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Autore: Myddr    11/07/2015    0 recensioni
2056 - la Terra è stata invasa e devastata dalle creature delle antiche mitologie. Soltanto la magia, padroneggiata da pochi sopravvissuti, è in grado di constrastare la loro avanzata, ma per quale motivo hanno dato inizio alla distruzione? A muoversi è solo il desiderio di guerra e sangue, o stanno cercando qualcosa?
Partecipa al concorso The Ancient Tales.
Genere: Azione, Fantasy, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IX


Mi risveglio dopo chissà quanto tempo, tasto il fodero, accenno ad estrarre la spada e apro gli occhi di colpo. Ho il fiato corto, scandaglio con lo sguardo l'ambiente intorno a me. È pieno giorno, fuori dall'edificio un albero fa filtrare la limpida luce del sole.
Mi stropiccio gli occhi e mi costringo ad alzarmi. Ogni muscolo è rilassato, mi sento riposato anche se ho dormito su una sedia di legno. Un passo dopo l'altro mi avvicino alla finestra della mia reggia. Alla luce del giorno, i palazzi alti che mi circondano, in controluce danno l'idea di una minaccia incombente. Eppure cosa dovrei temere? Queste preoccupazioni appartengono al passato, non c'è più niente di cui avere paura.
Tuttavia mi sono svegliato agitato, devo aver fatto un incubo. Ho vissuto di nuovo quel giorno, lo so.
-Izaak, ti sei addormentato ancora sulla sedia.- mia sorella, in tutta la sua maestà, entra nella mia stanza fissandomi con i suoi occhi di brace. Ha imparato a padroneggiare la magia del fuoco così bene, da poter diventare un ifrit. Dietro a lei, Bloody Hell e Amber mi salutano con un sorriso. Sono contento che qui ci siano anche loro, l'eternità mi sembra meno lunga.
-No, non mi sono addormentato sulla sedia.- cerco di mentire.
-Hai i segni dell'intarsio sulla guancia.- ridacchia Kikilia arrivando in compagnia di Haydan. Ora non mi chiedo più se fra di loro c'è qualcosa, a quanto sembra sono solo amici, anche se continua a essere strano.
-Che tristezza. Il grande Leviatano che si addormenta sulla sedia.- il vampiro, Numero Dieci, Haydan, non ha mai perso l'abitudine di prendermi in giro -A quando la bava incrostata sul mento?-
-Dato che non ho chiesto io di diventarlo, potrò farlo come mi pare?- replico strappando una risata a Bloody e Amber.
-Ma certo patatino, puoi fare quello che vuoi.- sogghigna mia sorella scompigliandomi i capelli. Scaccio la sua mano bollente e roteo annoiato lo sguardo. Non perderà mai l'abitudine di trattarmi da moccioso.
-A cosa devo questa riunione?- allungando il braccio sul tavolo, pesco un frutto dal cesto. So i loro nomi per istinto, è una sensazione strana non aver bisogno di farsi domande sulle cose che ci circondano. La conoscenza è intuitiva, sento ogni elemento di questo piano interconnesso a me. Percepisco ogni singola energia, posso mettermi in ascolto dei cuori di ogni creatura e distinguerne i sentimenti. Provo un affetto incondizionato e strano per ogni cosa, ma questo altera irrimediabilmente il mio umore: se mi lascio sopraffare dai sentimenti degli altri, posso passare dalla gioia all'ira nell'arco di secondi.
-Mi stai ascoltando?- Rev mi da una manata. Dalla mia espressione vacua capisce che non ho sentito una parola -Hell, diglielo tu, con te non può perdersi nei pensieri. Ti deve ascoltare per forza, sei il nostro boss.- è bello continuare a non avere il comando di niente. A lui, invece, la direzione della guardia di palazzo non dispiace per niente e tutto funziona a meraviglia.
-Selina ha chiesto un nuovo contatto con te.-
-Numero Tre.- corregge Haydan -Scusate, Selina.- scrolla il capo. Cerca di perdere questa abitudine, ma ci riesce a fatica. Magari fra qualche secolo tornerà normale.
-Vuole convincerti a tutti i costi ad aprire almeno uno stramaledetto portale.- mi informa Bloody con un sospiro -Per me è un'idea maledetta in partenza.-
-A favore di chi?- chiedo io.
-Cosa?-
-A favore di chi tenere aperto il portale?- preciso guardandoli -Immagino lo vogliano a New Orleans, esatto?- Rev e Amber annuiscono -A loro favore, quindi.-
-Non sei d'accordo.- nota Kikilia con la solita perspicacia.
-Non adesso, ora non ne vedo la necessità. Anzi, sarebbe solo un rischio. Devono ricostruire la Terra, rinforzare il loro potere e poi ne potremo riparlare.- con la fine della guerra, i Profeti avevano deciso di non lasciare il comando. Questo era giusto: loro avevano difeso il proprio mondo con efficacia e giustizia, loro avevano il diritto di guidarlo. Tuttavia, non riesco a togliermi di dosso l'idea che, presto o tardi, anche loro si corromperanno cercando di sfruttare il contatto con me, Rev e gli altri per avere un potere ancora maggiore -Incontrerò comunque Selina.-
-Preparo il passaggio allora.- la voce di Becca risuona distante. In breve si condensa la sua pallida apparenza di fantasma. Ci siamo abituati ai suoi ingressi scenici, non ci spaventiamo più. Sappiamo che lei ci guarda sempre, la cosa in realtà è rassicurante visto che ha conservato il potere che aveva da viva. Anche Nyrahim è tornato come spettro, ma non ci ha mai spiegato se sia per Becca o per noi. Infesta la grande biblioteca e da lì non può uscire, chissà poi per quale motivo.
Di Mark, Candy e Viola invece non c'è traccia. Neanche come Leviatano sono stato in grado di fare qualcosa per loro, se non sperare che possano riposare in pace e reincarnarsi in situazioni più felici di quelle affrontate nell'ultima vita. T.B. e Yao hanno provato a ripresentarsi sotto altra forma, ma li abbiamo rinchiusi e io ho annullato le loro esistenze contravvenendo a circa una dozzina di regole. Lo rifarei.

