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Autore: bimbabest99    12/07/2015    7 recensioni
La guerra magica è conclusa. Tutti i ragazzi ritornano ad Hogwarts per frequentare l’ultimo anno, ma la guerra magica ha segnato ognuno di loro. Per quanto vogliano negarlo, una parte dei loro cuori rimarrà incatenata in quel passato fatto di morte e paura. Ma c’è sempre uno spiraglio di luce nell’oscurità, così come c’è sempre un po’ di buio nella luce. Draco e Ginny. Due ragazzi agli antipodi, rispettivamente buio e luce. Ma, in fondo, cosa illuminerebbe la luce senza le tenebre? E cosa oscurerebbe il buio senza la luce?
***
Perché tutto in lei gli ricordava un angelo: la sua purezza, la sua ingenuità, i gesti pregni di dolcezza infantile.
Un bellissimo angelo dalle ali candide e i capelli di fuoco: così bello, così puro, così perfetto.
Troppo perfetto.
Un sorriso maligno curvò le labbra del ragazzo, e gli occhi perlati scintillarono macabramente.
Era arrivato il momento che le ali di quell’angelo si sporcassero di sangue, così da impedirgli di volare.
E solo allora quella ragazza che tanto gli ispirava odio, avrebbe capito cosa significava osservare la vita con gli occhi di un cieco.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Un po' tutti | Coppie: Draco/Ginny
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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                                My only Love sprung from my only Hate…

 

                         Capitolo 17 –  Amore

Dimmi quel ti amo che non mi hai mai detto, è tutta la vita che lo aspetto. Amami, sennò non la smetto. Destino del cazzo, tu zitto!

Cit. Andrea Filocorno

                                 

L’odore dei fiori era qualcosa di sublime che rilassava la mente e la sgombrava da tutti quei pensieri angusti che l’avevano tormentata fino a quel giorno.

Ginevra Weasley ascoltava le sensazioni della natura cogli occhi chiusi e un lieve sorriso ad incurvarle le labbra, l’espressione rilassata di chi non ha pensieri brutti a cui pensare.

Si trovava su una panchina costruita al centro di un magnifico giardino che si trovava nell’ara est del castello.

La statua di Merlino si ergeva imponente dietro le sue spalle, quasi a volerla proteggere da tutti i pensieri esterni che minacciavano di farle perdere quell’armoniosa pace interiore.

Erano davvero pochi i momenti in cui Ginny non si rattristiva per il destino d’essersi innamorata della persona sbagliata.

Non passava giorno in cui non si struggeva di dolore per quell’amore che era falso come i sussurri delle Veela.

Più di una volta Luna aveva cercato di consolarla, dicendole che probabilmente il ragazzo di cui si era innamorata esisteva davvero e non era frutto della cattiveria di Malfoy.

Ma Ginny era forte, e con la stessa forza che aveva usato per rialzarsi dopo la morte di Fred, si sarebbe rialzata anche da quel baratro, ma non avrebbe mai smesso di amarlo.

-Ginny…-

La giovane schiuse gli occhi e sbatté le palpebre a più riprese per tornare con i piedi sulla Terra.

Poi si voltò, e incontrò il giovane Harry Potter che le sorrise lievemente, un po’ mortificato per aver rovinato quel momento.

-Posso sedermi?-

Le domandò, indicando il posto accanto al suo sulla panchina in marmo, al che la ragazza sorrise lievemente e fece un cenno d’assenso.

Harry si accomodò al suo fianco e inspirò profondamente l’odore dei fiori, riempendosi i polmoni con quel soave profumo.

-Ora capisco perché vieni sempre a rifugiarti in quest’ara del castello, ultimamente! E’ bellissima…-

Sussurrò il ragazzo, facendola sorridere, mentre prendeva a far scivolare lo sguardo sui vari tipi di fiori che ornavano quel pezzo di paradiso.

-Sì, lo è…-

Sussurrò, prima di rattristirsi quando il pensiero volò al suo bellissimo Malfoy, seducente come i boccioli di rose rosse che le sorridevano da lontano.

Harry si chinò e raccolse qualcosa da terra, prima di porgere una bellissima rosa rossa che rattristì ancor di più la giovane Grifondoro, la quale non lo diede a vedere.

Harry posizionò il fiore tra la sua fluente chioma color cremisi, poco sopra l’orecchio destro, come aveva fatto la sera della loro cena romantica.

