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Autore: _Anto    13/07/2015    3 recensioni
Darren Everett Criss, 24 anni, Cantante, Los Angeles
Christopher Paul Colfer, 19 anni, Studente, Clovis

(...)
Le superiori per Chris non erano state affatto una passeggiata; l’inferno che si era ritrovato a vivere tutti i giorni per la sua sessualità non lo avrebbe mai dimenticato.
Adesso però Chris ha una vita normale, degli amici che gli vogliono bene per davvero e che lo accettano per quello che è.
Sembrerebbe che dalle fiamme ci si è salvato da solo, ma in realtà quando aveva quindici anni una voce alla radio gli aveva riportato il sorriso. In poco tempo aveva scoperto che apparteneva a Darren Criss, un ventenne con un passato alle spalle molto simile al suo che aveva fatto del dolore la sua forza, e che si stava lentamente facendo strada nel mondo dello spettacolo grazie alla sua musica. E così, senza neanche saperlo, Darren gli aveva salvato la vita.
Quando il cantante si ritrova a Clovis per impegni lavorativi è anche il compleanno di Chris, e per uno strano scherzo del destino, è costretto a fare una comparsa alla sua festa per fargli una sorpresa.
(sms+description)
Genere: Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss, Quasi tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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(A Mary e Giusy,
scusate se vi ho fatto aspettare così tanto.
Vi voglio bene, e spero che dopo questo capitolo non avrete più motivi per insultarmi)




 


Chris, Darren, Lea, Mark



Chris se ne stava raggomitolato nel suo letto, le gambe aggrovigliate nelle lenzuola, le dita strette alla federa del cuscino e un paio di cuffie nelle orecchie con la voce di Darren che gli faceva compagnia.
E fu in questo modo che riuscì a lasciarsi andare e piangere tutte quelle lacrime che, per orgoglio, stava trattenendo da giorni. Pianse e non perché aveva perso un amico, o il ragazzo di cui si stava irrimediabilmente innamorando: lui in tutto questo aveva perso anche il suo idolo, la sua ancora di salvataggio, la convinzione che in mezzo a tanta merda Darren non lo avrebbe deluso mai.
Era questa la parte più incredibile dell’avere un idolo.
Quando era un ragazzino e andava alle superiori, tutte le persone che gli stavano intorno non facevano altro che dirgli che doveva farsi una vita, che non poteva aggrapparsi a Darren semplicemente perché Darren non era reale, ma era proprio questo il punto – Darren non era reale.
Tutte le cose reali nella sua vita non erano mai durate, e il fatto che Darren non lo fosse lo consolava perché questo significava che ci sarebbe restato per sempre, con il suo sorriso immortalato nelle foto e quella voce meravigliosa che lo avvolgeva e si portava via tutto, ogni piccola cosa, ogni più piccolo dolore.
E mentre se ne stava in quel letto ad ascoltare una delle sue canzoni preferite, si ritrovò a piangere perché non era in grado di separare il Darren che gli aveva spezzato il cuore dal Darren che gli aveva rimesso insieme i pezzi almeno un miliardo di volte, ed era proprio la consapevolezza di aver perso quest’ultimo che lo stava divorando. E poi come se tutti questi sentimenti non bastassero, si era aggiunto anche l’amore.
Chris negli ultimi tempi aveva letto un libro in cui l’amore veniva paragonato all’addormentarsi: pensandoci, era arrivato alla conclusione che a lui era andata esattamente così.
Si era innamorato di Darren pian piano, quando era entrato nella sua vita in punta di piedi e aveva rimesso a posto ogni singola cosa e poi tutto in una volta, quando si era catapultato senza chiedergli il permesso e aveva stravolto ogni cosa.
 
 
 
20 novembre
 
 
(18:12)
Chris, possiamo parlare?
 
 
(18:15)
Non di qualcosa in particolare… solo parlare, Chris. Come facevamo prima.
 
 
(18:20)
Dio, tutto questo è ridicolo. Mi manchi, Chris. Mi manchi più di quanto mi sia mai mancato qualcuno in vita mia e non riesco a capire perché ci siamo allontanati in questo modo e sì, forse è per colpa mia che sono sparito un po’ di giorni fa ma ti ho spiegato perché l’ho fatto e pensavo che tu mi avessi perdonato, e ora mi eviti, e io… posso solo chiamarti, per favore? Mi sento un idiota a dirti tutto questo per messaggi e poi non mi rispondi e mi manchi, mi manca anche la tua voce quindi ti chiamo. E rispondi, ti prego Chris, rispondi che sto veramente per impazzire.
 
