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Autore: Fujiko_Matsui97    13/07/2015    8 recensioni
Robin, responsabile uomo d'affari con un grande futuro davanti.
Cyborg, simpatico carabiniere in costante ricerca dell'amore.
BB, inguaribile dongiovanni che ha dedicato tutta la sua vita a progettare moto.
Tre amici d'infanzia che, in occasione del matrimonio di Robin, decidono di festeggiare l'addio al celibato più incredibile della storia nella spettacolare New York.
Peccato che qualcosa va storto e i tre si ritrovano, invece, a Barcellona, senza prenotazioni né possibilità di ritornare a casa.
Sarà l'incontro casuale con tre ragazze molto particolari a sconvolgere il loro soggiorno e il loro cuore, trascinandoli in avventure strabilianti che non verranno dimenticate molto facilmente!
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[RobStar; CyJinx; BBRae]
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beast Boy, Raven, Robin, Starfire, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Piccola nota: Mi sono accorta che non vi ho ancora informati per bene dell'età dei nostri protagonisti... quindi ecco qua!

 

 

Robin: 22

Raven: 20

Starfire: 17

Beastboy: 20

Cyborg: 24 [La maggiore età in Spagna si raggiunge a 18

Jinx: 16 anni, in America a 16 ^^]

Terra: 17

Blackfire: 20

Kitten: 21

Slade: 18

 

Canzone consigliata dato che non la smetto mai di scocciarvi... u.ù [ https://www.youtube.com/watch?v=TbfSGFvb1vg ]

Buona lettura! :D

 

 

 

****************************************

 

 

 

-Questa è casa tua?-

Robin si fermò stupito davanti alla struttura, lasciando che Starfire procedesse per qualche secondo senza di lui.

Era ovvio che quella della ragazza doveva essere una famiglia stravagante: i muri a mattoni chiari stonavano con il resto delle case circostanti, ricoperte invece di sobrio intonaco, e il tetto era di uno sfavillante rosso che sembrava sovrastare su qualunque altra abitazione.

Era uno stile che sembrava... alieno rispetto al resto del mondo, quasi isolato e campagnolo, ma Robin non osò fare commenti.

-Bella, vero?- annuì la ragazza che, consapevole dell'ora, fece segno al moro di seguirla sul retro della casa: -Blackfire è al ballo... ma i miei staranno dormendo, quindi non fare rumore.-

-Che hai in mente?- sussurrò lui, facendole intendere che aveva capito:

-È da tempo che aspetto questo momento.- sorrise radiosa lei, tirando fuori da sotto lo zerbino la chiave di emergenza e aprendo delicatamente la porta a vetri, facendolo entrare.

Immersi nel buio, la rossa afferrò la sua mano, facendolo sussultare, perlomeno fino a quando tastando sulle pareti non trovò l'interruttore: la luce delicata quasi lo accecò, facendo scivolare via le dita di Starfire dalle sue, e la magia finì.

-Perdonami se non ti faccio fare il giro della casa, ma...-

-... non credo che sarebbe il momento più adatto!- terminò lui al posto suo, ridacchiando e facendole passare l'imbarazzo quando si unì alla risata: -Forza, andiamo.-

La casa, anche se con le luci spente dato che Star non voleva rischiare, era semplice e con arredamenti originali che Robin, nella sua lussuosa dimora inglese, non aveva mai visto: un pendolo a forma di gufo, vasi in terracotta che reggevano fiori freschi e mensole in legno antico con servizi in porcellana. Per un istante si domandò cos'altro aveva ancora quella ragazza da rivelargli.

Salirono cauti la scala a chiocciola, tentando di non inciampare e, una volta giunti di sopra, Starfire gli fece segno di tacere arrivati davanti alla stanza da letto chiusa dei suoi; fortuna che nulla li disturbò quando riuscirono, finalmente, ad entrare nella stanza della rossa.

Accese la luce chiudendosi la porta alle spalle con un lungo sospiro, e Robin sorrise intenerito alla vista di tutti quei peluches impilati in ordine di grandezza vicino alla scrivania, e uno scacciapensieri sulla testiera del letto. Le coperte, ovviamente, erano rigorosamente a fiori.

-Ti piacciono molto queste cose, eh?- domandò quando, preso uno fra le dita, si ritrovò a dover far fronte al musetto dolce di un piccolo vermicello paffuto e con un sorrisone stampato sul volto.

-Quello è un vecchio regalo di infanzia.- arrossì lei, vergognandosi un po' di quella passione mentre gli andava incontro: -Blackfire me l'aveva rotto ma con un po' di pazienza sono riuscita a ricucirlo.-

Lo prese fra le mani, stringendolo un po':

-Si... si chiama Silkie.- ammise, titubante mentre sperava che Robin non la prendesse per stupida; abbassò imbarazzata lo sguardo malinconico verso il pupazzo, stringendolo al petto e, con sua grande sorpresa, i suoi occhi si spalancarono quando avvertì un piacevole contatto sulla guancia.

