Anime & Manga > Rossana/Kodocha
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Autore: ReginadeiSogni    12/07/2015    7 recensioni
< Si sono Akito il fratello di Natzumi, ma penso che tu lo sappia già! > rispose lui freddo e distaccato, girandosi verso la chiesa. I suoi occhi si bloccarono sull’immagine dei due sposi felici che sorridevano, per il riso che la gente tirava addosso a loro. Tra quelle grida mancava la risata della sua Sana, mancava lei con la sua chioma ramata e il suo dolce profumo.
“Oh Sana.. mi senti? Ho bisogno di Te…” pensò Akito guardando il cielo.
****
Nello stesso momento due occhi color cioccolato stavano fissando lo stesso cielo, per un attimo avvertì un brivido e poggiò la mano al cuore, come se quella richiesta fosse arrivata fino a lei. Ma nessuno dei due poteva sapere che, le loro strade si sarebbero incrociate di nuovo.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Fuka Matsui/Funny, Natsumi Hayama/Nelly, Nuovo Personaggio, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
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Quella mattina di un giovedi piovoso Roxie, era distesa sul letto con in mano un cellulare, e attendeva come ogni giorno la telefonata di Brian. Non ne aveva mai avuto uno suo, almeno non in quella sua nuova vita, cosi il giorno dopo chiese senza fare troppa conversazione con Misako e Rei di poterne comprare uno, ma che sarebbe andata da sola, e loro senza opporsi le avevano dato cio’ che serviva e lei uscì senza ascoltare le loro domande. I suoi genitori , forse, volevano solo aiutarla nell’acquisto, ma lei aveva solo perso la memoria non la voce quindi poteva benissimo chiedere a chi l’avrebbe servita, e avrebbe capito senza  l’aiuto di nessuno.
< Pronto? >
Non sapeva se ero giusto chiamarlo, ma appena il suo numero fu attivato, mantenne la sua promessa. Quella di farsi sentire in qualche modo.
< Bri-an? >
Non si era sentita cosi agitata il giorno prima in sua presenza, ma parlare tramite un apparecchio con un ragazzo, la bloccò.
< Piccola sei tu? Volevo tanto sentirti. Come stai? >
Pensò che forse lo stesse disturbando, ma con quella risposta tutto il suo nervosismo passò, dando spazio a una grande felicità.
< Si questo è il mio numero. Davvero volevi sentirmi? Pensavo di disturbarti.. Anzi sicuro che non disturbo? Sto bene e tu? >
< Ehi Ehi. Tranquilla. Non mi stai disturbando. Mi stai regalando un momento meraviglioso di pausa dal mio lavoro noioso. E ora che ti sento si che sto bene. >
Quando guardava i film d’amore  le ragazze avevano stampato in viso un mega sorriso , il loro viso era arrossato, e dicevano che il loro cuore batteva forte al suono della voce dell’uomo di cui erano innamorate. Sana in quel momento si sentiva proprio come loro, aveva sognato sempre ad occhi aperti un momento cosi, e ora lo stava vivendo. Che si fosse innamorata? No impossibile,  lei non sapeva cos’era l’amore, forse era troppo presto. Sapeva solo che da quando Brian era entrato nella sua vita, tutto aveva più senso, e presto avrebbe capito cosa fosse quel turbine di emozioni dentro il suo cuore.
< Anche io volevo sentirti. Giornata faticosa? >
< Si molto, e non solo oggi. Vorrei vederti, dopo cena passo per un saluto va bene? >.
Dovette trattenersi per non urlare di gioia, e fare la figura della ragazzina. E dopo aver preso un grande respiro, tornò di nuovo seria pronta per rispondere senza sembrare una pazza.
< Ok va bene! Scrivimi quando sei sotto. Ciao Brian >
< Ok a dopo piccola. >
Poche ore dopo Brian le scrisse di essere sotto casa sua. Roxie era cosi emozionata di vederlo che se ne fregò dell’abbigliamento e scese di sotto semplicemente con una tuta, capelli raccolti in una coda disordinata e senza trucco. In quei mesi non si era mai preoccupata del suo aspetto, e forse quella sera poteva anche rendersi più presentabile, ma la voglia di vederlo le aveva fatto dimenticare il suo aspetto.
< Dove vai figliola? >
< Sono qui fuori Misako, non preoccuparti. >
Senza ascoltare la sua risposta, uscì dalla porta e quando vide Brian appoggiato alla macchina rimase senza parole davanti a tanta bellezza. La camicia sbottonata, capelli disordinati, e maniche arrotolate fino al gomito. Era una visione. E in quel momento si pentì di essersi presentata in quel modo.
< Ciao! Perdona il mio abbigliamento casalingo! >
< Piccola, sei bella lo stesso. E io non sono venuto qui per il tuo vestiario. Sono qui per te. >.
Non aveva staccato gli occhi da quelli di lei. Non si era fermato neanche un secondo a osservare i suoi vestiti, e si perse nei suoi occhi verdi cercando di trasmettere la sua grande felicità per quel gesto. Senza pensare che quella fosse una reazione troppo avventata, si buttò tra le sue braccia e lui la strinse forte e lo sentì sorridere quando Brian appoggiò il mento sulla testa di lei.
< Hai un buon profumo >.
< Anche tu Brian. > disse lei affondando il viso sul suo petto.
Rimasero cosi molto tempo senza dirsi nulla, bastavano i loro cuori che battevano all’unisono a parlare, fin quando il suono del suo cellulare non li riportò alla realtà.
< Si? >
< Sto arrivando. >.
Dopo averle lasciato un bacio sui capelli, sbuffò e la strinse ancora più forte.
< Devi andare? >
< Già, ci sentiamo domani piccola? >
< Si a domani. >.
Non si erano parlati molto, entrambi avevano semplicemente bisogno di un abbraccio, di sentirsi fuori dal mondo anche solo per pochi minuti. E senza dire altro Roxie tornò verso la porta di casa sua, regalandogli prima un dolce sorriso prima di rientrare.
Erano passati tre giorni e ancora non erano riusciti a vedersi. Ma non erano mancati dolci messaggi, e chiamate che li facevano sentire un pò più vicini. Quel ricordo però le fece venire un nodo allo stomaco, perché gli mancava. Poteva mancarti cosi tanto una persona che praticamente ancora non conosci? Per Roxie si, non conosceva questi sentimenti perché per lei tutto era nuovo, ma non vedeva l’ora di vederlo , ma soprattutto di sentire di nuovo la sua voce.
Pochi minuti dopo il telefono finalmente squillò, e senza aspettare troppo rispose, e non le importava se la sua voce era impastata dal sonno, perché sapeva che anche a lui i suoi piccoli difetti non interessavano.
< Buongiorno piccola! Stamattina ti riconosco, eri gia sveglia? >. Non stava ridendo, ma se lo immaginava con il suo ghigno divertito per la frase appena sottolineata, in merito alla sua voce mattutina.
< Buongiorno a te. Si volevo evitarti un altro inizio spaventoso! >.
< Non c’è cosa più gradevole del suono della tua voce piccola. Come va? >
< Così mi fai arrossire Brian. Tutto bene e tu? >
In quei giorni grazie alle loro telefonate, avevano imparato a conoscersi meglio. Ridevano e scherzavano e tutto si stava sbloccando tra loro, non c’era più la timidezza, e avevano iniziato a prendersi in giro, e come sempre lui la incantava con dolci parole, e questo cambio di carattere lo rendevano ancora più bello al cuore di Roxie, e le sue certezze di esserne gia’ innamorata crebbero, facendo nascere in lei una grande paura , che scacciò  via prima di rovinare tutto. Ma sapeva che prima o poi avrebbe dovuto farci i conti.
< Tutto bene! Domani pomeriggio mi sono liberato dal lavoro, ti va una passeggiata? >
< Sicuro che non devi lavorare? Tuo padre non si arrabbierà? >
< Non devi preoccuparti per mio padre, basta che alle tre ti fai trovare pronta, e ci scordiamo di tutti i problemi ok? >.
Aveva passato giorni difficili, pensava che tutto fosse ormai perduto, ma poi è arrivato Brian e come un uragano aveva cambiato la sua vita. Finalmente si sentiva come tutte le ragazze dei libri che leggeva. Era felice.
< Va bene allora buon lavoro. Ci sentiamo dopo? >
< Certo! A dopo piccola. >
< Allora a più tardi. Ciao! >
Domani l’avrebbe rivisto, e  neanche le sue paure avrebbero rovinato la loro giornata.