 
*chiamata in arrivo*
 
 
*una chiamata persa da Darren*
 
 
*chiamata in arrivo*
 
 
“…Ehi”
 
 
“Chris… oh mio dio, ciao. Come- come stai?”
 
 
“Uhm… bene, grazie. Scusa se non ho risposto ai tuoi messaggi prima, ma avevo… sai, da fare. Ora ci sono. Devi dirmi qualcosa?”
 
 
“Devo dirti qualcosa- okay, Chris, me lo stai chiedendo sul serio? Devo dirti che mi manchi da morire e probabilmente sono sul punto di umiliarmi supplicandoti di far tornare tutto come prima, perché tu non hai idea di quanto… ecco sì, di quanto tu mi manchi. E lo avrò detto almeno venti volte, ma io… non so dirti altro. Ho fatto qualcosa di sbagliato? Ce l’hai con me? Io posso rimediare, io posso fare tutto quando si tratta di te, quindi… ti prego, dimmi cosa posso fare per risolvere le cose.”
 
 
“…”
 
 
“Chris? Ci sei?”
 
 
“…Darren”
 
 
“Oddio Chris, stai piangendo-”
 
 
“Io- io non sto piangendo per te.”
 
 
“…Oh. Stai piangendo per il ragazzo dell’altra- uhm, sai, dell’altra sera? Ti ha fatto qualcosa?”
 
 
“L-Lui non c’entra niente.”
 
 
“Posso sapere almeno chi è?”
 
 
“…I-io…”
 
 
“Andiamo, Chris. Dimmelo.”
 
 
“Non sto piangendo per lui, io- sto piangendo perché non riesco più ad ascoltare una tua canzone senza piangere e questo non doveva succedere, perché la tua musica è… è sempre stato tutto quello che ho e io non posso perdere la mia ancora di salvataggio. Tu- tu sei la mia ancora di salvataggio, Darren.”
 
 
“Merda, io- okay, sì, so cosa fare. Prendo un biglietto on-line e domani mattina cerco di essere da te il prima possibile, va bene?”
 
 
“Dare, non posso chiederti di fare questo…”
 
 
“Non me lo stai chiedendo, sono io che ho bisogno di vederti. Tu- tu però mi prometti che non piangi? Non ce la faccio a sentirti in questo modo, soprattutto perché sono qui e non posso fare niente per farti stare meglio.”
 
 
“Cosa faresti? Sai, se fossi qui…”
 
 
“…Ti asciugherei tutte le lacrime e poi ti stringerei fortissimo, e… ti accarezzerei i capelli. So che ti piace quando qualcuno ti accarezza i capelli.”
 
 
“Mi piace solo quando lo fai tu- oh dio, fai finta che io non ti abbia detto niente-”
 
 
“Mi fai sorridere.”
 
 
“Davvero? Dalla tua voce sento che stai sorridendo, ma… non riesco a capire perché.”
 
 
“È che sei davvero adorabile. Prima dici queste cose, poi mettici anche che ti sto immaginando rannicchiato nel tuo letto, con il telefono premuto contro l’orecchio destro – perché hai l’abitudine di stenderti sul lato sinistro -, le guance arrossate e gli occhi gonfi per le lacrime. Se fossi lì mi butterei su di te e ti stritolerei in un abbraccio.”
 
 
“…Oh, wow. Dove sei? Mi stai spiando?”
 
 
“…Ti prego, dimmi che possiamo continuare a parlare tutta la sera.”
 
 
“…Non ho intenzione di andare da nessuna parte.”
 
 
 