Che non andò a buon fine a causa della bravata di Malfoy.

Ginny distolse all’improvviso lo sguardo da Harry, voltando il capo con una smorfia di dolore, il cuore dilaniato da una morsa di ferro.

Il Grifondoro abbassò la mano mentre la ragazza tentava di trattenere le lacrime che non smettevano mai di scorrere sul piccolo volto roseo.

-Ho notato che in questi ultimi tempi sei un po’ triste, Ginny. C’è forse qualcosa che non va?-

Le domandò il ragazzo, al che la rossa voltò il capo in sua direzione e lo osservò a lungo: gli occhi verdi come le piante di cui erano circondati, i capelli scuri e scompigliati e l’aria da ragazzo maturo che non aveva mai perso quella sfumatura più giocosa ed innocente.

Aveva passato tanto tempo ad amare in silenzio quel volto, passando notti intere a piangere su quel sentimento che non era ricambiato.

L’unica cosa che aveva sempre desiderato, era sentirsi protetta tra le braccia di qualcuno che contasse tanto per lei e che, soprattutto, ricambiava il suo sentimento.

Era buffo il fatto che si era ritrovata nella stessa situazione con l’antagonista di Harry.

-Harry, tu sei un ragazzo magnifico! Dolcissimo, premuroso e attento ad ogni particolare! Ed è questo che ti rende speciale, non quella cicatrice che tutti venerano quando invece ti ha portato solo disgrazie. Ho passato tanto tempo ad amarti, Harry. Troppo, forse. Vorrei poterti amare come una volta, ma non ci riesco. Mi dispiace davvero tanto…-

Gli disse, liberandosi da un grande peso ma la mortificazione prese il sopravvento quando gli occhi di Harry si spensero, prima di distogliere lo sguardo.

-Harry…-

-No, Ginny. Tranquilla, io…io sto bene. Comunque sia sono contento che tu me l’abbia detto…-

Sussurrò, tornando a guardarla con gli occhi pieni di lacrime ma l’espressione di chi ha capito la verità, e per quanto dura essa sia, la affronta.

Poi abbassò lo sguardo, e una sola lacrima sfuggì al suo controllo.

Rimasero così, in silenzio, ma consapevoli della presenza dell’altro; poi, un sorriso curvò le labbra di Harry, che iniziò a ridere lievemente, tanto che per un attimo Ginny pensò che l’effetto del Distillato Sviante non fosse ancora svanito.

-Dì a Malfoy che se ti farà versare una sola lacrima, verrò a chiedergli la rivincita per quel giorno al campo di quidditch…-

Il cuore di Ginny fece una capriola a quelle parole, e fu costretta a scuotere la testa e sbattere le palpebre a più riprese per iniziare a connettere di nuovo.

-N…no, cosa centra Malfoy, Harry?-

Il ragazzo con la cicatrice sorrise lievemente e si avvicinò a lei, guardandola dritto negli occhi.

-Di che colore sono i suoi occhi?-

-Perlati come l’argento, in genere, ma quando si arrabbia diventano plumbei come il mare che promette tempesta e quando stanno al sole sembrano quasi celesti…-

Il ragazzo sorrise vittorioso a quella risposta, prima di chiederle:

-…E di che colore sono i miei?-

Ginny cambiò espressione davanti quella domanda e sbatté le palpebre a più riprese quando capì di aver memorizzato il colore degli occhi di Malfoy...e di nessun’altro.

-…V-verdi…-

Sussurrò, incerta, ma consapevole del fatto che quella descrizione non era minimamente paragonabile a quella che aveva fornito per Malfoy.

Harry rise lievemente con espressione amara ma consapevole, quasi si aspettasse quell’esatta risposta ma una parte di lui sperasse in qualcosa di diverso.

Il giovane la guardò negli occhi un’ultima volta, prima di alzarsi dalla panchina e baciare Ginny sulla fronte.

-Spero di averti persa per un uomo migliore…-

Le disse, prima di allontanarsi lentamente con le spalle basse, lasciando Ginny a riflettere in quel giardino solitario.

La ragazza sospirò prima di alzarsi dalla panchina e di incamminarsi lentamente verso il corridoio che l’avrebbe portata nella sua Sala Comune per andare a dormire, le gambe lente e pesanti come se stesse camminando in una zuppa bollente.