                                                         *****

Nonostante Roxie nelle chiamate avvenute in quella giornata avesse insistito ininterrottamente, Brian non aveva spifferato nulla sulla giornata che avrebbero passato insieme l’indomani. Le aveva solo detto e ripetuto mille volte di vestirsi comoda, e di farsi trovare alle tre sotto casa , e di andare assolutamente a dormire. E’ cosi fece, sperando che quella mattinata passasse infretta.
< Buongiorno >
Quella mattina il suo buon umore la portò di sotto dai suoi genitori, per fare colazione. Non che volesse stare con loro, semplicemente doveva far qualcosa per ammazzare il tempo, visto che le ore e i minuti passavano più lenti di quanto lei sperasse.
< C’è ancora una tazza di caffè? >
< Buongiorno a te figliola. Tuo padre è andato già a lavoro. Come mai già sveglia? >
Roxie seguì i movimenti incerti di Misako nel versarle il caffè, come se non credesse di trovarsi li con lei a fare colazione.
< Ecco a te cara! >
< Grazie! Sono andata a letto presto, e avevo appetito >. Rispose addentando la brioches, e rivolgendo lo sguardo al televisione, cercando di seguire il telegiornale che stavano trasmettendo.
Nella stanza si potevano udire solo le voci , e il ticchettio dell’orologio appeso alla parete del salotto, e tutto risultava molto imbarazzante.
< Che dici di fare una passeggiata insieme oggi? >
La voce di Misako spezzò quei rumori, riportando lo sguardo di Roxie verso di lei.
< Mi dispiace, ma oggi ho un impegno. E le condizioni per un rapporto le sai. Mi dirai la verità? Potrei annullare tutto, senza problemi. >.
Il silenzio e lo sguardo rivolto verso il basso, erano sufficienti a farle capire che la risposta era un no. Cosi si pulì il viso, e alzandosi con poca grazia si allontanò per ritornare in camera sua. Quando raggiunse le scale, qualcosa dentro di lei la fece voltare verso sua madre, e quello che vide gli spezzò il cuore.
Aveva la testa tra le mani e singhiozzava. Forse era stata troppo dura, le aveva chiesto di passare un pomeriggio insieme, e come al solito Roxie aveva tirato fuori gli artigli trattandola male. Ma per quanto quella scena gli formò un nodo in gola, non riusciva davvero ad aprirsi con loro, la tenevano lontana dalla sua vita, come poteva dargli una possibilità?
Quando riprese il controllo di se stessa la guardò un ultima volta, e poi corse in camera sua per prepararsi e uscire da quella casa. Aveva solo bisogno d stare con Brian, e dimenticare tutto il resto.
 
                                                        *****

L’ufficiostava diventando soffocante quella mattina per Brian, più guardava l’orologio e più sembrava essersi bloccato allo stesso orario. Suo padre era ancora più insopportabile, e questo capitava ogni volta che decideva di prendersi delle ore libere, e  appena arrivati non perse occasione di lanciargli la solita battuta.

