Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Piumadoro    13/07/2015    1 recensioni
"I malandrini tornano ad Hogwarts per il terzo storico anno. Riusciranno a non raderla al suolo? Questo sarà un anno particolarmente movimentato. Tanti segreti verranno svelati...."
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dal momento che Remus aveva obbligato i ragazzi a studiare tutto il resto della giornata di venerdì per rimettersi in pari con tutti i compiti di tutte le materie i Malandrini decisero di fare una lunga pausa il sabato e di godersi una giornata di ozio, anche perché Fill e Al li avevano bloccati a colazione chiedendo loro di aggiornarli su tutti i dettagli delle loro vacanze. Così i giovani si riunirono in Sala Comune e diedero inizio ad un torneo di scacchi e racconti da qui Remus uscì vittorioso in quanto al gioco e Sirius in quanto a storia. Mentre quest’ultimo ripeteva tutti i tratti stupendi di Lisah e James cercava di zittirlo usando Silly passò di lì Lily alla quale arrivò un bel pezzo delle conversazione dei due ragazzi anche perché era tenuta con toni così alti che Remus si era stupito già parecchie volte che la McGranitt non fosse comparsa nella Sala per rinchiudere i suoi due amici in punizione.
“Per le mutande di Merlino!” Sbottò Alice. “Potreste perlomeno tenervi per voi i vostri commenti sui corpi delle vostre ultime conquiste? C’è chi gradirebbe fosse portato un po’ di rispetto al genere femminile.” Sbottò Alice visibilmente irritata e di cattivo umore.
“Frena gli ormoni dolcezza, non ho mai mancato di rispetto a nessuna donna. Credimi. Anche perché quella di cui parlavo è più che altro una… dispensatrice di gioia, credo.” Replicò Sirius con una mano sul cuore.
“Idiota maschilista.” Sibilò Lily voltandosi per andarsene con le sue amiche ma prima si rigirò verso Star. “Come fai a sopportarlo?” Chiese indignata.
La mora alzò lo sguardo come appena uscita da pensieri profondi e lo puntò a turno sugli interessati del battibecco. “Ma perché…” Fece poi come se fosse un importante problema filosofico esistenziale. “…non rutto mai?” James e Sirius risero di cuore, Remus si batté una mano aperta sulla fronte, mentre Lily la fissò disgustata prima di girare definitivamente sui tacchi. Poi qualcosa si illuminò in James che si alzò in piedi gridando. “Domani c’è una gita ad Hogsmeade, Evans, esci con me?”
La rossa si voltò inorridita. “Per diventare la prossima… dispensatrice di gioia che descriverai urlando al tuo amichetto? MAI.” E se ne andò seguita da Alice, Emmeline, Marlene e Mary.
Sirius si alzò in piedi imitando uno swing del golf e poi fingendo di osservare un’immaginaria pallina attraversare la sala con tanto di mano sopra gli occhi per coprirseli dall’inesistente sole. “La vedi Star?”
Anche la ragazza si alzò in piedi. “Eh, si.” Replicò
“A me pare proprio…” Cominciò lui.
“Eh, già, anche a me.” Continuò lei.
“Ma che diamine…?” Cercò di chiedere James ma entrambi si voltarono in contemporanea verso di lui urlando “BUUUUUUUUUCA!” per poi scoppiare a ridere trascinando con loro Al e Fill, anche il ragazzo occhialuto dopo un breve attimo di sorpresa si unì alla risata senza però mancare di insultare i suoi due amici con qualche appellativo non troppo carino.
“Scacco matto.” Annunciò Remus dalla sua poltrona abbattendo il re di Sirius.
“Oh, ma dai!” Protestò il ragazzo.
“Voi che avete fatto invece?” Chiese Star ad Al e Fill. I due si guardarono sospirando.
“Beh, c’è stato il falò…” Raccontò Al abbattuto.
 “E una partita a palle di neve ma senza professori.” Continuò Fill.
“Ma non abbiamo fatto niente di particolare. Sul serio.”
“Se ci fosse stati voi sarebbe stato meglio.”
James rise. “Su! Forza! Non vorrete mica farci credere che è stato tutto così brutto! Vi promettiamo che per il primo aprile troveremo qualcosa di abbastanza forte.”
“Davvero?” Chiese estasiato Fill.
“Potete giurarci.” Promise Sirius.
 