Alzò lo sguardo stupita, la mano di Robin su quest'ultima: il moro le sorrideva dolcemente, come fosse una bambina da proteggere, non essendo riuscito a resistere al suo sguardo triste.

Avrebbe tanto voluto essere un supereroe per proteggerla da tutto ciò che non la faceva sorridere.

Starfire lo fissava ad occhi sgranati, l'espressione smarrita, e quando sbattè le palpebre Robin sembrò riprendersi all'improvviso, scostandosi velocemente da lei, il volto rosso:

-Ehm... scusa, no... è che...- tossì di sbieco, grattandosi imbarazzato la nuca ma, mentre cercava una scusa plausibile da utilizzare, sentì delle scartoffie che venivano scostate, e la rossa di nuovo al lavoro ad aprire cassetti e spostare cianfrusaglie.

-Che... che fai?- le domandò, grato che non l'avesse messo ulteriormente in difficoltà con scomode domande, e lei sorrise mentre afferrava quello che aveva iniziato a cercare pochi secondi prima.

-Era un po' che la conservavo.- gli mostrò soddisfatta una bomboletta di vernice fluo ancora nuova, una mano sul fianco: -Inizialmente doveva servirmi per decorare le mura della mia stanza come volevo, ma i miei non me l'hanno mai permesso. Allora, andiamo?-

Robin rimase a bocca semiaperta mentre lei si apprestava ad uscire dalla stanza, perplesso mentre la seguiva: -... Andiamo dove?-

-Ma è ovvio, no?- si voltò con un sorriso sornione, agitando appena il tesoro fra le sue mani con un rumore secco mentre con l'altra mano teneva la porta aperta al suo passaggio:

-A rovinare la macchina di mia sorella!-

 

 

Evidentemente gli adolescenti non conoscono mezze misure.

Questo Robin si ritrovò a pensare perplesso quando, un po' guastafeste, aveva domandato a Starfire se fosse il caso di arrivare a tanto:

-Non conosco molto di mia sorella...- ammise lei, armeggiando con le chiavi per aprire la portiera dell'auto;

-... ma da quello che ricordo non mi ha mai permesso di mettere piede nella sua preziosissima auto... ha dovuto aspettare un bel po' prima che i miei gliela regalassero. Accidenti a questa chiave, malediciòn!- esclamò seccata in uno sbuffo, ricordando a Robin ancora una volta che si ritrovava in una città straniera con una minorenne che stava cercando di scassinare un'auto.

-Oh, finalmente!- sorrise quando udì il clack dell'apertura, lanciando e riafferrando i pezzi di metallo: -Che ne dici di un giro? Sarebbe un peccato rovinarla definitivamente senza prima farci scarrozzare.-

Il moro, perplesso, fece spallucce e la seguì, ricordandosi di tenerla d'occhio per evitare che superasse il limite, nell'auto, sprofondando nei sedili ed indossando da bravo guidatore la cintura di sicurezza: fu quando la vide osservare con un broncio spaesato tutte quelle leve e pulsanti che temette seriamente per la sua vita.

-Sai come si guida?- le domandò timoroso mentre con la mano girava la chiave per mettere in moto, ma se ne pentì subito quando gli rivolse il suo miglior sorriso, seguito da una frase che era tutto fuorchè felice: -Che c'è da sapere?-

Il forte rumore del suo tacco schiacciato con forza sull'acceleratore lo costrinse ad addossarsi al sedile, pregando di non essere sbalzato via mentre si allentava la cravatta, pronto ad usarla come un cappio al collo:

-Ok, questa sì che è una risposta rassicurante!- ridacchiò nervoso, imponendosi di restare calmo; in fondo era solo una ragazza, che danni poteva mai fare?

La rossa rise a quella che credeva essere una battuta, non immaginando quanto invece corrispondesse alla realtà, svoltando l'angolo con forza e facendo saltare Robin sul sedile per la fossa che presero, portandolo a sbattere sul tettuccio con la testa. Mugolò di dolore, facendo sbuffare Starfire che, nel frattempo, si divertiva come se non ci fosse un domani:

-Rilassati!- gli gridò, il forte rombo del motore che faceva da sfondo: -Era solo un sassolino, non c'è bisogno di agitarsi!- ridacchiò scuotendo il capo e facendo sollevare gli occhi a Robin.