“Oggi vedi di finire ciò che divi fare, se no te le scordi le ore libere”.
Odiava quella frase, e odiava lui. Aveva solo bisogno di rifugiarsi in posto lontano con Roxie e poter cancellare le giornate brutte, allontanare i pensieri cattivi, e vivere la giornata che aveva organizzato. Sperando che tutto ciò che lei avrebbe visto, le sarebbe piaciuto.
Dopo un gran trambusto di clienti, quelle ore infernali passarono in fretta e senza aspettare prese la giacca, le chiavi della macchina e uscì per finire di preparare le ultime cose. Ignorando il telefono che squillava, tenne premuto il tasto di spegnimento, lanciandolo nel cassetto della macchina una volta entrato. Quella era la loro giornata, e non voleva che un telefono rovinasse tutto.
Una volta arrivato a casa si tolse i vestiti spargendoli in tutta la casa e s’infilò sotto la doccia, e una volta finito indossò una tuta comoda, proprio come aveva consigliato di fare a Roxie, prese il cesto con la roba da mangiare e la coperta e uscì di corsa, rendendosi conto che erano quasi le tre e se non avesse fatto in fretta lei avrebbe aspettato, e la cosa non gli piaceva.
Pochi minuti dopo si ritrovarono in auto pronti a raggiungere la destinazione che aveva scelto per la loro, ma da quando l’aveva vista entrare nell’aria era piombato un silenzio soffocante, e da come si torturava le mani intuì che ci fosse qualcosa che non andava. In quel momento sembrava la Roxie dispersa di qualche tempo prima, e a Brian gli si strinse il cuore. Quanto avrebbe voluto leggere nella mente, e capire cosa la turbasse così tanto.
< Piccola? Come mai così silenziosa? >. Le chiese posandole una mano sulle sue  cercando di calmarla, di farle sentire la sua presenza. Mentre aspettava una risposta si soffermò sul suo viso così triste, e avrebbe fatto di tutto per vedere quelle sue dolci labbra rosate sorridere, proprio come quella sera in spiaggia.
< No. non nulla. >.
Brian notò subito il sorriso tirato, pensando di nascondere ciò che la turbava.
< Sicura? Al telefono eri cosi allegra. Stai male? Vuoi che ti riporto a casa? >
< Non sono io quella che di solito fa tante domande insieme Brian? >.
Quello che apparve sul suo viso, fu un sorriso vero e sincero, quello che piaceva a lui.
< Sto bene Brian, grazie a te sto molto bene! Ho solo avuto una discussione con mia madre. Il solito, e bè ecco la sua reazione mi ha rattristita molto. >
< Come mai avete discusso? >.
< Non ti offendere, ma possiamo goderci questa giornata? Lo aspettata tanto, giuro che ne parleremo ok? >.
Aveva esitato un po’ nel rispondere, ma alla fine nonostante lui fosse curioso, era la risposta che sperava di sentire. Non voleva per nessuna ragione al mondo rovinare il tempo che doveva passare con lei.
< Hai ragione! Allora preparati, non sai cosa ti aspetta! >
< Ti chiederei dove stiamo andando, ma so già che non me lo dirai. Vero? >. Non gli diede una risposta, ma con un ghigno le fece capire , che si non avrebbe assolutamente parlato. < Ecco appunto, quindi forza portami ovunque, basta che sia lontano da qui. >. Si strinsero forte la mano, e con quel silenzio dove le parole erano inutili, continuarono il loro viaggio.
 Finalmente dopo quasi un ora di traffico nelle strade di Tokio, arrivarono a destinazione. Una volta scesi entrambi dall’automobile,Brian prese anche il cestino e prendendo per mano Roxie si incamminarono verso un cancello enorme con sopra una grande scritta ZOOLAND. La reazione che vide in lei fu proprio quella che si aspettava, occhi spalancati, un sorriso stupendo sul viso, e piccoli saltelli sul posto.
< Qui ci sono gli animali? Vero? Anche le scimmie? >
< Tutti gli animali che vuoi piccola. >. Sorridendo per la faccia buffa di Roxie , dallo zaino tirò fuori una macchina fotografica e gliela porse. < E con questa puoi fotografare ciò che vuoi, puoi immortalare ogni tuo singolo momento felice. >
Un forte flash lo accecò. Una volta ripreso, guardò la ragazza di fronte a lui che aveva un grande sorriso.
< Non devi fare a me le foto! >
< Tu sei un momento felice Brian. >
Il rossore delle sue guancie lo fece intenerire. Aveva detto con una semplice frase, la cosa più bella che avesse mai sentito. Le passò un braccio sulle spalle stringendola a sé, e le diede un dolce bacio sulla fronte.
< Forza piccola, andiamo a fotografare scimmie pazzerelle come te >.
Roxie non rispose, ma sorrise uno di quei sorrisi che contagiavano anche gli occhi, quelli belli da morire e appoggiò la testa sulla sua spalla,e continuarono a camminare verso l’entrata.
Una volta entrati Roxie si staccò subito da quel’abbraccio cosi bello, e si perse tra le meraviglie che quel parco regalava. Si trovavano in una stradina con attorno immensi parchi,e usò la macchina fotografica per ogni singolo animale. Sembrava una bambina alle prime scoperte, saltellava, parlava, rideva, fregandosene della gente che intorno a lei la guardavano stranita, parlottando tra loro. Era una visione, e ancora non aveva capito che era lei il vero momento felice da fotografare.
< Brian corri, corri. Dai forza, sei lento! >
< Che succede? >. Correndo verso la sua destinazione, pensando che le fosse successo qualcosa. Si era perso con la mente, e l’aveva persa di vista. Quando arrivò nel punto in cui si era sentito chiamare, trovò Roxie con la faccia e mani completamente schiacciate contro un’immensa vetrata.
< Ma è un ippopotamo grandissimo, è bellissimo. Secondo te posso entrare ad accarezzarlo? >.
Brian scoppiò a ridere.  Aveva corso come un pazzo pensando al peggio, e invece? Era li che saltava in quella posizione buffa, e davvero gli aveva domandato se potesse entrare li dentro?
< Mi dispiace piccola rompere il tuo entusiasmo, ma credo che ti dovrai accontentare di una foto. >
< Ma come io volevo toccarlo! Che ingiustizia. E’ cosi dolcioso non lo vedi? >
Non gli diede il tempo di rispondere che corse subito verso un'altra vetrata, e cosi passò l’ora successiva. Si ripeteva la stessa scena, ma subito dopo un altro animale attirava la sua attenzione.
Era esausto, è tutte quelle risate e corse lo avevano sfinito. Possibile che Roxie avesse ancora cosi tanta energia? Anche il cestino cominciava a pesare, era arrivata l’ora della merenda.
< Scimmietta! Sai per caso quando ti si scaricano le pile? Perché le mie sono scariche. Merenda? >
< Non prendermi in giro! Io voglio vedere le scimmie. >
< Mangiamo qualcosa, e poi corriamo subito a vederle! Laggiù c’è l’area picnic, vorrei stare anche un po’ te. Penso che gli animali qui fuori abbiano avuto già troppe attenzione da te no? >
< Scusami Brian, è tutto così nuovo per me e mi sono dimenticata che è questa è la nostra giornata. Andiamo. >. Lei lo prese sottobraccio e in silenzio tornarono a godersi la vicinanza dei loro corpi stretti, cercando di recuperare le due ore passate a correre da una parte all’altra.
Quando presero posto sulla coperta che aveva portato, tirò fuori dal cestino panini di ogni genere, patatine, cioccolati, e bibite di gusti diversi.
< Perché tutta questa roba? Deve per caso venire qualcuno? >.
< No no. E che non sapevo cosa ti piaceva, così ho preso giusto due cose. >. Dopo essersi guardati per qualche secondo, insieme scoppiarono a ridere.
< Forse posso sembrare troppo magra, ma io mangio moltissimo. Quando sono sola, mi abbuffo di dolci. >
< Allora vedi che ho ragione a chiamarti scimmietta. Sei furba, curiosa, e golosona proprio come loro. >
< Si vero? Ho visto tantissimi documentari su di loro, sono anche cosi carine. Non vedo l’ora di vederle. >. Rispose con sguardo sognante addentando il panino.
< Però anche se sei buffa e pasticciona come loro.. > le disse passandole un dito sull’angolo della bocca per toglierle della salsa. <..tu sei molto più bella piccola. >.
Roxie posò il panino, e come un fulmine si precipitò tra le sue braccia. Poterla stringere  e sentire il suo profumo ancora più forte, gli regalò sensazioni stupende. La forza per stringerlo li aveva fatti atterrare sulla coperta, e si ritrovò Roxie sotto di lui. Se in quella situazione si fosse trovato con un'altra ragazza del quale non gliene importava nulla, ci avrebbe messo poco a strapparle i vestiti di dosso, ma lei non era le altre. Roxie era la sua piccola scimmietta, la ragazza più bella che avesse mai incontrato. Cosi delicatamente le accarezzò il viso, sfiorando le sue dolci labbra che ancora non aveva assaporato, e che tanta stava bramando sin dalla prima volta che i loro occhi si incrociarono. I loro cuori battevano all’unisono, i loro visi si stavano avvicinando lentamente, mentre Brian spostava dietro l’orecchio una ciocca ribelle ramata. Quando le loro labbra erano sul punto di accendere il loro amore nascosto, una lacrima traditrice sul volto di Roxie fece bloccare Brian immediatamente. Forse aveva corso troppo? Che stupido era stato.
< Perdonami, non volevo piccola. Mi sono lasciato prendere dal momento. >
< Ho paura Brian. Paura di quello che sento, di quello che provo. Sto costruendo una vita che non è mia, e se dovessi dimenticarla? Non posso è tutto sbagliato. >.
< Roxie, ma non stai costruendo nulla. Stai andando avanti, ed è normale che tu possa provare sensazioni sconosciute dentro di te. Niente è sbagliato. Mi hai capito piccola. Guardami. >
< No basta Brian, è sbagliato. Voglio solo andare a casa. Portami a casa per favore. >
Tutta la magia del loro pomeriggio insieme era svanita in un attimo. Nei suoi occhi aveva letto una grande paura. Si sentiva uno stupido per aver affrettato le cose, e capiva perfettamente come lei si sentisse. Lei camminava davanti a lui e si era incrociata le braccia al petto con forza,come se fosse l’unico modo per proteggersi da ciò che stava scappando. Non c’erano stati più sguardi, le loro mani non si stringevano più, e Brian iniziò ad aver davvero paura. L’aveva persa ancor prima di viverla?