………………
 
L’indomani i Malandrini si apprestarono a partecipare alla loro prima gita ad Hogsmeade con il permesso e tutti insieme.
“Niente trucchi!” Si stupì per primo James mentre camminavano verso il portone d’ingresso dove li attendeva la McGranitt che con l’aiuto di Gazza e Vitious controllava i permessi.
“Niente passaggi segreti.” Proseguì Sirius un secondo prima di voltarsi verso la professoressa mostrandole la firma di suo zio e sottostando all’occhiata inquisitrice di quest’ultima semplicemente sorridendo. “Quest’oggi è più splendida del solito. Davvero, la trovo in gran forma!”
La donna sbuffò facendogli segno di andare avanti o meglio di sparire dalla sua vista, James e Star lo seguirono ridendo e dietro di loro Remus si fermò con la professoressa per scusarli con un’occhiata.
“E niente Mantello!” Concluse la ragazza.
“Solo noi quattro.” Ricominciò James cercando di non correre verso i cancelli di Hogwarts.
“E la nostra sbalorditiva ficaggine!” Preciso Sirius sorridendo come poche altre volte.
“Troppe novità da scoprire per rompere qualche regola.” Cercò di rilassarsi Remus.
“Pronti per questa nuova avventura!” Urlò Star saltando emozionata lungo la High Street.
“Respira a fondo, non succederà niente di male.” Mormorò Remus come una cantilena.
“Prima tappa: Zonko!” Annunciò James indicando il negozietto colorato e illuminato sotto lo spesso strato di neve.
“Perfetto… perfetto… rifornimenti per scherzi… perfetto!” Ricominciò a preoccuparsi Remus torcendosi le mani.
“Rem, smettila! Divertiti! Non faremo nulla di male!” Star lo prese per mano trascinandolo con sé dietro ai due ragazzi che avevano già spiccato una corsa verso Zonko.
Entrarono nel negozio dove pareva che niente stesse fermo e nulla avesse un posto proprio sensato. Molti ragazzi li squadrarono ridendo quando oltrepassarono l’uscio come in attesa di vederli esplodere dalla felicità o chissà cos’altro.
Purtroppo per Remus avevano ragione: James, Sirius e Star partirono di slancio assaltando il proprietario e obbligandolo a spiegare loro ogni singolo articolo in esposizione riempiendosi le braccia man mano che qualcosa li attraeva. Uscirono dal negozio praticamente senza soldi e pieni di buste lasciando la devastazione alle loro spalle.
“Ok, abbiamo preso un tantino tanta roba.” Commentò Star.
“Già, e se passassimo a lasciarla da qualche parte così da non dovercela portare in giro ovunque?” Chiese Sirius.
“Potreste lasciarla da Mielandia.” Propose Remus.
“Giusto! Andiamo!” Approvò James.
Entrarono nell’affollatissimo negozio e il signor Hitch andò loro incontro con un gran sorriso. “Ragazzi! E Star!” L’omone aprì le braccia in segno di benvenuto.
“Sono arrivati?” Chiese la signora Hitch facendosi largo tra gli altri studenti che fissavano la scena strabiliati. “Oh, eccovi! Ci siete mancati, sapete? Fate come se foste a casa vostra! E come mai non siete venuti a Natale?”
Molti ragazzi cominciavano a bisbigliare sorpresi da quell’assurda confidenza.
“Siamo stati a casa nostra. E’ stato un bellissimo Natale, mi dispiace non essere passata prima, vi sono arrivati i miei regali?” Raccontò Star tutto d’un fiato.
“Oh, si certo!” Le assicurò Abbey.
“Ne siamo felice, in realtà noi volevamo chiederti se potevamo lasciare qui i nostri acquisti per venire a prenderli a giornata finita insieme ad una buona dose di dolci.” Domandò James cortese ma spavaldo ben coscio degli occhi puntati su di loro.
“Ma certo!” Ivan gli indicò le scale con fervore. I ragazzi salirono poggiando le loro borse nel salottino dove avevano atteso che Star guarisse il signor Hitch. Sirius si bloccò a fissare quel dannato orologio facendogli poi una linguaccia.
“Tu sei complessato.” Decretò Star dopo averlo visto.
“Parli tu.” Ribatté lui.
Scesero di nuovo salutando in fretta i proprietari e uscirono esponendosi ancora alla fredda aria invernale diretti ai famosi Tre Manici di Scopa.
