Anime & Manga > Inuyasha
Ricorda la storia  |       
Autore: report    20/01/2009    17 recensioni
Sapere di loro era il mio tormento.
Sapere il perchè del mio abbandono era il mio chiodo fisso.
Ma mai avrei immaginato una realtà simile.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A






Come una presenza inquietante, eccomi ancora qui….. Non vi siete stancati di me vero???


Comunque, benvenuti nella mia nuova storia. Premetto che alcuni personaggi, in alcuni punti saranno un po’ occ, e che Inuyasha sarà un demone completo, ma sul come e perché…. Dovrete aspettare l’avanzamento dei capitoli, ma spero vi piaceranno ugualmente. Inoltre da come avrete intuito dal titolo, ho inserito un nuovo personaggio, no anzi più avanti ne arriverà anche un altro.
Ma bando alle ciance e buona lettura.








Immobile, davanti allo specchio osservo il riflesso che mi viene rimandato.
Lo guardo immobile. Oscillando prima su un piede e poi su l’altro. Saltello sulle punte e sposto i miei lunghi capelli neri prima a destra e poi a sinistra.
Avvicino il volto al vetro e con un dito, sfioro il bordo del mio volto. Il naso, le sopracciglia, le labbra e sospiro.
Quell’immagine sono io, ma so che è incompleta.
Adesso non pensiate che io sia pazza, ma in realtà so che mi manca qualcosa.
Scommetto che davanti ad uno specchio tutti potreste dire che i vostri occhi sono quelli di vostro padre, di un nonno. Che i vostri capelli sono uguali a quelli di vostra madre, di vostro fratello o sorella.
Bhè io no!
Non so niente di loro. Non so se i capelli neri sono uguali a quelli dei miei genitori, se i miei strani occhi viola, sono un marchio particolare della mia famiglia, se alcuni dei miei tic sono ereditari o se i miei gusti nel cibo sono simili al resto della mi famiglia.
Io non ho una famiglia.
Sento una voce chiamarmi dal piano di sotto “Lily scendi che la colazione è pronta!” chiudo l’anta dell’armadio e mi affaccio alla porta “Sì mamma ora scendo!”
Bene, adesso penserete che io sia pazza vero?
Non è così, semplicemente… sono stata adottata e ringrazio ogni giorno la fortuna che mi è capitata.
I miei genitori adottivi sono delle persone fantastiche, io li amo alla follia e so che loro mi adorano, ma adesso, dopo 18 anni, sento la necessità di sapere chi sono. Di sapere perché mi hanno abbandonato e se possibile di poter vedere anche solo per una volta il volto dei miei veri genitori.
So che potrebbero chiudermi la porta in faccia, ma anche allora sarei comunque contenta avrei comunque avuto una risposta.
Inoltre vorrei sapere anche…
Scendo di corsa le scale e mi siedo al tavolo, davanti ad una fumante tazza di latte caldo, affondo due biscotti e mangio in silenzio.
“Lily guarda che mi puoi parlare comunque!” e io sobbalzo osservando mio padre nascosto dietro un foglio di giornale e mia madre appoggiata al lavandino.
“Io… non voglio preoccuparvi!” lei mi si avvicina accarezzandomi i capelli “se li trovi, dovrai dirmi se in famiglia qualcun altro ha i tuoi stessi occhi, così lo diremo a tutti e la smetteranno di trattarti come una bellezza rara e strana. Non che tu sia brutta tesoro!” alzo la testa e la vedo ridere “grazie mamma, ti farò sapere e non sono brutta, vero papà?” lui abbassa il giornale e mi fissa “No tesoro, questo è certo. Infatti, se trovo di nuovo quei due tipi appollaiati sull’albero davanti alla tua camera li abbatto con un fucile“ poi mi si avvicina “tu non aprirai mai la finestra vero cucciola?” mi alzo, baciandolo sulla fronte “no papà, non sono i miei tipi e poi quelli che mi pedinano mi mettono un po’ paura!” e sorridendo esco da casa.
Mentre cammino lentamente, dalla mia borsa a tracolla tiro fuori la busta gialla che sta per cambiare la mia vita.
Mi dirigo verso il parco della città e mi siedo in una panchina all’ombra di un cipresso
Adagio la busta sulle gambe e la osservo per un tempo indeterminato.
Con mani tremanti, apro lentamente il bordo e tolgo il foglio all’interno.