                                                        *****

Le paure di quella mattina raffiorarono proprio nel momento più bello. I loro visi erano cosi vicini,il respiro caldo di Brian sul viso, e le dita che l’accarezzavano dolcemente, tutte sensazioni che le facevano battere forte il cuore. Desiderava tanto quel bacio, ma se avrebbe perso tutto? Di nuovo? Sentiva dentro di lei che la fuori qualcuno stesse soffrendo per lei, e non poteva permettere che qualcun’ altro provasse lo stesso. Doveva terminare tutto ciò prima di peggiorare le cose. La strada sfrecciava veloce dal finestrino dell’auto, il silenzio stavolta non bastava, era circondato da parole silenziose che volavano tra loro pronte ad urlare, se solo lei lo avesse permesso.
Non lo aveva più guardato, ma senza farsi vedere aveva spesso notato i pugni stretti sul volante, e in quel momento mentre lo stava osservando lui cominciò a parlare.
< Stasera con mio fratello vado ad una festa a tema anni 80. Vuoi venire anche tu? Ci sono le giostre, e sarà divertente. Vorrei poter cancellare l’episodio di poco fa e ricominciare da capo Roxie. >.
Senza neanche accorgersene l’auto si fermò e girandosi si ritrovò di fronte la sua casa. Non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi, doveva lasciarlo andare, dargli la possibilità di innamorarsi di qualcuno senza problemi come lei. Doveva allontanarsi prima di scoppiare in lacrime davanti a lui, un'altra volta.
< No Brian. Grazie per questa bella giornata. Ora è meglio che vada. Buona serata >
Stava per scendere dall’auto quando una mano la bloccò per il polso.
< Se cambi idea dimmelo. Io corro a prenderti e ti porto ovunque tu voglia. Non dar retta alle tue paure. Io sono qui piccola. Ricordi? Ti devo salvare. >.
Le lacrime stavano minacciando di uscire, l’aria era diventata soffocante.
< Mi dispiace >. Fu tutto ciò che riuscì a dire prima di fiondarsi in casa. Non si curò nemmeno dei genitori in salotto che la guardarono preoccupati, l’unica cosa che voleva era piangere e stare sola.
Dopo aver pianto tutte le sue lacrime,si girò puntando i suoi occhi al soffitto. Immagini della loro giornata insieme le passarono davanti come un tornado. Si era sentita come una bambina davanti a un regalo, e forse era proprio quello che lui voleva che fosse quel pomeriggio allo zoo. Regalargli momenti belli vivendoli e fotografandoli, in modo da avere ricordi su cui aggrapparsi. La stava aiutando davvero ad andare avanti, ma lei non doveva comunque ricostruirsi una vita? Se non poteva basarsi su un passato, come poteva gestire un presente e un futuro? Chi avrebbe risposto alle sue domande? Nessuno. Perché le uniche due persone che facevano parte di lei da tutta una vita, la tenevano all’oscuro di tutto.  Ma alla fine se lei avesse saputo la verità, cosa sarebbe cambiato? Forse tutto, forse nulla. Erano tutte domande inutili,e stare li da sola non avrebbe risolto la situazione.
Prese tra le mani la fotocamera, e iniziò a scorrere le immagini che aveva fotografato. Animali, fiori, le nuvole, le sue facce buffe con Brian, e poi arrivò a quella di lui da solo. Un sorriso meraviglioso che contagiava anche i suoi bellissimi occhi verdi,una bellezza rara.

