La storia comincia con un viaggio, un cambiamento, una prova da superare.
Sono passati molti anni, e quella ragazza non sa ancora se ha vinto oppure ha fallito.
Tutto è passato in secondo piano quando una ferita si è aperta ed è rimasta aperta fino alla fine.
La protagonista è una ragazza giovane, brillante ma con non pochi problemi legati al suo aspetto e alla sua femminilità.
Giudicata sempre per le apparenze e mai per la guerra che aveva dentro. Giudicata e mai capita. La chiamerò Amelia, è un nome che amo, e tu lo sai bene.
Amelia, nonostante la gente, è una persona forte che difende i suoi affetti con le unghie e con i denti. Solare, allegra, riflessiva.
Lei non crede alle cause perse, è fermamente convinta che esista una possibilità per ognuno di noi.
La sua avventura cominciò quando, dopo il liceo e l'università, i suoi genitori decisero di darle un'occasione per dimostrare che è diventata finalmente grande. Le proposero di trasferirsi nel paesino natiò della nonna, un piccolo posticino tra le montagne. Pochi abitanti, poche case, poco caos. Lì, Amelia, aveva passato tutte le sue estati fino all'adolescenza, fino a quando i guai non bussarono alla porta. Guai in giacca e cravatta pronti a vendere la casa costruita con gli sforzi di intere generazioni. Così in men che non si dica, le vacanze svanirono e rimasero solamente i ricordi.
Amelia aveva accettato subito la proposta dei suoi genitori, ed era partita con una sola convinzione: avrebbe ricomprato la casa della sua famiglia. L'idea era trovare diversi lavori in modo da raccimolare dei soldi, o meglio, raccimolare la cifra che le mancava per poter riprendere la sua casa.
Lasciò il presente per andare incontro al suo futuro. Era pronta a rimboccarsi le maniche, lavorare sodo e salvare la situazione.
Non esistevano cause perse.
Quando scese dal treno, si rese conto che nulla era cambiato. Armata di speranza e giovinezza, si incamminò per raggiungere il paese. Purtroppo sarebbe dovuta arrivare in cima ad una montagna, e nonostante la strada fosse lunga non cedette.
A metà strada decise di fermarsi a fare una pausa, giusto per riprendere fiato. Si sedette sulla sua valigia al margine della carreggiata. Per tutto il tragitto non incrociò una macchina, e ringraziò il cielo di questo. Infatti lo spazio non era molto, due macchine avrebbero fatto fatica a passarci.
Soltanto quando fu quasi arrivata a destinazione vide una auto nera che le veniva incontro, le andò l'occhio al guidatore e rimase pietrificata.
L'uomo aveva gli occhi più belli che lei avesse mai visto in vita sua, blu come la notte ma una di quelle notti senza stelle. Oltre a quello, notò un velo di tristezza in quello sguardo veloce.
Le bastavano pochi secondi per leggere una persona, per notare dei particolari che gli altri non notavano.
Come salì nell'appartamento, gentilmente concessole dalla sorella della nonna, posò la valigia e si buttò nel letto. Non si era guardata attorno, pensò solo a salire in casa e riposarsi. Le gambe erano diventate pesanti, la schiena indolenzita e i suoi piedi chiedevano pietà. Troppo stanca per guardarsi in giro, troppo stanca per accorgersi delle persone che l'avevano vista passare.
L'unica cosa di cui aveva bisogno in quel momento era dormire, e non ci mise molto ad addormentarsi. Ma Amelia aveva un'immagine fissa nella mente, gli occhi di quell'uomo.

SPAZIO AUTRICE:
Ecco il primo vero capitolo, anche se in realtà è segnato come secondo. La storia sta prendendo forma così come anche la protagonista. Spero vi piaccia, e se avete voglia lasciate pure una recensione, sarò felice di sapere cosa ne pensate c: Grazie di aver letto fino qui!