Mi rigiro il foglio tra le dita per un po’, poi lo apro e per prima cosa leggo un informazione che mi rende felice.
Il mio nome mi appartiene.
Lily è il nome che mia madre aveva scelto per me.
Chissà perché? Forse le piaceva, forse era il nome di sua madre o forse l’ha scelto mio padre.
Troppe domande. Avanzo.
Scorro la data di nascita 15 giugno.
Allora i miei genitori adottivi hanno mantenuto anche quella.
Tra alcuni dei miei amici adottivi, in alcune famiglie, i genitori non festeggiano il compleanno alla data di nascita, ma nel giorno dell’adozione, cosa contorta perché si ritrovano a festeggiare due volte.
Avanzo fino al nome essenziale, quello di mia madre.
Sfioro il nome con un dito, chiedendomi se questo è il mio certificato di nascita originale e quindi questa è la sua scrittura o una fredda copia.
Sussurro il nome una volta, poi alzo il tono.
“Kagome Higurashi”
Ripeto il nome una ventina di volte e mi ritrovo a sorridere, mi piace, mia madre ha un bel nome.
Scopro l’indirizzo, ma mi resta difficile capire dove si trova, credo sia nella zona vecchia della città, mi serve una piantina.
Vado avanti con la lettura, ma resto spiazzata, nella casellina del padre, non c’è un nome, solo… padre ignoto.
Come ignoto?
Mio padre non esiste?
Lui e mia madre non stavano insieme?
Forse… forse… è per questo che mi ha abbandonato, lui aveva abbandonato lei e così da sola non ha potuto tenermi.
Sento le lacrime solcarmi il volto.
Adesso so chi sono, ma non sono felice, anzi sento un peso opprimermi il cuore.
Credevo, stupidamente che avrei trovato la mia famiglia, ma dovevo capire che per arrivare ad abbandonare una figlia, qualcosa doveva essere andato storto.
Rileggo il tutto e non posso non pensare ha quel padre ignoto.
Ignoto in che senso?
Lui non mi ha voluto?
È morto prima che nascessi?
Oddio se io fossi il frutto di qualcosa di brutto?
Accidenti, adesso le mie domande sono il doppio delle precedenti.
Stringo forte la lettera nelle mani e mi dirigo ad un edicola lì vicino.
Sbircio tra le piantine della città
Sono solo le otto del mattino e non tornerò a casa senza vederla.
Sbircio un po’ e alla fine prendo una piccala, ma completa cartina della città, la pago e la apro subito lì davanti all’edicolante.
“Scusi ho notato che il tempio che sto cercando è dall’altra parte della città sa come posso arrivarci?”
Lui si sporge in avanti e legge il nome del tempio e osserva la zona “non è difficile. Vedi la fermata infondo alla strada?” mi volto e vedo la pensilina “da li prendi il 67, ci metterai forse quaranta minuti, ma una delle fermate è proprio davanti al tempio, fatti dire quale dall’autista e corri, sta arrivando l’autobus!”
Mi volto di scatto e lo ringrazio al volo mentre corro con la cartina spiegazzata tra le mani e salgo come una pazza sull’autobus.
Compro un biglietto e resto d’accordo con l’autista che appena saremo vicini al tempio lui m’indicherà di scendere. Mi siedo dietro di lui e osservo il panorama per un po’, poi cerco di ripiegare quella maledetta cartina.
L’ho comprata ed era sottile tre centimetri, ora, piegata da me sarà almeno di otto???? Perché?
L’infilo nella borsa e dopo una quarantina di minuti, l’autista con un sorriso sornione m’indica la fermata.
Scendo, ringraziandolo ma fulminandolo con lo sguardo e osservo le scale che mi si aprono davanti.
Il tempio è in cima ad esse. Lei è lì.
Accidenti non riesco a muovermi.
Sciolgo i muscoli e avanzo.
Salgo così lentamente che una piccola lucertola mi fissa preoccupata da tre scalini sopra di me, forse pensa che sia finta.
Arrivata in cima, tutta la mia gioia, mista ad ansia crolla.
Il posto è abbandonato.
Vedo le finestre sbarrate e le erbacce circondare quella che doveva essere una bella casa. Avanzo tra il fogliame e mi guardo intorno.
Oltre alla casa, c’è una piccola baracca al lato sinistro, sprangata anche quella e un immenso albero.
Alzo la testa e osservo i rami puntare verso l’alto. Quest’albero è imponente.
Sfioro la corteggia e sospiro. Se loro non sono qui, dove posso cercare?