-Rilassarmi, come no...- borbottò, stringendo i denti in panico mentre pregava di non morire così giovane non appena lei rischiò di finire dritta dritta nella vetrina di un negozio: -Solo un sassolino?! Ma tu guarda questa pazza scatenata..!-

-Hai detto qualcosa?- gli urlò di nuovo la rossa, il motore ancora nelle orecchie;

-NO!- rispose con forza, ghermendo il sedile con le unghie ad un nuovo sobbalzo mentre voltava il viso della ragazza verso la direzione giusta: sembrava di avere il mal di mare.

-La strada, Starfire... GUARDA LA STRADA!-

 

 

Parcheggiarono su una salita semidesolata e, finalmente, quei fari maledetti si spensero.

Starfire uscì piena di vita e pimpante corse ad indicare all'altro la città notturna, che dal panorama si poteva osservare benissimo; Robin scese traballante dall'auto, reggendosi alla portiera e ispirando a pieni polmoni per riprendersi, gli occhi sgranati: era stato a dir poco orribile, e non c'era elemento del paesaggio, naturale o artificiale, che Starfire non avesse preso in pieno durante la guida.

Il gatto del vicino, un palo della luce, un contenitore dell'immondizia e una povera vecchietta che era viva per miracolo, minacciandoli in spagnolo sotto le risate della rossa.

Si stupì che la polizia non li avesse fermati per rinchiuderli a vita in manicomio o in prigione (a scelta) ma, evidentemente, era troppo tardi anche per trovare delle pattuglie disponibili.

Avanzò con una pessima cera fino a lei e si buttò sull'erba del prato, prendendosi il volto fra le mani e ringraziando di essere ancora vivo, pur se con qualche anno in meno dallo shock.

La notte era silenziosa, e i capelli fuoco della ragazza si muovevano al vento mentre osservava serena il panorama notturno: erano poche le luci della città ancora accese ma questo, oltre all'assenza della luna in cielo, rendeva il tutto ancora più magico.

-Robin...-

-S-si..?- domandò con voce rauca il ragazzo tremante, temendo che volesse coinvolgerlo in qualche altra pazzia. Quando alzò lo sguardo lei lo fissava con un sorriso colmo di gratitudine:

-Grazie per non avermi fermato.-

Dinanzi al suo sguardo interrogativo, oltre che a qualche segno di concreta ripresa, continuò divertita: -Non credere che non me ne sia accorta... che sei un perfettino, intendo. Deve essere stata dura per te lasciarmi fare senza controbattere, quindi grazie per averlo fatto.-

Il moro sollevò un sopracciglio, offeso ma, quando lei scoppiò a ridere, si dimenticò del perchè stava per prendersela, sorridendo a sua volta contagiato dalla sua felicità: si vollevò in piedi con qualche difficoltà per avvicinarsi a lei e guardare il panorama... anche se non era quello cittadino che lo interessava, ma il suo volto sereno e i suoi occhi che da soli sembravano illuminare l'intera notte.

-Che ne dici? Panorama sulla spiaggia all'alba?-

-Mi sembra un'ottima idea.- sorrise Robin, una mano sul fianco e l'altra appoggiata alla ringhiera per guardarla meglio: -Ma perchè all'alba e non adesso?-

Starfire si voltò sorniona verso di lui, facendogli l'occhiolino per confermare i suoi piani, stiracchiandosi sulla fresca ringhiera:

-Perchè dobbiamo prima rompere la macchina, mi sembra ovvio!-

 

 

 

 

 

-Non hai freddo con quel costume?-

La voce, senza giri di parole e decisamente mascolina, colpì Jinx dietro la schiena mentre, terminato il suo show, si apprestava ad uscire dal locale notturno. Si voltò con estrema calma, affatto stupita di quel richiamo: non era insolito che qualche cliente, finito il numero, la implorasse di un bis o, quantomeno, di riservargli alcune coccole, ma quella frase con cui questo l'aveva fermata... quello si che era insolito.

-Oh.- sussurrò, e la sua voce fulminò Cyborg dritto al cuore: -Tu sei quel cliente di prima... allora, piaciuto il numero?- domandò serafica, un sorrisetto che le increspava le labbra sottili.

Il ventiquattrenne osservò il suo fisico sottile e le dita affusolate poggiate sul fianco destro, chiedendosi se sarebbe mai riuscito a dimenticare quel bacio: le labbra della ragazza sapevano di fragola, e forse di qualche altra essenza che usava per profumare il corpo, e nonostante fossero sottili avevano lambito le sue estremamente morbide e così esperte che Cyborg ebbe quasi timore di muovere anche un solo muscolo.