Il locale era caldo e accogliente come se lo erano immaginato. Riuscirono a malapena a trovare un tavolo libero, i possenti alberi di natale invadevano ancora gran parte dello spazio e le persone affollavano il resto. C’erano persino alcuni professori, seduti al bancone a parlare con un uomo anziano che rideva alla grossa di qualcosa che Vitious gli stava raccontando. Vi erano persone molto strane e altre piuttosto normali, adulti, ragazzi e persino un bambino con la madre.
“Wow, non avevo mai pensato a questo posto come un vero villaggio abitato da vere famiglie prima di venire qui.” Si sorprese James.
“No? Questo è perché non hai letto Storia della Magia. Lì c’è scritto tutto di Hogsmeade.” Lo rimproverò Remus.
“Non è che non ho letto quel libro. E’ che tu sei l’unico che lo legge, Star sa tutto senza leggere niente.” Lo rimbeccò James.
“Che diavolo dici?” Sbuffò sua sorella senza nemmeno voltarsi a guardarlo ma continuando ad esaminare ogni angolo del locale.
“Shhh, stai al gioco, no?” Fece suo fratello.
“Oh, giusto… si, Remus ha ragione.” Replicò lei fissando ostinatamente il soffitto.
“Ma che diamine stai cercando?” Le chiese Sirius dopo aver smesso di ridere.
“Io? Non lo so, ma ho come la sensazione di essere già stata qui più volte, anni fa. Mah, non sarà niente.” Mormorò la ragazza decidendosi finalmente a prestare attenzione ai suoi amici.
Una ragazza con circa una decina d’anni in più di loro si avvicinò al loro tavolo pulendosi le mani sul grembiule. “Che vi porto?” Chiese sorridendo, era decisamente una bella donna, formosa e con un bel viso.
“Quattro Burrobirre e un altro di quei sorrisi, grazie.” Rispose Sirius con un tono diverso dal solito, molto più maturo e calmo, prima che potesse farlo qualcun altro.
La cameriera rise piano come se fosse abituata ai complimenti di ogni genere ma questo fosse ben diverso. “Subito fatto.”
“Mi fido, eh.” Le gridò dietro poi il ragazzo lasciando che un angolo della sua bocca salisse verso l’alto in quel mezzo sorriso stupendo.
“Amico, sono tutte ai tuoi piedi.” Si complimentò con lui James, i due si scambiarono il cinque sotto lo sguardo esasperato di Remus.
“Star ti prego, di loro qualcosa!” La chiamò in soccorso volgendo gli occhi ambra a lei che con i gomiti sul tavolo e il mento poggiato sulle mani osservava la scena sorridendo più con lo sguardo che con la bocca.
“Perché? Te l’ho detto che li ho allevati proprio bene.” Scherzò poi facendo sbuffare Remus.
“Ci manca un piano.” Osservò James. “Dove andiamo dopo?”
Sirius ci pensò su. “Potremmo andare alla Stamberga strillante e vederla da fuori.”
“NO!” Bocciò l’idea Remus.
“Ok, ok! Allora passiamo a vedere qualche cosa da turisti?” Riprovò il ragazzo.
“E se invece andassimo in qualche posto sdolcinato o senza senso a seminare un po’ di panico?” Propose Star.
“Oh, no…” Si abbatté Remus.
“Star! Potei amarti!” Si entusiasmò invece Sirius.
“Ottima idea sorellina, quasi degna di me.” Replicò James.
La ragazza scoppiò in una sonora risata. In quel momento tornò la cameriera con le loro Burrobirre e un gran sorriso stampato in volto, poggiò i bicchieri davanti ad ognuno di loro e lasciò un tovagliolino sotto quello di Sirius “Se mi cerchi, mi trovi sempre qui.” Disse poi.
Il ragazzo lo lesse con una sola occhiata. “Grazie Rosmerta, ne terrò conto.”
La donna si allontanò per servire un altro tavolo.
“Che ti ha scritto?” Si incuriosì James.
“Solo il nome, e ha lasciato il timbro del rossetto.” Rispose Sirius.
“Sei incredibile!” Si stupì Star. “Dovresti imparare da Felpato, fratellino.”
James le fece il verso. “Io ho mille volte più fascino.” Concluse.
Remus sospirò. “A parte questo, servirebbe a qualcosa farvi desistere dal creare scompiglio?”
“No, ma grazie di avercelo ricordato.” Rise Star. Il ragazzo si portò una mano sul volto. “Ma perché sono così imbecille?”
 