< Non devi fare a me le foto! >
< Tu sei un momento felice Brian. >
 
Quelle due frasi le fecero capire che in tutto quello che avevano fatto quel giorno, il suo momento davvero felice, era lui. Aveva promesso che l’avrebbe salvata, quella meraviglia davanti a lei la voleva. Con chi altro poteva aprirsi se non lui? Alzò gli occhi di scatto verso l’orologio della parete, e segnava le nove di sera. Aveva pianto cosi tanto? Ed era bastata una semplice foto per farle capire, quanto fosse sbagliato allontanare Brian?
Le aveva detto che se cambiava idea sarebbe passato a prenderla, ma forse era troppo tardi e lei doveva raggiungerlo il prima possibile. Cosi dopo essersi data una rinfrescata, e indossati un comodo jeans e una maglietta uscì di corsa dalla sua stanza.
Si rese conto che non aveva neanche cenato, ma poco le importava! Aveva bisogno di andare da Brian, parlare con lui. Arrivando nel salone fu bloccata da Rei, e il suo sguardo preoccupato fece capire a Roxie, che sarebbe stata sottoposta a mille domande.
< Cos’è successo Roxie? Perché piangevi? Quel ragazzo ti ha fatto del male? Prima non ci hai aperto la porta della tua camera, e sentivamo i tuoi singhiozzi. Allora? >
< Non è successo nulla! Ed è solo colpa vostra se mi trovo in questo stato, tutta la mia vita fa schifo, e grazie a voi stavo per allontanare l’unica persona che ha dato un senso a queste mie giornate vuote. Ora devo andare, lasciatemi in pace. >. Detto ciò scappò più veloce che poteva, da quella casa pronta a rincorrere ciò che sperava di non aver perso.
Brian le aveva detto che si trovava a quella festa, e pochi giorni prima aveva letto un cartellone pubblicitario appeso alle bacheche per strada, e dava come destinazione la piazza più grande di Osaka, nelle vicinanze dell’ospedale. Così iniziò di nuovo a correre, sperando di arrivare prima che lui se ne potesse andare, e decise che lo avrebbe chiamato solo una volta arrivata li.
Dopo un quarto d’ora finalmente sentì la musica a pochi metri da lei, e quello che si trovò davanti fu uno spettacolo meraviglioso. C’erano persone vestite in modo strambo, forse per seguire il tema della festa, e la musica molto bella e allegra. Giostre piene di gente che urlavano e si divertivano, con tante luci che cambiavano spesso colori e rendevano il tutto magico.
Quando si riprese da tutta quella meraviglia con lo sguardo provò a cercare Brian tra la folla, ma dopo svariati minuti capì che sarebbe stata un impresa impossibile.
< Roxie? >
Aveva fatto partire la chiamata, e quando sentì la sua voce fu sollevata. Forse non era tutto perduto.
< Brian sono qui. >
< E come sei venuta? >
< Ha importanza? Dove sei? >
< Sono al bar con amici. Vengo io da te, non ti muovere. >
< Ma come fai a trovarmi? >
< Tranquilla piccola ti ho già vista! >.
La linea si staccò bruscamente, e dopo pochi secondi si sentì avvolgere da due grandi braccia. Non c’era bisogno di capire chi fosse, cosi cambiando posizione lo strinse forte, inebriandosi del suo profumo.
< Sono felice che tu sia qui. >.
Le lacrime avevano ricominciato a scendere, bloccando la voce di Roxie. I singhiozzi erano soffocati dalla musica attorno a loro.
< Scusami tanto. Oggi non volevo reagi-re cosi. Mi disp-iace. >. Brian l’abbracciò ancora più forte, accarezzandole dolcemente i lunghi capelli, che con la corsa si erano sciolti.
< Non devi scusarti. Non ho nessuna fretta, io sono qui per te. Non è un bacio che mi allontana da te. Voglio solo la tua felicità. Voglio che tu ti apra con me, non avere paura. >.
Le prese delicatamente il viso tra le mani, e le asciugò le piccole lacrime che rigavano il suo viso,e Roxie proprio come la prima volta appoggiò una guancia sul palmo della sua mano, cercando tranquillità con una semplice carezza.
< Vieni con me. >
Dopo aver stretto le loro mani cominciarono a incamminarsi verso una grossa giostra.
< Ti va di fare un giro sulla ruota panoramica? Tra poco ci sarà uno spettacolo che non puoi perdere! >
< Wow è bellissima! Si voglio stare lassù con te. >.
Lui le diede un leggero bacio sulla fronte, e si avvicinò alla biglietteria. Rimase qualche secondo in più a parlare, e Roxie non riuscì  sentire nulla, ma subito dopo la trascinò su una cuccetta e presero posto. Dopo essersi allacciati la cintura, la ruota iniziò a muoversi e Roxie non potè non sorridere. Era un'altra prima volta, un altro momento felice con Brian.
< Come mai sei venuta? >
< Oggi mi sono comportata male con te. E stare in casa non mi avrebbe mai aiutata. Tu sai che non ho un vissuto felice. Prima di incontrare te non mi avvicinavo a nessuno, avevo paura di tutto quello che mi circondava, ma dopo quella sera passata al lago con te, tu mi hai aperto un mondo davanti. E da quella notte tutto è cambiato. Tu hai promesso che restavi e sei rimasto. Mi stai regalando le gioie più belle. Ma io cosa posso darti Brian? Ho paura di quello che sento per te, è cosi grande e fa male provare tutto questo in così poco tempo. Io cosa so della mia vita? Nulla. Non so se ho amato, cosa vuol dire amare. E se la fuori ho lasciato qualcuno che sta ancora soffrendo, come posso fare questo anche a te? Non ti posso dare certezze. Non ti posso dire rimarrò per sempre con te. E’ una cosa impossibile.  Potrei dimenticarmi tutto questo, potrei rimanere sola ancora. Tu hai bisogno di amare una donna che possa darti un futuro sicuro, un amore puro. E io questo non posso farlo. >
< Roxie… >
Lei gli posò un dito sulle labbra. Doveva finire il suo discorso prima di bloccarsi ancora, aveva bisogno di aprirsi con lui.
< Fammi finire ti prego. >
Roxie chiuse  un attimo gli occhi, ma li riaprì all’istante quando sentì la mano di Brian stringere la sua. Quella stretta voleva trasmettergli la forza di trovare le parole giuste, voleva farle sentire che lui c’era.
< Mi sono ripetuta che non posso fare nulla per te. Ma mentre le nostre foto scorrevano sulla fotocamera, ho capito che tu mi stai regalando dei nuovi ricordi. Mi stai dando una possibilità. E come hai detto tu devo andare avanti, non posso rimanere bloccata in un passato che non ritorna. Non so ancora cosa succederà domani,tra un mese, tra un anno, ma di una cosa sono certa, io ho bisogno di te. Ho bisogno che tu mi tenga stretta a te, che queste paure svaniscano. Aiutami ad amarti come meriti. Se il destino mi ha portata a te qualcosa dovrà pure significare no? Ho capito che devo lottare, e comincio a lottare per noi. >
Non sapeva dove avesse trovato il coraggio per fare un lungo discorso come quello, ma sapeva che l’uomo che la stava guardando con gli occhi ancora più verdi e luminosi che avesse mai visto, le stava dando la forza necessaria per affrontare tutte le sue paure.
Mentre aspettava che lui dicesse qualcosa, la giostra si fermò di colpo. Una voce dall’altoparlante augurava un buon divertimento a tutti.
< Che succede? >
Ma Brian non rispose alla sua domanda. La guardò deciso come se volesse trasmettergli ciò che provava con gli occhi, e dopo averle accarezzato dolcemente il viso, finalmente parlò.
< Mi sono innamorato di te dal primo istante che i nostri occhi si sono incrociati. Ammetto di averti osservata molto prima del nostro incontro, vederti sempre sola e triste mi faceva soffrire. Può sembrare strano che uno sconosciuto possa provare ciò, ma è cosi! Quel giorno ho fatto si che tu mi cadessi  addosso, dovevo trovare un modo per conoscerti. Da quel momento tu hai cambiato la mia vita. Quella notte quando mi raccontasti quello che provavi, avrei voluto stringerti più forte, ma non potevo fare un passo così grande, ti saresti spaventata e ti avrei perduta troppo presto. Non mi importa nulla piccola, anche se tu mi dimenticassi farei di tutto per far sì che tu ti ricorda di nuovo di me. Non mi perderai mai, io ti devo salvare no? E questo farò. In così poco tempo sei diventata importante per me. Stasera pensavo di averti persa per sempre, l’idea di non vederti più mi stava facendo impazzire. Ma ora sei qui, sei venuta da me e ti avviso che non ti lascerò più andare via. Sei mia adesso! Impareremo ad amarci insieme, e tu solo con la tua presenza fai più di quanto pensi. Nessuno sa se tutto  questo sarà un per sempre. Viviamo il nostro amore, senza paure. Lasciati vivere. >