-Dovresti coprirti.- ammise quando incontrò i suoi occhi felini, rabbrividendo: -Pensavo che le ballerine, una volta finito il proprio lavoro, per tornare a casa si vestissero normalmente.-

La ragazza mise su un broncio perplesso a quelle parole, le braccia conserte: -Lo indosso anche fuori perchè mi piace: che hai contro il mio costume? E comunque...- ritornò a sorridere appena:

-... Non ho bisogno di una guardia del corpo.-

Il ragazzo si sentì stupido ad ammettere a sé stesso che quel costume a dir poco indecente e quasi inguinale non lo faceva stare affatto tranquillo, oltre che provocargli un moto insaziabile di gelosia: avrebbe voluto accompagnarla a casa per accertarsi che nessuno la infastidisse o, peggio, che le facesse qualcosa di sgradito, ma sapeva che l'avrebbe deriso e probabilmente ammazzato se si fosse azzardato a farlo, quindi decise almeno di salvare il suo orgoglio, depistandola con un gesto neutro.

Si avvicinò a lei con cautela e, gli occhi fissi nei suoi, si sfilò la giacca per posargliela sul capo e coprirla: arrossì appena quando lei ricambiò smarrita il contatto visivo, sbattendo perplessa le palpebre come a cercare da lui una spiegazione di quel gesto.

Abbassò adorabilmente lo sguardo per osservare la stoffa, sfiorandola con le dita, e il ragazzo ne approfittò per parlare: -Così non prenderai freddo.- spiegò, imbarazzato.

Jinx necessitò di qualche secondo per superare la sopresa di quella frase e, sollevando lo sguardo, notò in quello del ragazzo le conseguenze delle sue esibizioni, ammirazione e quasi adorazione... ma poteva anche vederne una luce particolare, di emozione, che non le era capitato spesso di incontrare.

Sorrise divertita e, voltandosi senza una parola, prese a camminare verso il buio della strada spagnola piccola e malfamata: Cyborg la seguì con lo sguardo, il corpo per metà nascosto dalla sua giacca, perlomeno fino a quando non se la sfilò con un gesto fluido e, lasciata penzolante per qualche istante fra le dita della mano destra, la fece scivolare fino a terra.

-A presto rivederci, straniero.-

Non si era voltata, così come non aveva fatto intuire l'ombra di un sorriso e il ragazzo, colpito da quel gesto, avanzò per raccogliere da terra la sua giacca che aveva tentato inutilmente di proteggerla, osservandola mentre spariva sicura nella notte.

 

 

 

 

Probabilmente fu un pizzicorìo fastidioso a svegliare Raven.

La testa che le girava maledettamente, corrugò seccata la fronte prima di strizzare gli occhi e aprirli titubante: avvertiva il corpo come addormentato e fastidiosamente attaccaticcio, probabilmente a causa della sabbia e del sale marino sulla pelle.

Fu la luce rosata dell'alba a darle il bensvegliata ma, assieme a quella, i ricordi della notte precedente riaffiorarono tutti assieme prima che Raven potesse riordinarli concretamente: lo sguardo, infatti, nei suoi interrogativi si era posato sul volto di quel Beastboy, ancora addormentato e con le labbra semiaperte per farne fuoriuscire il leggero respiro.

Non potè impedirsi di scattare all'indietro, a stento trattenendosi dall'urlare, quando ricordò l'accaduto, complici anche le sue dita sul petto nudo del ragazzo e la stretta del suo braccio attorno alla sua vita, oltre all'innegabile “dettaglio” dell'essere in intimo: avvertito il suo arto essere scostato all'improvviso, il ragazzo corrugò la fronte nel sonno e, leccandosi appena le labbra impastate dal sonno, si voltò dall'altro lato senza grazia, le mani sotto la testa a mo' di cuscino.

Raven, ancora con la mano sulla bocca per frenare il suo precedente urlo strozzato, si lasciò andare ad un sospiro liberatorio appena realizzò che non l'aveva svegliato: non era sicura, infatti, di gestire l'intera situazione con quello sveglio.

Osservandosi perplessa il corpo seminudo, si rivestì in silenzio e adocchiando di tanto in tanto l'altro per essere sicura di non ricevere qualche sgradita sorpresa: si maledisse mentalmente per essersi addormentata, dato che doveva solo distrarlo per poi liberarsi di lui una volta per tutte.

Il piano era filato alla grande ma, non con poco imbarazzo, dovette ammettere che non aveva calcolato la sua stanchezza successiva, dato che fino a quel momento non le aveva mai creato problemi: complice la stretta calda del giovane e i baci rassicuranti sulla sua fronte, era scivolata nel sonno senza nemmeno accorgersene, proprio come una bambina.

Era la sua età che avanzava o semplicemente era quel ragazzo ad essere... bravo?

Ricordandosi che in fondo aveva solo vent'anni rabbrividì nel ricordare il suo sorriso narcisista e, in un moto d'odio, si impose di scacciare quei pensieri, spostando lo sguardo sui pantaloni di Beastboy, malamente gettati nella sabbia la notte prima: per fortuna si era alzata prima che lui si svegliasse, pensò mentre si avvicinava a quattro zampe a quella stoffa, afferrandola e frugando nelle tasche... gli avrebbe preso il portafoglio e sarebbe scappata, niente di più facile.