 

-Becca, che problema c'è?- chiedo agitato vedendo che il passaggio non si apre.
-Attendi ancora un attimo.- sento soltanto la sua voce fumosa.
Davanti a me, Rev e Haydan non si condensa l'usuale vortice multicolore che dovrebbe accompagnarci sulla terra. Mia sorella mi guarda incerta, il vampiro resta fiducioso con le braccia conserte.
Probabilmente dall'altra parte, sulla Terra, i Profeti hanno pasticciato parecchio. Mi chiedo come sarà l'energia quando ci arriveremo, se dovrò aiutarli ad assestarla di nuovo e su che scala: la prima volta era solo New Orleans, ma l'ultima ho dovuto risistemare il campo magico di mezza Louisiana. Ormai il potere è accentrato solo in quello stato, dove i Profeti hanno ottenuto la vittoria definitiva sui mostri. O meglio, dove io ho ottenuto la vittoria definitiva sul Leviatano e ne ho assorbito il potere, di fatto succedendogli. Non era calcolato, ed è l'unica cosa che non rifarei visto quante responsabilità e difficoltà ha comportato.
Tuttavia i Planetari stavano morendo come mosche, Accoliti e Gendarmi non riuscivano né a sostenerli, né a far loro da scudo. Hanno ricreato l'incantesimo usato la prima volta contro il Leviatano, ma lui lo conosceva già. Quando ha visto la disposizione, li ha attaccati subito, falciandone le fila. È stato in quel momento che mi sono lanciato avanti insieme a Rev. Mia sorella mi ha dato il tempo sufficiente per affondare gli artigli fra le squame del mostro e, consapevole di quanto T.B. e Yao mi avevano fatto e perché, sono riuscito a prosciugare l'energia della creatura. Tutto è finito in un lampo bianco e verde e, così come erano venute, le creature mitologiche sono battute in ritirata.
Quando Haydan e Kikilia si sono inchinati chiamandomi “padre”, avrei voluto morire. Il vampiro ha spiegato ogni cosa, e vissero tutti felici e contenti. Tranne noi, che ci siamo presi il compito di continuare a vegliare, fra mille difficoltà, sia sul piano che ora è mio che sulla Terra devastata. Sento ancora forte e saldo il legame con quel mondo, anche se non gli appartengo più, e continuo a considerare gli umani come miei simili, anche se siamo cose molto diverse ormai. Molto, molto diverse. Non so ancora quali siano i miei pieni poteri e mi spaventa l'idea di scoprirlo, prego di non doverlo fare mai. Haydan dice che, per ora, è una buona cosa, ma che prima o poi potrei trovarmi nella necessità di dar fondo alla mia nuova, scintillante magia. Mi prende in giro e scherza per sollevarmi, ma so che ha ragione.
-Grazie agli Dei sei qui!- esclama Selina affrettandosi verso di noi, capisco che Becca è riuscita a spostarci. Ci abbraccia lieta, si è un po' sciolta da quando la guerra è finita. È ancora la donna severa di prima, ma meno incazzata con il mondo e soprattutto con sé stessa.
Mi guardo intorno: nella grande sala di comando, invasa da schermi e cristalli, non c'è nessuno, se non lei e Ireen. Il robot non si è sciolto, invece, continua ad avere una postura rigida, lo sguardo impassibile e la stessa parlantina di Mr. Spock.
-Questioni contingenti hanno causato l'inabissamento della Florida.- ci informa Ireen con tranquillità. Che un pompelmo sprofondi in un secchio d'acqua, o la Florida nel Golfo del Messico a lei la differenza importa poco -Desideriamo il vostro aiuto.-
-Abbiamo bisogno del vostro aiuto.- corregge Selina sistemando le mani dietro la schiena.
-Contingenti?- chiede Haydan scrutando la donna.
-Contingenti.- assicura Numero Tre. Sta mentendo, lo capisco dal fatto che evita il mio sguardo.
-Va bene.- concedo senza porre altri quesiti. So bene quali siano le questioni contingenti di cui ha parlato Ireen, ma ciò che importa davvero è aiutare le creature viventi, quelle per cui in realtà ho sempre combattuto. Con il tempo, ho imparato ad essere più sincero con me stesso e meno cinico. Questo mi ha fatto capire che anche quando il mio unico obiettivo era sopravvivere, in realtà combattevo per me e per gli altri, perché senza di loro non avrebbe avuto senso vivere.
 