 
***
 
 
“Chris, ehi? Dai sveglia, Darren e Chord sono appena arrivati.”
Chris aprì piano gli occhi e mise a fuoco lo sguardo sulle figure di Dianna e Lea, che se ne stavano in piedi accanto al suo letto mentre tentavano dolcemente di svegliarlo. Così sbatté piano le palpebre e si guardò intorno mentre realizzava cosa le ragazze gli avevano appena detto e tutto quello che riuscì a pensare in quel momento fu qualcosa come oddio ma quanto ho dormito e cavolo Darren è qui e io sono ancora a letto.
E mentre le sue amiche gli dicevano che avevano appena visto arrivare il taxi e che sarebbero saliti a momenti, scalciò via le coperte e ancora a piedi nudi, con un solo pigiama di seta addosso e i capelli tutti scompigliati, scese giù dal letto e uscì correndo da casa, per poi fare le scale praticamente saltando.
Dopo poco più di venti secondi arrivò finalmente a piano terra, spalancò la porta del portone e vide Darren dall’altra parte della strada, una piccola borsa nella mano e un sorriso enorme stampato sulle labbra mentre diceva qualcosa a Chord.
Quando Darren si accorse di lui lasciò cadere la borsa, e Chris fece un sorriso enorme correndogli incontro e gettandosi a capofitto tra le sue braccia. Un attimo dopo le braccia di Darren furono attorno ai suoi fianchi e le mani premute contro la schiena, mentre lo stringeva forte e gli sussurrava all’orecchio che gli era mancato da morire.
“Sono qui, Chris, sono qui per te” sussurrò dolcemente Darren nel suo orecchio, mentre cercava di confortarlo sperando che Chris la smettesse di tremare tra le sue braccia.
Chris era sul ciglio di una strada con il pigiama, i piedi scalzi e i capelli scompigliati, ma non gli importava niente perché, fintanto Darren lo abbracciava, andava tutto bene.
 
 
 
***
 
Darren e Chris passarono una giornata diversa da quelle che avevano passato di solito: fecero i turisti per tutto il pomeriggio, camminando tra le strade affollate di Clovis con cappelli giganti e occhiali da sole che avevano comprato su una bancarella nel centro.
Trascorsero una giornata semplicemente a ridere e giocare e divertirsi come non avevano mai fatto davvero, tralasciando i soliti problemi che si portavano dietro e il cattivo umore. Chris smise di pensare al fatto che Darren avesse un ragazzo, esattamente come Darren smise di pensare al fatto che Chris stava frequentando un altro e non aveva alcuna intenzione di dirgli chi era, che lui stesso ne stava frequentando uno proprio perché si era promesso di stare lontano da Chris.
Ma era più difficile di quanto pensasse.
 
 
(17:04)
Mark, ho cercato un ragazzo gay e carino per tutto il campus e non sono riuscito a trovare nessuno all’altezza di Chris. Tu invece? Novità?
 
 
(17:07)
Nemmeno. Cioè, qualcuno l’ho trovato, ma Darren non lo batte nessuno.
 
 
(17:09)
Be’ pensavo che avessimo superato questa parte… uno meglio di lui non lo troveremo mai.
 
 
(17:09)
Questo non significa che dobbiamo trovare un cesso ambulante al nostro amico.
 
 
(17:10)
E se dicessimo a Darren che Chris e Grant stanno insieme? Darren non sa che Grant è etero e Grant è davvero davvero carino!
 
(17:13)
Okay, sei impazzita?
 
 
(17:14)
…Credo di sì.
 
 
(17:17)
Senti, ho un’idea. Mettiamo da parte il tuo piano almeno per oggi, okay? Darren è qui, lui e Chris a quanto pare sono felici e ora dobbiamo solo trovare un modo per farli avvicinare. E io ho l’idea.
 
 
(17:18)
Tu hai l’idea.
 
 
(17:19)
Sì, ce l’ho.
 
 
(17:21)
Uhm, posso sapere di cosa si tratta?
 
 
(17:22)
Ora sono con Chord, ma stasera quando saremo tutti a casa scoprirete tutto.
 