Si avvicinò all’angolo del corridoio e per poco le caddero le ginocchia quando una figura allampanata sbucò dal corridoio e la costrinse con le spalle contro al muro.

Impaurita e sorpresa, alzò lo sguardo sul ragazzo e i capelli soffici di Draco le carezzarono la fronte, e la giovane si specchiò in un nuovo scintillio che ne accendeva gli occhi.

-Sei stata con Potter?-

Le domandò, il respiro ansante per le forti emozioni, ma dai suoi occhi non traspariva gelosia, bensì speranza.

Che si fosse stancato di lei?

No, non era possibile, non per amore o qualunque altro tipo di sentimento che era incapace di provare, bensì per la sua vendetta.

Non aspettava che un suo passo falso, e Ginny non era sicura di riuscire a mantenere la sua maschera di indifferenza ancora a lungo.

-Sì, e allora?-

Malfoy sorrise a trentadue denti, ma la cosa che sorprese Ginny fu non trovare la minima traccia di scherno o malizia in quel sorriso.

-Ho sentito tutto…-

A quelle parole il cuore Ginny sembrò bloccarsi in petto: lo guardò con occhi sgranati e il respiro ansante di chi sta per entrare in iperventilazione.

Malfoy sorrise compiaciuto a quella reazione, e le spostò i capelli d’un lato, mettendo in bella mostra la rosa rossa e avvicinandosi sensualmente al suo orecchio.

-E così ti piaccio, bambolina?-

Le domandò rocamente, trasmettendole una potente scarica di brividi che le fece tremare le ossa.

Draco si spostò per guardarla dritto negli occhi, prima che il suo sguardo fosse attirato dal piccolo bocciolo di rosa che si mimetizzava tra i suoi capelli rossi.

-Una rosa rossa: scelta interessante, Potter. Passione. E’ questo il suo significato…-

Si rigirò la rosa tra le mani fino a togliergliela dai capelli per guardarla con espressione assorta ed indecifrabile.

Poi, la gettò con noncuranza e si abbassò per raccogliere un bellissimo tulipano rosso, dello stesso colore dei suoi capelli, oltre ad essere il suo fiore preferito.

Rigirandolo tra le mani, si avvicinò a lei fino a posare un gomito contro il muro, avvicinando con l’altra mano il tulipano al suo volto.

-Tulipano rosso: dichiarazione d’amore-

Sussurrò al suo orecchio le ultime due parole, prima di incastonare il tulipano dove prima c’era la rosa.

Ginny era molto turbata da quel cambiamento: probabilmente aveva deciso di cambiare tecnica per conquistarla perché si stava stancando di lei.

Quel pensiero la fece sentire debole ed inutile come una formica davanti uno stivale, ma ebbe la forza di spingere via il Serpeverde con quel poco d’orgoglio che le rimaneva.

-E questo che cosa vorrebbe dire?! Non tentare di abbindolarmi solo perché hai scoperto che mi piaci, Malfoy-

Lo avvertì, prima di voltarsi per evitare di continuare ad osservare quel volto cesellato ad arte che aveva il potere di farla sentire in soggezione.

-Tu hai solo paura di amarmi!-

Le urlò di rimando, facendola bloccare di colpo con un sordo tuffo all’altezza del cuore e una rabbia bruciante che minacciava di esplodere da un momento all’altro.

Sentiva tutta la frustrazione accumulata in quegli ultimi tempi, la tristezza, la tensione, venire a galla come pezzi di legno sopravvissuti alla tempesta.

Si voltò verso di lui, specchiandosi in quegli occhi rabbiosi e stanchi, prima di avvicinarsi inveendo contro di lui.

-Purtroppo no! Io so cosa provo per te, brutto caprone testardo, egoista e senza cuore! Lo so perché quando sto con i miei amici, quando studio, quando partecipo alle lezioni mi manchi tu! Ma quando sto con te non mi manca nessuno, mi sento completa. E forse hai ragione, ho paura perché sensazioni così forti non le avevo mai provate prima d’ora! Quello che davvero non sa cosa vuole e cosa prova, non sono io, sei tu!-

Terminò, con il respiro ansante per l’adrenalina che le aveva iniettato quel piccolo discorso che sorprese il Serpeverde oltre ogni dire.