…………..
 
Poco dopo uscirono dai Tre Manici di scopa e si divisero: James e Sirius andarono a prendere qualche scherzetto tra i loro nuovi acquisiti e Star trascinò Remus a preparare il campo.
I primi due si diressero decisi controvento camminando a passo svelto, Sirius però si bloccò all’improvviso. “Non posso più aspettare per dirtelo…” Annunciò. James i voltò verso di lui preoccupato. “Parli di quella sera?”
Il suo amico annuì.
 
………..
 
“Allora?” La voce impaziente di James arrivò all’improvviso da dietro Star e Remus facendo sobbalzare il secondo dei due. Sirius e James risero sbucando fuori da sotto il Mantello dell’Invisibilità.
“Hai preso un bel colpo, Rem.” Constatò semplicemente Star spostando piano lo sguardo dalla piccola finestrella su cui si erano appostati per spiare l’interno del locale di Madama Piediburro.
“Vorrei vedere te se non avessi avvertito la loro presenza!” Replicò il ragazzo tentando di riprendersi.
“Avrei sentito il loro incessante bisbigliare cinque metri prima e poi il tentativo di silenziosi passi.” Ribatté la ragazza stiracchiandosi.
“Se, se… ringrazia solo di poterci entrare nella mente, altrimenti riusciremmo a farti prendere uno di quei colpi che neanche immagini.” Sbottò Sirius.
“E’ una sfida?” Chiese lei.
Lo sguardo di James si illumino. “E sfida sia.”
“Ma non riuscite proprio a concentrarvi su una cosa sola voi, eh?” Si esasperò Remus.
“Che c’è, Lunastorta? Sei impaziente di iniziare il lavoro? Ti accontentiamo!” Scherzò Sirius.
“No, affatto! Solo che… ah! Finitela!” Sbuffò quest’ultimo irritato dalle risatine dei suoi amici provocate dalla sua confusione.
“Allora, che cosa usiamo?” Domandò Star riportandoli con la testa alla loro missione.
“Abbiamo scelto queste.” James estrasse parecchie scatolette colorate tutte uguali.
“Hanno un nome terribile.” Protestò debolmente Remus ma nessuno gli badò.
“Sono facili da usare.” Proseguì Sirius sempre più deciso.
“Perfetto.” E Star decretò l’inizio.
 
……..
 