 
***
 
Dopo la lunga giornata trascorsa in giro a camminare per ore, prima di cena Chris e Darren tornarono a casa del più piccolo e finirono per gettarsi a peso morto sul divano per recuperare le forze, e oramai da svariati minuti Darren era poggiato con la schiena vicino ai cuscini e Chris era steso accanto a lui, con la testa poggiata sulle sue gambe. Trattenne un sospiro rilassato quando sentì le dita di Darren tra i suoi capelli e si ricordò di quando solo il giorno prima gli aveva scritto che glieli avrebbe accarezzati se solo fosse stato lì.
Restarono in silenzio per un po’, e Chris ebbe il tempo di pensare a ciò che era successo in quei giorni.
Aveva fatto credere a Darren di essere stato con un altro, ed era stata una mossa stupida, veramente stupida, per uno che viveva nella convinzione che non gliene fregava niente di quello che avrebbero potuto essere lui e Darren, ma voleva semplicemente che la loro amicizia sopravvivesse.
E continuare a mentirgli non era di certo una buona idea.
“D-Dare?”
“Dimmi, piccolo.”
Chris sorrise. “Pensavo che non ci saremmo più rivisti, sai? Insomma, tu- l’altra volta sei venuto perché avevi degli impegni di lavoro, quindi ero convinto che non avevi più nessun motivo per tornare qui. E invece ora ci sei.”
“L’altra volta mi serviva una scusa” mormorò Darren, mentre attorcigliava i capelli del suo amico attorno alle dita. “Sarebbe stato strano venire così di punto in bianco, allora… lo sai, ho fatto in modo che Clovis fosse una delle tappe del mio tour. Però penso che adesso non abbiamo più nessun motivo per nasconderci dietro a queste cose, no? Io verrò qui ogni volta che posso, e tu- magari tu potresti venire qualche volta a Los Angeles, che dici? Potresti stare a casa mia.”
“Davvero?” domandò Chris timidamente, gli occhi azzurri che brillavano così tanto che Darren non riuscì a fare a meno di incantarsi a guardarlo.
“Davvero” confermò Darren con dolcezza. “Chris, io- ci tengo davvero tanto a te.”
Chris annuì, e i suoi pensieri tornarono a quella dannata bugia che gli aveva detto. Era arrivato il momento di dirgli la verità. “Anche io ci tengo a te, Dare. Per questo volevo-”
 “Obbligo e verità!”
I due ragazzi accoccolati sul divano sobbalzarono quando sentirono la voce di Mark a pochi metri da loro. Si voltarono istintivamente e video Chord in piedi accanto a lui, con due bottiglie di vodka ancora chiuse in mano e una busta appesa al braccio con dentro delle patatine.
“Obbligo e verità?” domandò Dianna incredula.
Lea inarcò le sopracciglia. “Davvero, questa è la tua grande idea?”
“Ehi, dov’è Grant? Si sta perdendo la festa!” esclamò Mark, poi sbuffò lanciando un’occhiata alla porta della sua camera chiusa. “Mi spiegate perché diavolo viviamo in un loft se ci abbiamo fatto mettere delle porte? Grant!”
Chris scosse la testa sorridendo e nel farlo si accorse che Darren lo stava osservando quasi rapito. “Che c’è?” domandò, mordendosi le labbra in imbarazzo.
“…Niente, stavo solo pensando al fatto che ci giocavamo sempre al liceo. Ma tipo… sai, ai primi anni” ridacchiò Darren, e senza quasi pensarci iniziò a giocherellare con le dita affusolate di Chris.
“Be’…” cominciò Chris, guardando le loro dita che si sfioravano quasi in trance. “Dovresti sapere che Chord e Mark insieme sono peggio di due bambini.”
“Vuoi giocare?” soffiò Darren mentre intrecciava le loro dita insieme.
Chris sorrise. “Potrebbe essere divertente.”
Darren si sporse per lasciargli un dolce bacio sulla guancia e poi lo trascinò dal divano. “Dai, andiamo.”
 
