Capitolo
17 – Amore
“Dimmi quel ti amo che non mi hai mai detto,
è tutta la vita che lo aspetto. Amami, sennò non la
smetto. Destino del cazzo, tu zitto!”
Cit. Andrea Filocorno
L’odore
dei fiori era qualcosa di sublime che rilassava la mente e la
sgombrava da tutti quei pensieri angusti che l’avevano
tormentata fino a quel
giorno.
Ginevra
Weasley ascoltava le sensazioni della natura cogli occhi
chiusi e un lieve sorriso ad incurvarle le labbra,
l’espressione rilassata di
chi non ha pensieri brutti a cui pensare.
Si
trovava su una panchina costruita al centro di un magnifico
giardino che si trovava nell’ara est del castello.
La
statua di Merlino si ergeva imponente dietro le sue spalle, quasi a
volerla proteggere da tutti i pensieri esterni che minacciavano di
farle
perdere quell’armoniosa pace interiore.
Erano
davvero pochi i momenti in cui Ginny non si rattristiva per il
destino d’essersi innamorata della persona sbagliata.
Non
passava giorno in cui non si struggeva di dolore per
quell’amore
che era falso come i sussurri delle Veela.
Più
di una volta Luna aveva cercato di consolarla, dicendole che
probabilmente
il ragazzo di cui si era innamorata esisteva davvero e non era frutto
della
cattiveria di Malfoy.
Ma
Ginny era forte, e con la stessa forza che aveva usato per
rialzarsi dopo la morte di Fred, si sarebbe rialzata anche da quel
baratro, ma
non avrebbe mai smesso di amarlo.
-Ginny…-
La
giovane schiuse gli occhi e sbatté le palpebre a
più riprese per
tornare con i piedi sulla Terra.
Poi
si voltò, e incontrò il giovane Harry Potter che
le sorrise
lievemente, un po’ mortificato per aver rovinato quel momento.
-Posso
sedermi?-
Le
domandò, indicando il posto accanto al suo sulla panchina in
marmo,
al che la ragazza sorrise lievemente e fece un cenno
d’assenso.
Harry
si accomodò al suo fianco e inspirò profondamente
l’odore dei
fiori, riempendosi i polmoni con quel soave profumo.
-Ora
capisco perché vieni sempre a rifugiarti in
quest’ara del
castello, ultimamente! E’ bellissima…-
Sussurrò
il ragazzo, facendola sorridere, mentre prendeva a far
scivolare lo sguardo sui vari tipi di fiori che ornavano quel pezzo di
paradiso.
-Sì,
lo è…-
Sussurrò,
prima di rattristirsi quando il pensiero volò al suo
bellissimo Malfoy, seducente come i boccioli di rose rosse che le
sorridevano
da lontano.
Harry
si chinò e raccolse qualcosa da terra, prima di porgere una
bellissima rosa rossa che rattristì ancor di più
la giovane Grifondoro, la
quale non lo diede a vedere.
Harry
posizionò il fiore tra la sua fluente chioma color cremisi,
poco
sopra l’orecchio destro, come aveva fatto la sera della loro
cena romantica.
Che
non andò a buon fine a causa della bravata di Malfoy.
Ginny
distolse all’improvviso lo sguardo da Harry, voltando il capo
con una smorfia di dolore, il cuore dilaniato da una morsa di ferro.
Il
Grifondoro abbassò la mano mentre la ragazza tentava di
trattenere le
lacrime che non smettevano mai di scorrere sul piccolo volto roseo.
-Ho
notato che in questi ultimi tempi sei un po’ triste, Ginny.
C’è
forse qualcosa che non va?-
Le
domandò il ragazzo, al che la rossa voltò il capo
in sua direzione
e lo osservò a lungo: gli occhi verdi come le piante di cui
erano circondati, i
capelli scuri e scompigliati e l’aria da ragazzo maturo che
non aveva mai perso
quella sfumatura più giocosa ed innocente.
Aveva
passato tanto tempo ad amare in silenzio quel volto, passando
notti intere a piangere su quel sentimento che non era ricambiato.
L’unica
cosa che aveva sempre desiderato, era sentirsi protetta tra le
braccia di qualcuno che contasse tanto per lei e che, soprattutto,
ricambiava
il suo sentimento.