Se era fortunata, poi, poteva anche togliergli il biglietto dei contatti della polizia, ma quella sarebbe stata la ciliegina sulla torta.

Cercò attentamente e, quando incappò in dei numeri di telefono preceduti da nomi femminili, quasi ringhiò furibonda: ricordatasi che la sua posizione attuale prevedeva le gambe rivolte verso il suo viso, si trattenne a stento dal mollargli un calcio in faccia. Si costrinse a rimettere a posto i foglietti e, dopo qualche altro istante di ricerca, afferrò nelle tasche posteriori il portafogli in pelle nera.

Sorrise vittoriosa, già pregustando le miliardi di banconote che poteva trovarsi: non si era dimenticata di quella foto nel portafogli di quel Richard, che le aveva fatto capire che anche Beastboy doveva essere molto ricco. Non poteva capitarle preda migliore!

-... o peggiore..?!- si ritrovò a sibilare fra i denti quando, aprendolo, ebbe una brutta sorpresa: un unico, lineare e per niente speciale biglietto da visita che, oltre alle pochissime e quasi sbiadite banconote, confermava i peggiori incubi di Raven.

-Un meccanico...- annunciò esasperata, schiacciandosi la mano sul viso con disperazione mentre avvertiva la rabbia crescere: certo che quel Richard del cavolo poteva anche scegliersi un amico migliore!

-Un costruttore di moto... maledizione!- urlò con rabbia, alzandosi e scaraventando a terra il portafogli: l'averlo cercato di depistare, l'aver passato la notte con lui per farlo innamorare e convincerlo a non denunciarla... era stato tutto inutile, tutta una perdita di tempo, un giochino stupido in cui l'unico ad averci guadagnato era proprio il ragazzo!

Giunto l'urlo alle sue orecchie, Beastboy, dal canto suo, si svegliò infastidito, grattandosi la nuca assonnato mentre la sua vista si abituava alla luce del sole che iniziava a fare capolino dal mare: alzati gli occhi sopra di sé, notò Raven che si avviava lontano da lì a grandi falcate, già rivestita, e la sua espressione omicida, così come i pugni stretti lungo i fianchi, non promettevano nulla di buono.

-Raven..?- domandò confuso, scuotendo la testa che gli girava per poi alzarsi dalla sabbia: nel farlo, lo sguardo gli cadde involontariamente sul suo portafogli aperto e gettato malamente per terra:

-Stavi per derubarmi?- le domandò, affatto ferito ma solo perplesso, e la domanda che venne subito dopo fu l'inizio di tutto: -Tu... aggiusti moto?!- domandò furibonda, voltatasi verso di lui, che subito sorrise divertito da quei ricordi, prima di sollevare fiero il capo.

-Non solo questo, dolcezza. Io le progetto e costruisco... e credimi che nessuna moto è migliore di quella con il mio brevetto!-

-Capisco. Quindi sei ricco?- gli domandò senza giri di parole, vedendolo dapprima perplesso, poi imbarazzato e infine in crisi, stupendosi di come un umore potesse passare dall'uno all'altro estremo in così poco tempo: fu quando lo vide sollevare l'indice per parlare, la bocca aperta nel ricercare parole che non trovò e poi richiuderla facendo cadere anche le dita fino alle labbra, perplesso, che si abbandonò ad una sentenza sarcastica.

-Oh, fantastico..!- alzò gli occhi al cielo, esasperata, prima di prendersela con lui: -Dovevi dirmelo prima... sai, magari fra una lacrimuccia e l'altra della tua tragica storia!-

-Ehi, non pensavo fosse così importante..!- si difese ingenuamente l'altro, le braccia conserte e una smorfia infantile sul volto: -E poi sono solo... ehm... in una situazione di stallo, ecco, ma le cose cambieranno presto!- sorrise fiducioso per riprendersi dall'imbarazzo, a trentadue denti.

-È importante per me!- annunciò la mora, senza dare segni di voler più nascondere le sue vere intenzioni:

-Mi hai reso impossibile la serata, strappato il vestito, mi hai baciato, mi ti sono concessa e non sei nemmeno ricco... cavoli, ho perso solo tempo con te..!- si lamentò, prendendosi la testa fra le mani e camminando nervosamente in tondo.