Dennis se ne stava seduto in un angolino del tavolo, cosa piuttosto difficile dal momento che il tavolo era rotondo, e cercava di evitare con lo sguardo il suo amico che baciava con gran foga quella ragazza a cui dava ripetizioni e che lui lo aveva costretto a presentargli. Era perfettamente il terzo incomodo, e non solo in quel tavolo ma in tutta la sala di Madama Piediburro. Avrebbe tanto voluto che Star fosse stata lì, quando ci erano stati durante la loro prima uscita ad Hogsmeade si erano divertiti così tanto a prendere in giro tutte le altre coppiette e a ridere dell’ambiente decisamente troppo roseo. Era stata una giornata meravigliosa per quanto lui avesse fatto fatica a starle dietro. Star era così strana, un secondo prima non riusciva quasi ad intendere quello di cui parlava, era matura, tremendamente intelligente e profonda. Esplorava senza paura ogni angolo di conoscenza umana scoperta, mentre il secondo dopo rideva come una bambina di cose stupidissime e scherzava con lo stile di un ragazzino monello. Si, starle dietro diventava sempre più complicato.
All’improvviso qualcosa nella stanza esplose. Circa una trentina di piccoli colpi si udirono sopra al normale chiacchiericcio e poi fu il caos. Numi di orribile odore si levarono ovunque e tutti cercarono di mettersi in salvo anche dallo sporco provocato dalle piccole, ma micidiali, bombe. In pochi secondi tutti o quasi uscirono dalla sala da the spintonandosi a vicenda per andare il più lontano possibile. Dennis rimase qualche secondo a fissare il locale incuriosito mentre la proprietaria piangeva eccessivamente disperata davanti all’ingresso cercando di ripulirsi con un fazzolettino ricamato. Forse era una sua impressione ma gli parve di udire delle risate conosciute provenire dal retro del locale. Decise che non era nulla e si incamminò sconsolato verso il castello.
 
………
 
“Oh mio cielo!” Esultò Star.
“Meraviglioso, meraviglioso!” Ripeté Sirius per la millesima volta cercando di smettere dal ridere.
“L’avete visto quel ragazzo che ha usato la sua dolce fidanzatina come scudo, non credo che dopo di questo staranno ancora insieme!” Scherzò James ansando per l’eccessivo riso.
Persino Remus non riuscì a trattenersi. “Perché voi non avete visto la proprietaria gettarsi su una bomba tentando di evitarne lo scoppio, la sua faccia quando si è resa conto che tutti stavano scappando è stata epica!”
“Remus!” Finsero di rimproverarlo i suoi amici prima di scoppiare a ridere tutti insieme.
“Ah, Caccambombe, le Caccabombe sono il futuro!” James poggiò le braccia sulle spalle di sua sorella e Remus tenendo una mano anche sulla spalla di Sirius che si ritrovò schiacciato su Star e quindi passò a sua volta un braccio sulle spalle dell’amica. Così sempre ridendo ondeggiarono inciampando lungo la strada.
“We gotta get out of this place
if it’s the last thing we ever do”
Cominciò a cantare Sirius.
“We gotta get out of this place
’cause girl, there’s a better life
for me and you”
Lo seguì James senza indugio.
“Now my girl you’re so young and pretty
And one thing I know is true, yeah
you’ll be dead before your time is due
you know it
” Continuò Remus a sorpresa.
“Oh, mio cielo! La conosci Rem!” Si stupì Star.
“Incredibile!” Fece James sarcastico.
“Stiamo educando bene il caro Lunastorta, eh?” Commentò Sirius.
Risero ancora e poi ricominciarono a cantare tutti insieme camminando sulla neve delle strade di Hogsmeade.
“We gotta get out of this place
if it’s the last thing we ever do
we gotta get out of this place
girl, there’s a better life
for me and you, oh baby

We gotta get out of this place
if it’s the last thing we ever do
we gotta get out of this place
girl, there’s a better life for me and you
oh you know it, baby
and I know it, too, baby.”