                                                     *****

La settimana di Akito per fortuna fu più serena, dopo la bravata di quella notte si era chiarito con Reira.Non avevano passato la notte insieme, ma sicuramente sotto l’effetto dell’alcool, aveva insistito ad invitarla a casa sua. L’assenza di Sana  era stata più sopportabile. Se quella mattina al suo risveglio, il dolore di avere quella scritta al petto era immenso, con i giorni aveva la sensazione di stare meglio. Era come se lei fosse li con lui, in quel banale tatuaggio, con un immenso significato. In palestra, e gli amici per fortuna ancora non lo avevano visto, non era pronto a rispondere alle loro domande, e da quando avevano capito che parlare di lei in sua presenza era impossibile, la cosa lo faceva stare meglio. Quel suo ritorno a una vita normale, non gli dispiaceva affatto. Dopo quella festa si era visto spesso con Reira, e la sua compagnia era sempre più piacevole  allegra e sorridente, e sempre pronta a strappargli un piccolo sorriso, un'altra cosa che riusciva a fare solo Sana. E questo a volte lo destabilizzava, perché non avrebbe mai pensato che un'altra donna sarebbe stata in grado di regalargli le stesse sensazioni.
< Tesoroooo >.
Akito era fermo davanti al solito bar, che aspettava Reira per la loro colazione mattutina,  e lei gli arrivò addosso come un tornado, ed era in ritardo. Di nuovo!
< Alla buon’ora! Io tra poco devo andare a lavoro, quando riuscirai ad arrivare puntuale! Eh? > le rispose con un ghigno e gettando la sigaretta a terra.
< Perdonami! La scusa del pullman in ritardo non vale più vero? >
< No direi che ormai è vecchia! >
Sorrisero e entrambi presero posto al solito tavolino. Lei cominciò a raccontagli di aver litigato di nuovo con il padre. Non voleva che cantasse con il suo gruppo, perché era inutile.
< Hai provato a fargli capire, che non vuoi che decida il tuo futuro? >
< Certo Akito, ma per lui io devo chiudermi nella sua ditta a 19 anni e rimanerci a vita. Devo seguire le orme di mio fratello. Ma io non sono come lui, io ho dei sogni. L’unica che appoggia il canto e mia madre, ma purtroppo vive lontano con il suo nuovo marito e non può fare molto. Mi ha chiesto spesso se volessi andare a vivere con lei in America, ma qui ho tutto capisci? Cosa ne sarebbe di me senza il mio gruppo? Forse un giorno lo capirà, se solo volesse ascoltare una delle mie canzoni magari cambierebbe idea. >.
Come poteva aiutarla? Lui non ne era capace. Queste erano le situazioni in cui Sana avrebbe risolto tutto, con la sua bontà proprio come aveva fatto con lui, sicuramente l’avrebbe aiutata. Ma lei non c’era, e lui non sapeva davvero cosa dirle.
< Penso che tu debba insistere, e far della tua vita ciò che desideri. Magari sarà difficile, ma penso che tu ce la farai. Devi solo volerlo no? >.
Non erano le sue solite parole, aveva semplicemente seguito i consigli che Sana gli diede un tempo, poteva servire anche per Reira, forse.
< Certo che lo voglio. Non sarà lui a decidere il mio futuro. Tengo troppo alla mia musica. Grazie Akito >
< Non ho fatto nulla Reira, spero che tu ce la faccia comunque. >.
Si era lasciato andare troppo, per quanto con lei stesse bene, non era ancora pronto a buttarsi cosi tanto in quella loro strana amicizia,cosi prese di nuovo il controllo e indossò la sua maschera.
< Be mi hai dato un bel consiglio, e molto gentile da parte tua! Comunque stasera suoniamo ad Osaka in un parco divertimenti e il tema saranno gli anni 80. So da Gomi e Hisae che anche voi ci andrete, ci vediamo li? >
< Penso di si. >. Akito controllò l’ora, e anche se era presto doveva andarsene < Scusami , ma devo andare a lavoro. Ci vediamo magari più tardi. >
< Ok Akito, lo spero tanto. Mi hanno detto che è una bella festa. >
< Già. >.
Reira gli diede un bacio a fior di labbra che lo fece rabbrividire.
< A stasera tesoro! Buon lavoro >
< Ciao a dopo. >
La vide allontanarsi come un fulmine, con un grande sorriso sulle labbra. Sentiva che presto tutto ciò sarebbe degenerato, e qualcuno si sarebbe fatto male. Sbuffò sonoramente e si avviò in palestra pronto a buttarsi in un'altra lunga giornata di lavoro.
< Fratello come va? >
< Benone! E tu? >. La voce di Brian era molto triste, di solito le loro chiamate erano molto scherzose , ed era strano sentirlo cosi.
< Potrebbe andare meglio. Comunque per stasera so che vengono anche Damon e Nat tu verrai? >
< Si ho parlato con gli altri prima,ci incontriamo tutti li no? >
< Si. Allora a dopo no? >
< Si. Ma Tutto bene Brian? >
< Stasera ti spiego. A dopo >.
La chiamata terminò e Akito rimase  per un attimo a pensare cosa davvero volesse dirgli, ma se ne dimenticò subito buttandosi sotto la doccia , pronto per tornare  a casa.
Ognuno andò con la proprio aiuto, cosi Akito si ritrovò ad arrivare in anticipo. Camminando per il parco divertimenti poco lontano da lui vide Brian seduto al piccolo bar improvvisato di fronte al palco, cosi decise di raggiungerlo, e mandò un messaggio agli altri per dire dove si trovavano.
< Bè? Bevi birra senza di me? >
< Cazzo mi hai fatto spaventare. >.
Akito  ghignò per il salto che aveva fatto, sentendolo parlare dietro di lui.
< Allora? >
Dopo aver preso una birra anche lui, prese posto accanto all’amico.
< Niente. Sai la ragazza di Osaka che stavo conoscendo no? Be oggi penso di aver combinato un casino. Lei è molto fragile. Ma sono un uomo no? L’effetto di una bella donna a volte non ci fa ragionare, e lei è scappata via. So che voleva la stessa cosa, ma aveva paura >
Oggi tutti pronti a cercare un consiglio da lui? Come poteva aiutare adesso il suo amico, con un problema d’amore? Se ancora lui ne stava soffrendo.
< Io non so come aiutarti Brian, dalle del tempo. L’unica che può darti qualche dritta è mia sorella. Mi dispiace, ma non parlo mai di queste cose soprattutto da quando lei.. >
Stava di nuovo pensando a Sana, ma non poteva trattare male Brian, lui non sapeva tutta la verità e non voleva assolutamente tirarla fuori in quel momento.
< Lei chi? La tua ragazza? >
< Nessuno Brian. Stanno arrivando gli altri, parlane con Nat. Io vado a salutare una persona >
Quando vide sul palco una folta chioma bionda, trovò la pace dentro se stesso. Cosi dopo esserle andato vicino e averle dato un bacio da mozzare il fiato,che fece rimanere la ragazza perplessa per quel gesto inaspettato, raggiunse gli altri pronti per cominciare la serata, senza mai spostare gli occhi di lei.
Tutto procedeva tranquillo, le musiche anni 80 erano carine, soprattutto quelle che cantava Reira. Per una sera si stava davvero divertendo, è tutto sembrava più bello e tranquillo. Tutti sorridevano e scherzavano, ma una cosa aveva notato, e non solo una volta. Damon e sua sorella spesso toccavano la pancia di lei, e si guardavano teneramente. Che cosa gli prendeva? Ancora una volta si sentì percorrere il corpo dalla gelosia,per la loro fortuna. All’improvviso quando vide Brian alzarsi con un mega sorriso dalla sedia parlando al telefono, tutto intorno a lui diventò silenzioso. Aveva la sensazione che li a pochi centimetri da lui ci fosse qualcuno che lo chiamasse. Una chiamata silenziosa che non sentiva nessuno, il suo cuore rispondeva ma guardandosi intorno non vide nulla. Nessuno che potesse conoscere. Il suo corpo era pronto ad alzarsi per cercare chi lo stesse chiamando, ma quando sentì la voce di Reira parlare al microfono tutto tornò normale, il suo cuore riprese a battere normale e cercò di riprendersi del tutto da quell’episodio che nessuno pareva avere notato.
< Questa canzone la dedico a tutti gli innamorati. A chi come me ha sognato guardando il film “Il tempo delle mele”.> Mentre lo diceva aveva puntato i suoi occhi, su quelli di Akito e quando partirono i fuochi d’artificio, Reira regalò il suono melodico della sua voce a tutti i presenti.
 