-Oh andiamo, non dirmi che non sono bravo a letto perchè saresti la prima.- annunciò interrogativo, sorridendo poi maliziosamente e facendola arrossire furiosamente, lo sguardo allucinato:

-Ma la smetti di prendermi in giro, si o no?!- ringhiò furiosa, facendolo fare spallucce perplesso, tentando di difendersi con le mani avanti:

-Ma è la verità!-

-Basta, io me ne vado! Sei... sei... un idiota!- lo insultò con l'unico vero aggettivo calzante in quella situazione, arrossendo ancora di più e voltandosi per nasconderlo, avanzando decisa verso l'uscita della spiaggia.

-No, dai... aspetta..!- piagnucolò lui, correndole dietro mentre si infilava in fretta e furia i pantaloni dello smocking, quasi rischiando di cadere faccia a terra.

 

 

 

-Mi dispiace, Robin, pensavo fosse aperta...-

Il moro la osservò mentre perplessa si riferiva al cancello che permetteva di entrare sulla spiaggia: si era proprio dimenticata che nella stagione non estiva rimaneva chiusa, e questo era il risultato... si dispiacque solo di non essere rimasta più a lungo a godersi il panorama su quella stradina in alto di Barcellona.

-Non preoccuparti, Star, e poi possiamo goderci il panorama anche da qui!- la rassicurò lui, facendole segno di seguirla lungo la strada per poi appoggiarsi al muretto in pietra: lei sorrise, contanta che non gliel'avesse fatto pesare. Entrambi si ritrovarono a sospirare, appagati di quella nottata: -È stato... divertente. Dovremmo rifarlo qualche volta.-

-Magari senza atti incivili ma... si, ammetto che sono stato benissimo.- ridacchiò il moro, prima di tornare a guardare il sole che sorgeva, il fresco rumore delle onde che si infrangevano a fare da sfondo. Adocchiò Starfire, serena e con il viso colpito da una tenue luce e, lentamente e col respiro teso, avvicinò le dita alle sue, gradualmente, desideroso di prenderle la mano... ma prima che potesse anche solo sfiorarla, delle voci concitate seguirono ad un secco rumore metallico.

 

 

-Ma non capisco... pensavo di piacerti! Io piaccio a tutte, com'è possibile?!- le domandò, infilandosi le scarpe fra un saltello e l'altro, cercando di non farla scappare:

-Beh, come mi hai detto tu al ballo c'è sempre una prima volta, no?- ringhiò Raven, arrossendo nel ripensare a certi attimi piuttosto... intimi passati con lui. Mai più usare metodi del genere!

-Sono stata una vera stupida a non averti chiesto informazioni salienti prima di stare con te!-

-Eeeh?! E questo che dovrebbe significare?! Guarda che io..!-

-Beastboy?-

Il ragazzo si voltò seccato dinanzi a quella voce, ma rilassò una volta scorto Robin con la rossa che aveva conosciuto al ballo: -Oh... ciao, Rob.-

Il moro lo osservò perplesso per un istante nel vederlo in compagnia e senza camicia, prima che la sua accompagnatrice sgranasse gli occhi sorpresa nel vedere chi aveva appena scavalcato il cancello per uscire da lì: -Raven..?-

La mora, con loro grande sorpresa, atterrò fluida e si voltò impassibile verso la voce, sgranando poi gli occhi: -Oh. Ciao.- arrossì vistosamente nel ricordarsi che il vestito aveva ancora la zip aperta e che se lo stava reggendo con le dita per evitare che si vedesse il reggiseno. Nel notare tutti e tre i paia di sguardi su di lei, seguirono secondi di imbarazzato silenzio, nel quale Star si chiedeva che ci facesse lei lì e per di più in quello stato, Robin come mai Beastboy stava uscendo da un'area privata come se nulla fosse, quest'ultimo perchè la mora si ostinava a negare quello che era successo fra loro e Raven cosa avesse fatto di male nella vita per meritarsi tutti quegli imprevisti.

-Devo davvero andare.- tagliò corto questa, precedendo Starfire che stava per domandarle che stesse combinando e, leggermente impacciata nei movimenti a causa del vestito, corse via.

-Ehy, Raven, aspetta!- la seguì l'altro, e i due rimasero perplessi ad osservare la scena.

-Wow... il tuo amico è davvero cotto.- commentò la rossa dopo qualche secondo di silenzio stupito, ma l'altro quasi scoppiò a ridere:

-Chi, Beastboy? No, impossibile, si stancherà presto, vedrai.- scosse il capo, sicuro delle sue parole, prima di voltarsi verso di lei, interrogativo: -Piuttosto, chi è quella ragazza? L'hai salutata...-

-Una conoscenza di famiglia.- ammise lei, facendo spallucce: -Era la migliore amica di Blackfire, ma è da più di un anno che non si parlano. Hanno litigato, ma nessuno sa il motivo. Piuttosto, aveva un atteggiamento strano...-

-Accidenti, l'ho persa..!- ansimò Beastboy, interrompendo i suoi pensieri per arrivare loro incontro, trafelato dopo la corsa: -Quella ragazza ha dei razzi al posto delle gambe... o almeno così penserei se non le avesse così belle.- tossicchiò, sorridendo malizioso nel ricordarle nell'acqua di mare ma, prima che gli altri si potessero scandalizzare, cambiò discorso.