Il giovane osservò quelle labbra dal sapore dolce come le ciliegie e desiderò morderle fino a sentire il sapore ferroso del suo sangue di babbanofila mischiarsi con il suo, puro e incontaminato.

-Io so di essere innamorato di te…-

Iniziò, deglutendo nel tentativo di allentare quel nodo in gola che pizzicava fastidiosamente.

-…ho solo paura di dirlo a me stesso-

Ginny non riusciva a credere che avesse davvero detto quelle parole.

Il suo cuore esplose all’altezza del petto, e la ragione la abbandonò, perché per una volta non voleva preoccuparsi di ciò che erano le conseguenze.

Per una volta avrebbe vissuto ogni sensazione fino alla fine.

Le loro labbra si scontrarono a metà strada e ogni preoccupazione, ogni rimorso o senso di colpa svanì nell’aria.

Erano pieni d’amore i loro baci e, anche se non l’avrebbero mai ammesso in presenza dell’altro, non c’era nessun altro posto in cui avrebbero voluto trovarsi.

Ginny era così minuta che sembrava scomparire contro il petto di Draco, ma quella sensazione la fece sentire solo più protetta.

Draco invece aveva la sensazione di essere in paradiso: se quello significava abbandonare le ombre che avevano costituito la sua vita, era disposto a farlo.

Non voleva fare del male a Ginny o portarla in camera da letto come vendetta.

No, lui voleva vederla sorridere nella notte e sapere che lui era la causa di quel sorriso, voleva svegliarsi con la sensazione di quel piccolo corpicino contro il suo e voleva essere la prima cosa che quei grandi occhi d’oro vedevano la mattina.

La notte scese sull’intero castello di Hogwarts, e i raggi della luna illuminavano le cortine del letto a baldacchino su cui sedevano i due ragazzi, privi di vestiti ma pieni d’amore.

Le mani intrecciate contro le coperte, i respiri all’unisono e i cuori che battevano allo stesso ritmo.

Una pioggia di capelli rossi bagnavano il cuscino, arrivando a coprire la ragazza fino a metà schiena.

Il ciondolo di Malfoy non aveva mai pulsato così intensamente, o forse era il battito del suo cuore che lo faceva pulsare.

Resta il fatto che un oceano di emozioni così forti non le aveva mai provate: era come se lo stesse facendo per la prima volta.

Più entrava in lei e più sentiva le barriere rompersi, un bocciolo che lentamente stava fiorendo e con la sua grande luce stava spazzando via tutto ciò che riguardava il passato.

E il suo bocciolo era Ginny.

Era la dimostrazione vivente che le cose belle accadevano anche alle persone come lui, che probabilmente non le meritavano.

Sarebbe stato disposto ad amarla fino alla morte, incurante delle differenze che li separavano.

Ginny era aggrappata a lui e quella era la cosa più bella che avesse mai visto.

Era così dannatamente innocente anche mentre facevano l’amore, e il suo nome aveva un suono così dolce se detto dalle sue labbra ansanti.

Forse un domani, tutte quelle sensazioni gli sarebbero sembrate ridicole, ma quella notte tutto ciò che desiderava era lì con lui, nel suo letto.

E per quella notte, la felicità l’avrebbe provata…

To be continued…

Bon jour!!

Finalmente, direte voi!  I nostri due protagonisti si sono lasciati andare, yeee. Perdonate la citazione poco signorile, ma mi sembrava davvero perfetta per questo capitolo, esprimeva esattamente il succo della cosa. Come potete vedere, il nostro Harry si è finalmente fatto da parte con dignità ed orgoglio: un vero Grifondoro! Ci ho messo anima e corpo per descrivere al meglio la scena finale, senza entrare in particolari che ne avrebbero fatto perdere la bellezza. Spero che vi sia piaciuta… Ora, lasciatemi dare un grazie davvero speciale all’utente Astrid Malfoy che ha segnalato la mia storia all’amministrazione per inserirla tra le scelte del sito. Non puoi nemmeno immaginare come mi sono sentita, una gioia così immensa che non può comprenderla chi non la prova. La mia storia è un po’ mediocre per entrare tra le scelte del sito, ma a me basta avere la stima dei miei amatissimi lettori. Il merito è più vostro che mio <3 E con questo vi auguro di passare una buona domenica! Bacioni,

Bimba

  
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