 
“Si può sapere che diavolo d’idea è?” sibilò Lea a bassa voce, mentre si sedeva sul tappeto accanto ad un Mark esageratamente entusiasta.
“Guarda e impara, donna” sussurrò lui a denti stretti, senza mai smettere di sorridere. “Okay ragazzi, un piccolo ripasso generale per chi non conosce le regole. Vi faccio un esempio per renderla più facile: comincio io, e chiedo a Lea “obbligo o verità”, se lei mi risponde obbligo devo obbligarla a fare qualcosa di imbarazzante, mentre se mi risponde verità, le devo fare una domanda alla quale lei deve rispondermi sinceramente.”
Mark aveva riposto davvero buone speranze in quel gioco: appena sarebbe arrivato il suo turno e Darren o Chris avrebbero chiesto obbligo, lui li avrebbe obbligati a baciarsi. Era semplice ma efficace.
Purtroppo però fecero due giri, gli toccarono due turni e nessuna delle due volte i due chiesero l’obbligo. Sempre e solo ma verità. Lea invece era piuttosto soddisfatta di quello che stava vedendo, perché Darren e Chris erano seduti sul tappeto uno accanto all’altro e sembrava fisicamente impossibile per loro non voltarsi a guardarsi ogni due secondi, sorridersi stupidamente, cercare le loro mani di continuo e poi ridere mentre si sussurravano chissà cosa nell’orecchio.
Quando arrivò il turno di Mark, Dianna lo guardò compiaciuta e lo costrinse a baciare Chord. I due amici si guardarono sbigottiti per qualche secondo, poi semplicemente gattonarono l’uno verso l’altro e si baciarono. Quando Chord portò una mano sul collo di Mark per baciarlo con più enfasi i loro amici fischiarono, ma i due non accennarono a fermarsi. Si fermarono solo quando non ebbero più fiato e poi si guardarono negli occhi, sconvolti e soprattutto eccitati.
“Obbligo o verità?” domandò Darren a Chris, quando arrivò il suo turno per la terza volta.
“Verità” gli rispose istantaneamente Chris, incrociando le gambe sul tappeto.
Darren ci pensò su per qualche istante e si morse le labbra al pensiero di quello che stava per chiedergli – si erano limitati a fare domande stupide e imbarazzanti fino a quel momento e sapeva che se ne sarebbe pentito, ma aveva veramente bisogno di sapere.
“Uhm…” mormorò, cercando le parole adatte per formulare la domanda. “Chi è il ragazzo che stai frequentando?”
Chris sembrò essere colto alla sprovvista ed era così, di certo non si aspettava che Darren gli chiedesse quello, così si morse un labbro e dondolò sulle sue gambe, mentre si spostava lentamente più lontano dal suo amico.  “Nessuno” soffiò Chris, imbarazzato. “Non sto frequentando nessuno.”
Darren spalancò gli occhi e Chris capì che il gioco era finito. “Ma tu quella sera mi avevi detto che-”
“Ti ho mentito.”
“Okay…” mormorò Darren sempre più confuso. “C’è un motivo per cui lo hai fatto e per cui non mi hai messo al corrente di questa cosa negli ultimi giorni, che sono quasi impazzito per cercare di sapere qualcosa?”
“Perché invece di pensare agli ipotetici ragazzi con cui esco, non pensi al tuo?” domandò bruscamente Chris, e mentre i due si guardavano quasi in cagnesco, Lea si ritrovò a fare lo stesso con Mark.
“Stai combinando un casino” borbottò Lea.
Mark si ritrovò qualche secondo a pensare, poi sorrise e si schiarì la voce. “Okay, ragazzi, cambiamo gioco!”
Chris e Darren si ritrovarono ad allontanarsi l’uno dall’altro, e fu terribile per i loro amici vederli passare dal massimo contatto fisico che potevano avere, al nulla più totale.
Il nuovo gioco di Mark era anche peggio del primo, per non parlare dello squallido piano che aveva messo su per andare sul sicuro: il gioco era quello lì dei sette minuti nell’armadio, e aveva messo in un cappello sette bigliettini con i loro nomi, e aveva piegato in modo diverso quelli con i nomi di Chris e Darren per poterli pescare insieme.
I due non avevano più alcuna voglia di giocare, Darren voleva prendere Chris da parte per potergli parlare, ma Chris sembrava non avere alcuna intenzione di lasciare i suoi amici, malgrado entrambi temevano che Mark arrivasse a prendere delle costruzioni o magari delle bambole per poter giocare a qualcosa di diverso.
