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Autore: roofie    19/01/2009    3 recensioni
Nell'estate passata aspettando che Hogwarts ricominciasse, aveva continuato ad avere degli incubi, ma erano diversi da quelli avuti in precedenza. Il volto serpentesco di Voldemort, aveva lasciato posto a quello di Malfoy. Aveva preso a chiamarli incubi, ma come gli aveva fatto notare Hermione non lo erano affatto.
Genere: Romantico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Azzusam: ahahha non potevano mandarsi un gufo! Draco era già ad Hogsmead quando sa che Harry non c'è e non poteva di certo mettersi a mandare un gufo ad Harry che era al Castello e siccome Hermione sapeva che Draco sapeva che lei sapeva, le è venuto normale pensare che volesse chiederle di Harry.

Grazie per le recensioni ragazze!

*******************

"Harry?".
La voce di Hermione gli arrivò come un eco lontano e sperduto.
"Mmm?".
"La lezione è quasi finita è tu ancora devi preparare la pozione".
"Si io...".
La Grifondoro alzò gli occhi al cielo.
Harry lanciò un rapido sguardo a Ron che dal tavolo davanti al suo preparava la pozione con McMillan.
"Harry? Che ti succede, ragazzo mio?".
"O professore. Io..." corrugò leggermente la fronte e cercò di assumere un'aria malaticcia, come se l'espressione depressa che si portava dietro da un paio di giorni, non fosse sufficiente a farlo apparire come uno straccio vecchio. "Credo di non sentirmi molto bene".
"Oh ma certo, devi essere stanco con tutti i compiti e il Quidditch, sei un allievo impeccabile per me, per una lezione passata un pò così, non succederà nulla".
Harry gli sorrise e osservò Lumacorno procedere tra i banchi ad ispezionare i calderoni degli altri studenti dove pozioni sobbollivano rumorose.
"Bene, via gli ingredienti e cerchiamo la pozione migliore".
Si guardò un pò attorno e poi disse, "Dieci punti a Grifondoro, tutto merito della signorina Granger".
La lezione terminò e gli studenti si avviarono alla porta per lasciare i sotterranei.
"Riposati, ragazzo mio, va bene?", chiese Lumacorno ad Harry prima di abbandonare l'aula.
Il Grifondoro raccolse le sue cose, lasciando che Hermione e Ron si allontanassero prima di lui.
"Harry?".
Come aveva sperato, erano rimasti indietro soltanto loro due.
"Tutto bene?".
Il moro si voltò, guardando negli occhi Malfoy.
"No".
"Non ti parla ancora?".
"No. Però questa sera partirà per la Tana con Hermione e Ginny, magari tra due settimane starà meglio".
"Ne dovreste parlare".
"E che altro c'è da dire?".
"Dovresti dirgli perchè non volevi lo sapesse".
"Se smetterà di ignorarmi, ci proverò. Credimi. Gli dirò che era perché sapevo che non avrebbe capito e io non volevo perdere il mio migliore amico".
"Bravo”.
“Ora cambiamo discorso”.
“Allora, quando si parte?", chiese il Serpeverde con un sorriso.
"Lo hai già detto...".
"Sono maggiorenne, non intendo più dare spiegazione di quello che faccio".
"Non volevo farti innervosire".
"Non importa. Non voglio litigare con te prima delle vacanze".
"Intendi farlo dopo?".
Draco chiuse la questione avvicinandosi ad Harry e baciandolo ancora sorridente.

*



"Quindi è questa?".
"Non è la tua villona, ma a me piace".
"Con quello dove eri costretto a vivere".
"Ah non era poi tanto male come casa, era il vivere sotto la scala o segregato in camera che la rendeva diversa".
"Certo, certo...".
Harry guidò Draco su per le scale fino alle camere del primo piano.
"Puoi dormire qui...".
"Potter...".
"Eh?".
Il Grifondoro si voltò a guardare il Serpeverde seriamente confuso.
"Che c'è adesso?".
"Tu dove dormi?".
"Al piano di sopra, in camera di Sirius".
"E posso sapere perchè io dovrei restare qui?".
"Io...".
"Hai paura che ti salti addosso?".
"No direi di no. Paura non è esatto".
Draco alzò gli occhi al cielo e poi prese a camminare davanti ad Harry come se quella fosse stata casa sua.
"Dove vai?".
"In camera nostra".
Harry sorrise e lo seguì.
Mentre Draco guardava la camera tirata a lucido, si udì un crack alle loro spalle e un elfo domestico comparve facendo un profondo inchino.
“Padrone, la cena sarà pronta tra beve”.
“Kreacher abbiamo già parlato di questa storia del darmi del padrone. Non mi va e se Hermione lo venisse a sapere non mi parlerebbe più. Va bene Harry”.
“Come vuole Padrone”.
Schiocchiò le dita e scomparve nel nulla.
“Hai un elfo?” chiese Malfoy fissandolo. “Dopo quello che hai fatto per Dobby?”.
“Io non lo tratto come un vecchio straccio” rispose alzando le spalle.
“Certo, San Potter ritorna”.
Harry tirò la valigia fino al letto e ce la sbattè sopra aprendola.
“Domani è Natale. Devo ancora andare a prenderti il regalo”.
“Non voglio regali, Harry. Tutto ciò che posso desiderare, è già mio. In un’altra casa magari, ma è già mio”.
“Neanche una vecchia piuma pestata?”, scherzò.
“Stupido Potter”.
Estrasse la bacchetta dalla tasca dei pantaloni, e sistemò in pochi istanti tutta la sua roba nell’armadio aperto alle spalle di Harry.
“Ehi ti sei preso tutto lo spazio”.
“Ho più cose”.
“Chi era la ragazza?”.
“Se saresti stato più veloce…”.
“Non serve usare la magia per tutto”.
“Che razza di idee”.
“Lasciamo perdere”.
Draco si sedette sul bordo del letto osservando Harry che con movimenti attenti cercava di non sgualcire le sue cose sistemandole nell’armadio e nei cassetti.
“Dov’è la tua famiglia?”.
“Intendi i miei zii e mio cugino?”.
“Quelli dove vivevi prima…”.
“Non lo so. Questa estate sono tornato a casa a cercarli, ma non c’erano. La casa sembrava abbandonata da… mesi”.
“Da quando sei partito per la guerra?”.
“Fa molto storia strappalacrime degli anni 40 detta così, ma si”.
“E… non ti mancano?”.
Harry si voltò a guardare Draco.
“Come mai così interessato?”.
“Cerco di fare conversazione” rispose alzando le spalle.
“Non mi mancano”.
“Tutto qui?”.
“Si, immagino di si. Non ci sono mai stati grandi rapporti fra di noi. Mi odiavano”.
“Lo dici come se non fosse nulla”.
“Perché è così”.
“Come vuoi”.
Kreacher apparve al centro della stanza con il solito inchino.
“Padron Harry, è pronta la cena” disse e subito dopo sparì ancora.
“Non può apparire sempre così. Insomma… potrebbe”.
“Si Draco?”, chiese Harry sorridendo.
“Non lo so. Interromperci”.
“Maniaco”.
Aprì la porta della loro camera da letto e scese al piano di sotto.
  
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