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Autore: alida    19/01/2009    5 recensioni
Cosa succederebbe se Sirius ed Harry fossero "obbligati" a vivere per un mese o due con Piton e altri due ospiti inaspettati? A voi scoprirlo.....I personaggi appartengono a J.K.Rowling, eccetto quelli di mia invenzione, la storia non è scritta a scopo di lucro.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton, Sirius Black, Sorpresa
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Harry rifletteva in disparte, solo l’amore e il perdono gli avrebbero  permesso di sconfiggere il mago oscuro.

Come sarebbe riuscito a perdonare l’assassino dei suoi genitori? Era possibile? Pensò a Piton, a Sirius, a se stesso. Tutte persone che in qualche modo non avevano ricevuto l’affetto di una famiglia. Pensò a Riddle, anche lui non ne aveva avuta una. Questo, però, non bastava.

Guardò gli ospiti seduti in soggiorno, la preoccupazione e l’angoscia avevano riempito la stanza. Si alzò e prosegui nel corridoio. La signora Black gli sorrise incoraggiante. Le stanze dei due pestiferi gemelli erano chiuse e lui entrò nella camera di Severus, dove i ragazzi giacevano sul letto.

Severus li aveva coperti, lasciando liberi solo i due visi, come per ripararli dal freddo. Tra i due cuscini c’era poggiata  una fotografia. Era una foto di Piton da giovane con una donna. Lei era seduta sulle gambe di Severus, e lui le accarezzava con dolcezza il pancione. –Avete la mamma e il papà vicino- disse Harry rivolto verso i due ragazzi.

In quel momento si materializzò Severus nella sua camera, dove vi trovò Harry.

-Scusi professore, sono venuto per stare un po’ con Thomas e Lily-

-Non ti devi scusare. E’ normale- rispose Piton e continuò –Ho visto Riddle. E’ molto debole-

-Riddle? Non più l’oscuro signore o Voldemort- chiese stupito Harry.

-Non più Harry. Mai più. Cosa significa Voldermort? E’ solo un nome? E lui chi è? E’ solo un mago come lo sono io e lo sei tu-

-Ma lui è molto potente e ha molti alleati-

-Anche tu sei potente e hai molti alleati- rispose lui –e poi tu hai la grande capacità di perdonare-

-Non è vero. Io sto cercando di capire per quale motivo dovrei perdonare Tom Riddle, ma la verità e che non ne trovo nessuno-.

-Perché non esiste un motivo per perdonare. Esiste solo il perdono. Chi decide di perdonare non ha bisogno di una motivazione.

 Non devi perdonare perché Riddle è cambiato, perché è diventato migliore. Devi perdonare perché se un giorno vorrai amare, non potrai farlo sapendo di avere odio in te.

Perdona, non per essere superiore agli altri ma per darti una possibilità di essere felice.

Riddle non è cambiato e non cambierà.  Se tu mantieni vivo in te l’odio per lui allora, anche se lui scomparirà, avrà vinto-.

Harry ascoltava mentre fissava il letto e la foto. Non c’era motivo di perdonare, c’era solo il perdono. Nella foto la donna sorrideva mentre Severus le accarezzava i capelli, i due salutavano e sembrava che stessero canticchiando. Ad Harry tornò in mente la foto dei suoi genitori che Hagrid gli aveva regalato al suo primo anno ad Hogwarts, lui era piccolo e i genitori lo tenevano in braccio.

Thomas e Lily, una foto così non l’avevano e mai l’avrebbero avuta. In nessuna delle loro foto la mamma li avrebbe guardati, li avrebbe sorriso, li avrebbe accarezzati.

Harry si voltò verso Piton. Il professore aveva le guance rigate di lacrime. Era stanco. Stanco, anche per asciugarsi le lacrime. Harry si rivoltò verso i ragazzi e ancora verso la foto.

 Si sentì invadere da una sensazione di caldo, di soffocamento, gli si strinse la gola e le lacrime scesero senza che lui potesse farci nulla. Si avvicinò ai due ragazzi e li abbracciò. Severus rimase pietrificato e poi si sciolse in un pianto liberatorio mentre i due ragazzi riprendevano i sensi.

 

Harry corse in soggiorno a dare la buona notizia, non stava più nella pelle. Tutti erano felici e i ragazzi abbracciati al loro papà, sembrava si fossero risvegliati dopo una bella dormita.