 
                                                    *****

In quel momento il cielo sopra di loro si illuminò di mille colori. Era come se intorno a loro non ci fosse nessun ‘altro. Illuminavano i loro visi e i loro occhi, che ancora non si erano lasciati. Per Roxie quelle luci sarebbero state le cose più belle da vedere per la prima volta, ma li vicino aveva il suo uomo, il suo inizio e non le importava nient’altro. Il cielo scoppiava di colore, e la musica avvolgeva i loro corpi.
 
I tuoi occhi
Come il blu del cielo d’estate
hanno rubato il mio sguardo da quando li ho guardati
Sentirsi persi in un labirinto magico
E’ troppo presto per un nuovo amore

 

Non posso nascondere che guardare nei tuoi occhi
spalancati sembri cosi sorpresa
Cercando in giro qualcuno di nuovo
Il vero amore é difficile da trovare ora

 

Quando sorridi
I tuoi occhi mostrano il tuo cuore
Sento il mio andare a pezzi
non vedi come mi sento
Il mio amore é vero

 

I tuoi occhi spalancati
da quando ti ho guardata non possono nascondere
quello che vorrebbero dire
Sentirsi persi in una stanza affollata
E’ troppo presto per un nuovo amore

 

Quando sorridi
I tuoi occhi mostrano il tuo cuore
Persa dentro un completo vecchio e strappato
Sentirsi soli con gente attorno
Il vero amore é difficile da trovarsi ora

 

Pensi di essere incompresa
Se solo potessi spiegare
qualcosa mi dice che questo momento é vero
Il modo in cui mi sento

 

Quando sei persa
I tuoi occhi mostrano il tuo cuore
dovrei sapere che sono messo da parte
Quando i tuoi occhi brillano
Saprò che tu sarai mia per sempre*
 
Le loro labbra finalmente si unirono, le loro lingue diventarono una cosa sola. Non fu un bacio disperato, ma un bacio dolce che sapeva di menta, e fragola. Bramato da troppo tempo. Avevano cominciato insieme un nuovo inizio. Testimoni del loro amore i fuochi d’artificio, e una canzone che sembrava proprio parlare di loro.
< Il mio cuore batte forte,è questo l’amore? >
< Si piccola. Il nostro amore >.
Li era sbocciato il loro amore, ignari che a pochi passi si trovava il passato di Roxie, così vicino, ma ancora così lontano. Quando li avrebbe travolti di nuovo il destino?
 
                                                     *****

La sera prima Nat vide per la prima volta suo fratello sereno, e anche se faceva male aveva saputo dagli altri che da pochi giorni si frequentava con Reira la cantante della festa. Non erano fidanzati, ma le avevano assicurato che grazie alla sua presenza lui stava meglio. Sarebbe stato strano vederlo accanto a una ragazza che non fosse Sana, ma doveva andare avanti anche lui no? E loro non erano nessuno per privargli questa possibilità. Cosi la scelta di dire della loro bambina e del suo nome, quel giorno le parve la cosa migliore. Dentro di lei sentiva che tutto sarebbe andato bene.
< Amore mio, tra poco arriveranno tutti. Sei pronto? >
< Non vedo l’ora piccola di dire a tutti che dentro il tuo pancino c’è la nostra principessa. E’ dura doverlo tenere nascosto, e sono sicuro che ieri ad Akito non sono sfuggiti i nostri momenti di debolezza. >
< Davvero? Ci ha visti? >
< Non ne sono sicuro, ma quando mi sono girato fissava le nostre mani. Quindi penso ci abbia beccati. >
< Cavoli. Ma è cosi difficile tenere lontane le mani vero? E come se la sentissimo più vicina. La nostra piccola Sana. >.
Una piccola lacrime sfuggì al suo controllo, sapeva che sentiva vicina sua figlia come sentiva anche la presenza della sua migliore amica, e quel tocco la faceva stare meglio. Come se lei fosse comunque li con loro ed era una sensazione bellissima.
< Andrà tutto bene oggi! E queste lacrime spero siano di felicità! Vero? >
Il campanello cominciò a suonare, era arrivata l’ora. Dopo pranzo tutti avrebbero saputo.
< Si Damon. Forza andiamo ad aprire alle nostre famiglie. >
Erano tutti riuniti intorno al grande tavolo, e per fortuna c’era molta serenità quel giorno. Nonostante i brutti rapporti con Robert il padre di Brian e Damon le cose stavano andando bene, e sperava davvero che tutto questo durasse fino alla fine.
< Brian dal tuo sorriso, penso che la questione si sia risolta vero? >