-Piuttosto, Star...- la chiamò, fissandola implorante: -Tu che l'hai salutata, perchè non mi dai il suo numero? Ho bisogno di parlarle, è importante!-

La rossa lo osservò pensierosa, grattandosi la nuca in difficoltà: -Non siamo amiche, purtroppo non ho il suo numero... è sempre stata una ragazza inafferrabile e misteriosa, in un certo senso. Però...- sorrise radiosa: -... era la migliore amica di mia sorella, quindi so dove abita.-

-Perfetto!- la ringraziò BB una volta sentito l'indirizzo e, con gli occhi che gli brillavano dalla felicità, corse via per cercare di raggiungerla.

Starfire lo studiò divertita, non notando Robin che si reggeva pensieroso il mento: -Star, hai detto che Raven era la migliore amica di Blackfire... non pensi che ti possa aiutare con la tua vendetta?-

La rossa sembrò, dopo un primo momento di perplessità, pensare seriamente a quella proposta, le braccia conserte e lo sguardo concentrato:

-Però...- si voltò verso il moro, interrogativa: -...Io e lei non siamo amiche, perchè dovrebbe aiutarmi?-

-Hai detto che hanno litigato e che non hanno più chiarito...- le spiegò, sorridendole: -Nessun litigio dura tanto, specialmente fra due migliori amiche. Deve essersi trattato di qualcosa di grave, non credi? Magari Blackfire ha fatto qualcosa di sgradevole anche a lei... potreste avere lo stesso obiettivo.-

-Effettivamente...- riflettè la rossa, con un panorama decisamente più chiaro davanti a sé: Robin faceva sempre sembrare tutto così semplice, era incredibile!

-Poi, Raven non mi sembra una che si fa mettere i piedi in testa facilmente... non credo sia tanto adatta a stare vicino a mia sorella.-

-Pensaci su.- sorrise il moro, soddisfatto di quella risposta mentre le tendeva il braccio per farla appoggiare a lui: -Nel frattempo ti riaccompagno a casa prima che i tuoi si sveglino, ti va?-

 

 

 

 

Raven aveva scavalcato, tremante, il balcone di casa sua per entrare e, una volta superato il vetro, si era appoggiata su di esso fino a scivolare a terra, un lungo sospiro che le usciva dalle labbra semiaperte: che diamine le era venuto in mente?

Non si aspettava che le cose sarebbero finite in quel modo, non le era mai capitato di incontrare qualcuno di così ostinato... e così abile con le parole.

Scacciò a forza quest'ultimo pensiero, maledicendosi da sola, prima di alzarsi e andare a farsi una doccia, sperando di scacciare così i ricordi di quell'esperienza.

L'acqua scorreva tiepida sulla sua pelle, rigenerante e fresca, lasciandola abbandonare al flusso delle sue riflessioni: si passò le dita sulle braccia insaponate, pensando alla sua stretta possessiva e alle sue labbra che cercavano le sue in un modo che non credeva possibile fosse umano.

Si morse un labbro, sentendosi improvvisamente accaldata: pensare all'accaduto era una stupidaggine, di certo quel tipo l'avrebbe dimenticata presto ora che non si sarebbero visti, così come lei... anzi, sentiva di averlo già rimosso dalla mente, l'aver pensato ancora alla sensazione del calore del suo corpo sopra al suo, così come quella delle sue iridi verde foresta che la osservavano con desiderio, era totalmente irrilevante... solo una conseguenza naturale dell'aver passato una notte eccitante con uno sconosciuto.

Sospirò e, sentendo un dolorino al basso ventre per colpa di quel tipo, mormorò qualche insulto a lui rivolto che solo lei poteva sentire e, chiuso il getto d'acqua, afferrò l'asciugamano per avvolgerlo attorno al seno, coprendosi fino alle caviglie. Si agitò i capelli umidi, gli occhi chiusi tentando di rilassarsi, e quando aprì la porta del bagno quasi si prese un infarto:

-Leggi riviste motociclistiche e non me l'hai detto?-

-AAAAHHHHHH!- la mora balzò all'indietro in un urlo agghiacciante, quasi scivolando per l'acqua per terra, una mano sul cuore mentre il ragazzo dalla pelle verde sedeva tranquillamente sul suo letto, fissandola ora perplesso.