“Ok, ok!” Remus respirare a fondo cercando di calmare le risate convulse.
“Ora che si fa?” Domandò Sirius guardandosi attorno, una palla di neve lo colpì dritto nell’orecchio. “Ah! Maledetta!” Ringhiò voltandosi verso Star con un’altra palla di neve pronta in mano. In pochi secondi crearono una battaglia in piena regola, con tanto di trincee ricavate in fretta da panchine o fontane spente lungo le vie. Ovviamente i loro molti tiri sbagliati aprirono la guerra tra qualche altro gruppetto di ragazzi e ragazze in gita così che Hogsmeade divenne un campo di guerra di neve ambulante. Solo quando Sirius atterrato da James afferrò Star per una caviglia facendola finire lunga e distesa a terra e Remus ne approfittò per riempire tutti e due di neve facendoli diventare due ghiaccioli ambulanti James barcollando decise di rientrare a Hogwarts.
“Ok!” Star saltò in piedi senza nemmeno un brivido mentre i suoi amici tremavano dalla testa ai piedi sotto il vento freddo.
“Sei proprio una maledetta. Muoviamoci mi si sta congelando anche non vi dico cosa.” Borbottò Sirius alitandosi sulle mani per scaldarsi.
Una volta rientrati al castello furono praticamente rapiti da Al e Fill che li condussero in Sala Comune chiedendo il racconto dettagliato della loro giornata. Sirius e James iniziarono allegri fino a quando incontrarono Dennis e un altro paio di ragazzi lungo il corridoio diretti forse in biblioteca, lui e un altro suo amico si portavano addosso ancora una leggera puzza molto famigliare ai Malandrini. Star lo guardò leggermente dispiaciuta.
“Hei, posso parlarti?” Le domandò Dennis. La ragazza fece l’occhiolino a suo fratello che proseguì con gli altri mentre Dennis liquidò con un cenno i suoi amici. Rimasero soli.
“Si?” Fece Star dato che il ragazzo non sembrava voler parlare.
“Siete stati voi?” Domandò lui serio.
Lei rise e si poggiò al muro osservandosi le unghie. “Dipende, a fare cosa?”
“Non scherzare. Non è stato divertente.” La rimproverò.
La ragazza si drizzò confusa. “Oh, ma dai! Abbiamo preso in giro insieme quel posto, e poi non sapevo che fossi lì anche tu!”
“Beh, e non sei nemmeno un po’ curiosa di sapere perché ero lì e con chi?” La aggredì Dennis.
“Io… no… sono fatti tuoi, se eri lì ci sarà stato un motivo, perché?” Balbettò lei sempre più disorientata.
“Quello è un posto per coppiette, non sei nemmeno un po’ gelosa? Non hai nemmeno pensato al fatto che potrei essere stato lì con un’altra ragazza?”
“No! Mi fido, insomma. Anche se fosse… tu mi hai detto… quindi… io non lo so!”
“Ero lì a fare il terzo incomodo, comunque. Grazie dell’interessamento.”
“Sei arrabbiato perché non sono gelosa?”
“No. Sono arrabbiato perché mentre io mi rodo al pensiero di dove sei tu in ogni momento a te la cosa non tocca minimamente e anzi ti diverti a fare stupidate con i tuoi amici.” Il ragazzo girò sui tacchi e se ne andò deciso.