Sirius li guardava felice, era felice per i ragazzi e per la prima volta anche per Piton. Uscì dalla stanza e sentì dei bambini parlare con una donna. Nel quadro della signora Black erano comparsi due bambini, li guardò con attenzione erano lui e Regulus da piccoli. La madre era felice mentre ripeteva: -Amate voi tutti i miei splendidi gigli … e che ogni madre riabbia i suoi figli-.

Lupin lo raggiunse e, dando un’occhiata al quadro,  capì quali dovevano essere i sentimenti dell’amico. Gli mise una mano nella spalla e gli disse: -Non è mai troppo tardi per essere felici-.

-Hai ragione- rispose mestamente il malandrino –hai ragione-.

 

A questo punto era scontato che si dovesse preparare un bel cenone. Thomas e Lily si trovavano nella fortunata situazione di poter combinare guai senza essere ripresi dagli adulti e siccome Grimmauld Place era zona franca, anche Harry, Ron e tutti i giovani capeggiati da Tonks si diedero da fare.

Scherzosi expelliarmus, levicorpus e varie trasfigurazioni si susseguirono per tutta la sera accompagnate dalle trasformazioni facciali di Tonks. Tutto andava alla perfezione. Poi Silente si accorse che Severus non si trovava più nel soggiorno con gli altri. Senza dare troppo nell’occhio lo cercò nelle altre stanze. Lo trovò in camera sua, in ginocchio mentre si teneva il braccio e piangeva. Ma non era un pianto triste era un pianto di liberazione. Si avvicinò al suo sincero amico e vide che nel braccio il Marchio nero era scomparso!.

Severus rientrò in soggiorno, pantaloni neri e una camicia bianca con le maniche sollevate, le braccia, finalmente, senza tristi cicatrici. I primi ad accorgersene furono Thomas e Lily che urlarono : -Si, evviva. Abbiamo vinto, abbiamo vinto- e poi si aggiunsero tutti gli altri.

Severus si avvicinò ad Harry e lo abbracciò. Harry ebbe l’impressione che quello fosse l’abbraccio di un padre.

 

Il cancello del castello dei Prince si aprì al loro arrivo e rimase aperto.

Il giardino era in pessimo stato ma presto si sarebbero occupati anche di quello. Thomas e Lily corsero al quadro del bis-nonno e lo salutarono per poi raccontargli tutto d’un fiato come avevano trascorso le vacanze di Natale.

Quando Piton si avvicinò al quadro il vecchio Prince gli disse: -Perdonami, sono lieto che tu sia venuto. Mi auguro che tu voglia restare-

-Non c’è bisogno di chiedere perdono, nonno. Tutto è andato come doveva andare. Come tu sai io ho una casa a Spinner’s End e …-

-Quella era la casa in cui sei cresciuto con tua madre e tuo padre. Se vuoi questa sarà la casa in cui crescerai ed invecchierai coi tuoi figli. La tua stanza, signor Queen è la prima a destra al primo piano-.

Severus salì al primo piano, aprì la porta della prima stanza. Appena entrato si trovò di fronte lo stemma della famiglia Queen: un’aquila dalle ali imponenti! Sopra una scrivania c’era un album di foto, dove potè vedere sua madre da piccola e poi a scuola con la divisa dei Serpeverde e poi ancora tante altre foto. Per ultima una foto rubata al tempo: Severus piccolissimo in braccio alla mamma e ad un raggiante Tobias.

Uscì dalla stanza e tornò al piano terra.

I ragazzi erano usciti in giardino, non li richiamo dentro. Li guardò dalla finestra, era stato fortunato. Si, alla fine, la vita aveva sorriso anche a Severus Piton ormai Queen.

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Grazie, grazie, grazie. A tutti coloro che hanno letto, recensito, inserito la ff tra i preferiti.

Spero di non aver deluso nessuno e di avervi fatto una bella compagnia almeno tanto quanto voi l'avete fatta a me.

Severus ha ripreso di diritto il nome dei Queen, affermando in questo modo che il sangue puro è solo una grande stupidaggine.

Summer84, ho letto la tua recensione dopo aver aggiornato, mi dispiace non averti accontentato ma il perdono è uno scontro più difficile da sostenere e in questa ff ho voluto sottolineare che per sconfiggere il male c'è solo il perdono e l'amore, perciò sarebbe stato un controsenso usare la violenza, e anche Severus ha usato solo le parole. Comunque ho notato con piacere il tuo interessamento. 

Credo di aver riportato almeno una volta i nomi di chi mi ha sostenuto in un modo o nell'altro, se così non fosse fatemelo sapere non mancherò di correggermi.

Vi straringrazio ancora tanto.

Alla prossima, Alida.

  
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