Era
buffo il fatto che si era ritrovata nella stessa situazione con
l’antagonista di Harry.
-Harry,
tu sei un ragazzo magnifico! Dolcissimo, premuroso e attento
ad ogni particolare! Ed è questo che ti rende speciale, non
quella cicatrice
che tutti venerano quando invece ti ha portato solo disgrazie. Ho
passato tanto
tempo ad amarti, Harry. Troppo, forse. Vorrei poterti amare come una
volta, ma
non ci riesco. Mi dispiace davvero tanto…-
Gli
disse, liberandosi da un grande peso ma la mortificazione prese il
sopravvento quando gli occhi di Harry si spensero, prima di distogliere
lo
sguardo.
-Harry…-
-No,
Ginny. Tranquilla, io…io sto bene. Comunque sia sono
contento che
tu me l’abbia detto…-
Sussurrò,
tornando a guardarla con gli occhi pieni di lacrime ma
l’espressione di chi ha capito la verità, e per
quanto dura essa sia, la
affronta.
Poi
abbassò lo sguardo, e una sola lacrima sfuggì al
suo controllo.
Rimasero
così, in silenzio, ma consapevoli della presenza
dell’altro;
poi, un sorriso curvò le labbra di Harry, che
iniziò a ridere lievemente, tanto
che per un attimo Ginny pensò che l’effetto del
Distillato Sviante non fosse
ancora svanito.
-Dì
a Malfoy che se ti farà versare una sola lacrima,
verrò a
chiedergli la rivincita per quel giorno al campo di
quidditch…-
Il
cuore di Ginny fece una capriola a quelle parole, e fu costretta a
scuotere la testa e sbattere le palpebre a più riprese per
iniziare a
connettere di nuovo.
-N…no,
cosa centra Malfoy, Harry?-
Il
ragazzo con la cicatrice sorrise lievemente e si avvicinò a
lei,
guardandola dritto negli occhi.
-Di
che colore sono i suoi occhi?-
-Perlati
come l’argento, in genere, ma quando si arrabbia diventano
plumbei come il mare che promette tempesta e quando stanno al sole
sembrano
quasi celesti…-
Il
ragazzo sorrise vittorioso a quella risposta, prima di chiederle:
-…E
di che colore sono i miei?-
Ginny
cambiò espressione davanti quella domanda e
sbatté le palpebre a
più riprese quando capì di aver memorizzato il
colore degli occhi di Malfoy...e
di nessun’altro.
-…V-verdi…-
Sussurrò,
incerta, ma consapevole del fatto che quella descrizione non
era minimamente paragonabile a quella che aveva fornito per Malfoy.
Harry
rise lievemente con espressione amara ma consapevole, quasi si
aspettasse quell’esatta risposta ma una parte di lui sperasse
in qualcosa di
diverso.
Il
giovane la guardò negli occhi un’ultima volta,
prima di alzarsi
dalla panchina e baciare Ginny sulla fronte.
-Spero
di averti persa per un uomo migliore…-
Le
disse, prima di allontanarsi lentamente con le spalle basse,
lasciando Ginny a riflettere in quel giardino solitario.
La
ragazza sospirò prima di alzarsi dalla panchina e di
incamminarsi
lentamente verso il corridoio che l’avrebbe portata nella sua
Sala Comune per
andare a dormire, le gambe lente e pesanti come se stesse camminando in
una
zuppa bollente.
Si
avvicinò all’angolo del corridoio e per poco le
caddero le
ginocchia quando una figura allampanata sbucò dal corridoio
e la costrinse con
le spalle contro al muro.
Impaurita
e sorpresa, alzò lo sguardo sul ragazzo e i capelli soffici
di Draco le carezzarono la fronte, e la giovane si specchiò
in un nuovo
scintillio che ne accendeva gli occhi.
-Sei
stata con Potter?-
Le
domandò, il respiro ansante per le forti emozioni, ma dai
suoi
occhi non traspariva gelosia, bensì speranza.
Che
si fosse stancato di lei?
No,
non era possibile, non per amore o qualunque altro tipo di
sentimento che era incapace di provare, bensì per la sua
vendetta.