Ovviamente i nomi di Chris e Darren furono pescati per prima: Lea voleva uccidere Mark, perché aveva incastrato Chris e Darren in un gioco stupido e tra l’altro sapeva perfettamente che non si sarebbero mai baciati in quell’armadio, perché Darren aveva appena scoperto che Chris lo aveva mentito – e poi sapeva che non lo avrebbero fatto a prescindere. Se proprio doveva succedere, non lo avrebbero fatta passare per una cosa obbligata.
“Ragazzi, io non ho voglia di giocare” bofonchiò Darren alzandosi. Chris scosse la testa e si alzò velocemente, prese il suo amico per un polso e lo trascinò dentro all’armadio.
“Mi è sembrato di aver detto che non voglio giocare” borbottò Darren quando vide Chris chiudere le ante dell’armadio. La luce all’interno era davvero poca, e per di più faceva anche caldo ma a Chris non importava, aveva bisogno di parlare con Darren e risolvere ogni cosa.
“Mi dispiace” mormorò Chris. “Mi dispiace da morire per averti mentito, okay? Però non tenermi il muso, ti prego, io l’ho fatto solo perché… cavolo.”
“Perché? Perché mai avresti dovuto mentirmi su una cosa del genere? Non capisci quanto ci sono stato male? Ogni volta che ti sentivo triste io pensavo che fosse per quel tizio che era nel tuo letto quella sera-”
“Dare, ti prego. Mi avevi appena detto di esserti trovato un ragazzo e non ci sentivamo da settimane, poi tu mi hai chiesto con chi ero e io- è stato infantile da parte mia, lo so, ma è stato istintivo lasciarti intendere che avevo trovato un altro anche io- voglio dire, un ragazzo.”
Sei minuti!” esclamò Mark da fuori l’armadio. Chris e Darren sospirarono.
“Lo hai fatto per punirmi perché non mi sono fatto sentire?”
“No, l’ho fatto perché non ti sei fatto sentire per settimane e dopo ritorni dicendo che non ce l’avevi con me, non avevi intenzione di troncare i rapporti, però ti eri trovato un ragazzo mentre cercavi di isolarti dai tuoi fan. Perché lui è famoso, no? Lui ha il diritto di stare nella tua vita, ha il diritto di- dio, perché diavolo mi importa così tanto.”
Darren sbatté le palpebre. “Io- non ci avevo nemmeno pensato, Chris. Non mi sono allontanato da te perché avevo bisogno di una pausa dai miei fan, io- lo sai che non ti considero solo questo. Tu sei- diamine Chris, tu non hai la più pallida idea di quanto significhi per me.”
“Allora perché sei sparito?”
“Forse perché l’ultima volta che ci siamo visti ti ho quasi baciato?”
“Cinque minuti!”
Chris deglutì e ringraziò la poca luce che c’era in quell’armadio perché non permetteva che Darren si accorgesse di quanto fossero lucidi i suoi occhi. “Lo sapevo. Te ne sei pentito e volevi dimenticare, lo so.”
“No, Chris, non è questo” replicò Darren. “Sono sparito perché sapevo che se avessi continuato a starti vicino quel bacio sarebbe arrivato, e io ci tengo troppo a te per non lasciarti avere la vita che meriti e che desideri. Io- io sono un disastro, lo capisci? La mia vita è un casino, non ho mai un secondo libero, sono continuamente sotto i riflettori e tutti sanno chi sono. Tu invece-”
“Io invece non sono nessuno” soffiò Chris incrociando le braccia davanti al petto.
“Ma sei tutto per me” replicò Darren sincero. Non contraddisse Chris, perché quello che aveva detto era completamente vero: lui per il mondo non era nessuno, non lo era mai stato e non era per niente abituato alla vita di Darren. “Sei tutto per me, e voglio che tu stia al sicuro.”
“Quattro minuti!”
“Non sta a te decidere, Darren! Non sta a te decidere se devo stare al sicuro- diamine, che cosa significa tutto questo? Di cosa stiamo parlando esattamente? Io- mi sembra di impazzire.”
“Be’ stiamo parlando di me e di te che stiamo con altre persone, no? A quanto pare come a me non andava a genio il tuo fidanzato immaginario, a te non va a genio il mio.”
“Sì con la differenza che tu un fidanzato ce l’hai davvero.”
“Peccato che non mi importi niente di lui.”
“Tre minuti!”
"Ovviamente, a te importa solo di te stesso, è questa la realtà è io mi sento uno stupido, perché ho lasciato che tu piombassi nella mia vita e cambiassi ogni cosa, compreso me stesso, e non te lo perdonerò mai."
 Darren resta in silenzio fino a quando non sente Mark avvisarli che mancano solo due minuti. "Cos'è che ho cambiato, Chris?"
“Un minuto!”