< E bravo fratellone!Ci hai dato dentro stanotte, Eh! >.
Interruppe Damon facendo ridere tutti i presenti.
< Cazzone! Non sono affari che ti riguardano! >.
Le risate vennero spezzate da un colpo di tosse di Robert.
< Vi sembra il modo di parlare a tavola? Da Brian me lo posso aspettare, ma tu Damon? Che ti sta succedendo? >.
A Nat quel silenzio tombale che riempì la stanza non le piaceva, Era la sua giornata, perché dovevano rovinargliela? Proprio mentre i due fratelli erano pronti all’attacco, la folla si stupì che la voce di rimprovero fosse proprio la sua.
< Signor Robert. Io ho molta stima di lei e sua moglie. Ma questa è la nostra routine, se solo lei avesse imparato a conoscere meglio i propri figli, saprebbe che è il loro modo di giocare. Oggi per me e Damon è una giornata importante, e i suoi disappunti non ci interessano. E’ una giornata felice, non rovini tutto come al solito. >.
Detto ciò si alzò bruscamente dalla sedia, e sparecchiando si avviò verso la cucina.
< Bravo papà. Come sempre rovini tutto. Ora facci un cazzo di favore stai zitto, prima che mi incazzi sul serio. >. Damon detto ciò raggiunse sua moglie in cucina.
Nat stava lavando i piatti, e qualche lacrime sfuggì ancora una volta al suo controllo. Forse aveva esagerato, ma chi era quell’uomo per comportarsi cosi con due persone adulte e vaccinate, in casa sua poi.
< Ehi piccola, non fa bene alla bambina. Calmati. E’ solo un cazzone. >
< Possibile che quando tutto sembra andare bene, qualcuno o qualcosa debba spezzare la nostra felicità. Voglio solo condividere con i miei cari la nostra più grande gioia. Sana non c’è e fa gia male, anche se tento di nasconderlo. Non posso tollerare tutto ciò, troppo dolore. E scusa se mi sono comportata cosi, in fondo è tuo padre. >
< Tesoro non me ne fotte nulla di mio padre. E’ sempre stato così, e una dritta non gli farebbe male. Ed e’ per questo che ti amo. Sei una donna forte e con carattere, e ora andiamo di la da quelle facce da culo, e sbattiamogli in faccia la nostra felicità ok? >
Natzumi amava suo marito, ed era stata anche la sua aria da bad boy, e il suo carattere duro a farla innamorare. Nonostante tutto, dentro nascondeva un animo dolce e gentile. E mai le aveva negato un giorno d’amore. Baciandolo teneramente lo prese per mano, e dopo essersi guardati profondamente si incamminarono verso il salone.
< Ci scusiamo per poco fa. E per farci perdonare vogliamo darvi una notizia, che rallegrerà la vostra giornata. >.
< Aspettiamo una bambina! >. Lo dissero all’unisono, e intorno a loro tutto era diventato meraviglioso, sorrisi e brindisi riempivano la stanza. Uno a uno li andarono ad abbracciare, e tutto ciò li rese davvero felici.
< Allora fratellone, come chiamate la mia principessa >
< Ehi ragazzino, è anche mia nipote. > Disse Fuyuki ancora abbracciato alla figlia.
< Avrà molti protettori questa bambina. Ma mi dispiace per voi, con me nei paraggi nessuno le torcerà un capello. >. Disse Akito. Quella frase fece commuovere Nat, perché sentire dire quelle parole da suo fratello , era un sogno che diventava realtà. Nonostante i problemi e le distanze, e senza neanche saperlo era già attratto dalla sua nipotina, e aveva già formato uno scudo per la sua protezione.
< Bè prima di tutto è Mia. Poi vediamo eh ragazzi. >. Disse Damon scoppiando a ridere.
< Allora non è stata una decisione facile, ma entrambi eravamo d’accordo e spero che anche voi lo siate. La nostra principessa si chiamerà Sana. In onore della mia migliore amica, che li fuori da qualche parte spero si ricordi presto di noi, così che possa conoscere anche lei la sua nipotina. >. Tutti corsero ad abbracciarli, approvando la loro scelta. Dicendo che era il regalo più bello che potessero fare alla loro amica. Nat fissò gli occhi si suo fratello, rimasto immobile di fronte a lei, e piano piano notò il calice che aveva in mano cadere a terra, e frantumarsi in mille pezzi. Leggere i sentimenti di Akito era sempre stato difficile, ma in quel momento riuscì a leggere dentro di lui. Stava soffrendo. Ma se ne sarebbe fatto una ragione, non si sarebbe fatta intimorire da una reazione sbagliata.Questa volta non più.
< Scusate. Non l’ho fatto apposta. Cazzo. >
A Nat vederlo cosi impacciato e sofferente fece tenerezza, cosi allontanandosi da tutti lo andò ad abbracciare. Aveva paura che lui se ne andasse , e che le urlasse contro.
< Grazie Nat. Lei ne sarebbe felice. Me la immagino tutta saltellante per la stanza,e le sue urla di felicità. >.
Fu la frase più bella che potesse mai ricevere. E anche se l’aveva detta con un singhiozzo strozzato, per lui costò molto, e lei apprezzò il suo gesto d’affetto per la loro scelta.

                                                                                                         
                                                                                                 
     *****

 
 
 
Salve ragazze!!!! Scusate per l’immenso ritardo! Ma questo capitolo è stato molto difficile da costruire, e anche il poco tempo e il mio bradipismo non è stato dalla mia parte! Ma dopo tanta fatica finalmente cè l’ho fatta! E ne siono molto felice, perché ho messo tutto il mio cuore in queste parole, dove niente è stato costruito, ma tutto è venuto fuori da solo. Ho seguito solo la mia immaginazione, e spero che anche voi possiate innamorarvi ancora di più dei miei personaggi come lo sono io ogi giorno sempre  di più!  Ringrazio tutti i lettori silenziosi, chi mi segue e chi ha aggiunto nelle ricordate e preferite, siete meravigliosi! E ringrazio anche Stefy , Kody e Miky per il sostegno, per la loro amicizia, e per le belle parole che ogni giorno condividiamo! Siete speciali! Avete perso molto tempo per me a cercare canzoni e soluzioni per delle parti che non venivano, e siete straordinarie! <3 Buona lettura a presto! Saretta <3
 

 
*Cooks da Books – Youe Eyes “ Il tempo delle mele  2 “



 
  
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