Non
aspettava che un suo passo falso, e Ginny non era sicura di
riuscire a mantenere la sua maschera di indifferenza ancora a lungo.
-Sì,
e allora?-
Malfoy
sorrise a trentadue denti, ma la cosa che sorprese Ginny fu non
trovare la minima traccia di scherno o malizia in quel sorriso.
-Ho
sentito tutto…-
A
quelle parole il cuore Ginny sembrò bloccarsi in petto: lo
guardò
con occhi sgranati e il respiro ansante di chi sta per entrare in
iperventilazione.
Malfoy
sorrise compiaciuto a quella reazione, e le spostò i capelli
d’un lato, mettendo in bella mostra la rosa rossa e
avvicinandosi sensualmente
al suo orecchio.
-E
così ti piaccio, bambolina?-
Le
domandò rocamente, trasmettendole una potente scarica di
brividi
che le fece tremare le ossa.
Draco
si spostò per guardarla dritto negli occhi, prima che il suo
sguardo fosse attirato dal piccolo bocciolo di rosa che si mimetizzava
tra i
suoi capelli rossi.
-Una
rosa rossa: scelta interessante, Potter. Passione. E’ questo
il
suo significato…-
Si
rigirò la rosa tra le mani fino a togliergliela dai capelli
per
guardarla con espressione assorta ed indecifrabile.
Poi,
la gettò con noncuranza e si abbassò per
raccogliere un
bellissimo tulipano rosso, dello stesso colore dei suoi capelli, oltre
ad
essere il suo fiore preferito.
Rigirandolo
tra le mani, si avvicinò a lei fino a posare un gomito
contro il muro, avvicinando con l’altra mano il tulipano al
suo volto.
-Tulipano
rosso: dichiarazione d’amore-
Sussurrò
al suo orecchio le ultime due parole, prima di incastonare il
tulipano dove prima c’era la rosa.
Ginny
era molto turbata da quel cambiamento: probabilmente aveva
deciso di cambiare tecnica per conquistarla perché si stava
stancando di lei.
Quel
pensiero la fece sentire debole ed inutile come una formica
davanti uno stivale, ma ebbe la forza di spingere via il Serpeverde con
quel
poco d’orgoglio che le rimaneva.
-E
questo che cosa vorrebbe dire?! Non tentare di abbindolarmi solo
perché hai scoperto che mi piaci, Malfoy-
Lo
avvertì, prima di voltarsi per evitare di continuare ad
osservare
quel volto cesellato ad arte che aveva il potere di farla sentire in
soggezione.
-Tu
hai solo paura di amarmi!-
Le
urlò di rimando, facendola bloccare di colpo con un sordo
tuffo
all’altezza del cuore e una rabbia bruciante che minacciava
di esplodere da un
momento all’altro.
Sentiva
tutta la frustrazione accumulata in quegli ultimi tempi, la
tristezza, la tensione, venire a galla come pezzi di legno
sopravvissuti alla
tempesta.
Si
voltò verso di lui, specchiandosi in quegli occhi rabbiosi e
stanchi, prima di avvicinarsi inveendo contro di lui.
-Purtroppo
no! Io so cosa provo per te, brutto caprone testardo,
egoista e senza cuore! Lo so perché quando sto con i miei
amici, quando studio,
quando partecipo alle lezioni mi manchi tu! Ma quando sto con te non mi
manca
nessuno, mi sento completa. E forse hai ragione, ho paura
perché sensazioni
così forti non le avevo mai provate prima d’ora!
Quello che davvero non sa cosa
vuole e cosa prova, non sono io, sei tu!-
Terminò,
con il respiro ansante per l’adrenalina che le aveva
iniettato quel piccolo discorso che sorprese il Serpeverde oltre ogni
dire.
Il
giovane osservò quelle labbra dal sapore dolce come le
ciliegie e
desiderò morderle fino a sentire il sapore ferroso del suo
sangue di
babbanofila mischiarsi con il suo, puro e incontaminato.
-Io
so di essere innamorato di te…-
Iniziò,
deglutendo nel tentativo di allentare quel nodo in gola che
pizzicava fastidiosamente.