“Tutto. Io stavo bene, sai? Non ero felice, ma stavo bene e tu sei arrivato ed è andato tutto a rotoli. Sei diventato un chiodo fisso, mi sono ritrovato a vivere attaccato ad un cellulare nella speranza che tu potessi cercarmi in qualche modo. E mi sento uno stupido perché ho permesso a me stesso di cominciare a mentire sperando che ti importasse qualcosa e sono stato uno stupido a lasciare che tu tornassi nella mia vita semplicemente perché, tra le tante cose che ho lasciato che accadessero, mi sono pure innamorato di te.”
“…Tempo scaduto!”
Darren continuò a guardare Chris senza dire una parola, il tempo era scaduto e lui Mark nemmeno lo aveva sentito, l’unica cosa che riusciva a percepire era il respiro strozzato di Chris ad un soffio da lui e i suoi occhi azzurri che nel buio splendevano come due stelle.
“Chris, io…”
“Non dire niente” lo interruppe Chris alzando un dito come per avvertimento. “Non dire una parola, Darren. Sono- sono così stupido.”
Spalancò le ante dell’armadio e uscì fuori praticamente correndo, Darren questa volta decise di non perdere tempo e lo seguì, fermandosi solo quando lo vide prendere dall’attaccapanni il cappotto e infilarselo. “Chris, ti prego ascoltami-”
“Ho bisogno di stare un po’ da solo, Darren, per favore” bofonchiò Chris, e quando finì di abbottonarsi il cappotto e alzò lo sguardo, Darren si sentì un po’ morire nel vedere i suoi occhi azzurri velati dalle lacrime. “Io- ho solo bisogno di pensare a quello che è successo e- e piangere. Solo- ti prego, lasciamelo fare” disse un attimo prima di voltarsi per uscire da casa. Darren non si era mai sentito così male in vita sua.
“Chris, aspettami-”
“Dare?” lo chiamò dolcemente Lea, e  Darren si girò appena sentì la sua voce. I loro amici erano tutti in piedi e a quanto pare avevano assistito a tutta la scena. “Lascialo andare. Chris è così, a volte ha bisogno di stare solo per pensare e scappa via, ma poi torna. Chris torna sempre.”
Darren si morse un labbro e andò a sedersi sul divano, nascondendo la testa tra le mani. “Mi sento un idiota” mormorò. “Lui- come ho fatto a non accorgermi di niente?”
“Darren, tesoro” lo richiamò Dianna con dolcezza, mentre si sedeva sul divano accanto a lui. “Stesso Chris non lo aveva capito, credimi. È da quando sei entrato qui dentro per la prima volta che lo abbiamo visto stravolgere tutta la sua vita per te, sorridere come un ragazzino quando leggeva un tuo messaggio e piangere ogni volta che qualcosa tra di voi non andava. Ce ne ha messo tempo per capirlo, ma ti ama davvero, Darren. Io sono sicura che la cosa sia reciproca, e- be’, non capisco cosa tu stia aspettando.”
“Lo ama anche lui” disse Chord schiarendosi la voce. “Sono settimane che prova a dimenticarlo, ha provato perfino ad uscire con un idiota per toglierselo dalla testa. Solo- non è così semplice. Non puoi semplicemente scegliere di non provare e andare avanti” istintivamente si ritrovò a guardare Mark, e appena i loro sguardi si incrociarono si sorrisero timidamente a vicenda.
I ragazzi restarono un altro po’ lì a parlare con Darren e a cercare di consolarlo, poi cominciarono a risistemare tutto e alla fine andarono a dormire – Mark propose a Chord di restare, dal momento che anche Darren non sarebbe andato via.  E quando anche loro due sparirono all’interno della stanza di Mark, Darren andò in camera di Chris e decise di aspettarlo lì.
Era dannatamente preoccupato, ma i suoi amici non lo erano e forse non serviva allarmarsi, Chris sarebbe tornato, doveva soltanto aspettarlo e non pensare al peggio.
Trascorse un’ora quando finalmente sentì la porta aprirsi, e con il cuore in gola aspettò l’arrivo di Chris.
Era rimasto per tutto il tempo seduto sul bordo del suo letto, i gomiti premuti sulle ginocchia e il viso affondato tra le mani per la preoccupazione, e adesso finalmente poteva tornare a respirare.
Dopo qualche secondo Chris comparì sulla porta della sua camera, e spalancò appena gli occhi quando vide Darren. Pensava che sarebbe scappato, e invece era lì.
“Ehi” mormorò Darren alzandosi in piedi. “Sei- sei tornato.”
Chris annuì e fece qualche altro passo verso di lui. “Ho- ho pensato a quello che successo, e volevo dirti che mi dispiace. Sei tu quello che dovrebbe essere arrabbiato con me, non io. Io- io ti ho mentito, e non avevo nessuna valida ragione per farti credere che stavo uscendo con qualcuno. Sono stato un idiota- e scusami anche per quello che ti ho detto. Io- non avrei dovuto riversarti addosso tutti i miei sentimenti. Non è giusto per te che sei mio amico, e mi dispiace anche per questo.”