Sento dei rumori e mi volto di scatto e mi trovo faccia a faccia con un uomo sulla quarantina vestito di blu.
“Sta cercando qualcosa?” mi chiede avvicinandosi e leggo adagiata sulla sua maglia blu, il cartellino di custode.
“Io… cercavo i signori Higurashi!” e lui annuisce “Mi dispiace, ma il tempio è ormai abbandonato da anni!”
“Anni? Quanti? Diciotto?” e lui mi fissa “Lei è una parente?” e quella domanda mi spiazza, ma se posso avere delle risposte non posso perdere quell’uomo.
“Io… in un certo senso sì. Potrebbe dirmi dove si sono trasferiti?”
“Oh mi dispiace, ma purtroppo non si sono trasferiti!” e allora mi irrigidisco “In che senso?”
“Vede, dopo la disgrazia…” si ferma e io mi avvicino “la prego, mi dica qualcosa è importante” e lui mi fa segno di seguirlo verso una panchina poco lontana.
Mi siedo e lui si volta verso di me “chi conosceva?”e allora getto l’ultima carta “Kagome, Kagome Higurashi!” e lui sgrana gli occhi “Oh… quindi non sai che lei non c’è più!” e il mio cuore perde un battito.
“Lei è morta?” chiedo terrorizzata e lui scuote la testa “Oh no, lei… è sparita. Così, svanita nel nulla. Nel corso degli anni, lei spariva spesso per mesi, ma poi tornava sempre a trovare la famiglia, ma circa diciannove anni fa non è più tornata e nessuno ha saputo mai cosa potesse essergli capitato!” sgrano gli occhi, mia madre è una missing.
Sparita nel nulla un anno prima della mia nascita, ma allora io… da chi sono stata concepita? Oddio è qualcosa di brutto.
Mi faccio coraggio “E il resto della famiglia?”
“Bhè il nonno poverino, era già vecchio, ma la scomparsa della nipote è stato un colpo troppo duro e lui è mancato tre anni dopo. Il fratello si era già trasferito per gli studi e non è più tornato. La madre invece ha retto fino a due ani fa, ma anche lei era distrutta da quella perdita, anzi credo che alla fine fosse quasi impazzita, la vedevo tutti i gironi fissare impassibile il pozzo dentro al capanno come se Kagome potesse apparire da lì. E adesso qui non c’è nessuno, io lavoro come custode, non mi occupo di questo posto, ma ogni tanto passo di qua per assicurarmi che non entri comunque nessuno!”
Osservo lui e poi intorno a me.
Quindi della mia famiglia non c’è più nessuno, solo uno zio lontano e una tragedia familiare.
“Mi dispiace averti deluso ragazza, ma la verità è questa!” e si alza osservandomi “Grazie comunque, posso stare un po’ qui da sola?”
“Certo! Io devo andarmene, ma tu resta pure!” poi mi alzo e lo richiamo “lei li conosceva?” e lui annuisce “io e Kagome andavamo a scuola insieme. Sa, avevo una grande cotta per lei, ma il suo cuore purtroppo era già impegnato!” e lo rincorro “lei aveva qualcuno?”
“Sì, un tipo strano, secondo me un tipo non adatto a lei, forse anche pericoloso, ma lei lo amava molto e io non ho mai potuto sognare di batterlo. Forse è per questo che controllo il tempio, spero che un giorno lei torni, vana speranze eh?” e lo vedo scendere i gradini mentre io vago un po’ per la zona.
Sbircio dentro le finestre, tra una trave e l’altra e mi dirigo alla capanna.
Cerco di aprire la porta, ma è chiusa. Mi volto per andarmene, ma un rumore mi porta nel voltarmi di nuovo verso di essa e adesso è socchiusa.
Mi guardo un po’ intorno ed entro.
Il buio è opprimente, non vedo nulla.
Tastando il muro, trovo una finestra e stacco dei pezzi di legno, facendo entrare un po’ di luce.
Adesso vedo bene e mi rendo conto di trovarmi davanti ad un pozzo.
Mi guardo indietro e mi ricordo le parole di quel tipo, la madre di Kagome fissava sempre il pozzo.
Salgo le scalette e mi inginocchio guardando verso il basso.
Accidenti non vedo il fondo, ma quanto è profondo?
Appoggio le mani sul bordo freddo e sento i mattoni cedere sotto il mio peso, cerco di riprendermi afferrando qualcosa, ma le mie mani afferrano solo il vuoto e cado giù, nel vuoto.




Allora che ne dite? Vi piace la mia nuova creatura?

Nel prossimo leggerete:

Lily incontra Sango e Miroku e scopre qualcosa sulla madre.
   
 
Leggi le 17 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: report