-…ho
solo paura di dirlo a me stesso-
Ginny
non riusciva a credere che avesse davvero detto quelle parole.
Il
suo cuore esplose all’altezza del petto, e la ragione la
abbandonò,
perché per una volta non voleva preoccuparsi di
ciò che erano le conseguenze.
Per
una volta avrebbe vissuto ogni sensazione fino alla fine.
Le
loro labbra si scontrarono a metà strada e ogni
preoccupazione,
ogni rimorso o senso di colpa svanì nell’aria.
Erano
pieni d’amore i loro baci e, anche se non
l’avrebbero mai
ammesso in presenza dell’altro, non c’era nessun
altro posto in cui avrebbero
voluto trovarsi.
Ginny
era così minuta che sembrava scomparire contro il petto di
Draco, ma quella sensazione la fece sentire solo più
protetta.
Draco
invece aveva la sensazione di essere in paradiso: se quello
significava abbandonare le ombre che avevano costituito la sua vita,
era
disposto a farlo.
Non
voleva fare del male a Ginny o portarla in camera da letto come
vendetta.
No,
lui voleva vederla sorridere nella notte e sapere che lui era la
causa di quel sorriso, voleva svegliarsi con la sensazione di quel
piccolo
corpicino contro il suo e voleva essere la prima cosa che quei grandi
occhi
d’oro vedevano la mattina.
La
notte scese sull’intero castello di Hogwarts, e i raggi della
luna
illuminavano le cortine del letto a baldacchino su cui sedevano i due
ragazzi,
privi di vestiti ma pieni d’amore.
Le
mani intrecciate contro le coperte, i respiri all’unisono e i
cuori
che battevano allo stesso ritmo.
Una
pioggia di capelli rossi bagnavano il cuscino, arrivando a coprire
la ragazza fino a metà schiena.
Il
ciondolo di Malfoy non aveva mai pulsato così intensamente,
o forse
era il battito del suo cuore che lo faceva pulsare.
Resta
il fatto che un oceano di emozioni così forti non le aveva
mai
provate: era come se lo stesse facendo per la prima volta.
Più
entrava in lei e più sentiva le barriere rompersi, un
bocciolo che
lentamente stava fiorendo e con la sua grande luce stava spazzando via
tutto
ciò che riguardava il passato.
E
il suo bocciolo era Ginny.
Era
la dimostrazione vivente che le cose belle accadevano anche alle
persone come lui, che probabilmente non le meritavano.
Sarebbe
stato disposto ad amarla fino alla morte, incurante delle
differenze che li separavano.
Ginny
era aggrappata a lui e quella era la cosa più bella che
avesse
mai visto.
Era
così dannatamente innocente anche mentre facevano
l’amore, e il
suo nome aveva un suono così dolce se detto dalle sue labbra
ansanti.
Forse
un domani, tutte quelle sensazioni gli sarebbero sembrate
ridicole, ma quella notte tutto ciò che desiderava era
lì con lui, nel suo
letto.
E
per quella notte, la felicità l’avrebbe
provata…
To
be continued…
Bon
jour!!
Finalmente,
direte voi! I
nostri due protagonisti si
sono lasciati andare, yeee. Perdonate la citazione poco signorile, ma
mi
sembrava davvero perfetta per questo capitolo, esprimeva esattamente il
succo
della cosa. Come potete vedere, il nostro Harry si è
finalmente fatto da parte
con dignità ed orgoglio: un vero Grifondoro! Ci ho messo
anima e corpo per
descrivere al meglio la scena finale, senza entrare in particolari che
ne
avrebbero fatto perdere la bellezza. Spero che vi sia
piaciuta… Ora, lasciatemi
dare un grazie davvero speciale all’utente Astrid Malfoy che
ha segnalato la
mia storia all’amministrazione per inserirla tra le scelte
del sito. Non puoi
nemmeno immaginare come mi sono sentita, una gioia così
immensa che non può
comprenderla chi non la prova. La mia storia è un
po’ mediocre per entrare tra
le scelte del sito, ma a me basta avere la stima dei miei amatissimi
lettori.
Il merito è più vostro che mio <3 E con
questo vi auguro di passare una
buona domenica! Bacioni,
Bimba