-Che... che... CHE CI FAI TU QUI?!- cacciò fuori in un urlo strozzato, gli occhi quasi fuori dalle orbite mentre tentava di riprendere il battito regolare del cuore. Beastboy sollevò un sopracciglio dinanzi a quel dito indice puntato, in un modo che pareva a dir poco minaccioso, verso di lui.

-Dovevo parlarti, e Star mi ha dato il suo indirizzo.- le sorrise sornione:

-Come diamine sei entrato?!- lo ignorò lei, ancora sconvolta per l'accaduto mentre meditava di uccidere la rossa anche se non erabo amiche appena l'avesse incontrata per strada: ma con chi cavolo aveva a che fare?! Un alieno, forse? Dopotutto la pelle verde era già un incentivo più che sufficiente...

-Hai lasciato il balcone aperto.- ammise l'altro con nonchalance, indicandolo con un gesto del pollice prima di studiarla malizioso, dalla testa ai piedi: -A volte mi chiedo se tutte le ragazze da bagnate siano così sexy o se sei solo tu a farmi quest'effetto...-

-Beastboy!- sibilò lei, arrossendo fino alle orecchie, imbarazzata da certi complimenti:

-Che c'è?- domandò lui perplesso, prima di ricordarsi quello per cui era venuto lì, notando la sua espressione furibonda: -Ah, già: volevo proporti una sfida.-

-Una sfida?-

-Esattamente.- sorrise lui, soddisfatto di aver catturato la sua attenzione: -Tu hai un bel gioiellino di moto, che adesso ho la conferma che non sia rubata, e io conosco un posto dove si possono affittare. Ti propongo una corsa di moto: colui che taglierà prima il traguardo vincerà: se lo farai tu, io ti lascerò in pace per sempre... ma, se vincerò io, tu dovrai venire ad un appuntamento con me. Per davvero, stavolta.-

-Ha!- sbottò la mora, sorridendo cinica mentre si metteva a braccia conserte: -Sei davvero un ingenuo. Non sai a cosa vai incontro... sono anni che guido le moto, non hanno segreti per me.-

-Meglio per te, allora.- le sorrise sornione il ragazzo, avvicinandosi a lei: -Ma sappi che anche io me la cavo. Allora, ci stai?-

Raven alzò lo sguardo verso i suoi occhi, osservando poi titubante la sua mano tesa: quel ragazzo, così sicuro di sé, non la convinceva, e una parte di lei anche piuttosto ampia la intimava di non accettare; ma cosa sarebbe cambiato se non l'avesse fatto? Avrebbe continuato a seguirla senza alcun compromesso, mentre se avesse vinto la sua vita sarebbe ritornata quella di prima, senza seccature né imprevisti... né parole e gesti che la confondevano.

Afferrò la sua mano, alzando il mento con fierezza mentre gliela stringeva in segno di accettazione:

-Non perderò.- lo informò, e si ritrovò a tremare quando nel sorriso del ragazzo non vide alcun segno di burla, ma solo di determinazione:

-Nemmeno io.-

Le lasciò la mano, lasciando che inconsapevolmente le dita sfiorassero quelle sottili della ragazze, prima di voltarsi e farle un cenno con la mano: -Ci vediamo domani sera al circolo Ruiz, dieci in punto. Non fare tardi, i veri campioni amano la puntalità.-

Le fece l'occhiolino quando alzò gli occhi al cielo seccata e, prima che potesse rispondergli per le rime, afferrò la pietra del balcone per balzare giù, allotanandosi fischiettando fuori dal suo viale.

Raven uscì all'aperto e rimase a guardarlo per un po' prima di rientrare nella stanza una volta che il suo profilo fu sparito all'orizzonte.

Sospirò, esausta: era arrivato il momento di mettere la parola fine a quella storia.

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice

 

È mezzanotte passata e io sono qui a pubblicare il seguito... me tapina (?) XD

Robin: vai a dormire che poi ti lamenti che non combini niente... non avevi la palestra domani?

Io: No, io lì non ci torno, lasciami in pace!

Robin: E perchè mai? Hai fatto solo una lezione!

Io: *piange* È un posto malvagio, gli attrezzi ti attaccano e ipnotizzano il tuo corpo e gli istruttori sono belli e dannati! TT^TT

Robin: -.-... mi sa che hai visto troppe puntate di “Adventure Time”

Io: lo ignora Anyway, sperando che lo posti, voglio farvi vedere Jinx in questa storia, dato che per renderla realistica ho dovuto toglierle i capelli a cornuta (??) i codini mi sembravano gli unici simili! Se posso vorrei pubblicare anche altri disegni, ma sappiate che detesto colorare e per me è stata un'agonia... perciò spero lo apprezzerete XD Nel prossimo capitolo ci sarà un disegno splendido della meravigliosa BlackRaven! Buonanotte e grazie a tutti<3

 

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FM.

 

 

   
 
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