Avrei molte cose da dire sulle scelte stilistiche, lessicali, sulla costruzione dei personaggi, della storia, del mondo. In realtà, potrei ridurre tutto a un "è stato puro caso, ho iniziato a scrivere e...". E la storia è venuta da sé. Insieme è arrivato però un corposo lavoro di editing, non solo meccanico, ma soprattutto stilistico. Una storia in prima persona, non è come una in terza persona. Ci si possono concedere piccole licenze, colloquialità, una struttura morfologica più immediata, ma la correttezza non deve essere sacrificata. È complicato capire dove sia il limite da non superare nella scelta delle forme gergali, dove la ripetizione non è più accettabile (e, in una qualche misura, nella prima persona con ambientazione Urban Fantasy, è leggermente meno fastidiosa che in un testo in terza e High Fantasy - soprattutto se la ripetizione è costituita da un nome). La cosa più complessa di tutte è, però, non far fare a tutti i personaggi la stessa cosa. Il rischio più grande (lo ho trovato ancora maggiore che nella terza persona) è di caratterizzare ogni personaggio con gli stessi gesti, siano una grattata di naso o braccia incrociate. No, con un pov di questo genere non è possibile farlo, sarebbe troppo.
Arrivo alla fine con parecchia malinconia. Mi è piaciuto scrivere questa storia, avevo (avevamo) davvero bisogno di staccare dalla solita routine del "prendi un capitolo, correggilo", "leggi quel racconto di quell'autore, prendi nota degli errori, stila uno specchietto". C'era la necessità di lavorare con la fantasia in modo creativo, applicato, non solo sulla revisione dei testi. Poter staccare dal lavoro di correzione per mettere mano alla tastiera e dar vita ad una cosa così è una di quelle soddisfazioni che ti lasciano il sorriso ben appiccicato sulle labbra.
Chissà cosa dirò di questa storia fra un anno! Chissà come la rivedrò! Se troverò errori che mi sono sfuggiti, modi migliori di dire una certa cosa.
Quello che di certo non cambierò per nessuna ragione sono i personaggi, e il messaggio. Per una volta, in una mia (nostra, grazie V!) storia la morale non è solo combattere fino alla fine, ma soprattutto combattere per gli altri fino alla fine. Non è un grosso cambio, ma Izaak è uno dei pochi personaggi che ho creato che sappiano riconoscere il valore del sacrificio senza arrendevolezza. Questo lo rende importante.

 
   
 
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