Star lo osservò sparire dietro un angolo completamente spiazzata, poi sospirò. “Chiederò a Lily.” Decise e si avviò verso il dormitorio femminile del quarto anno dove sapeva che avrebbe trovato l’allegra combriccola di ragazze riunite a chiacchierare. In Sala Comune lo sguardo di James si puntò su di lei con precisione appena varcò la porta ma lo ignorò tanto era impegnato con Al e Fill, avrebbe dovuto mandare un mazzo di rose a quei ragazzi o meglio un mazzo di Caccabombe, le Caccabombe erano il futuro. Salì decisa le scale e bussò alla porta. Fu Emmeline ad aprire. “Hem, ciao.”
“Ma guarda chi si vede!” La aggredì Lily.
“Si, credo che dovrebbe dispiacermi. Quindi… scusate?” Tentò Star.
“Dovrebbe dispiacerti? Ma non ti rendi conto di quello che dicono quei tuoi amici? Non ti senti offesa?” Domandò Alice.
“Uhm, no. Insomma non parlano di me, ne di ragazze che sono mie amiche. Anche se ormai credo di non averne più, giusto?” Sospirò la mora.
“Come mai lo chiedi a noi?” Sbottò Mary.
“Perché siete voi le mie uniche amiche, a chi altro dovrei chiederlo?” Rispose Star sincera.
“Oh.” Fece Marlene addolcita, e a quanto pareva se Marlene decideva di perdonare le altre ne tenevano conto.
“Entra.” Disse secca Alice.
Star si sedette su un letto con grazia.
“Come mai sei qui?” Le chiese Lily.
“Credo di aver litigato con Dennis, ma non ne sono sicura.” Spiegò lei.
“Come non ne sei sicura?” Rise Mary. “Scusami ma o hai litigato o no. Non ci sono vie di mezzo quindi dovresti saperlo con certezza.”
“Giusto. Beh, mi ha accusata di fare scherzi stupidi mentre lui pensa a me e credo sia infastidito dal fatto che non sono gelosa di lui.” Raccontò Star concentrandosi al massimo.
“Oh, poveri noi!” Mormorò Lily.
“Tesoro, in che senso non eri gelosa?” Chiese Emmeline.
“Beh, lui era da Madama Piediburro e io non lo sapevo così quando l’ho scoperto non mi è sembrato nulla di che ma si è arrabbiato perché diceva che avrebbe potuto essere con qualche ragazza ma che cosa c’entra?” Si liberò la ragazza.
“Non ci credo.” Si stupì Alice mentre le altre la fissavano strabiliate.
“Ovvio che si è arrabbiato! Quel posto è un covo per le coppie e se il tuo ragazzo è lì e tu non lo sai il tuo primo pensiero dovrebbe essere che lui c’è stato con un’altra ragazza più carina di te!” La sgridò Mary.
“Avresti dovuto pensare che ti tradiva, in poche parole.” Continuò Marlene.
Star aprì la bocca per replicare ma poi la richiuse fissando Mary con scetticismo, infine pensò a quello che aveva detto Marlene.
“Ok, si, in effetti se anche io avessi il tuo aspetto non crederei che il mio ragazzo possa tradirmi.” Brontolò Lily gettandosi su un letto.
“Non è questo! E’ che sinceramente non mi sarebbe importato. E’ grave?” Sbottò Star.
“Se è grave?!” Strillò Alice. “Gioia tu sei da ricovero!”
Star si prese all’improvviso la testa tra le mani lasciandosi scappare un sospiro di dolore.
“Tesoro ti senti bene?” Si preoccupò Emmeline.
“Oh, si. Beh, ok. Ho capito. La gelosia non fa poi tanto male ai rapporti. Grazie.” Star si alzò in fretta senza nessun segno di sofferenza sul volto. “Grazie sul serio!” E detto questo uscì.
“Ok, io ora ho solo un dubbio.” Sussurrò Mary sconvolta. “E’ umana?”
 
