi hanno chiamata per lavorare qui. Serve gente con conoscenze particolari. E tu?
- Io lavoro. Sono il vicecapitano dell'unità di Esecuzione della Detenzione. Sto andando a prendere il novellino che devo...
La ragazza spalancò gli occhi. Era tutto così assurdo. Aveva ritrovato Gajeel, che aveva scalato piano per piano nel giro di un mese la piramide organizzativa del Concilio, arrivando ad essere nominato capitano dopo nemmeno due mesi. E lui doveva farle da mentore!
- Penso che sia tu la novellina - disse lui ghignando.
Imbambolata, Levy si sciolse in un sorriso limpido quando Gajeel le scompigliò i capelli prima di bloccarsi di fronte alla sua espressione troppo dolce. Quanto le era mancata!
- Che hai?
Una sola lacrima d'amore le scivolò giù per la guancia mentre lei fissava il polso del ragazzo: portava ancora la sua fascetta arancione come se fosse un braccialetto. Levy lo abbracciò di slancio, seppellendo il volto nel petto di Gajeel quando lo sentì ricambiare energicamente eppure gentilmente la stretta.
Era a casa.


MaxBarbie’s
Se ritornata a pieno regime? Purtroppo per voi, sì! O meglio, non so…
Per ora posto quello che ho scritto. Approfitto di ogni momento libero per scrivere altro, ma sono davvero impegnatissima e chiedo venia se magari ritarderò un po’. Senza esitazioni, comunque, per lunedì prossimo prossimo dovrei riuscire a ripostare qualcosa per entrambe le storie.
Non mi dilungo, se non per dire che questa mini-fic durerà abbastanza perché sia Grace/Blanania che Rboz mi hanno dato TROPPO materiale su cui lavorare. Quelle due sfornano disegni a tempo record, sono incredibili! Occhio agli spoiler per chi non segue le scan online.
Dal mare è tutto! A presto e grazie per il sostegno^^
MaxBarbie


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