“Oh, wow” lo interruppe Darren dolcemente. “Sei tornato davvero.”
Chris lo guardò interrogativo, ma Darren semplicemente sorrise e annullò la distanza che c’era tra di loro per potergli prendere le mani. “Dispiace a me per non averlo capito. Per aver pensato che non fosse troppo tardi, che potessi ancora salvarti… la verità è che io ti amo, ti amo da quando ti ho incontrato al tuo compleanno e anche se avessi voluto provarci quella sera a starti lontano, già sarebbe stato troppo tardi.”
“…Tu mi ami” soffiò Chris tremando. “Tu- tu mi ami, Darren?”
“Sì, Chris. È per questo che ho cominciato a uscire con quel ragazzo, per questo sono sparito e non mi sono fatto sentire per settimane, io- pensavo che così avrei smesso di amarti, ma non posso smettere. Non voglio più smettere. Solo- lasciati amare, Chris. Ti prego, lasciamelo fare.”
Chris restò lì a fissarlo, con i suoi occhi gonfi e rossi per le lacrime che aveva versato nell’ultima ora ed era convinto di averle finite, davvero, ma ricominciò a piangere di nuovo e non ebbe nemmeno la forza di provare a fermarsi. Strinse con più forza le mani di Darren per potersi aggrappare a qualcosa, per potersi aggrappare a quella che era da sempre la sua ancora - perché in quel momento Darren non era né l’idolo né l’amico, era un connubio di entrambe quelle persone di cui Chris si era innamorato.
Quando annuì flebilmente Darren non riuscì ad impedirsi di sorridere, Chris sorrise a sua volta ed erano così innamorati e felici in quel momento che il mondo poteva anche finire ma loro non se ne sarebbero accorti comunque. Quando Darren si rese conto che Chris adesso gli stava guardando le labbra, fece un sorriso enorme e lo trascinò lungo la stanza.
“Dove stiamo andando?” domandò Chris confuso, poi si zittì quando vide Darren aprire le ante dell’armadio e trascinarlo dentro con dolcezza. “Perché siamo qui?”
“Dobbiamo recuperare i sette minuti che ci siamo persi prima, Colfer” sussurrò Darren nel buio, e Chris sorrise a sua volta poggiando una mano dietro la sua nuca per tirarlo verso di sé e premere le labbra sulle sue.
Darren portò le braccia attorno ai suoi fianchi mentre Chris lasciava scivolare le sue sulle sue spalle e allacciava le dita dietro la sua nuca. In un secondo di lucidità Darren realizzò che quello era il primo bacio di Chris, così si impegnò per rendere quel bacio dolce e passionale tanto quanto bastava.
Ed era perfetto – le loro labbra si incastravano alla perfezione, come se fossero state modellate apposta per baciare quelle dell’altro. L’armadio era buio ma c’erano i loro sospiri, i loro ansiti, gli schiocchi delle loro labbra ed era tutto amplificato, era tutto perfetto perché erano loro che si amavano e che stavano aspettando quel momento da troppo tempo.
“Ti amo” mormorò Chris tra un bacio e l’altro. “Dio, Darren, ti amo così tanto.”
Darren portò le mani sulle guance di Chris per poterle stringere con dolcezza. “Ti amo anche io.”
Dopo un numero imprecisato di minuti – non avevano tenuto il conto per davvero – Darren e Chris uscirono da quell’armadio per andarsi a coricare sul letto, così si ritrovarono stesi uno di fronte all’altro, due sorrisi giganti stampati sulle labbra e gli occhi che scintillavano mentre si specchiavano gli uni negli altri.
“Sei bellissimo” sussurrò Darren. “Sono così fortunato ad averti.”
Chris si avvicinò per pressarsi contro Darren e baciarlo di nuovo. “Sei almeno vero, Darren Criss?”
“Io so solo che tu sei bellissimo. Te l’ho già detto che sei bellissimo?”
Chris ridacchiò mentre si accoccolava contro il suo petto. “Non posso credere che stia succedendo davvero. Ho paura che se mi addormento domani- domani tu non ci sarai più.”
Darren gli lasciò un bacio dolce sulla testa e lo strinse con più forza. “Tu dormi, ti prometto che domani mattina mi troverai proprio qui vicino a te.”
“Farai meglio ad esserci, Everett” mormorò Chris leggermente assonnato e su di giri.
“Non ho intenzione di andare da nessuna parte.”
 
 

 
   
 
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