………..
 Una volta tornata in Sala Comune James, Sirius e Remus le si fecero accanto in un baleno conducendola verso la cena.
“Tutto ok?” Chiese James.
“Sono solo un po’ confusa. Che ne dite se questa sera ci ritroviamo da qualche parte e ci raccontiamo la giornata trascorsa? E’ da moltissimo tempo che non lo facciamo più!” Propose la ragazza emozionata.
Remus sorrise. “Ottima idea.”
Cenarono in fretta e si ritirarono presto nei loro rispettivi dormitori fingendo di dormire fino a mezzanotte quando, come svegliati da un timer preciso, si alzarono e scesero di nuovo nella Sala Comune deserta.
“Torre di Astronomia?” Chiese Sirius gli altri annuirono così silenziosamente camminarono lungo i corridoi salirono le scale e uscirono nella fredda ma limpida notte.
“Guarda Sirius! Orione! E Sirio!” Esclamò Star indicando a Sud quasi all’orizzonte.
“Sei diventata brava!” Si complimentò il ragazzo. “E hai visto marte quant’è luminoso?”
“O la luna quanto è quasi piena?” Fece Remus intimorito.
“Quando avete finito di fare gli intelligentoni avremmo una giornata sballosa da descriverci.” Protestò James interrompendoli.
“Ok, allora. Natale, oggi, tutto. Wow. Grazie James, sei veramente il fratello migliore sulla faccia della terra.” Cominciò Sirius sedendosi sulle merlature le gambe a penzoloni nel vuoto.
“Non c’è di che.” Replicò James sedendosi accanto a lui. I due ragazzi si sistemarono schiena contro schiena nell’oscurità.
“Comunque è vero James, e anche Star e anche Sirius…” Cercò di iniziare Remus.
“Grazie di avermi messo in fondo alla lista.” Scherzò Sirius fingendosi infastidito.
“O taci o ti buttò giù.” Lo minacciò Star ridendo.
“Va bene, grazie Sirius, James e Star per il Natale per tutte le lune e per oggi. Grazie di lasciarmi far parte di voi, di tutto questo, della vostra vita.” Con un sospiro il ragazzo ingoiò la tristezza e si sedette a sua volta con le gambe nel vuoto accanto a Sirius che gli mise una mano sulla schiena.
“Si, grazie è sempre la parola giusta tra di noi. Tutto quello che stiamo vivendo è così vero e me ne rendo conto solo una volta che abbiamo finito di viverlo, sta andando tutto così veloce che inizio a credere che presto finirà, poi viviamo un’altra avventura, ci cacciamo ancora nei guai e penso che non finirà mai, che resteremo sempre così che anche da vecchi saremo i soli e unici Malandrini. Quindi grazie.” Star rimase in piedi dietro di loro e nessuno si mosse per un bel po’.
“Guarda, c’è saturno accanto alla luna e… una stella cadente!” Indicò Sirius e Remus che poggiò una mano sopra gli occhi come per cercare di vedere più distante. “Vedi, il cielo non è poi così pauroso.”
La ragazza scattò una foto e i suoi tre amici si voltarono a guardarla sorridenti.
“E’ bella?” Chiese James.
“Meravigliosa.” Gli assicurò lei.
“Cosa è successo con Dennis.” Proseguì suo fratello.
“Abbiamo litigato. All’inizio non capivo perché poi le ragazze mi hanno spiegato che sono stata diciamo, indelicata nei suo confronti dal momento che non ho provato gelosia nel saperlo da Madama Piediburro senza di me. E’ tutto credo. Sono un po’ triste, non avrei voluto litigare, ma lui sembrava stanco.” Raccontò lei senza imbarazzo.
Sirius rise. “Stanco di te? Deve essere un pazzo, ma che ci vuoi fare?! Accada quel che deve accadere!”
 James le sorrise a sua volta battendo piano sullo spazio nel muretto accanto a sé, sua sorella si sedette allegra e tornarono tutti a guardare le stelle.
“Questa volta basta, però!” Tuonò la voce della professoressa Sinistra dietro di loro dopo alcuni minuti che si rivelarono essere stati quasi u’ora. “Capisco che le stelle abbiano un certo ascendente su di voi ma questa volta mi vedo costretta a mettervi in punizione! Intanto dieci punti in meno a testa.”
James e Sirius balzarono all’unisono giù dalle merlature. “E’ solo colpa nostra professoressa, li abbiamo costretti noi.” Cercò di convincerla il primo.
“Ha tolto i punti a tutti ma metta in punizione solo noi due, loro non se lo meritano.” Concluse il lavoro il secondo.
La professoressa sospirò, “E sia, domani nel mio ufficio alle sei. Ora tornate svelti in dormitorio e non sedetevi mai più lassù potevate cadere!”
I ragazzi ubbidirono veloci.
“Come mai ci avete difeso così?” Chiese Star.
“Beh, voi avete più materie di noi e gli esami si avvicinano.” Cominciò James.
“Tu forse non avevi problemi, ma non volevamo subirci Remus che dava di matto per stare dietro a compiti e punizioni.” Rise Sirius.
“Grazie del pensiero!” Esclamò Remus cupo. “E grazie di avermi fatto venire in mente gli esami!”
“Suvvia, ce la caveremo benissimo!” Cercò di tirarlo su di morale Star. “Ti aiuterò io.” Gli assicurò poi prendendolo per mano.
 
………..
 
Il mattino scesero a colazione in ritardo, Star era venuta a svegliarli con una faccia eccessivamente preoccupata e senza dire una parole li aveva trascinati in Sala Grande. L’intera scuola era seduta in silenzio sui lunghi tavoli e si respirava una strana aria. Dopo di loro entrarono ancora un paio di Tassorosso e qualche Serpeverde poi Silente si alzò.
“Siamo tutti, o almeno tutti quelli che restano.” Annunciò.
“Che intende dire?” Bisbigliò James nell’orecchio della sorella lei si voltò a guardarlo mordicchiandosi un labbro preoccupata.
“Manca uno studente all’appello.” Rispose il preside rivolgendosi a tutta la sala.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Piumadoro